CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 195 del 19 aprile 2011

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PL 273/A Proroga dei termini di cui alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo).

Cagliari, 19 aprile 2011 - Alla ripresa dei lavori, prima di passare all’ordine del giorno, la Presidente Lombardo ha brevemente commemorato l’ex consigliere regionale Ferruccio Bertolotti, recentemente scomparso. “E’stato un uomo corretto ed aperto, con un profondo senso delle istituzioni-ha affermato la Presidente-sempre molto attento ai problemi della gente. L’On. Lombardo ha poi ricordato l’impegno politico ed amministrativo di Bertolotti nel suo partito, la Dc, e in consiglio regionale durante la VI legislatura, rivolgendo ai familiari dello scomparso i sentimenti del più vivo cordoglio da parte di tutta l’assemblea. La seduta è stata successivamente sospesa per cinque minuti in segno di lutto.
Al termine della sospensione, è ripreso l’esame dell’ordine del giorno e in particolare della proposta di legge 273/A relativa alla proroga di sei mesi del piano casa. La Presidente Lombardo ha dato la parola all’Assessore dell’Urbanistica On. Nicola Rassu per la replica.
Dopo aver ringraziato la commissione urbanistica per il suo lavoro, l’Assessore ha sottolineato l’importanza degli approfondimenti che dovranno essere effettuati sulla materia, a cominciare dal nuovo disegno di legge presentato dalla giunta già all’esame della stessa commissione. “Si tratta di un lavoro-ha dichiarato Rassu-aperto al contributo di tutti, della commissione come dell’aula, della maggioranza come dell’opposizione”. L’Assessore, ribadendo che “niente è perfetto ma tutto può essere perfettibile” ha esortato l’aula a guardare al provvedimento senza “dogmi intoccabili, guardando solo all’interesse generale, rappresentato dalle istanze di tanti amministratori locali e di numerosi cittadini”. Secondo l’Assessore, inoltre, “la legge non tocca minimamente l’autonomia dei comuni, che possono negare o autorizzare gli interventi, e cerca di rimuovere i vincoli eccessivi del piano paesistico regionale per consentire almeno un livello minimo di vivibilità dei territori. Quanto poi alle deroghe, erano prevista dallo stesso ppr attraverso lo strumento delle intese, nella quali tavolta si è operato con eccessiva discrezionalità.”
Sulla base di questo scenario-ha proseguito Rassu-la proroga è “indispensabile”, ed apre la strada al contributo che tutta l’aula potrà dare “approvando la nuova legge, come è auspicabile, in poche settimane.”
Conclusa la replica dell’Assessore Rassu, la Presidente Lombardo ha messo in votazione il passaggio agli articoli e, su questo punto, ha dato la parola all’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) per dichiarazione di voto.
Nel ribadire i concetti espressi in sede di discussione generale, l’On. Uras ha fortemente criticato la legge definendola “un accanimento terapeutico su un cadavere, che nessuna proroga potrà riportare in vita e che, soprattutto, non potrà rimediare agli errori commessi fin dall’inizio”. Uras ha concluso invitando l’aula a votare “no” in modo dar tornare la legge in commissione, l’unica sede in cui sarebbe possibile apportare correzioni migliorative.
La Presidente Lombardo ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli. Lo scrutinio ha dato il seguente esito: presenti 63, votanti 62, favorevoli 40, contrari 22, astenuti 1. L’aula approva.
(A.F.)

Dopo la votazione si passa all’esame degli articoli. La presidente Lombardo apre la discussione generale sull’articolo 1 e sull’emendamento numero 1.
Il primo a prendere la parola è stato Luciano Uras, capogruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas, presentatore dell’emendamento che abroga in toto la legge regionale 4 del 2009. Per Uras “dopo due anni dal disastro normativo della legge 4, una delle tante leggi che non si attuano, non si è andati avanti e si sono messi i presupposti per un blocco reale, perché la scelta percorsa è stata quella della deroga, del superamento della regola, fino ad arrivare alla violazione stessa della regola”. Secondo il capogruppo “se questa maggioranza ha interesse vero a rilanciare anche l’economia del settore edilizio avrebbe utilizzato altri strumenti, avrebbe sistemato l’agenzia regionale per l’edilizia abitativa, avrebbe utilizzato tutti i fondi per la realizzazione di nuovi alloggi, avrebbe cominciato un grande piano di risistemazione delle opere pubbliche, avrebbe reso le nostre città vivibili anche per i disabili. La prima cosa da fare è togliere questo pasticcio.”
Gian Valerio Sanna, Pd, ha attaccato la maggioranza e la giunta per non avere mai avuto un atteggiamento rispettoso dei valori che stanno alla base del Piano paesaggistico regionale. Passando agli aspetti tecnici della legge 4 e della sua richiesta di proroga Sanna ha specificato come la proposta 273 riguardi la dichiarazione della denuncia di attività. In riferimento al’illegittimità delle norme contenute nella legge 4 Sanna ha ricordato i diversi appelli ai tribunali amministrativi regionali e alle questioni di legittimità poste dalle Procure della Repubblica. Per Sanna “ci sarebbero state altre cose più urgenti come i vincoli Pai nelle zone urbanizzate e l’inadempienza di molti Comuni che ancora non si sono dotati di un Piano urbanistico comunale”. Concludendo l’esponente del Pd ha ricordato come sia necessario “avere cura e passione per il territorio che dobbiamo lasciare a chi verrà dopo di noi”.
Anche Carlo Sechi, Sel-Comunisti-Indipendentistas, ha ribadito la richiesta avanzata dal suo capogruppo Uras di abrogazione della legge 4 del 2009. “Vi ostinate su una proposta di legge che ha segnato i tempi mettendo in evidenza tutti i suoi limiti – ha affermato Sechi - Potevano esserci ben altre proposte, ben altri programmi ma si è scelta un’altra strada, anzi un vicolo cieco”. Per l’esponente della sinistra si tratta di una legge irrecuperabile che ha dimostrato tutto il suo fallimento. “Avremmo fatto meglio – ha concluso Sechi – ad occuparci di ben altre urgenze”. (M.P.)

Ha preso quindi la parola il primo firmatario della proposta di legge, on. Matteo Sanna (Udc-Fli). “Intervengo per non vanificare il lavoro fatto dalla Quarta commissione, da me presieduta, sia dai colleghi della maggioranza sia dai colleghi dell’opposizione. Ma non abbiamo certo avuto pressione da amanti del cemento. Ho sentito - ha affermato l’on. Sanna – anche l’on. Campus utilizzare termini forti, parlare di consiglieri che si fanno abbindolare e di palazzinari. Siamo estranei a questi fatti e se il collega Campus ha prove faccia i nomi alle autorità competenti”. L’esponente dell’Udc-Fli rispondendo alle critiche mosse dall’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha sottolineato che: “Siamo convinti che il Piano casa sia uno strumento valido, che sicuramente va migliorato e lo faremo con il supporto dell’assessore, con il vostro supporto e imparando anche dai vostri errori. Un provvedimento – ha concluso il presidente della Quarta Commissione - giudicato dall’Ance Italia il miglior provvedimento in Italia, l’unico ad aver prodotto qualcosa di positivo per il rilancio del comparto edilizio”. Rammarico è stato espresso invece dall’on. Luigi Lotto (Pd) “perché a un anno e mezzo dall’approvazione di questa legge poco si è fatto, perché poco si poteva fare. Quello dell’Ance è un giudizio di parte, dovuto al fatto che si tratta di una legge permissiva”. L’esponente dell’opposizione ha poi fatto l’esempio di quella che ha definito “la parte più deteriore della legge”, ossia “costruzioni che dall’oggi al domani sono scomparse nel contesto storico in cui erano inserite, senza che il sindaco nel sapesse niente”. L’on. Lotto ha ribadito la sua volontà di votare contro la proposta di legge che prevede la proroga di sei mesi per il Piano casa. Il presidente Giuseppe Luigi Cucca (Pd) ha poi dato la parola al capogruppo dell’Idv, on. Adriano Salis: “Stamattina ho cancellato la mia adesione all’emendamento n. 1 e vorrei spiegare perché. Sono convinto - ha detto - che la legge 4 vada sostituita, abrogata è un termine pesante, perché è una legge insufficiente. Quindi all’inizio questo emendamento mi sembrava un emendamento giusto. Ho tolto la firma dopo l’intervento dell’on. Mario Diana, che ha esposto all’Aula un elemento che a volte dimentichiamo: la sinistra spesso perde consensi perché la propaganda riesce a superare un ragionamento che avrebbe bisogno di tempi e strumenti più ampi. Quindi a torto o a ragione bisogna ricordare che ci sono migliaia di cittadini sardi che sono stati imbrogliati da disposizioni a cui non potranno accedere. Non voglio essere ancora una volta complice di un equivoco – ha concluso l’on. Salis - ossia che il centrosinistra è nemico delle soluzione dei problemi della gente. E’ stata per me una scelta difficile”. Il presidente Cucca, prima di mettere in votazione l’emendamento n. 1, ha chiesto il parere della Commissione Urbanistica e della Giunta regionale: da entrambi è stato espresso parere contrario. (E.L.N.)

Intervenendo per dichiarazione di voto sull’emendamento abrogativo presentato dal suo gruppo, l’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti.Indipendentistas) ha rivendicato “l’orgoglio della sinistra, quella vera, capace di mantenere una opinione non ideologica, che non si preoccupa di prendere comunque i voti di tutti”. Questa legge-ha concluso-è vergognosa e indifendibile. “Possiamo discutere su tutto, ma solo dopo aver rimosso l’ostacolo”.
Per l’On. Gian Vittorio Campus, del Pdl, che ha annunciato il voto contrario all’emendamento “la manutenzione straordinaria della legge 4 del 2009 è auspicabile, ed occorre evitare il vuoto legislativo per creare le migliori condizioni, come ha detto l’Assessore, per varare una nuova legge al più presto possibile.” Polemizzando con l’On. Matteo Sanna, presidente della commissione urbanistica, Campus ha citato il vecchio detto “della pagliuzza e della trave”, a proposito della affermazione dello stesso Sanna “di parlare a nome della maggioranza.”
Il capogruppo del Pd On. Mario Bruno ha invece annunciato il voto contrario del suo gruppo. “Lo stesso ex Assessore Asunis-ha ricordato-aveva affermato che la legge 4 del 2009 non era un piano casa, che era stato annunciato per un momento successivo, in particolare per il novembre del 2009”.
Da allora stiamo ancora aspettando, ha rilevato l’On. Bruno-anche per alcune nostre proposte che lo stesso ex Assessore Asunis riteneva positive: interventi per la prima casa, incentivi per il “non finito”, edilizia residenziale pubblica. “Le differenze con la posizione della maggioranza-ha concluso Bruno, sono quindi molto profonde. Per questo voteremo sì all’emendamento e no ad un piano casa finto.”
(A.F.)

Anche Carlo Sechi si è soffermato sulla necessità dei Piani urbanistici comunali: “Se i Comuni avessero approvato i Puc, si sarebbero potute fare tante cose”, ha affermato Sechi dichiarando il suo voto favorevole all’emendamento presentato dal suo gruppo.
Allo stesso modo Adriano Salis, capogruppo Idv ha annunciato il voto favorevole del gruppo: “Non c’è bisogno di una manutenzione della legge ma di una cancellazione totale per rifarla. La legge è assolutamente insufficiente a gestire le problematiche poste dai sardi”.
Angelo Stochino, Pdl, è intervenuto per esprimere il suo voto contrario, insieme a Franco Meloni, Riformatori sardi-Liberaldemocratici e Matteo Sanna, Udc-Fli.
Gian Valerio Sanna ha invece annunciato il voto favorevole.
La presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento che è stato bocciato con 41 voti contrari, 22 a favore e 1 astensione.
Approvato invece l’articolo 1 della proposta 273/A sulla proroga dei termini della legge regionale 4 del 2009. (M.P.)

L’on. Luciano Uras (Sel – Comunisti – Indipendentistas) è intervenuto sull’articolo 2 della Proposta di legge273/A, ossia sull’entrata in vigore. “Il tema vero, che non abbiamo affrontato, è che non abbiamo una regolazione oggettiva in materia di territorio che aiuti anche l’imprese. Abbiamo, ha ragione Campus, - ha sottolineato l’on. Uras - soltanto occasionali favori e quando cerchiamo di fare regolazioni serie, complessive, le Giunte e le maggioranze anche politiche crollano, colpite dal tentativo di regolare questa materie. Noi abbiamo chiuso la scorsa legislatura proprio cercando di regolare questa materia. L’on. Uras ha elencato le crisi che attanagliano la Sardegna accusando di presunzione la Giunta regionale e di incapacità di governo tutta la maggioranza.
La presidente Lombardo ha poi dato la parola all’on. Roberto Capelli (Gruppo Misto): “Stiamo discutendo la proroga di una legge che non ha prodotto i risultati auspicati, ma è anche vero che non ha fatto neanche danni. Voi del centrosinistra avete chiuso la scorsa legislatura anticipatamente cadendo proprio sull’Urbanistica, mentre il centrodestra ha vinto le elezioni anche puntando sull’Urbanistica e, in particolare, promettendo la modifica del Ppr, che ancora però non è stata fatta”. L’on. Capelli ha esortato tutti i colleghi, di maggioranza e opposizione a non farsi coinvolgere dalle logiche romane che “a noi sardi non riguardano”. E sulla Proposta di legge in discussione ha proseguito: “Perché confrontarci su una cosa inesistente, votiamo questa proroga e andiamo avanti. Ci confronteremo sul Piano Casa 2 e poi anche sulle infrastrutture”. L’on. Capelli, in conclusione, ha esortato tutti a un moto d’orgoglio accusando il presidente della Giunta, ma anche la maggioranza e l’opposizione di debolezza che non rispecchia lo spirito battagliare delle donne e degli uomini della Sardegna.
La presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, ha poi messo in votazione l’articolo 2 del Pl 273/A, che è stato approvato. Subito dopo è stata approvata anche l’intera Proposta di legge con 38 voti favorevoli, 22 contrari e 1 astenuto. (E.L.N.)

Mozione 118 (Bruno e più) “Sulla crisi libica e l’accoglienza di profughi nord africani”. Mozione 122 (Salis e più) “Sulla necessità di apprestare tutte le azioni necessarie per fronteggiare la situazione di emergenza che si potrebbe determinare a causa dello sbarco degli immigrati nella nostra isola”. Interpellanza (Uras e più) 225/A “Sulla situazione degli immigrati provenienti, soprattutto, dalle aree di instabilità politica e di guerra del Nord Africa e in generale del paesi del Mediterraneo”.

Proseguendo nell’ordine del giorno, la Presidente Lombardo sottopone all’esame dell’assemblea due mozioni ed una interpellanza riguardanti la crisi nel nord Africa, di cui si procede alla discussione congiunta.
Mozione 118 (Bruno e più) sulla crisi libica e l’accoglienza di profughi nord africani.
Mozione 122 (Salis e più) sulla necessità di apprestare tutte le azioni necessarie per fronteggiare la situazione di emergenza che si potrebbe determinare a causa dello sbarco degli immigrati nella nostra isola.
Interpellanza (Uras e più) 225/A sulla situazione degli immigrati provenienti, soprattutto, dalle aree di instabilità politica e di guerra del Nord Africa e in generale del paesi del Mediterraneo.
Nel suo intervento il capogruppo del Pd On. Mario Bruno, primo firmatario della mozione 118, ha ripercorso le tappe della vicende legate all’arrivo dei profughi tunisini in Sardegna, sottolineando fra l’altro che il governo nazionale ha “imposto una decisione dall’alto dopo aver chiesto ed ottenuto la collaborazione delle regioni e che il sito destinato all’accoglienza dei profughi è sicuramente inadeguato”. Con questa mozione quindi “chiediamo alla giunta regionale chiarezza sui programmi, su altri siti che potrebbero essere utilizzati per l’accoglienza e sulle risorse necessarie per fronteggiare il fenomeno”. Bruno ha poi valutato molto positivamente l’atteggiamento della comunità cagliaritana e dalle associazioni del volontariato, “un segnale importante e significativo che anche il consiglio regionale deve essere capace di raccogliere.”
L’altra mozione, la n° 122, è stata illustrata dal capogruppo dell’Idv On. Adriano Salis. “Condividiamo anche quella del centro sinistra-ha detto-ma abbiamo voluto mettere l’accento sulle modalità con cui si è affrontata la fase più acuta dwell’emergenza e, su questo, chiediamo conto alla giunta regionale”. Siamo per la solidarietà, ha proseguito Salis, e crediamo che questa vada coniugata con adeguate garanzie di sicurezza: “la giunta ha quindi il dovere di predisporre un programma di accoglienza umanitaria, ed è auspicabile che su questo punto l’assemblea sarda raggiunga una posizione comune.” (A.F.)

Il consigliere di Sel-Comunisti-Indipendentistas Radhouan Ben Amara ha illustrato l'interpellanza 225/A presentata dal suo gruppo sulla situazione degli immigrati provenienti soprattutto dalle aree di instabilità politica e di guerra del Nord Africa e in generale dei paesi del Mediterraneo. “La nostra interpellanza è un appello alla responsabilità etica, politica e culturale per arrivare a un patto di solidarietà con chi lascia una terra martoriata – ha affermato Ben Amara - vorremmo solo che la nostra isola sia terra di pace, amicizia e accoglienza degli altri popoli. I sardi sono amici per natura”. Per il consigliere della sinistra gli amministratori e la Regione dovrebbero dare più importanza ai sentimenti, all’ospitalità e alla solidarietà. L’interpellanza rivolge alla giunta la richiesta di conoscere cosa intenda fare per accogliere i rifugiati e se intenda aprire un tavolo con le varie rappresentanze degli immigrati.
La presidente Lombardo ha poi aperto la discussione generale sulle due mozioni e l'interpellanza.
Il primo a prendere la parole è stato Marco Espa, Pd, che ha definito come eccessivamente negativele notizie apparse sulla stampa riguardo agli episodi di violenza che sarebbero stati perpetrati dai rifugiati arrivati dalla Tunisia “che però nella realtà sono molto pochi”. Per Espa la campagna contro lo straniero alimentata in tutta Italia dalla Lega Nord sta producendo effetti devastanti e non deve attecchire nella cultura sarda. “Al primo punto ci deve essere l’accoglienza, lo spirito tipico della cultura sarda dell’ospitalità”, ha ribadito Espa sottolineando comunque la necessità di risolvere i problemi pratici che derivano dall’arrivo di questi rifugiati. Per il consigliere dei Democratici “i cittadini si devono mobilitare per un’accoglienza reale, dobbiamo trovare soluzioni senza prevaricazioni, dobbiamo essere pronti a fare il nostro dovere come popolo sardo”.
Sulla stessa linea anche Francesca Barracciu, Pd, che in apertura del suo intervento ha voluto ringraziare tutte le associazioni di volontariato e i cittadini che in questi giorni hanno lavorato per l’accoglienza dei rifugiati. Riferendosi allo slogan di Cagliari capitale del Mediterraneo, la Barracciu ha voluto sottolineare come invece la Sardegna non sia stata considerata durante questa emergenza da parte del governo nazionale. La consigliera dei Democratici si è poi soffermata su una breve analisi della situazione demografica isolana, specificando il forte invecchiamento della popolazione, e l’importanza dell’immigrazione come risorsa per l’isola: “Siamo di fronte a un’emergenza che coinvolge migliaia di persone alla ricerca di possibilità di sviluppo e noi siamo una regione avviata verso la desertificazione umana – ha affermato Barracciu - è dunque utile legare le due cose e trovare punti di connessione, bisogna andare oltre l’elemento nazionalità, bisogna integrare e valorizzare chi viene dall’Africa: è un dovere di coesione sociale e un vantaggio in termini economici e sociali”. Barracciu ha dunque chiesto alla giunta di inserire nell’agenda le politiche per l’immigrazione e la coesione “perché quello che sta succedendo deve essere letto non come problema ma come opportunità”. (M.P.)

L’on. Luciano Uras (capogruppo Sel – Comunisti – Indipendentistas) ha preso la parola per “testimoniare la vicinanza al dolore che patiscono le donne e gli uomini costretti a migrare dai loro Paesi, per fuggire a rischi gravissimi”. “Una vicinanza che va anche alle loro famiglie che rimangono, colpite nei loro diritti fondamentali. La Giunta – ha affermato l’on. Uras - ponga in essere le forme, in questa situazione d’emergenza, a sostegno dei migranti e dei profughi con status riconosciuto di rifugiati”. Per l’esponente dell’opposizione è doveroso aprire un tavolo di solidarietà attiva, assieme agli enti locali e a tutti gli operatori di settore, per definire un piano di accoglienza che non sia solo un fatto contingente, ma guardi a questo fenomeno come un fatto che può durare a lungo e che si potrebbe ripetere. “Abbiamo un grande rispetto per chi è dovuto fuggire dal proprio Paese – ha affermato l’on. Uras – perché pativa la fame. Ma, purtroppo, questo paese si è trovato ormai avvolto da una grigia nebbia di razzismo, avvolto dall’egoismo. Chiediamo anche un’altra cosa, all’assessore del Bilancio, che l’articolo 4 della legge Finanziaria del 2010 venga attuato: ossia quello che parla dei progetti speciali per l’Area Euromediterranea, con la realizzazione di indagini utili per sviluppare politiche di scambio culturale, politico e commerciale”.
Dopo l’on. Uras ha preso la parola l’on. Giulio Steri (capogruppo Udc-Fli). “Il problema dell’emigrazione è un problema che l’Italia e la Sardegna affronta già da tempo e deriva dal sottosviluppo del Continente africano. Noi oggi ci troviamo davanti all’aumento dell’emigrazione verso l’Italia, e questo fenomeno ha portato la Lega a lamentarsi per la mancanza di solidarietà dell’Europa verso l’Italia che sta affrontando questo fenomeno. Critica non condivisibile visto che l’Italia non si è posta, precedentemente, il problema di quello che succedeva negli altri Paesi europei”. Il capogruppo dell’Udc-Fli ha quindi criticato il governo nazionale: “Dobbiamo affrontare i motivi di questa immigrazione e risolvere i problemi del sottosviluppo dei Paesi africani e non limitarci a trovare il modo per non farli approdare in Italia. Il governo ha affrontato il problema con una linea politica nazionale non accettabile. Questa non è una politica solidale. Noi sardi – ha proseguito l’on. Steri - siamo aperti ad accogliere chi ne ha bisogno e dare loro tutta l’ospitalità necessaria. Ma qui nasce il problema del rapporto Italia-Sardegna. Il governo nazionale deve provvedere a compensare la Regione per le spese sostenute. Nessuno sconto deve essere fatto allo Stato: è un suo dovere. La Sardegna non si tira indietro, ma i nostri diritti devono essere rispettati. Invitiamo la Giunta a farsi valere con il governo”.
Per l’on. Cesare Moriconi (Pd) si tratta di un’emergenza umanitaria che richiede un intervento di vaste proporzioni. L’esponente del Partito democratico si è detto indignato per la ventata di autieuropeismo a cui ha assistito dopo la bocciatura da parte dell’Ue della linea italiana sull’immigrazione. L’on. Moriconi ha evidenziato la superficialità e la mancanza di coordinamento con cui è stato affrontato il problema degli emigrati, dopo l’arrivo dei 700 extracomunitari che sono stati alloggiati a Cagliari in viale Elmas. “E’ disgustosa la deriva razzista della Lega e del ministero dell’Interno. In Veneto come in Sardegna credo che debba essere garantita la sicurezza sia per gli ospitanti sia per gli accolti”. Secondo l’on. Moriconi: “I cagliaritani si sono distinti per la straordinaria ospitalità verso le centinaia di extracomunitari che sono fuggiti da atroci guerre. I disagi sono inevitabili e, purtroppo, anche i disordini, come è avvenuto in altre parti d’Italia e ieri anche a Cagliari. Disordini dovuti anche al modo in cui sono stati alloggiati, che sembra più una reclusione che un’accoglienza”. L’esponente del Pd ha poi rimarcato, come assolutamente negativa, la discriminazione da parte della nostra Regione tra i profughi libici e chi non lo è. “Bisogna promuovere la Sardegna come terra di solidarietà e accoglienza. Resta però la preoccupazione – ha concluso l’on. Moriconi - del rischio di nuovi e più importanti sbarchi nelle coste del sud dell’Isola e per questo chiedo alla Giunta che il Consiglio regionale sia informato se sia stato messo a punto un piano di intervento per far fronte a quest’emergenza anche alla luce della imminente stagione turistica”. (E.L.N.)

In apertura l’On. Pietro Pittalis, del Pdl, ha espresso una certa preoccupazione per l’uso eccessivo dello strumento regolamentare della mozione, anche perché “l’argomento all’ordine del giorno merita senz’altro una riflessione attenta ed equilibrata”. Questo però-ha precisato-non giustifica “la sistematica riproposizione di un conflitto politico a tutti i costi, che volutamente non tiene conto della complessità delle problematiche e di situazioni gravissime che, a poca distanza da noi, calpestano i diritti fondamentali della persona.”
Secondo Pittalis, questo è il tipo di approccio giusto al problema: “non ci interessa in questa sede dare una pagella al governo nazionale, quanto sapere se il presidente della regione e l’assessore hanno fatto del loro meglio, operando in un contesto difficilissimo”. L’esponente del Pdl ritiene che, nelle condizioni in cui si è potuto lavorare, “sia stato fatto tutto il possibile, anche coinvolgendo gli enti locali interessati, le associazioni di volontariato, la stessa Caritas”.
In conclusione, l’On. Pittalis ha ribadito la sua impostazione che privilegia il merito delle questioni rispetto ai pretesti per alimentare lo scontro politico, ed auspica “che si raggiunga un accordo per un ordine del giorno unitario, che assicuri il necessario sostegno all’azione del governo regionale.”
Successivamente, a nome del gruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas, ha preso la parola l’On. Carlo Sechi, sostenuto dalla forte motivazione interiore “di voler esprimere solidarietà a popoli che sono stati privati con violenza della libertà e del lavoro. C’è una parte di umanità che sta vivendo un momento terribile e si sta riproponendo, sotto altre forme, la contrapposizione fra nord e sud del mondo”.
Il nord peraltro, ha osservato Sechi, ha premuto prima per la globalizzazione nei movimenti delle persone e delle merci, salvo poi “ricredersi per salvaguardare interessi egoistici e nazionali, gli stessi che stanno alimentando purtroppo la crescita di formazioni politiche xenofobe in molti paesi d’Europa”. Soffermandosi sulla situazione della Sardegna, l’On. Sechi ha ricordato la grande tradizione di ospitalità dell’isola “anche se oggi si percepiscono in modo diffuso arroganza e presunzione. Sicuramente i sardi non si tireranno indietro, se la regione saprà fare per intero la sua parte.” (A.F.)

La replica della giunta è stata affidata all’assessore Giorgio La Spisa che ha espresso in termini favorevoli l’opportunità data dalle mozioni e dall’interpellanza perché il Consiglio abbia avuto la possibilità di riflettere e assumere una posizione sul tema dell’immigrazione. Sintetizzando la posizione assunta sin dal principio dalla giunta regionale nell’emergenza degli sbarchi e nella gestione dei flussi migratori l’assessore ha voluto sottolineare come rispetto al fenomeno migratorio non si debba assumere una posizione pregiudizialmente discriminatoria in termini di nazionalità. Ma, a parere dell’assessore e della giunta, è necessario fare una distinzione ragionevole tra chi si muove perché fugge da situazioni di calamità naturali e di guerra da altre situazioni in cui le spinte migratorie sono favorite da criminali che trafficano in esseri umani. “La legge stabilisce che l’accoglienza per chi arriva sia diversa tra i richiedenti asilo e i clandestini che devono essere identificati – ha sottolineato l’assessore - l’accoglienza non può essere scambiata con il favoreggiamento nei confronti di chi arriva con cattive intenzioni”. Un altro aspetto sottolineato nell’intervento dell’assessore ha riguardato i ruoli istituzionali nei diversi livelli: “La materia dell’immigrazione deve essere gestita, con un’organizzazione politica e finanziaria, dallo Stato. Gli enti locali e la società civile possono mettere in piedi un coordinamento per gestire le situazioni, ma bisogna prestare attenzione che il governo non voglia scaricare tutta la responsabilità finanziaria agli enti locali”.
Mario Bruno, capogruppo Pd, ha preso la parola per annunciare la definizione di un ordine del giorno.
Nella contro-replica Adriano Salis, capogruppo Idv, ha espresso la disponibilità del gruppo nei confronti della giunta per qualsiasi iniziativa che volesse incanalare tutti gli atti della Regione in provvedimenti che puntino ad alleviare le condizioni di disagio di chi arriva dal Nord Africa. Radhouan Ben Amara, Sel-Comunisti-Indipendentistas, ha voluto sottolineare e puntualizzare la differenza di vedute con l’assessore La Spisa che “è per la sicurezza, mentre io per la contaminazione culturale”. (M.P.)

Dopo la sospensione di cinque minuti la seduta è ripresa con l’esame dell’ordine del giorno sottoscritto da tutti i partiti di maggioranza e opposizione sulla crisi libica e l’accoglienza dei profughi Nord Africani, che ha sostituito le mozioni (si intendono ritirate) presentate sul medesimo argomento. Nell’ordine del giorno si impegna la Giunta regionale a “operare, d’intesa con il Governo nazionale, per la definizione di un piano regionale di accoglienza e sistemazione dei migranti provenienti dai Paesi del Nord Africa con il massimo coinvolgimento e condivisione da parte delle comunità locali, del sistema associazionistico e del volontariato regionale; a conseguire ogni utile confronto istituzione perché la Sardegna possa disporre di strumenti e indirizzi volti all’attuazione di una concreta politica di integrazione e di inserimento socio-culturale in armonia con le capacità di solidarietà della Comunità sarda; a riferire in Consiglio regionale sulla proposta di piano regionale di accoglienza e dei relativi indirizzi, in coerenza con le indicazioni della protezione civile che dovrà, comunque, farsi carico del finanziamento del Piano di emergenza”.
La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha chiesto il parere della Giunta, che è stato favorevole. L’ordine del giorno è stato messo in votazione e approvato (51 presenti, 50 voti favorevoli, 1 astenuto).
I lavori si sono conclusi, il Consiglio regionale è convocato per martedì 3 maggio alle ore 10. (E.L.N.)