CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 166 del 22 dicembre 2010

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Sospeso l’esame della Manovra finanziaria 2011 – 2013. Approvato all’unanimità un ordine del giorno unitario sull’attuazione del nuovo articolo 8 dello Statuto speciale relativo alle entrate della Regione Sardegna. I lavori riprendono alle 16 e 30.

Cagliari, 22 dicembre 2010 - La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. In apertura di seduta è stato sospeso l’esame della Manovra Finanziaria e, come deciso dalla conferenza dei capigruppo, è iniziato il dibattito su un ordine del giorno unitario sull’attuazione del nuovo articolo 8 dello Statuto speciale relativo alle entrate della Regione Sardegna.
Il Presidente della Regione Ugo Cappellacci ha detto di voler fare chiarezza sui numeri e sulla strategia che deve portare all’obiettivo di rendere attuale e operativo l’articolo 8.
Nell’ultima riunione della commissione paritetica del 13 dicembre scorso – ha detto il presidente della Regione - è stato definito un documento in cui viene specificato l’ammontare delle entrate. Lo Stato ci ha riconosciuto 5 miliardi 293 milioni per il 2010 e ha previsto, per il 2011, una somma pari a 5 miliardi e 398 milioni.
Questo accordo – ha aggiunto il Presidente - non ci soddisfa dal punto di vista qualitativo perché i proventi del lotto sono esclusi dall’accordo. Si tratta di 80 milioni di euro che sono a tutti gli effetti entrate erariali e quindi sono somme dovute alla Sardegna. Il presidente ha specificato di aver espresso al ministro soddisfazione per il livello quantitativo ma insoddisfazione per l’esclusione dei proventi per il gioco del lotto.
Nel caso in cui questo riconoscimento non arrivasse – ha detto Cappellacci – attiveremo tutte le azioni necessarie a carattere giudiziario. I nostri legali stanno studiando se sia meglio sollevare un conflitto di attribuzione o se sia più opportuno il ricorso al giudice ordinario. “ Noi non rinunceremo neanche ad un euro – ha concluso il governatore - rispetto a quanto previsto dall’articolo 8.
L’on. Porcu (Pd) ha detto che l’iniziativa di occupare l’aula da parte del centrosinistra è stata opportuna e utile. E’ stato un gesto di grande responsabilità perché la vertenza entrate non può essere una trattativa privata. Ringrazio – ha aggiunto - il presidente della regione per il ruolo positivo che ha avuto. L’esponente del Pd ha chiarito che il centrosinistra non ha mai cercato di ostacolare la giunta ma anzi ha esercitato il ruolo di controllo e di stimolo. La battaglia però non è finita perché non ci si può fidare di questo governo nazionale che certo non è amico della Sardegna. Noi presidente – ha aggiunto - la vogliamo coraggioso sia per questa vertenza sia per il lotto, che per il reddito catastale delle seconde case per i non residenti, per qualsiasi altra vertenza. I diritti della Sardegna devono essere pienamente esercitati.

“Occupare un’istituzione non è un atto ordinario, che si adotta a cuor leggero – ha esordito Gian Valerio Sanna (Pd) – ma noi correvamo il rischio, non solo di essere incoerenti con ciò che abbiamo detto in quest’Aula e ciò che facciamo, ma anche di rendere un passaggio di carattere costituzionale una semplice quantificazione ordinaria”. Secondo Sanna “ l’applicazione, per la prima volta, di un dettato statutario per la Sardegna costituisce un momento che non può essere attribuito alla sola maggioranza”, poiché “l’applicazione di quanto dovuto alla Sardegna rappresenterà il dovuto per il futuro, ponendo la nostra regione in una condizione autorevole in un passaggio pattizio. Il presidente - ha precisato - oggi ha espresso correttamente questo rapporto pattizio. Dire allo Stato che in questo passaggio adottiamo tutte le tutele che abbiamo in mano, non è un atteggiamento di sapore conflittuale ma colloca la nostra autonomia in un posizione non di svantaggio in quel tavolo”. Il consigliere del centro-sinistra ha poi sottolineato che la discussione del giorno deve essere considerata una “risoluzione” perché affida un mandato al presidente della Regione, la cui autorevolezza è stata - secondo Sanna – ampliata dal percorso condiviso risultato dell’occupazione dell’Aula da parte dell’opposizione. “La cosa più importante che è stata fatta in questi giorni - ha continuato - è l’applicazione concreta dell’impegno assunto sulla riforma delle nuove entrate. Che potrà certamente evolvere, ma parte da un punto forte. Il valore dell’art.8 - ha spiegato - non è statico, fermo, non dà una cifra oggi e per sempre, ma produce degli effetti nel tempo che impegnano a un visione dinamica dei benefici del bilancio regionale.”. Ha poi aggiunto, in merito all’occupazione dell’Aula, rispondendo a coloro “che considerano la politica esclusivamente un luogo di confronto di parte”, di avere il piacere di “potere dire che abbiamo avuto modo, con la nostra iniziativa, di realizzare un percorso intelligente e responsabile di continuità e impegno autonomistico, e dovremmo seguire quest’atteggiamento anche nella fase successiva, evitando pensieri preclusivi”. Ha infine proposto che “lo Stato tecnicamente metta in evidenza nel suo bilancio quello che la Sardegna debba avere anno per anno. Una mancanza cha ha complicato il nostro percorso, e che colmare servirà a renderci immuni dai futuri assalti effetto delle congiunture, e a far sì che sia espressa una modalità corretta di applicazione del federalismo fiscale in Sardegna”.
Per Roberto Capelli (Misto) si è conclusa “nel migliore dei modi una vertenza aperta dai colleghi di minoranza, che era anche un dibattito aperto da tempo in commissione Bilancio”. Capelli ha poi espresso soddisfazione per l’iniziativa del presidente della Regione , ma ha sottolineato come elemento di criticità la mancanza del “supporto importante e dovuto dei nostri rappresentanti parlamentari, che ci vede soli in questa vertenza”. Una circostanza dimostrata – sostiene il consigliere del gruppo Misto - dall’accordo per l’applicazione delle norma di attuazione ottenuto dal Trentino Alto Adige e dalla Valle d’Aosta. “In quell’accordo ci sono aspetti molto importanti, per esempio la riserva per l’accesso ai concorsi di polizia di Stato a chi può dimostrare il bilinguismo e le accise per il trasporto pubblico locale su ferro, che noi abbiamo venduto per l’articolo 8. Il presidente Soru - ha continuato - senza riportare al Consiglio le proposte del governo nazionale, andò da solo alla sottoscrizione di quell’accordo, e oggi noi dobbiamo riconoscere che una maggiore attenzione nelle norme di attuazione allora non ci avrebbe portato a questa situazione. Stiamo cercando tutti insieme di recuperare quell’errore ma credo manchi il sostegno dei nostri eletti in Parlamento. In questo lei, presidente, è solo. E dobbiamo capire se in questo percorso continueremo a essere soli. Dove sono i nostri rappresentanti?”. Capelli ha poi ricordato che il procedimento sul federalismo va avanti “al di là delle entrate”, e ha sottolineato la necessitò di portare all’attenzione della commissione paritetica “le nostre difficoltà sulla gestione del trasporto pubblico e dei costi della sanità”. Per questo è necessario “sostenere la Giunta nell’azione necessaria a far sì che questi diritti vengano riconosciuti e sia apra la vertenza sulla compartecipazione delle accise – parte dimenticata dell’art.8 - vitali per una sopravvivenza del bilancio regionale e per il riconoscimento della nostra autonomia da quei governi che ci hanno depredato dei fondi Fas”.

Giampaolo Diana (Pd) ha sottolineato l’importanza del momento.. L’opposizione – ha aggiunto - è stata costretta a occupare l’aula per stimolare un confronto e per colmare un vuoto di assunzione di responsabilità generale. E il presidente Cappellacci ha saputo ascoltare e dalla nostra battaglia la vertenza entrate è partita con maggiore determinazione. Noi stiamo assistendo – ha detto ancora - a una riforma del federalismo fiscale che penalizza il mezzogiorno. Per la Sardegna il nostro federalismo fiscale è l’articolo 8 che deve essere rispettato. Dopo questa giornata possiamo avere un motivo in più per guardare al futuro di quest’isola con speranza. Siamo dunque ottimisti perché appare finalmente la presenza di un’istituzione che non vuole subire passivamente le decisioni del governo nazionale. Presidente lei deve ora portare avanti la battaglia anche sui fondi Fas e sul patto di stabilità.

Per l’on. Pietro Pittalis (PDL) quello in corso è “uno di quei dibattiti che qualificano il lavoro del Consiglio regionale. Oggi assistiamo all’esito del riconoscimento dell’iniziativa delle opposizioni, ma anche all’intelligente continuità autonomistica da parte del Presidente della Regione e della Giunta. È dal Luglio 2005 che l’aula si è mobilitata, con l’allora Presidente Soru, sostenuto da tutto il Consiglio nel confronto con lo Stato. Quell’azione ha portato un primo utile risultato, mai sottovalutato. Non abbiamo mai abbassato la guardia sul tema”, ha sostenuto l’on. Pittalis, “ed il Presidente ha detto a chiare lettere che non ci sono governi amici e che si andrà fino in fondo, sollevando, se necessario, il conflitto di attribuzione con lo Stato. Questo è quindi un momento solenne, nel quale l’intera assemblea può dare un grande mandato alla Giunta e al Presidente per la salvaguardia degli interessi e dei diritti dei sardi. Mi auguro che pur nel confronto aspro tra maggioranza e opposizione, si possa andare avanti con l’esame del provvedimento di bilancio”.
L’on. Francesca Barracciu (PD) ha sottolineato come il tema sia stato sviluppato a seguito “della nostra occupazione dell’aula consiliare, a conferma della nostra decisione. Un’azione forte, certamente, che non avremmo voluto portare avanti, ma che segnala il momento di forte debolezza della politica. Da subito”, ha proseguito l’esponente del PD, “abbiamo sollecitato la Giunta ad essere più determinata verso il governo nazionale, per avere immediatamente riscontri positivi. Per tutto questo tempo non siamo stati ascoltati, per questo abbiamo incrementato la protesta per costringervi ad ascoltare. Avremmo anche potuto aspettare la debacle e goderci la figuraccia di questa Giunta e di questa maggioranza. Invece il senso di responsabilità ci ha portato a un’iniziativa forte. Ora ringraziamo il Presidente della Regione che ha ascoltato seriamente e preso atto dei numeri e dello scenario. Per noi oggi è un momento importante, al di là della retorica, per dare un messaggio alla Sardegna: esiste una classe dirigente capace di difendere gli interessi dei sardi. Noi siamo a disposizione, come ha dimostrato l’incontro di ieri tra Soru e Cappellacci. Abbiamo aperto una pagina di riconoscimento reciproco, pratichiamola tutti”.
Per l’on. Silvestro Ladu (PDL) la conclusione dell’occupazione del Consiglio è un fatto positivo, dopo un momento di discussione e di approfondimento. “L’approvazione dell’odg concordato è un fatto significativo”, ha affermato, “che va aldilà dello stesso ordine del giorno. Anzi, mi piace condividere l’espressione del collega G.V. Sanna, perché è veramente una risoluzione, che segna un momento importante del Consiglio regionale, con un grande senso di responsabilità generalizzato, dall’opposizione alla Giunta, al Presidente Cappellacci e all’assessore La Spisa. Gli atti della commissione paritetica”, ha aggiunto l’on. Ladu, “sono il risultato della mediazione e del confronto di questi ultimi tempi. Se raggiungiamo il risultato, è la dimostrazione che c’è stato un lavoro dietro, perfino con novità importanti nel rapporto Stato-Regione, ad esempio sulla compartecipazione sulle accise e su altri tributi. Ora affrontiamo il futuro con maggiore serenità”.
È quindi intervenuta l’on. Claudia Zuncheddu (Comunisti-La Sinistra Sarda-Rossomori) affermando che l’occupazione è stata una scelta estrema, ma necessaria. “Dopo una lunga stagione di dibattito sui temi istituzionali, ora si comincia a vedere qualche segnale positivo. Dopo un dibattito acceso su sovranità e indipendenza, oggi per la prima volta il Presidente Cappellacci si fa davvero interprete dei bisogni e della sovranità dei sardi. È necessario ora che non si regredisca. Noi come opposizione”, ha aggiunto, “siamo pronti ad appoggiare questo progetto. Siamo confortati dalla speranza e dal clima utile per i sardi. I miei complimenti sinceri al Presidente Cappellacci”, ha concluso l’on. Zuncheddu.
Paolo Maninchedda (Psd’Az) ha esordito definendo “un risultato politico apprezzabile un odg che consente la riapertura dell’Aula e il nuovo inizio dei lavori”. Ha poi precisato che esprimerà un voto a favore della parte conclusiva mentre “dissentirà” invece sulle premesse dell’ordine del giorno. “Credo - ha spiegato il presidente della commissione Bilancio - che dobbiamo essere consapevoli che da quando Soru, nel 2006, firmò l’intesa con Prodi sono accadute molte cose. Il governo nazionale si sta rivelando sempre più un governo in qualche modo non all’altezza del dettato costituzionale, che vede i cittadini uguali davanti alla legge. Pertanto, un accordo concluso senza clausole di salvataggi, come normale in una situazioni di fiducia, può essere visto oggi diversamente se consideriamo che il governo ha chiuso accordi con regioni a statuto speciale, molto più vantaggiosi che con noi. Inoltre - ha continuato Maninchedda – l’ accordo raggiunto con quelle ordinarie risulta sperequativo per i sardi che, a differenza loro, dovranno invece accollarsi il costo del trasporto pubblico locale senza ulteriori aiuti. Questo è il governo italiano e a questo governo dobbiamo dire che l’accordo del 2006 va bene ma solo se ci garantisce le clausole di maggior vantaggio. Altrimenti siamo dei fessi”. Maninchedda ha poi sottolineato come “sintomatico” il fatto che il governo nazionale contesti la parte più protettiva dell’accordo del 2006, definendo “debole e sbagliata” la posizione politica assunta nell’ordine del giorno. “Per noi – ha continuato - è essenziale difendere ciò che è vantaggioso, ma lo è anche contestare il tradimento dello Stato che tratta con gli altri condizioni più vantaggiose. Dobbiamo difendere, non il valore asciutto di quell’accordo, ma quello complessivo davanti alla Corte costituzionale. La clausola dell’accordo del 2006 che ci difende sulle accise viene messa in ombra in primis dal Consiglio regionale. Qual è l’obiettivo, forse difendere il minimo e non il massimo?”. Ha poi concluso dichiarando di partecipare alla discussione sulla finanziaria “per verificare la ragionevolezza delle pozioni, e convergere con esse indipendentemente da chi le propone”.
Secondo Daniele Cocco (Idv) si può parlare di un ordine del giorno “condiviso, costruttivo e impegnativo, su un problema che è diventato prioritario”. L’auspicio del consigliere dell’Idv è che ci siano altre occasioni in cui “insieme si potranno negare i diritti negati e imprimere una svolta nei rapporti con uno Stato che da sempre mortifica la nostra regione”. Cocco si è poi detto soddisfatto per la scelta del presidente Cappellacci che “ha fatto propri i consigli alla determinazione e al coraggio” dando un “messaggio positivo ai cittadini che sempre più si sentono traditi dalle istituzioni”.
Giulio Steri (Udc) ha dichiarato di condividere con Capelli l’idea che la Sardegna sia stata abbandonata dai suoi rappresentati in Parlamento e ha sottolineato la necessità di considerare l’art.8 non come “la fine della battaglia, bensì come l’inizio di quella che dovrà proseguire poi con la vertenza sulle accise. Il fatto che in questo odg - ha precisato riferendosi alle parole di Maninchedda - non si parli di accise non vuol dire abbandonare la battaglia”. Il capogruppo dell’Udc in Consiglio ha quindi espresso compiacimento “per questa ritrovata unità”, e ha sottolineato l’importanza di mantenere “ l’apporto unitario” anche nella battaglia contro i decreti attuativi del federalismo fiscale, “che determinano effetti distorsivi talmente gravi da richiedere l’intervento della Corte Costituzionale”. Ha poi auspicato che “in questo momento di estrema difficoltà si possa trovare convergenza con l’opposizione anche su altri aspetti, e vi invito ad assumere quella pozione costruttiva chiesta anche dall’Udc a livello nazionale. Siamo in presenza di una crisi importante ed è necessario trovare le giuste misure per ostacolarla”. Ha infine concluso annunciando il voto favorevole dell’Udc all’ordine del giorno.
Luciano Uras (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) ha esordito elencando i punti essenziali dell’ordine del giorno congiunto e precisando che “tutti condividiamo il tema non solo nei tratti essenziali ma anche nelle soluzioni”. Secondo Uras l’importanza di questo odg è rintracciabile nel “riconoscimento di tutta l’Aula, ma anche della Giunta, del valore riformatore dello statuto; del diritto dei sardi a difendere le nuove entrate dall’attentato che i ministeri competenti hanno cercato di promuovere per impedire il trasferimento delle nuove risorse finanziare al bilancio della regione; e dall’emergere di un’esigenza comune di trovare una diversa modalità di applicazione del Patto di stabilità.” Uras ha sottolineto l’importanza di questa convergenza di opinioni, un circostanza che “dimostra il possesso di una solidarietà autonomista di primo livello - che c’è stata più volte richiesta dalle parti sociali - e che significa trovare livelli di unità tra istituzione e società per difendere i diritti di questo popolo. Si tratta – ha continuato Uras - di una conquista di grandissimo livello. E penso che agevolerà non solo la discussione sulla finanziaria, ma permetterà di costruire le condizioni perché su alcune vicende che riguardano tutti siano trovate delle convergenze”. Con l’intento, ha precisato, di uno sviluppo del senso della responsabilità che attiene sia alla gestione dei conti regionali, sia all’eliminazione degli sprechi di risorse, sia al tentativo di rendere efficaci le leggi regionali. “Per questo – ha concluso - ritengo che quest’accordo valga qualcosa di più di un semplice odg e che, se saremo coerenti, aprirà una stagione diversa anche nella relazione tra le forze politiche di questa comunità”.
L’on. Mario Diana (PDL) ha parlato di un “momento di forte condivisione, in cui tutte le istituzioni hanno lavorato insieme. Per questo, è doveroso dare la giusta rilevanza anche al lavoro della Presidente del Consiglio, che ha dato seguito alla reale volontà di tutta l’assemblea. Ora dobbiamo dare seguito all’odg, ma il rapporto con lo Stato è difficile, ci sono tante altre cose che dobbiamo fare, aldilà di questo ordine del giorno. Manteniamo questa finestra aperta”, ha aggiunto il capogruppo del PDL, “perché non tutto si esaurisce oggi. Su questa materia non dobbiamo rimarcare le differenze, ma dobbiamo restare tutti uniti. Oggi è il primo coronamento dell’impegno di tutti quanti. A nome del PDL ringrazio tutti coloro che hanno cercato la condivisione”.
È quindi intervenuto l’on. Mario Bruno (PD): “abbiamo fatto bene, come centrosinistra, ad alzare i toni. Non dobbiamo cantare vittoria, ma abbiamo raggiunto un primo risultato, in attesa della quantificazione delle cifre da parte del Presidente della Giunta. Oggi le risorse dovrebbero arrivare con 2 miliardi di differenziale positivo per le casse della Regione, rispetto al passato. È un nostro successo nella battaglia autonomistica”, ha aggiunto il capogruppo del PD, “da difendere con tutte le nostre forze. I nostri ringraziamenti vanno a tutti i gruppi dell’opposizione, per la determinazione con cui abbiamo costretto Giunta e maggioranza a riflettere sui dati e sulle cifre tra i bilanci dello Stato e della Regione. Ora”, ha affermato, “dobbiamo capire come tradurre in un atto formale quella mail mostrata dal Presidente Cappellacci, per garantire veramente i diritti dei sardi. Ma non è un merito aver demeritato fino a oggi. Per questo è necessario impugnare l’art.8 alla prima seduta utile della Giunta, per non dare tregua al governo. Insieme dobbiamo poi portare avanti la trattativa per il Patto stabilità, per ottenere i fondi Fas senza indebitarci per la strada Sassari-Olbia. E questo è solo l’inizio, dobbiamo continuare così”, ha sostenuto l’on. Bruno, “aprendo una nuova battaglia sul fronte delle accise, ad esempio. Noi ci siamo, così come i parlamentari del PD. Dobbiamo dare risposte ai sardi e l’unità del documento condiviso è frutto di questo lavoro. Chiederemo il rispetto di questa strategia”, ha concluso, “invitando le forze sociali e i sardi a proseguire nella mobilitazione”.

Dopo l’on. Bruno ha preso la parola per la Giunta l’assessore La Spisa, che ha parlato di “dialettica positiva con il Consiglio, che ha consentito di mettere in luce alcune cose positive, anche se la prudenza del realismo ci deve assistere sempre. Il dato positivo è che in questo confronto il lavoro c’è stato, continuo e anche nell’ombra da parte dei tecnici della Regione. L’accordo con lo Stato non c’è ancora su metodi di calcolo certi delle entrate e delle risorse delle quali possiamo disporre. Però, grazie all’interlocuzione con il ministero dell’Economia siamo in grado di accertare il livello di entrate del 2010 e fare una stima previsionale per il 2011, che è esattamente quella che abbiamo messo in bilancio. Dunque, le nostre previsioni del 2010 erano corrette. La battaglia, però, continua e la stiamo facendo con una maggiore chiarezza sui numeri, con un’unità di fondo di tutte le forze politiche sarde che rafforza la posizione della Regione nella trattativa con lo Stato.
Anche sui limiti derivanti dal patto di stabilità e delle accise sui carburanti è aperta la trattativa con lo Stato. Vedremo se arriveranno dei risultati in sede di contenzioso davanti alla Corte costituzionale.
Oggi possiamo dunque dire che iniziamo l’esame della Finanziaria con un livello di entrate certo di sei miliardi di euro, come ha riconosciuto poco fa anche il capogruppo del Pd. Abbiamo un incremento di disponibilità di circa due miliardi di euro. Ci domandiamo come dobbiamo spendere queste risorse? Prima di tutto evitando di indebitarci ulteriormente, perché non ne abbiamo la necessità. Analogo senso di responsabilità dobbiamo avere verso la spesa pubblica, che va avanti e non deve essere consentito che queste risorse non siano spese bene per lo sviluppo e per contrastare le forme di emarginazione presenti nella società sarda. Dobbiamo trasferire queste risorse al sistema economico e sociale della Sardegna”.
La presidente Lombardo ha sospeso i lavori per trenta minuti Alla ripresa l’ordine del giorno è stato approvato, voto elettronico palese, all’unanimità. I lavori riprenderanno alle 16,30. (Fine)