CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 187 del 10 marzo 2011
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Approvata la mozione 111 (Giacomo Sanna e più) sul trasporto marittimo Sardegna-continente-Isole minori. Caso Quirra; respinti gli ordini del giorno di maggioranza e opposizione sull'approfondimento delle analisi sanitarie ed epidemiologiche, via libera a un ordine del giorno unitario su futuro della chimica.
Cagliari, 10 marzo 2011 – La seduta pomeridiana è ripresa con la discussione sulla mozione 111 (Giacomo Sanna e più) sul trasporto marittimo Sardegna-continente-Isole minori. Il vicepresidente Michele Cossa ha dato la parola all’on. Giorgio Locci (Pdl) che ha ricordato in apertura l’adesione di molti componenti del suo gruppo alla mozione dell’On. Sanna. Anche perché- ha precisato - lo stanziamento di 10 milioni contenuto nella legge finanziaria è finalizzato proprio “ad entrare nella cordata che punta all’acquisizione della Tirrenia”.
Si tratta di un segnale di cambiamento importante ha proseguito Locci che vede nella regione un soggetto attivo nelle politiche di trasporto. “Il problema davvero strategico - ha spiegato - è in realtà molto semplice: dobbiamo portare più persone in Sardegna a prezzi competitivi”.
Successivamente l’esponente del Pdl ha sottoposto all’assemblea alcuna indicazioni, in parte contenute nel piano dei trasporti elaborato nella precedente legislatura: “Una politica simile a quella del low cost del trasporto aereo, col sostegno dell’unione europea, e una programmazione globale di settore che interessi tutte le modalità di trasporto. Come unico obiettivo di questi interventi, la creazione di più tratte, di più concorrenza, di più opportunità per i sardi e per colore che vengono nella nostra isola”.
“Non bisogna essere sardisti per condividere la mozione di Giacomo Sanna”. Ha esordito così nel suo intervento l’On. Pierluigi Caria (Pd), che ha sottolineato i contenuti comuni della mozione Sanna e dell’interpellanza del gruppo Pd sul collegamento fra La Maddalena e Palau. “La situazione che abbiamo di fronte, ha affermato Caria, è gravemente deficitaria, mentre la tariffe aumentano e la qualità del servizio è spesso pessima”.
L’esponente del Pd si è poi soffermato sui contraccolpi occupazionali già registrati in Gallura, e particolarmente a La Maddalena, dopo il taglio degli equipaggi Saremar, scesi da 4 a 2. “Competion is competion”- ha detto Caria citando un vecchio detto dell’economia liberale, “ma le imprese devono capire che in una realtà come la Sardegna non possono posizionarsi solo sulle tratte che producono molti utili, ma devono anche garantire un servizio essenziale in realtà più deboli. Sotto questo profilo, la Regione deve essere in grado di tracciare un perimetro di regole e condizioni uguali per tutti”. (A.F.)
Luigi Lotto (Pd) ha sottolineato come quello dei trasporti sia un presupposto fondamentale per lo sviluppo della società, un diritto universale alla mobilità delle merci e delle persone e ciò ancora di più per la Sardegna: “Condivido il contenuto della mozione presentata da Sanna che ci pone di fronte a un problema al cui esame il Consiglio non può sottrarsi e pone al centro dell’attenzione un problema importantissimo: il costo dei collegamenti con il Continente, sia per le persone che per le merci”. Per quanto riguarda la questione Tirrenia per Lotto “non è pensabile che dopo anni di disagi e danni subiti dai sardi alla fine ci sia anche la beffa”. Dalla gara in corso per la privatizzazione della Tirrenia secondo il consigliere dei Democratici, emergono due aspetti, “da una parte l’impegno della Regione a partecipare a questo percorso e dare concretezza alla decisione già adottata dal Consiglio, poi c’è l’aspetto della gestione della gara” per la quale, ha sottolineato Lotto “è interesse della Regione che si crei una concorrenza vera, senza monopoli di fatto che intese di cartello possono sollevare”. “E’ necessario dotare la Sardegna di un piano regionale dei trasporti”, ha concluso Lotto
Adriano Salis (capogruppo Idv) ha condiviso con Lotto “la necessità di dotare la Sardegna di un piano dei trasporti regionale nel quale il trasporto marittimo possa avere una regolazione, una programmazione e un potenziamento importante”. Salis ha ribadito l’importanza di affrontare unitariamente la questione del trasporto da e per la Penisola insieme con quello verso le isole minori. Per quanto riguarda la Tirrenia, ha sottolineato Salis, “non vorremmo che questa gara si risolvesse in un trasferimento di sede da Napoli a Palermo, con la Sardegna ancora una volta fuori dai giochi in un settore così strategico”. Rivolgendosi al neo-assessore ai Trasporti Christian Solinas, Salis ha auspicato che la Regione possa accogliere le sollecitazioni arrivate da tutti i gruppi in Consiglio e “dare seguito alle proposte inserite nella mozione e nelle interpellanze, sentendo gli operatori privati ed evitando di fare riunioni private con quelli interessati agli appalti”. “La Regione non può più fare la parte della comparsa, sia per la Tirrenia che per le linee delle isole minori. Sulla mozione il gruppo Idv è assolutamente d’accordo sui punti individuati. Per quanto riguarda la Saremar chiediamo all’assessore di dare voce alle amministrazioni locali e favorire il mantenimento e la salvaguardia dei livelli occupativi e la possibilità di sviluppo”. (M.P.)
L’on. Giacomo Sanna (Psd’Az) ha evidenziato la situazione di Olbia: “Nello scalo marittimo gallurese si è creata una situazione di monopolio: la Moby gestisce il porto, il traffico passeggeri e i rimorchiatori”. L’on. Sanna ha evidenziato come la situazione sia grave, visto che alla gara per la privatizzazione della Tirrenia si sono presentati soltanto armatori Campani che non hanno certo a cuore le esigenze della Sardegna e dei sardi. Per quanto riguarda le isole minori l’on. Sanna ha affermato che si tratta di “una guerra non di poco conto. La Delcomar è l’unico armatore sardo e il Psd’Az sostiene tutti gli imprenditori sardi rispetto a chi non lo è. Ci lamentiamo che qui non ci sono imprenditori e quando ci sono non vengono sostenuti”. Poi rivolgendosi all’assessore regionale dei Trasporti, l’on. Sanna ha continuato: “Se ci sono due partecipanti a una gara e tutti e due protestano, se si lamentano anche i sindaci, lei assessore si deve preoccupare e lei, assessore, ha il dovere di ascoltarli”. In conclusione l’on. Sanna ha fatto una riflessione sui lavoratori delle compagnie che rischiano di perdere il posto di lavoro: “Bisogna rasserenare i dipendenti ed evitare che si mettano in campo timori in maniera strumentale”.
D’accordo sull’importanza dell’argomento anche l’on. Luciano Uras (capogruppo Comunisti - La Sinistra Sarda). “Ci troviamo di fronte a una mozione della maggioranza in polemica verso l’azione della Giunta regionale. Questo è dunque interessante politicamente, ma anche nel merito, e certo non riguarda l’assessore Solinas che si è appena insediato, magari qualcuno che c’era prima o che c’è ancora”. Per l’on. Uras la situazione nell’Isola è gravissima su più fronti: “dalla tragedia di Quirra, al pasticcio del trasporto aereo, fino alla procedura di privatizzazione della Tirrenia che rischia di creare un monopolio privato con un’organizzazione del servizio non chiaro”. “Un problema presidente – ha affermato l’on. Uras rivolgendosi al capo dell’esecutivo regionale - che la Sardegna dovrebbe farsi carico. Quando la Sardegna farà sentire la sua voce? Quando alzerà la testa?”. Il capogruppo dei Comunisti - La Sinistra Sarda ha esortato la Giunta a partecipare alla gara per la privatizzazione della Tirrenia: “E’ un servizio che per i sardi non è facoltativo. La Regione dovrebbe in qualche modo partecipare”. E rivolgendosi al Governo nazionale ha aggiunto: “L’Unità d’Italia si celebra con il comportamento, attenzione e rispetto che deve essere consegnato tutti i giorni ai cittadini”. (E.L.N.)
Nella sua replica, l’Assessore regionale dei Trasporti Christian Solinas ha sottolineato che dal dibattito, nella diversità di opinioni, sono arrivati interessanti spunti di riflessione.
Dopo aver premesso che “La Sardegna, con i suoi 1.6 milioni di abitanti, non ha la forza sufficiente per restare da sola sul mercato”, ha invitato tutti “a ragionare in un’ottica di sistema che, ad esempio, corregga l’attuale anomalia che considera il trasporto su gomma un qualcosa di sganciato dal contesto generale del settore”.
L’Assessore ha poi assicurato che la Regione si impegnerà a fondo per impedire la nascita di nuovi monopoli nel trasporto marittimo garantendo, nello stesso tempo, che l’Assessorato non ha mai convocato le compagnie di navigazione su una serie di servizi oggetto di gara pubblica.
Solinas ha infine annunciato una proposta articolata dell’Assessorato in materia di pianificazione dei trasporti, ed ha informato l’assemblea sul ripristino della linea Arbatax-Olbia-Genova dal prossimo 18 aprile e sulla ripresa dei collegamenti Enermar, già in atto, fra La Maddalena e Palau.
Assume la presidenza la Presidente On. Claudia Lombardo
Il primo firmatario della mozione 111 On. Giacomo Sanna dichiara di rinunciare alla replica.
L’On. Adriano Salis (Idv) apprezza la relazione dell’Assessore Solinas soprattutto per la volontà di individuare margini di miglioramento del servizio per andare incontro alle esigenze degli operatori, dei cittadini e degli enti locali. “Il problema è molto serio-ha concluso Salis-ma sono convinto che il dibattito abbia aperto uno spiraglio ed offerto nuovi stimoli sia al governo che al consiglio regionale”.
La mozione viene approvata col seguente risultato: presenti 58, votanti 57, favorevoli 57, astenuti 1. (A.F.)
“Nessuno deve decidere quale modello di sviluppo debba avere la nostra regione, né quali produzioni allocare sul nostro territorio, non vogliamo delegare all’Eni e al governo nazionale il destino dei sardi”, così ha esordito Giampaolo Diana (Pd) nell’illustrare la mozione 110 di cui è il primo firmatario. Diana ha ricordato le cifre sul comparto chimico in Sardegna, “l’unico comparto positivo dell’Isola contrariamente a quanto si possa pensare”, che rappresenta il12% del valore aggiunto contro la media nazionale del 26%, mentre gli addetti si fermano all’11% contro la media nazionale del 23%. Per Diana si tratta di uno sviluppo squilibrato che è “la ragione della debolezza del nostro sistema economico e una delle cause principali di una crescita economica lenta. In Sardegna non è vero che c’è troppa industria ma è vero il contrario”. Da questi presupposti parte il testo della mozione che si concentra sui progetti dell’Eni: il cosiddetto polo verde del piano Eni-Novamont e la cessione del ciclo del cloro. “Il piano promette investimenti per 800 milioni di euro per la produzione di bio-plastiche e la costruzione di una centrale elettrica di biomasse che ha bisogno di una superficie di 20mila ettari. Queste materie vengono reperite sia in loco sia dalle importazioni e nel frattempo verrebbero avviate le coltivazioni di colture specifiche con ricadute occupazionali, a detta di Eni, di 650 unità. Il tutto a regime tra 6 anni”. Per Diana e i presentatori della mozione “l’unica certezza è che quel piano prevede la chiusura del petrolchimico esistente a giugno di quest’anno: siamo dunque di fronte a un ricatto”. Diana punta il dito contro il presidente della regione Ugo Cappellacci il quale “fa finta di non conoscere il piano di chiusura che l’Eni si è prefissato”. “Respingiamo la politica dei due tempi, c’è una promessa di prospettiva senza nessuna certezza, non lo possiamo accettare”. Anche per quanto riguarda la cessione tra Syndial-Eni e Gita dell’intero ciclo del cloro, secondo Diana “la vertenza è ferma, non si sono rispettate le scadenze e gli impianti restano ancora fermi”. Diana chiede all’assessore all’Industria Oscar Cherchi di verificare se “quelle offerte sono serie e quale sia la politica industriale della Regione”.
Per la discussione generale il primo a intervenire è stato Efisio Planetta (PSd’Az) che richiama il disimpegno dell’Eni sugli impianti sardi e i procedimenti giudiziari in corso per danno ambientale. “Le bonifiche stentano a decollare pur tra tanti proclami e annunci, è ora che la Regione non stia più in silenzio e si costituisca parte civile nei procedimenti per disastro ambientale”. “Dobbiamo avere il coraggio di dire che il nostro modello di sviluppo lo dobbiamo decidere noi sardi e che quello che ci è stato imposto ha solo creato danni per la salute dei nostri figli”. Per Planetta “l’avventura della chimica sarda è finita e la sua fine è stata decisa proprio dall’Eni ed è il momento di ripensare al futuro del nostro territorio e alla riqualificazione dell’ambiente, rompendo il tabù e la retorica della centralità dell’industria pesante e del ciclo del cloro”. (M.P.)
Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori Sardi - Liberaldemocratici): “La mozione è interessante, ma credo che non si vada ad affrontare quello che dovrebbe fare quest’aula ossia definire la linea politica, considerando le non scelte fatte fino a oggi”. Per l’on. Dedoni bisogna salvaguardare la chimica di base come ha fatto la Germania. “Ci vuole un ripensamento complessivo, una riverifica del percorso iniziato anni fa. Una volta fatta una scelta, la meno inquinante, bisogna però fare anche le verifiche e i controlli i questi siti per tutelare la salute”. L’esponente dei Riformatori sardi ha evidenziato come sia necessario tracciare linee di sviluppo complessivo della nostra Isola.
Per l’on. Luigi Lotto (Pd) “bisogna evitare la chiusura dell’industria chimica per evitare un’ulteriore perdita di posti di lavoro e l’ulteriore impoverimento dell’economia non prospera della nostra Isola”. L’esponente del Pd ha poi proseguito: “La chimica è importante per Porto Torres. Il progetto Novamont va visto con attenzione, senza pregiudizi per vedere se può avere delle serie ricadute economiche e sviluppi industriali. E’ importante anche dal punto di vista agricolo, perché sarà questo mondo che dovrà fornire le materie prime a questo ciclo produttivo. Ma serve anche una certezza: queste biomasse dovranno essere pagate a un prezzo remunerativo ed è una questione a cui non si può derogare. Diversamente stiamo chiedendo a una categoria produttiva, ossia a quella di agricoltori, di sostenerne un’altra e questo non è giusto”. In conclusione l’on. Lotto ha affermato: “A Porto Torres c’è stato l’impegno di tutto il territorio per la ripresa. Servono impegni finanziari e industriali da parte dell’Eni e una volontà politica molto precisa da parte del governo per rilanciare l’industria chimica come si sta facendo in altri Paesi europei”. (E.L.N.)
Un intervento dagli accenti fortemente critici quello del Presidente della commissione Bilancio Paolo Maninchedda (Psd’Az): “Stiamo prendendo la brutta abitudine di dedicarci a dibattiti culturali, nei quali non si prendono decisioni. In questo modo siamo noi per primi ad ammettere di non aver potere”.
Dopo aver duramente polemizzato col Ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto, definito da Maninchedda “un maestrino”, l’esponente sardista ha citato alcuni esempi che, a suo giudizio, testimonierebbero il “masochismo” della regione nei confronti dello Stato. La politica industriale innanzitutto, decisa dall’Eni che con altre 4 società produce circa il 20% del Pil nazionale, ma anche le vicende delle servitù militari, Teulada compresa che è zona di interesse comunitario, “ma dove però si continua a sparare, per l’esercizio di un potere superiore”.
“La cosa di cui dovremmo davvero occuparci-ha concluso Maninchedda-è di come stimolare la crescita del pil, anziché appiattirci su uno sterile pauperismo”.
Altrettanto duro nei toni e nei contenuti l’intervento dell’On. Luciano Uras (I Comunisti-la Sinistra sarda), secondo il quale la giunta regionale è “genuflessa” davanti al governo centrale che caratterizza la sua azione privilegiando gli egoismi regionali e territoriali delle aree economicamente più forti del paese. “Siamo seduti su una polveriera -ha proseguito Uras - e nessuno ha il coraggio di dire la verità: i costi della sanità, del sistema idrico e del sistema regionale ci stanno portando al collasso”.
A parere di Uras “I veri responsabili della distruzione scientifica del sistema produttivo sardo, chimica, siderurgia e tessile, stanno a Roma e Milano. Un processo di distruzione che si è trasferito anche sul piano istituzionale, con la sistematica bocciatura di ogni legge della Sardegna che cerchi timidamente di dare qualche risposta alla crisi. L’impugnazione della legge finanziaria è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo”.
In questo scenario - ha concluso Uras -il 150° anniversario dell’unità d’Italia è davvero una occasione “in cui non c’è proprio niente da festeggiare”. (A.F.)
Adriano Salis (Idv) ha concentrato il suo intervento sul fallimento della “politica degli annunci”, prendendo spunto dalle parole del segretario generale della Cgil Susanna Camusso a proposito della Sardegna: “I lavoratori sono stanchi di annunci a cui non seguono i fatti”. Per Salis le ultime notizie di stampa sulla vertenza entrate rappresentano un imbroglio. Salis sottolinea come questo tipo di politica sia deleterio per tutti i temi caldi sul tavolo in questo periodo, non ultimo l’industria. “Dobbiamo impedire – ha concluso Salis - di essere esclusi da tutte le decisioni, dalle scelte per il nostro futuro e di subire gli indirizzi nazionali, è ora di restituire dignità alla politica sarda”.
Mario Bruno (Pd) ha riepilogato le vicende della chimica sarda nell’ultimo anno e mezzo e ha sostenuto come “il problema della chimica e del suo ruolo in Sardegna non è stato mai affrontato e ora si arriva all’annuncio della fermata del cracking e del polietilene in vista del polo verde, un annuncio che ha sancito la chiusura ufficiale dello stabilimento di Porto Torres”. La Regione e il presidente Cappellacci, secondo Bruno, devono intervenire con forza per far fronte “ai tanti impegni mai onorati, a partire dalla campagna elettorale dopo la quale non è successo nulla e si è arrivati al punto in cui gli operai sono da oltre un anno all’isola dell’Asinara per difendere il posto di lavoro”. Per Bruno la chimica verde è “il libro dei sogni”. “E’ necessario – ha concluso Bruno - un progetto di sviluppo che mantenga sì l’industria ma che riveda con equità il rapporto tra le diverse risorse economiche. Approvare questa mozione è un modo per richiamare la giunta Cappellacci e il governo nazionale alle proprie responsabilità”. (M.P.) La presidente del Consiglio regionale, l’on. Claudia Lombardo, ha dato quindi la parola all’assessore regionale dell’Industria, Oscar Cherchi, per la replica. L’esponente della Giunta ha iniziato il suo intervento evidenziando il contributo dato dal Consiglio regionale su un argomento di grande rilevanza socio-economica per tutto il territorio sardo. “L’intervento del Consiglio regionale – ha affermato l’assessore Cherchi - con questa mozione è importante: uniti si può dare un impulso sempre più incisivo al rilancio della chimica”. Per l’esponente dell’Esecutivo è necessario consolidare il nostro sistema produttivo, puntare tutto sull’innovazione con l’obiettivo di aumentare l’occupazione. Per quanto riguarda la proposta Eni-Novamont ha evidenziato che “è un colosso che anche il governo nazionale ha difficoltà a gestire”. L’assessore Cherchi ha poi proseguito: “Quello proposto da Eni-Novamont è un progetto che guarda al futuro. E’ vero che non c’è un piano industriale, ma sono stati definiti gli investimenti, i livelli occupazionali confermati in 600 lavoratori, oltre a essere state definite le materie prime che saranno utilizzate”. L’assessore ha sottolineato: “Il sito di Porto Torres va verso la chiusura perché sarà sostituito da questo nuovo polo, ma non ci sarà alcuna perdita di posti di lavoro. Non possiamo non guardare alla chimica verde e non possiamo negare che per noi è motivo d’orgoglio che Eni voglia investire in Sardegna. Aggiungo, inoltre, che con i sindacati e la Confindustria stiamo creando un tavolo tematico per il futuro dell’industria chimica in Sardegna”. Sulla vertenza della Vinyls, l’assessore Cherchi ha evidenziato, con soddisfazione, come sia stato firmato l’accordo preliminare che “presuppone la firma del definitivo”. L’esponente della Giunta ha poi concluso: “Tutta la vertenza della chimica regionale ha grande attenzione da parte della Regione, che cerca di portare avanti un percorso che finora ha dato grandi risultati. Credo che la mozione così come è abbia degli elementi importanti e condivisibili, credo che alcuni aspetti siano invece stati superati, e che altri andrebbero rafforzati rafforzati”.
Al termine dell’intervento dell’assessore Cherchi la presidente Lombardo ha dato la parola all’on. Giampaolo Diana (Pd) per la controreplica: “Non è stato colto – ha affermato l’esponente del Pd - l’obiettivo della mozione presentata: tentare di fare assumere al Consiglio regionale il ruolo da protagonista nel ruolo del proprio futuro. Penso – ha proseguito - che anche i grandi processi possano essere modificati in base alla determinazione che mettiamo e se abbiamo idee”. Poi rivolgendosi all’assessore ha aggiunto: “Come si fa ad accettare l’equazione che ci propone lei. Il governo regionale ha detto sì supinamente alla proposta dell’Eni. Assessore è una vergogna. A giugno si chiude 35 anni di petrolchimico”. (E.L.N.)
Intervenendo per dichiarazione di voto sulla mozione 110 relativa alla situazione ed alle prospettive della chimica sarda, il capogruppo de I Comunisti-la Sinistra sarda Luciano Uras ha ribadito, in parte, i concetti espressi in sede di discussione generale.
Uras ha però sottolineato che, con l’accordo sulla chimica ipotizzato per Porto Torres “vanno in fumo 35 anni di cultura industriale sarda. Un risultato che, purtroppo, ci si doveva aspettare visto che la regione ha sempre mantenuto un atteggiamento subalterno e servile nei confronti dello Stato”. Sullo sfondo questa vicenda-ha concluso Uras-restano soltanto due cose: gli operai che vanno in corteo e protestano ma non hanno mai risposte e l’Eni che non ha pagato un soldo per i danni ambientali gravissimi che ha provocato in Sardegna”.
Il sardista Paolo Maninchedda ha annunciato invece la sua astensione. “Non condividiamo il modello economico fondato sulla grande industria. Preferiamo puntare sull’integrazione fra istruzione, formazione, ambiente nell’ottica di uno sviluppo sostenibile. Questi concetti-ha aggiunto-dovrebbero essere patrimonio del centro sinistra, ma ho l’impressione che non siate d’accordo fra voi”. Sul punto relativo all’ipotesi di rilancio della chimica, ha continuato l’esponente del Psd’Az, “abbiamo anche noi grandissime perplessità. Siamo poi convinti che nel rapporto con l’Eni dobbiamo rappresentare quello che si è; e la regione non è nessuno”.
“Ascolto sempre il collega Maninchedda con interesse, anche per l’originalità della tesi che propone-ha esordito l’On. Luigi Lotto del Pd, ma sono assolutamente convinto che la Sardegna abbia bisogno di salvare l’industria che ha. Perché l’industria non sarà tutto, ma resta una parte importante del sistema produttivo regionale”. Sul progetto della cosiddetta “chimica verde”-ha proseguito-“la regione ha il dovere di intervenire senza farci prendere in giro dall’Eni, cosa che riteniamo stia accadendo in questa circostanza”. In definitiva, secondo Lotto, “è giusto andare a vedere le carte ma evitando con ogni mezzo lo smantellamento di quello che c’è”. (A.F.)
Ritirata la mozione 103 (Zuncheddu e più) la presidente Lombardo mette in votazione l’ordine del giorno n. 1 (Bruno e più) e l’ordine del giorno n. 2 (Pittalis e più) sulle analisi sanitarie ed epidemiologiche nel territorio di Quirra scaturiti dal dibattito della seduta di questa mattina. I consiglieri Porcu, Barracciu, Planetta, Matteo Sanna, Artizzu e Capelli chiedono di apporre la propria firma all’odg n. 1. L’Ordine del giorno n. 1 (Bruno e più) è respinto con 22 sì, 22 no e 4 astenuti. L’Ordine del giorno n. 2 (Pittalis e più) è respinto con 23 sì, 14 no e 11 astenuti (la maggioranza richiesta era di 25).
Sull’ordine dei lavori ha preso la parola l’On. Pietro Pittalis (Pdl) dichiarando che la mozione contiene “spunti utili di riflessione” ed annuncia che il suo gruppo, ma anche altri, potrebbero votare a favore con qualche modifica o meglio, suggerisce, trasformandola in ordine del giorno. Chiede quindi una sospensione della seduta che viene accordata dalla Presidente Lombardo. Alla ripresa, si procede alla votazione dell’ordine del giorno con il seguente risultato: presenti 42, votanti 41, a favore 41, astenuti 1. Il consiglio approva. I lavori sono stati aggiornati a mercoledì prossimo 16 marzo, con inizio alle ore 10.00 (A.F.)