CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 222 del 7 luglio 2011
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DL 71 “Norme in materia di organizzazione e personale. L’esame dell’articolato. Approvatoil testo fino all’articolo 10. Domani l’esame delle mozioni
Cagliari, 7 luglio 2011. Sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo l’Aula ha proseguito l’esame del disegno di legge 71/A (personale, potenziamento dell’organizzazione regionale e semplificazione) aprendo la discussione sull’articolo 1 e sull’emendamento 92. Il capogruppo del Pd, Mario Bruno, ha chiesto alla presidente una piccola sospensione “per poter organizzare i lavori dell’Aula sulla base degli emendamenti presentati”. La presidente ha sospeso i lavori. Alla ripresa l’on. Gian Valerio Sanna ha detto: “Ci siamo espressi in discussione generale su questo capolavoro dell’arte legislativa sarda ma adesso precisiamo che la maggioranza cancella con emendamenti soppressivi tutto l’impianto e concentra sull’articolo 11 tutto il distillato delle sue esigenze. Chiediamo al presidente di inserire nel calendario dei lavori il mio progetto di legge sul personale del Consiglio regionale. Crediamo sia un segno di civiltà prevedere punti di riferimento normativi sicuri anche per i dipendenti del Consiglio regionale, che non hanno un comparto normativo disciplinato dalla legge. Tornando al disegno di legge in discussione, sono sicuro che in questo provvedimento si annidano una serie di privilegi e per questo, coerentemente, il centrosinistra ha presentato un solo emendamento teso a far cessare ogni forma di precariato nell’amministrazione regionale. Chiediamo che venga approvato un piano biennale di superamento del precariato: non è possibile dare risposta all’ingiustizia creando nuova ingiustizia. Ci sono ormai evidenti emblemi del nostro fallimento: lo stesso giorno in cui povere famiglie sarde protestavano contro i lacci e i cappi di Equitalia noi discutevamo un emendamento per dare 40mila euro ai Cral dei dipendenti regionali per attività sportiva. Questo è l’emblema della nostra distanza rispetto ai bisogni reali e ai drammi della società. Noi ci dissociamo da questo modo di fare e dalle sanatorie previste da questa proposta di legge, che non sono sicuro sanino tutte le ingiustizie del lavoro e non soltanto alcune”.A seguire l’on. Luciano Uras (Sel) ha detto: “Abbiamo espresso dall’inizio molte perplessità su questo testo mentre è dalla legge regionale 31 del 1998 che dobbiamo partire, dalla legge che regola la divisione dei compiti tra la responsabilità politica e quella burocratica, tra l’autonomia gestoria della dirigenza e la funzione di programmazione della politica”. L’oratore ha illustrato tutti i principi della legge 31, che ha portato a “deresponsabilizzare la funzione dei dirigenti, facendo crollare l’attività di pianificazione rendendola molto più inefficiente rispetto agli obiettivi e orientata verso la gestione clientelare. In questo quadro accade che le leggi, approvate, non siano applicate e si sovrappongano ad altre, per giunta mal scritte”.Per l’on. Adriano Salis (Idv) “in questo provvedimento non sono comprese vaste fasce di lavoratori che a vario titolo sono precari. Noi stiamo mancando in maniera clamorosa a un compito di giustizia sociale e di equilibrio dell’individuazione dei settori di intervento. Del disegno di legge originario è rimasto più o meno un decimo perché abbiamo cassato centinaia di emendamenti ad personam. E’ necessario superare sollecitazioni parziali o di gruppo e facciamo un appello per arrivare a un discorso moderno di riforma della Regione. Dobbiamo pensare a una Regione che deve supportare un modello di sviluppo diverso e per fare questo serve una macchina amministrativa di supporto, che sappia uscire dalla politica degli egoismi e delle piccinerie”. Rivolto all’assessore Floris ha detto: “Serve una discussione ampia sugli emendamenti che sono sopravvissuti. Ma è indubbio che il percorso fatto fin qui snellisce la legge e ferma il tentativo di assalto alla diligenza. Possiamo ora fare un ulteriore affina-mento delle proposte e migliorare la macchina amministrativa regionale, anche in vista degli effetti della manovra finanziaria nazionale che scarica sulle regioni e sugli enti locali i costi della crisi”. Ha preso la parola il capogruppo del Pd, on. Mario Bruno, che ha detto: “In un sistema normale, quando l’assessore vota contro un progetto di legge della maggioranza che ha ereditato dal precedente assessore questo segna una crisi e si devono trarre le conseguenze. Noi paradossalmente siamo d’accordo con l’assessore Floris ma c’è un rapporto fiduciario con la maggioranza che è palesemente minato. Non si può far finta di niente e non è normale che la Giunta non abbia espresso un parere sula lavoro in commissione sugli emendamenti. E non è accettabile che il presidente della Regione non si assuma la responsabilità di guidare la maggioranza e non sia presente in Aula. Questa legge è impresentabile: non sono queste le priorità della Sardegna. Bisogna essere seri e il Pd intende mettere delle regole nel campo del lavoro pubblico: non si può assumere più nella pubblica amministrazione con forme di lavoro precario e interinale. La giunta deve approvare un piano di indirizzo attuativo per il superamento del precariato e lo dovrà approvare entro sessanta giorni dall’approvazione della legge. Ecco, cerchiamo di mettere delle regole ricordando che alla pubblica amministrazione si accede attraverso il concorso”. (C.C.)
L’assessore degli Affari Generali On. Mario Floris ha affermato di comprendere “alcune forzature politiche, che sono il sale della democrazia, nel cui ambito le minoranza fanno il ruolo che è stato loro assegnato dagli elettori”. Nel merito del disegno di legge in esame, ha precisato che da parte sua “non c’è stato nessun ripensamento e, semmai fosse avvenuto non sarebbe stato un dramma”. C’è stato invece “un confronto che forse potrebbe portare a risultato migliore, anche perché alcuni emendamenti, compresi quelli proposti dalla minoranza, possono essere utile”. In questa legislatura, ha poi ricordato l’assessore Floris, tutte le forze politiche aveva l’obiettivo di impegnarsi per una stagione di riforme: il disegno di legge in esame “non ha questo obiettivo, è limitato nei contenuti, ma forse pone fine a qualche contesto di precarietà, forse chiude alcune certezze interpretative, ma Consiglio dovrà comunque occuparsi di una riforma più ampia, capace di configurare una nuova architettura istituzionale in cui trovino spazio le questioni del personale ma anche quella dell’equilibrio dei poteri, questioni decisive che se non definite saremo punto a capo”. Il disegno di legge 71 è quindi un provvedimento ponte, secondo l’On. Floris, che si colloca comunque sulla strada di un nuovo modello istituzionale della regione e della sua macchina amministrativa”.
Al termine dell’intervento dell’On. Floris, la presidente Lombardo ha messo in votazione l’articolo 1 del testo che è stato respinto con 60 voti contrari, 1 favorevole e 1 astenuto. L’Assemblea ha proseguito i lavori con l’esame dell’articolo 1/ bis.
L’On. Gian Valerio Sanna, del Pd, ha segnalato al presidente del Consiglio che “nelle Commissioni non si lavora come un tempo seguendo al’articolato con una logica di coerenza, ma si rimanda tutto alla ricerca di accordi. Prova ne sia che l’Assemblea sta lavorando senza conoscere il parere della Giunta sugli emendamenti. Ma così il Consiglio è esposto al rischio di approvare norme al limite contrastanti con la legge della Regione”. Ricorda successivamente che il Collegato è stata una anomalia parlamentare, sempre con la logica degli accordi e sottolinea che nel merito “il Dl 71 risale al Medioevo della situazione economica della Sardegna”. Al contrario, secondo Sanna, “dobbiamo sempre poter intervenire sull’agenda della Regione, se occorre anche “ad horas”. Siamo in un modo diverso e dobbiamo rendercene conto: abbiamo una rigidità di spesa quasi al 98 per cento, e con questo provvedimento stiamo superando il 100 per cento, senza un parere contabile”. “Proponiamo di chiudere questo valzer inutile, ha concluso Sanna, perché non possiamo usare la Regione come un decantatore totale, oltre metà dei dipendenti della regione sono funzionari, serve una articolazione flessibile per rispondere ad esigenze diverse. Ed ancora, “Con la spesa obbligatoria bloccata dove troveremo le risorse per lo sviluppo? Altro che piano casa e ossessione del mattone, che proviene da zone d’ombra di chi governa oggi. Il presidente convoca il comitato della regioni a statuto speciale e poi non ci va. E’uno che si imbosca. A quelli che protestavano sotto il pazzo del 71 non interessa nulla”. (A.F.)
La presidente Lombardo è intervenuta in risposta all’on. Gian Valerio Sanna, garantendo che sarà sua cura verificare quanto affermato dall’esponente dell’opposizione. Sul parere della Giunta sugli emendamenti la presidente Lombardo ha spiegato che è obbligatorio solo in Aula.
La presidente ha dato poi la parola all’on. Roberto Capelli (Gruppo Misto), il quale ha confermato il suo complessivo parere negativo sul Disegno di legge 71/A, come “già sottolineato ieri durante la votazione al passaggio agli articoli”. L’on. Capelli ha poi sottolineato che “stiamo esaminando un Dl del novembre 2009, e che sono passati 17 mesi”. In 18 mesi “è cambiato il mondo, l’Italia e la Sardegna. Sono successi dei fatti talmente stravolgenti che però non hanno intaccato questa Giunta. Un testo di legge proposto da un altro assessore, disconosciuto dall’attuale assessore del Personale”. L’esponente del Gruppo Misto ha aggiunto anche che “la crisi economica, sociale morale, continua a non cambiare le vecchie regole della politica”.
Per l’on. Capelli “perdiamo tempo per interessi particolari e non generali, le migliaia di persone che hanno manifestato ieri qui sotto, sono passate nell’assoluta indifferenza della Giunta”. L’on. Capelli ha criticamente evidenziato le numerose assenze per malattia del presidente della Giunta regionale che coincidono spesso con i momenti caldi per la Sardegna e con le grandi proteste e manifestazione o discussioni di argomenti particolarmente importanti. “Non possiamo avere un presidente fuggiasco, mentre anche questa Manovra nazionale mette la Regione sarda in con il governo centrale, lo avremmo voluto vedere qui in Aula a chiedere il sostegno di tutto il Consiglio per far portare avanti un’azione contro la Manovra del governo. E noi invece siamo qui a parlare del Dl 71”. L’on. Capelli ha poi proposto la riduzione dei privilegi dei politici: “È nato il movimento dei pastori, il movimento delle partite Iva, è nato il movimento del malcontento. E noi parliamo di avanzamenti dei dipendenti regionali. Il presidente della Giunta ha minacciato le dimissione: vediamo. Ritengo sia soltanto un grande bluff”.
Ha poi preso la parola l’on. Luciano Uras (capogruppo Sel – Comunisti – Indipendentistas). “Nell’arti. 1 bis c’è scritto Il Direttore generale della Presidenza assume la denominazione e il ruolo di Segretario generale della Presidenza e, oltre ai compiti di cui all'articolo 24, coordina su indicazione del Presidente i direttori generali della Presidenza e degli Assessorati nel quadro delle attribuzioni e delle responsabilità previste dalla legge.";
b) dopo il comma 4 dell'articolo 31 è inserito il seguente:
"4 bis. Il trattamento economico da attribuire al Segretario generale è determinato con il provvedimento di nomina e non può essere inferiore al trattamento economico complessivo del direttore generale maggiorato di non meno del 40 per cento”.
E sul compenso economico ha sottolineato: “Questa è un’opera d’arte in un momento in cui noi parliamo del precario del mondo della cultura che prende appena 800 euro al mese. Un lavoro pessimo che voi stessi avete deciso di eliminare. E cosa dire dei nostri privilegi?” L’on. Uras ha proseguito: “Ci sono dirigenti che percepiscono indennità che noi neanche vediamo. E chi paga sono i più deboli, come il lavoratore delle scuole o i precari delle cooperative delle attività culturali”. L’esponente dell’opposizione ha aggiunto: “Ho visto tutti gli emendamenti. Sui piani di stabilizzazione e di come agire per non far proliferare il precariato negli enti abbiamo già deciso nel 2009, con una legge”. Per l’on. Uras “questo testo va assolutamente salvato dalle incursioni”.
Per l’on. Adriano Salis (capogruppo Idv) “l’articolo 1 bis è la cornice programmatica e ideologica del Dl 71: un tentativo di difesa di assetti di potere consolidato all’interno della struttura regionale”. L’esponente dell’opposizione ha poi aggiunto: “Un direttore generale ha un trattamento economico di circa 250mila euro all’anno. Il Segretario dovrebbe quindi prendere circa 100mila euro in più. Noi siamo assolutamente d’accordo alla soppressione”. Il capogruppo dell’Idv si è poi soffermato sui costi della politica: “Si parla delle indennità degli organismi politici, che comunque ritengo superiori alla media europea. Ma rispetto a molti consiglieri regionali, sempre presenti, bisogna sapere che ci sono dipendenti regionali che percepiscono il doppio o il triplo del trattamento economico dei consiglieri regionali e questo mi sembra un argomento difficilmente comprensibile. Molti, tra l’altro, sono dirigenti solo di se stessi”. L’on. Salis ha poi ricordato che “è stata fatta una legge che fa risparmiare la Regione, quella sull’Aras e sono tre anni che non riusciamo a far applicare questa legge”. In conclusione del suo intervento l’esponente dell’opposizione ha affermato: “Bisogna tagliare dove c’è una opulenza di trattamento, spesso non sufficientemente corroborata da dimostrazione dei risultati conseguiti. Sono quindi d’accordo con la soppressione dell’articolo 1 bis”. (E.L.N.)
L’on. Mario Bruno, capogruppo del Pd, rivolto all’assessore Floris, ha affermato che “ha cercato di giustificare il suo atteggiamento, da parlamentarista convinto. Ma il problema è quello fra la giunta e la sua maggioranza, e questo esula dalla dialettica parlamentare. La legge non porta la firma dell’assessore ma è una legge della maggioranza che, dall’inizio della legislatura, ha dimostrato ripetutamente di non voler fare alcuna riforma, anzi di volerle insabbiare. E’ la maggioranza, quindi, a dover chiarire, come intende proseguire la legislatura”. Condivide l’analisi del collega di gruppo Gian Valerio Sanna, che ha parlato di ossessione del mattone; “la vera volontà è quella di scardinare al più presto possibile il piano paesistico regionale. Mentre la Sardegna affonda, però, ci sono altre priorità. Soffermandosi sulla Manovra finanziaria del governo nazionale, l’on. Bruno ha fortemente criticato l’atteggiamento del Presidente della Regione, anche per la sua posizione rinunciataria sulla vertenza entrate. Le difficoltà della maggioranza, emerse anche nel disegno di legge 71, non sono tecniche ma politiche”.
La presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento soppressivo totale dell’articolo 1/bis che è stato approvato all’unanimità (55 voti a favore e 1 astenuto) e l’emendamento 94, soppressivo dell’articolo 1/ter, approvato con 60 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astenuto. Intervenendo per una breve dichiarazione di voto sull’articolo successivo, l’1/quater, l’On. Adriano Salis, capogruppo dell’Italia dei valori, si è soffermato sulla parte dell’articolo che consente il “raddoppio dei consulenti e dei dipendenti”. E’ la stessa filosofia, commenta, che “attraversa tutto il disegno di legge 71.”
L’articolo 1/quater è stato respinto con 60 voti contrari e 1 astenuto. L’articolo seguente, l’1/quinquies, è stato invece approvato con 35 voti favorevoli, 26 contrari e 1 astenuto. L’Assemblea ha poi deciso all’unanimità di spostare in sede di esame dell’art. 11 del disegno di legge l’articolo 1/sexies.
Intervenendo sulla discussione dell’art. 2 l’on. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha individuato un “vizio” ricorrente del provvedimento, con sui si cerca di aggirare la normativa regionale vigente per aprire la strada al ricorso indiscriminato ai contratti a tempo indeterminato ed alle collaborazioni coordinate e continuative. Perseguendo questo disegno, che ha finito per alimentare precariato, speranze e promesse non mantenute, secondo l’on. Uras “la Regione nel suo complesso ha agito in modo disinvolto, con comportanti elusivi e in qualche caso di aperta violazione delle leggi approvate dal consiglio, come è emerso con chiarezza dai lavori della commissione d’inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali.”
Per il Pdl l’on. Pittalis, ha sottolineato in prima battuta che “l’operato della prima Commissione è stato ottimo anche per il gran lavoro dei funzionari, che ha consentito un esame ragionato di tutti gli emendamenti, eliminando ogni limite alla discussione. Di questo va dato atto, in una materia che non ha vincoli ideologici o partitici, così come va riconosciuta l’elevata qualità del contributo del relatore, on. Steri”. All’opposizione l’on. Pittalis ha rimproverato incoerenza: “in Commissione si è ritenuto di stralciare parti del 71 per inserirle in provvedimento organico di riforma della legge 31, e la minoranza era contraria. Ora lamenta la eterogeneità del provvedimento, ma è esercizio accademico”. Suggerisce quindi di procedere in modo spedito almeno fino all’articolo 10, rimandando il confronto di merito “a questioni come la stabilizzazione lavoratori Ara, con i quali qualche anno fa si erano presi impegni, poi non mantenuti per difficoltà interpretative supportate da pareri legali; ora è la politica deve trovare soluzione. Qui sta il nocciolo del problema, non in altri contesti”. Se continuiamo a perdere tempo, ha concluso, “non stiamo rendendo un buon servizio alle tante persone che nei giorni scorsi hanno protestato davanti al palazzo”.
Il capogruppo dell’Idv on. Adriano Salis, è importante “non sottovalutare la presenza nel testo di alcune indicazioni utili per il prossimo provvedimento organico in materia di personale, cioè i commi 4 e 8 sulla revisione delle dotazioni organiche ed il contenimento dei contratti a tempo determinato o collaborazioni coordinate e continuative”. L’Idv, ha spiegato, ha proposto un emendamento con cui si chiede che la regione “eviti il ricorso alle agenzie interinali, attitudine purtroppo consolidata anche alla pubblica amministrazione e, purtroppo, strumento fra i più efficaci per creare nuovo precariato”. Dopo aver sottolineato che la questione deve essere risolta alla radice, anche perché le agenzie interinali hanno contatti “diretti e indiretti” con la regione, Salis ha confermato la volontà del suo gruppo di sopprimere l’articolo, ma recuperando l’attenzione su questo aspetto del problema.
La presidente Lombardo ha quindi messo in votazione l’emendamento 97, soppressivo totale dell’articolo 2, che è stato approvato con 53 voti favorevoli e 1 astenuto. (A.F.)
In apertura del suo intervento, l’on. Luciano Uras (capogruppo Sel – Comunisti – Indipendentistas) ha riassunto l’articolo 3 per poi commentare: “Siamo pieni di consulenze”. L’esponente dell’opposizione ha poi letto tutti i dati sulla spesa regionale a giugno 2011, evidenziando che la maggioranza dei fondi (oltre 2 miliardi di euro, di cui 680 per la funzionalità istituzionale e 1 miliardo e 750 milioni per la Sanità) sono impiegati per la voce “Funzionalità istituzionale” e “Sanità”, mentre “solo 46 milioni per tutta l’attività economica e l’occupazione della Sardegna, appena 41 milioni per l’Istruzione e 27 milioni per il Patrimonio culturale”. “Noi manteniamo noi stessi, – ha affermato l’on. Uras - i medici e gli infermieri. I medici e infermieri sono giustificati perché il popolo ha bisogno di cure, ma noi perché ci paghiamo? Che cosa ci stiamo a fare qua dentro?”
L’esponente dell’opposizione ha poi letto i dati relativi ai residui passivi a giugno del 2011: “più di 6 miliardi di euro, di cui soltanto 1 miliardo e 887 milioni spesi. Spesa non fatta che poi dà origine a minori trasferimenti da parte dello Stato”. L’on. Uras ha poi evidenziato che sulle voce “Entrate riscosse”, sono arrivate alla Regione neppure un terzo delle risorse che spettano alla Sardegna da parte dello Stato. “Abbiamo una Regione – ha affermato l’on. Uras - al tracollo finanziario ed economico. Noi facciamo finta di lavorare, non si fa un assestamento di bilancio, non si aggredisce il problema delle Entrate. Che cosa ci stiamo a fare qua dentro?”
Contrario all’intervento dell’on. Uras, il collega dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici, on. Attilio Dedoni: “Non ci sto al ragionamento dell’on. Uras che dice che non ci stiamo a fare niente. Qualcuno, on. Uras, la lega e le impedisce di fare quello che vuole fare? Io mi sento un uomo libero e ho sempre detto quello che penso anche nei confronti della maggioranza, a cui sono sempre stato leale. Ma devo dire che va male, che ci sono cose che vanno molto male”. L’on. Dedoni ha poi aggiunto rivolgendosi ai colleghi del Pdl, facendo riferimento alla manifestazione di ieri del popolo delle partite iva: “Se le cose non vanno bene bisogna trovare una soluzione. Ci vogliono nuovi interventi: non c’è più un concetto di sviluppo serio e approfondito”. L’esponente della maggioranza ha esortato i colleghi del partito e di tutta la maggioranza “ad avere un sussulto di dignità” proponendo “una nuova carta costituzionale che definisca un nuovo rapporto con lo Stato e con l’Unione europea”. Per l’on. Dedoni “se non facciamo questo sfuggiamo a un nostro preciso dovere: quello di dare nuovo impulso all’economia della Sardegna per risolvere i problemi del popolo sardo. O affrontiamo il nostro dovere o stiamo conducendo allo sbando una popolazione che è già allo sbando. E’ un richiamo che faccio prima di tutto a me stesso”.
Critico con l’intervento del collega dei Riformatori sardi, l’on. Gian Valerio Sanna: “E’ un po’ strano che si accalori così l’on. Dedoni. Il suo partito ha presentato la gran parte di questi emendamenti che sono stati cancellati, tutta la clientela più spinta e pregiudicata. Forse era una provocazione”. Poi ha aggiunto: “Facciano tutti un’ammissione di correità che però ci faccia fare un passo in avanti”. E poi l’on. Sanna ha sottolineato che “non è vero che la Regione non ha le professionalità. L’ho dimostrato nella non facile esperienza del Piano Paesaggistico”. L’on. Sanna ha ricordato che, in quell’occasione, era stato creato un comitato scientifico d’indirizzo, con spese di 1 milione di euro per le spese contro i 18 miliardi spesi precedentemente per i ptp, e che erano state valorizzate le professionalità presenti all’interno dell’Amministrazione regionale. Per l’on. Sanna, però, “il principio del livellamento si è ormai radicato in questa Amministrazione” e poi ha anche esortato l’assessore Mario Floris ad intervenire sulle spese relative agli uffici di Gabinetto. (E.L.N.)
Ha preso poi la parola l’on. Adriano Salis (capogruppo Idv) che ha detto: “I costi della politica sono diventati un’ingegnerizzazione delle mazzette, come li chiama il presidente Di Pietro. Abbiamo un livello di spesa per consulenze assegnate che ha ormai superato ogni livello di guardia. Il problema riguarda tanti enti, anche a noi vicini. Stendiamo un velo pietoso. Certo siamo favorevoli alla soppressione dell’articolo 3”. La presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 98 soppressivo dell’articolo 3. L’emendamento è stato accolto e la presidente ha dichiarato decaduti gli emendamenti 37, 38 e 39. L’Aula è poi passata alla discussione dell’articolo 5 e degli emendamenti. E’ intervenuto l’on. Uras che ha detto: “Non abbiamo un governo della pubblica amministrazione che ha modelli di equilibrio tali da assicurare un percorso imparziale ma è evidente invece la costituzione di un percorso fiduciario che passa per la relazione politica, dunque con forti rischi di crepa. Noi pensiamo che sia in atto un’azione di trasformazione radicale della democrazia italiana, che smantella la partecipazione popolare diffusa che si esprime nelle assemblee elettive. E lo dico perché non ci sono politiche del lavoro, dei diritti del lavoro e non dei privilegi. Invece affittiamo persino i Tir parcheggiati in un cortile per promuovere le iniziative dell’Agenzia del lavoro. Noi mettiamo in campo un sistema che paga sempre la promozione di cose che non attecchiscono e questi sono i veri sprechi della politica, a beffa dei lavoratori”. Per l’on. Dedoni (Riformatori) “è vero che gran parte degli emendamenti sono stati presentati dai Riformatori. Non lo nego ed è accaduto perché abbiamo voluto mettere mano ai tanti nodi che non sono stati affrontati in queste legislature. Lasciate che i Riformatori facciano le riforme, altrimenti non si chiamerebbero così. Spesso chi ha il lavoro non riconosce che ci sono persone che non riescono a mettere insieme il pranzo e la cena”.L’emendamento 99, soppressivo dell’articolo 5, è stato approvato e sono così decaduti altri emendamenti collegati. Per la discussione dell’articolo 6 ha chiesto la parola l’on. Uras (Sel), che ha detto: “La Regione deve dotarsi di un piano in materia di politiche e di servizi del lavoro, dice la legge più inapplicata della Regione. E’ accettabile, chiedo all’assessore, che ci sia una legge totalmente inapplicata e che ci siamo 400 lavoratori parcheggiati per realizzare delle ipotesi di servizio che invece non vengono attuate, con nessun beneficio per la società? Abbiamo fatto la commissione di inchiesta, abbiamo verificato le inadempienze: con quale strumento possiamo costringere chi deve attuare la legge ad attuarla, facendo cessare gli sprechi di denaro che dovrebbero essere invece destinati ai nostri giovani disoccupati?”. Ha preso poi la parola l’on. Dedoni (Riformatori) secondo cui “la mobilità di comparto in Sardegna non è mai stata attuata. A me pare una follia ampliare in tutta la Sardegna l’Agenzia del lavoro, portandola a quattrocento dipendenti”.Secondo l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) “è necessario ragionare per il futuro e aprire la Regione ai comparti di contrattazione, non più trascinandoci piccoli privilegi”. Bocciati gli articoli 6, 7, 8, 9, l’Aula ha approvato alcuni emendamenti all’articolo 10. La presidente ha chiuso i lavori sul dl 71 rinviando a domani alle 10 l’esame di alcune mozioni. (C.C.)