CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 193 del 12 aprile 2011
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Mozione n. 120 (Uras e più) sull’attuazione del programma di edilizia economica e popolare di cui alla deliberazione n. 71/32 del 16 dicembre 2008. In apertura la commemorazione dell’on. Silvio Cherchi
Cagliari, 12 aprile 2011 - Il Consiglio regionale ha iniziato i suoi lavori sotto la presidenza dell’On. Claudia Lombardo. La presidente è intervenuta per ricordare solennemente l’ex consigliere Silvio Cherchi, in carica nella passata legislatura e deceduto stamane. La seduta è stata sospesa per cinque minuti in segno di lutto. Sull’ordine dei lavori ha preso la parola il capogruppo Idv on. Adriano Salis per chiedere alla Presidenza di intervenire per difendere le prerogative del Consiglio. L’esponente dell’Italia dei Valori si è chiesto che valore abbiano le decisioni prese, specificatamente sulla nomina del commissario straordinario del comune di Olbia Mariano Mariani ritenuta illegittima dall’Aula ma non altrettanto, ha detto Salis, dal presidente della Giunta. L’on. Claudia Lombardo ha ricordato di aver sempre difeso le prerogative del Consiglio, di aver già fatto un richiamo in passato, di aver trasmesso ieri l’esito della votazione al presidente della Giunta e di attendere una risposta. Se questa non dovesse arrivare e se dovesse emergere una volontà contraria, la presidente ha annunciato che convocherà i capigruppo perché le determinazioni consiliari vengano rispettate. Intervenendo sul regolamento, il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas on. Luciano Uras ha detto di avere l’impressione che ci sia “una gestione capovolta delle funzioni”. Sul valore degli atti di indirizzo votati dal Consiglio ha aggiunto: “Non è accettabile che qualcuno dica palesemente che non adempie. Non è pensabile che questo sia consentito. Qui nasce un conflitto difficilmente sanabile tra Consiglio e Giunta regionale”. (MM)In riferimento a quanto sostenuto da Luciano Uras, il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, Mario Bruno (Pd), ha riferito di avere già scritto “formalmente” alla presidente Lombardo, “al di là della convocazione della conferenza dei capigruppo”. Bruno ha proseguito ricordando la “tragedia” avvenuta ieri sera nello stabilimento della Saras, ed esprimendo il suo cordoglio ai familiari di Pierpaolo Pulvirenti. “Ci chiediamo, - ha dichiarato - e lo chiediamo alla Giunta, i motivi dei ritardi sulla prevenzione. Io credo che il collega Sabatini abbia fatto bene a convocare la commissione d’inchiesta sulla sicurezza sul lavoro, che è la sede più idonea per indagare. Io credo - ha proseguito - che oggi il Consiglio debba essere informato del perché, a tre anni dall’approvazione di una legge regionale sulla sicurezza sul lavoro, le disposizione che essa contiene non sono applicate. Affrontare oggi questo tema in Consiglio, credo sia il modo più adeguato per esprimere il nostro cordoglio ai familiari di Pierpaolo Pulvirenti, per assicurare loro che sia fatta giustizia, che siano fatti tutti i passi per garantire la sicurezza sul lavoro” . Bruno ha infine sostenuto che la Giunta regionale debba riferire “quanto prima in quest’Aula” in merito alla vicenda della Saras.
Anche Roberto Capelli (Gruppo Misto) ha espresso il suo cordoglio ai familiari “dell’ennesima vittima degli incidenti sul lavoro in Sardegna”. Il consigliere regionale si è poi allacciato ai temi in discussione per precisare che il percorso di “legalità” iniziato con le mozioni presentate, “deve partire da questo Consiglio”. Capelli ha poi espresso il suo disaccordo alle dichiarazioni del presidente Capellacci, relative alle mozioni discusse in Aula nella seduta scorsa, dichiarando di trovarle “inopportune”. In particolare, ha sostenuto di riferirsi alla mozione sulla nomina del commissario del comune di Olbia, precisando che “le mie posizioni rimangono tali e quali. Mai – ha sottolineato – ho avuto un ripensamento in tal senso”. Capelli ha quindi invitato i capigruppo a “formalizzare una censura” sulle dichiarazioni del presidente della regione, e sulla scelta di “non dare corso a quanto votato dall’Aula” durante l’ultima seduta. “Io credo - ha concluso - che la Sardegna la si difenda anche in questo modo”. (Monica Caboi)Sono consapevole di usare parole forti, ha esordito l’On. Giampaolo Diana (Pd), “ma quando in 2 anni muoiono 4 lavoratori non si tratta mai di una fatalità: c’è sempre un responsabile”. E nella tragedia della Saras, ha proseguito, “ci sono 2 responsabili: la Saras da una parte e, dall’altra, gli Assessori regionali che, per le parti di rispettiva competenza, non hanno applicato correttamente e completamente la legge regionale 8 del 2008 che prevede l’attivazione, a cura della regione, del coordinamento di tutti gli enti pubblici per incrementare le attività ispettive nei luoghi di lavoro”.
La situazione, a giudizio dell’esponente del Pd, richiede quindi che il presidente della regione riferisca al più presto in aula su quanto accaduto, “possibilmente questo pomeriggio”, insieme all’Assessore dell’Industria. “Dovrebbero dimettersi entrambi-ha aggiunto l’On. Diana-quanto meno per un obbligo morale e politico che deriva dal non aver compiuto il loro dovere e, in particolare, per non aver organizzato le attività di coordinamento previste dalla legge in materia di sicurezza del lavoro”.
Rispondendo all’On. Diana, la Presidente Lombardo ha ricordato gli impegni istituzionali del Presidente della regione a Bruxelles e dell’Assessore dell’Industria a Roma, assicurando però che già dalla prossima seduta l’esecutivo riferirà in aula sulla vicenda Saras.
Per l’On. Pietro Pittalis “toni e giudizi appaiono esagerati” nella ricostruzione delle vicende oggetto del dibattito. “Una cosa è discutere e confrontarsi sul ruolo, le funzioni e qualità del ruolo del consiglio regionale e dell’equilibrio istituzionale fra potere legislativo e potere esecutivo, ma ogni questione va posta nella sede giusta”.
Sono eccessivi, quindi, gli “atteggiamenti di chi vuole ipotizzare censure senza fondamento, spesso frutto di una errata valutazione della differenza che passa fra attività legislativa ed attività amministrativa”. In riferimento alla tragedia della Saras, Pittalis ha affermato “che non è consentito a nessuno speculare ed andare deliberatamente oltre le righe, solo per sfruttare l’ennesima occasione di attaccare la giunta regionale”.
Nel caso specifico, ha osservato, “è del tutto arbitrario stabilire un nesso di causa-effetto fra comportamenti politici e incidenti sul lavoro. Questo nesso non c’è e sarebbe davvero meglio per tutti che il dibattito in consiglio regionale scada ad un livello così basso.”
Intervenendo per illustrare la mozione 118, relativa ad un grande piano di edilizia popolare che non è stato ancora realizzato a distanza di due anni, l’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) si è soffermato in apertura su quello che ha definito “un conflitto istituzionale senza precedenti; conflitto che nasce dalla volontà del governo regionale di violare consapevolmente e sistematicamente le leggi votate dal consiglio”.
“Come eletti del popolo sardo-ha affermato-non abbiamo più tempo da perdere, anche perché il popolo sardo sta pagando un prezzo altissimo per il tempo perduto dai suoi rappresentanti”. L’On. Uras si è poi rivolto con toni estremamente duri agli Assessori regionali del Lavoro e della Sanità che “non potevano non sapere sia del contenuto delle leggi regionali, che delle risorse a disposizione per creare le migliori condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.” Dunque, ha continuato, se le leggi ci sono e le risorse sono disponibili, non ci sono alibi: ci sono solo responsabilità da perseguire”. L’On. Uras ha dichiarato quindi di “sentirsi preso in giro da tutto ciò e che, per questo, rinuncerà ad illustrare la mozione.” (A.F.)L’on. Roberto Capelli (Misto) ha citato alcune dichiarazioni rilasciate dal presidente di Area Sangiorgi in due audizioni, nei mesi di luglio e novembre 2010, davanti alla Commissione Bilancio del Consiglio regionale. In particolare, ci si riferiva al basso livello di operatività dell’Agenzia, ad uno “straordinario” rapporto di uno a otto tra dirigenti e resto del personale, ad un sistema retributivo e premiante “gestito con criteri di appiattimento”. L’on. Capelli ha detto che emerge il quadro di un’azienda anomala che costa 37 milioni all’anno per la sola gestione dei circa 160 dipendenti (260.000 euro pro-capite), mentre oltre 198 milioni non sono stati impegnati per la “mission”: “A fronte di 3700 richieste di casa, la gente non ne vede neanche una”. Infine, l’esponente del gruppo Misto ha contestato le procedure recentemente adottate per attuare il programma di edilizia popolare del 2008: “La formula dell’appalto-concorso è chiaramente inopportuna e illegittima”.
La corretta ultimazione del percorso di gara già avviato è stata sollecitata dall’on. Luigi Lotto (Pd). A suo avviso occorre vigilare “per evitare di incorrere in inciampi procedurali che potrebbero allungare i tempi” a discapito della costruzione di case popolari delle quali c’è sempre maggiore bisogno a causa dell’aggravarsi di una crisi che fa aumentare il numero dei poveri. L’esponente del Partito Democratico ha chiesto che l’Area venga amministrata bene e con criterio “creando le condizioni affinché i denari a sua disposizione vengano fatti immediatamente entrare nel circolo del sistema economico isolano”. “Ho l’impressione – ha concluso – che l’attuale consiglio di amministrazione non sia davvero all’altezza del gravoso compito”. (MM).“Un’altra puntata di quella che sta diventando una interminabile storia di illegalità in questa regione”. Questo il commento di Gian Valerio Sanna (Pd) alle rilevazioni contenute nella mozione n.120. Sanna si è poi rivolto alla presidente Lombardo, ringraziandola per la presa di posizione nei confronti del presidente Cappellacci in merito alle deliberazioni del Consiglio regionale. “Se io voto un deliberato in questo Consiglio – ha spiegato - e mi sento rispondere in maniera così villana attraverso i giornali, e l’illegalità raggiunge questi confini, ciascuno di noi può decidere di rivolgersi alla procura”. Le dichiarazioni “pubbliche” del presidente della Giunta, secondo Sanna, contribuiscono al “compimento dell’ inutilità delle nostre funzioni”. Nello specifico della mozione, il consigliere di opposizione ha ricordato che AREA, pur trovandosi dal 2008 con una disponibilità finanziaria di 120 milioni di euro, non ha ancora oggi provveduto alla realizzazione dei 620 alloggi di edilizia economica e popolare previsti. Si tratterebbe, ha sottolineato Sanna, “di dare casa a mille famiglie in un momento di crisi per l’economia regionale”, lamentando il disinteresse della Giunta che però – ha rimarcato – “non si è dimenticata di presentare una proroga alla legge n.4. Una buffonata, una legge inutile e impraticabile, censurata da tutti i tribunali dello Stato”. In quanto alle irregolarità rilevate nella mozione, Sanna si è domandato se si trattasse di “un’illegalità casuale”. “No, a mio giudizio no – ha detto, precisando che si tratta invece di un’illegalità “voluta”, perché “esiste dentro questa regione una strategia”, che il consigliere del Pd ha chiarito di “voler denunciare”. Ha quindi spiegato: “Non vorrei che questa situazione di non governo dentro l’Area (in cui, ha sottolineato Sanna, ci sono numerosissimi miei valenti colleghi) sia funzionale ai vertici di questa regione, a quei poteri un po’ troppo avvezzi alla voglia di mattone. Se l’AREA venisse commissariata – ha concluso - io vi ho avvertito prima e il responsabile ve lo dirò dopo”.
Per il capogruppo Idv, Adriano Salis, “grida allo scandalo che ci siamo risorse finanziare ingenti nelle casse regionali che non vengono spese. Sarebbe un’ attenuante - ha aggiunto - se l’ente tenuto a spenderle fosse in difficoltà finanziare, ma così non è . Anzi, gode di ottima salute, quanto meno a leggere gli stipendi e le risorse messe a disposizione per la spesa corrente”. Il presidente del gruppo Idv ha richiamato l’Aula ad assolvere il suo impegno legislativo per risolvere il problema abitativo in Sardegna. “La giunta regionale quale ruolo vuole dare all’edilizia residenziale pubblica, al bisogno di case a canone accessibile che viene da tutte le aree della Sardegna? – ha domandato, sostenendo ironicamente di avere l’impressione che la politica regionale per la casa “sia stata delegata alla Toscano o alla Tecnocasa”. Salis ha quindi ribadito il suo no al piano casa, chiedendo all’assessore Sannitu una verifica attenta sull’Azienda regionale per l’edilizia abitativa e che “si riprenda in mano un percorso che veda la politica dell’edilizia economica, popolare e pubblica, quale politica prioritaria nei piani e nei programmi della giunta regionale”. (Monica Caboi)Questa mozione è molto chiara e parte da un presupposto, ha affermato l’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) “e riguarda il tempo impiegato dall’amministrazione regionale, nel suo complesso, per assumere decisioni, impostare programmi e impiegare le risorse disponibili.” In molte audizioni presso le diverse commissioni del consiglio, ed in particolare quelle di Area-ha ricordato ancora Uras-“non siamo riusciti a capire come si spendevano le risorse, come si lavorava all’interno delle agenzie regionali, e con quali difficoltà. Di fronte ad una situazione del genere, abbiamo avuto risposte lacunose e poco articolate.”
Esiste dunque un grande problema, secondo Uras, “che riguarda le possibilità concrete per il consiglio regionale di esercitare un’efficace azione di controllo. In realtà, ci sono alcune componenti dell’amministrazione regionale nel suo complesso la cui azione sfugge, di fatto, ad ogni verifica”.
Invece, ha concluso Uras, “noi questa verifica la chiediamo e riteniamo di averne diritto. Non solo per la delicata missione che svolge Area, quella di dare risposte a chi non può acquistare una casa a prezzi di mercato, ma soprattutto per evitare che un programma da oltre 100 milioni di euro accumuli altri ritardi e rischi di essere travolto dal contenzioso”.
Premettendo di non aver intenzione di eludere il problema posto dai consiglieri regionali, l’Assessore dei Lavori Pubblici Bastianino Sannittu ha rivendicato il ruolo strategico di Area nell’ambito delle politiche della casa della regione sarda. Dopo aver ricordato le delibere dell’esecutivo che, fin dal 2007 e 2008, davano avvio al piano di edilizia economica e popolare, l’Assessore ha riconosciuto che “i tempi non sono stati rispettati, con particolare riferimento ai 12 mesi entro i quali dovevano partire i lavori dopo la concessione delle aree edificabili da parte dei Comuni”. Alle ripetute sollecitazioni, che l’Assessore Sannitu ha fatto risalire alle gestioni dei suoi predecessori Mannoni e Carta, l’Area ha risposto “con una serie di richieste di chiarimenti procedurali, che peraltro sono stati forniti.” Di fatto, ha proseguito l’esponente dell’esecutivo, la situazione si è sbloccata “solo nel 2010, quando si è concretizzato il pericolo della perdita dei finanziamenti assegnati all’agenzia. Anche questo dimostra c’è non c’è stata, sulla tempistica, l’attenzioen che sarebbe stata necessaria”.
Passando al punto relativo ai bandi in corso, Sannitu ha invece ribadito la legittimità delle procedure seguite. Sull’intero piano, ha assicurato, “lavoreremo col massimo impegno, anche esercitando un monitoraggio costante e puntuale sull’attività di Area.”
L’on. Roberto Capelli (Misto) si è dichiarato “profondamente deluso” dall’intervento dell’assessore ai Lavori pubblici Sebastiano Sannitu perché in contraddizione, su alcuni aspetti, con le dichiarazioni rese dal presidente di Area Sangiorgi quando fu chiamato in audizione dalla Terza Commissione. “Una relazione fantasiosa”, ha aggiunto con riferimento alle espresse possibilità di utilizzo del sistema dell’appalto-concorso in contrasto con quanto già disposto dal Consiglio di Stato. L’on. Capelli ha detto di ritenere inevitabile l’interessamento della Corte dei Conti davanti alla quale sarà l’assessore a dover rispondere perché la legge 14 “lei non può non applicarla secondo le interpretazioni o se lo ritiene e non può consentire ad altri di pensare di non tenerne conto”. Dopo aver ribadito la richiesta alla Regione di rivedendo la politica dell’Area e i bandi “palesemente illegittimi”, l’on. Capelli ha chiesto lo scrutinio segreto.
La presidente del Consiglio, on. Claudia Lombardo, ha messo in votazione la mozione. Con 63 presenti e 61 votanti è stata respinta: 34 i contrari, 27 i favorevoli, 2 gli astenuti (on.li Lombardo e Cuccureddu). E’ stata aperta la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno.Mozione n. 124 (Sechi e più) sulla procedura di privatizzazione della società Tirrenia – Mozione n. 115 (Cuccureddu e Mulas) sull’immotivato enorme incremento delle tariffe navali da e per la Sardegna - Interpellanza n. 209 (Meloni M. e più) sull’aumento dei trasporti marittimi tra la Sardegna e la Penisola e sulla violazione della normativa dell’Unione europea in materia di concorrenza fra le compagnie dei trasporti marittimi – Interpellanza n. 218 (Salis e più) sul gravissimo danno causato alla Regione Sardegna dall’aumento delle tariffe nel trasporto marittimo
Illustrando la mozione n. 124, l’on. Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha spiegato di avere la paura che “i sardi, senza avere colpa, siano condannati agli arresti insulari”. I costi aumentati nei trasporti marittimi, ha spiegato, contrastano con i princìpi della libera circolazione delle persone e delle merci e la situazione rischia di aggravarsi se la privatizzazione della Tirrenia possa far cadere la compagnia nelle mani di un pool di imprese. L’on. Sechi ha chiesto che si reagisca al rischio “più che reale” di un regime di oligopolio perché danneggerà non solo i cittadini sardi, ma anche i turisti: “I prezzi hanno raggiunto un livello eccessivo. Un prezzo superiore, ma per altre ragioni, per arrivare da noi lo pagano solo i clandestini nordafricani”. Citando le recenti dichiarazioni dell’assessore al Turismo Luigi Crisponi sul rilancio del comparto, l’on Sechi ha concluso l’intervento dicendo che “sono arrivati i tempi per una continuità territoriale garantita a tutti”. (MM).
Il presidente del Gruppo Misto, Francesco Cuccureddu, ha illustrato la mozione n. 115 (sull’immotivato enorme incremento delle tariffe navali da e per la Sardegna). Cuccureddu ha ricordato che la mozione in oggetto fu presentata un mese fa quando la base d’asta per la Tirrenia (e la controllata Siremar) era di 380 milioni di euro. “Oggi – ha spiegato – questa gara non è ancora stata ratificata, ma pare che ci sia uno “sconticino” di 100 milioni di euro a favore di un oligopolio (il riferimento è alla cordata Aponte, Onorato, Grimaldi) sulle tratte per la Sardegna, che forse – ha continuato - non porterà agli arresti insulari dei cittadini, ma al blocco o alla potenziale sottomissione delle loro condizioni per il trasporto merci”. Cuccureddu, ricordando che se per i cittadini esiste un’altra possibilità di movimento rappresentata dalla via aerea, per le merci, se si dovesse decidere di decuplicare gli importi delle tratte, il rischio sarebbe quello di paralizzare importazioni ed esportazioni. “La nostra mozione - ha spiegato il consigliere del Gruppo Misto - si basava su dati precisi e su una precisa richiesta alla Giunta e all’assessore ai Trasporti di adire immediatamente all’Autorità garante per la concorrenza, e ci fa piacere che la giunta abbia voluto seguire la strada indicata. Non rappresenta – ha precisato – la soluzione nell’immediato ma quantomeno permette di non apparire accondiscendenti a un cartello evidente”. La “prova provata” dell’esistenza di un cartello nei servizi marittimi, Cuccureddu la rileva paragonando i costi tra diverse tratte e mostrando che la motivazione addotta - l’incremento dei prodotti petroliferi a causa delle recrudescenze della crisi in nord Africa – non giustifica il prezzo inferiore della tratta Genova-Palermo rispetto alla Genova-Olbia, “di cui è doppia in termini di miglia”. “Non spetta a noi sanzionarli – ha concluso - ma denunciarli sì, nell’interesse dei cittadini sardi, delle piccole strutture, dei proprietari di seconde case o di chi le prende in affitto. La situazione è intollerabile e va ricercata una qualche soluzione, magari puntando, come si fa nel settore aereo, al modello del co-marketing per calmierare i prezzi”.
L’interpellanza 209/A (sull’aumento delle tariffe dei trasporti marittimi tra la Sardegna e la Penisola e sulla violazione delle normative dell’Unione europea in materia di concorrenza fra le compagnie dei trasporti marittimi) è stata illustrata da Luigi Lotto (Pd). Il consigliere dell’opposizione ha sottolineato come “l’elevatissimo aumento delle tariffe”, definito “insensato e inaccettabile”, crei gravi danni ai residenti sardi e al sistema economico e turistico nel suo complesso. “Appare chiara l’intesa tra le varie compagnie - ha aggiunto Lotto -. La stessa regione ha istituito il primo marzo scorso un tavolo tecnico tra assessori e compagnie di trasporto, ma non appare ancora chiaro cosa la giunta abbia fatto per evitare le gravi conseguenze dello stato di cose”. Lotto ha pertanto domandato all'esecutivo e all’assessore di verificare lo “stato reale delle tariffe attualmente applicate” e di rendere noto se intendano, come già fatto dalla giunta provinciale di Cagliari “ricorrere all’autorità della concorrenza e alla stessa commissione europea interessata”. (Monica Caboi)
Per il capogruppo dell’Italia dei Valori Adriano Salis, primo firmatario della mozione 218/A sempre in tema di trasporto marittimo, il problema “non è solo quello dell’aumento delle tariffe, ma quello della creazione di un grande monopolio privato sul quale sarà impossibile esercitare una qualunque forma di controllo pubblico”.
C’è quindi grande preoccupazione-ha sostenuto Salis-ed è assolutamente necessario “che la giunta regionale persegua ogni strada praticabile per ritornare ad una presenza pubblica nel settore. La nostra situazione di insularità, infatti, ci vede dipendenti dal trasporto marittimo ed aereo per ogni attività civile ed economica e non si vede come si possa perseguire questo nostro interesse pubblico e generale se non attraverso una gestione diretta.”
Il primo dato che purtroppo dobbiamo già registrare-ha dichiarato l’On. Tore Amadu (Pdl)-è il colpo pesantissimo ricevuto dalla nostra economia a causa dell’aumento delle tariffe. Occorre quindi che la commissione trasporti inizi a lavorare al più presto su questo tema, per esaminare in tempi rapidi le possibili soluzioni.” Amadu si è poi soffermato su due interventi, che a suo giudizio, devono essere prioritari in questo momento: “la richiesta allo Stato dei finanziamenti una volta assegnati alla Tirrenia, e la predisposizione di una legge che consenta alla regione di mettere a gara una serie di tratte passeggeri e merci imponendo alle società aggiudicatarie l’accettazione di oneri di servizio pubblico che, attraverso l’uso appropriato di risorse finanziarie, ottiene lo scopo di raffreddare i prezzi”. Quest’ultima opzione-ha precisato-è perfettamente compatibile con la normativa dell’unione europea e “se non lavoriamo da subito in questa direzione, potremo fare al massimo grida manzoniane alle quali non seguirà alcun risultato pratico.”
L’On. Chicco Porcu (Pd), in apertura, ha rilevato con soddisfazione che sta emergendo una posizione sostanzialmente unitaria su una questione di importanza strategica per la Sardegna. Certo-ha aggiunto-bisogna esaminare quali strumenti giuridici possono essere utilizzati per raggiungere lo scopo e come si può arginare il boom delle tariffe. “Rispetto a questo scenario, che tutti abbiamo ben presente e di fronte alle nostre preoccupazioni comuni, emergono due linee di pensiero: quella di chi sostiene un nuovo intervento pubblico nel settore ed un’altra che attribuisce alla regione il ruolo esclusivo di soggetto regolatore del mercato.”
Porcu propende per quest’ultima ipotesi. Anche perché-ricorda-“i prezzi bassi della Tirrenia poi li pagavano i cittadini con la fiscalità generale, ripianando ogni anno i bilanci perennemente in passivo della compagnia”. Non esistono ricette facili e miracolose ma, secondo l’esponente del Pd, “è possibile ripercorrere con successo la strada già tracciata nel settore del trasporto aereo, con l’imposizione alle compagnie di oneri di servizio pubblico e determinati standard di qualità e servizio.” L’On. Porcu ha auspicato, infine, che il consiglio regionale arrivi sul tema del trasporto marittimo ad una posizione unitaria, “magari attraverso una breve sospensione che ci consenta di affinare gli strumenti tecnici che intendiamo utilizzare.”
L’on. Renato Lai (Pdl) ha ricordato quanto siano immensi i danni causati dalle “indecenti tariffe” all’economia sarda e, in particolare ai settori del turismo e dell’autotrasporto. Ha definito “opportuno” il ricorso del presidente della Regione Ugo Cappellacci all’Antitrust per tutelare gli interesse isolani, dei cittadini e delle imprese: “Altrettanto utili possono essere le azioni di charter aggio per limitare le restrizioni alla concorrenza e dare la possibilità di aprirsi a nuovi vettori”. L’on. Lai ha accusato le compagnie di navigazione che hanno aumentato le tariffe in maniera ingiustificata “a discapito del diritto dei sardi ad usufruire dei prezzi della continuità territoriale”. Ricordando l’abbandono da parte di Trenitalia della rotta Golfo Aranci – Civitavecchia per le merci su rotaia e auspicando il voto su un documento di sintesi, l’esponente del Popolo della Libertà ha concluso: “Non si deve abbandonare la Sardegna allo sfruttamento di rendite di posizione per evitare di essere vessati”.
L’on. Claudia Zuncheddu (Sel-Comunisti-Indipendentistas), contestando le assenze di buona parte della Giunta e del presidente Cappellacci, ha rilanciato l’idea, proposta ma mai attuata in passato, di “mettere in campo risorse e idee per una cordata pubblico-privata, a prevalenza pubblica, per creare una flotta sarda”. Ha fatto appello ad una Regione che sia capace di salvaguardare l’interesse collettivo perché i servizi pubblici non possono essere totalmente privatizzati. Invece, ha proseguito l’on. Zuncheddu, si assiste ad un aumento dei prezzi perché è la conseguenza della formazione di un cartello monopolistico. Con la flotta sarda, ha aggiunto, “potremmo risolvere i problemi di mobilità e non essere ricattati volta per volta da cordate private il cui unico interesse è il profitto, così come deve essere per il privato”. “È tempo di dire basta – ha concluso l’on. Zuncheddu - alla politica dei piagnistei, delle occasioni perdute o dei governi amici”.
Secondo l’on. Efisio Planetta (Ps d’Az) la privatizzazione della Tirrenia è scandalosa perché il Governo, come tutti gli altri, si dichiara amico della Sardegna “ma solo a parole”. Accusando lo Stato di “essere il vero separatista” perché continua a trattare l’isola come una colonia, l’esponente sardista ha rivendicato la paternità della battaglia sulla continuità territoriale cominciata in solitudine dal suo partito. “La Regione – ha spiegato – deve avere un giusto peso nelle decisioni” e non è tollerabile un atteggiamento finalizzato alla nascita di un cartello di monopolio favorito dal “disegno preciso di smantellare la Tirrenia”. Altrimenti, ha concluso l’on Planetta, ci saranno ripercussioni negative sul sistema economico e sarà ancora una volta limitata la libertà di movimento dei sardi. (MM)Tarcisio Agus (Pd) ha parlato di “necessità vitale del trasporto”, definendolo “un tema caro a tutti sardi ma anche un tema complesso” che pone la questione di non “danneggiare” la nostra condizione di insularità colpendo uno dei servizi pubblici più importanti per un’ isola. “Il tentativo di privatizzazione - ha spiegato - mette in discussione la circolazione di uomini e mezzi, perché non ci permette di avere lo stesso costo di movimento che ha il resto d’Italia, penalizzando così la nostra economia”. Quindi Agus ha sottolineato il problema relativo alle nostre produzioni “che stentano a inserirsi nel mercato perché subiscono ulteriori costi”. La proposta del consigliere è pertanto di tutelare il servizio pubblico, "evitando monopoli che sfruttino l’isola per incamerare risorse che investono altrove”. Agus ha infine invitato il centro-destra ad impegnarsi ad attuare il progetto delle autostrade del mare e a spingere perché i costi dei percorsi marittimi siano equiparati a quelli nazionali.
Il vicepresidente del Consiglio regionale Michele Cossa (Riformatori Sardi – Liberaldemocratici) ha sottolineato, come effetto principale dell’aumento delle tariffe, una flessione del 20% degli arrivi turistici in Sardegna. Ma per Cossa va soprattutto considerato che la quasi totalità (“circa il 99%”) delle merci che arrivano in Sardegna viaggiano via mare, pertanto un’impennata dei prezzi metterebbe in moto un “fenomeno assai più grave” che ci pone davanti “alla prospettiva di una vera catastrofe economica”. La soluzione prevede un intervento del settore pubblico che “deve – ha sostenuto - entrare pesantemente in questo settore utilizzando gli strumenti forniti dall’Unione Europea, che permettono di governare il processo di privatizzazione, in modo che una realtà come quella nostra che vive economicamente grazie al trasporto marittimo non venga ad essere strangolata. Soprattutto, se è vero, come è vero, - ha continuato - che chi sta cercando di acquisire la Tirrenia è un soggetto che già opera in queste tratte, instaurando un regime di finta concorrenza”. Ma va affrontato il problema della continuità territoriale, ha concluso, tenendo presente che “la convinzione, indotta da alcuni, che la continuità territoriale possa farsi senza spendere risorse è un’illusione. Non crediamo di poter garantire il diritto alla mobilità dei sardi e delle merci a costo zero”.
Luciano Uras (Sinistra Ecologia e Libertà - Comunisti – Indipendentistas) ha presentato una mozione che impegna la giunta a chiedere al governo nazionale di bloccare la vendita della Tirrenia e a richiedere al commissario straordinario di essere invitati alla partecipazione di acquisizione di quote della Tirrenia. La situazione per la nostra regione è talmente grave che secondo Uras “tra un po’ tirano il tappo e ci fanno affondare”. Il capogruppo della sinistra in Consiglio ha quindi ricordato come in Sardegna si sia andata perdendo la diretta gestione dello stato sui trasporti marittimi, avviando procedure di privatizzazione che escludono da qualsiasi guadagno il popolo sardo. “Cosa gliene frega – ha sostenuto - a chi sta a Roma e a chi sta a Bruxelles, se si può muovere dappertutto e qui viene solo d’estate, di come sta questo popolo. Non gliene frega nulla, sono egoisti, pensano ad arricchire se stessi, sono intollerabili in ogni loro manifestazione e sono arroganti. Tanto qua mica ci sono i leghisti che minacciano la separazione”. In chiusura, criticando il governo Cappellacci, ha sostenuto che “questa legislatura finirà prima dell’altra e questo ci consente di cambiare rotta. Noi – ha continuato - vinceremo le prossime elezioni, ma non faremo il vostro errore. Noi dovremmo decidere che il presidente della giunta regionale non si elegga direttamente, e che il consiglio inizi ad attrezzarsi con forme di sfiducia del presidente, a maggiore garanzia del cittadino”. (Monica Caboi)E’il momento di abbandonare i tatticismi, le mezze parole e i lamenti. Con questo appello il capogruppo del Psd’Az Giacomo Sanna ha richiamato l’attenzione dell’assemblea sul rischio che la privatizzazione della Tirrenia in corso apra la strada ad un monopolio privato: “siamo sotto attacco e ci dobbiamo ribellare, e dobbiamo fare tutto da soli perché non ci aiuterà nessuno”-ha sintetizzato Sanna. Il capogruppo sardista si è poi soffermato su quelle che, a suo parere, sono state le tante anomalie che hanno accompagnato la gara: il primo tentativo gestito dalla società pubblica Fintecna andato deserto, il termine di soli 10 giorni entro i quali bisognava presentare fidejussioni per 500 milioni di euro, la seconda fase in cui una perizia ha fatto scendere il valore della compagnia a 380 milioni e la richiesta, presentata dalle società rimaste in lizza, di un pagamento rateale. Accanto a tutto ciò-ha detto Sanna-c’è il business rappresentato dalle sovvenzioni (oltre 60 milioni di euro) che saranno garantite dallo Stato ancora per 8 anni sulle rotte nazionali e 12 su quelle regionali.
“Questa è la battaglia della vita-ha concluso Sanna-che possiamo provare a vincere se la giunta e consiglio regionale interverranno per bloccare le procedure di gara in corso”.
Per la replica finale, ha preso la parola l’Assessore dei Trasporti Christian Solinas, ha evidenziato la necessità che giunta e consiglio operino col massimo dell’unità. L’Assessore si è successivamente soffermato sulle diverse ipotesi praticabili per raggiungere il risultato da tutto auspicato: e per ciascuna delle ipotesi formulate, i problemi attuativi non mancano. “Da una parte c’è il ricorso all’Antitrust ma sappiamo che i tempi delle decisioni saranno medio-lunghi, ed è anche arduo immaginare un intervento diretto della regione perché la finanziaria (che lo consente) è stata approvata dopo l’avvio delle procedure di gara. Così come sarebbe impossibile per la regione, stante la normativa comunitaria, predisporre un bando per alcune rotte coperte da oneri di servizio pubblico, dato che il meccanismo della gara Tirrenia prevede l’assegnazione anche di queste rotte alla società aggiudicataria.”
Alcune altre ipotesi, invece, “si stanno ancora approfondendo sul piano tecnico” e l’Assessore si è impegnato a comunicare quanto prima l’esito di tali verifiche al consiglio. Si tratta di passaggi legati alla società Saremar, che vanta crediti presso Tirrenia, ed all’art. 14 dello Statuto sardo secondo il quale i beni statali privatizzati (o in corso di) non sono più di proprietà dello stato e dovrebbero essere ceduti alla regione.
Prendo atto con favore della volontà del consiglio regionale di fare una battaglia per la libera circolazione delle persone e delle merci. E’ la posizione dell’On. Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) che ha ricordato la lunga sequenza di tagli e ridimensionamenti che hanno caratterizzato il settore del trasporto marittimo, e non solo. Sechi ha anche allargato il discorso all’area mediterranea che, nel nuovo scenario del trasporto marittimo, deve essere un riferimento naturale delle regione sarda. Ha ribadito infine il suo auspicio per una pronuncia unanime del consiglio regionale.
La presidente del Consiglio on. Claudia Lombardo ha annunciato la presentazione dell’ordine del giorno n. 1 (Sanna Giacomo e più) sulla procedura di privatizzazione della società Tirrenia.
Il documento evidenziava il perdurare delle penalizzanti politiche tariffarie, l’aumento indiscriminato delle tariffe e il rischio che il controllo di Tirrenia, con trattativa privata, possa essere affidato alla Compagnia italiana di navigazione costituita dagli armatori napoletani Onorato-Aponte e Grimaldi, già attivi sulle rotte da e per l’isola. L’ordine del giorno paventava il passaggio da un monopolio pubblico a quello privato e sollecitava un voto contrario a questo tipo di gestione per riaffermare il diritto dei sardi alla continuità territoriale marittima e aerea per i passeggeri e per le merci. L’obiettivo dei presentati è quello di raccomandare alla Giunta di agire perché si annulli la gara di privatizzazione, perché la Regione partecipi alla trattativa privata e perché favorisca il coinvolgimento del sistema economico isolano per costituire una società in grado di portare in Sardegna il centro decisionale della “nuova Tirrenia”. Infine, la Giunta veniva invitata a preparare un disegno di legge che, rispettando le norme europee, consenta alla Regione di mettere in gara le tratte marittime da e per l’isola.
L’assessore ai Trasporti Christian Solinas ha espresso parere favorevole con un dubbio sulla capacità di intervento sulle procedure di dismissione della compagnia.
L’on. Chicco Porcu (Pd) si è espresso contro perché “non si possono fare ordini del giorno puntando il dito contro imprenditori privati mentre dovremmo far regolare il mercato”.
I capigruppo dei Riformatori Sardi-Liberaldemocratici, Pierpaolo Vargiu, e del Pdl, Mario Diana, hanno chiesto una votazione per parti.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha annunciato l’astensione: “Nessuno di questi punti può essere legalmente e correttamente applicato”.
Secondo l’on. Pietro Pittalis (Pdl) “come può la Giunta essere impegnata a operare per l’annullamento di una gara bandita da un commissario straordinario? Ci stiamo sostituendo agli organi di giustizia amministrativa?”.
Il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas Luciano Uras ha annunciato il voto favorevole. Se il Consiglio regionale non si esprimesse, ha detto, “rischiamo di rimanere prigionieri nella nostra terra, prigionieri dei proprietari dei vettori aerei e dei titolari delle rotte di navigazione, e la responsabilità sarebbe anche nostra per non aver sollevato la testa”.
Il capogruppo del Misto on. Franco Cuccurreddu ha suggerito di affinare il testo senza farne perdere la forza, ma evitando di far fare pressioni “a buste aperte” anche perché “lo Stato non può intervenire sul commissario, una figura autonoma”.
L’on. Paolo Maninchedda (Ps d’Az) ha difeso il contenuto dell’ordine del giorno perché “chiedere alla Giunta di operare in tutte le sedi, comprese anche quelle giudiziarie, non è nulla di eversivo”.
Il capogruppo Ps d’Az on. Giacomo Sanna si è lamentato con i colleghi che “pretendono di far diventare un caso qualcosa che non è”. Ricordando che “chi è nato servo, resterà servo”, ha annunciato il ritiro dell’odg.
Il documento è stato fatto proprio dal capogruppo Idv on. Adriano Salis perché “dobbiamo fare l’interesse della maggioranza dei sardi, soprattutto di quelli che della nave hanno assoluto bisogno, altrimenti stiamo lasciando il posto alla viltà”. (MM).“Non intendo rinunciare all’ordine del giorno”- ha dichiarato Roberto Capelli (Gruppo Misto), chiedendo all’on. Sanna di mantenere la firma sull’odg. “In quest’Aula – ha sostenuto - si sta consumando un atto un po’ vile. Siamo qui per difendere il diritto sardi e mi sembra di capire che abbiamo l’assenso della giunta, a parte sull’ultimo punto, che è pronta a farsi carico delle azioni politiche possibili che vanno a sostegno della dignità dei sardi”. Capelli ha quindi invitato i consiglieri ad “essere veri rappresentanti del popolo sardo e non servi di maggioranze nazionali. Assumiamoci – ha concluso - le nostre responsabilità. Io sono per l’ordine del giorno, per difendere i nostri diritti e fare lotte politiche dignitose”.
Il capogruppo del Pdl, Mario Diana, ha ironizzato sui rischi che comporta votare un odg. “È chiaro che quando si vota bisogna fare attenzione, non è più come una volta in cui si diceva che un ordine del giorno non si nega a nessuno”. Rivolgendosi poi a Giacomo Sanna “che ha avuto un momento di debolezza politica”, Diana ha infine chiesto una sospensione per trovare una soluzione che “possa mettere d’accordo tutti quanti magari con un frasario diverso”.
La presidente Lombardo ha chiesto di proseguire prima con le dichiarazioni di voto rimandando la sospensione a dopo.
Giampaolo Diana (Pd) ha sostenuto che la regione ha due possibilità di intervento: o attraverso le concessioni, cercando di tutelare i diritti alla mobilità dei sardi, o attraverso una gestione pubblica diretta o partecipata. “A me pare – ha spiegato - che l’ordine del giorno ponga queste questioni, e io non comprendo perché il consiglio di fronte alla possibilità straordinaria di ritagliarsi un ruolo si voglia auto esautorare”.
Carlo Sechi (Sinistra Ecologia e Libertà - Comunisti - Indipendentistas ) ha dichiarato il voto del suo gruppo, precisando come l’ odg “abbia raccolto integralmente l’andamento del dibattito di stasera”. Sechi si è detto disponibile a una sospensione “per affinare il linguaggio” ma il “concetto va fatto salvo, ve ribadito e affermato”.
Luigi Lotto (Pd) ha domandato se davvero si vogliano creare le condizioni “perché la Sardegna e con essa i suoi abitanti non resti prigioniera del mare”. Ha quindi suggerito di procedere con “convinzione” ricordando che “spetterà poi alla giunta farsi carico di questo problema gravissimo”. “L’ordine del giorno va votato, può essere limato, ma non si può tornare indietro”.
È intervenuto Giacomo Sanna ribadendo il ritiro dell’ordine del giorno di cui è primo firmatario. Luciano Uras ha quindi chiesto il ripristino delle mozioni, facendo decadere l’odg. La presidente Lombardo ha dichiarato decaduto l’odg.
La Presidente Lombardo ha quindi messo in votazione le mozioni n° 124 (Sechi e più) e 115 (Cuccureddu-Mulas). Lo scrutinio ha dato il seguente esito: mozione n° 124, presenti 63, votanti 59, favorevoli 27, contrari 32. L’aula respinge. Mozione n° 115: presenti 60, votanti 46, favorevoli 34, contrari 12, astenuti 14. L’aula approva.
La Presidente ha chiuso la seduta ed ha aggiornato i lavori a martedì prossimo 19 aprile, con inizio alle ore 10.00. FINE