CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 186 del 10 marzo 2011
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Mozione n. 103 (Zuncheddu e più) sul grave fenomeno sanitario di neoplasie alle persone emerso dalle recenti ricerche con particolare interessamento delle popolazioni e delle persone occupate nell’allevamento degli animali nei territori del Quirra, in particolare nella zona perimetrale della base militare di Capo San Lorenzo, Interpellanza n. 8/A (Zuncheddu e più) sulla costruzione dell’aeroporto interno del Poligono interforze del Salto di Quirra, mozione 111 (Sanna e più) sul trasporto marittimo Sardegna-Continente-Sardegna-Isole minori.
Cagliari, 10 marzo 2011 - La presidente Claudia Lombardo ha aperto la seduta dando comunicazione della nuova denominazione del gruppo consiliare Comunisti-La Sinistra sarda e la nascita del nuovo gruppo Unione di centro verso il partito della Nazione-Fli. A seguire la presidente ha dato comunicazione dell’avvicendamento di due assessori della giunta regionale: Christian Solinas nominato alla guida dei Trasporti al posto di Angelo Carta e Mariano Contu che sostituisce Andrea Prato all’Agricoltura.
La seduta ha preso il via con l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la mozione 103 (Zuncheddu e più) sul “grave fenomeno sanitario di neoplasie alle persone emerso dalle recenti ricerche con particolare interessamento delle popolazioni e delle persone occupate nell’allevamento degli animali nei territori del salto di Quirra e in particolare nella zona perimetrale della base militare di San Lorenzo”.
A presentare la mozione la prima firmataria Claudia Zuncheddu (Comunisti-La Sinistra sarda) che ha spiegato come questa nasca da una ricerca condotta da due veterinari delle Asl di Cagliari e Lanusei dalla quale “emergono dati inquietanti per la salute degli allevatori che operano nell’area di Quirra e in prossimità della base di Capo San Lorenzo”. “Questi operatori, che vivono a poco più di due chilometri dalla base - ha illustrato Zuncheddu -, si ammalano con estrema frequenza di patologie tumorali e linfomi: in dieci anni, tra il 2000 e il 2010, risultano 10 casi su 18 allevatori. Questi dati sono stati verificati e confermati anche da un illustre ricercatore dell’università La Sapienza di Roma”.
Claudia Zuncheddu ha ricordato che “il 60% dei poligoni militari di tutta Italia si trova in Sardegna tra Perdas de Fogu, Teulada e Quirra. Proprio in quest’ultima zona si tratta di 12mila ettari di terreno, oltre al mare, che è diventato una discarica di ordigni bellici utilizzati per cinquant’anni”. Per Zuncheddu questi terreni “sono stati sottratti al popolo sardo e requisiti dallo Stato italiano per consentire esercitazioni di guerra e sperimentare le armi”. Zuncheddu ha messo sul tavolo anche la questione dell’uranio impoverito, una scoria radioattiva altamente pericolosa che causa malattie del sistema linfatico e tumori.
Zuncheddu si è inoltre soffermata sulle mozioni del Pdl e del Pd all’esame in Senato e sull’accordo bipartisan sulla cosiddetta “sindrome di Quirra” su cui ha espresso serie perplessità. “Il sottosegretario Cossiga promette di sospendere le attività missilistiche a terra e mare se si accerterà che le guerre simulate sono causa delle malattie. In questo modo lo Stato ci depista con nuovi accertamenti epidemiologici”. “Dobbiamo cominciare a fare chiarezza, lo Stato ha stanziato milioni di euro come risarcimento alle persone malate, dunque lo Stato riconosce il nesso. In tutta Italia sono state presentate 439 domande di risarcimento, il 15% di queste in Sardegna”.
Per Zuncheddu la Regione “deve imporre la chiusura immediata della base con il principio della precauzione, deve bonificare e avviare un processo di rinaturalizzazione”.
Claudia Zuncheddu ha poi illustrato anche l’interpellanza 8/A (Zuncheddu e più) sulla costruzione dell’aeroporto interno del Poligono interforze del Salto di Quirra: “Questa minaccia pare un pericolo scongiurato, ma nascono altre preoccupazioni: la presenza di carri armati che continuano a esercitarsi e proseguono le esplosioni danneggiano la grotta di Is Ingutidroxus, di enorme valore ambientale. Chiediamo che la regione vigili sulle esercitazioni e le blocchi”. (M.P.)
Ha aperto la discussione generale l’intervento di Angelo Stochino (Pdl), che ha dichiarato di ritenere doveroso il suo intervento essendo un consigliere regionale dell’Ogliastra, “terra che ha molti metri quadri nella base di Quirra”. Stochino si è discostato da quanto sostenuto poco prima dalla Zuncheddu, sottolineando invece come la provincia sarda sia ritenuta, più di altre zone della Sardegna, la terra dei centenari. “Sono per fare chiarezza sulla questione Quirra – ha precisato - ma anche per mantenere i toni moderati”. Stochino si è detto infatti contrario “a falsi allarmismi” che danneggerebbero una terra “abbastanza martoriata” con il “marchio dell’uranio impoverito o della sindrome di Quirra”. Secondo il consigliere ogliastrino “è una grande responsabilità politica utilizzare Quirra come scontro politico per dire sì o no alla basi, senza tenere conto delle popolazioni e degli imprenditori che vivono in quel perimetro o nelle immediate vicinanze”. Si è poi appellato all’assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, chiedendo di potenziare il sistema veterinario e sanitario dell’ Asl di Lanusei perché, insieme a quella di Cagliari, possa pervenire a un dato certo che faccia chiarezza sulla “famosa sindrome di Quirra”. “Dall’Ogliastra – ha concluso – arriva un grido d’allarme per una campagna mediatica che la danneggia. Sono il primo a chiedere chiarezza su questa vicenda, ma credo sia importante che le cose vadano fatte nei giusti modi”.
Chicco Porcu (Pd) si è detto dispiaciuto per l’assenza del presidente Ugo Cappellacci durante una “discussione importante, che non riguarda solo Quirra, ma tutta la nostra terra” e ha precisato di aver ascoltato “con qualche imbarazzo le parole dell’on. Stochino”, annoverandolo tra le file dei negazionisti.
Secondo Porcu la situazione è quella di un “gravame militare, che ancora oggi in tempo di pace registra in Sardegna l’esplosione dell’80% delle bombe di tutto il territorio italiano, quasi 40mila ettari del nostro territorio sottratti a politiche di sviluppo”. Ha quindi domandato alla maggioranza quali siano le intenzioni che la animano rispetto a una politica di “riequilibrio complessivo della presenza delle basi militari in Sardegna. Lo Stato – ha continuato - trova il modi di fare cassa sulla pelle delle popolazioni sarde, con un costo sociale altissimo che non può essere negato e non può essere oggetto di ulteriore indagine”. Porcu ha espresso infine l’auspicio che la Giunta regionale non si “accontenti di norme di attuazione che ci riportino al punto di partenza, ma punti ad aprire una vertenza con lo Stato” che dovrà includere anche le basi militari. “Dovremo approvare un ordine del giorno che non si limiti a ribadire una richiesta di moratoria ma che, con maggior coraggio e prontezza, chieda che la Sardegna sia una volta e per tutte smilitarizzata e che si proceda, affiancati dallo Stato, con le bonifiche e con un programma speciale per far sì che in quelle terre si possa affermare un’economia diversa, sostenibile e rispettosa dell’identità naturale e sociale della nostra terra”. (M.C.)
Assume la presidenza il vice presidente Michele Cossa (Riformatori sardi).
A giudizio dell’On. Francesco Sabatini (Pd) “Il problema deve essere affrontato in modo non superficiale, perché c’è di mezzo la salute dei cittadini”. Quindi occorre tenere presenti due fattori. Le strutture vanno chiuse solo quando sarà scientificamente dimostrato che sono causa di inquinamento. Inoltre, l’On. Sabatini, polemizzando con l’On. Zuncheddu, ritiene che molti, cavalcando il clamore mediatico, “hanno utilizzato questa vicenda per scopi poco nobili, usando dati scientificamente non certificati”. Dopo essersi soffermato sulla sovra-esposizione dei sindaci e della popolazione di quei territori, che ha avuto pesanti contraccolpi sull’economia locale, l’On. Sabatini ha ricordato che sull’area di Quirra sono in corso due indagini: una del Ministero della difesa avviata sotto il governo Prodi ed un’altra curata da importanti e qualificati soggetti regionali e locali del settore sanitario. I risultati di queste due indagini - ha aggiunto l’esponente del Pd – saranno resi noti probabilmente fra qualche settimana. “Allora potremo parlare e commentare – ha concluso – ma senza spaventare le popolazioni”. Anche per l’On. Renato Lai (Pdl) “Occorre affrontare la questione con equilibrio e cautela, dando priorità alle garanzie per la salute dei cittadini ma valutando anche la situazione occupazionale dei territori interessati”. Associandosi a quanto già segnalato dall’On. Stochino (Pdl), l’On. Lai ha posto l’accento sulla necessità, per la Regione, di assicurare un monitoraggio permanente e sistematico di realtà “sensibili” come Quirra, dotando le strutture sanitarie regionali di maggiori risorse umane e di qualificate competenze scientifiche. Lai ha poi contestato l’attendibilità di alcuni dati contenuti della mozione dell’On. Zuncheddu, sia per quanto riguarda le malattie che avrebbero colpito gli allevatori, sia le malformazioni genetiche riscontrare sugli animali. “Sono situazioni differenti e molto complesse – ha affermato – e allo stato delle conoscenze non è possibile arrivare a nessuna conclusione”. Infine, ha auspicato un ordine del giorno condiviso dell’assemblea, che riconosca le prerogative della Regione in materia ambientale e sanitaria. (A.F.)
Giampaolo Diana (Pd) ha sottolineato nel suo intervento il ruolo e le preoccupazioni dei sindaci del territorio di Quirra in merito al problema, “una preoccupazione fondata e che finora ha avuto un approccio serio e onesto da parte degli amministratori locali”. Diana si è rivolto all’assessore alla Sanità Antonello Liori: “Noi tutti, e lei con il presidente Cappellacci prima di tutto, abbiamo il dovere politico, istituzionale e morale di informare le popolazioni anche su basi scientifiche, su quanto sta accadendo. Poi devono essere prese decisioni politiche adeguate”. Diana ha ricordato che il comitato di indirizzo territoriale nel passato ha appaltato cinque lotti di indagine che “sarebbero dovuti servire per radiografare perfettamente il territorio: il primo aveva l’obiettivo di verificare la radioattività, il secondo le eventuali forme di inquinamento elettromagnetico, poi la presenza di elementi chimici, di fornire e richiedere le certificazioni ambientali e di dotare la zona di sistema informativo per monitorare costantemente il territorio”. Diana ha chiesto all’assessore Liori di conoscere lo stato dell’arte sui cinque lotti e sulle verifiche previste. Il consigliere del Pd ha anche chiesto il coinvolgimento sul tema del ministero della Sanità e dell’Istituto Superiore della Sanità.
Giorgio Locci (Pdl) si è soffermato sull’assenza di certezze, fino a questo momento, sui risultati delle analisi effettuate che ancora “non provano il nesso tra l’attività del Poligono e le malattie”. “In Sardegna il problema del potenziale inquinamento da uranio impoverito non è dimostrato. Le analisi effettuate anni fa dalla Asl 8 e dalla dottoressa Gatti non portarono a conclusioni certe”. E’ per questo che Locci ha chiesto all’assessore Liori l’istituzione di un tavolo tecnico-scientifico: “La Regione deve prendere impegni, anche finanziari, per svolgere analisi scientifiche sull’insorgenza delle patologie nella zona di Quirra”. Locci ha anche ricordato l’urgenza di riprendere la questione delle servitù militari con lo Stato: “La Sardegna ha la più alta percentuale d’Italia di servitù militari, noi dobbiamo portare l’argomento al tavolo del federalismo fiscale nella conferenza Stato-Regioni. O ci riconoscono una perequazione in termini economici o la riduzione delle servitù militari”.
Anche Francesca Barracciu (Pd) intervenuta subito dopo ha puntato l’attenzione sulla vertenza, aperta cinque anni fa con lo Stato sulle basi militari. “Da quando il centrodestra è al governo dell’Isola la vertenza per la dismissione della presenza militare si è bloccata, ora più che mai va ripresa per raggiungere un livello di giustizia ed equità. La vertenza si è interrotta anche per quanto riguarda Quirra e Capo San Lorenzo, dove si continua a morire. Ancora non sono certe le correlazioni, ma abbiamo di fronte un problema serio: la realtà è che le richieste di risarcimento allo Stato per patologie tumorali correlate all’attività militare riguardano per molta parte la Sardegna e Quirra in particolare”. Per Barracciu “sui giochi di guerra nessuno ha esercitato un vero controllo e in attesa che si concluda l’inchiesta aperta dalla Procura di Lanusei, non si possono ignorare le misure di tutela per chi lavora nel Poligono”. (M.P.)
Il capogruppo dell’Idv, Adriano Salis, ha espresso la propria solidarietà ai due rappresentanti dell’Ogliastra in Consiglio regionale, Sabatini e Stochino, che “pongono le loro giuste preoccupazioni”. Salis ha ricordato all’assessore Liori che già in occasione della discussione sulla creazione di un Albo per le morti di tumori era giunta dall’Idv l’indicazione a porre attenzione sull’allarme dell’opinione pubblica sarda, e in particolare dell’Ogliastra, su questa vicenda. Ha quindi sottolineato che quando si parla di industrie legate alla guerra, si parla anche di business miliardari, “che nella povertà della Sardegna e soprattutto di alcune zone, fa sì che i poligoni militari svolgano una funzione economica rilevante”. Salis si è poi appellato al buonsenso e alla responsabilità dei Consiglieri regionali, per prendere una decisione. “Non mi fido delle indagini fatte finora a Quirra – ha detto - perché sono state gestite in maniera non trasparente”, riferendosi alle bonifiche affidate a una società “che ha una quota azionaria nelle aziende che fanno le armi poi impiegate a Quirra e Teulada”. Ha pertanto domandato che le analisi siano affidate a “un’entità indipendente”. Infine, ha concluso ricordando che “nei 1.100 ettari dello stabilimento Syndial di Porto Torres sono ostati effettuati 1.500 carotaggi, mentre nell’area del Poligono di Quirra, su un’estensione di 13 mila ettari sono stati eseguiti solo 200 campionamenti. Un dato che statisticamente è assolutamente insufficiente”.
Luciano Uras, presidente del gruppo Comunisti - La Sinistra Sarda in Consiglio regionale, si è detto maggiormente interessato ai rapporti Stato-Regione in relazione alle servitù militari. “Voglio comprendere – ha dichiarato - quale sia la vocazione di questa Regione, se sia di servitù, nel termine tecnico della parola”. Uras ha sostenuto che la Sardegna è “il campo di esercitazione delle forze armate italiane, del Patto Atlantico e di tutti coloro che intendano sperimentare armamenti e munizionamenti, pagando per questo lo Stato italiano”. Ha quindi ricordato che “tratti di mare di impressionante vastità” nella nostra Isola sono altamente inquinati e praticamente impossibili da bonificare perché “servirebbero troppi soldi”. Secondo Uras è necessario dire “una cosa soltanto: che non accettiamo di essere più una servitù. Questa è una regione autonoma, di una Repubblica democratica. Se fossi stato io il presidente della Regione, oggi avrei parlato. Ma noi abbiamo un presidente che pensa più a un’uniformità di visioni con il proprio partito, e anche per questo siamo una servitù. E ogni tanto – ha concluso - siamo anche servili e servi e forse è venuto il tempo di scegliere tra noi quella parte meno servile”.
Il capogruppo del Pd Mario Bruno, ha esordito ricordando che lo Stato – “come da noi pronosticato” - ha impugnato due leggi della Regione Sardegna, la n.5/2011 che contiene disposizioni che integrano le norma per la protezione della caccia nell’Isola e la legge finanziaria 2011. Ha quindi ricordato gli elementi in comune tra la mozione su Quirra presentata in Consiglio regionale e le due mozioni presentate in Senato da Pd e Pdl, che stabiliscono non si “possa mettere in contrapposizione il diritto alla salute con quello al lavoro. Quando è in gioco la salute dei cittadini – ha precisato Bruno - ogni altra preoccupazione deve essere messa da parte. È nostro dovere, pertanto, chiarire i dubbi e le paure”. Bruno ha ricordato la lettere inviata al presidente Cappellacci in cui lo si invitava a portare il caso Quirra in Consiglio dei Ministri e a “porre fine al suo imbarazzante silenzio”. Per il leader dell’opposizione occorre una presa di posizione forte e determinata sul tema delle servitù militari mentre con la Giunta Cappellacci “il tema è scomparso, colpevolmente rimosso negli ultimi due anni, e non si comprende quale sia posizione della maggioranza sull’ingombrante presenza militare nell’Isola che sarebbe da porre sotto l’attenzione dello Stato”.
“I dati pubblicati sugli organi di informazione sulla realtà di Quirra sono o possono apparire inquietanti ma, dal punto di vista scientifico, risultano incompleti ed insufficienti”. Lo ha dichiarato l’Assessore regionale della Sanità Antonello Liori (Pdl), intervenuto al termine del dibattito sulla mozione riguardante il poligono militare di Quirra, presentata dall’On. Claudia Zuncheddu (I Comunisti-La Sinistra sarda). L’Assessore ha confutato sia i dati sulla popolazione locale che quegli relativi agli allevatori. “Dai primi, ha sostenuto Liori, non si capisce nemmeno se si tratta di popolazione residente e questo vale per civili e militari. Sui secondi, se fossero veri, saremmo a livello di Chernobyl”.
E’vero, però, ha riconosciuto l’Assessore, che dobbiamo risposte alla società sarda e che, allo stato attuale delle conoscenze, non possediamo tutti gli elementi necessari per rassicurare la popolazione.
“Contiamo entro un anno – ha concluso – di presentare una relazione completa, ambientale ed epidemiologica. La stiamo predisponendo con la collaborazione di qualificati organismi scientifici nazionali, e contiamo di acquisire anche quella dell’Istituto Tumori di Milano”. (A.F.)
La replica all’assessore Liori è stata affidata a Chicco Porcu (Pd) che si è dichiarato soddisfatto per la consapevolezza dell’assessore e di tutti i consiglieri intervenuti, dell’esistenza di un problema serio che deve essere affrontato. “Vedo un punto di accordo sul fatto che occorrono ulteriori dati e accertamenti, ma chiedo all’assessore se concordi sul fatto che l’attività del Poligono di Quirra vada comunque sospesa in attesa di avere questi dati. È necessario darsi dei tempi, non si può pensare a dare il via a ricerche che andranno avanti per anni mentre continuano le esercitazioni. Un monitoraggio va fatto a bocce ferme”.
L’altro punto da chiarire, secondo Porcu, è il riequilibrio complessivo della presenza delle basi in Sardegna: “Oggi 35mila ettari di terreno della nostra regione portano il peso dei gravami militari, un peso che deve portare a una perequazione su quanto la Sardegna ha già dato allo Stato”.
Porcu ha dunque proposto di sospendere il voto sulla mozione 103 (Zuncheddu e più) per poter predisporre un ordine del giorno che racchiuda le questioni sanitarie legate alla “sindrome di Quirra” ma soprattutto che impegni la Regione e il suo presidente a porre sul tavolo del federalismo l’esigenza di un riequilibrio che restituisca il territorio ai sardi liberandolo dalle servitù militari.
Accogliendo la proposta di Porcu la presidente Lombardo ha proseguito i lavori dell’Assemblea dando la parola a Giacomo Sanna (PSd’Az) che ha illustrato la mozione 111 (Sanna e più) sul trasporto marittimo Sardegna-Continente-Sardegna-Isole minori.
Sanna ha ricordato l’importanza di un tema, quello della mobilità dei sardi, ormai onnipresente da anni nei lavori del Consiglio regionale. Sanna ha sottolineato come la recente gara per la privatizzazione della Tirrenia “sta portando un gruppo di tre imprenditori napoletani a fare cartello, con il rischio per i sardi di essere tagliati fuori e perdere una grande occasione”.
Sanna ha ricordato la battaglia degli anni Ottanta per la nascita di una compagnia di navigazione di bandiera e come oggi la questione possa essere riproposta se la Regione “saprà inserirsi con autorevolezza nella partita nazionale, così come il Consiglio regionale stesso ha deciso inserendo la questione in Finanziaria”.
La situazione che si sta creando, per il consigliere sardista, ha gravi conseguenze sull’aumento indiscriminato delle tariffe da parte delle altre compagnie a scapito dei residenti in Sardegna, del trasporto merci e della mobilità turistica con grave danno per l'economia della Sardegna. “La colpa di questo è di tutti noi, ma prima di tutto di questa maggioranza, non possiamo tacere su questo tema così importante”.
“La mozione all’ordine del giorno impegna la giunta regionale ad attivare tutte le procedure necessarie per garantire
una tariffa unica per tutti i sardi da e per la Sardegna e per le isole minori; la partecipazione alla privatizzazione di Tirrenia così come disposto dalla legge regionale 1 del 19 gennaio 2011; l'istituzione della continuità territoriale delle merci e per assicurare alla Sardegna di svolgere un ruolo importante nel mercato turistico e commerciale, assicurando servizi di alta qualità, sostituendo i traghetti con navi moderne e più veloci, scongiurando così una disparità di trattamento nei confronti dei cittadini e favorire così lo sviluppo della nostra economia”. (M.P.)
“E’importante che la Regione riveda con urgenza la sua posizione sulla privatizzazione della Saremar, perché entro il 14 marzo, gli enti locali del territorio esprimeranno con forza, a partire da una prossima riunione a Carloforte, una linea contraria a questa scelta e favorevole, invece, al mantenimento del 51% delle quote societarie nelle mani della Regione”. Nell’esprimere questa opinione, il capogruppo dell’Idv (Italia dei Valori) Adriano Salis ha proseguito inquadrando il problema in termini generali, e suggerendo che la nuova Saremar a maggioranza pubblica “trovi spazio all’interno dell’agenzia regionale del trasporto, come soggetto firmatario di contratto”.
Secondo Salis, queste tesi sono “Simili a quelle di Giacomo Sanna, della cui proposta condivido molti contenuti, e sono d’accordo anche sul ricercare una linea unitaria del consiglio”. Salis ha concluso auspicando che dall’assemblea emerga una posizione condivisa, che potrà essere “concretizzata in un ordine del giorno”.
Secondo l’On. Angelo Stochino (Pdl) “non si è riflettuto abbastanza sui danni provocati dalla soppressione della linea bisettimanale Tirrenia Arbatax-Olbia-Genova, che tanti danni ha causato ai passeggeri ed al sistema economico locale e regionale”. Stochino ha citato alcuni dati a supporto: l’80% del trasporto su ruote è concentrato nella zona sud dell’isola. Ora la distanza Cagliari-Arbatax, di 140 chilometri, può essere coperta da un mezzo pesante in 2 ore circa, mentre per arrivare da Cagliari ad Olbia (percorso ora obbligato dopo la scelta di sopprimere la linea con Arbatax), servono ben 4 ore.
E tutto questo è avvenuto, ha ricordato l’On. Stochino, senza che la Regione sia stata neppure consultata informalmente. Occorre, in altre parole, “recuperare un ruolo in un settore strategico per la nostra economia-ha concluso l’esponente del Pdl – ed è necessario farlo in questo momento in cui si stanno assumendo decisioni di grande importanza”. (A.F.)
Si è aperta la discussione generale sull’interpellanza 202/A (Bruno e più) "sull’annunciata cessazione dell’attività di Enermar trasporti srl sulla tratta La Maddalena – Palau". Pier Luigi Caria (Pd) ha esordito ribadendo il diritto alla mobilità per le isole minori e si è detto deluso dall’operato della Giunta regionale e del presidente Cappellacci che, “chiusa la partita del G8, ha fatto calare il sipario su La Maddalena”. Secondo il consigliere dell’opposizione non si è saputa sfruttare un’occasione che avrebbe permesso di risvegliare l’economia dell’arcipelago, e colpevolmente la Giunta non ha avviato alcun processo di riconversione, necessario per un’isola che “ha pagato con un alto costo la presenza militare nel suo territorio. Unico centro sul mare della Sardegna – ha concluso - a non avere registrato negli ultimi 30 anni nessuna crescita, nonostante sia caratterizzato da bellezze uniche al mondo”.
Efisio Planetta (Psd’Az) è intervenuto sulla mozione 111 (Giacomo Sanna e più) sostenendo, come già fatto dal suo capogruppo, la necessità per la Sardegna di dotarsi di una propria flotta marittima e invitando l’intera Assemble a raccogliere questo segnale. Secondo Planetta il regime di monopolio della Tirrenia – “che riceve 480 milioni di euro l’anno di aiuti pubblici” – ha prodotto fino ad oggi “l’unico risultato di danneggiare la libertà di movimento dei sardi e con essa i diritti di equità e di uguaglianza”. Una circostanza che dimostrerebbe come nei fatti l’Isola sia ancora una colonia dello Stato italiano, definito da Planetta “il vero separatista”. L’invito del consigliere del Psd’Az è quello di riflettere sull’entità dei finanziamenti statali alla Tirrenia alla luce del livello scadente del servizio fornito in regime di continuità territoriale. “La Tirrenia – ha denunciato – ha lucrato a piene mani sulla nostra Isola. Guadagni di decenni avrebbero dovuto indurla a un altro atteggiamento. Vogliamo - ha concluso - finalmente stabilire che quello che ci spetta e che ci è dovuto non può essere trattato?
La presidente Lombardo al termine dell’intervento dell’on. Planetta ha convocato la conferenza dei capigruppo. I lavori riprenderanno alle ore 16,30 (R.R.) FINE