CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 167 del 22 dicembre 2010
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Manovra finanziaria 2011 – 2013.
Cagliari, 22 dicembre 2010 - La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’esame dell’Aula la manovra finanziaria 2011 – 2013.
L’on. Sabatini (Pd), relatore di minoranza, ha chiesto alla maggioranza se c’era bisogno di portare l’opposizione a occupare l’aula per aprire un confronto e per avere dati certi sulla vertenza entrate. Un confronto necessario e sempre più urgente anche perché oggi c’è un pericolo evidente: il federalismo fiscale si può trasformare in una mannaia per le regioni più deboli. Per Sabatini la Sardegna ha la necessità di un governo regionale forte capace di coinvolgere la realtà sarda. Queste caratteristiche però non appartengono a questa giunta e a questa maggioranza ne è dimostrazione il patto di stabilità in cui la Sardegna ha rinunciato a trattare. Il relatore di minoranza è stato critico anche nei confronti della manovra: “E’ debole, di galleggiamento, senza un nesso logico, e senza provvedimenti capaci di fronteggiare la crisi”. L’opposizione critica anche l’impostazione. “Non è una manovra snella e asciutta – ha aggiunto Sabatini - si tratta di una vera e propria legge delega che trasferisce tutto all’assessorato alla programmazione. Per Sabatini questa volontà accentratrice della giunta va modificata. Entrando nel merito della manovra, il consigliere del Pd ha ricordato che la sola dotazione per l’artigianato ha una contrazione del 52% e le risorse per il lavoro ammontano ad appena 45 milioni di euro che, tra l’altro, sono difficilmente spendibili a causa della lunghezza delle procedure previste. Sabatini ha chiesto alla maggioranza risposte su come si intende risolvere il problema del deficit della sanità, di Abbanoa, dei residui.
L’on. Carlo Sechi (Comunisti – la Sinistra sarda – Rossomori) ha detto che la Sardegna è di fronte a una situazione drammatica davanti alla quale è necessario trovare strumenti che rimettano in moto l’economia. Certo, non sarà questa manovra a far fronte a una crisi senza precedenti. Per Carlo Sechi servono misure urgenti per arginare il tasso di disoccupazione che è altissimo, per incentivare le imprese che continuano a chiudere, per migliorare la qualità dei servizi che è pessima, per prevenire lo spopolamento dei centri minori.
L’on. Tarcisio Agus (PD), ha posto l’accento sulla necessità di tenere viva l’attenzione sulla spesa, legata direttamente alla partita dei trasferimenti. “L’incertezza non dà la possibilità agli enti locali, alle Province e ai Comuni”, ha sostenuto, “di programmare ed amministrare nel modo giusto. Nel merito questa Finanziaria mi sembra molto debole. Già la relazione di maggioranza lascia forti dubbi, non entra nel merito delle scelte forti da fare urgentemente. Oggi dalla vertenza entrate dovrebbero arrivare risorse aggiuntive, anche chi prima ci derideva oggi lo riconosce. Su questo fronte dobbiamo proseguire compatti, ma l’analisi della Finanziaria ci porta a notare forti carenze nelle politiche attive e negli interventi a favore delle amministrazioni locali, che sono le più vicine ai cittadini ed intervengono sul sociale, sull’arredo urbano, sulle politiche per la casa. Inoltre”, ha concluso l’on. Agus, “notiamo la mancata riforma sanitaria, per cui servirebbe un corretto strumento per il riordino della spesa, ma oggi è basato soltanto su un percorso di tagli, più rapido e semplice, ma pessimo per il miglioramento dei servizi, evitando il turismo sanitario. Più che i tagli generalizzati, servono tagli mirati agli sprechi.”
L’on. Roberto Capelli (Gruppo Misto) ha invece richiamato l’attenzione dell’assessore La Spisa, rileggendo quanto ha dichiarato stamane sulle entrate. “Sul governo della spesa, lei ha detto, dobbiamo lavorare per riqualificarla, senza decisioni irrazionali e non necessarie, spendendole nei settori giusti. Parole sentite, dico io, da condividere. Ma dall’analisi delle voci di spesa”, ha proseguito l’on. Capelli, “emergono 6.800.000 euro per i capitoli della pubblicità istituzionale. Mi chiedo: rispecchiano forse quel senso di responsabilità nella spesa? Sono davvero strumenti con una ricaduta reale in un momento così difficile? Altro capitolo di spesa: spendiamo, per indennità spese di trasporto degli amministratori, 3.313.000 euro, in aumento rispetto al passato. Anche qui, non certo spese utili o indispensabili. Ancora: il fondo per le indennità di risultato per i dirigenti regionali, senza alcuna valutazione, ammonta a 3.647.000 euro. Ma quali risultati stiamo premiando? Poi, paghiamo anche danni del passato. Ad esempio, rendiamo 42 milioni di euro alla UE e altri 42 milioni di rimborsi allo Stato di quote non impegnate dalla Regione. Colpa di chi? Anche di quei dirigenti che invece premiamo. E poi veniamo qui a dire che dobbiamo pensare ai deboli e ai ceti bassi. Invece, cosa si fa? Si aumentano le risorse per aumentare la corte della politica, aumentando convenzioni, aumentando uffici stampa e portavoce. Dovremmo invece porre la massima attenzione alla lettura e all’approvazione dei vari capitoli di bilancio”, ha concluso l’on. Capelli.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha detto di assistere a una strana accelerazione e ha ricordato che l’aula serve per confrontarsi. La manovra finanziaria non è un passaggio ininfluente. Quello che noi facciamo ipoteca il futuro dei sardi. Noi oggi abbiamo una condizione del bilancio della Regione altamente preoccupante. Perché gli investimenti sono appena il 13% della massa programmata, il resto è spesa corrente. Questo 13% dovrebbe garantisci la crescita. Ma questo 13% - ha chiesto - lo giudichiamo sufficiente? Inoltre, questo elemento di criticità è aggravato dal fatto che c’è il patto di stabilità. Per G.V. Sanna la manovra finanziaria deve essere efficace. Questa non lo è e inoltre pone un eccesso di delega a favore della giunta Quindi, minore trasparenza che vuol dire maggiore disgregazione. L’esponente del Pd ha anticipato che proporrà un emendamento sul Fondo Unico. Allo stato attuale – ha detto - questo fondo prevede che sia devoluto agli enti locali appena il 9,5% dell’ammontare del titolo primo delle entrate. Cioè agli enti locali non va neppure il 10% di quello che incassiamo. Proporrò – ha aggiunto - che a partire da questo bilancio il trasferimento previsto per gli enti locali rappresenti una quota fissa di almeno il 10%. Sarebbe un piccolo sforzo ma significativo. G.V. Sanna è stato molto critico anche sugli investimenti i cui articoli sembrano rimandare all’infinito i contenuti. Investimenti – ha detto Sanna – vuol dire dare lavoro, ma per fare questo non bisogna formulare articoli come quelli che ci sono nella finanziaria. L’ultimo punto affrontato è stato quello della sanità: il deficit è allarmante ed è necessario che chi viene nominato sia avvertito che con i fondi dei cittadini non si scherza.
Il dibattito prosegue.
Dopo l’on. Gianvalerio Sanna ha preso la parola l’on. Sabatini, presidente della commissione d’inchiesta per la sicurezza sul lavoro. Sabatini ha comunicato all’Aula la notizia della morte di Daniele Floris, l’operaio ogliastrino che ieri è stato vittima, con altri colleghi di un incidente mentre montava alcuni pannelli fotovoltaici in un cantiere navale di Tortolì. Su richiesta dell’oratore, la presidente Lombardo ha disposto una breve sospensione dei lavori in segno di lutto.
Alla ripresa, è intervenuto l’on. Luigi Lotto (Pd), che ha detto: “la Finanziaria cade nel bel mezzo di una crisi economica che nella nostra regione, ben lungi dall’essere superata, si è ulteriormente aggravata. Veniamo da un anno terribile di crisi industriale, di crisi dell’agricoltura e della pastorizia, della scuola, della rappresentatività delle organizzazioni sociali e della politica stessa. Il popolo sardo ci chiede grandi obiettivi da perseguire, a cominciare dalla riconquista di un rapporto non subalterno con il governo centrale”. Per l’esponente del Pd “il nuovo rapporto con lo Stato si manifesta anche e soprattutto con la questione delle entrate, sulla quale l’opposizione è riuscita a far comprendere alla maggioranza e anche alla giunta il valore della questione, cioè di una grande conquista della passata giunta. La vera questione è ora quella sulla destinazione di queste risorse, su come spenderle bene per i sardi. Tutti oggi comunque abbiamo fatto un passo in avanti nell’interesse dell’Isola”.
Per l’on. Marco Espa (Pd) “l’occupazione di questi giorni ha portato a un’unità importante ma è importante anche chiarire quali saranno le ricadute per i sardi grazie alle nuove risorse. Nel frattempo, però, da Roma arriva la notizia di un trenta per cento in meno nei trasferimenti agli enti locali per la gestione degli asili nido. Un taglio ingiustificato, figlio della disastrosa politica nazionale nei confronti delle Regioni, che creerà problemi pesantissimi ai Comuni sardi. Nel 2006 il Fondo nazionale delle politiche sociali aveva 775 milioni di euro per la Regione. Nel 2009 lo stesso Fondo aveva 580 milioni e nel 2011 avremo appena 273 milioni di euro. Per la Regione Sardegna significa un cinquanta per cento di entrate in meno. La stessa sorte tocca ai fondi per le politiche giovanili e per il servizio civile. Dunque, ci attende una grande battaglia civile per ottenere i fondi che ci spettano, altrimenti saranno i cittadini a pagare le conseguenze. Su questi temi dobbiamo sentirci tutti chiamati alla lotta, senza se e senza ma, come si diceva un tempo”.
Ha preso poi la parola l’on. Maninchedda (Psd’Az), che ha introdotto il suo intervento parlando della legge finanziaria nazionale, “ormai chiamata legge di stabilità, perché determina dei tetti. Chiediamoci se è un modello se condividiamo. Io no, sono contrario. E spiego perché: i tetti sono per la spesa dei Comuni e delle Regioni, non per lo Stato che agisce attraverso i decreti per orientare la spesa, non con la legge. Il governo centrale agisce anche col Cipe e noi dobbiamo impugnare di fronte al Tar la delibera Cipe del 26 novembre, quella che prevede che il governo si riappropri delle risorse liberate dei fondi Fas. Questo è un abuso di sovranità dello Stato”.
L’esponente sardista ha affrontato poi sotto il profilo tecnico il tema della legge finanziaria regionale, suggerendo la scelta di processi di sviluppo che non incappino nei limiti dei tetti di spesa del patto di stabilità. Per questo ha annunciato una serie di emendamenti, sotto forma di leva fiscale, “per limitare gli effetti di una serie di follie, come il fatto che gli studi di settore si applicano allo stesso modo ai professionisti di Cagliari come di Tonara. Insomma, ho fatto alcuni esempi per dimostrare che non ci conviene accodarci agli schemi finanziari del governo centrale, noi possiamo intervenire con la nostra finanziaria a favore dei sardi”.
E’ intervenuto poi l’on. Daniele Cocco (Idv) che ha detto di condividere “gran parte dell’intervento dell’on. Maninchedda anche se questa vostra finanziaria è ben lontana dai bisogni reali dei sardi per il fatto che gran parte delle risorse sono assolutamente vincolate per la spesa corrente e per effetto del patto di stabilità. Tutti gli indicatori ci parlano di una Sardegna che continua a peggiorare, trascinata dalle vertenze e da un bollettino quotidiano di fabbriche chiuse che ormai non fanno nemmeno più notizia. Anche sul punto delle energie alternative è stato detto tanto e fatto poco: dobbiamo approdare a un piano energetico che riparta dal precedente piano della legislatura Soru, ridefinire i tetti di produzione di energia rinnovabile e focalizzare una strategia sulla questione del metanodotto, della centrale del carbone del Sulcis, che ha ancora un senso”. L’oratore ha denunciato anche gli effetti in Sardegna della riforma della scuola e il fallimento del Piano casa, che ha rivelato come “la crisi dell’edilizia sarda non era da imputare al Ppr”.
Per l’on. Giampaolo Diana (Pd) “la Finanziaria è un momento importante per fotografare lo stato di salute del sistema economico e individuare terapie a favore del malato, che si chiama Sardegna. Quando cominceremo ad affrontare in quest’Aula i problemi che sono sotto gli occhi di tutti? Eppure siamo di fronte a una Finanziaria che non prevede nulla per le politiche di sviluppo: abbiamo delegato per vent’anni le politiche di sviluppo al mercato e oggi non siamo più in grado di intervenire e non contiamo nulla. Siamo diventati una classe istituzionale che non conta: sarò un illuso ma pensavo che quest’Aula fosse la sede di discussione. E’ disarmante constatare tutto ciò e mi chiedo, chiedo all’assessore La Spisa, se almeno si possa impiegare una parte delle risorse della Finanziaria per superare le diseconomie della nostra Regione? Non solo sul fronte dell’energie ma anche dei porti, dei trasporti, dell’acqua, dei rifiuti”.
Al termine dell’intervento dell’on. Diana, il vicepresidente on. Michele Cossa ha dichiarato la conclusione dei lavori che riprenderanno domani alle 10 con l’intervento dell’on. Silvestro Ladu (Pdl).