CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 197 del 4 maggio 2011

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Approvata la mozione 123 (Capelli e più) sulla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e sull’istituzione della relativa direzione generale

Cagliari, 4 maggio 2011 – Alla ripresa pomeridiana dei lavori, la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha messo in votazione, per parti, la mozione 123.
Per dichiarazione di voto l’on. Antonio Solinas (Pd) ha annunciato l’astensione esprimendo perplessità sui motivi che fino ad oggi hanno impedito la realizzazione dell’opera. Ha suggerito, fino alla realizzazione della struttura di Nuoro, il trasferimento temporaneo della scuola del Corpo forestale nell’ex seminario arcivescovile di Cuglieri immediatamente utilizzabile dopo due ristrutturazioni, ma attualmente chiuso.
L’on. Pietro Pittalis (Pdl) ha espresso voto favorevole del suo gruppo per le risposte date stamane in Aula dall’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi auspicando che il progetto si avvii verso una concreta realizzazione viste le tante aspettative riposte.
L’assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica Nicolò Rassu ha annunciato il voto favorevole. Sul seminario di Cuglieri ha precisato che i locali ristrutturati saranno destinati alla stazione dei Carabinieri, alla locale stazione forestale e per l’insegnamento nell’ambito del progetto sull’università diffusa.
Il capogruppo Pdl, on. Mario Diana, è intervenuto a titolo personale per dichiarare il voto di astensione. Il suo obiettivo, ha spiegato, è quello di sollecitare la Regione a decidere cosa fare del suo “straordinario patrimonio”, in particolare l’ex seminario di Cuglieri per il quale sono stati spesi ben 40 miliardi delle vecchie lire.
Voto favorevole alla mozione è stato dichiarati, a nome del suo gruppo, dall’on. Daniele Cocco (Idv) convinto dalla risposta esaustiva dell’assessore Oppi.
La mozione è stata approvata con 55 voti favorevoli e 6 astenuti. Al testo originario, su richiesta del primo firmatario on. Roberto Capelli (Misto), era stata distinta la parte sulla quale si era espressa adeguatamente la Giunta. Messa ai voti, non è stata accolta: 36 i contrari, 22 i favorevoli e 4 gli astenuti. (MM)

Successivamente, la Presidente Lombardo ha chiamato in discussione il punto successivo dell’ordine del giorno, relativo alle dichiarazioni del Presidente della Regione sul problema del caro – tariffe nei trasporti marittimi da e per la Sardegna.

Dichiarazioni del Presidente della Regione, ai sensi dell’art. 120 del Regolamento del consiglio, sulle problematiche del caro – tariffe nei trasporti marittimi da e per la Sardegna

In apertura del suo intervento, il Presidente della Regione ha ricordato che il consiglio regionale si è occupato più volte della materia, anche con l’approvazione di specifici ordini del giorno, ed ha ripercorso la tappe più significative di una vicenda iniziata nei primi mesi dell’anno a seguito della decisione delle compagnie di navigazione di aumentare la tariffe in modo immotivato, con incrementi dal 150 al 200%.
“Nel rispetto del mandato del consiglio regionale-ha affermato il Presidente-abbiamo inviato una segnalazione all’Antitrust fin dal 26 gennaio e, il 5 e l’11 marzo, abbiamo convocato le compagnie per sollecitare un loro ripensamento sulle politiche adottate. Questo purtroppo non è avvenuto: le compagnie hanno ribadito le loro ragioni, per noi infondate, che attribuiscono i rincari all’aumento dei costi del carburante e degli oneri portuali”. Lo stesso presidente dell’autorità portuale del nord Sardegna, ha ricordato Cappellacci, ha fornito su questo punto dati inoppugnabili: rispetto al 2008 gli oneri portuali sono cresciuti di appena 1,5 euro e i costi addizionali praticati dalle compagnie sono di oltre 121 euro sulla P. Torres – Genova, a fronte di un incremento degli oneri portuali di soli 7,8 euro.
“Sul problema, in altre parole-ha proseguito il Presidente-i nostri conti danno risultati molto diversi da quelli delle compagnie e, per questo, nel mese di marzo, abbiamo presentato un secondo ricorso all’Antitrus che ha aperto una istruttoria”.
A fronte di queste iniziative, occorreva però adottare altre misure urgenti per evitare possibili gravi danni alla prossima stagione estiva. “Ed il governo regionale lo ha fatto, muovendosi in due direzioni: operando attraverso la Saremar controllata al 100% dalla regione per assicurare due collegamenti strategici per la Sardegna dal 15 giugno al 15 settembre e stanziando 2 milioni di euro per un bonus – vacanza, dai 30 ai 90 euro, destinato a quanti soggiorneranno nell’isola per almeno 3 giorni.”
“Con questi interventi-ha concluso il Presidente-non abbiamo voluto entrare a gamba tesa sul mercato come qualcuno ha detto, ma proprio ristabilire quelle normali regole di mercato che riteniamo siano state violate da altri. Auspico su questo problema un confronto sereno e costruttivo perché sono convinto che, con l’impegno di tutti e la determinazione dei sardi, possiamo superare questa fase difficile”. (A.F.)

La discussione generale si è aperta con l’intervento del capogruppo del Pd Mario Bruno. “Non ci metteremo di traverso a questa soluzione – ha esordito - perché riteniamo che sia un tentativo di soluzione contingente. Un tentativo – ha però precisato - di mettere una zeppa quando il problema scoppia, di fatto, in ritardo”. Secondo Bruno prima del 31 dicembre 2008 (data di scadenza della convenzione dello Stato con la Tirrenia) si sarebbe dovuto puntare sulla continuità territoriale marittima, stabilendo gli obblighi di servizio e una gara. In questo modo, si sarebbero garantite tariffe, frequenza, pluralismo degli operatori e certezza dei servizi a tutela dei passeggeri e della continuità delle merci. “Riteniamo – ha dichiarato - che la politica dei trasporti sia un argomento serio e non si possa fare come fatto in questi anni. Non solo per i tre assessori ai Trasporti ma anche per l’assenza di politiche che riguardano un servizio vitale. Voi – ha continuato - vi siete accontentai ad inizio legislatura dell’ennesima promessa di Berlusconi sull’insularità e, sulla base di questo, avete proceduto”. Un “pasticcio” – l'ha definito Bruno – che sarebbe alla base anche della mancata tariffa unica nella continuità aerea “che vi vedrà impegnati da ottobre in poi con nuove conferenze di servizio. Insomma, un fallimento totale”. Sulla situazione delle compagnie aeree, ha poi ricordato quella dei mille lavoratori a rischio di Meridiana, definendola “una delle aziende più importante per la nostra Isola, ma anche a livello italiano”, verso la quale il disinteresse del governo Berlusconi sarebbe dimostrato dalla soluzione offerta: la cassa integrazione. In merito al trasporto marittimo, Bruno ha sostenuto di rilevare un “disinteresse generale” anche per la privatizzazione della Tirrenia. “Possiamo – ha domandato - sganciare questa vicenda dall’interesse dei sardi?”. Qualsiasi giudizio sulla vicenda - ha sostenuto - non può prescindere dalla considerazione delle “evidenti lacune” delle politiche regionali. Su un punto si è detto d’accordo con il presidente delle Giunta, quando ha ricordato le motivazioni addotte dagli armatori per giustificare gli aumenti delle tariffe, trovandole anch’egli “da un certo punto di vista, ridicole e inconsistenti”. Anche se questo non giustificherebbe i “ritardi e l’assenza di strategia della Giunta regionale”, che oggi obbliga a “ fare una scommessa, in ritardo e sulle spalle dei cittadini sardi”. Bruno si augura che la scommessa alla fine abbia successo ma si domanda se fosse opportuno arrivare fino a questo punto, trasformando la politica dei trasporti in un azzardo “da roulette russa”. Accompagnare all’emergenza anche soluzioni strutturali e definitive, è il suo appello alla Giunta a cui si chiede di “realizzare una continuità marittima, individuando gli obiettivi strategici, le tariffe e le modalità di erogazione del servizio, decidendo l’entità dei finanziamenti come fatto dai primi anni ’90 in poi. Noi – ha concluso – non faremo mancare le proposte e cercheremo di accompagnare le politiche in questo senso, se queste ci saranno”.
Michele Cossa (Riformatori Sardi – Liberaldemocratici) ha sostenuto che la reazione della Giunta regionale “sia stata tempestiva e giusta. Si doveva intervenire – ha spiegato - in una situazione di emergenza, ed è stato fatto”. Secondo Cossa, infatti, venuta meno l’azione di calmieramento svolta dalla Tirrenia, è scattato un fenomeno di monopolio che non era possibile prevedere. Pur dicendosi fiducioso sugli esisti dell’indagine portata avanti dall’Antitrust, il consigliere dei Riformatori Sardi ha avanzato dei dubbi sulla capacità di reazione del “sistema a fatti estremamente gravi, come il cartello che ha cercato di imporre i prezzi” alle tratte marittime da e per l’Isola. Per questo, Cossa giudica positiva la scelta della Regione di entrare come soggetto nel libero mercato, obbligando in questo modo le compagnie private a fare i conti con altri prezzi. Occorre però arginare le possibili ricadute negative per le rotte di Cagliari e Arbatax, escluse dalla soluzione regionale. In chiusura ha posto l’accento sul costo eccessivo del trasporto merci in Sardegna - domandando al presidente Cappellacci di approfondire quest’aspetto nella sua replica – e sulle vicende del Porto Canale di Cagliari, (dove uno “strano contenzioso sta mettendo a repentaglio la movimentazione delle merci nel sud Sardegna”) - chiedendo alla Giunta “una qualche forma di intervento per evitare un’ulteriore mazzata all’economia del sud Sardegna, e di Cagliari in particolare”. (M.C.)

E’ di seguito intervenuto l’on. Chicco Porcu (Pd), il quale, in apertura, ha ringraziato il presidente Cappellacci per aver voluto condividere con l’Aula, celermente, quanto sta facendo la Giunta. “Condivido anche l’analisi del presidente – ha affermato - sugli effetti e sui costi che graverebbero sulle famiglie che vogliono venire in Sardegna, ma condivido anche le prese di distanze da alcune soluzione che avrebbero distolto da percorsi più virtuosi: la Regione deve svolgere il ruolo di regolatore e garantire i diritti dei sardi, e non agire come un privato. Quindi sono d’accordo quando il presidente Cappellacci dice che la Regione è dovuta diventare armatore soltanto per questa situazione d’emergenza”. L’on. Porcu non ha però risparmiato critiche alla Giunta, che non doveva arrivare all’emergenza, perché quanto sta accadendo era prevedibile già da quando è stata decisa la privatizzazione della Tirrenia. “La Tirrenia ha svolto una funzione calmieratrice. Questa crisi era latente e si sapeva che sarebbe esplosa nel momento in cui Tirrenia non avrebbe più svolto questo ruolo. La Regione sarebbe dovuta essere parte attiva nel controllo della privatizzazione Tirrenia per garantire la continuità marittima alla Sardegna e garantire i diritti dei sardi”. L’esponente del Pd ha proposto anche la sua soluzione: “Si poteva partire dal 2009 e onerare le rotte con un bando, garantendo quella tariffa di 50 euro come si fa per la continuità aerea. Apprezzo, presidente Cappellacci, quanto ha deciso di fare per l’emergenza, ma l’emergenza è frutto dell’inerzia della sua gestione.
Bisogna - ha proseguito l’on. Porcu - stare attenti anche alla politica degli annunci: il peggior danno che possiamo fare a un turista è non mantenere le promesse, danneggiando l’immagine della Sardegna. Oggi è 5 maggio e non ci sono i desk dove richiedere e ottenere il bonus vacanze. Non è esigibile. Attenzione anche alle date per la partenza del servizio: prima il primo giugno, poi il 15 giugno, bisogna pensare a quali possono essere le ripercussioni sul mercato. Spero di sbagliarmi e spero che il 15 giugno sia possibile imbarcarsi su una nave Saremar”. L’on. Porcu ha, infine, esortato il presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, a illustrare al Consiglio regionale come la Regione intenda andare avanti una volta superata l’emergenza: “La Regione non può fare l’armatore e Saremar non è una soluzione di lungo periodo”.
Il vicepresidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, ha poi dato la parola all’on. Roberto Capelli (Gruppo Misto), il quale ha definito quanto sta facendo la Regione “piccoli armatori crescono”. “L’iniziativa intrapresa dalla Giunta mi piace vederla come una sperimentazione. C’era anche un ordine del giorno poi ritirato, perché molti erano contrari, che già parlava di flotta sarda. Oggi cerchiamo di trovare l’unità, visto che gli armatori privati fanno cartello e cercano di determinare l’utile maggiori, non hanno certo a cuore il bene della Sardegna e dei sardi. Mi dispiace ricordare – ha proseguito l’on. Capelli - però che tra quelli ci sono armatori che noi abbiamo sponsorizzato ed evidentemente non lo meritavano. Dobbiamo porre rimedio anche a un altro errore del passato: quello di esserci caricati nel bilancio regionale l’intero onere la continuità territoriale, 3 miliardi, che deve essere, secondo me, a carico dello Stato”. L’on. Capelli ha poi proseguito elogiando quando deciso dalla Giunta regionale: “Sono assolutamente favorevole a sostenere questa iniziativa sperimentale, prestando però attenzione anche ad altri settori, come il commercio e l’artigianato, in particolare per quanto riguarda il trasporto merci. Anche le piccole e medie imprese sono penalizzate come le famiglie e visto che è previsto il bonus per le famiglie, cerchiamo un modo anche aiutare il trasporto merci, che dovrebbe godere di maggiore attenzione”.
L’esponente del Gruppo misto ha anche ricordato che nei primi anni ’90 un gruppo di piccoli imprenditori sardi avevano già sperimentato il trasporto veloce e allestirono la tratta La Caletta-Civitavecchia. “In 30 giorni trasportò 40mila passeggeri, ma fu poi boicottata dalla Tirrenia”. Per l’on. Capelli ci dovrebbe essere collaborazione anche da parte degli operatori economici del settore, che favoriscano il turismo con pacchetti concorrenziali. Non solo. L’on. Capelli ha anche, velocemente, cercato di illustrare alla Giunta che puntando sui servizi da offrire sulle navi, come ristorazione, bar, edicole e sala giochi, oltre all’affitto di spazi pubblicitari interni alle navi, la Regione avrebbe la possibilità di sostenere economicamente questa iniziativa.
L’unica richiesta aggiuntiva fatta dall’esponente del Gruppo Misto è stata di inserire tra le tratte anche Tortolì-Arbatax. “Certo bisognerà vedere i costi – ha detto - e vedere se siamo nei tempi. Ma cerchiamo di inserire anche questa tratta nella sperimentazione perché copre un territorio dove c’è un’importante presenza di turisti”. L’on. Capelli ha poi concluso: “Ritengo importante e condivisibile l’iniziativa e la velocità con la quale si è cercato di intervenire, e se domani, per qualche motivo non riuscisse a ottenere i risultati sperati, a meno che non sia per inefficienza dell’Amministrazione, non muterò la mia soddisfazione di oggi”. (E.L.N.)
L’on Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha ricordato l’accordo tra i capigruppo saltato recentemente in Consiglio regionale su un ordine del giorno unitario sul tema dei trasporti marittimi e ha auspicato la riproposizione del documento, con una “limatura” delle differenze che, però, non riguardavano i contenuti centrali. “Abbiamo perso un altro anno – ha dichiarato – I sardi chiedono la libera circolazione per evitare di essere condannati agli arresti insulari”. L’on. Sechi ha auspicato una intesa anche se sono da capire quali strade percorrere: a sostegno di una compagnia di navigazione pubblica o di operatori privati “che spesso violano le regole del mercato”. Spiegando che “siamo ancora nel Medioevo dei trasporti” e che “i sardi sognano di uscirne”, ha parlato della continuità territoriale che non arriva. Non che la soluzione sul trasporto aereo, ha precisato, sia certa e senza incognite perché, a suo avviso, si sta facendo troppo affidamento sui collegamenti low cost. Per quanto riguarda il bonus vacanze, l’on. Sechi ha detto di non essere contrario, ma a patto di non pensare che sia l’unica soluzione in grado di risolvere un problema che resta in campo in tutta la sua drammaticità.
L’on. Pietro Pittalis (Pdl) ha elogiato il coraggio del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, perché “anche chi crede nel libero mercato ha ritenuto opportuno mettere un freno ad una situazione che potrebbe pregiudicare la stagione turistica alle porte”. Evidenziando come si sia pure andati oltre quello che si poteva fare, ad esempio verificando l’infondatezza delle ragioni con le quali si è cercato di giustificare i rincari tariffari, l’esponente del Popolo della Libertà ha rilevato la “carica autonomistica” dell’esecutivo perché la soluzione prospettata con l’intervento diretto della Saremar è “di portata storica”. Precisando che si è in fase sperimentale e che ci si debba impegnare maggiormente nel traffico merci, l’on. Pittalis ha chiesto all’Assemblea di sostenere il presidente della Giunta: si è presentato di sua iniziativa per fornire dati precisi e correggere informazioni “spesso parziali se non addirittura distorte”, ad esempio sulla portata del coinvolgimento dell’Autorità anti-trust. Replicando all’intervento del capogruppo Pd Bruno (“una requisitoria che non ha lasciato spazio alle attenuanti generiche”), ha chiesto di proporre soluzioni alternative concrete per superare “una sorta di muro invalicabile” concretizzatosi in un “vero e proprio accordo di cartello”. (MM).

L’iniziativa della giunta regionale, ha detto all’inizio del suo intervento l’On. Franco Cuccureddu del gruppo Misto, “non si può definire di portata storica ma è comunque valida ed opportuna ed affronta con determinazione e tempestività una situazione di emergenza di fronte alla quale non sarebbe stato possibile restare fermi”. Cuccureddu ha poi ripercorso alcuni passaggi ritenuti centrali della vicenda del caro – tariffe, fra i quali la decisione della Tirrenia (in corso di privatizzazione) di bloccare le prenotazioni per la prossima stagione estiva, dando agli armatori privati l’opportunità di praticare i loro prezzi praticamente in regime di monopolio. “Su questo aspetto-ha aggiunto l’On. Cuccureddu-a mio giudizio c’è una responsabilità precisa del commissario della Tirrenia, anche a livello amministrativo, e dello stesso governo centrale che ha consentito ad una compagnia di navigazione pubblica fortemente assistita di violare, di fatto, il contratto di servizio.”
L’esponente del gruppo Misto si è poi soffermato sulle criticità che ancora permangono sia sulla stagione turistica che sulla scelta adottata di noleggiare attraverso la Saremar il naviglio necessario a coprire le tratte più importanti. “La decisione della regione, nei fatti, ha portato al blocco delle prenotazioni, che agenzie e privati hanno rinviato in attesa dei possibili vantaggi derivanti dalla nuova offerta”, cosa che potrebbe influire negativamente sul mercato turistico, di per se molto “volatile e guidato dall’emotività”.
Una convinta condivisione dell’azione della giunta regionale è arrivata anche dall’On. Renato Lai, del Pdl. “Si è trattato di una iniziativa valida ed opportuna-ha detto fra l’altro Lai-che si è resa indispensabile di fronte ad aumenti di tale spropositata quantità e, inoltre, si è rivelata l’unica soluzione per superare al più presto una grave emergenza. Sotto questo profilo, sono certamente apprezzabili le posizioni espresse dagli onorevoli Bruno e Porcu, dei quali devono essere colte molte indicazioni interessanti.”
Il presidente Cappellacci inoltre, ritiene l’On. Lai, “ha anche saputo interpretare il sentimento comune dei sardi, giustamente e fermamente contrari a chi ha voluto lucrare sulla condizione di isolamento della nostra regione”. A giudizio dell’esponente del Pdl, dunque, “tutti devono avere a cuore la soluzione del problema della vera continuità territoriale per i passeggeri e le merci, fondata sulla sana concorrenza e sulla qualità del servizio”.
Queste non sono posizioni propagandistiche, ha concluso il consigliere del Pdl, “rappresentano anzi l’interpretazione corretta di uno spirito autonomistico autentico e moderno, che ci deve vedere tutti dalla stessa parte, impegnati a vincere una grande scommessa.” (A.F.)
Per Giampaolo Diana (Pd) si è giunti a questa proposta in una condizione di totale emergenza, dimostrando che il tempo a disposizione non è stato utilizzato per definire una politica dei trasporti che avrebbe dovuto coinvolgere il Consiglio regionale e le forze sociali. “A me pare – ha dichiarato - e lo dico con il massimo rispetto, che non ci fosse da inventare chissà cosa. Il modello al quale richiamarci era quello della continuità aerea”. Un modello che avrebbe permesso, secondo Diana, di restituire al nostro sistema produttivo quel fattore di competitività perso a causa degli elevati costi del trasporto marittimo delle merci. Su quest’aspetto, in particolare, ha domandato al presidente della Regione se esista un progetto di continuità territoriale e quali sia l’entità delle risorse che si pensa di investire nella gestione del servizio di mobilità marittima delle merci e delle persone. Diana ha chiesto chiarimenti su quali standard di sicurezza e qualità del servizio sono stati richiesti alla Saremar. “Nel riconfermarvi la volontà di non metterci di traverso – ha concluso - non possiamo sottacere le preoccupazioni che ci obbligano a denunciare alcuni limiti e insufficienze, perché vorremmo che venissero superati anche attraverso questo dibattito in Aula”.
Gian Valerio Sanna (Pd), commentando il tenore del dibattito, ha detto di avere il sospetto di assistere a una “deriva psichiatrica”. “Una classe dirigente che si dispone al buon governo – ha chiarito - deve avere un requisito: non deve perdere al memoria dei fatti. Deve saper ricostruire gli eventi”. Ha quindi spiegato che le vicende che hanno portato a questo provvedimento sono figlie della “travagliata storia” della privatizzazione della Tirrenia e del mancato trasferimento della compagnia marittima alla Regione Sardegna “Se leggiamo i fatti senza questo assunto operiamo un falso storico”, ha detto. Per il consigliere del Pd, c’è poi da rilevare il mancato rispetto da parte dello Stato delle disposizioni di cui all’art. 3 della legge 87/90, che “parla espressamente di contrastare l’abuso di posizione dominante”, e da ricordare quando i sardisti presentarono un documento “chiedendo di fare sul serio e mettere 10 milioni di euro per entrare nella partita della privatizzazione. Qui ci fu detto – ha proseguito - mettiamone un milione. E non si era capito che si stava giocando una partita che riguardava l’autorevolezza del soggetto autonomista”. Nonostante il provvedimento della Giunta sia giudicato “fuori tempo massimo, debole perché pensa solo all’emergenza e perché è fuori da un contesto strategico”, non si vuole “da persone responsabili” rallentare il tentativo di recuperare terreno ma è necessario – ha aggiunto – agire al di là del contingente per tutelare la Sardegna da rischi o costringere lo Stato a farlo. “Altrimenti, la soluzione tappa la falla ma non risolve il problema”. E per risolverlo occorre non fare un “errore di messaggio politico”, dando l’idea di voler tutelare solo la stagione turistica e non il cittadino sardo. Come con il bonus vacanza che, secondo Sanna, rappresenta un “doppio scippo” perché toglie soldi ai sardi per difendere dei diritti che ci sono stati scippati. “Dobbiamo trovare forme diverse di utilizzo di quelle risorse. – ha commentato. Perché quei soldi servono a liberare la condizione di prigionia insulare dei sardi. Siamo disposti a darle una mano – ha concluso, rivolgendosi al presidente Cappellacci - a condizione che al più presto si strutturi una soluzione che rimetta il diritto di cittadinanza statuale di ogni sardo al primo posto delle scelte che noi facciamo”. (M. C.)
E’ poi intervenuto l’on. Pierpaolo Vargiu (capogruppo Riformatori sardi – Liberaldemocratici): “La continuità territoriale non è un problema dei sardi, ma degli italiani. Da qui si deve partire. E’ un diritto dei cittadini sardi e che devono essere garantiti dall’Italia”. L’on. Vargiu ha evidenziato che prima la continuità territoriale marittima veniva onerata dallo Stato che ripianava i debiti della Tirrenia. “Nessuno ha cercato di spacciare il bonus per i turisti e il noleggio delle navi come una soluzione definitiva, ma è una giustissima reazione di una Regione che ha visto venir meno i diritti fondamentali dei suoi cittadini. Noi Riformatori riteniamo che la continuità territoriale – ha proseguito - non è soltanto un diritto dei sardi, ma anche uno snodo fondamentale per lo sviluppo economico della Sardegna e per questo deve essere messa sul tavolo del confronto con lo Stato. E’ un argomento strategico per lo sviluppo della nostra Isola”. Secondo l’on. Vargiu, in materia di continuità territoriale marittima, “la Regione deve dare il contributo economico per singolo passeggero non per tratta, così si creerà una sana concorrenza che offrirà anche migliori servizi agli utenti”. “L’obiezione – ha proseguito – è sempre stata quella che in questo modo non è quantificabile il contributo a carico della Regione: ma se quello dei trasporti è un settore strategico non ci deve spaventare la spesa, perché più gente verrà in Sardegna, più denaro porterà, più crescerà il pil della regione”. Secondo il capogruppo dei Riformatori sardi bisogna togliere soldi ad altri settori come la sanità, “che con l’assestamento di bilancio mangerà altri 300 milioni di euro che vengono meno ai settori produttivi. Serve la riforma sanitaria”.

Per il capogruppo dell’Idv, l’on. Adriano Salis, l’iniziativa del presidente della Giunta non può essere la risposta per risolvere il problema della continuità territoriale e lo sviluppo del turismo. “Oggi dobbiamo tornare al fondamentale problema già proposto dieci giorni fa in un ordine del giorno specifico: quale politica vogliamo attivare per i trasporti”. L’on. Salis si è detto favorevole a una direzione e controllo del pubblico nei settori strategici per lo sviluppo dell’Isola, quale quello dei Trasporti. “Bisogna fermare l’asta privata per l’aggiudicazione delle rotte della Tirrenia, e sono preoccupato per le frasi del ministro delle Infrastrutture che auspica che la prossima asta non vada deserta. Credo che sia un’ipotesi deleteria per la Sardegna. Secondo me si presta troppa attenzione alle cosiddette regole del mercato. Non sono disponibile a immolare i diritti dei sardi sull’altare del libero mercato. Secondo me – ha aggiunto l’on. Salis - la Sardegna potrebbe entrare a far parte della compagine societaria della Tirrenia. L’articolo 14 dello Statuto della Regione Sardegna può essere utilizzato in questo frangente, con il trasferimento dei beni della Tirrenia dallo Stato alla Sardegna”. L’on. Salis ha poi concluso ricordando l’Intesa di Programma del 1999, quando era stato evidenziato l’elemento dell’insularità: “Un elemento da riprendere in mano con convinzione”. Il capogruppo dell’Idv ha annunciato che riproporrà all’Aula l’ordine del giorno presentato 10 giorni fa sulla politica da attuare in materia di trasporti. (E.L.N.)
Il capogruppo Psd’Az, on. Giacomo Sanna ha spiegato che si sta conducendo una battaglia storica perché riguarda i diritti dei sardi e ha annunciato la riproposizione dell’ordine del giorno sulla privatizzazione della Tirrenia, quello che due settimane fa non aveva ottenuto un unanime consenso. L’esponente sardista ha rimarcato come la trattativa privata non debba andare avanti nel silenzio a vantaggio di tre armatori napoletani, Aponte, Onorato e Grimaldi “che stanno strangolando” l’isola. Parlando di operazione appoggiata dalle banche che porterà alla spesa di 200 milioni di euro per ottenere una flotta dal valore di un miliardo, l’on. Sanna ha accusato gli armatori di aver aumentato le tariffe per “ingordigia”, ma di aver fatto un errore: non aver messo la Sardegna davanti al fatto compiuto. “Noleggiare tre navi – ha detto – serve a tenere viva l’attenzione perché questa partita si può ancora giocare”. Secondo Sanna, per avere un risultato occorre combattere: e l’uso della Saremar è un primo passo: “Se da 15 giugno daremo l’immagine di qualcosa che può funzionare andando a sfatare tutti i dubbi e pregiudizi, porteremo a casa qualcosa di storico”. Infine il capogruppo Psd’Az ha chiesto che tutti sostengano il presidente della Regione nella battaglia con il Governo sulla Tirrenia perché su quella trattativa “ci giochiamo tutto”.
L’on. Renato Soru (Pd), definendo “opportuna e apprezzabile” la comunicazione del presidente della Regione, ha concordato sulla necessità di tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini ma con un mandato dell’Aula che dovrà essere rispettato: “La esorterei a concentrare l’azione sulle risposte di lungo periodo e non su quello che va facilmente sui giornali”. Ha sottolineato che nel 2009 non si proseguì l’azione della Giunta da lui guidata per ottenere la continuità territoriale marittima. L’on. Soru ha dichiarato che affittare le navi è simbolico, da non ostacolare se lo si ritiene importante, ma che soprattutto occorre garantire i servizi alle persone, magari coinvolgendo gli operatori privati sardi che hanno già espresso disponibilità: “Concordo che se siamo in grado di far girare 500-600 pullman in buone condizioni e in economia, forse potremo anche garantire il corretto funzionamento di alcune navi”. Ricordando che la Regione avrebbe potuto gestire le quote Tirrenia sulle rotte da e per l’isola e che, invece, si assiste ad un’applicazione del “federalismo regionale a tinte leghiste” in base al quale ognuno si deve salvare da sé, l’on. Soru ha definito inaccettabile una trattativa privata che corrisponderà ad una diminuzione e non ad un aumento della concorrenza. Infine, ha fatto un parallelo con la vertenza entrate rimarcando il coraggio dei siciliani che, a differenza dei sardi, quando hanno messo le mani nelle loro tasche, si sono subito rivolti alla Corte Costituzionale per vedere riconosciute le loro ragioni. (MM)
Per il capogruppo del Pdl Mario Diana il presidente Cappellacci va in primo luogo ringraziato “perché ha riferito al consiglio regionale in un tempo brevissimo, dando spazio ad un dibattito ampio e partecipato”. Dopo aver ricordato che l’assemblea si era già occupata di trasporti marittimi in tempi molto recenti, Diana ha invitato tutti a concentrarsi sul “cuore” del problema. Se si mantiene questo atteggiamento-ha osservato-“non si può non riconoscere che è stata fatta una cosa giusta, magari risolvendo una questione e non la questione principale ma fronteggiando comunque una emergenza grave”.
Soffermandosi poi sul caro-tariffe, Diana ha citato il contesto europeo in cui operano gli stessi armatori che ora hanno fatto “cartello”, attraverso le stesse società o altre in cui detengono significative partecipazioni. “E’molto strano-ha aggiunto-che nel mare del Nord gli stessi imprenditori applicano tariffe molto diverse, e soprattutto molto più basse, di quelle che stanno cercando di imporre alla Sardegna. Evidentemente il problema è un altro.” Dopo aver criticato alcuni atteggiamenti dell’opposizione che, in modo a suo giudizio incomprensibile, “critica l’esecutivo per aver rispettato il mandato ricevuto dal consiglio regionale”, Diana ha sostenuto che “con l’iniziativa della giunta, si sta dando una prima grande risposta al problema dei trasporti, che deve diventare un problema dello Stato e non dei sardi. Ed è su questo che occorre battersi sostenendo la linea tracciata dal Presidente Cappellacci.”
In tutto il dibattito, ha rilevato in apertura l’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) “si è fatto un costante riferimento all’economia di mercato. Ma proprio questa è l’origine dei nostri mali. Prima c’erano una compagnia di bandiera, l’Alitalia, una società pubblica di navigazione, la Tirrenia, e le Ferrovie dello Stato: ora non esiste più niente ma è stato pesantemente messo in discussione il diritto dei sardi alla mobilità.”
L’attuale contesto economico, oltretutto, è secondo l’On. Uras “quello che crea le migliori condizioni per la formazione di monopoli e cartelli fra imprese.”
Soffermandosi in modo più puntuale sul tema in discussione, Uras ha ricordato che il consiglio regionale si è già occupato di trasporto marittimo e solo la posizione del Pdl, in quella circostanza, “ha impedito che si arrivasse all’approvazione di un ordine del giorno unitario”. Una convergenza di tutte le forze politiche, a suo parere, “resta comunque auspicabile, ma non a tutti i costi. Non certo, ad esempio, appiattendosi sulla relazione del Presidente che non può certo pretendere di rappresentare tutto il consiglio.”
In conclusione, l’esponente della sinistra si è espresso in modo fortemente critico sul “bonus”, ritenendo che “non risolverà certo il problema del turismo e metterà la Sardegna nella singolare condizione di essere l’unica regione che paga mentre le altre introducono la tassa di soggiorno.”
Per la replica finale ha quindi preso la parola il Presidente della regione Cappellacci ringraziando in primo luogo l’assemblea per il contributo che ha saputo dare al dibattito. Chiedendosi se questo momento possa essere considerato storico Cappellacci ha risposto in modo affermativo, “ma solo se saprà davvero esprimere la posizione unanime di tutto il consiglio regionale”.
Il Presidente, dichiarando di voler rinunciare a rispondere alle tante specifiche sollecitazioni emerse dalla discussione, ha poi proposto all’assemblea una sua sintesi, articolate in una serie di punti.
“L’intervento che abbiamo messo in campo attraverso la Saremar-ha affermato-deve essere considerato contingente e sperimentale; tuttavia ha colto nel segno come dimostra il nervosismo degli armatori. Abbiamo sollevato il problema nel modo giusto e siamo sulla buona strada.” Rispondendo alle critiche di Confindustria, Cappellacci ha detto che l’azione della regione è stata anche di “supplenza”, nel senso che ci si è dovuto sostituire “ad una classe imprenditoriale che poteva e doveva fare di più.”
In altre parole, “la regione ha voluto dimostrare che rispetto al problema dei trasporti marittimi c’è un’altra strada possibile, anche se i rischi sono altissimi e le scelte effettuate non risolvono tutte le questioni aperte.”
Infine, sulla vicenda della privatizzazione della Tirrenia, il Presidente della regione ha rivendicato con determinazione la volontà della Sardegna di partecipare alla gara “anche perché si parla di rotte assistite da contributi pubblici che andranno a scadenza sui quali peraltro l’Unione europea ha più volte ribadito la sua posizione nettamente contraria. Anche questo è uno scenario al quale dobbiamo prepararci”. Quanto poi alla possibilità di far valere nelle sedi istituzionali l’art. 14 dello Statuto che prevede il passaggio alla regione di tutti i beni mobili e immobili dismessi dallo Stato, Cappellacci ha evidenziato i complessi problemi giuridici (soprattutto per quanto riguarda i diritti dei terzi e dei creditori) di una società, come la Tirrenia, sottoposta ad una procedura concorsuale, ma “ciò che conta è l’autorevolezza del mandato politico che chiedo al consiglio regionale. Dimentichiamoci per un attimo dei comunicati stampa e degli ordini del giorno e concentriamoci sull’interesse generale dei sardi.”
Al termine della replica del Presidente della regione, la seduta è stata sospesa per una riunione della conferenza dei capigruppo incaricata di predisporre un documento finale da sottoporre all’assemblea.
(A.F.)
Alla ripresa dei lavori la presidente Lombardo ha annunciato la presentazione del quarto ordine del giorno. Gli ordini del giorno 1 (sardisti) e 3 (Mario Diana, Steri, Vargiu e Cuccureddu) sono stati ritirati. Bocciato l’ordine del giorno n. 2 (Bruno e più) (Presenti 59, votanti 57, sì 22, no 35, 2 astenuti).
L’ordine del giorno n. 4 (Mario Diana, Steri, Giacomo Sanna, Cuccureddu, Capelli ) dà mandato alla giunta regionale di dar seguito alla deliberazione della giunta regionale del 26 aprile 2011 relativa all’intervento di carattere sperimentale ed urgente, per tre mesi, dal 15 giugno al 15 settembre tesa a fronteggiare il fenomeno dell’aumento repertino ed ingiustificato delle tariffe marittime, di porre in essere tutte le iniziative finalizzate a garantire la partecipazione della Regione alla trattativa privata tesa alla vendita della Tirrenia spa, e di porre in essere tutte le ulteriori iniziative di carattere politico idonee al trasferimento dei beni della compagnia di navigazione Tirrenia spa alla Regione Sardegna, valutando anche l’applicabilità dell’articolo 14 dello Statuto.

Intervenendo per dichiarazione di voto, il capogruppo del Pd On. Mario Bruno ha affermato che il documento del centro destra contiene molte considerazioni condivisibili. Tuttavia-ha precisato-“manca l’indicazione di una vera politica sul trasporto marittimo che vada al di là della soluzione strutturale.”
Siamo e restiamo favorevoli alla partecipazione alla gara-ha aggiunto il capogruppo del Pd-ed anche ad esaminare le soluzioni possibili per verificare l’applicazione dell’art. 14 dello Statuto ma “riteniamo che non sia possibile che la regione sarda rinunci ad una prospettiva credibile e concreta su un problema così importante, quindi ci asterremo. Anche perché siamo convinti che di continuità territoriale torneremo presto a parlare.”
(A.F.)
La presidente Lombardo ha dato la parola all’on. Pierpaolo Vargiu (capogruppo dei Riformatori sardi – Liberaldemocratici) che ha chiesto che venisse cancellata la sua firma dall’ordine del giorno 4, messa per errore. L’on. Vargiu ha chiesto inoltre la votazione per parti: la prima su tutta il testo, tranne il punto 3, su cui ha annunciato voto favorevole, e la seconda sul punto 3 su cui ha annunciato l’astensione “perché su questo punto noi Riformatori non siamo d’accordo”. Successivamente anche l’on. Adriano Salis (capogruppo dell’Idv) e l’on. Luciano Uras (capogruppo di Sel – Comunisti – Indipendentistas) hanno annunciato il voto di astensione.
La presidente Lombardo ha messo quindi in votazione l’ordine del giorno n. 4, escluso il punto 3, che è stato approvato (37 favorevoli, 1 contrario, 22 astenuti). Approvato subito dopo dall’Aula anche il punto 3 (33 favorevoli e 27 astenuti).
I lavori sono stati sospesi e riprenderanno domani mattina alle 10 con l’esame del DL 222/A parte I disposizioni nei vari settori di intervento (Collegato alla Manovra finanziaria 2011-2013). (E.L.N.)