CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 163 del 18 novembre 2010
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Discussione della mozione Cuccu (Pd) e più sulla privatizzazione dell’acqua sarda: l’Aula affida alla Giunta l’impegno a chiedere una deroga al Governo. Eletti anche i due nuovi revisori dell’Ersu
Cagliari, 18 novembre 2010. Sotto la presidenza della Presidente on. Claudia Lombardo, il Consiglio regionale si è riunito per discutere la mozione Cuccu e più sulla privatizzazione dell’acqua e dei servizi idrici, introdotta dall’articolo 15 del decreto legge 135 del 25 settembre 2009, poi convertito in legge.
Il primo firmatario, on. Cuccu (Pd), ha illustrato la mozione: “Il dibattito di questi mesi ha confermato la consapevolezza diffusa che l’acqua è un diritto, un bene comune e perciò pubblico, disponibile per ogni cittadino. Il diritto all’accesso all’acqua è un diritto fondamentale delle persone, di tutte le persone, e questo concetto, che significa sottrazione dal mercato interno, è stato ribadito più volte anche di recente dall’Unione europea con risoluzioni del 2004 e 2006. Non altrettanto fa il governo italiano, che riformulando di recente le norme del servizio idrico integrato, prevede la cessazione degli affidamenti in house a favore di società pubbliche e prevede anche la presenza di imprenditori nell’affidamento e nella gestione del servizio idrico”. Per l’oratore, “non è possibile attribuire alla disciplina della libera concorrenza la risorsa idrica perché chi governa l’acqua poi comanda, come la storia insegna”.
Per queste considerazioni l’on. Cuccu e gli altri firmatari sollecitano nel dispositivo della mozione il Presidente della Giunta a impugnare, davanti alla Corte costituzionale, la norma citata garantendo al tempo stesso che sia “garantito che le quote di Abbanoa spa rimangano di proprietà pubblica. Il fallimento di Abbanoa porterebbe a una gara internazionale, con quello che ne consegue in termini di costi e di servizio. Che interesse avrebbe, ad esempio, un gestore privato a portare l’acqua in un piccolo Comune sardo, uno dei tanti, meno importante di un grande condominio di Cagliari? Liberiamoci anche da pregiudizio dell’ambito idrico unico e anche dell’atteggiamento di chi vuole a tutti i costi ambiti idrici territoriali: misuriamoci sul bisogno concreto dei cittadini sardi e usciamo da quest’Aula con impegni concreti, compresa la deroga da chiedere al governo e la necessaria ricapitalizzazione di Abbanoa”.
Per l’on. Lotto (Pd), che ha ripercorso il recente iter legislativo a cominciare dalla legge Galli, “l’acqua non è una merce qualunque e la gestione del servizio idrico deve però essere improntata a efficienza e razionalità. Ma non possiamo sposare la tesi secondo cui gestione pubblica significa inefficienza e gestione privata invece efficienza. Perché non è così. Come non è vero e non è giusto che l’acqua sia considerata da alcuni un bene dei Comuni proprietari dei terreni dove sorgono le fonti o gli invasi. Il pessimo giudizio, a torto o a ragione, su Abbanoa sembra essere il peggior viatico per privatizzare la gestione dell’acqua sarda: noi non ce lo possiamo permettere. Serve invece un provvedimento di deroga dal governo ma serve anche che la Giunta regionale si faccia carico di questo con convinzione per evitare la gestione privata dell’acqua sarda. Questo non vuol dire che non dobbiamo razionalizzare il sistema, compreso Abbanoa, già a partire dalla legge che affronteremo in quest’Aula nelle prossime settimane”.
Ha preso poi la parola l’on. Gianvalerio Sanna (Pd), che ha esordito: “Vorrei dire amichevolmente che se trattiamo questo argomento, che riguarda beni collettivi, in modo burocratico sbagliamo di grosso. Potremmo parlare anche di vento e di aria e sarebbe la stessa cosa: si tratta di beni incardinati dentro la Costituzione ed è evidente che anche il Governo è consapevole del vizio di legittimità costituzionale. Per questo noi dobbiamo impugnare questa norma e chiedere alla Corte costituzionale che ne dichiari l’illegittimità. Avanza l’idea in questo Paese che esista una Costituzione reale, pensata dal presidente del Consiglio e difforme da una Costituzione scritta. Dovrebbero essere le Regioni a disciplinare questa materia, non il governo. E appartiene a noi la decisione se articolare il servizio idrico in un solo ambito o in più ambiti territoriali”.
Secondo l’on. Ben Amara (Comunisti italiani) “la privatizzazione dell’acqua è già iniziata con i sindaci del centrosinistra e lo devo dire. Sono stati Veltroni e Rutelli ad avviare questo percorso e anche in Sardegna è avvenuto altrettanto, con un postcomunista che conosciamo tutti. Sono le multinazionali che premono, in linea con la logica della mercificazione di tutto, nell’ottica della massimizzazione del profitto. Dovrebbe essere ovvio che l’acqua è un bene di prima necessità acquisito con la nascita, non un prodotto. In Sardegna con Abbanoa spa si è avviata un privatizzazione a tutti gli effetti, per quanto il capitale sia pubblico. Parigi e Bordeaux privatizzarono l’acqua e ora l’hanno considerata di nuovo pubblica: facciamoci contaminare ogni tanto”.
Per l’on. Steri (Udc) “dobbiamo parlare del sistema idrico integrato e dell’Ambito unico, che sono il frutto di scelte del centrosinistra e del centrodestra, quando si sono alternate in questi anni alla guida della Regione. Il sistema sardo è poi diventato modello per il decreto legislativo 152, è un errore abbandonare questo meccanismo. Ma il sistema non funziona perché è stato attuato male: bisogna rivedere lo statuto di Ato e di Abbanoa, disciplinando diversamente l’attribuzione dei poteri. Quanto alla crisi finanziaria di Abbanoa, questa deriva anche dal fatto che non abbiamo mai effettuato i trasferimenti finanziari previsti nel piano di bacino. E’ necessario far funzionare Abbanoa, non privatizzare il servizio idrico sardo. E lo possiamo fare con un provvedimento della Regione, una legge: se non piacerà al governo allora ce la impugni davanti alla Corte costituzionale”.
Per il capogruppo del Pdl, Mario Diana, “non ha senso chiedere al governo la deroga prevista dall’articolo 15. Ma l’argomento è la privatizzazione dell’acqua e allora leggiamo questa legge: tutto resta in mano pubblico, dalle fognature ai depuratori. Uno dei grossi mali dell’acqua non sono le perdite, alle quali si mette rimedio, ma la gestione efficiente o inefficiente del sistema idrico. Dobbiamo intervenire ma con onestà intellettuale non dobbiamo dire che c’è una parte politica che punta alla privatizzazione dell’acqua e un’altra che punta a scongiurarla”.
Ha preso poi la parola l’on. Porcu (Pd), che ha elogiato la “serietà dell’opposizione e la disponibilità a collaborare sui temi importanti. Noi temiamo che voi abbiate una fretta sospetta di tirare le somme delle risposte, senza valutare gli effetti, con la fretta di commissariare e di affidare frettolosamente gli appalti. Vorremmo essere d’accordo con voi sul fatto che ogni riforma si valuta a ciclo di riforma concluso. Vorrei sapere dov’è che va male Abbanoa? Perché a Berlino l’acqua costa 4,5 euro a metro cubo e da noi 0,60? Non mi direte che a Berlino non si fanno la doccia. Il punto è far pagare chi deve pagare e non vuole invece farlo, il punto è insegnare a usare l’acqua, a non specarla”. Quanto all’ambito unico “io lo difendo, personalmente. Sarebbe un tornare drammaticamente indietro, al passato. Noi siamo per completare la riforma, capitalizzando Abbanoa per farla funzionare. E se serve una nuova legge approviamolo. Ma non vogliamo che con la scorciatoia dell’emergenza espropriassimo il ruolo dei Comuni”.
L’assessore Sannitu ha replicato affermando che “le scelte sulle risorse idriche devono essere superate. Anche io ero contro l’Ambito unico ma le scelte del legislatore regionale sono state in quella direzione. In effetti la gestione dell’Ambito unico ha prodotto risultati non soddisfacenti e per questo abbiamo presentato il disegno di legge 191 al Consiglio regionale, per sostituire l’Autorità d’ambito così come la conosciamo con un soggetto efficiente nella gestione del servizio, capitalizzato maggiormente con la risorsa pubblica regionale.
Nel merito della mozione, è difficile non essere d’accordo con l’on. Steri ed è giustificata e condivisibile la richiesta di deroga al Governo”.
La presidente Lombardo ha dato la parola all’on. Cuccu (Pd), “soddisfatto perché la mozione ha suscitato il dibattito su un tema che ci sta molto a cuore. Rispetto a dieci anni fa è certo che un passo di riordino sia stato fatto, ricordiamo bene quanti enti idrici ci fossero e come lavoravano. Ma se guardiamo ai risultati attesi dai nostri cittadini, è chiaro che l’ambito davvero ottimale è quello che garantisce il servizio più alto ai cittadini e il prezzo più basso. Dunque, se tutto questo è garantito da otto, quattro o un solo ambito ottimale, non dobbiamo avere preclusioni. Vale anche per il gestore: se si tratta di costituirne più di uno, per il bisogno della realtà sarda e delle famiglie, parliamone”.
Il presentatore ha annunciato così un emendamento della mozione, che nella nuova formulazione si conclude con la richiesta di deroga al Governo, come previsto dall’articolo 15 della legge 135/2009.
Accogliendo la richiesta dell’on. Cossa, la presidente Lombardo ha sospeso i lavori per consentire a maggioranza e opposizione di accordare sulla nuova formulazione della mozione.
L’on. Cuccu (Pd) ha comunicato il contenuto della nuova formulazione della mozione e ha chiesto la votazione per parti sulle premesse, sui considerato e sugli impegni della Giunta. L’Aula ha approvato le premesse e le considerazioni, il riconoscimento dell’acqua “come diritto umano e il servizio idrico come servizio pubblico locale”. Quanto alla richiesta il deroga, il Consiglio l’ha approvata. La presidente Lombardo ha affrontato il secondo punto all’ordine del giorno, quello dell’elezione suppletiva di due revisori dell’Ersu al posto dei revisori dimissionari Sirigu e Dessì. L’Aula è stata chiamata a votare ma per mancanza del numero previsto in occasione della prima votazione, la presidente Lombardo ha comunicato che l’elezione avverrà in occasione della prossima seduta del Consiglio, che sarà convocata a domicilio. (C:C.)