CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 180 del 19 gennaio 2011

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Il Consiglio regionale commemora il caporalmaggiore Luca Sanna, l’alpino ucciso ieri in Afghanistan, Lavori sospesi per cinque minuti in segno di lutto.

Cagliari, 19 gennaio 2011 - Il Consiglio regionale, in apertura di seduta, ha commemorato il caporalmaggiore Luca Sanna, l’alpino ucciso ieri in Afghanistan.
Oggi è un’altra giornata di lutto per la Sardegna – ha detto la presidente Claudia Lombardo - ricordiamo, con profonda tristezza, il caporalmaggiore Luca Sanna, 33 anni, di Samugheo, ucciso ieri durante una missione in Afghanistan.Il giovane alpino è morto per difendere i valori della democrazia e per contrastare il terrorismo internazionale. Luca Sanna, in forza all’Ottavo reggimento, sposato da pochi mesi, aveva scelto la carriera militare sin da giovanissimo. La sua vita è stata stroncata in un atto terroristico, in modo vile e codardo. Con la morte del caporalmaggiore salgono a sette i giovani militari sardi morti nelle missioni all’estero dal 2000 a oggi. E’ sempre vivo il ricordo del caporalmaggiore Samuele Utzeri, di appena 19 anni, morto in Kosovo il 2 aprile del 2000; del Sottufficiale della Brigata Sassari Silvio Olla, ucciso a Nassirya il 12 novembre del 2003; del caporalmaggiore della Brigata Sassari Alessandro Pibiri, scomparso in un attentato il 5 giugno del 2006. Dopo tre anni, altre croci, altri lutti, altro dolore. Nel settembre del 2009, in un attentato a Kabul, muore il caporalmaggiore della Folgore Matteo Mureddu di 26 anni. E nel 2010 altre due vittime. Resta ucciso in un’esplosione in Afganistan Mauro Gigli 41 anni, di Sassari, primo maresciallo della Brigata alpina Taurinense. Dopo pochi mesi, muore a bordo di un mezzo blindato, Gianmarco Manca 32 anni di Alghero, per lo scoppio di una bomba. Sette giovani vite immolate agli ideali della pace e della democrazia che si sono sacrificate per aiutare popolazioni deboli e per contrastare il fenomeno del terrorismo. E ieri, purtroppo, l’ennesima tragedia. Il Consiglio regionale si stringe intorno alla famiglia del caporalmaggiore Luca Sanna, alla giovane moglie, ai genitori e alla sorella. Gli rendiamo omaggio e lo ringraziamo per la professionalità e per l’alto valore dei principi che lo hanno spinto a servire la patria. L’abnegazione che ha contraddistinto la sua vita professionale sarà ricordata per sempre da tutti i sardi.

I lavori del Consiglio sono stati sospesi per 5 minuti in segno di lutto. (R.R.)

Disegno di legge n. 22 /A Legge regionale 30 ottobre 1986 n. 58 Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Arborea e Terralba e San Teodoro, Budoni e Posada

L’esame dei punti all’ordine del giorno è iniziato con l’intervento dell’on. Giulio Steri (UDC), il quale ha richiesto di modificare l’ordine, spostando le nomine nel pomeriggio, rinviando la pdl n.192, per consentire ulteriori approfondimenti, oltre al rinvio in Commissione della risoluzione sull’energia rinnovabile, per consentire l’adeguamento alle nuove linee guida nazionali. La richiesta è stata approvata dall’aula.
Si è quindi passati al Ddl n.22/a, della Giunta regionale, sulla ridefinizione dei confini tra i Comuni di Arborea-Terralba e di S.Teodoro-Budoni-Posada.
L’on. Mario Bruno (PD) ha reso noto di aver inviato nei giorni scorsi una lettera formale indirizzata al Presidente Cappellacci, “chiedendo che il Presidente riferisse in aula sull’attuazione dell’odg n.42 del 22/12/10 in merito alla difesa della vertenza entrate. Le notizie giunte dal Presidente e dalla Giunta, parrebbe emergere la decisione di non impugnare il Bilancio dello Stato, contrariamente a quanto previsto dall’odg. Ho chiesto quindi l’intervento del Presidente, dopo un mese di silenzio, visto che i termini stanno per scadere. Le chiedo, Presidente Lombardo, di farci avere notizie, visto che Cappellacci non è in aula”.
La Presidente Lombardo ha quindi comunicato di aver riferito la richiesta della minoranza al Presidente della Regione. “Mi ha fatto presente”, ha affermato la Presidente, “che per il momento non ritiene opportuno intervenire, in attesa di una definizione più completa della situazione. Riferirà non appena lo riterrà opportuno, avvalendosi di una sua prerogativa, fornitagli dal Regolamento consiliare”.
L’on. Luciano Uras (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) ha insistito sulla questione, “per auspicare il diretto coinvolgimento del Consiglio regionale, che deriva direttamente dall’odg unitario approvato un mese fa. Indicammo anche un termine per l’impugnazione della legge di bilancio dello Stato. Ci chiediamo cosa possiamo fare per costringere il Presidente a intervenire in aula”.
La Presidente Lombardo, regolamento alla mano, ha ribadito che il Consiglio non può costringere il Presidente a riferire in aula. “L’unica strada potrebbe essere la convocazione della Terza Commissione o la presentazione di una mozione per chiedere al Presidente di riferire”.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha quindi auspicato che si ponga termine all’equivoco: “o presentiamo una mozione o convochiamo la Commissione, basta che si risolva questo problema nei prossimi giorni”.
La Presidente Lombardo ha quindi comunicato di aver dato mandato al Presidente della Commissione Bilancio di convocare una riunione con l’audizione del Presidente della Regione.
Si è quindi proseguito con l’esame del primo punto all’odg, relatore l’on. Gabriella Greco (Pdl). “La Commissione”, ha affermato la relatrice, “ha lavorato, secondo la legge, per modificare i confini dei Comuni interessati, richiedendo un’integrazione documentale con le delibere dei Comuni che hanno presentato istanza di modifica dei confini. A modifica del testo della Giunta, la Commissione ha aggiunto un articolo, ridefinendo i confini in due articoli differenti. Una scelta dettata da esigenze di chiarezza e semplicità del testo”
In sequenza, sono stati messi in votazione ed approvati il passaggio ad articoli, l’articolo 1, l’articolo 1 bis gli allegati all’art 1.
Prima della votazione finale della legge, l’on. Mario Diana (Pdl) ha annuncia il voto favorevole, sollecitando l’assessore alla ridefinizione di alcuni confini “non previsti in questa legge, per una questione antecedente alla nascita della provincia di Oristano, al momento della cui nascita non furono definiti alcuni confini provinciali. “Sarebbe opportuno fare una verifica, in un territorio compreso tra i Comuni di Arborea, Terralba, Arbus e San Nicolò Arcidano”.
Messa in votazione, la legge è stata poi approvata

Pdl n.209/a, di modifica alla L.R. n.13 del 30/06/2010, che disciplina le attività europee di rilievo internazionale della Regione Sardegna.

Si è quindi passati al successivo punto all’odg, la pdl n.209/a, di modifica alla L.R. n.13 del 30/06/2010, che disciplina le attività europee di rilievo internazionale della Regione Sardegna.
Il relatore è l’on. Silvestro Ladu (Pdl), il quale ha spiegato che sulle attività europee della Regione, la legge precedente istituiva un ufficio della Regione a Bruxelles. “Il Governo ha opposto ricorso, per una presunta incostituzionalità di un articolo della legge, relativo alle modalità di reclutamento del personale di supporto alla segreteria, secondo il quale si poteva far ricorso a contratti di somministrazione di lavoro attivati in sede. Il Governo ritiene che violi la norma costituzionale per l’accesso alla pubblica amministrazione tramite concorso pubblico, oltre ad una norma dello Statuto sardo. Il contratto di somministrazione, per legge, deve essere circoscritto nel tempo, subordinato a circostanze eccezionali. La proposta di modifica dell’art 23, con la soppressione di quell’inciso, avrà come conseguenza che il reclutamento del personale di segreteria seguirà la stessa procedura per l’altro personale, con concorso pubblico. Le deroghe sono previste solo per straordinarie esigenze di interesse pubblico. Da qui nasce la proposta unanime della Commissione per evitare il contenzioso e superare l’impasse. Colgo l’occasione per ricordare che la L.13 è operativa e dovrebbe contribuire ad attuare le interazioni e la cooperazione della Regione con la Comunità europea. Auspico una corretta applicazione della legge, per evitare ritardi, per l’attuazione delle direttive e delle politiche europee, oltre che per le politiche regionali. Rispettiamo le scadenze, perché i tempi sono stretti”.
La legge, composta di un solo articolo, è stata approvata.

Pdl n.237/a, per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia.

Il terzo punto all’odg ha riguardato la pdl n.237/a, per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia. È intervenuto il relatore on. Sisinnio Piras (Pdl), affermando che la proposta “è stata presentata dai colleghi Giulio Steri e Mario Diana. Una proposta che scaturisce dall’esigenza di adeguare la normativa regionale alla direttiva UE ed alla L.157. L’articolo 1 introduce anche il fucile con canna rigata, secondo le nuove norme, introducendo alcune novità in materia di prelievo in deroga degli uccelli selvatici secondo le nuove norme nazionali ed europee. Il limite massimo è un mese di deroga. Nei commi successivi, è individuato un procedimento molto rigoroso per le deroghe, sostenute dal parere dell’istituto regionale per la fauna selvatica o da una commissione ad hoc. L’articolo disciplina anche il numero dei capi da prelevare”.
La discussione generale si è aperta con l’intervento dell’on. Antonio Solinas (PD), per il quale la minoranza non ha presentato una propria relazione, “ma in Commissione non ne abbiamo affatto discusso. Non si capisce come mai vi siano tempi così veloci senza tener conto di altre leggi depositate. Ma in Commissione vi fu un colpo di mano della maggioranza, dando la pdl per letta senza nemmeno discuterla”.
L’on. Daniele Cocco (Idv) ha chiesto il voto segreto sul passaggio agli articoli.
L’on. Efisio Planetta (Psd’az) ha auspicato che questa pdl venga interpretata in senso costruttivo. “Parlare di caccia in Sardegna non riguarda solo i 50.000 cacciatori, pari al 2% dei residenti. Parlare di caccia equivale a parlare di ambiente, di cultura, di tradizione e di identità, con il coinvolgimento anche della popolazione interessata, degli agricoltori e degli ambientalisti. Vi sono molte proposte di modifica in questa pdl. Come sappiamo, intorno alla caccia si gioca una battaglia non solo economica e culturale, ma spesso ideologica e pregiudiziale. Malgrado questo, siamo riusciti durante tutto il lavoro in Commissione, a rispondere alla necessità di promuovere con efficacia sia la facoltà di esercitare la caccia che il rispetto dell’ambiente e la sicurezza. Questa proposta tenta quindi un’azione importante. In passato ogni legge regionale che ha esteso la caccia a febbraio è stata prontamente cassata. Auspico che presto sia tutelato e riconosciuto anche il ruolo di cacciatori e agricoltori nella tutela delle campagne”.
Luigi Lotto (Pd) ha definito il tema della caccia “delicato e importante”, e ha invitato l’Aula ad affrontare “la questione con la giusta misura” per scongiurare il rischio di “far passare dalla parte del torto anche le buone ragioni”. Lotto ha sottolineato l’esistenza di “punti critici” nella legge attualmente in vigore, precisando però che la 23 è una norma a “tutela della fauna selvatica in Sardegna e tale deve restare”. L’errore rilevato dall’esponente di opposizione nella proposta di modifica presentata dalla maggioranza è rilevabile al comma 3 dell’art.1, “quando l’assessore regionale alla Difesa e all’Ambiente adotta le deroghe con provvedimento motivato, sentito l’Istituto regionale della fauna selvatica, che non esiste, ovvero un comitato nominato dalla Giunta. Quale autorevolezza – ha domandato Lotto – può avere un comitato di questo tipo?”. Secondo l’esponente del Pd occorre creare le condizioni per “un ragionamento che si inserisca nella legge comunitaria”. La Giunta, suggerisce Lotto, dovrebbe rivolgersi, per una consulenza tecnico-scientifica, all’unico organismo presente in Italia che possa dare garanzie. “Noi abbiamo interesse, e siamo convinti sia necessario, - ha continuato - che la caccia in deroga sia normata secondo le direttive comunitarie e le nuove leggi nazionali. Ma non condividiamo quest’approvazione furtiva in commissione Agricoltura. Occorre, quindi, tutelare l’interesse collettivo della società - sia di chi vuole salvaguardare fauna e ambiente, sia il diritto dei cacciatori, che fanno un’attività lecita - ma non possiamo dare l’impressione di volere con una norma aggirarne altre. Quindi – ha concluso - a meno che la maggioranza non ci ripensi, apportando delle modifiche, ritengo che questo provvedimento di legge non possa essere considerato positivo”.
E’ stato poi votato il passaggio agli articoli con voto segreto chiesto dall’on. Cocco dell’Idv (sì 42, no 25).

L’emendamento 1, che prevede l’aggiunta di un comma con le seguenti parole “in relazione ai limiti di tempo, di specie cacciabili e di numero di capi abbattibili”, è stato approvato (si 56, no 7, 3 astenuti)

Sugli emendamenti sono intervenuti l’on. Porcu (Pd) che ha detto che deve essere approvato l’emendamento n. 3 della opposizione per riportare questa legge nell’ambito delle direttive comunitarie, l’on. Lotto (Pd) che ha affermato anche per questa norma il rischio di incorrere nelle procedure di infrazione. Questa legge – ha aggiunto - non può rappresentare un modo fittizio per allungare il periodo della caccia. Il giudizio è negativo. Sull’emendamento 2 l’on. Porcu (Pd) ha dato giudizio negativo perché estende il limite da uno a tre mesi contro ogni direttiva europea. E’ l’ennesima legge – ha detto - che beffa i cacciatori perché questa deroga non si può fare. L’on. Lotto (Pd) ha aggiunto che l’emendamento 2 è una presa in giro e ha invitato al ritiro. L’on. Mario Diana (Pd) , primo firmatario dell’emendamento, ha spiegato che questo emendamento aveva una funzione puramente sanitaria. Non ho nessuna difficoltà a ritirare l’emendamento ma – ha spiegato - non si trattava certo di un prolungamento della caccia.
L’emendamento 2 è stato ritirato. Sull’emendamento 3 (Lotto e più) il primo firmatario ha spiegato che questo emendamento serve per non far nascere nuovi comitati ma per utilizzare l’istituto superiore per la protezione dell’ambiente (ISPRA). L’on. Porcu (Pd) ha detto che il comitato che deve prendere decisioni in materia è l’Ispra, un comitato al di fuori delle pressioni politiche. L’on. Uras (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) è a favore dell’emendamento mentre non approva la legge, L’on. Salis (Idv) vota a favore dell’emendamento. Vorremmo come gruppo – ha aggiunto - che questa legge non facesse la fine di altre leggi presentate quasi sempre in periodo pre-elettorale. Facciamo in modo che le deroghe alle normative comunitarie non portino all’annullamento complessivo della legge. L’emendamento 3 è stato bocciato (presenti 65, votanti 64, sì 23, no 41) mentre è stato approvato l’articolo 1

Sull’articolo 1 bis è intervenuto Luciano Uras (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) che ha sostenuto la necessità di “una trattazione più organica, e coerente con i tempi, di questa materia. Per questo, sarà necessario tornarci in futuro”. Secondo Uras l’eliminazione del comma relativo alla caccia in deroga “non mette il provvedimento al riparo da una riverifica”. Si tratta – ha continuato – di una “leggina di emergenza, di aggiustamento, che però non aggiusta pressoché nulla, evitando di affrontare il problema alla radice”. Per il consigliere di opposizione si “taglia fuori dalla discussione tutto quel mondo impegnato sotto il profilo ambientale, non necessariamente ambientalista, e l’intero mondo agricolo, considerata l’assenza di una politica delle riserve che si paga anche da un punto di vista economico. Anche se questa legge dovesse venire approvata – ha continuato - noi faremo la nostra parte per far sì che l’attività venatoria sia considerata dentro un quadro di tutela del territorio”. Uras ha infine annunciato il suo voto contrario, precisando di “non essere contrario all’attività venatoria regolata”, ma da legislatore si è detto preoccupato “in termini di responsabilità sia della tutela della fauna sia della salute dei cacciatori”.
L’art.1bis è stato approvato. Sull’articolo 1 ter Carlo Sechi (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) ha sostenuto che il suo Gruppo non è “pregiudizialmente contrario alla caccia”, e ha definito la legge “inadeguata, perché colpisce la parte più debole, la fauna selvatica, a cui negli anni sono stati sottratti ampi spazi perché possa sopportare il peso della caccia”. Secondo Sechi “ci è sfuggito di mano il governo del territorio”, pertanto ogni attività di tipo venatorio dovrebbe essere “collocata all’interno di un quadro complessivo di tutela per l’ambiente. È per queste ragioni – ha concluso - che anticipo il mio voto contrario a una legge che meriterebbe una discussione più ampia e più seria.” Luciano Uras (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) ha domandato chi nell’Aula fosse disposto ad assumersi la responsabilità di rappresentare il diritto al no dei tanti cittadini che non condividono l’esercizio indiscriminato della caccia. “Noi ci assumiamo la responsabilità in quest’Aula - ha dichiarato - di sostenere la posizione di coloro che pensano in questo modo, e che hanno titolo e diritto a essere rappresentati perché non sono un’esigua minoranza, e forse sono molti di più di coloro che praticano lo sport venatorio. Siamo convinti – ha precisato - che abbia diritto di cittadinanza il no davanti a una gestione improvvisata dell’attività venatoria, perché coloro che si impegnano nelle associazioni di tutela dell’ambiente sono una parte importante della società, da difendere e rappresentare”.
Chicco Porcu (Pd) ha constatato “l’ormai irreversibile approvazione della norma”, precisando che si tratta di una “legge che non potrà essere applicata”. Porcu ha inoltre sostenuto che la norma “è contraria all’interesse dei cacciatori. Il Pd non ha nulla contro la caccia, ma è a favore di una caccia sostenibile”. Ha poi espresso il suo “rammarico” per l’assenza di un contributo alla discussione da parte degli assessori presenti in Aula. “A volte – ha dichiarato - il silenzio pesa più delle parole. Quando diventa assordante è vuoto di idee e dichiarazione di incapacità e di impossibilità”. Secondo Porcu si è persa “l’ennesima occasione, con l’ennesima legge manifesto” di affrontare un tema importante. “Anticipo che non mi sento, ed è una decisione mia personale, di essere partecipe alla pantomima di una legge burla che non è né favorevole né contraria alla caccia. Credo – ha concluso - che come maggioranza dobbiate cominciare ad affrontare delle riforme organiche, come quelle che riguardano la gestione dell’ambiente in un’ottica economica. Anche la giornata di oggi conferma invece che la storia di questa maggioranza è già scritta”.

L’articolo 1 ter è stato approvato

Per dichiarazione di voto sono intervenuti:
L’on. Lotto (Pd) che ha detto che la maggioranza ha voluto affrontare un tema giusto ma che è stato affrontato in un modo sbagliato. Stiamo introducendo una norma che quasi certamente porterà a ricorsi. Insomma si tratta di un provvedimento inutile.
L’on. Bruno (Pd) ha annunciato il voto di astensione del Pd. Questa norma è inutile, propagandistica e incostituzionale. L’argomento non è la priorità della Sardegna. La vera emergenza è la vertenza entrate, i due miliardi di euro in più che devono arrivare in Sardegna e di cui il presidente Cappellacci non vuole discutere.
L’on. Uras (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) ha annunciato il voto contrario alla legge. Ai cacciatori diciamo che votiamo no perché è un provvedimento inadeguato che aggiunge confusione a confusione. Alla maggioranza diciamo che votiamo no perché vogliamo impegnarci tutti sui grandi temi per lo sviluppo della Sardegna. Noi non possiamo accettare di diventare la periferia di uno Stato in decomposizione.
L’on. Salis (Idv) ha annunciato il voto di astensione. Questa proposta di legge è una sorta di cambiale elettorale ed è la ripetizione di una lunga serie di fallimenti di questa maggioranza. Questa legge è un imbroglio.
L’on. Sechi (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) ha ribadito il voto contrario a una legge che non ci piace. L’attività di caccia è equiparata a un’attività sportiva ma qui non ci sono regole.

La legge è stata approvata (presenti 67, votanti 49, sì 45, No 4, 18 astenuti).

L’on. Antonello Cappai (UDC) ha illustrato una mozione che, partendo dal cordoglio espresso dal Consiglio regionale per la recente morte in Afghanistan del caporal maggiore Luca Sanna, valutando insostenibile restare in Afghanistan, chiede l’immediato ritiro delle truppe italiane, impegnando il Presidente della Regione a notificare tale richiesta al Governo.
L’on. Mario Diana (PDL) è poi intervenuto per richiedere la sospensione dei lavori, da riprendere nel pomeriggio.
La Presidente Lombardo ha perciò sospeso la seduta, che riprenderà alle 16:30.