CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
------------------------------------
Nota stampa
della seduta n. 205 del 7 giugno 2011
------------------------------------
DL 222/A parte I – Disposizioni nei vari settori d’intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)
Cagliari, 7 giugno 2011 - La seduta del Consiglio regionale pomeridiana si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’ordine del giorno dei lavori il Disegno di legge 222/A parte I (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013). I lavori si sono aperti con l’esame del Capo I bis “Riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica”.
In apertura di seduta la presidente ha dato la parola all’on. Gian Valerio Sanna (Pd). L’esponente dell’opposizione ha definito come un errore di valutazione il Capo I bis. Rispondendo poi all’intervento di questa mattina dell’assessore regionale della Programmazione, Giorgio la Spisa, Sanna ha evidenziato che “non sono tanto i dati sulla spesa dei fondi comunitari ad avere importanza, mentre la cosa più preoccupante è il giudizio morale espresso dalla Commissione europea sulla nostra Regione”. L’on. Sanna ha ricordato che nella lettera ricevuta dal Commissario europeo viene evidenziato che la Regione non rispetta le regole nell’utilizzo dei fondi e in più “ci esortano anche a investire tali fondi con maggiore attenzione per creare sviluppo anziché usare il Por come un bancomat. Io credo che questa lettera richieda una risposta. E invece noi ci occupiamo delle edicole”. L’esponente dell’opposizione ha poi sottolineato la mancanza in Aula del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, al quale avrebbe voluto chiedere di chiarire quale sia la sua posizione sulle energie rinnovabili. “Dobbiamo smettere di bloccare gli incentivi”, ha affermato l’on. Sanna, “gravando ancora economicamente sui cittadini sardi”. In conclusione del suo intervento, l’on. Gian Valerio Sanna ha proposto all’assessore La Spisa di azzerare il Collegato, recuperare le risorse per analizzare i settori veramente strategici, necessari per curare l’economia della nostra Isola.
Giudizio negativo sul Collegato alla manovra finanziaria è stato espresso anche dall’on. Chicco Porcu (Pd), che lo ha definito “una zattera, un’arca di Noè” su cui tutti salgono, anche con le migliori intenzioni, ma con il risultato finale di far diventare questa legge un grande bazar. “Mi chiedo cosa abbia a che fare il Piano casa sulle edicole con questo Collegato che sarebbe dovuto intervenire invece bene su pochi settori, ma fondamentali. Anche alla luce di quanto affermato dal presidente della Commissione Bilancio mi chiedo se sia il caso di appesantire o di alleggerire questo testo. Dobbiamo – ha aggiunto - far crescere la cultura della crescita, degli investimenti”. Poi, rivolgendosi all’on. Paolo Maninchedda (Psd’Az), l’on. Porcu ha affermato che è necessario dividere le responsabilità da porre in capo alla maggioranza e all’opposizione: “Noi non ostacoleremo il lavoro costruttivo se sarà eliminata dal Collegato ogni voce non funzionale. Siamo disponibili ad affrontare insieme temi concreti per lo sviluppo. Se si cominciasse col ritirare questi articoli daremo a quest’Aula la possibilità di concentrarsi su temi importanti, che sono contenuti in questo Disegno di legge. Ci possiamo, per esempio, concentrare su Abbanoa, su cui credo le nostre e le vostre idee siano convergenti”. (E.L.N.)
In riferimento all’articolo in esame, che ha come riferimento il decreto legislativo 160 più noto come “decreto Bersani”, l’On. Roberto Capelli (Misto) ha osservato in apertura che “si tratta di un provvedimento che introduce nel settore della distribuzione di prodotti editoriali significativi elementi di liberalizzazione”. Il testo regionale, tuttavia, sembra essere andato un po’ oltre rispetto alla normative nazionale, ad esempio in materia di ampliamento delle superfici e della tipologia di prodotti da proporre alla vendita. Alcune parti del testo, poi, non sono state oggetto di concertazione con le associazioni di categoria e non appaiono del tutto chiare. Occorrono, in altre parole, emendamenti di aggiustamento, alcuni dei quali sono già all’attenzione dell’aula. Ma, a parte questi elementi di merito, secondo Capelli “è il momento di pensare alle entrate e smetterla di pensare alla spesa”. Nella pubblica amministrazione, ha aggiunto, la produttività non si misura solo col volume degli investimenti e dello sviluppo che si riesce a mettere in campo; conta molto, anche, la capacità di selezionare la spesa, eliminando il superfluo. “Sotto questo profilo, ha precisato, il caso di Abbanoa è emblematico, perché non se ne conoscono i meccanismi di spesa e di gestione del personale interno, le procedure che regolano i rapporti con le aziende esterne”. Forse un manager privato non avrebbe mai accettato l’incarico di gestire Abbanoa, ha concluso, ma uno pubblico sì, perché non ha la capacità gestionale necessaria.
L’On. Tarcisio Agus (Pd), nel condividere tesi già sostenute da altri esponenti del centro-sinistra, ha ribadito che “il collegato, complessivamente, non raggiunge l’obiettivo di migliorare la situazione economica della Sardegna e certamente non raggiunge questo obiettivo nemmeno sul piano particolare attraverso alcune norme di liberalizzazione, peraltro assai discutibili, nel settore dei prodotti editoriali, che si vorrebbero trasformare in piccoli supermarket”. Ben altre sono, a suo giudizio, le emergenze della Sardegna che dovrebbero essere affrontare con urgenza, “a cominciare dal grande patrimonio pubblico costituito dagli ex bacini minerari dismessi ora gestito in regime commissariale. Un contesto di grande pregio purtroppo privo di un grande piano di valorizzazione e di interventi di bonifica non meno importanti, per motivi sanitari ed ambientali, di quelli relativi alle aree soggette a servitù militari”. Soffermandosi poi sulla sanità, l’On. Agus ha ricordato le risorse statali per la riabilitazione, di cui sono state diffuse recentemente le linee guida elaborate dal Ministero e rivolte proprio alle regioni sottoposte a piano di rientro dalla spesa sanitaria, che la regione Sardegna non sembra in grado di utilizzare al meglio”. (A.F.)
Secondo Pietro Pittalis (Pdl) l’opposizione recita bene il suo ruolo: sottopone il collegato alla manovra finanziaria a critiche, spesso costruttive, ma qualche volta fine a sé stesse, senza produrre proposte alternative. “Si cerca – ha chiarito - di creare un problema all’interno della maggioranza e di destabilizzare il governo regionale”. Pittalis, pur riconoscendo che la maggioranza ha “i suoi problemi”, ha invitato l’opposizione a riflettere sulla propria situazione perché “se è vero che avete riportato una vittoria netta, senza se e senza ma, nel corso di queste ultime amministrative, in realtà questo è avvenuto a sacrificio del centro-sinistra, perché hanno vinto i sindaci dell’estrema sinistra”. C’è un monito anche per gli alleati di governo, a cui ha ricordato che la maggioranza non può reggersi “sul mal di pancia di questo o quel consigliere. Di più, per Pittalis, non è pensabile che “il cemento di una maggioranza possa essere quello di una critica a tutto campo, del mangiare su un tavolo e poi sputare sul piatto in cui mangia”. Ma c’è comunque la convinzione che esista una prospettiva futura per il centro-destra, che ha però il dovere di capire e ascoltare gli elettori. Mentre quanti ritengono di avere la risposta a ogni problema sono chiamati a una “salutare doccia di umiltà”. All’assessore La Spisa ha rivolto il suo apprezzamento per aver presentato un testo “rigoroso e asciutto”, che è stato “stravolto”, anche con il contributo de consiglieri dell’opposizione. In conclusione ha ricordato che “noi del Pdl staremo attendi e vigili, e seguiremo le indicazioni della Giunta ma non ci presteremo a sostenere marchette, siano di destra o siano di sinistra”.
Francesca Barracciu (Pd), rispondendo al consigliere Pittalis, ha dichiarato che nell’opposizione nessuno recita. “Perché non ci sono i presupposti - ha spiegato. Ma c’è una serietà che si cerca di rimarcare in ogni seduta, per riportare in Consiglio la dignità professionale. Per fare leggi serie che incidano strutturalmente su quella che è la base sociale ed economica della nostra Isola”. Pur riconoscendo la necessità di tutte le forze politiche di guardare alle dinamiche interne del proprio partito, Barracciu ha però chiarito che le urne hanno mandato un chiaro messaggio al centro-destra e al presidente Cappellacci “che non ha più la maggioranza della popolazione della nostra Isola”. Ha quindi fatto presente al collega del Pdl che l’opposizione si occupa anche dei problemi della maggioranza “nel momento in cui influiscono in maniera negativa nelle leggi di quest’Aula, e nel rispondere alle esigenze dei sardi”. C’è una conflittualità nella centro-destra isolano al cui “altare” si sta sacrificando il bene della Sardegna. Tanto più evidente, ha chiarito Barracciu, nelle riforme strutturali “mille volte” annunciate e mai attuate, come nel caso di quella sanitaria “servita solo a commissariare le Asl e a spartire poltrone”. In conclusione, la consigliera del Pd ha chiesto alla Giunta di chiarire la situazione delle entrate, ossia se queste risorse siano o meno disponibili per la Sardegna.
A prendere la parola poi il consigliere dell’Udc Giulio Steri che ha puntualizzato come la discussione sui singoli articoli è sempre più utilizzata come discussione generale sull’intero documento e sulla situazione politica della Sardegna. Il consigliere centrista ha approfittato dell’intervento per ricordare, a proposito dell’esito delle elezioni, che l’Udc “non è uscito sconfitto dalle urne ma ha dato un contributo importante” e sulla questione Abbanoa Steri ha rivendicato la paternità del modello del gestore del servizio idrico integrato affermando che il problema è tutto nella gestione. Steri è poi entrato in merito degli emendamenti in esame spiegando come la norma sulle edicole trae lo spunto dagli accordi sindacali tra editori e sindacati degli edicolanti. “Le edicole acquistano i giornali con il contratto estimatorio, l’edicolante è obbligato ad acquistare tutta la stampa, anche i periodici che non hanno mercato, è un sistema insostenibile”. Steri ha richiamato il carattere di emergenza della norma e si è detto disponibile a proposte di modifica ma non di soppressione.
Dopo aver richiesto i pareri del relatore di maggioranza Paolo Maninchedda e della Giunta la presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione, con scrutinio elettronico palese, gli emendamenti 117 e 118 che sono stati respinti con 38 voti contrari, 16 favorevoli e 3 astensioni.
Il Consiglio ha poi approvato l’articolo 15 sexies con 39 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astenuti. (MP)
La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha quindi aperto la discussione sull’articolo 15 septies e sugli emendamenti collegati. In apertura del suo intervento l’on. Luciano Uras (Sel – Comunisti – Indipendentistas) ha affermato: “Approfitto della discussione sull’ammodernamento e ampliamento dei punti vendita della stampa quotidiana e periodica anche per affrontare un tema che è connesso a questa materia, ossia la questione dell’informazione in questa Regione. Si registra sempre di più una difficoltà crescente che attraversano le testate televisive e i giornali, difficoltà che pagano i lavoratori dell’informazione”.
L’on. Uras si è poi rivolto all’on. Pietro Pittalis (Pdl): “Se questa maggioranza, on. Pittalis, avesse poco poco di lucidità prenderebbe questo provvedimento, lo distruggerebbe e ci farebbe coriandoli. E’ ovvio che non siamo interessati a un minestrone come questo. C’è una crisi generale incredibile e c’è una rassegnazione che si palpa in maniera così consistente che ci invita a ritirarci. Non vedo l’ora che questo Consiglio regionale sia sciolto, che si vada ad elezioni, perché questa maggioranza ha fallito. Avete una struttura di Giunta impossibile e una maggioranza piena di crepe”. Secondo l’on. Roberto Capelli (Gruppo Misto) “nel 15 septies andiamo oltre quanto previsto dal decreto legge 170 Bersani. Anche se rappresentato un’inezia del popolo sardo – ha proseguito ironicamente - mi permetto di continuare a dare il mio contributo. Credo che l’articolo 15 septies sia inopportuno, tranne i commi 2 e 3 perché include i punti vendita della stampa locale e periodica tra le attività beneficiarie delle agevolazioni contributive previste dalla legge n. 9 del 2002 (Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio), da cui fino erano stati esclusi. L’on. Capelli si è detto, inoltre, contrario a trasformare le edicole in piccoli supermercati. L’esponente del Gruppo Misto prendendo spunto da un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore ha affermato: “Nei progetti di sviluppo bisogna semplificare non creare burocrazia, ossia “sburocratizzazione per favorire lo sviluppo”. Non basta investire nelle grandi opere, sono importanti i tempi di realizzazione e il tipo di servizio prodotto per i cittadini. Bisogna, inoltre, puntare sulla formazione scolastica: più si abbassa l’istruzione meno sviluppo c’è. Sono questi dunque i due cardini per favorire lo sviluppo: istruzione e formazione e meno burocrazia. Qui non parliamo di finanziamenti, ma di progetti di sviluppo e questo governo – ha concluso l’on. Capelli - non ha un progetto, perché non ha idea di cosa sia un progetto”. (E.L.N.)
L’On. Roberto Capelli (Misto) ha ribadito la sua convinzione che il provvedimento in esame va oltre il riferimento nazionale del decreto legislativo 160 (c.d. decreto Bersani) “nella parte cui consente l’ampliamento delle superfici commerciali destinate alla vendita, ipotesi ben disciplinata dalla normativa vigente”. L’articolo del collegato, in altre parole, “cerca surrettiziamente di trasformare i punti vendita dedicati ai prodotti editoriali in piccoli supermarket nei quali si può vendere un po’ di tutto: da alcuni prodotti alimentari a quelli dell’igiene della persona”. Senza dimenticare che “in fin dei conti, per coloro che dovessero operare nel nuovo ambito normativo ci sarebbero più adempimenti burocratici di quelli che si vorrebbero eliminare. E anche il fattore tempo, come sappiamo, può essere decisivo nel successo delle iniziative economiche”.
“Possiamo anche dire ai concessionari di edicole che possono raddoppiare fino a 150 metri quadri; ma cosa succede se tutti aumentano i loro spazi e vendono di tutto, a parte il fatto che gli ampliamenti non si possono fare nelle zone vincolate?”. Nel dare una risposta negativa a questa domanda, Gianvalerio Sanna (Pd) ha previsto che “ci sarà più consumo del territorio e di verde ed una specie di guerra fra poveri, con gravi tensioni sociali. I commercianti, semmai, hanno problemi di accesso al credito per mandare avanti le loro piccole e piccolissime imprese; questo sì che è urgente”. Un provvedimento così miope, a parere dell’on. Sanna, nasce dallo stato comatoso della maggioranza, “basta ascoltare ciò che molti dicono nel palazzo e nei corridoi”. Questo articolo, ha aggiunto, non è solo miope. “E’l’anticamera dell’anarchia collettiva: ma come fa un concessionario del suolo pubblico ad operare su altri mercati senza autorizzazione?” Una politica che si muove così alla cieca “non sta interpretando correttamente il bisogno sociale espresso dalla società. Bisogna fare scelte di campo coerenti ed anche impopolari. Questo è un problema comune al centro destra e al centro sinistra, perché un colpo di fortuna non può mai sostituire una strategia”.
Chicco Porcu, del Pd, si chiede in primo luogo “se questa norma che stravolge o supera gli strumenti urbanistici degli enti locali senza misurare il loro impatto sui territori esprime quella consapevolezza che dovrebbe sempre accompagnare l’operato del legislatore. Tali problemi non sono stati mai affrontati nelle commissioni di merito, eppure diciamo che dobbiamo decidere assieme agli enti locali”. Non è una cosa normale, ha aggiunto l’On. Porcu che, sviluppando il suo ragionamento, ha dichiarato che “forse non abbiamo idea del numero delle edicole, della loro posizione nelle città e nei quartieri, del loro rapporto con la rete distributiva; eppure possono aumentare le superfici di vendita di oltre il 100%”. Rischiamo, ha sintetizzato, di approvare una norma inapplicabile. Sul piano politico, in conclusione, “la maggioranza farebbe bene ad evitare di appesantire eccessivamente l’arca del collegato dove vuole caricare un po’ di tutto in modo da poter navigare per un altro po’ di tempo. Ma così rischia di affondare”. (A.F.)
Giampaolo Diana (Pd) ha dichiarato di non comprendere la ratio di una proposta che permette alle edicole “aumenti fino al 100%, in deroga. Immaginate – ha continuato ironicamente – cosa sarebbe il portico di via Roma a Cagliari se tutte le edicole raddoppiassero i propri metri quadri”. Lo strumento della deroga per interventi in questo settore è giudicato da Diana come un “esempio da non imitare”. Raccolto l’invito di Mario Diana a fare proposte costruttive, il consigliere del Pd ha rilanciato con l’utilizzo di tutte le risorse disponibile per eliminare le ragioni della non competitività del nostro sistema economico “che registra delle fortissime diseconomie”. Tra queste, va ricordata una dotazione di infrastrutture al di sotto della media nazionale che non ci rende “attrattivi” per gli investitori privati. Infine, come già proposto nei mesi scorsi, Diana ha ribadito la necessità di avere un quadro certo delle entrate per poter recuperare i ritardi di sviluppo. Investendo per “cinque o dieci anni, una tot di milioni” in quest’obiettivo.
La presidente Lombardo ha dato la parola al relatore di maggioranza, Paolo Maninchedda, che ha chiesto una pausa per permettere di presentare eventuali emendamenti orali. Il parere della Giunta è stato conforme al parere del relatore di maggioranza. La seduta è stata sospesa per cinque minuti.
Alla ripresa dei lavori è intervenuto Chicco Porcu (Pd) sull’emendamento 119 che – ha precisato – “propone la soppressione dell’articolo 15 septies”. La dichiarazione di voto è stata favorevole. Porcu ha però chiarito di non sapere se durante la pausa dei lavori si fosse prodotto qualche emendamento orale. Nel caso, ha dichiarato la sua volontà a non opporsi a eventuali correttivi. (M.C)
La presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione gli emendamenti all’articolo 15 septies dopo che il consigliere del Pd Chicco Porcu ha dichiarato ritirati gli emendamenti 119, 120 e 121. Il Consiglio ha approvato l’emendamento numero 122, l’emendamento 173 è stato votato con voto elettronico palese ed è stato approvato con 56 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto. L’emendamento 160 è stato approvato con 57 voti a favore, uno contrario e un astenuto, anche l’emendamento 161 è stato approvato.
L’articolo è stato messo in votazione nella nuova formulazione con tre emendamenti orali: il consigliere Franco Cuccureddu, gruppo Misto, ha proposto un emendamento orale di modifica del testo del primo comma dell’articolo 15 septies con la nuova formulazione: “in conformità con gli strumenti comunali vigenti o purché la superficie complessiva dell’esercizio non superi la misura massima di 70 metri quadri”. Roberto Capelli, gruppo Misto, ha chiesto che al comma 3, punto B, fosse eliminata la dicitura “generi alimentari non deperibili senza necessità di particolari trattamenti di conservazione”, e che fosse cancellato il punto E. Dopo la dichiarazione di voto contrario del gruppo del Pd, l’articolo 15 septies è stato approvato dall’Aula. (MP)
E’ stata quindi aperta la discussione sull’articolo 15 octies. La presidente Lombardo ha dato la parola all’on. Gian Valerio Sanna (Pd): “Credo che l’articolo che stiamo esaminando debba essere rivisto alla luce degli ultimi due commi, che riguardano le autorizzazioni e le distanze minime tra i punti vendita”. Secondo l’esponente dell’opposizione “non è accettabile lo scippo posto in capo ai Comuni, perché per esempio le distanze devono essere definite in base alla realtà locale. “Questa materia non può essere standardizzata. La mia richiesta, quindi, è di eliminare gli ultimi 2 commi e sull’articolo successivo chiedo di aggiornare i lavori perché è necessario un approfondimento. Bisogna stare attenti, tra l’altro, a non creare disparità all’interno del nostro comparto economico”. Per l’on. Sanna non è corretto che le autorizzazioni per tutti gli altri tipi di esercizi commerciali vengano rilasciate dal Comune e soltanto per le edicole dalla Regione. “Vi propongo di istituire un termine entro cui i Comuni si devono dotare del regolamento, diversamente viene nominato un commissario”.
Ha preso poi la parola l’on. Chicco Porcu (Pd): “Nel leggere questo testo mi viene spontanea una domanda: questa legge a chi è rivolta? Chi vuole aiutare? Non credo che questa norma possa aiutare l’editoria locale soltanto aumentando i punti vendita. Sta cambiando la fruizione dei contenuti dell’informazione con l’era digitale. Secondo i proponenti di questo articolo – ha proseguito l’on. Porcu - il problema della riduzione del numero di copie vendute può essere risolto, non incentivando gli editori investire in tecnologia, ma creando nuovi punti vendita. Capisco la prima parte dell’articolo per aiutare gli edicolanti, ma non la seconda parte”. L’esponente dell’opposizione ha poi concluso: “Non siete sincronizzati con i tempi. Dovremmo studiare tutti di più. Spero che accettiate l’emendamento soppressivo”. (E.L.N.)
Per l’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti italiani-Indipendentistas), a differenza di quanto affermato dall’On. Porcu, “ci troviamo non nell’era dei collegamenti ma, purtroppo, dei collegati”. L’assurdo, a suo parere, “è che ci voglia una legge per stabilire quali prodotti si possono vendere in un esercizio commerciale. Ma una legge non può farci dimenticare che viviamo in una regione sull’orlo del tracollo economico, dove ad esempio i lavoratori della Vinyls incontrano qualcuno, dal presidente della Regione al Capo dello Stato, per raccontargli la loro disperazione”. A questo punto, che fine può fare il collegato, si è chiesto l’On. Uras e perché, ha suggerito “non cerchiamo di capire la vera situazione della spesa della regione per vedere se possiamo fare, per una volta, qualcosa di importante per i sardi?” Il vero problema è quello “delle imprese che aspettano di essere pagate dalla pubblica amministrazione e di cittadini che si trovano stritolati da una burocrazia inefficiente e ottusa”.
“A non essere connessa con la società sarda, secondo il capogruppo del Pd Mario Bruno, è la maggioranza che parla di edicole e finge di non vedere i gravissimi problemi dell’isola”. Il governo della regione, ha proseguito l’On. Bruno, continua nella politica degli spot ai quali non crede più nessuno. Dobbiamo occuparci di altre cose: “Abbanoa, la finanza regionale, molto probabilmente la sanità”. Di fronte a questa situazione, ha concluso, “non resta che ritirare il collegato”. (A.F.)
La presidente Lombardo ha aperto la votazione sugli emendamenti.
Il Consiglio ha approvato l’emendamento 125 all’art.15 octies (Punti vendita non esclusivi – il comma 2 è soppresso): presenti 57; votanti 56; votano sì 55; votano no 1; astenuti 1) . L’emendamento 126 all’art.15 octies (Punti vendita non esclusivi – il comma 2 è soppresso) è stato approvato (presenti 55; votanti 54; votano sì 54; astenuti 1) . La presidente del Consiglio ha messo in votazione il testo dell’articolo 15 octies. Chicco porcu (Pd) ha chiesto il voto palese. Il Consiglio ha approvato (presenti 56; votanti 55, votano sì 35, votano no19; astenuti 2). È poi intervenuto Giulio Steri (U.D.C. - Unione di Centro verso il Partito della Nazione – FLI) che ha ritirato l’emendamento 28. (M.C)
La presidente Lombardo ha aperto la discussione sull’articolo 15 nonies e sui relativi emendamenti. Il relatore Paolo Maninchedda in virtù della presentazione di un emendamento sostitutivo ha chiesto ai presentatori degli altri emendamenti di ritirarli. Roberto Capelli, gruppo Misto, ha dichiarato il ritiro degli emendamenti 163, 130 e 170, mentre Chicco Porcu, Pd, ha chiesto e ottenuto dieci minuti di sospensione per poter valutare il testo dell’emendamento sostitutivo. Alla ripresa dei lavori il consigliere Chicco Porcu, Pd, nel prendere la parola ha annunciato il ritiro degli emendamenti 127, 128, 129, 130, 131, 132, chiedendo alla maggioranza di tenere conto dell’atteggiamento costruttivo messo in campo dall’opposizione nell’agevolare i lavori dell’Aula. Antonio Solinas, Pd, ha chiesto di introdurre all’emendamento sostitutivo una dotazione finanziaria da destinare ai Comuni per predisporre i piani richiesti dal testo dell’articolo. L’articolo 15 nonies è stato approvato dall’Aula. La presidente Claudia Lombardo ha infine sospeso i lavori e aggiornato l’Aula a domani mattina alle ore 10. (MP)