CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 173 del 4 gennaio 2011
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Disegno di Legge n. 219 della giunta regionale “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2011)”.
Cagliari, 4 gennaio 2011 - All’avvio dei lavori pomeridiani per l’approvazione della manovra finanziaria la presidente Lombardo ha subito chiamato il voto su un emendamento ma per mancanza del numero legale ha dovuto aggiornare la seduta alle 17.17. Alla ripresa, sull’emendamento 107 l’on. Gianvalerio Sanna ha detto: “Le parti sociali hanno bocciato, a cominciare dall’Api sarda, questa manovra che hanno definito di sopravvivenza. Chi pensa che la nostra critica sia strumentale dovrebbe ricredersi”. Dello stesso tenore l’intervento del capogruppo Pd, on. Mario Bruno mentre per l’n. Chicco Porcu (Pd) “nonostante la richiesta della maggioranza di lavorare a oltranza, soltanto pochi minuti fa, e molto faticosamente, si è avviata la seduta. Noi siamo disponibili a stare qui e lavorare se la maggioranza garantisce presenza e impegno”. Sono poi intervenuti gli on. Uras (Sel, Barracciu, Espa (Pd), che hanno sollecitato la presenza del presidente Cappellacci durante i lavori dell’Aula. L’on. Cocco (Idv) ha ringraziato il presidente Cappellacci, che nel frattempo ha raggiunto l’Aula e ha sollecitato l’impegno del Consiglio per rifinanziare il sistema di incentivi per il mutuo prima casa. L’on. Uras (Sel) ha sollecitato un incontro tra maggioranza e opposizione per il proseguo dei lavori: “Arrivano alla spicciolata emendamenti di sintesi”, ha detto l’oratore, “penso che chiarirsi tra maggioranza e minoranza, pur partendo dal risultato positivo della delibera sulle entrate, sarebbe molto utile a sprecare meno tempo”. Hanno preso la parola anche gli on. Lotto, Agus, Porcu per il Pd. L’emendamento 282 è stato bocciato. A sostegno dell’emendamento 281 ha parlato l’on. Gianvalerio Sanna (Pd), che ha proposto l’istituzione di un fondo unico indistinto, “che sarebbe un segnale nuovo nel nostro modo di fare le leggi e consentirebbe una migliore spesa delle risorse. L’on. Caria (Pd) ha chiesto al presidente Cappellacci un chiarimento della sua posizione sulla soppressione di quattro delle otto province sarde e ha chiesto ai colleghi galluresi della maggioranza di pronunciarsi in questo senso. L’Aula ha respinto gli emendamenti 281 e 280. I lavori sono proseguiti con l’esame dell’’emendamento n. 87, uguale al n.278, soppressivo parziale del comma 5. L’on. Gianvalerio Sanna (PD) ha sostenuto che con questo comma. si tolgono, ad esempio, 5 milioni di euro per interventi di bonifica negli stagni dell’oristanese, oltre a tagli ad altri strumenti utili, quando invece si spendono cifre folli per altre misure poco necessarie, magari penalizzando alcuni territori a vantaggio di altri. Per l’on. Luciano Uras (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori) si prevedono riconoscimenti di natura contrattuale dopo il pensionamento di alcune categorie iper-protette. “Una misura che fa il paio con i tagli di 15 milioni nel sistema dell’istruzione. Dobbiamo discuterne insieme, senza polemiche di parte, stabilendo una gerarchia delle priorità e dei valori comuni, per un utilizzo più congruo delle risorse rispetto all’interesse generale”. L’on. Francesca Barracciu (PD) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento, con un intendimento preciso: “sventare la presa in giro di questa Finanziaria, e aiutare il Presidente della Giunta ad essere coerente con quanto dice. In conferenza stampa dice che vuole migliorare le opportunità per superare la crisi della Sardegna, ma non riesce a immaginare strumenti concreti. Si ferma all’immaginazione, senza produrre atti”, ha concluso. L’on. Luigi Lotto (PD) ha ripreso il ragionamento dell’on. Sanna, che ricordava le tabelle dell’art.5, illustrando le cifre per aumenti o diminuzioni di spesa per l’anno in corso. “Da uno sguardo alla pagina relativa alla pubblica istruzione, su 15 voci almeno 12 sono in diminuzione, alcune in maniera consistente. Sulla questione delle entrate la risposta è positiva, ma sulle altre delibere sui commissariamenti serve una discussione attenta”. L’on. Tarcisio Agus (PD) ha espresso il proprio voto favorevole all’emendamento. “Nella tabella”, ha affermato, “vi sono troppe voci in diminuzione, viste come un sacrificio per far quadrare conti. Servono risorse importanti per le bonifiche ambientali, ma sembra che abbiamo rinunciato a chiederle”. L’on. Pierluigi Caria (PD) ha parlato della tabella B, alla voce sanità. “E’ difficile da condividere la diminuzione del programma sperimentale ‘tornare a casa’. Peccato, era una grande conquista”, ha sostenuto. L’on. Gavino Manca (PD), dopo aver annunciato il voto favorevole all’emendamento, ha segnalato alcune incongruenze della tabella B, relativamente all’aiuto ai consorzi agricoli, al fine di intervenire con misure efficaci sugli sconti per il costo dell’energia. È poi intervenuto l’on. Mario Bruno (PD), per il quale sarebbe utile avviare un confronto, anche in aula, per capire dagli esponenti della maggioranza “cosa pensino dell’art.1, oppure se qualcuno impone loro di stare sotto silenzio. Questa Finanziaria non è affatto una riforma. Se questa è la prima riforma del centrodestra, tanti auguri alla Sardegna”. L’on. Antonio Solinas (PD), esprimendo il voto favorevole, ha voluto segnalare alcune disfunzioni nei capitoli delle tabelle. “Soprattutto sull’istruzione, sull’edilizia scolastica, sul fitto casa per gli studenti. Sarebbe bene che anche i colleghi maggioranza si esprimessero”. Messo in votazione, l’emendamento 87 non è stato approvato,con 22 si, 36 no e 3 astensioni. La Presidente Lombardo ha quindi aperto la discussione sull’emendamento n.104, uguale al n.277, per cui il relatore e la Giunta si erano rimessi all’aula. L’on. Luciano Uras ne ha però annunciato il ritiro. È iniziata poi la discussione sull’emendamento n.112, soppressivo parziale del comma 7, sul fondo unico agli enti locali. Il primo ad intervenire è l’on. Gianvalerio Sanna (PD). “Il Presidente Cappellacci ci scrive ‘la Sardegna per te, tu per la Sardegna’, all’insegna del protagonismo dei territori e degli enti locali. E per questo tagliamo i fondi agli enti locali. Questo comma 7 è un abuso, perciò ne proponiamo la soppressione. Noi proponiamo che il fondo unico degli enti locali non abbia una cifra fissa indicata in Finanziaria, ma venga vista come compartecipazione percentuale alle entrate, con un automatismo, all’insegna del principio dell’equi-ordinazione. Oggi meno del 10% del bilancio regionale va agli enti locali. Una sproporzione esagerata”, secondo l’on. Sanna. L’on. Francesca Barracciu sottoscrive le dichiarazioni del collega Sanna, sottolineando la gravità della riduzione degli stanziamenti. “In un periodo così difficile per i sindaci a causa dei tagli del governo Berlusconi, anche la Regione impone nuovi tagli, proprio agli enti cuscinetto verso il cittadino. Una colpa molto grave di questa maggioranza. Serve responsabilità”. L’on. Mario Bruno (PD) è poi intervenuto per ritirare l’emendamento, visto che l’argomento verrà ripreso in altri emendamenti successivi. Si è così passati all’emendamento n.100, uguale al n.276, soppressivo parziale del comma 7. Per l’on. Gianvalerio Sanna (PD) l’impostazione del fondo unico così come previsto non è un finanziamento, ma un taglio. “Invece di dare risposte a parole, sarebbe necessario produrre fatti. Il sistema degli enti locali sarà l’unico capace di tirar fuori la Sardegna dalla stagnazione”. L’on. Tarcisio Agus (PD) ha espresso il proprio voto favorevole, ricordando che è necessaria e doverosa una maggiore attenzione sui Comuni, il cui ruolo è delicato e importante. “Un’ulteriore decurtazione di risorse penalizza la capacità di dare risposte da parte dei Comuni. Chi ha fatto il sindaco sa cosa vuole dire”. L’on. Antonio Solinas (PD) ha citato la scelta intelligente della passata legislatura, nella creazione del fondo unico degli enti locali. “Li ha messi fuori dall’incertezza, come accadeva in passato. Ogni amministratore locale è stato così posto in condizione di decidere come spendere i propri fondi. Un anno fa i sindaci occuparono quest’aula, per richiedere il rispetto del principio dell’art.8 anche per gli enti locali. Quindi va abolito il comma 7”. L’on. Pietro Cocco (PD) ha affermato di voler “sostenere questo emendamento, perché ho a cuore il problema dei tagli agli enti locali, tagli superiori al 3%, se sommati a quelli dello Stato. I Comuni si ritrovano stretti in una morsa feroce tra Governo e Regione, oltre al patto di stabilità. La Regione deve essere a disposizione degli enti locali e deve dare tutte le risorse che sono necessarie”, ha concluso. L’on. Pierluigi Caria (PD) ha affermato che “è evidente che se le assegnazioni sono uguali all’anno precedente, i costi sono aumentati e quindi o ci sarà un taglio dei servizi, o un aumento di tasse o tariffe. È assurdo che non si trovi una soluzione”. Per l’on. Franco Cuccureddu (Gruppo Misto) la norma prevede il passaggio da forme obbligatorie a forme volontarie, per l’aggregazione degli enti locali. Altrimenti avremmo speso soldi per un nuovo livello istituzionale. Insomma avremmo pagato per presidenti e commissari”. L’on. Luigi Lotto (PD) ha ripreso il ragionamento della mattina: “fu una grande scelta il fondo unico, una scelta politica impegnativa. Questo mi spinge ad essere favorevole all’emendamento”. L’on. Gavino Manca (PD) ha invece ringraziato l’on. Cuccureddu, prima ed unica voce della maggioranza. “Credo che nemmeno nella scorsa legislatura, nelle discussioni infinite sul PPR, la maggioranza fosse rimasta in assoluto silenzio. Non c’è nessuna volontà di capire, né di lavorare insieme. Sul tema delle risorse agli enti locali sarebbe invece necessario aprire un dialogo”. Per l’on. Giampaolo Diana (PD) gli enti locali rappresentano la struttura portante dell’articolazione democratica sul territorio. “Noi stimiamo un taglio agli enti locali intorno al 4%. Ciò significa mortificare e umiliare la parte più debole del sistema. Assistiamo agli attestati di solidarietà ai sindaci vittime di attentati, ma senza fondi si rischia di veder crescere ancora di più questi episodi, perché cresce il disagio sociale”. Secondo l’on. Francesca Barracciu (PD) il comma 7 rappresenta tagli indiscriminati, che ricadranno sui cittadini e sulle famiglie. “Chiediamo che il fondo unico venga adeguato alle entrate tributarie regionali. Noi siamo vicini agli enti locali, la nostra volontà politica è chiara. Vi sono poi tagli preoccupanti anche ad altri capitoli riservati agli enti locali, quale il fondo per la montagna, i fondi per le aggregazioni di comuni. Si tratta non di tagliare, ma di investire”, ha concluso. Messo in votazione, l’emendamento n.100 non è stato approvato, con 23 voti a favore, 33 contrari e 3 astenuti. Si è quindi passati all’emendamento n.82, uguale al n.275 L’on. Gianvalerio Sanna (PD) ha spiegato che l’emendamento prevede l’abrogazione del comma 8, che rappresenta una sorta di polmone di respiro per le opere pubbliche. “Una norma che prevede due distorsioni: chiama in modo diverso il finanziamento alle opere pubbliche per gli enti locali, ma è riservato ai comuni con più di 5000 abitanti. Così uccidiamo i piccoli. E’ chiaro che il fondo unico avvantaggiava i piccoli comuni, ma aveva un senso. Per noi quel limite deve essere eliminato”. L’on. Mario Bruno (PD) ha espresso voto favorevole ed ha salutato il voto favorevole del FLI al precedente emendamento sugli enti locali. “Enti locali”, ha detto, “che poi rendono conto direttamente del proprio operato ai cittadini”. Per l’on. Antonio Solinas (PD è già stato detto tutto. “Il comma 8 sconfessa il principio ispiratore del fondo unico. Invito a riscrivere questo comma, o trasferendo questi 20 milioni nel fondo unico, oppure togliendo il limite dei 5000 abitanti, destinando i fondi alle unioni dei comuni”. Secondo l’on. Francesca Barracciu anche questo comma è un palliativo rispetto alle esigenze degli enti locali. L’on. Giuseppe Cuccu (PD) ha affermato che nel comma 8 c’è la vera filosofia di questa Giunta, che non si fida dell’autonomia dei sindaci. “Inoltre rappresenta uno scandalo l’istituzione di comuni di serie A e serie B. Gli interessi delle città schiacciano quelli delle piccole realtà, e questo è ormai un orientamento palese della Giunta”. L’on. Tarcisio Agus (PD) ha parlato di penalizzazione degli enti più fragili. “I lavori pubblici sono stati fondamentali nelle piccole realtà, che hanno assunto un aspetto più interessante. Così, invece, si svuotano”. L’on. Luigi Lotto (PD), associandosi ai colleghi, ha sottolineato l’importanza in negativo di questo comma 8. “La scelta di tagliare fuori i piccoli comuni da questa opportunità, crea sfiducia nelle popolazioni, intervenendo anche nel meccanismo di interruzione dello spopolamento delle zone interne. Non capisco la logica”. È poi intervenuto l’on. Luciano Uras (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori). “Sul comma 8 mi sono espresso anche in Commissione”, ha affermato, “facendo una riflessione. Noi in questi anni abbiamo lavorato al fondo destinato a tutti i comuni, con una correzione a favore dei piccoli, consapevoli del processo di polarizzazione delle attività economiche e delle residenze, con un inurbamento selvaggio, che toglieva identità alle città e al territorio”. L’on. Renato Lai (PDL) ha annunciato il voto sfavorevole all’emendamento. “Un comma che semmai integra, è un fondo aggiuntivo. Voglio però precisare, sollecitato dai colleghi, la tematica delle nuove province sarde. La posizione dei colleghi della Gallura è nota, anche se siamo riluttanti davanti a definizione di peones del territorio. Ma molti anche della vostra coalizione si sono espressi per l’abolizione delle nuove province. Non è un meccanismo vuoto e inefficace, ma le Province hanno un ruolo di raccordo e sussidiario”. L’on. Pietro Cocco (PD) ha sostenuto l’emendamento per la soppressione del comma 8. “Io sono sindaco di un Comune sopra i 5000 abitanti. Ma questa scelta non trova un punto equilibrio, per la solidarietà che ci deve essere verso le realtà più deboli. Una norma che aiuta solo i grandi Comuni, le città capoluogo”. Anche l’on. Daniele Secondo Cocco (IDV) si è espresso per la soppressione del comma 8. L’on. Nello Cappai (UDC), a titolo personale, rileggendo con più attenzione il comma 8, ha annunciato che si troverebbe veramente in difficoltà a votare a favore. “Ho sempre detto che bisognava analizzare con molta attenzione il tema. I Comuni costieri incassano l’ICI, quelli interni no, ad esempio. Ecco perché voterò a favore di questo emendamento”. È intervenuto, quindi, l’on. Franco Cuccureddu (Gruppo Misto): “sembra che ci dimentichiamo le discussioni fatte in Commissione. Questa norma serve solo a temperare gli effetti del Patto di stabilità, e serve solo per i comuni ad esso sottoposti, ovvero quelli con più di 5000 abitanti. Questa è la sola e unica finalità. Altrimenti quei Comuni non potranno spendere quei soldi”. Per l’on. Chicco Porcu (PD) gli ultimi due interventi dei colleghi della maggioranza, con opinioni diverse, dimostrano lo stato della maggioranza e la qualità della Finanziaria. “Ciò che ha dichiarato l’on. Cuccureddu vale anche per il fondo unico, quindi non cambia nulla. Per questo annuncio il voto a favore ed auspico una riflessione nella maggioranza”. Messo in votazione, l’emendamento n.82 non è stato approvato, con 23 si, 34 no e 2 astensioni. Sull’emendamento 106 (uguale al 274) che propone la soppressione del comma 9 dell’articolo 1 sono intervenuti gli on. G.V. Sanna (Pd) e Sabatini (PD). L’emendamento 96 è stato bocciato. Respinto anche l’emendamento 81 (presenti 40, votanti 36, sì 2, no 34 4 astenuti), su cui è intervenuto l’on. G.V. Sanna (Pd).. Bocciato anche l’emendamento 84 che intende sopprimere il comma 14. Sull’emendamento sono intervenuti gli on. li G.V.Sanna (Pd), Maninchedda (psd’az), Uras (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori), Bruno (Pd), l’assessore La Spisa, Cuccu (Pd). I lavori sono stati sospesi fino alle 21. Alla ripresa è stato votato l’emendamento n. 20 ed è stato approvato. Questo emendamento (Vargiu e più) ha soppresso il comma 15 dell’articolo1. Subito dopo la votazione è stata chiesta la verifica del numero legale. Mancando il quorum i lavori sono stati sospesi per 30 minuti. I lavori proseguono.
Manovra finanziaria, a notte fonda concluso l’esame dell’articolo 1. Il Consiglio si riunisce oggi alle 11.
Cagliari, 4 - 5 gennaio 2011. Alla ripresa è intervenuto l’on. Gianvalerio Sanna (Pd) sull’emendamento 90, che l’Aula ha respinto. Respinti anche gli emendamenti 93, 92, 326, 330, 348, 348. Sull’emendamento 350, relativo alla cancellazione dei residui di bilancio e alla contrazione di mutui, l’on. Gianvalerio Sanna (Pd) ha detto: “Se l’obiettivo della Giunta è ridurre il disavanzo, questo nostro suggerimento strutturale va esattamente in questa direzione. Le manovre finanziarie non servono solo a coprire il disavanzo ma a generare sviluppo e a fare investimenti”. L’emendamento 350 è stato respinto.
Stessa sorte per l’emendamento 79, a firma Sabatini e più, che prevedeva una destinazione del 10 per cento del Titolo primo del bilancio della Regione a favore del Fondo unico per gli enti locali, “con lo scopo di dare piena attuazione al federalismo fiscale della Regione Sardegna”. Per l’on. Sanna (Pd) “si tratta di recepire le istanze in arrivo da tutto il mondo degli enti locali sardi e per sostenere le unioni dei Comuni, che hanno bisogno di essere aiutate”. L’oratore ha riproposto il tema del Fondo unico anche nell’illustrazione dell’emendamento 98: “Se questa norma non viene approvata rischiamo di mandare all’aria i servizi di pulizia, sportivi e scolastici delle Unioni dei Comuni. Un taglio di 17 milioni netti che significa nei fatti la cancellazione della riforma e la morte del principio di sussidiarietà”. Anche l’emendamento 98 è stato respinto.
L’on. Maninchedda (Psd’az) e l’assessore La Spisa, rispettivamente presidente della Commissione Bilancio e assessore al Bilancio e programmazione, hanno dato parere favorevole all’emendamento di sintesi 482, che è stato approvato. Approvati anche gli emendamenti 15, 16, 29.
L’emendamento 60 (Maninchedda e più), a favore delle imprese insediate nei comuni montani sopra i mille metri, prevede uno sgravio d’imposta. Ma è stato contestato dall’opposizione: “Prima avete fatto di tutto per eliminare i piccoli comuni”, ha detto l’on. Gianvalerio Sanna (Pd), “e adesso vi preoccupate delle imprese nelle aree montane. Francamente fate ridere”. L’on. Maninchedda ha difeso invece l’emendamento: “Il punto di partenza è la legge nazionale sulla montagna e noi stiamo usando a campione la leva fiscale. Se usassimo il parametro attuale delle comunità montane sarde avremmo dovuto inserire due terzi dei comuni della Sardegna. Ma non è ragionevole dire no a ogni innovazione, vediamo come funziona questa riforma e poi ci potremo tornare su”.
Per l’on. Barracciu (Pd) “se le innovazioni servono a migliorare la situazione certo che noi siamo favorevoli. Ma se la sperimentazione non ci è nota perché non conosciamo uno studio dettagliato a supporto, non possiamo che prendere questa posizione contraria. Se lo spirito è positivo, non si capisce perché non includere, come chiediamo noi, anche comuni come Sadali, che stanno a 650 metri e sono ugualmente montani e ugualmente hanno bisogno di provvedimenti di sostegno”.
L’on. Stochino (Pdl) ha difeso l’emendamento Maninchedda: “Questa è una sorta di zona franca per i comuni montani e i denari non vanno ai Comuni ma alle imprese. Questa è una riforma storica per la Sardegna e se la sperimentazione va bene la estenderemo a partire dal 2012”. Per l’on. Gavino Manca (Pd) è necessario chiarire “quali sono i Comuni beneficiari di questo sgravio fiscale, non è una marchetta ma un marchettone”. L’on. Uras (Sel) ha detto: “Siamo nella confusione più completa, il problema dello spopolamento dei piccoli Comuni si è affrontato in questi decenni sostenendo il sistema e lo sviluppo locale. Il criterio non può essere quello del metro, a Cortina d’Ampezzo stanno benissimo e non soffrono isolamento né diseconomie. Rischiamo così di arricchire chi già è ricco, ancora una volta esce l’anima del centrodestra: dare di più a chi ha”. L’on. Cuccureddu (Mpa) si è detto “favorevole alla sperimentazione, che coinvolge 25 Comuni secondo i nostri calcoli” mentre l’on. Roberto Capelli ha contestato l’inserimento nell’emendamento 60 degli sgravi a favore delle imprese che abbiano un’unità operativa nei comuni sopra i mille metri. “La sede legale e l’unità operativa devono essere ubicate”, ha detto l’oratore, “nello stesso Comune sopra i mille metri”.
Per l’on. Sechi (Sel) “non ha senso introdurre questa sperimentazione solo legandola al dato dell’altitudine e così squilibrando l’esperimento”. L’on. Soru (Pd) ha invitato, come il collega Cuccu, la maggioranza a ritirare l’emendamento 60: “A volte le ragioni degli altri non sono così sciocche, come è avvenuto per la battaglia sulle entrate, che adesso voi condividete. Allo stesso modo vi dico che state sbagliando nel riformismo a tutti i costi: prima cancellate le Unioni dei Comuni e ora lo sgravio perfino sull’Iva. Questo pressapochismo fa danno, questa vaghezza è disarmante: è un modo per regalare diecimila euro a chiunque, anche a chi non ha dipendenti né redditi. Presidente Cappellacci, lei è un commercialista, queste cose le sa bene”. L’on. Uras ha detto: “Qual è la finalità di questo provvedimento? Dovete salvare imprese che non devono fallire? Volete salvare posti di lavoro? Volete ridurre diseconomie? Sennò è solo uno sconto sulle tasse a favore di chi è nato imprenditorialmente sopra i mille metri. E si rischia di considerare questa norma come una diseguaglianza meritevole di un processo di infrazione davanti all’Ue per aiuto illegittimo di Stato oppure di violare il principio costituzionale di uguaglianza. Mi unisco all’appello a una riflessione”.
L’on. Maninchedda (Psd’Az) ha replicato: “La nostra norma discende dalla norma nazionale ma se si ritiene che non sia il caso di riconoscere lo sgravio sull’Iva non ci sono difficoltà. Non vogliamo creare sperequazioni anche se nella vita si è diversi e chi nasce come imprenditore in questi paesi si trova applicati gli studi di settore di Cagliari, anche se l’impresa è e lavora a Tonara. Questo è il senso ma la norma non è fatta con i piedi né pensando ad altro”.
L’on. Porcu (Pd) ha proposto un emendamento verbale che aggancia a criteri più stringenti le norme di favore. Il collega Bruno, capogruppo del Pd, ha ripreso invece l’intervento dell’on. Sabatini e ha suggerito di trasportare la riforma dentro il prossimo collegato alla Finanziaria. Per l’on. Diana (Pd) “è stata una discussione importante e penso che rischiamo di sciupare un’occasione se passiamo al voto. La legge 37 del ’98, ovvero il Piano per il lavoro, ci ha dimostra che le imprese che hanno necessità di ampliare l’organico lo fanno e basta, al di là del contributo. E l’esempio vale anche per questa proposta di sgravio a favore delle imprese nelle zone montane. Ecco perché il suggerimento di rimandare al collegato la riforma, proseguendo la discussione, ci possa portare a più felici risultati nella lotta alle diseconomie delle zone interne della Sardegna”. Della stessa posizione l’on. Barracciu ma la maggioranza ha approvato alla fine l’emendamento 60.
L’on. Cappai (Udc) ha comunque proposto di affrontare il tema degli sgravi a favore dei comuni che subiscono il fenomeno di spopolamento in occasione dell’esame del collegato alla Finanziaria. “Quanto soldi abbiamo investito in Sardegna? Li abbiamo investiti bene o male? Parliamo di queste cose indipendentemente dal numero degli abitanti e dall’altezza dei paesi”.
L’emendamento di sintesi 489, relativo ai finanziamenti a favore dei Comuni per la realizzare di opere pubbliche, è stato discusso con il parere favorevole della Giunta ma l’on. Stochino (Pdl) si è detto contrario. L’emendamento è stato approvato, così come l’emendamento 198, che stanzia 200 mila euro per realizzare la messa in sicurezza del percorso dell’Ardia di Sedilo. Approvato anche uno stanziamento, con l’emendamento 27, a favore delle università di Cagliari e Sassari a favore di interventi di edilizia universitaria.
L’emendamento 210 a firma Capelli, cinque milioni di euro e più per completare la Scuola forestale della Sardegna a Nuoro, ha acceso la discussione in Aula. L’assessore La Spisa non si è detto contrario mentre il presentatore ha ribadito la necessità di “tenere fede a un impegno, previsto da una legge regionale, che più presidenti hanno preso per quel territorio. Non so se possiamo sorridere davanti alla distrazione di finanziamenti a favore di una parte della Sardegna che ha poche risorse e poche opportunità”. L’on. Soru (Pd) ha annunciato il voto favorevole “per motivi di opportunità e di coerenza verso quanto fatto in materia di istruzione ambientale a Nuoro, che si trova al centro del più grande patrimonio boschivo della Sardegna”.
I lavori sono stati sospesi per cinque minuti dalla presidente Lombardo e alla ripresa l’on. Uras (Sel) ha sollecitato una decisione sulla struttura del vecchio seminario di Cuglieri, restaurato da tempo e destinato ad ospitare la scuola forestale prima che si decidesse di aprirla a Nuoro. A favore dell’emendamento Capelli gli interventi degli on. Ladu (Pdl), Cucca (Pd) e Cocco (Idv). L’emendamento 210 è stato approvato.
La presidente Lombardo, su richiesta dell’on. Bruno, ha precisato che i lavori proseguiranno a oltranza sino al completamento dell’articolo 1.
I consiglieri dell’opposizione sono intervenuti sull’emendamento 37, che si riferisce alla necessità di ammodernamento della rete di emergenza sanitaria. L’emendamento è stato approvato. Battaglia in Aula anche sull’emendamento 39, del quale l’opposizione ha invocato ripetutamente il ritiro segnalando il rischio di un cattivo uso del denaro pubblico. L’emendamento è stato approvato.
Il Consiglio regionale si è poi soffermato sull’emendamento 58 (Solinas e più), che stanzia 500 mila euro a favore della Provincia di Oristano per far fronte all’emergenza ambientale nel rio Mare Foghe nel territorio di Riola Sardo a seguito della proliferazione di un’erba sconosciuta in Sardegna. L’on. Mariano Contu (Pdl) ha condiviso l’emendamento e ha ricordato che sul punto la commissione Ambiente ha effettuato sopralluoghi e sentito gli amministratori locali. L’Aula ha approvato.
Accolto anche l’emendamento 383 (Sabatini e più) per integrare i consorzi fidi di garanzia degli artigiani.
Il dibattito si è poi concentrato sull’emendamento 447, a firma Vargiu, che stanzia 5 milioni di euro su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici per il restauro e la realizzazione di edifici di culto e chiese. L’emendamento è stato spostato all’articolo 3.
Sull’emendamento 185, a firma Sechi e teso a vendere l’hotel Esit di Alghero per ricavare le risorse per costruire il nuovo edificio della scuola alberghiera di Alghero, è nato un dibattito. L’on. Uras ha affermato: “Possibile che si trovino sempre i soldi per ristrutturare ogni chiesa e non per far funzionare le scuole, per giunta scuole turistiche, che vanno nella direzione che voi auspicate, ovvero il turismo?”. L’emendamento è stato spostato all’articolo 3, su proposta dell’on. Porcu.
Poco prima delle due del mattino la presidente Lombardo ha dichiarato chiusi i lavori, che riprenderanno oggi alle 11. (c.c.)