CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 194 del 19 aprile 2011

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Proposta di legge n. 273 /A (Matteo Sanna e più) Proroga dei termini di cui alla legge regionale 23 ottobre 2009 n. 4. Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo)

Cagliari, 19 aprile 2011 - La seduta si apre sotto la presidenza dell’On Claudia Lombardo che, dopo le comunicazioni di rito, avvia l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge n° 273/A (disposizioni straordinarie per il sostegno all’economia mediante il rilancio del settore edilizio-“piano casa”-modifica della legge regionale n° 4 del 23.10.2009).
L’On. Giampaolo Diana, del Pd, intervenendo sull’ordine dei lavori, chiede la sospensione della seduta per la mancanza del numero legale.
La Presidente Lombardo decide di respingere la richiesta formulata in quei termini spiegando che l’opposizione può utilizzare lo strumento regolamentare della richiesta di verifica del numero legale. Dispone quindi che si proceda alla votazione per accertare la presenza dei consiglieri in aula nel numero prescritto. Lo scrutinio dà esito negativo e, di conseguenza, la seduta viene sospesa per 30 minuti.
Alla ripresa dei lavori il capogruppo del Pd On. Mario Bruno chiede nuovamente la verifica del numero legale. La Presidente Lombardo procede quindi alla votazione. Lo scrutinio dà esito negativo e, di conseguenza, la seduta viene sospesa per ulteriori 30 minuti.
Dopo l’interruzione l’On. Mario Bruno, capogruppo del Pd, chiede una nuova verifica del numero legale. La Presidente Lombardo procede alla relativa votazione che, in questo caso, dà esito positivo ed i lavori dell’aula riprendono con l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge 273/A (proroga del “piano casa”), che viene illustrata dal relatore di maggioranza On. Matteo Sanna (Udc-Fli).
Nel suo intervento, Sanna ripercorre alcune fasi dei lavori della commissione competente durante i quali “ci si è resi conto che la complessità della materia non avrebbe consentito l’approvazione di una nuova legge, anche in considerazione della scadenza della legge 4 del 2009, fissata per il prossimo primo maggio”. Nasce da qui la richiesta di una proroga di 6 mesi-ha proseguito l’On. Sanna-durante i quali sarà possibile “continuare in modo utile e proficuo il lavoro sul nuovo testo”. In questa fase inoltre, ha concluso l’esponente dell’Udc-Fli, “la proroga si rende necessaria anche per non creare vuoti normativi che avrebbero gravemente danneggiato una legge che comincia a dare i suoi frutti positivi nelle diverse realtà della Sardegna, nonostante alcune difficoltà interpretative”.
Per l’On. Gavino Manca, del Pd, “la proroga del piano casa è la nuova puntata di un fil già visto cui probabilmente ne seguirà ancora un’altra nelle prossime settimane. E ciò accade perché la maggioranza non ha saputo e voluto ascoltate le proposte provenienti da tante parti della società sarda e dalla stessa opposizione”. Manca ha poi chiarito la posizione del Pd “che è priva di pregiudizi ideologici ma nettamente contraria, questo sì, alle scorciatoie per scardinare il piano paesistico regionale ed alle sanatorie mascherate”. Il consigliere del Pd si è successivamente soffermato sulle proposte del suo partito rimaste inascoltate: incentivi per la riqualificazione dei fabbricati nei piccoli comuni, “dove spesso gli edifici non vengono nemmeno ultimati con l’intonaco delle facciate” e sostegno per l’acquisto della prima casa. Molto critica, infine, la posizione dell’esponente del Pd sulla proposta dell’Anci Sardegna che allargherebbe la platea degli utilizzatori del piano casa a quanti hanno commesso abusi. “A questo ci opporremo, perché non può essere premiato chi ha violato la legge, ma continueremo a mantenere la nostra linea propositiva anche per evitare che una legge sbagliata, come dimostra l’intervista del patron della Costa Smeralda Tom Barrack, che minacciato di voler lasciare la Sardegna dopo le battute d’arresto sui progetti del Consorzio”.
Il piano casa è un grande inganno, ritiene un altro esponente del Pd, l’On. Chicco Porcu, secondo il quale la legge si è rivelata nei fatti “impossibile, inapplicabile, inattuabile”. Nella realtà, ha continuato, con questo provvedimento “abbiamo assistito soltanto a nuova edificazione sulle coste e nell’agro, ma non nelle aree urbane dove invece sarebbe stato importante avviare un vero processo di riqualificazione urbanistica e architettonica”. Dove sono, dunque, i tanti cantieri aperti e le decine di migliaia di posti di lavoro che dovevano accompagnare il piano casa? Si è chiesto l’On. Porcu, che ha insistito sulla lettura politica delle vicende che hanno contrassegnato la legge: “una liberalizzazione fallita, un provvedimento-manifesto, una scorciatoia mascherata per depotenziare il piano paesaggistico regionale e tutti gli strumenti di tutela del paesaggio e dei beni identitari”.
Nei suoi contenuti, ha osservato Porcu “è anche una legge fatta male, che ha messo in difficoltà i comuni. In alcuni viene applicata e in altri no, in certe zone la mancanza di parcheggi nelle pertinenze degli edifici può essere monetizzate e in altre no. In questo quadro di confusione, emerge sempre un profondo contrasto con la normativa vigente e con i piani urbanistici.”
Se proprio si vuole parlare di proroga, ha concluso l’On. Porcu, “bisognava limitarla semmai alle zone urbane, se si crede davvero alla riqualificazione della nostre città. Ma così è solo una toppa ad una legge che non ha funzionato e non è azzardato immaginare che dopo la prima proroga ne seguiranno altre.” (A.F.)

Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha voluto ricordare il percorso di nascita della legge 4 del 2009, definendola una “legge nata male e cresciuta peggio”. Per Sechi quella norma “non ha fatto passi avanti e ciò si è constatato nelle difficoltà delle amministrazioni comunali nell’applicarla”. Nel tentare di modificare, e migliorare, quello strumento normativo a parere dell’esponente della sinistra “si è cercato di introdurre norme e articoli che dovevano fare da testa d’ariete per far crollare il piano paesistico regionale”. “Il risultato è pieno di contraddizioni e trabocchetti che ne hanno reso difficile l’applicabilità – ha proseguito Sechi – si tratta dunque di una legge pastrocchio”. La legge doveva servire a rilanciare l’economia isolana, a detta dei suoi estensori, ma per Sechi quello strumento non ha sortito alcun effetto. La strada proposta dal consigliere di Sel è quella di cambiare rotta e tornare indietro tenendo come faro il piano paesistico. “Basta a nuovi volumi, a nuove costruzioni, ad altri ampliamenti – ha sostenuto - il problema vero e drammatico è quello di coloro che non hanno affatto una prima casa, a cui non è data risposta”. La soluzione proposta che passa anche per il rilancio dell’economia isolana è di riqualificare il patrimonio edilizio esistente per migliorare le condizioni di vita nei centri della Sardegna. Sechi ha anche fatto riferimento alle impugnazioni della norma: “Confligge con le leggi dello Stato e con la Costituzione”. Sechi ha infine annunciato il voto contrario del gruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas.
Anche Cesare Moriconi (Pd) ha annunciato la sua contrarietà alla proposta di legge in esame che chiede la proroga per la legge 4, ma ha voluto precisare di non essere contrario a priori a qualsiasi Piano casa. “C’è una grande attesa per questa proroga, basterebbe ascoltare meglio il contributo dato dai rappresentanti degli enti locali in commissione che non hanno esternato alcun lamento e alcun problema sulla legge, ed è questo che mi spaventa – ha spiegato Moriconi – cioè la rinuncia dei Comuni a volersi assumere la propria responsabilità”. Secondo il consigliere dei Democratici ormai tutti, cittadini e imprenditori, si aggrappano all’illusione di un rilancio facile e immediato dell’economia attraverso l’edilizia. Per Moriconi vanno sì incentivati, e non ostacolati, i processi di ammodernamento degli alberghi e del turismo, ma con questa proroga restano i dubbi sulla legittimità della norma. “Oggi ancora di più – ha aggiunto Moriconi - dopo i procedimenti sollevati in via giudiziaria. Dunque no alle scorciatoie senza rispetto delle norme procedurali”. L’esponente del Pd ha poi annunciato uno spirito collaborativo dell’opposizione su questi temi, esplicitata con il lavoro nella commissione competente, per rimuovere le illegittimità della legge 4.
Gian Vittorio Campus (Pdl) ha sgombrato il campo da ogni dubbio fin dall’inizio: “E’ indubbio che questa è una pessima legge, non perché consente una cementificazione delle coste, ma è una pessima legge perché non è chiara, precisa, definita e non serve ai cittadini”. Per Campus la norma è nata volutamente ambigua ed è stata ulteriormente deformata o malformata dall’assalto in commissione e in aula da parte dei consiglieri. Ad esempio di questo l’esponente della maggioranza ha citato gli interventi sui nei centri storici: “!Quando si parla di adeguamenti deve essere necessaria una delibera del consiglio comunale, quando invece si parla di demolizioni nei centri storici il passaggio in consiglio comunale scompare ed è sufficiente il parere di un tecnico”. Nel ribadire i dubbi sulla legge Campus ha anche fatto riferimento allo spettro delle speculazioni che aleggia sulla norma: “Serve uno strumento che sia nell’interesse dei cittadini e dei piccoli artigiani, non degli speculatori e dei palazzinari, quelli che non aspettano altro che noi diventiamo politici compiacenti e complici delle loro speculazioni. Non c’entrano le ideologie, si tratta di soldi che girano per qualche campagna elettorale o solo per cupidigia”. Per Campus, che ha dichiarato la sua difficoltà ad esprimere un voto sulla proposta 273, “perché se errare è umano, perseverare è diabolico”, ha esortato l’Assemblea a rimettere mano alla legge per eliminarne le illegittimità è migliorarla. (M.P.)

L’on. Luigi Lotto (Pd), ricordando che la legge 4 “è stata ed è rimasta l’unico fiore all’occhiello negativo di questa amministrazione”, ha espresso parere contrario alla proposta di proroga di una norma che il Consiglio regionale aveva pure peggiorato rispetto al Piano Casa lanciato a suo tempo dal premier Berlusconi. “Ha creato le condizioni per una contrapposizione tra cittadini e sindaci” ha aggiunto l’esponente del Partito Democratico perché nel 2009 la Regione aveva dato ai cittadini la possibilità di muoversi oltre i limiti posti dai comuni. “Si è creato un danno politico e culturale che tutti quanti impiegheremo molto a recuperare - ha denunciato l’on. Lotto - Abbiamo impiegato anni per creare tra i cittadini una coscienza urbanistica, la convinzione che era giusto che per costruire dovesse esistere un piano di crescita complessiva della città o del paese nell’interesse della comunità e non solo di quello privato”. Come migliore soluzione il consigliere del centrosinistra ha auspicato la “morte” della legge al termine originario del prossimo 30 aprile e l’avvio di una riflessione su un modello di sviluppo da non basarsi sulla sola edilizia che “non crea prospettive, ma solo ed esclusivamente problemi”. Infine l’on. Lotto ha espresso timore sul rischio che la legge 4 possa essere utilizzata per giustificare sanatorie e la disastrosa “cultura del condono”.
Anche secondo l’on. Tarcisio Agus (Pd) la norma “ha osato sconvolgere gli strumenti urbanistici consolidati nei comuni” senza risolvere i reali problemi con “dati conosciuti piuttosto blandi dell’effetto economico creato”. Innanzitutto il diritto ad avere un’abitazione dignitosa, soprattutto per coloro che guadagnano appena 800 euro al mese: “Abbiamo sollecitato una politica per la casa, uno degli elementi tradizionali della nostra cultura, condizione importante per dare certezza al futuro della famiglia – ha spiegato l’on. Agus - Questo piano casa avrebbe la necessità di essere incentivato con risorse pubbliche. Non vediamo l’esigenza di una norma che dà la possibilità esclusivamente a chi ha le risorse”. Poi, l’esponente del Partito Democratico ha ricordato l’importanza di intervenire sul “non finito” per superare il degrado di molti centri abitati sardi e dare loro una immagine, quanto mai importante per una regione che vuole rendere il turismo un settore trainante. Contrarietà l’ha anche espressa all’ampliamento di un terzo negli edifici pubblici. Di sicuro, ha concluso l’on. Agus, non può essere la sola edilizia a poter sostenere l’economia isolana. (MM).

Plauso alla proposta ed apprezzamento per il senso di responsabilità manifestato dal presidente della commissione On. Matteo Sanna. Partendo da questa premessa l’On. Pietro Pittalis (Pdl) ha invitato quanti hanno parlato di “effetti disastrosi” della legge 4 del 2009 a confrontarsi con la realtà e ad indicare, se ne hanno le prove, i casi di “disastri urbanistici e scempi ambientali”. E’ vero invece, ha dichiarato Pittalis, “che l’esigenza di una proroga della normativa in vigore è particolarmente sentita dai cittadini e non ha assolutamente nessun colore politico: sicuramente hanno ricevuto sollecitazioni in tal senso anche molti colleghi dell’opposizione”.
Piuttosto, ha aggiunto, “è importante utilizzare la proroga in modo costruttivo per approfondire il lavoro già impostato dalla commissione sul nuovo testo, che si può certamente migliorare e correggere in alcune parti, ma è indubbio che, nel frattempo, la norma debba prolungare i suoi effetti per venire incontro ai piccoli e piccolissimi proprietari di abitazioni.” L’On. Pittalis ha poi suggerito all’assessorato una maggiore informazione sulla materia, ritenendo che “proprio la carenza di notizie chiare abbia rappresentato in questi due anni una delle maggiori criticità, senza la quale i risultati concreti sarebbero stati di gran lunga migliori.”
Al di là della dialettica consiliare maggioranza-opposizione, l’On. Pittalis ha dichiarato di voler raccogliere “la disponibilità al confronto di alcuni colleghi della minoranza, che certamente darà i suoi frutti.”
“Stimo l’On. Pittalis-ha cominciato il capogruppo dell’Idv On. Adriano Salis-ma sono convinto che il suo intervento sia stato eccessivamente propagandistico, perché questa è una legge pessima arrivata al traino del piano casa lanciato a suo tempo da Berlusconi”. Se andassimo a rileggere i resoconti del dibattito sulla legge 4 del 2009 che si vuole prorogare “ci renderemo conto del fatto che l’opposizione ha visto riconosciute tutte le sue ragioni, ipotizzando che la norma sarebbe stata inapplicabile e fonte di inutile contenzioso: è una regalia di volumi da cui sono esclusi proprio quanti la casa non c’è l’hanno.” Secondo Salis, l’unico effetto reale che produrrà la proroga della legge 4 del 2009 sarà quello di “complicare ancora di più il lavoro degli uffici comunali, senza peraltro alleggerire la crisi dell’edilizia, che esiste ma non si risolve in questo modo.”
Il problema vero, ha aggiunto l’On. Salis, “è che la regione sarda non ha una sua politica della casa, che in questi anni è stata di fatto delegata alle agenzie immobiliari, senza dare un minimo di risposte a chi sente davvero l’esigenza di avere una casa, ed anche a tanti comuni dove ci sarebbe la necessità di riqualificare il tessuto urbanistico”. Il capogruppo dell’Idv in conclusione ha rivolto un appello ad un non meglio specificato collega “che potrebbe avere interessi non trasparenti, ad astenersi dal votare questa proroga.” (A.F.)

Giulio Steri, capogruppo di Udc-Fli ha spiegato come la proposta in esame si limiti a prorogare il termine di efficacia della legge 4 del 2009, senza modificare i termini per il possesso dei requisiti. Per questo, secondo Steri, gli interventi speculativi a cui si è fatto riferimento negli interventi precedenti non possono essere motivo di preoccupazione. Steri ha ricordato le perplessità espresse dall’Udc ma nonostante questo aveva votato a favore, ottenendo comunque l’inserimento di norme esplicative e modificative, in particolare a proposito dell’eolico. “Pur essendo una legge che presenta difficoltà si rinvengono altre norme positive e apprezzabili, per questo – ha annunciato l’esponente dei centristi - esprimeremo voto favorevole, perché le norme di legge, fintanto che sono vigenti, si applicano e questa legge ora non viene applicata”. Nel terminare il suo intervento Steri ha concordato con chi dice che la legge 4 non è un piano casa, “è per questo che dobbiamo lavorare e intervenire con una serie di strumenti per dare la casa a chi non ce l’ha”.
Luciano Uras, capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas ha improntato il suo intervento sulla necessità di abrogazione della legge 4 del 2009. Provocatoriamente Uras ha detto di aver presentato un emendamento per abrogare la legge 4 del 2009. “Avremmo potuto tranquillamente accettare una resa della maggioranza sotto il profilo politico prima che tecnico-giuridico e accontentarci di una rinuncia ad arrivare in aula con questa proroga – ha affermato l’esponente della sinistra – si tratta di una legge ambigua, pessima e inutile. E’ per questo che noi abbiamo la necessità di cambiare rotta, perché la strada che la maggioranza ha individuato è inefficace”. Per Uras non ci sono stati, dopo l’approvazione della legge 4, interventi strategici né di sviluppo, né disposizioni straordinarie per l’economia. La legge 4 è stata definita un “esercizio pessimo di legislazione, per raggiungere un obiettivo è stato utilizzato il peggior strumento”. Mentre a parere del capogruppo di Sel esisteva un obiettivo nascosto: “Consentire una maggiore edificazione di cubature a qualcuno”. L’unica cosa da fare secondo Uras è abrogarla e mettersi a lavorare per dare una casa a chi non la possiede e per tutelare il patrimonio paesaggistico e naturale.
Mario Diana, capogruppo del Pdl, ha bacchettato l’opposizione per la scarsa partecipazione ai lavori della commissione che si è occupata della legge e delle sue proposte di modifica, affermando che sarebbe stato più opportuno intervenire in quella sede. “Quella norma è ancora all’attenzione della commissione – ha dichiarato Diana - e quello che dobbiamo fare oggi è approvarne la proroga”. Diana ha insistito sul fatto che non fosse necessario perdere tanto tempo nella discussione in Aula. Diana ha poi esplicitato le linee guida della maggioranza in merito all’urbanistica, affermando che su questo settore “si deve investire e investire tanto, è un comparto di importanza straordinaria, non certo come Vinyls ed Eurallumina. Non dobbiamo puntare sulla grande industria che è fallita”. L’esponente del centrodestra nel terminare il suo intervento ha voluto puntualizzare di non avere come obiettivo la cementificazione delle coste, così come accusa l’opposizione, ma di voler modificare il Piano paesaggistico regionale che “ha messo in ginocchio molti sardi”. (M.P.)

L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha contestato la maggioranza per i commenti diversificati sul Piano casa, definiti incoerenti. Criticando il capogruppo Pdl Diana per aver fatto capire che “finite le industrie, il mattone è l’unica nostra speranza”, l’esponente del Partito Democratico ha ricordato che sono state presentate 8500 domande (solo l’1,03% del patrimonio immobiliare sardo) e che non tutte saranno accolte perché “la seconda parte del Piano è inattuabile”. L’on. Sanna ha respinto la richiesta di proroga semestrale perché, al posto di un’ autocritica, “state ulteriormente commissariando i comuni dalla loro potestà di governare con equilibrio”. Nonostante “le lezioni dei Tribunali dello Stato”, ha proseguito chiedendo il rispetto del principio di legalità, si vuole seguire una strada di illogicità per favorire le lobby dei costruttori. Chiedendosi chi sia il “genius” della legge, il consigliere del centrosinistra ha parlato prima “dell’eminenza grigia che continua a governare l’assessorato” regionale all’Urbanistica e poi “del fantasma dell’ex assessore Asunis”. Ha poi difeso il Piano paesaggistico perché combatte la concezione di sviluppo del centrodestra fondata sul costruire e sull’occupare quando, invece, “ci troveremo un mazzo di abusi edilizi”. Infine l’on. Sanna ha suggerito ai tecnici comunali di fare attenzione nella lettura delle leggi e di pararsi le spalle da eventuali “rogne” perché lui, al loro posto, non avrebbe rilasciato neanche un’autorizzazione.
La presidente del Consiglio, on. Claudia Lombardo, ha sospeso la seduta convocando per le ore 16 la Conferenza dei capigruppo e annunciando la ripresa dei lavori dell’Aula alle ore 16.30. (MM).