CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 191 del 28 marzo 2011

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Approvata la mozione n. 116 sulla vertenza Eurallumina e sulla sua necessaria e rapida soluzione.

Cagliari, 28 marzo 2011 – La seduta si è aperta sotto la presidenza della presidente del Consiglio Claudia Lombardo. In apertura, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo dell’Italia dei Valori Adriano Salis ha ricordato l’ordine del giorno unitario approvato dal consiglio regionale il 16 marzo scorso, con cui si chiedeva l’accorpamento fra le prossime elezioni amministrative ed i referendum nazionali su acqua, energia nucleare e legittimo impedimento. Prendendo spunto da questo documento, l’On. Salis ha richiamato la recente decisione dl governo nazionale che, invece, ha fissato i referendum per il 12 e 13 giugno prossimi “con l’intento evidente”-ha dichiarato il capogruppo Idv “di scoraggiare la partecipazione al voto e fare in modo che la consultazione non raggiunta il quorum richiesto”. Vogliamo sapere dunque-ha proseguito-cosa ha fatto il Presidente della Regione per assicurare il rispetto dell’ordine del giorno votato dal consiglio e sostenere le richieste in esso contenute, anche perché “la giunta regionale, per ciò che riguarda la Sardegna, ha disposto che si vada ad un election day, accorpando elezioni amministrative e referendum e realizzando, fra l’altro, un notevole risparmio di risorse pubbliche”.
Successivamente si è passati all’ordine del giorno, con l’esame della mozione unitaria sulla crisi Eurallumina. Il documento è stato illustrato, su mandato della conferenza dei capigruppo, dal capogruppo de I comunisti-la Sinistra sarda Luciano Uras, Uras ha definito la crisi di Eurallumina “non solo finanziaria ma di sistema, che investe tutto il tessuto economico produttivo ed occupazionale della regione e per il quale il popolo sardo sta pagando un prezzo altissimo”. Dopo aver citato alcuni dati relativi all’economia sarda, tutti di segno negativo in rapporto alla media nazionale e ad altre aree del paese, l’On. Uras ha definito la vertenza Eurallumina “simbolica” ma, accanto ad essa, devono trovare spazio altre situazioni drammatiche, come quella della Vinyls di Porto Torres, “ancora in attesa di risposta”. Ricordando il prossimo vertice del 31 marzo a Roma presso il Ministero dello sviluppo economico, con la partecipazione della regione, Uras ha rivolto un appello unitario a tutta la classe dirigente sarda, dalle forze sociali all’università, dagli enti locali al consiglio regionale ed ai parlamentari sardi, perché sappia interpretare questo difficile momento che vive la comunità regionale, schierandosi al fianco dei lavoratori Eurallumina a cominciare dal 31 marzo.
E’ aperta la discussione e il primo a parlare è Pietro Cocco (Pd) che sottolineando lo spirito unitario della mozione in discussione in Aula ha posto alcuni interrogativi alla giunta regionale, rappresentata questa mattina dall’assessore all’Industria Oscar Cherchi: “La data del 31 marzo è realmente un appuntamento certo?”. La paura secondo Cocco è che si possa trattare di un ennesimo buco nell’acqua. Ma oltre ad affrontare il contingente Cocco ha anticipato alcuni temi fondamentali sui quali, a suo parere, la Sardegna e la classe politica dovranno confrontarsi il più presto possibile: “Dopo la scelta della grande industria ora bisogna interrogarsi su quale sia il futuro del Sulcis. L’Italia ha per caso deciso che il settore dell’alluminio e delle materie prime in generale non abbia più senso, proprio quando invece i prezzi sono in crescita?”. Per Cocco sarà difficile contrastare la delocalizzazione ormai in corso delle grandi multinazionali che scelgono di spostare le produzioni senza badare alle pressioni del governo nazionale: “Abbiamo il dovere di difendere il sistema produttivo industriale del Sulcis, un territorio che ha sacrificato pezzi di coste e risorse naturali credendo nel lavoro”. “Il 31 marzo si devono prendere decisioni concrete con calendari e date da rispettare. Se ci si renderà conto di avere di fronte interlocutori vaghi e altalenanti dovremo essere pronti a rispondere con decisione”. Cocco ha poi letto in aula un documento dei lavoratori dell’Eurallumina che manifestano sotto il palazzo del Consiglio regionale nel quale rimarcando e ricordando i motivi della mobilitazione si fa appello ai consiglieri affinché sostengano con forza la lotta dei lavoratori. Pierpaolo Vargiu (Riformatori sardi-Liberaldemocratici) ha ribadito il sostegno ai lavoratori nella vertenza Eurallumina che è il sintomo della “tragedia economica e sociale che colpisce la Sardegna intera e in particolare il Sulcis”. Vargiu ha fatto notare “la disattenzione e la scarsa partecipazione dei consiglieri questa mattina in Aula” che a parer suo è “figlia della difficoltà che la classe politica ha di trovare risposte”. “La politica – ha sottolineato Vargiu - si rende conto della propria debolezza sui temi industriali ma questa presa di coscienza non deve essere rassegnazione”. Per Vargiu oltre alla difesa dell’esistente si deve ragionare sul futuro: “L’industria pesante è da considerarsi ancora strategica per l’economia isolana?”, ha domandato l’esponente dei Riformatori, anticipando il tema della produzione energetica nell’Isola. “Abbiamo detto no al nucleare e no alle pale eoliche incontrastate, ma non abbiamo detto sì a qualcosa che ci renda competitivi. Non abbiamo fatto chiarezza sull’approvvigionamento energetico e difficilmente avremo la possibilità di sostenere industrie energivore”. Per Vargiu l’unica scommessa sulla quale si può sperare di vincere è l’innovazione e non la conservazione delle scelte passate. (M.P.)
La presidente del Consiglio, l’on. Claudia Lombardo, ha quindi dato la parola all’on. Tarcisio Agus (Pd), che ha aperto il suo intervento invitando l’Aula a una riflessione sulla crisi in cui si trova tutto il settore dell’industria sarda, da Ottana a Portovesme, da Porto Torres a Villacidro. “La Keller meccanica ha bisogno di interventi urgenti per ripartire”, ha sottolineato l’esponente del Pd, “il nostro territorio rischia di perdere importanti esperienze e professionalità”. L’on. Agus ha poi individuato come punti critici del rilancio del settore industriale: i trasporti e gli elevati costi per l’approvvigionamento energetico. L’esponente del Pd ha poi ricordato come molte aree minerarie attendano ancora azioni di bonifica, perché riconosciute come ad alto rischio ambientale. “Quasi tutte queste aree industriali sono inquinate: non dobbiamo – ha aggiunto – lasciare andare via queste industrie prima che abbiamo bonificato le zone inquinate. Dobbiamo promuovere un’industria che rispetti l’ambiente, che valorizzi le materie prime della nostra Isola. Un’industria manifatturiera che sfrutti le aree portuali, come il Porto Canale, che deve diventare zona franca”. L’on. Agus ha poi concluso ringraziando i lavoratori dell’Eurallumina per aver costretto il Consiglio regionale a affrontare il problema dell’industria sarda e garantendo loro il suo massimo sostegno. Subito dopo ha preso la parola l’on. Roberto Capelli (Gruppo Misto) sottolineando come i lavoratori dell’Eurallumina, ma anche tutti gli altri lavoratori delle aziende e industrie che ogni giorno manifestano per salvare il loro posto di lavoro “non si aspettano interminabili analisi, ma soluzioni”. L’on. Capelli ha poi sottolineato “l’assenza importante del presidente della Giunta”, evidenziando che “il Consiglio regionali può dare suggerimenti e fare proposte, ma è l’Esecutivo che deve portare e sostenere nei luoghi deputati a farlo le istanze della Sardegna e dei sardi”. L’esponente del Gruppo Misto ha quindi affermato: “Basta con le analisi facciamo proposte”. Nel suo intervento, l’on. Capelli ha ventilato la possibilità che il 31 marzo il ministro non incontrerà il presidente della Giunta: “Abbiamo un avversario comune: il governo centrale. Un governo che non solo non ha la Sardegna fra le sue priorità, ma neanche ha la volontà di ascoltare le istanze della Regione. Un governo che non interviene per il risanamento ambientale, si precipita però a pagare le quote latte del Nord e a sostenere la Fiat, spende per l’Expò di Milano, ma alla Sardegna non riconosce i fondi Fas, oltre a doverci dare diversi miliardi per quanto riguarda la vertenza entrate, si dimentica di Ottana, di Portovesme, di Villacidro e di Porto Torres, senza tener conto della Sassari-Olbia”. L’on. Capelli ha poi concluso: “Perché i nostri parlamentari di maggioranza non fanno valere il loro peso come hanno fatto quelli di altre regioni, difendendo le istanze del loro territorio? Loro avrebbero il peso per farlo”. (E.L.N.) Giampaolo Diana (Pd) si è detto “stanco di un ottimismo che, come nel caso della mozione sulla chimica, ha rappresentato per noi l’ennesimo imbroglio dell’Eni con la copertura del governo”. Il consigliere dell’opposizione ha rivolto un duro appello all’assessore dell’Industria, Oscar Cherchi, chiedendogli una replica “impegnata e seria, con i piedi nell’o.d.g.” in discussione, che dimostri una visione chiara del problema industriale nella nostra regione. “Se ha un’idea – ha dichiarato – la dica a quest’Aula, altrimenti si dimetta”. Secondo Diana nell’Isola si chiude un ciclo industriale iniziato 60 anni fa che ha portato non solo ricchezza ma anche cultura, dando vita a una classe dirigente. “Il lavoro industriale – ha sostenuto – è anche una fucina straordinaria di democrazia e si sta cancellando questo ciclo produttivo senza che si sia riflettuto su un modello di sviluppo”. Diana ha quindi domandato all’assessore Cherchi quale modello di sviluppo alternativo a quello industriale abbia in mente, precisando che invece il Gruppo consiliare del Pd “è convinto che in quest’Isola non si possa fare a meno dell’industria”. Infine, sottolineando come la Sardegna sconti un deficit infrastrutturale molto alto, causa anche del suo ritardo industriale, ha domandato in che modo, il 31 marzo a Roma, la Giunta riuscirà a pretendere che il Governo ci dia “in tempi brevi ciò che ci spetta in termini infrastrutturali”. Alberto Randazzo (Pdl) ha ricordato al consigliere Diana che in Aula si discute una mozione unitaria, precisando di “gradire che non si strumentalizzino motivazioni che sono unanimi. Il 31 marzo – ha continuato – ci recheremo tutti insieme a Roma per perorare la causa di questi ragazzi che sono qui sotto e si aspettano da noi unità”. Ha invitato l’assessore dell’Industria a continuare per la sua strada e ha, infine, sottolineato la necessità di restare “dentro la normativa comunitaria, evitando di violare le leggi della concorrenza”, nell’attuazione del protocollo d’intesa relativo al riavvio degli impianti Eurallumina con l’utilizzo, in via provvisoria, di olio combustibile a prezzi vantaggiosi. “Di fronte a questo dramma occupazionale-ha sostenuto l’On. Claudia Zuncheddu in rappresentanza del gruppo I comunisti-La sinistra sarda-il consiglio regionale deve essere capace di una riflessione responsabile e di soluzioni nuove, che non ripercorra le strade del passato ed abbia il coraggio di sperimentare modelli alternativi di sviluppo”. Secondo l’On. Zuncheddu, alcune parti della mozione unitaria “non possono essere considerate esenti da critiche, ed anzi appaiono di retroguardia e del tutto prive di lungimiranza”. Il riferimento è rivolto alla molte contraddizioni del sistema produttivo regionale: preponderanza dell’industria “pesante”, un elevato consumo del territorio, disastri ambientali rimasti senza responsabili che hanno provocato gravi danni alla salute, scarso utilizzo delle energie alternative. “Di fronte a tutto questo-ha continuato l’On. Zuncheddu-la regione ha assistito inerte alle scorrerie delle multinazionali che, al momento opportuno, hanno scelto di de-localizzare lasciando pesanti conti ambientale da pagare”. Non tutto si può fare, e soprattutto non a qualsiasi costo. Sviluppando questa tesi, l’esponente della Sinistra si è chiesta perché, nella mozione unitaria, “siano mancate le scelte coraggiose che sarebbero state necessarie e perché si siano volute rinviare, per l’ennesima volta, soluzioni urgenti in materia di riconversione industriale e bonifiche ambientali”. Dopo aver premesso che “oggi non ci possiamo permettere di perdere un solo posto di lavoro” l’On. Paolo Luigi Dessì (Psd’Az) ha allargato la sua analisi alla necessità “di fare politiche diverse”. A suo parere, in particolare, “occorre voltare pagina ed impostare un processo di sviluppo che sia in linea con le vocazioni del territorio sardo, con l’identità, la progettualità ed i valori che esso esprime, ma che sia anche economicamente sostenibile”. L’On. Dessì ha quindi criticato le scelte economiche del passato, ed ha esortato tutti a trovare il coraggio “in questi due anni e mezzo che ci separano dalla fine della legislatura, di scelte innovative e coraggiose che consentano di dare un senso al nostro mandato”. L’impegno per Eurallumina e la visione di uno sviluppo diverso, ad avviso di Dessì, non sono due cose in contrasto, anzi. La consapevolezza della drammaticità dei lavoratori del Sulcis è sicuramente in cima alle priorità-ha proseguito l’esponente del Psd’Az-soprattutto perché la crisi economica si è diffusa in profondità in tutti gli strati sociali, ed occorre dunque pensare al futuro delle nuove generazioni, che oggi non trovano sbocchi lavorativi coinvolgendo nel loro dramma intere famiglie e larghi strati della società sarda. “Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle la politica delle multinazionali ed abbiamo verificato che segue interessi diversi da quelli del popolo sardo”, ha concluso l’On. Dessì. Adriano Salis (Idv) ha espresso il suo forte disappunto per l’assenza in Aula del presidente della giunta Ugo Cappellacci: “Di fronte al declino dell’industria in Sardegna, di cui Eurallumina è solo la punta dell’iceberg, è inaccettabile che il rappresentante di tutti i sardi non partecipi oggi a questa discussione”. Salis ha posto anche il dubbio sulla data fissata per il 31 marzo per l’incontro al ministero e ha annunciato che se l’incontro dovesse slittare il gruppo dell’Idv sarà in Aula in Consiglio regionale per protestare contro il mancato rispetto degli impegni da parte del governo nazionale: “Bisogna trovare la forza di protestare contro un governo che ci prende a schiaffi, la Sardegna ha perso credibilità e così perdono credibilità tutte le richieste che dalla Sardegna arrivano, compresa quella della difesa del polo dell’alluminio nell’isola”. Richiamandosi all’intervento di Pierpaolo Vargiu, Salis ha sottolineato il suo accordo sulla scelta innovativa che la Sardegna è chiamata a prendere, ma ha anche precisato la necessità di battersi per conservare ciò che già esiste e rafforzarlo. “No all’industrialismo per forza – ha insistito Salis - considero rischiosa e sbagliata la scelta dell’industria pesante fatta negli anni ‘60, c’erano risorse da valorizzare che sono rimaste sottoutilizzate e che avrebbero potuto dare uno sviluppo autonomo”. Ma per Salis in questo momento “non siamo in grado di perdere più un posto di lavoro e non siamo in grado di perdere posti che possono avere una prospettiva non solo per i padri ma anche per i figli e i nipoti”. Anche Giulio Steri (Udc-Fli) ha rimarcato la crisi di tutto il sistema industriale sardo “sul quale peraltro non si vedono all’orizzonte soluzioni immediate”. Steri ha richiamato il sistema delle partecipazioni statali su cui si era sviluppata l’industria sarda e che venendo a mancare ha lasciato spazio all’assalto delle multinazionali che puntano esclusivamente ai profitti trascurando il sistema produttivo sardo. “Ora però le soluzioni vanno trovate e non ci sono governi amici su cui poter contare, tanto più quando nel governo ci sono delle forze leghiste che mirano a dividere invece che puntare a quell’unità tanto festeggiata pochi giorni fa”. Il problema della necessità di trovare un nuovo modello di sviluppo, secondo Steri, non è solo sardo ma di tutta l’Europa: “Noi dobbiamo sì concentrarci sulle risorse turistiche e ambientali, ma queste politiche sono a lungo termine e oggi va trovata una soluzione immediata tutelando il sistema industriale”. Sull’approvvigionamento energetico Steri è convinto del no al nucleare e all’assalto delle pale eoliche: “E’ necessario espandere il sistema delle energie alternative creando una rete che non le disperda”. (M.P.)
La presidente Lombardo ha dato la parola all’on. Mario Diana (capogruppo Pdl), il quale ha ricordato ai colleghi che questa mozione era stata sottoscritta da quasi tutti i consiglieri, tranne l’on. Claudia Zuncheddu. L’esponente del Pdl si è mostrato meravigliato per gli interventi degli esponenti degli altri partiti della coalizione che ha definito “demagogici”. “Il Pdl ha condiviso questa mozione che doveva sostenere le giuste rivendicazioni dei lavoratori dell’Eurallumina e per essere presenti, al fianco dei lavoratori, nell’incontro che si terrà a Roma”. Il capogruppo del Pdl è stato molto critico nei confronti dei colleghi della maggioranza intervenuti prima di lui: “Se si approfitta di questa seduta per dire quello che non ha il coraggio di dire in altre sedi non va bene. Su questa vertenza la Regione Sardegna può intervenire soltanto politicamente e lo sta facendo. E molto comodo essere eletti in maggioranza e criticare sempre il lavoro della Giunta. Ci si può differenziare, certo, ma finora non ho sentito una proposta se non quella dell’on. Steri”. L’on. Diana ha poi proseguito esigendo rispetto da parte dei colleghi per il primo partito di maggioranza, lamentandosi degli attacchi continui da parte degli alleati.
Per l’on. Mario Bruno (capogruppo del Pd) “l’inganno e la demagogia è da attribuire al presidente del Consiglio dei Ministri” e agli annunci da lui fatti nel 2009. L’esponente dell’opposizione ha poi attaccato la Giunta regionale evidenziando in primo luogo l’assenza del capo dell’Esecutivo: “Non è una Giunta distratta è assente e vuota. Avevamo chiesto al presidente Cappellacci, con questa mozione, che la vertenza dell’Eurallumina fosse trattata come una vertenza di serie A. Avevamo detto che non volevamo un altro appuntamento mancato come sembrerebbe quello previsto per il 31 marzo”. L’on. Bruno ha poi condiviso le accuse al governo centrale mosse dall’on. Capelli sui fondi Fas, sulla vertenza Entrate, sull’industria e sulla Sassari-Olbia. “Vi proponiamo una sessione straordinaria per parlare di un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna. Non avete neanche un’idea – ha affermato rivolgendosi alla maggioranza – siete il vuoto più assoluto, siete il peggior governo che Sardegna abbia mai avuto”. Il capogruppo del Pd si è poi rivolto alla presidente Claudia Lombardo: “Noi il 31 marzo saremo a Roma e vorremo presidente Lombardo che il Consiglio regionale fosse a fianco ai lavoratori a Roma in questa vertenza così importante. L’Eurallumina, ma la Sardegna, non può essere una vertenza di serie B”. (E.L.N.)
È poi intervenuto l’assessore regionale dell’Industria, Oscar Cherchi, che ha portato all’Aula le scuse del presidente della Giunta, Ugo Cappellacci per la sua assenza, dovuta a uno stato influenzale “con una probabile intossicazione”. Cherchi ha fatto appello all’unità del Consiglio, secondo lui dimostrata dall’unità della mozione, scaturita dall’intenzione comune di “unire le forze per riuscire ad ottenere un risultato migliore” e ha domandato all’Aula “un atto di supporto all’esecutivo, necessario per andare a Roma a risolvere il problema dell’Eurallumina”. L’assessore ha posto l’accento sul “problema dell’olio combustibile”, che vede ancora oggi il governo nazionale impegnato in un’interlocuzione con l’Eni, che potrebbe far slittare l’incontro di fine mese con il ministro dello Sviluppo economico. “Se il 31 marzo, che è la data fino ad oggi ufficiale, non dovesse essere rispettata – ha spiegato Cherchi – perché il governo nazionale ci chiede ancora del tempo per completare le interlocuzioni necessarie a trovare un accordo per abbattere il costo dell’olio combustibile, io non mi preoccuperei perché il nostro impegno è arrivare a Roma uniti e compatti”. Riguardo al rispetto del protocollo stipulato il 27 marzo 2009 tra il governo nazionale e l’azienda, Cherchi ha precisato che il suo assessorato ha costituito un tavolo con i sindacati e l’azienda per trovare le adeguate soluzioni tecniche per verificare “se sia compatibile con le disposizioni comunitarie, perché questo è il problema del contenuto di quegli accordi”. Ha concluso il suo intervento precisando di volere andare a Roma con un “documento che dimostri che la Regione ha fatto tutti i passi necessari. Per noi è fondamentale – ha chiarito - che Giunta, Consiglio, presidente e parlamentari sardi possano, davanti al ministero dello Sviluppo economico, far trovare luce a questa vertenza”.
Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha ribadito che quando è stata convocata la conferenza dei capigruppo, “per definire l’atteggiamento del Consiglio in ordine a questa vertenza ci siamo posti il problema di chiedere al presidente della Regione se avesse concordato con il ministero una data precisa per la convocazione delle parti, che avevano come oggetto, uno soltanto, quello di dare piena attuazione al protocollo d’intesa già stipulato tra Regione, sindacati e governo per il riavvio degli impianti con combustibile a prezzi vantaggiosi”. Secondo Uras l’ipotesi che la data dell’incontro con il ministro Romani slitti a dopo il 31 marzo come recita la mozione pone il problema di comprendere se i sardi “abbiano qualche voce in capitolo, se contino qualcosa. È molto difficile – ha continuato - mantenere uno spirito unitario quando chi si assume impegni già sottoscritti ci dà questi schiaffi”. Ha quindi precisato che se dovessero sorgere dei problemi con l’Unione Europea spetterà al presidente del Consiglio dei ministri “assumere lo stesso tono che ha assunto in altre circostanze”, come nel caso della politica estera e per tutela l’agricoltura del nord Italia. “Non possiamo essere indulgenti nei confronti del governo nazionale – ha concluso - perché chiediamo non di non essere lavoratori di serie b dentro la vertenza industriale, ma di non essere una regione di serie b, dove ci relega sistematicamente questo governo”.
Parlando per dichiarazione di voto, il capogruppo dell’Idv Adriano Salis ha annunciato il voto favorevole alle mozione sull’Eurallumina, “nel metodo e nel merito”. Tuttavia, ha precisato Salis, “non ci fidiamo del governo, non ci fidiamo dei continui stop e go di questa vertenza, aperta da troppo tempo senza risposte chiare e definitive”. Il capogruppo dell’Idv, infine, ha auspicato che la data del 31 marzo per il vertice al Ministero dello sviluppo economico sia confermata e che, per quella data, “ci sia a Roma tutto il consiglio regionale”.
Voto favorevole anche da parte del Psd’Az, annunciato dall’On. Paolo Luigi Dessì, che ha polemizzato nei confronti del capogruppo del Pdl Mario Diana. “Non siamo distratti e non facciamo demagogia-ha affermato-abbiamo chiesto una riflessione in materia di rilancio dell’azione politica e programmatica del governo regionale. C’è però, ed è sbagliato negarlo, il problema di una macchina amministrativa che non funziona e si rivela lontana dalle esigenze dei comuni”. Probabilmente è vero che il governo ci considera di serie B-ha concluso l’On. Dessì-ed è proprio per questo che ci vuole più forza e più autonomia.
Roberto Capelli (Gruppo misto) nell’annunciare il proprio voto a favore della mozione, ha voluto sottolineare la propria contrarietà alle posizioni della maggioranza: “Una maggioranza che non ha tenuto fede agli impegni presi quando è stato mandato via Soru, ma anzi ha fatto peggio”.
Anche Pietro Cocco (Pd) ha espresso voto favorevole e ha voluto rimarcare l’insoddisfazione per la replica dell’assessore Cherchi. “Noi saremo a Roma con i lavoratori e invito anche l’assessore Cherchi e il presidente Cappellacci a partecipare, l’aula deve essere compatta nel sostenere tutte le battaglie difendendo i nostri diritti e gli impegni a favore dell’industria”.
Giorgio Locci (Pdl) ha annunciato il suo voto favorevole alla mozione, rimarcando la sua delusione sulla discussione di oggi: “Abbiamo perso un’altra occasione per essere uniti di fronte a un problema che tocca una fetta di Sardegna che soffre e che vuole posizioni propositive. Ho assistito al classico gioco delle parti, al teatrino della politica. Abbiamo dato un’immagine di serie B di tutto il Consiglio regionale, abbarbicato su posizioni partitiche di retroguardia. Dovremmo avere una posizione bipartisan su quello che è un problema di politica estera”. (M.P.)
L’on. Claudia Zuncheddu (Sinistra ecologia e libertà – Comunisti – Indipendentistas) è intervenuta per dichiarazioni di voto. “Io mi asterrò, ma sarò presente a Roma a sostegno di un piano occupazionale serio, non legato a un modello di industria ornai tramontato”. Poi rivolgendosi all’on. Mario Diana, in riferimento al suo intervento, gli ha consigliato “esercizi di rispetto per la libera circolazione delle idee”.
Il voto favorevole alla mozione 116 è stato annunciato dall’on. Carlo Sechi (Sinistra ecologia e libertà – Comunisti – Indipendentistas). “Saremo a Roma per difendere un’idea, per tenere alta l’attenzione su una vertenza che dura da troppo tempo. Davanti al dramma dei lavoratori, insieme ai sindacati, dobbiamo tenere alta l’attenzione. Serve comunque – ha concluso l’on. Sechi – un progetto per il futuro e noi abbiamo le nostre proposte da fare”.
La presidente Lombardo, prima di mettere in votazione la mozione, ha chiesto all’Aula di poter votare la mozione a sostegno della vertenza dei lavoratori dell’Eurallumina che ha seguito in prima persona e a cui ha dato il suo appoggio.
La mozione 116 è stata quindi approvata con 56 voti a favore e un astenuto. (E.L.N.)
Dopo la votazione Luciano Uras (Sel-Coministi-Indipendentistas) ha avanzato la richiesta di inserire, ai sensi dell’art.100, nella programmazione bimestrale, la proposta di legge nazionale n.1 (Modifica dell'articolo 16 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 - Statuto speciale per la Sardegna - concernente la composizione del Consiglio regionale), ricordando che “noi per primi abbiamo proposto la diminuzione del numero dei consiglieri regionali”. Michele Cossa (Riformatori Sardi), a nome del gruppo consiliare dei Riformatori, si è associato alla richiesta di Uras, chiedendo che sia l’Aula e non la Giunta ad esprimersi in termini di riduzione dei consiglieri regionali. Anche Adriano Salis dell’Idv ha sostenuto questa proposta perché “crediamo sia giunto il momento di portare il tema in Consiglio, senza aspettare scadenze elettorali che potrebbero rilevare qualche dubbio sulla sincerità di portarla avanti”. Anche il capogruppo del Pd, Mario Bruno, ha espresso il voto favorevole alla proposta di Uras, ricordando l’esistenza di numerose proposte di legge avanzate dal suo Gruppo in materia elettorale. Giulio Steri, capogruppo di Udc-Fli, si è detto a favore dell’iscrizione della proposta di legge all’ordine del giorno, precisando però che la tesi del suo Gruppo prevede, “per arrivare all’approvazione della norma, il percorso dell’Assemblea costituente e non quello del Consiglio”.
Da parte del capogruppo del Pdl Mario Diana non c’è assolutamente “nulla in contrario” alla proposta di riduzione dei consiglieri regionali ma-ha osservato-in commissione autonomia si è discusso per settimane intere del percorso riformatore che doveva essere seguito ed anche dei contenuti. In particolare, ha ricordato Diana, “non possiamo far passare l’idea che la riforma istituzionale della regione sarda si esaurisca nella riduzione dei consiglieri regionali: tanto è vero che proprio in commissione si era iniziato a lavorare sulle norme di attuazione e, sullo stessa tema, era stata già convocata la giunta”.
Riferendosi all’On. Uras, Diana ha proseguito affermando che “oggi tutto serve, anche l’abilità di qualche consigliere regionale. Tuttavia, se si modifica l’ordine dei lavori stabilito dalla commissione, vuol dire che si stanno cambiando le regole e allora bisogna tornare in aula. Ne parleremo in conferenza dei capigruppo”.
Disattendendo l’ordine del giorno approvato dalla commissione autonomia-ha avvertito il capogruppo del Psd’Az Giacomo Sanna-stiamo rinunciando al ruolo che, in questa materia, spetta al consiglio regionale, ed è un errore. Possiamo anche considerare la proposta della giunta come provocatoria, ma questo non deve farci perdere di vista l’obiettivo delle riforme.
In altre parole, ad avviso dell’On. Sanna, “non si può abbandonare il percorso costituente che avrebbe dovuto, su questo eravamo tutti d’accordo, caratterizzare fin dall’inizio la legislatura. “Procedere nel modo indicato dall’On. Uras, ha affermato Sanna-significa che oggi parliamo di riduzione dei consiglieri regionali, domani di legge elettorale e dopo ancora di rifoma dello statuto: sono tutti argomenti che non possiamo affrontare con la logica dello spezzatino. In definitiva, se cambiamo strada, finiamo fuori strada”.
Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha rafforzato la richiesta del collega Luciano Uras sottolineando il sostegno al percorso costituente ma “senza escludere alcuna forma condivisa che non si riduca al semplice taglio del numero dei consiglieri).
La presidente ha poi messo in votazione la proposta del capogruppo Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) che è stata approvata.
Il consiglio è stato riconvocato a domicilio. FINE