CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 202 del 19 maggio 2011

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DL 222/A parte I – Disposizioni nei vari settori d’intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)

Cagliari, 19 maggio 2011 – La seduta si è aperta sotto la presidenza della presidente del Consiglio Claudia Lombardo. All’ordine del giorno gli articoli e gli emendamenti del DL 222/A parte I – Disposizioni nei vari settori d’intervento (Collegato alla manovra finanziaria 2011 – 2013).
L’On. Luigi Lotto (Pd) ha evidenziato in apertura la particolarità del momento che vive la Sardegna: “da una parte c’è una crisi economica durissima e profonda, dall’altra il recente dato elettorale, che dimostra come i sardi stiano sentendo la crisi, riversando questo diffuso sentire nelle scelte per il governo dei comuni”.
La crisi-ha proseguito Lotto-tocca tutti i settori, e la regione ha precise responsabilità nell’attuale crisi economica. In proposito, l’esponente del Pd, ha messo l’accento sulla “grande difficoltà negli enti locali, impossibilitati a proseguire nell’ammodernamento delle infrastrutture realizzando ampi programmi di opere pubbliche”. Dal ’94 al 2006, ha ricordato l’On. Lotto, “sono arrivate molte risorse dall’Unione europea con questa destinazione ma, da due o tre anni a questa parte questo flusso si è interrotto: gli appalti sono in caduta libera e molti progetti sono fermi in molte città della Sardegna, grandi e piccole. Su questo c’è una precisa responsabilità del governo nazionale che ha bloccato i fondi Fas, oggetto peraltro di una programmazione accurata e rigorosa”. Oggi questo flussi finanziari-ha concluso Lotto- manca molto al sistema-Sardegna, “e non si può dire che questo vuoto sia stato colmato da una legge come il piano-casa. Nel collegato non c’è nessuna risposta concreta a questi gravissimi problemi anche se non c’è dubbio che le poche risorse disponibili debbano essere utilizzate al meglio.” Quali risorse vere ci sono in questo collegato, si è chiesto l’On. Daniele Cocco dell’Italia dei Valori, per questa Sardegna dove 330.000 abitanti vivono sotto la soglia di povertà e la disoccupazione è al 42%? Occorre che la giunta-ha osservato Cocco-“dia finalmente chiare sui precari, fenomeno che si sta aggravando mentre si continua a fare ricorso alle agenzie interinali pur in presenza di graduatorie ufficiali”. Il consigliere dell’Idv si è successivamente soffermato sui tanti impegni non mantenuti dall’esecutivo regionale a partire dall’ultima finanziaria: “dai fondi per i piccoli comuni delle zone interne dove si era parlato dei cosiddetti cantieri verdi, dall’agricoltura per cui si dice che manchi la notifica Ue per le provvidenze relative al benessere animale”. Altro settore strategico dell’isola sul quale si registrano gravi inadempienze è, secondo l’On. Cocco, la sanità, dato che ai cittadini si continuano a fornire servizi di pessimo livello, “nonostante i 21 milioni stanziati a suo tempo in finanziaria per ridurre le liste d’attesa nelle asl, ed una realtà come quella di Nuoro, dove 300 pazienti oncologici sono da lungo tempo in attesa di fare una semplice tac”. Così come, a partire dal collegato, mancano risposte sugli interventi per i piccoli comuni nei quali sono state chiuse le scuole ed occorrono nuovi fondi per il trasporto degli alunni verso altre sedi. La prima notazione dell’On. Mario Bruno, capogruppo del Pd, è che “si procede in maniera stanca, senza dialogo con la maggioranza, con un collegato che inizia dall’art. 15, forse perchè gli altri la stessa maggioranza non li riteneva validi. E’lo specchio del fallimento della legislatura e di un complessivo progetto di governo, come il voto delle amministrative ha certificato”. Polemizzando con il Presidente della regione, Bruno ha avviato un sintetico esame delle tante questioni strategiche aperte ormai da oltre due anni, a cominciare dal trasporto marittimo. “Recenti notizie-ha affermato Bruno- dicono che per Tirrenia c’è una sola offerta vincolate del gruppo Aponte-Onorato-Grimaldi e al di là degli annunci propagandistici che parlavano di un non meglio precisato tavolo non c’è stato alcun effetto concreto. Segno che il governo non considera neppure la regione, neanche per la verifica della corretta destinazione dei 72 milioni che la Tirrenia riceveva per garantire la copertura degli oneri del servizio pubblico nella rotte da e per la Sardegna”. Considerazioni identiche possono essere fatte-ha aggiunto Bruno-anche per la vertenza entrate, la continuità territoriale, la recente nomina del commissario del comune di Olbia, le crisi industriali e la lettera al Ministro Tremonti dopo la censura dell’assemblea per aver previsto forme di fiscalità di vantaggio solo in alcune regioni del nord. “Questi problemi aperti, rispetto ai quali nel collegato non si fa un solo passo avanti-ha concluso l’On. Bruno- consentono di capire molte cose e sono le stesse che anche i sardi hanno capito”. (A.F.)

L’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa ha preliminarmente precisato che il suo invito ad un Consiglio regionale “normale”, fatto al termine della discussione generale del Collegato, non aveva alcun intento offensivo. Voleva richiamare l’attenzione dell’Assemblea non solo sulle decisioni decisive per lo sviluppo, ma anche sui momenti ordinari che consentano alla Regione di andare avanti. Con riferimento all’articolo 15, l’esponente della Giunta ha spiegato che tratta soprattutto l’istituzione di strumenti importantissimi per una gestione nei comuni orientata agli investimenti per lo sviluppo urbano. E’ un rimedio alla farraginosità del sistema di spesa dei fondi comunitari che, in tutta Italia, rischia di far disimpegnare 6-7 miliardi di euro. L’assessore ha poi spiegato che si vuole dare la possibilità di costituire fondi di capitale di rischio, di garanzia e per mutui, strumenti innovativi ritenuti molto utili per dare fiato al sistema delle imprese. La presidente del Consiglio on. Claudia Lombardo, ha messo in votazione l’emendamento sostitutivo totale 61 presentato dalla Giunta. L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha annunciato voto contrario perché il Collegato rappresenta il contrario di quanto ci si sarebbe aspettati davanti alla crisi che la Sardegna sta vivendo: “E’ inutile predisporre strumenti innovativi o di finanza creativa. Rappresenta la confusione nella quale vi muovete”. L’emendamento è stato approvato con 35 sì, 20 no e due astenuti. I lavori sono proseguiti con l’esame dell’articolo 15 bis. L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha chiesto la presenza in Aula del presidente della Giunta Ugo Cappellacci per chiarire i motivi in base ai quali l’esecutivo ha presentato l’emendamento 255 all’art. 27. Ha parlato di “china eversiva” e di “sfida alla legalità” per il tentativo di modificare la legge 4/2009 (nella parte che disciplina gli interventi ammissibili nella fase di adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano paesaggistico regionale) e di contrastare il Tar sulla sospensione della concessione edilizia al Consorzio Costa Smeralda. Il rischio è quello di creare un conflitto tra la normativa regionale e quella statale e di far portare l’intera legge al vaglio della Corte Costituzionale. Precisando di non voler accusare nessuno di fare “lobby” o di favorire “cricche”, l’on. Sanna ha fatto capire di ritenere inesistente l’interesse generale e ha spiegato che, in caso di approvazione dell’emendamento (“sarebbe una vergogna e vi tormenterò”), l’esito immediato sarebbe lo sblocco della concessione edilizia congelata perché è stato intravisto un vizio di illegittimità. (MM).
Roberto Capelli del Gruppo Misto ha voluto ricollegarsi alle riflessioni fatte dal collega Gian Valerio Sanna riguardo ai dubbi che l’Aula aveva posto sul caso del commissario straordinario del Comune di Olbia Mariano Mariani aggiungendo i riferimenti alle nomine dei direttori generali senza titoli e requisiti, citando anche la nomina del direttore generale della sanità. Per Capelli si tratta di una discussione politica: “L’aula non si è ancora svegliata sul fatto che noi dobbiamo essere gli attori principali del principio di legalità, invece siamo distratti”. “In altra epoca – ha ricordato l’esponente del Gruppo Misto - quando si verificavano casi come quelli l’assessore competente si alzava dal proprio banco e rassegnava le dimissioni perché comprendeva che allora l’aula aveva il potere di dimetterlo. Questo passaggio si chiama democrazia”. Capelli ha anche appoggiato l’atteggiamento del collega Sanna che lo ha preceduto nella discussione annunciando di rendere “impraticabili i lavori finché non ci sarà una risposta reale su questo emendamento. Sarò al fianco di quelli che vorranno ricostituire valori e principi seri e dignità per quest’assemblea”.
Giulio Steri, Udc-Fli, ha voluto smorzare le polemiche riportando “la questione ai contenuti dell’articolo che è estremamente significativo e che riguardano la partita con lo Stato non solo sull’articolo 8 dello Statuto ma anche sul mancato trasferimento delle risorse”. Per Steri si tratta di un emendamento estremamente importante proprio perché dà la possibilità all’Aula di esprimere la volontà di porre in essere una posizione di conflitto rilevante nei confronti dello Stato: “Vi sono i presupposti per sollevare il conflitto di attribuzioni fin da ora”, ha concluso Steri.
A prendere la parola poi l’assessore all’Urbanistica Nicola Rassu che ha voluto chiarire “un equivoco sull’emendamento 255”. Rassu ha spiegato che l’intendimento dell’assessorato nel presentare quell’emendamento è soltanto quello di richiamare l’Aula su una fondamentale questione di principio: la competenza della Regione Autonoma della Sardegna a legiferare in materia paesaggistica. “Non si vuole in alcun modo favorire chicchessia – ha affermato l’assessore - Ma solo per capire se questo Consiglio regionale ha potestà di legiferare in questa materia: una sentenza della Corte Costituzionale dice di sì”. Rassu ha chiarito che la volontà del suo assessorato non è quella di entrare nella fattispecie del paventato abuso edilizio su cui si è espresso il Tar ma porre la questione di principio. Rispondendo agli attacchi della minoranza Rassu ha sostenuto che in questo “non ci sono sfide anarchiche e eversive contro nessuna corte e non c’è nessuna interferenza”.
Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, nel prendere la parola subito dopo Rassu ha ammonito l’assessore sul continuo utilizzo da parte della Giunta di strumenti come gli emendamenti agli emendamenti: “Non si possono inserire con emendamenti correzioni e valutazioni di principio, è un trucchetto molto pericoloso”. Sull’articolo 15 bis Salis ha sottolineato come “articoli come questo facciano risaltare sempre di più il fatto che le competenze della Regione sono sempre disapplicate dallo Stato. Emendamenti come questi rischiano di essere un ululato alla luna”. Salis ha poi fatto riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Elio Vito sul referendum sul nucleare in Sardegna che per Salis presentano “toni sprezzanti e offensivi nei confronti del popolo e delle istituzioni sarde”.
La presidente Lombardo ha poi messo in votazione, tramite voto elettronico palese, l’articolo 15 bis che è stato approvato con 38 voti favorevoli, 19 contrari e 1 astenuto. (M.P.)

Riprendendo il dialogo con l’Assessore Rassu, l’On. Gianvalerio Sanna (Pd) suggerisce al rappresentante dell’esecutivo di “stare attento ai suoi uffici, perché le cose le cose non stanno come riferito all’aula”. In altre parole, ha detto Sanna, “si sostiene che il piano paesistico regionale può essere modificato a prescindere da procedure di cambiamento fissate dall’art. 144 del codice Urbani, con particolare riferimento alla concertazione istituzionale, ma questo è impossibile”. Ci deve essere qualcuno, ha ironizzato l’On. Sanna, che “ha un amore pazzesco per legge 4 del piano casa, ed è chi l’ha pensata, superando ogni livello di ragionevolezza”.
In effetti, secondo l’esponente del Pd, “la seconda parte della legge 4 non è mai stata applicata per le stesse ragioni. Possiamo trovare una formula ma rispettosa delle leggi e della pianificazione, nell’interesse generale. Ma ci deve essere sempre lealtà e trasparenza, perchè la buona politica si regge sulla legittimazione reciproca”.
Non si capisce bene cosa si debba riprogrammare, ha affermato con forza l’On. Francesca Barracciu (Pd). E’vero invece che “la spesa va completamente ristrutturata perché la situazione è insostenibile e non si risolve di certo affastellando norme su norme, senza chiarezza su entità e contenuti.”
La verità, a suo giudizio, è “che siamo di fronte ad un provvedimento inconsistente e inconcludente, che riflette la situazione di maggioranza, giunta e presidente, da cui emerge che non c’è alcuna volontà di mettere mano davvero alle esigenze della Sardegna con leggi strutturali”. Molte norme, peraltro, hanno “solo l’obiettivo di rispondere a promesse elettoralistiche, ma sardi non ci credono più come hanno dimostrato le amministrative”. E’ particolarmente preoccupante, inoltre, l’assenza di una qualsiasi idea di rilancio dell’azione di governo, segno che nemmeno la maggioranza crede in se stessa. “Molti territori sono in sofferenza-ha dichiarato l’On. Barracciu citando il caso dell’area industriale di Ottana e delle zone interne, “ed è ormai chiaro che la propaganda sparsa a piene mani dal centro-destra era vuota ed ha lasciato invasa la domanda di fondo, che è sul nuovo lavoro”. Annuncia quindi voto contrario del suo gruppo.
Per l’On. Silvestro Ladu (Pdl) ha chiesto dal canto suo chiarimenti sull’accertamento delle entrate e e la riprogrammazione spesa. In concreto, ha sostenuto che “le risorse liberate da programmazione comunitaria 2000-2006 saranno destinate dopo delibera della giunta regionale ad interventi ammissibili compresi nel quadro comunitario di sostegno”. Ma, arrivando al punto, si è chiesto “se non siano state già incamerate, almeno in larga parte, e inserite nel piano per il sud. Occorre poi sapere con chiarezza quante siano le risorse disponibili e perché debbano essere riprogrammate con altri assessorati e non dal consiglio regionale.” Il suo pensiero, sull’argomento, è che di questi problemi debbano occuparsi le commissioni di merito.
“Non possiamo che riproporre il vero problema, ha esordito il capogruppo dell’Idv On. Adriano Salis, e cioè che senza certezza delle risorse spettanti alla Sardegna saremo sempre costretti “a mendicare poche migliaia di euro, su questo o quel capitolo, come per Abbanoa che continua ad essere una voragine senza fondo che brucia soldi in modo incompatibile con moderna azienda di sertvizi”. Suggerisce poi alla giunta di adottare in tempi rapidi una iniziativa politica: “visto che si parla di federalismo è ora di applicare l’art. 9 dello statuto in modo da non delegare allo stato l’individuazione delle entrate per la Sardegna, ma gestirle direttamente la regione. Non è un argomento da collegato ma tema da inserire comunque nell’agenda politica.” (A.F.)

L’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa ha spiegato che verranno liberate risorse, senza un impegno giuridicamente rilevante in essere, da far confluire in un unico capitolo per riprogrammarle e spenderle rapidamente, sempre con le finalità indicate dal Por e in maniera semplice e trasparente. Per quanto riguarda la quantificazione del “tesoretto”, l’esponente della Giunta ha precisato che non si hanno ancora dati certi. Si stimano 450-470 milioni di euro. La Spisa ha citato che in Finanziaria 140 milioni erano stati recuperati e destinati alla nuova strada Sassari – Olbia. La Spisa ha poi spiegato che, sugli accertamenti delle entrate, si cerca di dare un riferimento normativo e ha ribadito che occorre stabilire un meccanismo certo “per non soggiacere a interpretazioni fazione della Ragioneria Generale dello Stato”.
L’on. Silvestro Ladu (Pdl) ha proposto che, sulla riprogrammazione delle risorse liberate, si preveda un coinvolgimento delle commissioni consiliari per non concedere una “delega in bianco alla Giunta”.
L’assessore La Spisa si è dichiarato disponibile a fornire tutte le informazioni al Consiglio, ma ha ricordato che il coinvolgimento delle Commissioni non è previsto nella ordinaria programmazione delle risorse Por.
Il capogruppo di Sel – Comunisti – Indipendentistas, on. Luciano Uras, ha annunciato l’astensione sul comma 1 (Accertamento delle entrate) e il voto contrario sulla parte restante dell’art. 15 ter.
Il comma 1 è stato approvato con 39 sì, 16 no e 8 astenuti. Il resto dell’articolo ha ottenuto il via libera con 39 sì, 22 no e 2 astenuti.
L’Aula ha approvato l’emendamento aggiuntivo 178, presentato dalla Giunta, che stanzia un milione per favorire, con forme stabili e strutturale, la cooperazione territoriale internazionale.
Si è poi aperta la discussione dell’art. 15 quater (Autorizzazioni di spesa). Il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas, on. Luciano Uras, ha annunciato l’astensione sul comma 1 che stanzia 2,5 milioni per acquisire beni immobili di proprietà della Società Bonifiche Sarde (SBS). Spiegando di essere preoccupato per un intervento che non sarà risolutivo, Uras ha ricordato che non c’è stata una buona gestione e che i lavoratori subiscono una situazione di incertezza per i ritardi nel pagamento degli stipendi: “Sappiamo che prima o poi dovremo intervenire in modo coerente. Non è più consentito a nessuno sprecare denaro pubblico per esperimenti fallimentari”. Ha poi annunciato il voto favorevole per il comma 3 che stanzia sei milioni per le Università di Cagliari e Sassari (“sarebbe da incrementare”) e quello contrario per il comma 6 che prevede la spesa di 250.000 euro per la Sardegna Marathon 2011 ad Alghero: “I soldi li dovremmo dare, invece, alla locale Facoltà di Architettura”. (MM).

Gian Valerio Sanna, Pd, ha voluto sottolineare come proprio su questo articolo comincia l’impostazione del Collegato alla Finanziaria e cioè “la proliferazione di provvedimenti e interventi dispersivi riguardo a materie che meriterebbero un ulteriore approfondimento”. L’esponente dei Democratici sottolinea la propria posizione che si esplica nelle linee guida del documento: “Se spenderemo questi soldi in mille cose inutili senza aver concluso nulla sul piano strutturale sarà il disastro”. Tra i vari esempi a cui Sanna si è affidato c’è quello del caso di Quirra: “In Ogliastra il problema vuole essere affrontato risarcendo gli allevatori, ma è un tampone che non risolve nulla, che non agisce sulla situazione reale”. Per Sanna sarebbe necessario individuare pochi obiettivi strategici su cui concentrare le forze e assegnare risorse per pianificare l’uscita dell’isola dalla crisi economica: “Dobbiamo effettuare delle scelte e darci delle priorità. La politica dell’elargizione in cambio di voti non paga più”.
Antonio Solinas, Pd, è invece intervenuto nel merito dell’articolo 15 quater ripercorrendo la situazione drammatica della Società Bonifiche Sarde: “Oggi la Sbs è un’azienda che non è in grado di funzionare. I fornitori non hanno più fiducia nell’azienda. Il lavoro agricolo viene svolto non dai dipendenti ma viene esternalizzato”. Per Solinas la Sardegna non può e non deve rinunciare a un’azienda come la Sbs che potrebbe, se sanata, produrre ricchezza per l’Oristanese e per tutta la Sardegna. “Con questo provvedimento – ha sottolineato Solinas nell’annunciare il suo voto a favore - riusciamo a mettere una pezza ma certamente dobbiamo decidere quale futuro dare a questa azienda”. Solinas ha concluso rivolgendo alla giunta regionale l’invito a sollecitare l’agenzia Laore a predisporre un bando che sia accessibile alle aziende sarde per dare una prospettiva a un’azienda importante per l’isola come la Sbs.
Roberto Capelli, del Gruppo Misto, nel riprendere la linea del suo precedente intervento ha ribadito l’inutilità di interventi come quelli previsti nel documento senza una linea che li guidi: “Gli emendamenti sono stati preparati prima delle elezioni e proprio per questo raccolgono la proposta politica funzionale alle elezioni e alle promesse fatte. Ed è questo il significato politico di questa legge”. Capelli ha definito “svilente e deprimente la discussione su questi emendamenti e questa legge”. A proposito del comma 7 (finanziamento del Sisar), preso ad esempio, Capelli ha parlato di “un assalto alle casse pubbliche che si traduce in un affronto all’Università, agli operai di Portovesme e della Vinyls, al welfare alle piccole e medie imprese, un affronto all’isola”. Utilizzando toni forti Capelli, nell’annunciare il proprio voto contrario, ha affermato che in questi interventi “non esistono interessi generali da tutelare e garantire, ma si legittimano palesi ruberie”. (M.P.)

L’On. Francesca Barracciu (Pd) si è detta d’accordo col collega di gruppo On. Gianvalerio Sanna che ha proposto una sospensione dei lavori, per approfondire alcuni contenuti dell’art. 15 quater. L’approfondimento serve, a suo avviso, per eliminare “interventi a pioggia che tendono a soddisfare interessi particolari e non generali, un po’ in tutti i settori, come già successo nelle precedenti finanziarie e collegati. Sono provvedimenti distanti mille miglia dalle esigenze dei cittadini”. Non per questo, ha precisato, non vogliamo buttare via il bambino con l’acqua sporca. Sollecitiamo però “un quadro forte di riferimento, un disegno complessivo, una visione d’insieme. Invece si tappano buchi, perché la giunta ha fatto in questi anni troppe promesse che ora non può rispettare”.
Manca insomma una logica nella programmazione economica, ed anche nella politica, come dimostrato dai tanti avvicendamenti nell’esecutivo. “Lo stesso collegato, con le sue innumerevoli riscritture, dimostra anche la navigazione a vista della stessa maggioranza. Ma così si continuano a fare danni gravi alla Sardegna”.
Tutto ciò, ha concluso, “è stato già duramente sanzionato dai cittadini, nelle elezioni amministrative, che sono state una bella sferzata di vento. E’auspicabile che sia seguito da un benefico tsunami che veda protagonista le forze di opposizione e le migliori energie del consiglio regionale”.
Mi associo in modo convinto a quanto sostenuto dai colleghi del mio gruppo, ha sottolineato l’On. Tarcicio Agus (Pd). “Nella marea di commi inseriti nel collegato-ha aggiunto- si vede tutt’al più la volontà di tappare qualche buco ripetendo però molti errori del passato, soprattutto in tema di lavoro e lotta alla disoccupazione”. Lo stesso stanziamento a favore delle università sarde, condivisibile sul piano generale, è privo di un disegno leggibile e convincente in materia di istruzione e formazione”. Anche in materia di cultura, ha aggiunto l’On. Agus, “non si vedono precise priorità, e non si comprende perchè il consiglio debba essere marginalizzato, assegnando alla giunta deleghe in bianco”.
Il nostro compito, ha concluso, è “privilegiare problematiche più generali che vanno davvero incontro alla vere esigenze della Sardegna. Dobbiamo imparare a dire No e ad abbandonare per sempre gli interessi di bottega e gli interventi tampone, lavorando in modo finalmente organico”.
L’On. Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha manifestato “la consapevolezza della difficile situazione che viviamo e della scarsa disponibilità di risorse. Ma proprio in questi momenti siamo obbligati a fare scelte chiare. E il centro destra ha il dovere di assumersi le sue responsabilità: ha promesso tanto, forse troppo, ed ora deve operare tenendo i piedi per terra”.
Molti nodi stanno arrivando al pettine, ha proseguito l’On. Sechi, citando i casi di tante cattive gestioni, come Abbanoa e Sbs. Quanto all’università, ha proseguito, “sappiamo che è in crisi, perché colpita pesantemente dai tagli dello stato, e servirebbero molte risorse che non ci sono”. Tuttavia, fra i contesti meritevoli di grande attenzione (“e non parlo perché sono di Alghero”, ha sottolineato l’On. Sechi”) emerge senza dubbio la facoltà di architettura di Alghero, “che è una grande risorsa della Sardegna, individuata a livello nazionale come eccellenza, sulla quale il territorio si sta impegnando molto e anche la regione deve fare altrettanto”. Dobbiamo vincolare l’Università di Sassari al sostegno alla facoltà di architettura di Alghero, seguendo il percorso positivo già seguito a proposito della facoltà di veterinaria. (A.F.)

Il vicepresidente del Consiglio Giuseppe Luigi Cucca ha dato la parola all’on. Franco Cuccureddu (Misto) che ha chiesto la presenza in Aula della presidente, on. Claudia Lombardo per avere dei chiarimenti sui meccanismi di gestione dei lavori. L’on. Cuccureddu ha definito una “censura” l’aver precedentemente tolto la parola al consigliere Pdl Ladu, mentre sono stati consentiti cinque interventi relativi ad articoli del Collegato non ancora in discussione. Appellandosi al rispetto di regole uguali per tutti, ha poi detto che l’art. 15 quater contiene interventi non strategici per il futuro della Sardegna, ma anche questioni molto importanti. In particolare la richiesta di almeno 400.000 euro per integrare il fondo anti-usura che rappresenta “l’ultima ancora di salvataggio per chi è respinto dal sistema bancario”, un tema ancora di più attuale dopo la protesta delle “partite Iva”. L’on. Cuccureddu ha invitato la Giunta a garantire la copertura finanziaria e ha contestato l’insieme delle società pubbliche come Abbanoa e il sistema sanitario perché non pagano i creditori. L’esponente del gruppo Misto ha difeso la richiesta di contributi per la Facoltà di Architettura di Alghero, una eccellenza in campo internazionale, e ha suggerito un maggiore controllo sulla spesa delle Università isolane. Infine, ha sollecitato il trasferimento di risorse e competenze sul controllo della radioattività, ad esempio a Quirra, all’Istituto Zooprofilattico Sardo.
La presidente dell’Assemblea, on. Claudia Lombardo, è intervenuta per replicare alle dichiarazioni del consigliere Cuccureddu e chiarire che la conduzione dell’Aula è imparziale e senza favoritismi per alcuno. Ha aggiunto che aveva tolto la parola al consigliere Ladu perché stava intervenendo su una questione già chiusa in quanto il Consiglio si era già espresso.
Il capogruppo Idv, on. Adriano Salis, si è chiesto se l’Aula possa avere il coraggio di sottrarsi alla tentazione di presentare emendamenti legati a determinate situazioni territoriali: “Dobbiamo riflettere su come orientare le spesa delle risorse che non sono sufficienti”. L’esponente dell’Italia dei Valori ha citato le voragini di debiti di Abbanoa e della Sbs e ha detto che non è giusto che ci siano amministratori (“che non rispondono di quello che fanno”) di società “bollite” e di attività che vengono continuamente alimentate dal Bilancio regionale. L’on. Salis ha fatto riferimento alla campagna per le amministrative contestando l’intesa firmata dal presidente della Giunta Ugo Cappellacci per il Comune di Cagliari: “Avrebbe fatto meglio a non dare dimostrazione di elettoralismo spicciolo”.
Il capogruppo Pdl, on. Mario Diana, si è dichiarato stupito della grande “superficialità” mostrata da molti consiglieri nella lettura dell’articolo sotto esame sottolineando l’assenza delle denunciate “marchette”. Citando i contributi per l’alta formazione, per la giustizia minorile, per l’affido dei detenuti, per il sostegno agli atenei sardi (pur augurandosi una vigilanza sulle spese soprattutto dei Consorzi universitari), si è soffermato sulla situazione della Società Bonifiche Sarde: “Credo che al termine del Collegato sia opportuno fare un ordine del giorno per dare degli indirizzi ben precisi su cosa fare. Quel patrimonio agricolo deve andare a tutto il sistema Arborea”. L’on. Diana si è dichiarato preoccupato per l’attuale abbandono dei terreni, per 2500 capi in stalla che stanno morendo, per gli impianti idrici e i macchinari che non funzionano. Infine, sulla copertura dei passivi di Abbanoa ha espresso disaccordo sull’emendamento presentato dalla Giunta pur ritenendo necessario trovare una soluzione alla situazione debitoria. (MM).

Giampaolo Diana, vice capogruppo del Pd, ha ripreso la parola rivolgendo un appello alla giunta e a tutte le forze politiche del Consiglio regionale. Per Diana i 15 milioni di euro che racchiudono tutti gli interventi di cui si è discusso in precedenza potrebbero essere utilizzati in maniera diversa. “Non discuto sul merito degli emendamenti proposti e degli interventi, ma credo che sia il caso di fermarci un attimo, ragionare tutti insieme per individuare alcune linee di intervento che potrebbero dare un’iniezione all’economia dell’isola”, ha specificato l’esponente dei Democratici. “Se si ha il coraggio di fare una scelta coinvolgendo la responsabilità di tutti e non soltanto gli interessi particolari forse riusciremmo a fare qualcosa di buono”, ha proseguito Diana. Il vice capogruppo ha proposto un tavolo tra maggioranza, opposizione e giunta per verificare, “se ci sono le condizioni, con un’assunzione di responsabilità collettiva, per spendere meglio questi 15 milioni di euro”.
L’assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa nella sua replica agli interventi in Aula ha chiarito la situazione finanziaria della Regione: “Ancora non credo sia ben chiaro su cosa siamo seduti, quale sia la reale consistenza della finanza regionale, i rischi di un rapporto con lo Stato non ancora definito e la nostra responsabilità sul flusso delle risorse che abbiamo contabilizzato nel bilancio regionale” . “Viaggiamo su un flusso finanziario che soffre il passivo precedente – ha spiegato La Spisa tracciando un quadro delle finanze della regione – e che è messa a rischio dal patto di stabilità. Se non siamo oculati lo gestiamo. Più incrementiamo le risorse senza sanare le perdite più le risorse non andranno a destinazione”. Riferendosi all’emendamento relativo ai 50 milioni necessari per Abbanoa l’assessore ha spiegato come sia un emendamento provocatorio: “Non possiamo permettere che la Regione sia soltanto un ufficiale pagatore, la responsabilità della spesa non può essere solo in capo a chi mette le risorse”.
Al termine dell’intervento dell’assessore Giorgio La Spisa la presidente Claudia Lombardo ha chiuso i lavori e aggiornato la seduta a martedì 31 maggio alle ore 16. (M.P.)