CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 188 del 16 marzo 2011
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Vertenza entrate: Dichiarazioni del presidente della Regione, ex articolo 120 del Regolamento.
Cagliari, 17 febbraio 2011 - I lavori del Consiglio si sono aperti sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. In apertura le dichiarazioni del presidente della Regione Ugo Cappellacci, ex articolo 120 del Regolamento, sulla vertenza entrate.
“Nella vertenza entrate è stato raggiunto un risultato importante e positivo, ma la vertenza non è chiusa: mancano un passaggio decisivo in Consiglio dei Ministri e, soprattutto, manca l’aggancio fra il nuovo regime delle entrate ed il patto di stabilità”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Ugo Cappellacci riferendo sullo “stato dell’arte” relativo alla vertenza entrate. Quello di Cappellacci è quindi un approccio molto realistico al problema sul quale, anzi, occorre tenere alto il livello di attenzione della politica, della classe dirigente, di tutta la società sarda. Aver definito in sede di commissione paritetica Stato Regione i meccanismi di calcolo delle nuove entrate, in altre parole, non risolve tutto e, in particolare, lascia aperte due questioni: la ratifica degli accordi raggiunti da parte del Consiglio dei Ministri e la modifica del patto di stabilità per effetto del nuovo regime di entrate e di funzioni trasferite.
Si tratta, a giudizio di Cappellacci, di due decisioni “politiche” che, da un certo punto di vista, non possono contraddire gli accordi raggiunti in sede di commissione paritetica ma, ha sottolineato ancora il Governatore, non bisogna dimenticare che “non tutti i livelli istituzionali del governo centrale sono allineati con questa impostazione”.
Su queste due questioni la Regione -ha proseguito il Presidente- ritiene di poter far valere in ogni sede le sue ragioni, ma è disposta a sollevare il conflitto di attribuzioni davanti alla Corte costituzionale per la violazione del principio di “leale collaborazione” fra i poteri dello Stato.
“Ora tocca anche a noi, anche in termini di tensione morale, far sentire la voce della politica e della società sarda”-ha continuato Cappellacci rivolgendo un appello in tal senso al consiglio regionale ed invitando tutti “a tenere la barra dritta” in questo momento così delicato ed importante per il futuro della Sardegna.
Il primo intervento all’apertura del dibattito in Aula è stato di Pierpaolo Vargiu (capogruppo dei Riformatori) che nel sottolineare una timida soddisfazione per il resoconto fatto dal presidente Cappellacci (“Non è un risultato definitivo ma un primo passo”), ha voluto ringraziare il centrosinistra che “pur nella dialettica, anche dura, della politica ha svolto un ruolo fondamentale in questi mesi, a partire dall’occupazione dell’Aula lo scorso dicembre, nel tenere sotto pressione il Consiglio per quella che si ritiene la vertenza fondamentale di questa legislatura”. Per Vargiu “non c’è ancora nulla da festeggiare, la trattativa col governo è lunga e terminata questa ci sarà la partita del riadeguamento del patto di stabilità”. La soddisfazione di Vargiu per il passo avanti compiuto ha preceduto l’esortazione alla minoranza ad affrontare il dibattito con una logica bipartisan: “E’ una partita che va giocata insieme, solo così avremo la forza di vincere le battaglie e adesso la più importante è quella con lo Stato”. Vargiu ha esteso l’invito ad abbandonare logiche di fazione anche su altri temi di importanza fondamentale come la Sanità e la riforma che in questo momento la Regione sta studiando.
La risposta all’invito di Vargiu è arrivata immediata per bocca di Chicco Porcu (Pd) dopo aver precisato che i rallegramenti sulla vertenza entrate potranno esserci solo quando “le norme di attuazione saranno approvate dal governo, avranno sbocco nell’assestamento del bilancio dello Stato e quelle somme saranno spendibili attraverso la revisione del patto di stabilità”. All’invito al dialogo Porcu ha risposto sottolineando la totale disponibilità da parte della minoranza nei confronti della giunta su questi temi (“Non pregiudicheremo il futuro della Sardegna”), ma ha lamentato uno scarso coinvolgimento del Consiglio e delle sue Commissioni sul percorso intrapreso. Porcu è poi tornato sull’ordine del giorno unitario approvato a fine dicembre dall’Assemblea che, a suo avviso, è rimasto inapplicato. “Sulle norme di attuazione non ci metteremo di traverso, ma le chiediamo di mostrare più coraggio, quello che non ha mostrato sinora, e rilanciare la vertenza rapidamente e con forza”, ha poi concluso Porcu. (M.P.)
La presidente del Consiglio, l’on. Claudia Lombardo, ha dato poi la parola all’on. Roberto Capelli (Gruppo Misto): “Domani in quest’Aula daremo il nostro contributo per i 150 anni dell’Unità d’Italia e diversi hanno già manifestato i loro dubbi. Parlare oggi delle norme di attuazione del novellato art. 8 dello Statuto e incontrarci per dare un giudizio, che credo sarà unanime, crea in me un certo imbarazzo. Io domani sarò presente in Aula come rappresentante delle Istituzioni, ma ho qualche remora a intravvedere l’unità dello Stato come unità e collaborazione tra Istituzioni, ossia con il governo centrale. Io non mi riconosco in quel governo, come non mi riconosco in questo governo regionale”. L’on. Capelli ha evidenziato altri atti ancora da troppo tempo in attesa di approvazione da parte del governo centrale, come quello della Medicina penitenziaria che “porta a un’assistenza sanitaria deficitaria negli istituti penitenziari”. “Finché – ha aggiunto l’esponente del Gruppo Misto - ci saranno ministri che rinnegano l’Unità d’Italia e guardano dall’alto in basso le Isole e il Meridione, quale sarà il nostro futuro?” Per l’on. Capelli: “Bisogna cercare una strada unitaria contro un governo ostile, un governo che ci ha negato i fondi Fas, senza citare i fondi Cipe, per non parlare della questione di Quirra. Dove deve andare la Sardegna per far valere i suoi diritti?” E sullo sulle norme di attuazione ha aggiunto: “L’articolo 12 sui giochi e le scommesse presuppone una fregatura, per me è un contentino”. L’on. Capelli ha concluso annunciando il suo voto a favore.
E’ poi intervenuto l’on. Gianpaolo Diana (Pd): “Il centrosinistra, presidente Cappellacci, l’ha sollecitata da tempo a mettersi alla guida di questo fronte sardo. Ma sono necessari obiettivi specifici. Sarebbe importante che lei fornisse al Consiglio e alla Commissione competente esattamente i calcoli e i conti esatti e dirci, anche, cosa intende fare sull’ordine del giorno approvato a dicembre scorso che impegnava lei e la Giunta “a concludere con il Ministro dell'economia e delle finanze il tavolo di confronto mirato alla rinegoziazione del Patto di stabilità imposto alla Regione Sardegna che tenga conto del nuovo regime d'entrata in vigore dal 2010”. L’on. Diana ha poi aggiunto: “Se vuole unire il fronte sardo deve fornire un pacchetto di rivendicazioni serie, tra cui il Patto di Stabilità, i Fondi Fas, la questione delle Infrastrutture, di settori dell’Industria, della Scuola e della Sanità. Da parte del centrosinistra c’è una totale disponibilità però le chiedo di illustrarci in maniera esaustiva gli obiettivi che vuole raggiungere. Mi sembra che lei non intenda accettare questa sfida”. L’esponente del Pd ha poi concluso: “Non credo che ci saranno voti contrari alle norme di attuazione. Approviamole anche oggi. Che le approvi subito il Consiglio dei Ministri. Presidente dimostri più determinazione. Mi sembra che lei all’orizzonte veda una sconfitta”. (E.L.N.)
“Mi sembra di vivere in uno scenario surreale”, ha esordito l’On. Pietro Pittalis (Pdl) commentando negativamente la volontà di alcuni di voler sottolineare “solo e soltanto gli aspetti negativi di una vertenza per la quale il Presidente della Regione, responsabilmente, ha voluto riconoscere il merito di tutti. Avremo altri momenti di confronto, se si vuole anche di scontro politico, ma in questa circostanza dovremmo evitarlo”.
Dall’esponente del Pdl è arrivata poi una valutazione positiva sulla “prudenza istituzionale” che ha contraddistinto l’atteggiamento sia del Presidente della Regione che dell’Assessore del Bilancio e sulla scelta di rivolgere un appello alla mobilitazione della politica e della società sarda. Occorre quindi andare avanti, secondo Pittalis, perchè il risultato raggiunto non è di poco conto, “ma bisogna sforzarsi di abbandonare la cultura del piangersi addosso, valorizzando almeno le cose sulle quali siamo d’accordo”. E ciò vale, ha puntualizzato, “Anche per alcuni settori della maggioranza, che hanno forse superato il limite della ragionevolezza”.
Il Presidente della Regione-ha ricordato ancora Pittalis-ha detto chiaramente che se i risultati raggiunti in commissione paritetica dovessero tornare in discussione, la Regione proporrà il conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale: “Cos’altro gli si può chiedere?”
Per il Pd, l’On. Gianvalerio Sanna ha preso atto della “propensione festaiola” del collega Pittalis ma ha invitato tutti a rendersi conto che, su questa fase della vicenda entrate, “c’è un clima ordinario, dimesso, che fa emergere i limiti dell’atteggiamento della Regione nei confronti dello Stato”.
Nei conti del dare e dell’avere, ha aggiunto Sanna, “non c’è dubbio che lo Stato ci ha tolto molto più di quello che ci dato, con i fondi Fas e non solo con quelli”. Il consigliere del Pd ha poi criticato l’ impostazione esclusivamente “finanziaria” del rapporto Stato Regione: in effetti la giunta regionale “si è barcamenata su quanto proposto dal governo, senza elaborare e rilanciare una sua idea di autonomia densa di contenuti”.
A suo parere, “E’ mancata la politica, che poteva cercare e trovare altre risposte, ad esempio sulle concessioni demaniali e sulle accise. Sullo sfondo, inoltre, resta la questione della spesa, che costringe la Regione a non poter programmare con chiarezza ogni anno”.
In sintesi, è il giudizio dell’On. Sanna, “Si è persa una occasione per far fare alla politica sarda ed all’autonomia regionale un salto di qualità. E temo che una certa politica non voglia e non sappia trovare la voce per far valere le sue ragioni”.
Breve l’intervento di Gianvittorio Campus (Pdl) che ha preso la parola per esprimere soddisfazione per il passo avanti raggiunto “innegabilmente utile nella vertenza” e per richiamare i suoi colleghi consiglieri a una maggiore concretezza: “Le posizioni sono state chiarite, ognuna per la sua parte, ma ci sono altri punti all’ordine del giorno di questa seduta sui quali si possono esprimere i punti di vista politici, chiudiamo questo dibattito e andiamo avanti”.
Francesca Barracciu (Pd) invece non vede nessun motivo di festa e soddisfazione nel parere della Commissione paritetica Stato-Regione: “E’ solo un passo in più nel compitino che la giunta ha eseguito su diktat del governo nazionale”. Barracciu ha chiarito che l’opposizione ha sempre ritenuto non necessarie le norme di attuazione e che si trattasse di una perdita di tempo per la Sardegna. Barracciu ha richiamato il presidente Cappellacci e la sua giunta a pensare ai problemi seri dell’Isola. In riferimento all’invito della maggioranza al dialogo la consigliera dell’opposizione ha ricordato che “l’unità del popolo sardo era stata già espressa quando fu approvato l’ordine del giorno unitario, è lei presidente che non ha tenuto nella giusta considerazione i provvedimenti del Consiglio regionale”. In chiusura Francesca Barracciu non ha esitato a bacchettare il presidente Cappellacci sulla questione femminile: “Dovrebbe avere maggiore pudore quando parla dell’8 marzo e della celebrazione della capacità delle donne. Lei non ha titolo per farlo, non è credibile, lo avrà solo quando nei banchi della sua giunta, dopo l’ennesimo rimpasto, siederanno rappresentanti femminili”.
Adriano Salis (Idv) si è ricollegato all’intervento di Pittalis che aveva avuto parole dure per l’atteggiamento dell’opposizione. Per Salis: “L’opposizione non ha mai assunto posizioni irresponsabili e propagandistiche”. Salis ha voluto ricordare il percorso sulle entrate cominciato nella passata legislatura: “L’accordo sulla modifica dell’articolo 8 è già stato applicato, nel 2008 e 2009 infatti lo Stato aveva già versato nelle casse sarde circa 500 milioni a titolo di acconto, perché era stata individuata tra Soru e Prodi una fase preliminare dell’accordo che sarebbe dovuta entrare a regime nel 2010, con centinaia di milioni in più che sarebbero dovute essere versate nelle casse isolane”. “Già due anni fa – ha sottolineato Salis – all’indomani delle elezioni, avevamo esortato il presidente Cappellacci a mettersi alla testa di un movimento di popolo per chiedere l’immediata applicazione, anche per il 2010, dell’articolo 8, quantomeno per la parte che non aveva bisogno di norme di attuazione”. “Festeggerò – ha concluso Salis - quando le modifiche dell’intesa verranno approvate dal governo insieme alla variazione di bilancio dello Stato per inserire i soldi che ci spettano”. (M.P.)
Per l’on. Franco Cuccureddu (Gruppo Misto) “si tratta di una discussione paradossale dove chi dovrebbe gioire è chi ha portato a casa un risultato è chi ha trattato con il governo Prodi, trattativa che noi abbiamo sempre contestato”. In particolare l’on. Cuccureddu ha evidenziato come in questa trattativa la Sardegna abbia ottenuto meno entrate delle altre regioni a Statuto speciale e in più ha avuto il carico della Sanità e dei Trasporti. “Nella vecchia partita – ha aggiunto – non c’erano tra l’altro le accise. Questa Giunta non poteva, quindi, fare altro che trovare il modo migliore di dare attuazione a un atto. E’ un primo passo. Credo che la strada finora percorsa dalla Giunta regionale sia coerente ed efficace e che stia dando i suoi frutti”. L’on. Cuccureddu ha affermato inoltre: “Non si è perso tempo. Chi ci impedisce di spendere è il Patto di Stabilità. Quello che sorprende, certo, è che ottenere un risultato con il governo nazionale sia così difficoltoso. Bisogna creare accordi e trovare percorsi comuni con altre regioni del Mezzogiorno e con la Sicilia per portare le nostre rivendicazioni a Roma”. Per l’esponente del Gruppo misto: “La vera partita è quella del Patto di Stabilità. Roma è già riuscita ad essere esentata, grazie all’intervento dei suoi parlamentari. Non so se i nostri parlamentari saranno altrettanto coraggiosi”. L’on. Cuccureddu ha poi elencato le vertenze importanti per la Sardegna che devono essere portate avanti: il Patto di Stabilità, i Trasporti, le accise, i fondi Fas e il Demanio marittimo.
La presidente del Consiglio, on. Claudia Lombardo, ha poi dato la parola al capogruppo dei Comunisti – La Sinistra sarda, on. Luciano Uras: “Bisogna dare una valutazione positiva: abbiamo uno schema di decreto che può eventualmente essere utilizzato per investire della vertenza entrate la Corte Costituzionale. Un giudizio positivo anche perché è frutto dell’accelerazione dovuta all’insistenza della minoranza, con azioni anche dure assunte in quest’Aula, che hanno dato vita a un Ordine del giorno adottato, soltanto in parte, dalla Giunta”. Per l’on. Uras dal Consiglio regionale deve essere lanciato un segnale forte: “E’ una controversia che non è terminata e che bisogna tenere alta. Con questo governo – ha aggiunto l’on. Uras – viene ascoltato chi urla di più. Questo governo si preoccupa degli altri se gli altri lo fanno preoccupare”. Il capogruppo dei Comunisti – La Sinistra sarda ha auspicato estrema celerità nella trasmissione al Governo e ha proposto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, dell’ex presidente Soru e di tutto il sistema economico per far sentire la voce della Sardegna. “Diamo un segnale che siamo un popolo così lo capiscono anche a Roma, – ha concluso l’on. Uras esortando a un’attenta vigilanza su un governo “nemico” – non facciamo la figuraccia che abbiamo fatto per Quirra”. (E.L.N.)
“Oggi non è un giorno di festa. Le condizioni della Sardegna non lo consentono, anche per gravi colpe del governo nazionale”. Partendo da questa constatazione amara, il capogruppo Udc-Fli Giulio Steri ha condiviso l’appello all’impegno unitario di tutte le forze politiche. Steri condivide la valutazione sulla grande importanza del passaggio con cui il Consiglio dei Ministri ratificherà gi accordi raggiunti dalla commissione paritetica Stato-Regione sulle entrate. “Dubitiamo però che lo Stato abbia la nostra stessa consapevolezza-ha dichiarato Steri-e dubitiamo che anche che prenda questa decisione in tempi brevi. Abbiamo purtroppo altri segnali”.
Steri si è poi soffermato sulla battaglia riguardante la riforma del patto di stabilità, che dovrà essere adeguato al nuove regime delle entrate, inquadrandola nella forte critica del suo gruppo al cosiddetto federalismo fiscale. “Costringerà le autonomie ad introdurre nuove tasse-ha detto l’esponente dell’Udc-Fli- e metterà in pericolo la coesione nazionale”.
La Sardegna-ha concluso-deve dunque essere capace di elaborare un suo progetto di riforma che deve partire dal riconoscimento del principio dell’insularità. Steri ha poi risposto indirettamente all’accenno polemico dell’On. Pittalis su alcuni eccessivi “distinguo” provenienti da forze alleate della maggioranza. “Se si riferiva a noi riteniamo queste critiche immeritate-ha chiarito Steri-siamo sempre disponibili al confronto”.
Il momento richiede che “la politica sarda dimostri una grande comunione di intenti”. E’l’auspicio del capogruppo del Pdl Mario Diana secondo il quale “in questo contesto e su questo argomento le polemiche sono inutili. La vera festa per noi è domani ed io esporrò il tricolore come faranno tante famiglie sarde.” Diana ha poi smentito che sulla vertenza entrate la Regione abbia proceduto con ritardo, “perché è vero che l’art. 8 entrava in vigore dal 1° gennaio 2010 ma è anche vero che da allora lo Stato non ha trasferito risorse alla Sardegna: ciò significa che le norme di attuazione erano necessarie.”
Il capogruppo del Pdl ha poi rivendicato con forza la centralità del consiglio regionale su questa partita ricordando alcuni altri temi sui quali sarà necessario il massimo impegno: patto di stabilità, concessioni demaniali, riscossione diretta da trasferire alla Sardegna di una lunga serie di “piccole” imposte come già accade in altre regioni. “Piuttosto non bisogna sprecare tempo-ha ammonito Diana-e vorremmo che anche il centro sinistra partecipasse a questo percorso garantendo tutto il suo impegno. Dobbiamo pensare in prima battuta alla riforma del patto di stabilità ma, nello stesso tempo, dobbiamo anche cercare di guardare oltre perché, dopo aver ottenuto le risorse, dobbiamo anche dimostrare, in questa legislatura, di saperle spendere per fare il bene della Sardegna”. (A.F.)
Mario Bruno (capogruppo Pd) si è soffermato sull’unità d'Italia, che verrà festeggiata domani, precisando che non può esserci unità senza specificità e senza diritti, “i diritti che spettano alla Sardegna e su cui non si possono fare sconti”. Per Bruno “non c’è nulla da festeggiare, le norme di attuazione non sono necessarie perché l’articolo 8 è immediatamente applicabile e la vera battaglia l’avevamo già vinta”. Secondo il capogruppo dei Democratici le norme di attuazione in discussione sono “norme asservite, concentrate sulla figura dello Stato e non della Regione, oltretutto si tratta solo del primo passo, queste norme devono passare il vaglio del Consiglio dei ministri poi ci dovrà essere la revisione del patto di stabilità, su cui ancora non è stato fatto nulla e l’assestamento del bilancio dello Stato”. Bruno si è poi dichiarato disponibile a partecipare all’assemblea degli Stati generali della Sardegna se il presidente Cappellacci vorrà convocarla.
Nella sua breve replica il presidente della Regione, Cappellacci, ha ribadito l’invito alla coesione su temi fondamentali per la Sardegna. Cappellacci ha sottolineato la sua presenza in Aula come un “dovere istituzionale, al fine di dare un quadro informativo e cercare di stimolare l’Aula ad avere un atteggiamento coerente e compatto, un’unica voce per percorrere l’ultimo tratto della vertenza con lo Stato che si presenta complesso e difficile”. Dagli interventi dei consiglieri il governatore ha affermato di aver tratto degli spunti positivi e la disponibilità “a fare quadrato attorno alla Sardegna”, ma ha anche rimarcato di non aver mai parlato con toni entusiastici e di festa in riferimento al parere della Commissione paritetica e che gli interventi in cui questo è stato sottolineato polemicamente avevano in sé un presupposto infondato. “Non ho intenzione di basarmi su paradossi e polemiche nella mia azione, al contrario ho intenzione di continuare su questa strada, quella del dialogo e degli obiettivi raggiunti e da raggiungere”. (M.P.)Al termine della replica del presidente della Regione, la presidente del Consiglio regionale, on. Claudia Lombardo, ha aperto la discussione sul Disegno di legge 216/A (Disposizioni in materia di voto domiciliare. Integrazione alla legge regionale 17 gennaio 2005, n. 2 (indizione delle elezioni comunali e provinciali). Disciplina transitoria dell’abbinamento dei referendum regionali con le elezioni comunali e provinciali). Il relatore, l’on. Pietro Pittalis (Pdl), ha dato il Dl per illustrato. Subito dopo è intervenuto l’on. Luciano Uras (capogruppo Comunisti – La Sinistra sarda), sottolineando il parere favorevole al Dl già espresso in commissione, ha auspicato anche l’accorpamento delle elezioni referendarie nazionali per “risparmiare risorse importanti”. La presidente Lombardo ha messo, dunque, in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità. Di seguito sono stati approvati gli articoli 3 (gli art. 1 e 2 erano stati stralciati) e 4. La legge ha ottenuto il via libera finale con 67 voti a favore e 1 astenuto.
I lavori riprenderanno alle 16. (FINE)