CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 162 del 18 novembre 2010

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Mozioni n. 95 (Espa e più) e n. 98 (Francesco Meloni e più) con richiesta di modifica dei nuovi criteri penalizzanti introdotti dalla deliberazione della giunta regionale n. 34/30 del 2010 “progetti personalizzati per persone in situazione in handicap grave ai sensi della legge n. 162 del 1998”

Cagliari, 18 novembre 2010 – In apertura della seduta, la Presidente del Consiglio Claudia Lombardo ha ricordato l’onorevole Giovanna Cerina, scomparsa oltre un anno fa. “Nata a Nuoro nel 1935, insegnante, madre di 3 figli, impegnata nelle associazioni cattoliche, ha sempre prodotto un grande impegno per la ricerca e la produzione culturale. Tra i fondatori di Progetto Sardegna, dal 2008 si iscrisse al gruppo del PD. Anche dopo essere stata eletta in Consiglio ha sempre privilegiato l’impegno universitario e culturale, le battaglie per deboli ed emarginati”. Alla fine della commemorazione, la Presidente Lombardo ha sospeso la seduta per 5 minuti in segno di lutto. Si è quindi provveduto all’esame dei punti all’ordine del giorno della seduta odierna, ovvero l’esame congiunto delle mozioni n.95, a firma Espa e più, e n.98, a firma Franco Meloni e più, sui progetti personalizzati della L.162/98. Per l’on. Marco Espa (PD) l’argomento è estremamente delicato. “La Legge 162 riguarda la disabilità, per cui serve grande cautela nell’intervenire. Noi abbiamo un modello sardo della legge, mentre in altre Regioni viene applicata diversamente, con sistemi diversi. È importante sapere dove funziona meglio”, ha sostenuto il primo firmatario della mozione, “ma noi abbiamo fatto notare che nella delibera di Giunta è stato previsto un finanziamento di 91 milioni, sulla base delle risorse dell’ultima finanziaria. Questo è il budget disponibile in assessorato. Contestiamo questo modo di procedere, perché mancano 25 milioni rispetto all’anno precedente. Quindi vi sono dei tagli in arrivo, a parità di condizioni. Si pensi”, ha proseguito l’on. Espa, “che l’anno scorso furono presentate e approvate 28.000 domande. Dalle nostre simulazioni, emergono situazioni difficili, con decurtazione di punti per casi quasi disperati. In base ai nuovi criteri, cambiano i punteggi, a parità di condizioni psico-fisiche dei disabili, anche per i redditi bassi. La spesa non può essere illimitata, certamente, serve grande responsabilità, ma non si possono penalizzare le situazioni già compromesse. I criteri, dunque, sono da rivedere. Non pensiamo vi sia una volontà politica di colpire tizio piuttosto che caio, è proprio una questione di errori da rivedere. Facciamo le simulazioni e vediamo dove intervenire. Sui controlli”, ha concluso, “l’assessorato li sta facendo, perché è giusto farli, ma senza diminuire la qualità dell’assistenza”. L’on. Franco Meloni (Riformatori Sardi) ha parlato di una mozione facile da illustrare, visto che meno di un anno fa in aula vi fu la stessa discussione. “Il settore tocca sensibilità diffuse e accresciute dalla sofferenza di persone a noi care. Neppure noi del centrodestra siamo brutti, sporchi e cattivi come ci descrivono, e ci piacerebbe mettere tutti i soldi che servono. Ma dobbiamo sempre fare i conti con le risorse disponibili, con senso di responsabilità, facendo l’interesse dei sardi, di oggi e di domani. Serve una via equilibrata tra ragioni e sentimenti”, ha sostenuto l’on. Meloni, “la spesa della L.162 è centuplicata in dieci anni, con il numero dei piani finanziati che è passato da 123 a 28351 tra il 2000 e il 2010. La potenziale platea è la stessa della L.104, cioè 65000 persone. Ecco perché vi è la necessità di un freno, seppur doloroso. Oltretutto”, ha proseguito, “assistiamo ad un continuo incremento del valore dei piani, da poco più di 1000 a oltre 4000 euro cadauno. Dal 2006 sono stati approvati tutti i piani, nessuno escluso. Abbiamo la sensazione che la Legge 162 sia stata utilizzata per incrementare i redditi, mentre serve a migliorare la qualità della vita dei disabili. Sui criteri, invece, vi sono alcune incongruità, che è bene rivedere. La richiesta che facciamo al Consiglio è quella di rivedere i criteri, mentre alla Giunta chiediamo di spingere per incrementare i fondi, arrivando al livello 2010, con un tetto massimo di 116 milioni. Bisogna anche valutare”, ha concluso l’on. Meloni, “la corresponsabilizzazione dei Comuni, perfino dal punto di vista finanziario”. Secondo Teodoro Rodin (Pdl) l’ autocertificazione medica nella valutazione dell’entità dell’handicap “resta il punto debole nell’erogazione delle risorse, che ha portato i piani personalizzati da 123 agli oltre 28 mila del 2009, costringendo il Consiglio regionale a integrare il finanziamento iniziale con 14 milioni di euro”. Pertanto, Rodin considera positivamente le novità introdotte dalla Giunta con la delibera 34. “L’abbandono del criterio di autoreferenzialità per introdurre l’obbligo della certificazione medica permette di razionalizzare il sistema – ha argomentato l’esponente di maggioranza - , precisando che “è ancora prematuro” giudicare gli effetti dell’introduzione di una diversa modulazione dei punti da assegnare ai piani personalizzati. “Se all’esito della presentazione delle domande emergeranno delle criticità, credo che un’eventuale correzione non rappresenti un ostacolo”. Antonio Solinas (Pd) giudica “imbarazzante dover tornare a parlare a un anno di distanza di progetti personalizzati per persone con handicap grave. Ritenevamo, evidentemente a torto, che dopo l’enorme mobilitazione sociale dello scorso anno si trattasse di una conquista ormai patrimonio comune di maggioranza e opposizione”. Secondo il consigliere del Pd la modifica dei criteri di valutazione “per raggiungere risultati di cassa, ossia risparmiare 25 milioni di euro, avrà come conseguenza l’esclusione di molti disabili sardi dai benefici previsti dalla norma. Vi sembra un modus operandi coerente con le necessità di una delle fasce più deboli della nostra Isola?”, ha domandato, precisando inoltre che “l’obiettivo di fare cassa fallisce, perché si mettono in difficoltà le famiglie, spingendole verso le strutture private, con costi molti più alti”. Solinas sottolinea inoltre che la certificazione del medico di base, rappresenta una “nuova gabella” per chi presenta la domanda. “E’ tutta qui la lotta ai falsi disabili? Si consuma in un certificato a pagamento?” – ha domandato all’assessore Liori. Per l’on. Tarcisio Agus (PD) la modifica dei criteri rischia di vanificare il mantenimento dei livelli delle prestazioni. “Con questa legge la Regione garantisce migliore qualità di vita alle fasce più deboli. Per questo”, ha sostenuto, “non dobbiamo valutare solo l’aspetto economico, perché sarebbe da stimare anche il risparmio in prestazioni sanitarie causato dalla L.162. Si deve superare questo approccio, anche se sembra che la via più veloce sia quella dei tagli. Il Comune è l’istituzione più vicina al cittadino: se necessario, si può coinvolgerli nell’erogazione e nei controlli, attraverso un’intesa forte tra Regione e Comuni, per superare le criticità nella gestione del bisogno. È una legge che coinvolge tutta la famiglia”, ha concluso l’on. Agus, “non solo il disabile. È necessario insistere su questa strada, con uno sforzo che vada oltre i tagli”. L’on. Gianvittorio Campus (PDL) ha invece sostenuto che la legge è sicuramente importante nel contesto sardo. “Ma vi è la necessità di utilizzarla nel modo migliore, senza fare dibattito da sagra della demagogia. Questa legge è utilizzata male, quasi come uno strumento di assistenza sociale, non più per combattere l’handicap, ma per il disagio economico. Un’arma impropria a disposizione dei servizi sociali dei Comuni. Pare quasi un sostegno alla senescenza, perché sono stati tutti finanziati i progetti per gli over 65, a prescindere dal reale handicap. Dobbiamo prenderne atto, ma lo spirito originario della legge era diverso. Sembra lo stesso dibattito dell’anno scorso, chiuso con maggiori stanziamenti. Ma già si disse allora che sarebbe servita una maggiore responsabilizzazione degli erogatori, cioè i servizi sociali dei Comuni. Vi sono criticità da rivedere, quindi. Ma per l’opposizione non va bene. Si parla di un taglio di 25 milioni, rifacendosi ai 116 di stanziamento per anno passato. Ma l’anno scorso ne sono bastati 106, per finanziare tutte le domande”, ha concluso. L’on. Pier Luigi Caria (Pd) si è detto contrario all’introduzione della certificazione medica che “rappresenta un costo maggiore per le famiglie”, chiedendo che si lavori maggiormente “sul sistema dei controlli, per fare in modo che chi ne ha diritto trovi una risposta”. Secondo l’esponente di minoranza con la delibera regionale 34/30 la “Giunta ancora una volta ha perso l’occasione di seguire le intenzioni del Consiglio. La legge 162 del ’98 – ha spiegato - definita da più parti “legge gioiello”, è nata come misura integrativa dei fondi degli enti locali, ma non si può ignorare che da allora fino ad oggi questo sistema ha subito delle modifiche”. Caria ritiene infatti che i Comuni investano molte risorse nel sociale e che il problema vada affrontato non secondo l’ottica “di chi mette i soldi, ma dell’esistenza di soggetti che necessitano di fondi. E’ necessaria una cosa sola, la volontà politica di reperire le risorse e se questa volontà esiste non sarà un problema”. Il consigliere dell’opposizione ha spiegato che esiste una volontà comune nel voler razionalizzare la spesa sanitaria, precisando che “il definanziamento della legge 162” non possa essere considerato tale, anzi i fondi alle 162 “devono essere visti come uno stanziamento o un investimento. E’ vero che si registra un trend di crescita delle richiesta – ha dichiarato – e, proprio per questo, è necessario un cambio organizzativo, perché l’incremento del numero dei progetti impone di condividere il principio che il diritto alla salute garantito dalla Costituzione non resti solo un principio”. Caria ha domandato all’opposizione se fosse o meno a favore della tutela della famiglia, precisando che l’opposizione ha “un’altra visione dell’integrazione della persona nella società, che non è quella dell’ assistenzialismo ma dei diritti della persona. Al di là delle posizioni politiche – ha concluso - dovremmo cercare consensualmente una soluzione al problema proposto. Si deve uscire dall’Aula unitariamente e con dignità, sapendo di avere risolto un problema importante che condiziona il benessere di numerosi sardi”. “Il tema a me piace affrontarlo per quella che è la mia competenza, più connessa ai percorsi amministrativi, piuttosto che approfondirlo dal punto di vista dei diritti, perché i diritti mi pare siano indiscutibili- ha esordito Luciano Uras (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) . Il problema si pone, l’ha detto la Giunta modificando la deliberazione sui criteri, in ordine al fatto che c’è una riduzione delle risorse indirizzate a questo scopo. Alcuni hanno voluto dimostrare che questa è una partita finanziaria destinata a crescere nei prossimi anni. E noi come la affrontiamo? Facendo un’operazione antica: prendiamo atto che non abbiamo e conseguentemente riduciamo il trasferimento finanziario verso la comunità. Questo è un percorso che dobbiamo interrompere perché abbiamo il dovere di recuperare nuove risorse e di realizzare ricchezza”. Uras ha sottolineato che con “un apparato pubblico da 14 mila dipendenti, strutture mastodontiche, macchine, telefoni, autisti e consulenti”, c’è prima di tutto da chiedersi se esista una gestione “razionale di tutte queste risorse. Siamo sicuri di non individuare altri ambiti di spreco?”. Secondo il consigliere di opposizione la Giunta “ha sbagliato le priorità. In un bilancio come il nostro che vanta 8 miliardi e oltre di riscossioni da fare allo Stato, togliamo 25 milioni di euro dalla 162, pensando sia un risparmio”. Ha quindi concluso chiedendo all’assessore Liori “di ripristinare i criteri precedenti. Casomai miriamoli meglio e, soprattutto, reperiamo le risorse, togliendole da altri capitoli di spesa che sicuramente mostrano sprechi”. L’assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, ha risposto alle osservazioni emerse durante il dibattito in Aula, precisando di avere destinato lo scorso anno una dotazione di risparmi molto importante per coprire il taglio di mille euro sui piani personalizzati. “Il consiglio regionale con il mio assenso - ha dichiarato Liori - recuperò altri 14 milioni di euro, che poi non sono stati spesi e potranno andare a incrementare i 91 milioni di euro stanziati per quest’anno, riportando la spesa a quella reale del precedente anno”. L’assessore ha precisato che arriveranno dallo Stato dei fondi per la non autosufficienza “che andranno a coprire eventuali bisogni determinati dalla presentazione di nuove domande”. L’intento dell’assessorato è quello di non immobilizzare dei fondi, come avvenuto lo scorso anno, per un’erronea stima del finanziamento e che “forse avremmo potuto pensare di investire in altri settori di intervento sociale, come ad esempio quello dello sport-terapia”. Da parte sua, Liori ha ribadito la volontà di “coprire qualsiasi bisogno, perché i risparmi li abbiamo. Credo perciò che non convenga immobilizzarli, perché se ci fosse una sovrastima corriamo il rischio di toglierli ad altri settori”. Si è detto inoltre consapevole delle difficoltà che si possano creare in alcuni casi per via della modifica di alcune tabelle che, ha precisato, non sono state tutte modificate. “Ciò che in realtà è cambiato di molto è il sistema di certificazione, che è passato in mano ai medici”. Una scelta determinata dal presupposto che “la valutazione di un medico sia più attendibile e scientifica di quella di un assistente sociale, al quale rimane per intero la valutazione del disagio sociale, che determina l’attribuzione del 50% del punteggio, ha precisato. Si tratta di un modo per fare ordine, non per tagliare”. L’assessore ha garantito che la Giunta non intende penalizzare la spesa in questo settore, e si è detto disponibile a portare il finanziamento a 116 milioni di euro come l’anno scorso, “spostando costi di bilancio se questo fosse necessario”. In merito alle criticità fatte emergere dai consiglieri, Liori si è detto disponibile a rivedere i parametri per l’assegnazione dei punti in graduatoria e della valutazione del reddito con il sistema Isee, riportando la legge all’attenzione della commissione Sanità. Ha precisato che “la delibera in oggetto ha un carattere sperimentale. Mi rendo conto che ogni novità crei sempre delle difficoltà, che potranno però essere eliminate man mano che la messa in atto di ogni singolo caso le metterà in evidenza”. L’assessore ha quindi precisato che la scelta di considerare un servizio la legge 104 - che regola i permessi da lavoro per assistere un familiare affetto da handicap, un servizio - nasca dalla volontà di non penalizzare chi non ne possa usufruire. “Per quanto riguarda l’indicazione di corresponsabilizzare i comuni – ha continuato - l’Anci non è molto favorevole, perché in questo momento le casse comunali non sono molto floride”. Pertanto ha suggerito che in futuro si debba giungere alla formulazione di una tabella di valutazione “scientifica e inappellabile, che renda univoco in tutto il territorio regionale il giudizio di gravità dell’handicap. Oggi ogni commissione si riserva il diritto di giudicare riferendosi a scuole diverse e con diversi risultati”. Ha poi concluso ricordando che nell’assessorato alla sanità c’è una carenza di organico del 50% e che il suo assessorato non ha la facoltà di intervenire sulle priorità a cui si è riferito il consigliere Uras. “Credo sia il caso di difendere la scelta fatta da me e dalla Giunta – ha concluso - con un’apertura a dei cambiamenti che potranno essere operati, in maniera celere, in commissione Sanità attraverso suggerimenti migliorativi accettabili e di buon senso”.
Per la controreplica è intervenuto l’on. Espa (Pd) che ha dichiarato di essere soddisfatto da quanto detto nella replica dall’assessore alla sanità. Sia il tono che il programma finanziario esposto dall’esponente della giunta – ha detto – mi hanno convinto. Stiamo ritornando a una posizione positiva. Io so benissimo – ha aggiunto rivolgendosi a Liori - che lei è stato sottoposto a un attacco per far estromettere dalla 162 i disabili gravi. Lei ha fatto benissimo a respingere questi attacchi. La sua disponibilità a rivedere i criteri mi soddisfa. L’on. Espa ha auspicato di poter concludere i lavori sull’argomento con un ordine del giorno unitario.
Anche l’on. Francesco Meloni (Riformatori) ha detto di essere soddisfatto dalle dichiarazioni dell’assessore Liori. Quindi piena fiducia sui cambiamenti e sui fondi. Sono del parere – ha aggiunto Meloni - che si debba arrivare a uno stanziamento di 116 milioni di euro. Anche per Francesco Meloni sarebbe auspicabile arrivare ad un ordine del giorno unitario. Mario Diana (Pdl) ha chiesto una breve sospensione per concordare un testo unitario. Dopo la sospensione è stato approvato, con voto elettronico palese: sì 64, no 1, 1 astenuto, un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo (primo firmatario Mario Diana). In questo ordine del giorno si impegna la giunta a salvaguardare i livelli di assistenza finora garantiti dalla corretta applicazione della legge alle persone in situazione di handicap grave, ridefinendo i criteri secondo i principi di ulteriore equità e ragionevolezza. L’odg chiede, tra l’altro, anche alla giunta di confermare una disponibilità di risorse sufficienti a garantire il livello della spesa effettiva del 2010 e a impegnarsi, nel caso dovesse necessario, a proporre al Consiglio regionale di incrementare le risorse fino a un limite massimo di 116 milioni di euro.

Approvato un ordine del giorno unitario sulle iniziative da assumere in materia di riforme.

Si è poi passati all’esame dell’ordine del giorno n. 9 ( Bruno e più) sulle iniziative da assumere in materia di riforme. Tutti gli ordini del giorno, tranne quello sull’ indipendenza, sono stati ritirati. L’on. Mario Bruno (PD) ha espresso il voto favorevole all’odg unitario del Consiglio. “A seguito della sessione delle riforme, si riafferma il superamento della fase dell’autonomia conosciuta negli ultimi 60 anni, con un documento che sancisce la necessità di un nuovo patto costituzionale con lo Stato e richiama tutte le competenze autonomistiche per lo sviluppo e la sovranità, da definirsi in un quadro costituzionale. Il Consiglio”, ha spiegato l’on. Bruno, “cerca la convergenza della società sarda nel suo complesso, aprendosi a strumenti come l’assemblea elettiva per lo Statuto, che poi sottoponga la proposta al Consiglio, che poi lo discuterà e lo approverà, quasi in un sistema bicamerale. L’unità ritrovata è il modo migliore per inaugurare una legislatura costituente. Speriamo produca risultati, perché tutto dipende dalla volontà politica di ognuno di noi”. L’on. Claudia Zuncheddu (Comunisti-La Sinistra Sarda-Rossomori) ha stigmatizzato le titubanze che non fanno bene al dibattito. “Dobbiamo essere più coraggiosi, dichiarando che 60 anni di autonomia sono falliti miseramente, senza un’attuazione reale e compiuta dei principi del 1948. Vi è un’aspirazione ad una sovranità avanzata e all’autodeterminazione. È importante fare chiarezza anche nei termini, ribadendo la nostra diversità e l’irrinunciabilità dello Statuto speciale. Un odg un pò debole, che spero”, ha affermato, “non sia di cattivo auspicio. Ribadiamo, dunque, il concetto di nazione sarda e di sovranità”. Per l’on. Michele Cossa (Riformatori Sardi) si tratta di un momento alto. “La maturità e il senso di responsabilità delle forze politiche, sono già un risultato qualificante per il Consiglio. Tutti partivamo da posizioni distanti”, ha affermato il vicepresidente del Consiglio, “ma il ragionamento e la consapevolezza di un segnale forte ci ha condotto ad un risultato soddisfacente. Ora diamo il via ad un percorso di coinvolgimento del popolo sardo”. È quindi intervenuto l’on. Giulio Steri (UDC). “Era auspicabile l’unanimità o comunque una maggioranza ampia in tema di riforme. Ognuno ha fatto passi indietro, per fare insieme importanti passi avanti. Questo spirito sta dando risultati utili alla Sardegna”. L’on. Mario Diana (PDL) ha affermato che l’astensione dell’on. Zuncheddu non modifica il grande risultato ottenuto. “Dobbiamo ora impegnarci anche nella Prima commissione”, ha aggiunto. L’assessore Mario Floris ha quindi espresso il parere favorevole della Giunta e un ringraziamento a tutti i gruppi politici. “Oggi si scrive un pezzo di Statuto sulle indicazioni politiche del Consiglio”.Per l’on Giacomo Sanna (Psd’az) da questo odg è scaturita una volontà comune per una legislatura costituente, meglio dei precedenti storici, nella speranza che sia la volta buona.L’on. Franco Cuccureddu (Misto) ha espresso il voto favorevole ed un plauso per un odg soddisfacente per tutti. “Per me la maggiore soddisfazione, oltre al via libera all’assemblea costituente, è anche l’aspetto che lo Statuto e la Statutaria vengano valutate unitariamente. E’ importante la forma di governo, oltre alle competenze”.Messo in votazione, l’ordine del giorno è stato approvato con 62 voti a favore e 2 astenuti. Si è quindi passati all’ordine del giorno n.4, sostitutivo della mozione sull’indipendenza. L’on. Paolo Maninchedda (Psd’az) ha illustrato l’odg. “Noi abbiamo lavorato per restituire compatibilità al concetto di indipendenza riferito al quadro istituzionale”, ha affermato, “non per antagonismo e separatismo, ma con l’auspicio di una piena sovranità di un popolo. L’autonomismo è ormai superato, con l’inserimento dell’indipendenza nel dibattito nazionale, in un sistema di interdipendenze, nel futuro Stato che nascerà dalle macerie dell’attuale. Chiediamo ai consiglieri di esprimersi secondo coscienza e non secondo appartenenza”, ha concluso. L’on. Franco Meloni (Riformatori) ha annunciato l’astensione del proprio gruppo. “Non siamo favorevoli all’indipendenza”, ha affermato, “ma abbiamo apprezzato lo straordinario contributo dei sardisti alle riforme e al dibattito, e le motivazioni veritiere e realistiche di questa mozione”. Per l’on. Gianvalerio Sanna (PD) è necessario salvare anche le diversità che esistono tra i gruppi politici, come contributo alla ricchezza del dibattito. Per questo motivo ha annunciato il voto contrario. L’on. Mario Diana (Pdl) ha detto che questa giornata non può essere segnata da un voto contrario. Chiedo ai colleghi firmatari di ritirare questo odg. E’ un ritiro condizionato. Non vogliamo dire no a nulla. Io credo che il psd’az possa ritirare l’odg e poi avviare un processo che non esclude niente. Se il psd’az non dovesse ritirarlo - ha concluso Mario Diana - il voto del Pdl sarà contrario. L’on. Zuncheddu (La sinistra sarda- Comunisti – Rossomori) ha espresso il voto contro. Questa proposta – ha detto - è demagogica ed è espressione della politica coloniale della coalizione di cui l’on. Maninchedda fa parte. Il diritto all’indipendenza – ha concluso è un diritto naturale. Non si può richiedere solo perché lo Stato ci ha maltrattato. L’on. Pittalis (pdl) ha annunciato la sua astensione. La prospettiva di una Sardegna indipendente è sempre stata l’aspirazione dei sardi. L’on. Pittalis ha detto che è culturalmente e storicamente indipendentista. Per una questione di disciplina di gruppo mi asterrò. L’on. Porcu (Pd) ha chiesto ai sardisti di non far votare l’aula contro questa mozione. Oggi ci troviamo in una situazione di deriva egoista, in uno Stato in cui ogni regione sembra chiusa su se stessa, davanti a un governo che rompe un patto costituzionale con le regioni più deboli. Se questa situazione dovesse accentuarsi saremo i primi a chiedere di discutere l’argomento, per ora ritirate la mozione. L’on. Giacomo Sanna (psd’az) ha ribadito la sua ferma intenzione di non ritirarla, perché sarebbe come rinunciare alla nostra storia, sarebbe come non avere più un futuro. Noi non ci scoraggiamo siamo contenti di avere parlato di indipendenza in quest’aula. L’on. Capelli (Udc verso il partito della nazione) ha espresso il suo voto a favore del provvedimento. Io credo che questo ordine del giorno dia dignità alla nostra isola. Dignità significa riconoscere il popolo sardo che oggi è sempre più lontano dallo Stato centrale. L’on. Uras (la sinistra sarda – comunisti – rossomori) abbiamo percorso un tratto di strada per niente scontato. Abbiamo prodotto un impegno che si è concretizzato con l’ordine del giorno approvato poco fa. Io credo che sia già molto che in quest’aula si sia potuto parlare di indipendentismo come un’opzione estrema. Non è la mia posizione politica attuale né la mia convinzione attuale. Io voterò contro. L’on. Campus (Pdl) apprezzo le posizioni del partito sardo e la loro presenza come testimonianza attiva e visibile della nostra sardità. Allo stesso tempo devo dire che noi sardi la nostra indipendenza dobbiamo dimostrala a noi stessi. Dimostriamo prima di saperci governare. Poi innalziamo la bandiera dell’indipendenza. Non ammainiamo la bandiera ma evitiamo che quest’aula si divida su un comune sentimento. L’esponente del Pdl ha chiesto ai sardisti di ritirare l’odg, in caso contrario il voto è no. L’on. Contu (Pdl) ha espresso un voto di astensione. L’on. Pietro Cocco (Pd) ha annunciato un voto contro. Per Cocco questo ordine del giorno è una forzatura inaudita. L’on. Capelli ha aggiunto la sua firma all’ordine del giorno dei sardisti. In chiusura l’on. Porcu (Pd) ha detto che ieri in aula si è parlato di bilancio falso. Per questo – ha aggiunto - abbiamo presentato una richiesta urgente per discutere di questo argomento. Diventerebbe velleitario addentrarci in una finanziaria senza avere certezza di risorse. La presidente Lombardo ha sottolineato che decideranno i capigruppo nella conferenza convocata questa sera al termine dei lavori d’aula.La seduta è stata interrotta, riprenderà questo pomeriggio alle 16,30 con l’esame della mozione n. 96 (Cuccu e più) sulla privatizzazione dell’acqua e dei servizi idrici. (FINE)