CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 176 del 10 gennaio 2011

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Manovra finanziaria: approvato il testo dell’articolo 3. Lavori interrotti. Riprenderanno domani mattina alle 10,30.

Cagliari, 10 gennaio 2011 – La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. I lavori del pomeriggio sono iniziati con la discussione sull’emendamento n.430 all’articolo 2, ma i firmatari hanno annunciato il ritiro.
È stato quindi discusso l’emendamento n. 462, a firma Bruno e più.
L’on.le Daniele Cocco (Idv) è intervenuto in apertura per esprimere piena solidarietà al sindaco di Benetutti, oggetto di un atto intimidatorio la notte scorsa, e al sindaco di Siliqua, per lo stesso motivo.
La Presidente Claudia Lombardo si è associata alla solidarietà, esprimendola a nome di tutto il Consiglio regionale.
L’on.le Roberto Capelli (Gruppo Misto), nell’analizzare il testo dell’emendamento, ha reso noto che stanzia 30.000 euro per la Fondazione Maria Carta. “Mi sembra che non vada nella stessa direzione di altri emendamenti simili. Non perché io non sia d’accordo, ma dovrebbe trovare attenzione nel collegato. Ma, assessore, se stiamo aprendo questo metodo non sono d’accordo. Inviterei la Giunta a correggere, per una questione di principio”.
È quindi intervenuto l’assessore Giorgio La Spisa, affermando che fin dall’inizio la Giunta aveva chiesto di non inserire in Finanziaria norme di questo tipo. “Sulla base della discussione in commissione, se i gruppi intendono fare eccezioni, con un’ampia convergenza, la Giunta si rimette alla decisione del Consiglio in casi di così lieve entità finanziaria. Ma visto che non c’è l’unanimità, la Giunta chiede il ritiro dell’emendamento”.
L’on. Antonio Solinas (PD), dopo essersi unito alla solidarietà verso i sindaci colpiti, auspica un’azione forte del Consiglio regionale.
Quindi l’emendamento è stato messo in votazione e non approvato.
L’emendamento n.118, è stato illustrato dall’on. Luciano Uras (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori). “L’emendamento attiene al tema delle povertà, quindi esprimiamo il voto favorevole se verrà mantenuto. Se dovesse essere ritirato, richiamiamo l’esigenza di un odg unitario su questo argomento.
Messo in votazione, non è stato approvato.
Sull’emendamento n.126, uguale al n.232, la copertura non è idonea.
L’on. Marco Espa (PD) ha spiegato che si tratta di un emendamento legato ai progetti sperimentali per i malati di Sla. “Sappiamo che c’è un protocollo della Commissione regionale sulla Sla, che prevede assistenza 24h per tali persone, ma è intervenuto un fatto nuovo, ovvero un accordo con l’assessore alla Sanità Liori per l’inizio sperimentazione. Quindi ritirerò l’emendamento, in attesa che il processo venga attivato”.
L’emendamento n.129 era stato sospeso per verificare il fabbisogno accertato. L’on. Paolo Maninchedda (Psd’az) ha chiesto al presentatore di indicarlo.
L’on. Franco Sabatini (PD) ha spiegato di aver già concordato con l’assessore La Spisa che il fabbisogno sarebbe stato di 150.000 euro per la sicurezza nei porti privi di autorità portuale, col parere favorevole di Giunta e Commissione.
L’emendamento è stato approvato dall’aula.
L’emendamento n.207 è stato illustrato dal primo firmatario on. Roberto Capelli (Gruppo Misto). “Posso capire il parere contrario della Commissione”, ha affermato, “ma vorrei capire il perché del parere negativo della Giunta. Davanti agli annunci della volontà politica per l’abrogazione delle nuove province, cosa si fa? L’abrogazione non è contro i territori, ma per una riorganizzazione più efficiente. Io abolirei anche le vecchie province. L’abrogazione non comprometterebbe nemmeno le circoscrizioni elettorali. Questo emendamento inizia, quindi, a discutere di una razionale organizzazione degli enti locali, per un maggiore decentramento. Voglio capire le motivazioni del no a questo emendamento”.
L’on. Luciano Uras si è dichiarato in controtendenza. “La nostra Repubblica si è strutturata con i livelli di Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane, Comuni. Il territorio sardo è ampio e con una configurazione che non agevola le relazioni tra diverse comunità, sviluppatesi con un alto livello di autonomia, con l’esigenza dell’esercizio di una netta funzione di autogoverno. È certamente opportuno ridiscutere tutto, ma non partiamo da un’azione centralista”.
L’on. Pietro Pittalis (PDL) ha condiviso la necessità di una rivisitazione complessiva delle circoscrizooni, con una legge moderna sul rapporto tra istituzioni ed enti locali. “Ma la Giunta ha fatto bene proprio perché la complessità del tema non può essere liquidata con un semplice emendamento alla Finanziaria. Semmai, dovrebbe essere oggetto dibattito nella Commissione competente. Il voto del PDL sarà contrario per questo motivo”.
L’on. Chicco Porcu (PD) ha espresso la volontà di porre la firma su questo emendamento. “Lo spirito è condivisibile: se il Dapef è vero, allora effettivamente è meglio esplicitare come saranno fatte le riforme. Oppure, se è falso, se è solo una promessa, allora l’emendamento mette il dito nella piaga della politica degli annunci”.
L’on. Pierluigi Caria (PD) si è detto contrario all’emendamento, “anche se il ragionamento dell’on. Capelli è totalmente condivisibile, ad eccezione della soluzione proposta. Le nuove Province non sono il problema. Sono d’accordo con il decentramento ed i nuovi collegi elettorali, ma parlare di soppressione delle province, in tema di federalismo, mi sembra anacronistico. Oggi tornare indietro è difficile, visto che le nuove province iniziano a decollare”.
Per l’on. Gianvalerio Sanna (PD) il significato dell’emendamento è molto chiaro. “È evidente che c’è un errore dovuto alla fretta, in questo atteggiamento centralistico del Consiglio regionale. La storia delle 4 nuove province è nota. È una provocazione, che nacque nella passata legislatura, lavorando sul sistema delle autonomie locali, raccogliendo quella sfida di decentramento di compiti e funzioni”.
L’on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori) ha quindi annunciato il voto a favore. “L’emendamento è stato costruito dal collega Capelli in modo prudente, visto che non parla di abolizione delle nuove province, ma prefigura un processo finalizzato alla riscrittura delle circoscrizioni. Lo stimolo a questo processo sarebbe coordinato dalla Regione. Però è vero anche quello che dice l’on. Sanna, ma questi emendamenti iniziano a far capire quantomeno le posizioni, che non sono di partito, ma di coscienza. La nostra volontà è quella di andare verso le riforme”.
L’on. Renato Lai (PDL) ha espresso parere contrario. “Ritengo che le questioni delle nuove province meritino ben altro approfondimento e interessano in maniera trasversale gli schieramenti”.
L’on. Claudia Zuncheddu (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori) ha auspicato che non sia il Consiglio a dover intervenire su questo tema, “che spetta alle comunità locali. Il vero decentramento si fa anche con maggiori risorse agli enti locali. Per questo sono contraria”.
L’on. Paolo Maninchedda (Psd’az) ha sostenuto di essere personalmente favorevole nel merito alla riorganizzazione delle province. “Votai in commissione a favore dell’emendamento Vargiu, ma poiché il parere della Commissione è stato contrario, io lo devo riportare tale e quale”.
Messo in votazione, l’emendamento non è stato approvato.
Si è quindi passati all’ultimo emendamento all’articolo 2, il n.59, che era stato precedentemente sospeso.
L’on. Antonio Solinas (PD) ha chiesto di riportarlo al parere della Commissione e della Giunta.
Dopo che l’assessore La Spisa ha ribadito il parere favorevole della Giunta, l’emendamento è stato approvato dall’aula.
L’on. Paolo Maninchedda (Psd’az) ha quindi chiesto ed ottenuto una sospensione prima di iniziare con l’art.3.
Nella discussione generale sull’articolo 3 è intervenuto Gian Valerio Sanna (Pd) che ha detto che l’articolo 3 della manovra finanziaria “non si può dire che rappresenti un piano straordinario per occupazione e lavoro. È, casomai, il racconto – ha sostenuto Sanna - di un’idea che vorrebbe occuparsi del lavoro. I sindacati, anche se non tutti, che sono i grandi incubatori di quest’articolo, devono sapere che il nostro bilancio ha un margine molto contenuto dentro il quale vorremmo realizzare un sacco di cose senza avere a disposizione risorse adeguate”. Il rischio, ha continuato il consigliere del centro-sinistra, è che il Consiglio regionale dia una “risposta inutile” al tema del lavoro, attraverso un’ “elencazione spesso virtuale di ciò che intendiamo fare. È stata fatta chiarezza sulle entrate ma non altrettanto sulla responsabilità che stiamo esercitando in quest’Aula”. Sanna ha poi attaccato la scelta di parlare in termini generici di politiche contro la dispersione scolastica e la povertà, definendole “bellissime parole, che evocano un assistenzialismo vecchia maniera, generatore di un’occupazione da carrozzoni formativi”. Pertanto, Sanna ha domandato alla Giunta di “imparare il realismo delle cose possibili. Poche, ma realizzabili e riscontrabili. È l’unica cosa che possiamo fare se vogliamo sfuggire dal populismo propagandistico che ci accompagna da anni. Perché, prima o poi, i piani strategici cadranno tutti nell’impossibilità di trovare un’applicazione”. Infine, si è detto contrario all’art.3 perché “chi ha la responsabilità di governare deve dimostrare di volere realizzare questo piano concretamente, non affermando di disporre di 200 milioni, per attuarlo, quando non li ha”.
Anche per Marco Meloni (Pd) l’articolo 3, “enuncia buone intenzioni con il rischio di obiettivi non perseguibili”. Il vicepresidente della commissione Industria, ha definito “una sciatteria” la scelta di non discutere in Aula le disposizioni che porteranno a uno sviluppo della crescita economica, rimandando la definizione di un programma alla sola responsabilità della Giunta. “Provo uno scetticismo più che motivato – ha dichiarato – nel constatare che anche la dispersione scolastica si combatta senza nessuna azione specifica”. Meloni ha poi fatto riferimento alle norme inserite nell’art.3 che riguardano “le cosiddette stabilizzazioni del personale delle pubbliche amministrazioni”, chiedendo che si legiferi tenendo conto delle “esigenze dei precari delle pubbliche amministrazioni, e trovando il modo di valorizzare il loro lavoro, ma anche di coloro che stanno al di fuori”. Secondo il consigliere dell’opposizione è necessario “non commettere l’errore di approvare norme non costituzionalmente legittime, ed è venuto il momento di interrompere quella spirale per cui nella consapevolezza diffusa dei cittadini, si viene assunti nella pubblica amministrazione in tutti i modi fuorché tramite un concorso pubblico. Chiedo pertanto a questo Consiglio - ha concluso - di essere rigoroso e di non adottare norme anticostituzionali come invece fatto nella legge finanziaria del 2009 (art.3)”.
Roberto Capelli (Gruppo Misto) ha esordito dichiarando come una serie di emendamenti aggiunti al testo dell’art.3 “snaturino di fatto il titolo dell’articolo stesso e, permettetemi, dell’intera finanziaria. È brutto – ha sottolineato - farsi votare una finanziaria sotto ricatto politico”, e ha poi definito “commissariata” la Giunta. Ha inoltre attaccato la scelta della Giunta, “e, in particolare, del presidente, di nominare persone che non hanno i titoli per occupare un dato ruolo. Vorrei presentare una mozione, insieme a voi colleghi, che avrà come conseguenza un odg per dare mandato a una commissione Consiliare speciale di accertare i titoli di quanti sono stati nominati commissari, e non solo. Chiedo a voi di fare quest’atto dovuto e di sostituire, se fossero accertate responsabilità, qualche direttore generale della presidenza che ha nominato commissari senza verificarne i curricula”. Capelli ha quindi domandato che siano “rispettate le norme e la meritocrazia”, precisando che “i giovani sono quelli che prima degli altri pagano la mancata attuazione del concetto di meritocrazia. Sfido tutti coloro che oggi hanno parlato di principi e di rispetto dei giovani a dare conto del proprio operato nella piazze. E, in particolar modo, vi domando perché ci si riduca così. Perseguiamo un consenso politico del fare o vogliamo continuare a essere giudicati per ciò che riusciamo a controllare? Questa non è la politica che ci chiedono i giovani, non è quella, mi auguro, che raccontate a casa ai vostri figli”. Infine, ha concluso dichiarando che in Aula “noi approveremo, voi approverete, questa finanziaria per ricatto o concussione politica, non per convincimento”.
Tarcisio Agus (Pd) ha definito “importante” l’articolo 3 sottolineando come “il titolo del tema sia diverso dallo svolgimento, non fosse altro per gli emendamenti, utile e interessanti, ma che non ne supportano il titolo” . Secondo Agus il lavoro è l’unica “medicina per lenire i disagi e le mortificazioni di famiglie e giovani”. Anche per il vicepresidente della commissione Autonomia questa manovra finanziaria “è generalista, perché rimanda la scelta degli interventi alla Giunta, creando difficoltà ai consiglieri nel comprendere e, magari, sostenere delle scelte definite”. Agus ha quindi domandato se gli interventi sull’occupazione saranno solo di “mero assistenzialismo o ve ne saranno anche di dignitosi?”, e ha quindi ricordato le migliaia di lavoratori espulsi dalla produzione delle industrie petrolchimiche ancora in cassa integrazione che potrebbero essere impiegati tramite i comuni, in attesa di un lavoro duraturo. In merito agli interventi a contrasto della dispersione scolastica, ha sostenuto la necessità di “comprendere quali siano le esigenze attuali di formazione rispetto ai bisogni dell’impresa. Invece, senza numeri e dati, si prendano decisioni sperando che tutto vada per il meglio. Mi pare un esercizio legislativo a tempo perso.”
L’on. Simona De Francisci ha detto che questo articolo esprime in larghissima parte ciò che ognuno di noi vuole fare. Questa finanziaria – ha aggiunto - nasce dalla concertazione. L’articolo 3 è un articolo dedicato al lavoro che ha un progetto e una strategia. L’esponente del Pdl ha auspicato che sui temi del lavoro e del master & back si apra un confronto aperto e costruttivo.
L’on. Renato Soru (Pd) ha detto che l’articolo 3 è debolissimo rispetto all’obiettivo che si pone: recuperare i 20.000 posti di lavoro persi in Sardegna nell’ultimo anno. L’ultimo rapporto della banca d’Italia - ha aggiunto - ci dice che il livello di disoccupazione è salito al 14, 7% , la cassa integrazione guadagni l’anno scorso è cresciuta del 90%, quest’anno del 40%. Oltre il 20% dei sardi oggi è lontano dal lavoro. Una situazione di questo genere la risolviamo - ha chiesto - con appena 65 milioni di investimento?
L’on. Carlo Sechi (La sinistra sarda – Comunisti – Rossomori) ha detto che per far fronte all’emergenza lavoro occorrerebbero molti fondi. E una Finanziaria che faccia proposte, progetti, che elabori una strategia che permetta di guardare al futuro con ottimismo.
L’on. Pierluigi Caria (Pd) ha affermato che prima di tutto sarebbe necessario modificare il titolo. L’obiettivo di ridurre il tasso di disoccupazione è un obiettivo condivisibile – ha aggiunto - ma mettere 200 milioni senza ulteriori spiegazioni è ancora un esempio di mancanza di strategia. Questa giunta – ha concluso - naviga a vista.
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha detto che in questo articolo 3, che dovrebbe essere il punto di arrivo di un confronto giunta e sindacati, non esiste una strategia. Con questo articolo la Regione – ha aggiunto - dovrebbe aggredire il tasso di disoccupazione e dovrebbe tentare di dare risposte alla fascia di 300.000 sardi che vivono sotto la fascia di povertà. Ma questo articolo è inutile e, tra l’altro, nasce dal mancato confronto con il consiglio regionale.
L’on. Giacomo Sanna (Psd’az) ha auspicato una unità di intenti che in alcune materie, come il lavoro, è necessaria. Siamo tutti bravi a strumentalizzare – ha aggiunto – ma dobbiamo andare avanti e cercare di dialogare per trovare un accordo. Gli impegni si mantengono – ha concluso – chi vuole sfasciare tutto se ne prenderà la responsabilità.
È quindi intervenuto l’on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori) con una valutazione di carattere generale, sulle politiche del lavoro e sulla stabilizzazione dei precari. “Mi piace il confronto”, ha sostenuto, “soprattutto con chi ha idee diverse. Quindi, senza fare dichiarazioni di parte, vorrei fare una domanda all’ex presidente Soru: se gli elettori hanno giudicato negativamente il suo progetto, forse è proprio per la sofferenza economica, che rende facile contestare chi governa e rende difficile governare. Lei da persona intelligente, deve fare qualcosa di diverso dal semplice attacco a chi oggi governa. Deve dare idee per migliorare lo stato della Sardegna. Sulla sanità vale lo stesso discorso, perché è difficilissimo cambiarla ed è un grande fardello, un lavoro quasi impossibile, ma serve l’apporto di tutti, non solo di un assessore. Quindi, basta crociate, basta gioco delle parti. O i cambiamenti non arriveranno mai”.
L’on. Luciano Uras (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori) ha risposto negativamente alla chiamata alla corresponsabilità di governo. “Non si può rispondere positivamente”, ha detto, “io non ho le stesse responsabilità di chi ha governato per parecchio tempo, nel passato. Per essere tutti responsabili, dovremmo avere un orizzonte comune. Io mi preoccupo dei precari e dei disoccupati, ma poi c’è chi lo fa in alternativa tra loro. L’approccio è completamente diverso. C’è chi ne parla come nei salotti, ma la gente vive la vera disperazione, ogni giorno”.
L’on. Giulio Steri (UDC) ha sostenuto che l’articolo 3 è l’ultimo di contenuto sostanziale della Finanziaria. “In aula abbiamo sentito diversi interventi, spesso ripetitivi, ma anche elementi di interesse. È bene confrontarsi sui dati, anche senza voler fare polemica. Anche il termine disavanzo è errato, perchè si dovrebbe parlare di maggior spesa rispetto a quella stimata dallo Stato. Si è parlato anche di nomine illegittime, ma i commissari ci sono sempre stati e nessun commissario ha mobbizzato i colleghi provenienti da altre amministrazioni, come invece avvenne nel recente passato. In questa legislatura abbiamo posto le basi per eliminare i residui”, ha concluso, “una riforma epocale, e con l’assestamento riusciremo ad eliminare il deficit della Regione, che al di là degli schieramenti è un grande risultato. Anche sul problema della disoccupazione, abbiamo previsto diversi interventi che saranno efficaci nel tempo”.
L’on. Mario Bruno (PD), ha parlato di un “articolo incredibile. Era una Finanziaria snella, poi dal confronto con i sindacati è emerso questo Piano straordinario per il lavoro, che di fatto mette in campo risorse senza sapere bene come utilizzarle. Gli obiettivi sono nobili, ma è diventato un articolo omnibus, con sanità, agricoltura, ambiente, emergenze, strade. Di fatto è un’altra Finanziaria. Ma la cosa grave”, ha concluso il capogruppo del PD, “è che non si capisce se c’è un progetto vero per la Sardegna. Nessuno di noi impedisce il cambiamento, ma ognuno avanza le proprie proposte”.
La replica dell’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa ha analizzato la situazione del 2009, quando le elezioni regionali hanno dato alla maggioranza e alla Giunta compito di affrontare una “situazione che in quel momento era già grave. Io non ho intenzione di fare polemica, perché non serve e non è utile alla Sardegna, ma almeno la lettura dei dati credo sia utile per ristabilire la verità, sulla base della quale fare le valutazioni. Si guardi la disoccupazione: di chi è la colpa? Sono cifre che dipendono da tantissime variabili, e che fluttuano nel tempo. Sarebbe veramente scorretto dare responsabilità precise. Anche su lavoro e povertà: ai 200 milioni previsti abbiamo aggiunto anche altre risorse. Ma poi si tratta di saperle usare bene, ed è il compito che la Giunta sta cercando di portare avanti con questo articolo 3”.
I lavori sono stati sospesi fino alle 22.
Alla ripresa dei lavori sull’emendamento 175, che intende sopprimere l’articolo 3, sono intervenuti a favore l’on. G.V. Sanna (PD), l’on. Soru (Pd) l’on. Giampaolo Diana (Pd), l’on. Barracciu (Pd). L’on Capelli (misto) ha annunciato il voto contrario all’emendamento. L’emendamento è stato bocciato ( presenti 65, votanti 62, sì 23, no 39, 3 astenuti).
Sull’emendamento 181, che intende sopprimere la lettera d) del comma 1 dell’articolo 3, sono intervenuti: l’on. GianValerio Sanna (Pd), l’on. Soru (Pd), l’on Porcu (Pd), l’on. Giampaolo Diana (Pd), l’on. Cocco (Idv), l’on. Maninchedda (psd’az), l’on. Barracciu (Pd), l’on. Meloni (Pd) . Messo in votazione l’emendamento è stato bocciato (presenti 68, sì 25, no 39, 3 astenuti).

Il testo dell’articolo 3 è stato approvato.

Sull’emendamento di sintesi n 504 ( disposizioni in materia di precariato) l’on. Marco Meloni (Pd) ha dichiarato il suo voto contrario, nonostante il voto a favore espresso dal suo gruppo. L’on. Alessandra Zedda (Pdl) ha detto di essere in imbarazzo perché questo emendamento è inapplicabile. Il suo voto sarà di astensione. L’on. Uras (Comunisti- la Sinistra sarda – Rossomori) voterà a favore, l’on. Soru (Pd) ha annunciato il voto a favore per disciplina di gruppo, l’on Pittalis (Pdl) ha chiesto di aggiungere a questo emendamento la firma del Pdl, l’on. Porcu (Pd) ha dichiarato il voto favorevole e ha chiesto di aggiungere la firma, Giampaolo Diana (Pd) ha detto di votare a favore in maniera convinta. Anche l’on. Cocco (Idv) voterà a favore e ha chiesto di aggiungere la firma. L’on. Bruno (Pd) si è espresso a favore e ha invitato la maggioranza e l’on. Pittalis ad un confronto sul merito; l’on. Agus (Pd) voterà a favore. L’emendamento 504 è stato approvato.

Sull’emendamento 44 della giunta regionale sono intervenuti gli on.li G.V. Sanna (pd) che ha sollevato perplessità sulla dicitura “anche attraverso un apposito strumento di supporto”. Cosa vuol dire – ha chiesto “attraverso un apposito strumento di supporto?” . l’on. Uras (Comunisti- la Sinistra sarda – Rossomori) che ha detto di avere il terrore degli strumenti di supporto. L’on. Soru (Pd) voterà contro questo emendamento che ha definito “oscuro”. L’on. Porcu (Pd) auspica che questa finanziaria sia approvata nel più breve tempo possibile, se la giunta avesse questo stesso obiettivo dovrebbe ritirare questo emendamento. L’emendamento 44 è stato approvato. (presenti 65, votanti 62, sì 36, no 26, 3 astenuti).

Sull’emendamento 56 è intervenuto l’on. Solinas (Pd) L’emendamento è stato bocciato.
L’emendamento 492 è stato approvato.

Sull’emendamento 170 (800.000 euro per la facoltà di architettura di Alghero) è intervenuto l’on. Bruno (Pd) che ha chiesto spiegazioni su come verrà finanziata la facoltà della città catalana. L’assessore Milia ha dato ampie assicurazioni in merito e l’on. Bruno ha ritirato l’emendamento.
Sull’’emendamento 477 è intervenuto l’on. Porcu (Pd). L’emendamento è stato bocciato.
I lavori si sono conclusi. Riprenderanno domani mattina alle 10,30. (R.R.)