CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 217 del 23 giugno 2011

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Approvato il disegno di legge 222/a - Parte prima, Disposizioni nei vari settori d’intervento (Collegato alla Manovra finanziaria 2011-2013)

Cagliari, 23 giugno 2011 – La seduta è stata aperta dalla presidente del Consiglio regionale, on. Claudia Lombardo, che ha commemorato la figura di Giampaolo Nuvoli. Sindaco di Ardara per 25 anni, fu consigliere regionale per parte della X e XIII legislatura, prima eletto nelle liste della Dc, poi di Forza Italia. Nuvoli fu anche deputato e direttore generale del Ministero della Giustizia. In segno di lutto i lavori sono stati sospesi per cinque minuti.
Alla ripresa è stato messo in votazione il testo dell’art. 27 ter del Collegato alla Finanziaria.
Per dichiarazione di voto l’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha annunciato l’astensione: “La politica ha abituato i giovani e i loro genitori al concetto che basta mettere un dito dentro, tanto poi una sanatoria arriverà o con qualcosa fatto con carte truccate. Credo si debba iniziare a dare dei segnali educativi, che la politica debba creare le condizioni ma non gestire i posti di lavoro”.
L’on. Giorgio Cugusi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha ricordato “la pessima figura” fatta dalla precedente amministrazione comunale di Cagliari nelle politiche del lavoro e ha spiegato, annunciato voto favorevole, che si sta sanando un pregresso senza intaccare i canoni del buonsenso: “Se dobbiamo dare spazio ai giovani, dobbiamo farlo”.
Anche l’on. Salvatore Amadu (Pdl) si è espresso a favore: “Davanti a situazioni umane particolari, dobbiamo tenere conto della realtà; è doveroso cercare di dare risposte concrete a chi attende un segnale di positività”.
Il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas on. Luciano Uras, annunciando il voto favorevole, ha spiegato che l’utilizzo improprio di risorse umane è nato nelle amministrazioni locali che, per esigenze di servizio, “in via surrettizia” sono state obbligate a procedere con assunzioni temporanee.
L’on. Radhouan Ben Amara (Sel-Comunisti-Indipendentistas), annunciando il voto a favore, ha detto di essere convinto della validità dei concorsi, ma ha accusato il Governo di non voler stabilizzare perché si permette di ricattare i precari.
Il capogruppo Pd on. Mario Bruno, dichiarando l’astensione, ha detto che occorre mettere fine al precariato e che bisogna dedicarsi di più alle politiche di sviluppo e per i giovani. Rivolgendosi al sardista Maninchedda, Bruno ha aggiunto che, probabilmente in maniera trasversale, si devono dedicare tempo ed energie alle emergenze, ma non senza dare prima un giudizio politico all’esperienza fallimentare di governo.
L’on. Edoardo Tocco (Pdl) ha annunciato il voto favorevole per aiutare i precari da tanti anni, ma ha anche auspicato selezioni con un monitoraggio più accurato sulle loro professionalità. Infatti, sono stati molti i precari che, una volta entrati negli enti locali, hanno dimostrato di non meritarlo, entrando subito in malattia o preferendo la disoccupazione.
L’on. Alessandra Zedda (Pdl), dichiarando di astenersi, ha spiegato che si deve pensare a forme di assunzione più vicine alle forme costituzionali, senza utilizzare i proclami sulle stabilizzazioni per poi non fare nulla. Ha citato esplicitamente la Provincia di Cagliari.
Voto di astensione anche per l’on. Gian Valerio Sanna (Pd): “Rivendichiamo il diritto di gridare che esiste una pari opportunità di tutti coloro che stanno in Sardegna”. Per evitare operazioni dal “sapore clientelare”, Sanna ha contestato il metodo che privilegia l’assunzione alla funzionalità della stessa.
L’on. Daniele Cocco (Idv) ha annunciato voto favorevole ad un articolo che ribadisce l’autonomia del Consiglio regionale davanti al Governo centrale: “Speriamo che il precariato possa essere superato e che le agenzie interinali vengano abolite in quanto strumento inqualificabile di clientela”
L’on. Giampaolo Diana (Pd) in linea con la decisione del suo gruppo di astenersi ha detto: “Sono perché le stabilizzazioni si facciano definitivamente. Si tracci una linea orizzontale e si scriva Basta con 27 punti esclamativi. Ma d’ora in poi occorre evitare di fare una sola assunzione che abbia i connotati delle tantissime tipologie di contratti atipici”.
L’on. Claudia Zuncheddu (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha spiegato che, all’interno di un Collegato “penoso”, l’articolo 27 ter è un raro segnale positivo per le emergenze in corso, come quella che riguarda gli operatori socio-sanitari precari.
L’on. Franco Cuccureddu (Misto) ha annunciato un voto “non convintamente” favorevole: al principio costituzionale dell’ingresso per concorso nella pubblica amministrazione si mette di fronte la necessità di porre fine al precariato: “C’è un accordo politico in Commissione da rispettare e non possiamo prendere in giro queste persone”.
L’on. Luigi Lotto (Pd), annunciando l’astensione, ha augurato che finalmente si sistemino le situazioni “incresciose” per arrivare a mettere tutti i cittadini nelle stesse condizioni.
Il capogruppo Pdl on. Mario Diana ha spiegato che si è cercato di trovare una soluzione e che la linea ufficiale del suo partito era a favore. Ha chiesto la votazione per parti distinguendo il terzo comma. (MM)

L’On. Francesca Barracciu, nel confermare l’astensione, rivendica al merito del centro sinistra e del Pd in particolare “di aver messo in moto i percorsi di stabilizzazione, per affrontare le questioni in maniera diversa ed essere coerenti con il dettato costituzionale, cosa non può dirsi di questo comma, che non dà risposte ai problemi della Sardegna e a quelli di quanti il lavoro non c’è l’hanno”. In due anni e mezzo di legislatura, ha proseguito, “si sono fatte solo finanziarie e collegati”. Quanto al testo in esame “non era stato concordato con il centro sinistra, e comunque ciò non risulta al Pd. Durante la discussione collegato i provvedimenti relativi a questa materia non corrispondevano alle esigenze generali che avrebbero dovuto trovare risposta nel collegato”.
Astensione, ma a titolo personale, per l’On. Carlo Sanjust, del Pdl. Noto, ha detto,”una estrema confusione dell’aula, e direi nella politica modera. La destra ha abbandonato le politiche di rigore, meritocrazia e trasparenza che hanno sempre contraddistinto la sua azione, mentre la sinistra è in imbarazzo nel dover prendere le distanze dalle politiche assistenziali che ha sempre perseguito.”
Al termine di questo intervento, la Presidente Lombardo, mette in votazione i primi due commi dell’articolo, con il seguente esito. Favorevoli 37, contrari nessuno, astenuti 25. Il consiglio approva.
Intervenendo per dichiarazione di voto sul comma 3, l’On. Giampaolo Diana, del Pd, afferma di considerarlo “demenziale, perché riguarda persone inquadraste a 3° livello che poi, al termine del previsto corso – concorso, saranno di fatto dequalificati”. Si appella quindi al buon senso e chiede alla giunta di togliere dall’imbarazzo il consiglio regionale. Annuncia il voto contrario.
L’On. Uras (Sel-Comunisti-indipendentistas) dice in apertura che “bisognerebbe rifare la storia del collegato, concepito per fare manutenzione legislativa con l’obiettivo di intervenire su poche grandi questioni”. Questo comma, ha ricordato, “è stato proposto da un collega del Pd a seguito di una osservazione degli uffici che riguarda il personale della regione e completa l’azione di stabilizzazione iniziata nel corso della precedente legislatura negli enti locali”. Più in generale, ha osservato, “non è vero che nella pubblica amministrazione si accede sempre solo per concorso, fino al 5 livello si procede per chiamata diretta perché si tratta di figure che non richiedono una particolare specializzazione”.
L’On. Renato Soru (Pd), respinge innanzitutto l’interpretazione secondo la quale “il centro sinistra pensa di risolvere i problemi del mondo con politiche assistenziali: siamo per la giustizia e questo comma rappresenta una violazione di ogni principio di giustizia, con grave danno alle persone ed alla pubblica amministrazione. Con questo provvedimento stiamo mandando all’esterno il messaggio che basta mettere un piedino nella pubblica amministrazione per rimanerci a vita”. Chiunque abbia presentato questo comma, ha aggiunto, e introdotto la norma del passaggio da 5 a 10 anni per fissare i requisiti della stabilizzazione, “mi pare abbia davvero esagerato. La regione si sta comportando come se in un concorso per sottufficiale dei carabinieri, venissero tolti i gradi ai vincitori del concorso. Presto saremo chiamarti a rendere conto di sciocchezze del genere.”
La Presidente Lombardo mette quindi in votazione il comma 3 dell’articolo, con il seguente esito: favorevoli 41, contrari 19, astenuti 6. Il consiglio approva. (A.F.)
La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha, quindi, aperto la discussione sull’articolo 27 quater (Superamento del precariato) e sugli emendamenti. Il primo a prendere la parola è stato l’on. Gian Valerio Sanna (Pd). Per l’esponente dell’opposizione quel testo non serve a risolvere i problemi del precariato, ma “serve per prendere quei soldi e utilizzare con questa delega in bianco da affidare alle società in house esistenti o che saranno costituite”. “Io credo che il Consiglio deleghe di questo genere non le possa dare”. Per l’on. Sanna è la maggioranza che deve proporre idee e soluzioni per risolvere i problemi della Sardegna e dei sardi e “non fare appelli generici all’opposizione”.
L’on. Sanna ha, quindi, stigmatizzato l’atteggiamento, definito poco coraggioso, dell’affermare “non sono d’accordo con quanto stabilisce questo articolo o emendamento, ma lo voto mio malgrado”. “Bisogna avere il coraggio di portare avanti le proprie idee e convinzioni, anche a costo di pagarne il prezzo. Per me la legislatura è finita perché non c’è questo coraggio. Per due anni e mezzo – ha concluso l’on. Sanna - avete soltanto pensato a demolire ciò che abbiamo fatto noi. Servirebbe un atto di umiltà che possa riavvicinare le posizioni per arrivare insieme a soluzioni per il bene comune”. Perplessità è stata espressa dall’on. Franco Sabatini (Pd) in riferimento a quanto dichiarato dall’on. Mario Floris, assessore regionale degli Affari generali e personale: “L’assessore Floris ha detto chiaramente che voterà contro il DL 71. Queste affermazioni fanno pensare: fateci capire cosa volete fare, visto che era stato preso un impegno tra maggioranza e opposizione. La seconda affermazione che mi fa pensare è quella fatta dall’on. Maninchedda: ossia che questo Consiglio deve cambiare passo e aprire una riflessione unitaria, decidere quali siano le riforme più importanti e darsi un tempo per fare alcune riforme. L’on. Maninchedda ha detto poi che questa Giunta ha fallito non è in grado di governare la Sardegna. Il gruppo del Pd accetta la sfida, on. Maninchedda, fissiamo un termine”.
A difesa dell’articolo 27 quater si è espresso l’on. Giorgio Locci (Pdl), che si è detto contrario alla proposta dell’esponente del Psd’Az: “Siamo contrari al “governassimo”, se questa era l’idea dell’on. Maninchedda sono in disaccordo. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Soru ne è stato un esempio: quando non ci sono più state le condizioni ha chiuso la legislatura per ripresentarsi davanti agli elettori”. Poi un invito ai colleghi del Pdl: “Il partito di maggioranza, piuttosto, deve tirare dritto e dare le risposte che gli elettori aspettano”. Per quanto riguarda l’articolo 27 quater, l’on. Locci ha affermato: “Si tratta di lavoratori che dal 1995 hanno un assegno di sussistenza e sono senza la previdenza pagate. Ce ne sono 90 in tutta la Sardegna. L’on. Sanna si è dimenticato di leggere il terzo comma, che trova una soluzione inattaccabile dal punto di vista costituzionale. Votando questo articolo – ha concluso - stiamo sanando un’ingiustizia che subiscono 90 lavoratori ultracinquantenni con figli a carico e con 700 euro al mese”. (E.L.N.)
L’On. Giampaolo Diana, del Pd, afferma di essere orientato all’astensione. “Conosco bene la situazione, ha ricordato, perché alcuni anni fa in Sardegna erano quasi 12.000 i lavoratori da stabilizzare, la maggior parte dei quali impiegati nelle amministrazioni locali e localizzati prevalentemente nel Sulcis”. Nessuno, ha continuato, vuole “penalizzare i destinatari delle norme. Non da oggi abbiamo lavorato per le stabilizzazioni, e oggi non saremmo a questo punto se non si fosse fatto un lavoro importante. Alcuni interrogativi, però, restano e “se la giunta dovesse fornire alcune spiegazioni, si potrebbe cambiare opinione”. Diana, in altre parole, non ha fiducia sulla delega in bianco alla giunta, dato che le soluzioni si potevano trovare anche prima. “Le persone da stabilizzare, si è chiesto, come raggiungeranno questo traguardo? Come saranno utilizzate le società in house? Con quali criteri transiteranno da queste società alle amministrazioni locali?” Chiede, di conseguenza, al presidente del consiglio e della giunta “se un consigliere regionale può sapere quali sono gli strumenti che saranno utilizzati per stabilizzare quei lavoratori.”
Per l’On. Maninchedda (Psd’Az) “si può parlare di tutto, ma nel precariato è sbagliato sollevare una tensione di questo tipo, sembra si voglia dare ragione ad una infelicissima espressione di un Ministro della Repubblica. Abbiamo approvato alcune cose che vanno in direzione diversa, per sanare una situazione molto complessa su cui era necessario intervenire con strumenti possibili”. Soffermandosi sui temi più generali, afferma che “le riforme strutturali passano attraverso certe soglie di consenso e, in particolare, per fare le riforme in consiglio regionale occorre una soglia di consenso alta, libera dai condizionamento della politica italiana”. Maninchedda ha ribadito successivamente che, a suo giudizio, “la legislatura è esangue, siamo afflitti dal lobbismo in maniera parossistica, da un atteggiamento che ci separa dalla realtà. Il mondo è cambiato, forse dobbiamo sintonizzarci”. Ricorda infine “di essersi assunto sempre le proprie responsabilità nella precedente e in questa legislatura” e si dichiara convinto che “in Sardegna non succederà mai nulla finchè sarà clonata la politica italiana, e ciò vale sia per il Pdl che per il Pd”.
A nome del Pdl, l’on. Pietro Pittalis si è dispiaciuto dell’assenza dell’on. Soru, “che ha tutti i cugini disoccupati anche se poi, per fortuna, ora una cugina ha trovato occupazione nella giunta Zedda. Poi ha raccontato di aver offerto un lavoro ad un privato che ha rifiutato la sua proposta per accettare un impiego pubblico: forse ha scelto il male minore”. E’sbagliato, sostiene, “dare lezioni a tutti, come se non si conoscessero certe realtà imprenditoriali. Noi vogliamo affrontare il problema del precariato e del lavoro, problema che tocca da vicino molte persone; quindi è opportuno abbassare i toni e lasciamo stare il tifo da stadio”. Per affrontare la questione, ha continuato, “bisogna capire cosa genera il precariato, cercando di eliminare le cause e non rincorrere gli effetti”. Dal punto di vista politico generale ha sottolineato che “il centro destra ha i suoi problemi e superare di slancio questo banco di prova in una legislatura che deve arrivare a scadenza naturale perché, pur in presenza di una crisi devastante e di forti rigidità di bilancio, il Pdl ha fatto la sua parte”. Andare tutti a casa? Chi vuole se ne vada, ha affermato Pittalis. “Noi sosteniamo il piano del lavoro da 400 milioni della giunta perché vogliamo che quelle risorse vengano spese. Ognuno può avere suoi disegni politici ma non ci appartengono. Ragioniamo con la nostra testa e crediamo nella logica dell’alternanza; la maggioranza, al momento opportuno, sarà sottoposta al giudizio degli elettori”. (A.F.)
Luciano Uras, capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas è intervenuto per annunciare il proprio voto favorevole all’articolo 27 quater. Dopo un excursus sulla vicenda dei lavoratori socialmente utili, Uras ha definito quella scelta come “un periodo prolungato di parcheggio”. Uras si è concentrato sull’esempio del master and back come uno strumento “che avrebbe richiesto un minimo di sperimentazione”. “Sul master and back abbiamo promosso la formazione all’estero di giovani studenti prescindendo dalle condizioni economiche e dai meriti. Ci sono delle università che per poter essere frequentate necessitano di spese come quelle per l’acquisto di una casa in centro storico a Cagliari”. Uras ha dato le cifre: dal 2005 a oggi l’importo complessivo stanziato è di circa 200 milioni di euro, 1146 giovani hanno partecipato al back e, secondo Uras, alla formazione spesso non è seguito il percorso di rientro “perché i ragazzi sono rimasti nei luoghi dove hanno studiato, hanno trovato un’occupazione, di conseguenza noi formiamo giovani che poi stanno via dalla Sardegna e paghiamo con i nostri soldi l’incremento di competitività di altri sistemi e di altre regioni”. Per il capogruppo di Sel sarebbe utile ragionare sugli effetti degli strumenti posti in essere, con i numeri alla mano.
Pierpaolo Vargiu, Riformatori sardi-Liberaldemocratici, ha voluto accogliere l’invito rivolto questa mattina all’Aula dal relatore Paolo Maninchedda: “Il precariato ha tante implicazioni sul futuro della Sardegna che è difficile restare nel seminato. Noi vorremmo andare verso le politiche delle soluzioni che non delle parole. E’ ora di passare dalla fase di bipolarismo muscolare a quella del bipolarismo liberale. In quest’Aula si possono fare cose che rappresentino valori condivisi. Stabiliamo le cose che si possono fare insieme abbandonando posizioni ideologiche”.
Nel suo breve intervento il consigliere del Pd Giampaolo Diana ha annunciato il voto di astensione del suo gruppo ma non perché contrario al principio, “il Pd vuole stabilizzare i lavoratori socialmente utili”, ma perché non sono state chiarite, a parere di Diana, le modalità e l’organizzazione delle società in house. (MP)
Annunciando il suo voto favorevole, l’on. Mario Diana (capogruppo Pdl) si è detto meravigliato per i toni utilizzati nel suo intervento l’on. Gianpaolo Diana. “Per risolvere la situazione dei tanti lavoratori socialmente utili in Sardegna la Giunta ha impegnato 52 milioni di euro nel Piano per il lavoro”. Voto di astensione è stato annunciato dall’on. Gian Valerio Sanna perché “questa non è una norma generale e astratta”. E ha aggiunto: “Con questa norma non state risolvendo il problema del precariato, perché state stanziando soldi a favore degli enti, che hanno in carico questi lavoratori, affinché li tengano. Quindi questi lavoratori restano dei precari e non avete risolto alcun problema”. L’articolo, messo in votazione dalla presidente Lombardo, è stato approvato (44 favorevoli, 23 astenuti).
La presidente Lombardo ha aperto la discussione sull’emendamento aggiuntivo 55 (Manca e più) all’articolo 27 quater, che prevede la prosecuzione degli interventi relativi all’Azione 1 (Terre pubbliche) e all’Azione 2 (Bosco) di cui all’art. 27, comma 5 della Legge regionale 4 dell’11 maggio 2006. Il primo firmatario, on. Gavino Manca (Pd), nel suo intervento, ha affermato che quanto stabilito nell’emendamento è un impegno assunto nelle due precedenti Finanziarie traslato di anno in anno per arrivare a un punto d’arrivo. “Sono disponibile al ritiro se avrò dall’assessore La Spisa l’assicurazione che sarà rifinanziato, perché è importante per l’occupazione, con progetti immediatamente finanziabili”. L’assessore del Bilancio, Giorgio La Spisa, ha confermato l’impegno della Giunta a inserirlo nel piano per il lavoro. L’on. Manca ha quindi ritirato l’emendamento. (E.L.N.)
Si è quindi arrivati alla discussione sull’articolo 27 quinquies, riguardante disposizioni a favore delle cooperative di giornalisti disoccupati o in cassa integrazione o mobilità.
L’on. Gianvalerio Sanna (PD) ha spiegato di aver presentato un emendamento che dà un senso diverso a questo articolo. “Trovo inutile favorire le cooperative”, ha affermato, “strumento e veicolo di grandi potentati editoriali per ottenere le agevolazioni finanziarie. La nostra proposta mira a trasformare questo strumento, abbinando il contributo al giornalista e non alla coop, assegnandolo alla professionalità dei migliori e non ai potentati economico-editoriali. Il problema dell’informazione pulita e oggettiva”, ha aggiunto, “interessa tutti. Serve quindi una formula diversa, legata alle singola capacità e all’indipendenza dell’informazione. Vorrei fare alcune precisazioni sugli interventi dei colleghi Maninchedda e Vargiu:la legislatura è inutile, senza una linea chiara, e mette insieme tutto e il suo contrario. L’azione politica deve essere dinamica e non statica. Se vogliamo costruire la politica del domani dobbiamo essere dinamici, anche andando contro le certezze acquisite, perfino senza ordini di scuderia. La fatica della democrazia non può essere sostituibile da nessun sistema elettorale, meno che mai dall’elezione diretta del Presidente della Regione”.
L’on. Paolo Maninchedda (Psd’az) è intervenuto affermando che il merito dell’articolo deriva da una richiesta esplicita dell’Associazione della Stampa, per equiparare i cassintegrati dell’informazione ad altri cassintegrati di altri settori, per il reinserimento occupazionale. “Tuttavia, il contenuto dell’emendamento presentato dall’on. Sanna ha messo in moto un meccanismo, perché anche l’Inpgi deve ora adottare una delibera simile all’Inps, per alcuni benefici post licenziamento, quindi un sistema di norme integrate per i giornalisti. Rispondo anche al collega Pittalis”, ha quindi aggiunto l’on. Maninchedda, “è la quinta volta che mi attacca. Mi astengo da valutazioni tranchant. Ma se cerca una interlocuzione con me, la accolgo. Qui non è in gioco quanto è stato fatto, o quanto ho fatto io. Sui cassintegrati non c’era alcune legge e l’ho fatta io. Poi ho introdotto i cantieri verdi, la possibilità per l’assessorato alla pubblica istruzione di derogare a norme nazionali, i piani di formazione ed altro ancora. Io sono un consigliere regionale leale con la Sardegna, non con un partito. Non è velleitario pensare che ai sardi serva altro. Sulle vicende della flotta sarda, del nucleare, del Patto di stabilità, noi sardisti abbiamo fatto i passi in solitudine e abbiamo avuto ragione. Per il proseguo della legislatura deve essere chiaro cosa dobbiamo fare e cosa è realmente utile per la Sardegna. Il Pdl deve dire qual è il suo orizzonte politico in Sardegna, ma lo deve dire chiaramente. La politica non è un giochino tra le parti”.
Ha poi preso la parola l’on. Mario Bruno (PD) affermando che questo articolo del Collegato è stato introdotto dopo un’audizione in Commissione dell’Assostampa. “Un tema importante quello dei giornalisti precari e disoccupati. E merita attenzione”, ha aggiunto, “anche l’emendamento presentato dall’on. Sanna. Non ho un giudizio negativo sulle coop di giornalisti, ma l’emendamento amplia il campo. Nel proseguo della discussione andremo ad affrontare temi veramente importanti, come Quirra, Abbanoa, gli scali sardi. Entreremo nel merito delle cose. Ma io penso sempre anche alle riforme, alla sanità, alle politiche per lo sviluppo, temi qui quali si può aprire un tavolo di discussione. Occorre una svolta per affrontare la drammatica situazione della Sardegna, con una sorta di time-out. Altrimenti si naviga a vista e si continua nell’agonia. Se questo Collegato, in gran parte inutile, servisse come apripista di questo nuovo atteggiamento, sarebbe già qualcosa. Ma prendiamo atto che questa legislatura ha già esaurito la sua funzione”.

Si passa quindi all’esame dell’emendamento n° 159 (contributo di 900.000 nelle annualità 2011-2013, sotto forma di borse lavoro per assunzioni a tempo indeterminato, a favore di giornalisti in cassa integrazione o mobilità, anche associati in cooperativa, che intendano dare vita a nuove iniziative editoriali)
L’On. Mario Bruno, capogruppo del Pd, annuncia il voto favorevole.
Per l’On. Franco Cuccureddu (Misto), si tratta di una “materia delicatissima, anche perché la storia del finanziamento pubblico e nuove attività editoriali è costellata da tanti fallimenti, per poligrafici e giornalisti”. Nello specifico, con le risorse a disposizione si potrebbero finanziare tre iniziative due delle quali, peraltro, già in itinere. L’On. Cuccureddu, secondo il quale “ogni moralismo è fuori luogo” si dichiara tendenzialmente contrario “al sostegno di iniziative destinate al fallimento e soprattutto a finanziare Rai ed altre società editoriali presenti con posizione dominante sul mercato”. Annuncia il voto a favore per l’articolo, e quello contrario all’emendamento.
L’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) chiede una breve sospensione della seduta.
Alla ripresa dei lavori l’’On. Gianvalerio Sanna, del Pd, chiede di eliminare l’ultimo periodo riguardante la quantificazione risorse finanziarie.
La Presidente Lombardo mette quindi in votazione l’emendamento n° 159 con il seguente esito: favorevoli 19, contrari 45, astenuti 4. Il consiglio non approva. Si passa successivamente alla votazione dell’articolo.
Il capogruppo del Pdl On. Mario Diana, formula oralmente una proposta di emendamento che, al termine di una breve sospensione, non viene accolta dall’aula.
Si procede dunque alla votazione dell’art. 25 quinquies con il seguente esito: favorevoli 26, contrari 24, astenuti 17. Il consiglio approva. (A.F)

Franco Cuccureddu, gruppo Misto, è poi intervenuto per ritirare l’emendamento 261. Approvato invece all’unanimità (68 voti a favore e 2 astenuti) l’emendamento 154 primo firmatario il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas Luciano Uras che vincola la diffusione di pubblicità istituzionale nelle testate giornalistiche o nelle emittenti radiotelevisive all'applicazione degli oneri contrattuali e previdenziali per i lavoratori impiegati. Bocciato invece il 277.
La presidente Lombardo ha poi messo in votazione l’articolo 27 sexies (disposizioni in merito alla distribuzione di farmaci e di erogazioni di servizi da parte delle farmacie), che è stato approvato.
Dopo aver aperto la discussione generale sull’articolo 27 septies, la presidente Lombardo ha dato la parola al consigliere del Pd Gian Valerio Sanna che ha voluto spiegare la natura del comma 4 dell’articolo, da lui voluto, pur chiedendo la votazione per parti dell’articolo e chiedendo il voto contrario sullo stesso comma 4 e annunciando la sua astensione per correlazione. Il comma riguarda il trattamento contributivo dei dipendenti dell’amministrazione regionale chiamati a ricoprire un incarico pubblico. Per Sanna la delibera del direttore generale dell’assessorato agli Affari generali, chiedendo a questi dipendenti di pagare personalmente i propri oneri contributivi per la durata della carica, è contraria ai pareri dati dall’Inpdap. Con l’inserimento del comma 4 Sanna ha quindi voluto trovare una soluzione alla situazione. “Il diritto sancito dal nostro Statuto in merito a questo tema è quello della non discriminazione”.
Nel suo intervento il collega di partito Chicco Porcu si è soffermato ancora sul carattere omnibus del Collegato, stigmatizzando che all’interno del documento siano state inserite tematiche tra le più varie e le più vaste. (MP)
Per l’on. Renato Lai (Pdl) il comma 5 cerca di risolvere un problema di grande rilevanza, ossia “lo squilibrio esistente in molte area per quanto riguarda il numero posti letto per garantire il diritto alla salute”. L’esponente della maggioranza ha poi illustrato i dati: “Il rapporto posti letto per ogni mille abitanti nella Asl di Olbia è di 1,7. Un dato intollerabile che evidenzia inadeguatezza del servizio offerto. Un’inadeguatezza che si intende superare anche l’autorizzazione all’apertura dell’ospedale San Raffaele in Gallura, con relativo incremento posti letto nella struttura pubblica. Riteniamo che sia un intervento necessario per garantire l’assistenza sanitaria minima e tutelare il diritto alla salute. Ritengo, inoltre, - ha aggiunto l’on. Lai riferendosi agli emendamenti presentati - che il testo, così come scritto, mi sembra corretto e giusto così da agire sia sull’offerta di posti letto del privato e sia su quella del pubblico”.
Critico l’on. Marco Espa (Pd) che ha evidenziato come ancora non sia stata approvato in Commissione il Piano sanitario regionale a causa di divergenze all’interno della maggioranza. “Credo che questo articolo per la vostra maggioranza sia imbarazzante, perché cerca uno strumento per accreditare il San Raffaele. Io non posso votare a favore del comma 5, non per motivi politici, ma perché non c’è chiarezza, c’è troppa discrezionalità e può sconfinare nell’arbitrio. I nostri emendamenti cercano di dare nomi ai centri a cui è riferito, tra cui Olbia e San Gavino. Bisogna approvare il Piano sanitario, non mettere pezze, diversamente lasciamo la legge 10”.
“Noi Riformatori abbiamo presentato due emendamenti – ha affermato l’on. Franco Meloni (Riformatori sardi – Liberaldemocratici) che probabilmente ritireremo forse se la Giunta ce lo chiederà. Emendamenti che vogliono solo il rispetto formale delle norme vigenti. Vorrei spiegare che una struttura, per essere accreditata deve essere prima autorizzata, per essere autorizzata deve essere finita e si deve quindi sapere di cosa si occuperà. Così come è il comma della legge è inapplicabile. Sono favorevole al San Raffaele, però tutto questo deve essere portato avanti in modo corretto, ci vuole il Piano sanitario regionale e, in particolare, la parte che è stata eliminata, ossia quella che riguarda il riordino della rete ospedaliera della Sardegna e non del Piemonte, per sapere come distribuire i posti letto”. L’on. Meloni ha anche affermato: “La spesa sanitaria, nel triennio, è già aumentata del 5-6 per cento l’anno senza dare servizi. Credo che accogliendo il nostro emendamento, con un semplice passaggio in Commissione, si possa avviare il riordino della rete ospedaliera”. (E.L.N.)

L’on. Franco Sabatini (PD) ha chiesto la riammissione di tre emendamenti, in via straordinaria, relativi ad opere pubbliche importanti, cassate in precedenza. “Si tratta di 16 milioni di euro per viabilità, pronti ad essere appaltati, che altrimenti andrebbero de finanziati”.
Nella risposta, la Presidente Lombardo, ha spiegato che non si possono riammettere, ma andranno alla seconda parte del Collegato. “Altri colleghi avevano già chiesto, onorevole, perciò non è possibile”.
L’on. Giorgio Locci (PDL) ha voluto effettuare alcune precisazioni rispetto all’intervento dell’on. Espa, rispetto al piano di riordino della rete ospedaliera e al Piano Sanitario Regionale. “Questo comma è nato dopo un’articolata discussione tra tutti i gruppi, ed è appositamente generica, per essere applicabile anche al San Raffaele, dopo un’interlocuzione con opposizione, tra l’altro. Ricordo che se non c’è il PSR è per colpa della precedente Giunta. Oggi applichiamo le linee guida nazionali, in assenza di PSR. Il Piano di riordino della rete ospedaliera arriverà a breve. Detto questo, si può approvare il comma senza stravolgerlo”.
Per l’on. Elia Corda (PD) questo collegato contiene di tutto. “è indicativo di un modo scoordinato di governare, che vale anche per il PSR. Voglio però cogliere un aspetto che ritengo positivo. Il comma 5 è stato uno dei pochi meritevoli e compatibili con gli obiettivi del Collegato stesso. Non date la colpa agli altri se non riuscite ad approvare il PSR. In due anni e mezzo avreste avuto tutto il tempo. Ma tornando al comma 5, ci sono dei correttivi da apportare, ma si evince lo sforzo di porre rimedio a una situazione insostenibile. Basti pensare”, ha aggiunto, “alla percentuale limitata dei ricoveri nel territorio della Gallura, molto bassi. Oltre al disagio per i cittadini, vi sono anche costi elevati. Nelle more dell’approvazione del PSR, è doveroso che il Consiglio non resti insensibile rispetto ai gravi problemi dei territori. Condivido inoltre le preoccupazioni dell’on. Meloni. Credo certamente che si possano fare alcune modifiche migliorative al comma 5, sul quale c’è anche un emendamento del gruppo Pd”.

L’on Roberto Capelli (Misto) rileva che “tutti hanno dato un nome a questo comma anche se non c’è scritto del S. Raffaele di Olbia e del suo accreditamento”. Capelli è comunque dell’avviso che la struttura debba diventare una grande realtà della nostra isola. Quanto al suo dimensionamento, ricorda che l’allora Assessore Oppi “concordò un accreditamento di circa 150 posti letto e su quelle basi venne poi progettata e realizzata la struttura”. In riferimento al piano sanitario, di cui ancora la Sardegna è priva, esponente del gruppo Misto ne ha attributo la responsabilità a tutta la politica: “al centro sinistra non ha ascoltato l’aula, al centro destra perché non ha portato a termine il suo progetto”. Non c’è dubbio, però, che il S. Raffaele deve essere accreditato: in commissione, ha precisato, “in commissione è arrivata una delibera di giunta con 187 posti letto, che non poteva essere adottata perché non c’era il piano. Ora dobbiamo mettere una pezza, la solita, all’italiana”. Capelli si è detto inoltre contrario al superamento dei 200 posti letto, “a parte il fatto che devono essere specificate le specializzazioni che dovranno essere ospitate all’interno della struttura. Forse “la asl sassarese e soprattutto l’università non hanno valutato bene cosa vuol dire 200 posti letto, considerando oltretutto la grave difficoltà finanziaria del gruppo che, evidentemente, si vuole salvare a tutti i costi”. (A.F.)

Dopo i pareri del relatore e della Giunta è intervenuto il vice capogruppo del Pd Giampaolo Diana sull’emendamento numero 2 che era stato rinviato al Dl 71: “Si tratta di un errore che noi stessi abbiamo fatto nella Finanziaria. Lo spostamento dei termini non è una variazione così significativa”. Diana ha quindi chiesto che l’emendamento potesse essere votato ugualmente, ma la presidente Claudia Lombardo ha spiegato a Diana e al collega Mario Bruno, intervenuto sullo stesso argomento, che la richiesta non poteva essere ammissibile.
La consigliera del Pd Francesca Barracciu ha chiesto la votazione per parti dell’articolo.
Respinto l’emendamento 324 all’emendamento 211 sull’accreditamento dell’ospedale San raffaele di Olbia delle dimensioni di 150 posti letto per acuti.
Sull’emendamento 397 che riammette la spesa per la costruzione del nuovo ospedale a San Gavino è intervenuto il primo firmatario, il consigliere del Pd Giuseppe Cuccu: “L’ospedale di San Gavino è abbandonato a se stesso e da tempo non si attuano interventi di ristrutturazione. La Regione aveva deciso di realizzare una nuova struttura assolutamente necessaria nel territorio”. Dello stesso avviso anche Mario Bruno, mentre contro l’emendamento si è espresso il capogruppo dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu che ha chiesto alla giunta Cappellacci dove fossero finiti i 797 milioni di euro stanziati dalla precedente giunta per la costruzione di 5 nuovi ospedali nella regione. A rispondergli immediatamente l’ex presidente della giunta Renato Soru: “I fondi per gli ospedali sono volati via con i fondi Fas, e di quei fondi chiediamo conto alla Giunta”. L’emendamento è stato respinto con 34 voti contrari, 23 a favore e 3 astenuti. (MP)
La presidente ha avviato l’esame dell’emendamento 399 (Cuccu, Agus, Piras, Paolo Terzo Sanna) all’emendamento 211, che prevede la possibilità di contrarre un mutuo di 77 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino Monreale con una dotazione non inferiore a 200 posti letto di degenza per acuti.
Ha preso la parola l’on. Giuseppe Cuccu (Pd): “Il progetto di San Gavino esiste come ha detto l’on. Soru, ma non si possono spendere i fondi ministeriali perché manca la rete ospedaliera. Noi proponiamo di fare le anticipazioni, in attesa dei fondi ministeriali, per consentire di avviare i lavori”. Parere favorevole è stato espresso dall’on. Mario Bruno (capogruppo Pd), che ha sottolineato come siano stati spostati gli 80 milioni stanziati per l’ospedale di Alghero in un fondo indistinto di 190 milioni per gli interventi in diversi ospedali (tra cui anche Alghero). “Il problema è molto più ampio, non solo non si riesce a fare il nuovo spedale di Alghero, ma non si riesce neanche a fare la ristrutturazione”. Voto favorevole è stato espresso dall’on. Francesca Barracciu (Pd): “Questo emendamento traccia la strada per poter realizzare un progetto che l’ospedale di San Gavino aspetta da anni. Non mi fido delle rassicurazioni dell’assessore Liori”. Per l’on. Renato Soru (Pd) “i soldi destinati alle infrastrutture sono andate a coprire enormi disavanzi”. “Oggi – ha aggiunto - abbiamo la possibilità di fare una cosa per la Sardegna: mandare avanti un ospedale per cui è tutto pronto, senza andare con il bilancino dei posti letto”.
Voto favorevole è stato espresso dall’on. Luciano Uras (Sel – Comunisti – Indipendentistas) che ha sottolineato come “la dimensione dello sfascio di questa Regione vada oltre quello che possiamo pensare”. L’on. Pierpaolo Vargiu (capogruppo Riformatori sardi – Liberaldemocratici) ha espresso il voto contrario. “Il disavanzo può crescere fino a 450 milioni di euro. C’è una sanità sarda che non va e bisogna puntare sulla qualità”. L’assessore dell’Ambiente, Giorgio Oppi, ha dichiarato il suo voto di astensione, evidenziando però che c’è la volontà politica da parte della Giunta di realizzare gli interventi necessari per il nuovo ospedale di San Gavino: “Abbiamo stanziato in Giunta 45 milioni di euro”.
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha spiegato come sia importante parlare di sanità sarda: “Vorremo capire cosa si stia facendo per limitare il disavanzo e capire quali siano i vostri progetti per la sanità”. Per l’on. Marco Espa (Pd) “manca una visione organica, manca un piano sanitario a causa della spaccatura all’interna della maggioranza”. Per l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) “i fondi per gli ospedali c’erano, ed erano all’interno dei fondi Fas. Altro è se la Regione non è in grado di trasformare i programmi in soldi”. L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha poi chiesto all’assessore Liori di fare chiarezza sul deficit. (E.L.N.)

L’on. Gianvittorio Campus (PDL) ha affermato di non voler entrare sulla polemica sui fondi Fas o sulle riforme abortite. “Non è questa la sede appropriata. Posso sottolineare rapidamente che noi conosciamo il trend crescita sanità, che era del 6%, senza voler attribuire colpe. Nel 2010 si era assestata al 2% e anche nel 2011. Il comma in questione prevede un miglioramento del servizio di distribuzione nelle farmacie, ma è ovviamente un aggravio di spese, che però se migliora la situazione della sanità è benvenuto”.
È quindi intervenuto per la Giunta regionale l’assessore ala Sanità Antonello Liori, il quale ha reso noto che l’idea di finanziare l’Ospedale di San Gavino aveva trovato un piano regionale poco credibile, con i fondi non disponibili realmente. “La priorità era la progettazione dell’ospedale di San Gavino, per una cifra pari a 70 milioni di euro in tutto. Abbiamo deliberato la costruzione, ma poi il Ministero ci ha bloccato lo stralcio delle opere, perché non avevamo un piano complessivo. Abbiamo quindi presentato il piano di riordino in Giunta, per accelerare l’iter, senza copiare da chicchessia. Avevamo concordato uno spostamento della riabilitazione, per 50 posti letto, verso il territorio, lasciando all’Ospedale 250 posti letto, comunque superiori ai bisogni del territorio”.
L’on. Roberto Capelli (Misto) ha annunciato la propria astensione. “Non voglio entrare in polemica con l’assessore”, ha affermato, “ma stavamo andando bene, ed ora rischiamo di perdere la causa. Quel Piano di riordino lei non può liquidarlo così, ed è veramente copiato non solo dalla Regione Piemonte. Se noi fossimo stati all’opposizione, avremmo comunque presentato quelle richieste, senza avere però risposte dal Governo”.
Messo in votazione l’emendamento n.399, non è stato approvato, con 22 voti a favore, 37 contrari e 3 astenuti.
Emendamento 211(delega alla giunta regionale per disporre, nelle more del nuovo piano sanitario, l’accreditamento della struttura ospedaliera del S. Raffaele di Olbia).
L’On. Marco Espa annuncia il voto favorevole del Pd, perché il comma 5 dell’articolo, purtroppo approvato, si presta ad interpretazioni fuorvianti nella loro genericità, “mentre al contrario occorrono procedure molto precise per l’accreditamento delle strutture sanitarie”. Rileva poi che, “al di là delle copiature, la bozza di piano sanitario è inadeguato alle esigenze della Sardegna.”
Per l’On. Mario Bruno, capogruppo del Pd, “è importante avere la chiarezza che serve in materia di sanità, in attesa di atti di programmazione, anche per sbarrare la strada ad altre strutture private, magari di qualità inferiore al S. Raffaele”.
L’On. Pierpaolo Vargiu (riformatori sardi) è invece contrario e sottolinea che “con l’approvazione dell’emendamento si sarebbe data una collocazione troppo rigida al comma 5 dell’articolo, approvato in precedenza”.
Dall’On. Renato Soru (Pd) è arrivata invece una riflessione più ampia sulla sanità sarda e, in particolare, sulla disponibilità delle risorse per le infrastrutture. Su questo punto, afferma che “un memorandum fra il Ministro Turco e le regioni del Sud assegnava significative risorse alla Sardegna, per la realizzazione di 5 nuovi ospedali”.
L’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) annuncia voto favorevole. “Non è interessante, afferma, “sottolineare quanto sia sconfortante l’annuncio del disastro, cui contribuisce in maniera rilevante il disavanzo della sanità fuori controllo. A questo vanno aggiunte Abbanoa e le partecipate”. Sollecita infine una verifica sulle modalità di prosecuzione dei lavori.
Ancora per il Pd, l’On. Gianvalerio Sanna ritiene il comma 5 “pericoloso, perché dà alla giunta una delega in bianco sul piano sanitario, scavalcando le competenze del consiglio. La situazione deve essere riportata alla normalità e l’emendamento ha proprio questo scopo”.
L’On. Elio Corda (Pd), nel dichiararsi a favore dell’emendamento, coglie l’occasione per sottoporre all’Assessore l’esigenza di “rendere operativo l’ultimo lotto dell’ospedale di Olbia”, che rappresenta una risposta sia pure parziale al territorio.
L’On. Chicco Porcu (Pd) ha voluto evidenziare un dato di fondo. E cioè che “l’assenza dei necessari strumenti di programmazione ha creato un vuoto in cui si è voluta inserire la delega alla giunta per non meglio precisati accreditamenti in diverse zone della Sardegna, che peraltro non si conoscono”. Annuncia voto favorevole.
Voto favorevole anche da parte dell’On. Francesca Barracciu (Pd), che ricorda però come in commissione bilancio fosse stato riformulato l’emendamento della prima commissione sanità nel quale si specificava che il provvedimento avrebbe riguardato solo il S. Raffaele. “La stesura definitiva, invece, ha cambiato lo scenario aprendo la strada ad altri interventi che, per ora, maggioranza ed esecutivo tengono nascosti”.
L’On. Giorgio Oppi (Udc-Fli) ricostruisce una parte significativa dell’iter di accreditamento previsto dalla legge. Sull’emendamento annuncia il voto contrario: “non è vero che si possono dare altri accreditamenti, bisogna progettare e realizzare la struttura, indicare le specializzazioni che si intendono attivare, acquisire le attrezzature. Acceleriamo invece perché il S. Raffaele lavori al pieno della funzionalità”.
L’On. Renato Lai (Pdl) voterà contro perché, ribadisce, “la formulazione della comma 5 è stata concordata in commissione, inserendo peraltro un passaggio relativo all’integrazione fra struttura privata e strutture pubbliche, in modo da qualificare l’offerta.
Al termine di quest’ultimo intervento, la Presidente Lombardo mette in votazione l’emendamento n° 211 con il seguente esito: favorevoli 22, contrari 37, astenuti 2. Il consiglio non approva.
Successivamente, su richiesta dell’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) la seduta viene sospesa. La Presidente Lombardo convoca poi la conferenza dei capigruppo. (A.F.)
Al termine della conferenza dei capigruppo i lavori sono ripresi. L’articolo 27 septies è stato votato per parti e approvato in tutti i suoi commi. I commi 2, 4 e 5 sono stati votati con voto elettronico palese: il comma 2 (Trenino verde) è passato all’unanimità con 48 voti favorevoli e 1 astenuto; il comma 4 (copertura degli oneri previdenziali dei dipendenti di pubblica amministrazione collocati, a decorrere dal luglio 2004, in aspettativa non retribuita perchè nominati assessori regionali) è passato con 30 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astenuti; il comma 5 (la Giunta è autorizzata per una sola volta a disporre l'accreditamento istituzionale di strutture sanitarie pubbliche e private, ma solo nelle Asl con un rapporto posti letto per mille abitanti inferiore alla media regionale) ha avuto il via libera con 36 voti a favore, 6 contrari e 16 astenuti.
Si è passati poi all’esame degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 27 septies. Approvato l’emendamento 38, a firma Matteo Sanna, (trasferimento della licenza dei noleggiatori con conducente nel Comune dove hanno la residenza). Bocciato invece l’emendamento 18, presentato da Valerio Meloni, sugli oneri di demolizione nei Comuni ai responsabili dell’abuso.
Via libera anche all’emendamento 301 all’emendamento 23, in materia di incentivi nel settore agro-zootecnico. L’emendamento è passato con 37 voti favorevoli, 20 contrari e 1 astenuto. Non è passato, con 33 voti contrari, 21 favorevoli e 6 astenuti, l’emendamento 312 all’emendamento 23. (MP)

La presidente ha, quindi, messo in votazione l’emendamento n. 83 (Solinas e più), che autorizza a concedere un contributo straordinario a favore dei familiari delle vittime ex esposti all’amianto. “Credo - ha affermato l’on. Antonio Solinas - che sia una risposta che questo Consiglio debba alle famiglie delle vittime dell’amianto”. Il testo è stato bocciato.
Bocciato con 39 voti contrari, 18 favorevoli e 15 astenuti l’emendamento 169 (Capelli), che prevedeva l’inserimento della seguente norma: “L’assegno di vitalizio di Consigliere regionale della Sardegna non è cumulabile con l’assegno di vitalizio di parlamentare della Repubblica italiana e/o parlamentare europeo. Per l’on. Nanni Campus (Pdl): “E’ una norma palesemente sbagliata. Se vogliamo intervenire sulla materia bisognerebbe anche stabilire un unico livello di pensione per i consiglieri regionali a prescindere dal numero di legislature”. Approvato invece l’emendamento 273 della Giunta (37 voti a favore, 19 contrari, 6 astenuti). Bocciato con 33 contrari, 26 favorevoli e 4 astenuti l’emendamento 322 (Meloni F. Espa), che prevedeva un milione per il servizio di istruzione per gli alunni con disabilità o in situazioni di svantaggio. Voto contrario dell’Aula anche per l’emendamento 8 (Espa e più) su un ulteriore stanziamento per il supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con disabilità o in situazioni di svantaggio. Bocciato anche l’emendamento 9 (Espa e più) per finanziare percorsi di formazione professionale a favore di allievi con disabilità.
Bocciato anche l’emendamento 11 (Espa e più). Il primo firmatario aveva spiegato che la norma serviva a rifinanziare fondi della legge 162. “Al budget totale mancano 22 milioni euro”. (E.L.N.)
Sull’emendamento 15, c’è il parere favorevole di relatore e Giunta.
L’on. Luigi Lotto (Pd), è intervenuto brevemente per spiegare che si tratta della materia della Conferenza regionale del settore disabilità. “Se la legge presentava problemi sarebbe stato opportuno consultare le associazioni”.
L’on. Marco Espa (Pd) ha ricordato che la legge fu approvata nella scorsa legislatura all’unanimità, ma poi “non si riusciva a convocare la Consulta. Questa modifica serve a far partire il progetto, per non perdere tempo. Una modifica bipartisan”.
E’ poi intervenuto l’on. Giampaolo Diana (Pd). “Non voglio sollevare polemiche, ma Presidente Cappellacci, vorrei conoscere le ragioni per le quali lei ha deciso di sospendere la convocazione della Consulta. Chiedo la risposta della Giunta”.
L’on. Luciano Uras (Sel) ha ricordato di essere stato tra i firmatari della legge. “Conosco le ragioni della sospensione. Ma è stata un abuso, perchè è stata richiesta dall’on. Espa. Il Presidente Cappellacci su richiesta ha assentito. Rimane il fatto che la Consulta non è ancora stata costituita. Siamo di fronte a uno di quei casi straordinari dove non si va avanti senza una composizione tra i soggetti. Io sono perché la Consulta si costituisca”.
Per l’on. Onorio Petrini (Pdl), la Consulta dei disabili è rimasta bloccata per due anni, per varie ragioni, ma ora è tutto pronto, con questa modifica.
Secondo l’on. Teodoro Rodin (Pdl) il Presidente Cappellacci ha bloccato la procedura opportunamente perché la precedente formulazione dell’articolo 2 della legge 7 del 2008, avrebbe portato ad un’esclusione di molte associazioni. “È in questi termini che noi firmatari abbiamo cercato la via più breve per rendere effettiva l’applicazione della legge”.
Messo in votazione, l’emendamento è stato approvato.
Sull’emendamento 321 l’on. Francesca Barracciu (Pd) ha chiesto il ritiro, “perché finanzia un ente con finalità meritoria, ma non serve dare finanziamenti allo Ierfop, un ente di formazione. Per questo vogliamo che vanga ritirato, in quanto è una marchetta. È una vergogna”.
Ritirato il 199, decade anche il 321.
L’emendamento 212, messo in votazione, non è stato approvato.
Via libera (con 37 voti favorevoli,16 contrari e 10 astenuti) all’emendamento 281, primo firmatario il capogruppo Pdl Mario Diana, che mette a disposizione 40.000 euro per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Approvato anche l’emendamento 398. Il 403 è stato votato per parti, entrambe approvate (sino al punto B all’unanimità con 55 voti a favore e 3 astenuti; la lettera C con 36 sì, 22 no e 1 astensione). Via libera all’unanimità anche al 407, con 55 voti a favore e 1 astensione.
L’emendamento 274, che stanzia ulteriori 2,6 milioni per la comunicazione istituzionale della Regione. Inoltre, si cancellano le percentuali minime del 25% da destinare alla stampa periodica, alle emittenti televisive locali e a quelle radiofoniche per la spesa pubblicitaria istituzionale. Le suddivisioni verranno stabilite ogni anno dalla Giunta, è stato approvato con 39 voti favorevoli, 23 contrari e 1 astenuto. (MP)

La presidente Lombardo ha, poi, aperto la discussione sull’articolo 28 (Copertura finanziaria) e sugli emendamenti. Il primo emendamento messo in discussione è stato il 300 della Giunta regionale. “Io sono contrario a tutti questi emendamenti – ha affermato Gian Valerio Sanna (Pd) - che tendono a dare copertura finanziaria a questo provvedimento. Bisogna mettere risorse non usare fondi di rotazione. Sono coperture che non possiamo condividere. Il vostro è un atteggiamento irresponsabile di fronte al debito corrente di questa Regione”. Per l’on. Luciano Uras (Sel – Comunisti – Indipendentistas) “sappiamo che il tracollo comincerà in autunno e la pressione sociale sarà aggravata dai danni fatti dal governo Berlusconi e dalla crisi del sistema economico e sociale della Sardegna”. Per l’on. Uras il governo regionale “ha i giorni contati”. L’emendamento è stato approvato con 37 voti favorevoli, 18 contrari e 1 astenuto.
La presidente ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo che è stato approvato.
E’ stato poi approvato l’emendamento 401 della Giunta.
Sull’emendamento 402 della Giunta hanno espresso il loro voto contrario l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) e l’on. Luciano Uras (Sel – Comunisti – Indipendentistas). L’on. Franco Cuccureddu (Gruppo Misto) ha spiegato che le somme per le quali sussiste l’obbligo a pagare sono legate “ai danni causati dalla tassa sul lusso”. Immediata le replica dell’on. Renato Soru (Pd) confermando la bontà della scelta fatta quando era presidente della Regione e ha aggiunto: “Voto contro perché ci state presentando un piano regionale di spargimento di fumo”. L’on. Soru ha poi criticato la Giunta per il budget disponibile per la pubblicità istituzionale. L’Emendamento 402 è stato approvato. (E.L.N.)
È stato messo in votazione l’emendamento 404, approvato.
Sull’emendamento 389 della Giunta, l’on. Gianvalerio Sanna (Pd) ha parlato di aumento delle risorse dei tributi erariali, con una diminuzione di 40 milioni sulle compartecipazioni Iva, per il trasporto pubblico locale. “Stiamo gestendo le briciole. Non so se sia un documento collegato alla realtà e alla lealtà tra esecutivo e Consiglio. Votiamo contro”.
L’on. Renato Soru (Pd) ha annunciato il voto contro. “Avete fatto male i conteggi sulla copertura finanziaria, dev’essere lo stesso ufficio studi che aveva fatto male i conti sulla sanità. È tutto fatto con approssimazione, non si capisce neppure qual è il disavanzo. Ci sono poste assurde per i tempi che viviamo. Voglio vedere come finanziamo il buco di Abbanoa”.
È quindi intervenuto l’on. Luciano Uras (Sel). “Non trovo più nemmeno le carte, ma tanto devo votare sempre contro. Avevamo fatto un patto, per vedere le cose insieme. Ma non è stato fatto. Perciò, voto contro a prescindere”.
Per l’on. Paolo Maninchedda (Psd’az) si tratta di un’operazione di bilancio con elevato contenuto politico. “Si spostano 12 milioni dalle spese correnti verso ricerca e investimenti. Poi altre voci di spostamento sarebbero anche da far capire meglio”.
L’on. Pietro Pittalis (Pdl) ha detto, rivolto all’on. Renato Soru “che fa demagogia sulla pubblicità istituzionale, che oggi si tratta di 2 milioni di euro, rispetto ai 150 che aveva speso lui”.
Messo in votazione, l’emendamento è stato approvato.
La presidente Claudia Lombardo ha poi aperto la discussione generale sull’articolo 28 bis (variazioni al bilancio 2011-2013). A prendere la parola per primo il consigliere del Pd Gian Valerio Sanna che ha sottolineato la situazione finanziaria della Regione: “Non si può giocare con i debiti e con le gestioni quando riguardano i servizi ai cittadini”, ha affermato Sanna, ricordando che il debito della Regione durante il mandato di Mauro Pili ammontava a 75 milioni l’anno. “Ora si è ridotto a 12 milioni, ma è necessario capire l’adeguatezza delle cifre. Noi abbiamo chiesto di conoscere i dati del debito ma nessuno ci ha fornito le carte”. Per Sanna la Regione dovrebbe avere la visione globale del trend economico, soprattutto con un occhio al vero problema che è quello “di generare redditi e questo certo non si fa togliendo fondi dalla programmazione negoziata”.
Nell’intervento successivo il consigliere Renato Soru è tornato sul tema generale di un “Collegato che contiene spese fatte senza un criterio o un filo conduttore, senza un’idea su quello che si vuole ottenere”. Soru si è poi rivolto al consigliere del Pdl Pietro Pittalis che durante il dibattito aveva interloquito con lui sul tema della pubblicità istituzionale riagganciandosi al procedimento giudiziario che lo ha visto coinvolto in prima persona. “Non ci sono mai stati 67 milioni per la pubblicità istituzionale”, ha affermato Soru e ha insistito su quello che ha definito “il disastro della maggioranza che si ostina a trattare argomenti che non incideranno mai sui bisogni dei sardi”. “Abbiamo una Regione che ha perso i soldi delle entrate, dei fondi Fas, che si è fatta sottrarre la continuità territoriale aerea e che non ha mai fatto quella marittima consentendo l’aumento spropositato delle tariffe su cui ora è costretta a mettere mano”.
Pietro Pittalis, Pdl, ha poi risposto all’ex presidente Soru, sottolineando che nella commissione d’inchiesta sul caso Saatchi&Saatchi non il tema non è mai stato affrontato strumentalmente.
Il vice capogruppo del Pd, Giampaolo Diana è invece tornato sulla questione centrale relativa al servizio idrico integrato. Diana ha posto alla Giunta molti interrogativi riguardo alla reale situazione debitoria di Abbanoa, alle modalità di spesa dei 50 milioni previsti per il risanamento della società, all’adeguamento delle reti idriche e ha sottolineato che a suo parere non è giusto sottrarre questi fondi alla programmazione negoziata. (MP)

La presidente ha messo quindi in votazione l’emendamento 91 della Giunta, sostitutivo parziale, è stato approvato.
La presidente Lombardo ha messo, poi, in votazione il testo dell’articolo che è stato approvato.
Via libera anche all’emendamento 333 (Giacomo Sanna e più).
Sull’emendamento aggiuntivo 259 (Cuccureddu) che prevede aiuti alle imprese creditrici di Abbanoa si è espresso l’on. Renato Soru (Pd): “Esprimo voto contrario: questo emendamento è pericoloso”. In particolare l’ex presidente della Regione ha rilevato il rischio in cui si può incorrere prevedendo che la Regione copra i debiti di Abbanoa nei confronti delle aziende creditrici. Per l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) “è un emendamento folle. Pensiamo prima a ripianare il nostro debito”. “Non so hanno voglia di ridere se le aziende sarde in crisi perché hanno avuto la sfortuna di vincere una gara per fornitura di servizi con Abbanoa”. Ha affermato l’on. Franco Cuccureddu (Gruppo Misto). “Stiamo parlando di 150 piccole imprese: la situazione è gravissimi. Comunque ritiro l’emendamento”. (E.L.N.)

È stato quindi analizzato l’emendamento 406, abbinato al 343, sulla copertura finanziaria.
È intervenuto l’on. Renato Soru (Pd), per il quale servono gli strumenti giusti per intervenire su Abbanoa, “purtroppo con troppa discrezionalità assegnata alla Giunta. Io preferirei che la Regione entrasse nel capitale di Abbanoa. Per questo gradirei che l’on. Cuccureddu ritirasse il suo emendamento risibile”, ha concluso l’ex Presidente della Giunta.
L’On. Mario Bruno (Pd) ha criticato le misure dei tagli su agricoltura e pesca, e non su altri capitoli meno prioritari per l’economia. “Di fatto”, ha sostenuto, “stiamo solo rimandando i crack al 31 dicembre, senza risolverlo”.
L’on. Luciano Uras (Sel) ha dichiarato il voto contrario all’emendamento. “Io avrei preferito un’interlocuzione diversa, perché non condivido questo contenuto. Avremmo dovuto fare un assestamento di bilancio, anche intervenendo sull’ammontare spaventoso dei residui”.
Messi in votazione, gli emendamenti sono stati approvati con 40 favorevoli 5 contrari e 17 astenuti.
Sull’emendamento 265, avente ad oggetto la Sogear, l’on. Mario Bruno (Pd) ha ricordato come, con la legge 10 del 2010, si introducevano gli incentivi alla destagionalizzazione degli scali sardi. “Sono 4 scali, con incentivi differenti, per i quali è stato modificato il regime dei contributi. Ora ci troviamo a dover recuperare con un finanziamento soci a titolo oneroso. Noi siamo a favore dello sviluppo del territorio di Alghero, ma non vogliamo essere complici di un fallimento”.
L’on. Luciano Uras (Sel) si è poi espresso per un voto di astensione. “Questo è un fallimento”, ha proseguito”, per vari motivi e per l’incapacità e l’atteggiamento della burocrazia e dell’esecutivo. Ad aprile era stata fatta una legge che doveva essere risolutiva, ma poi i programmi non sono mai stati notificati”.
Messo in votazione, l’emendamento 265 è stato approvato con 31 voti a favore, 1 contrario e 28 astenuti.

Dopo aver approvato l’articolo 28 ter il Consiglio ha respinto con 34 voti contrari, 23 favorevoli e 2 astenuti l’ordine del giorno Zuncheddu e più sulle iniziative che la giunta regionale intende porre in atto per far fronte alla grave situazione venutasi a creare nella gestione dei servizi idrici in Sardegna e del rischio crac finanziario della società Abbanoa. Bocciato anche un altro ordine del giorno, ancora a firma Zuncheddu e più, sulla vertenza degli operatori socio-sanitari in merito alla grave carenza di personale organico e alla stipula di appalti di somministrazione di lavoratori interinali presso le Asl sarde e l’Aog Brotzu di cagliari. L’ordine del giorno è stato cassato con 38 voti contrari, 19 favorevoli e 2 astensioni.
La presidente Lombardo ha poi annunciato la votazione finale del Dl 222 Collegato alla Manovra finanziaria 2011-2013. Per le dichiarazioni di voto si è espresso per primo il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas, Luciano Uras che ha definito il Collegato una “legge pessima che non risolve nulla e aggrava la situazione economica e finanziaria della Regione”. Per Uras questa legge è totale responsabilità della maggioranza e getta ancora di più la Sardegna in una situazione di crisi. Oltre al giudizio sulla legge Uras ha evidenziato la “grave situazione politica che si è venuta a creare in Aula: se non esiste più una maggioranza – ha affermato Uras - non è così scontato che esista un’alternativa politica alla maggioranza”. La situazione all’interno del centrosinistra per il capogruppo non è responsabilità del gruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas “ma per le gravi incertezze sulla visione politica sociale ed economica che si è palesata in Consiglio”. Per Uras questo si tratta “dell’elemento costitutivo delle difficoltà del centrosinistra che però non si devono nascondere perché nascondendole non renderemmo un servizio alla creazione di una sinistra progressista fortemente legata ai principi di libertà legati a questa terra”.
La consigliera Francesca Barracciu, Pd, annunciando il voto contrario del suo gruppo ha ribadito che la responsabilità della legge è totalmente in capo alla maggioranza. “Il Pd coerentemente con i suoi principi e con la sua proposta di governo, ha lavorato anche a questa legge – ha affermato la Barracciu - I dissensi manifestati andranno affrontati nelle settimane a venire e ciascuno dovrà dimostrare coerenza di fronte agli elettori. Nei mesi che verranno avremo modo di fare ancora proposte per i lavoratori, per chi il lavoro non ce l’ha e non ha risposte da questa giunta, ma le soluzioni non sono certo quelle di una certa sinistra che vuole dare i posti di lavoro a chi ha già i privilegi”.
Anche Marco Espa, Pd, ha espresso il suo voto contrario “per gli stessi identici motivi del consigliere Uras”. “Questa legge è totalmente responsabilità della maggioranza”.
L’ex presidente della Regione Renato Soru, Pd, in linea con gli interventi dei suoi colleghi di gruppo ha rimarcato le pesanti ripercussioni che a suo parere si avranno con questa legge e ha poi teso la mano ai colleghi dell’opposizione: “Non distinguiamoci come spesso accade per le divisioni. Troveremo le ragioni per lo stare insieme per lo sviluppo della nostra Sardegna”. (MP)

E’ quindi intervenuto l’on. Mario Bruno (capogruppo Pd): “Questo collegato alla Finanziaria è senza strategia, senza idee e non fa fare un passo avanti alla Sardegna. Non va incontro agli interessi della Sardegna”. Poi rivolgendosi al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha ribadito: “Oggi qualcuno della sua maggioranza ha detto che questa legislatura è finita: noi su argomenti importanti quali la sanità, le riforme e lo sviluppo siamo disponibili ad avviare un tavolo di confronto partendo dalla consapevolezza che la legislatura è finita”.
E’ quindi intervenuta l’on. Claudia Zuncheddu (Sel – Comunisti – Indipendentistas): “Voterò contro questa legge che rappresenta tutta l’incapacità di questa maggioranza a governare. Un collegato indecente e intollerabile: frutto di una visione distorta della situazione devastante in cui si trova la Sardegna. Un collegato – ha concluso - governato da logiche di spartizioni e di bottega e privo di un progetto economico. E’ stata una perdita di tempo”. (E.L.N.)
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha ricordato che l’analisi di questo Collegato era iniziata nel mese di febbraio, in un clima politico diverso, prima del voto e del referendum. “Questo fa capire perché c’è un po’ di adrenalina nei due poli. C’è voglia di portare le proprie ragioni, ma facendo responsabilmente opposizione si può vincere, come abbiamo già fatto. Il modo di stare insieme della maggioranza è non fare riforme e non affrontare i problemi, seguendo i propri interessi. Ecco perché voto contro”.
Per l’on. Giorgio Cugusi (Sel), questa legge, nonostante un piccolo riconoscimento per i precari, non è soddisfacente. “Spero che non si disgreghi anche l’opposizione dopo la maggioranza”, ha aggiunto.
Si è quindi passati al voto finale della legge approvata con 38 voti a favore e 21 contro.
E’ quindi intervenuto l’on. Renato Soru (Pd) per fatto personale. “Trovo ingiusto tornare su fatti personali, utilizzando notizie inesatte in maniera strumentale. Per la dignità del Consiglio, vi invito a sottrarvi dal fare attacchi personali su questioni che peraltro sono già state affrontate in Tribunale”.
La seduta è stata quindi conclusa dalla Presidente del Consiglio Claudia Lombardo, la quale ha convocato una nuova assemblea mercoledì 29 Giugno alle 10 per la prosecuzione dell’ordine del giorno.