CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 161 del 17 novembre 2010

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Approvata la Proposta di legge n. 217 (Cuccureddu e più) Disposizioni relative al patto di stabilità territoriale.

Cagliari, 17 novembre 2010 – E’ stata approvata all’unanimità la proposta di legge firmata da tutti i capigruppo “Disposizioni relative al patto di stabilità”. La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza della Presidente Claudia Lombardo che ha comunicato all’aula che il gruppo dell’UDC ha cambiato la propria denominazione in “UDC – Unione di Centro verso il Partito della Nazione, con identica composizione.
Si è quindi arrivati al punto all’ordine del giorno, la discussione sulla proposta di legge n.217, firmata dagli on. Cuccureddu e più, su disposizioni relative al Patto di stabilità territoriale.
La discussione generale si è aperta con la relazione dell’on. Franco Cuccureddu (Misto). “Sul patto di stabilità”, ha affermato, “le misure apportate dal Consiglio sarebbero state efficaci se avessimo imposto una trattativa allo Stato. Ma vi è stato un atteggiamento troppo morbido, deferente, verso lo Stato. Siamo così stati costretti all’applicazione pedissequa del patto di stabilità nazionale, in assenza di norme proprie. Il Patto di stabilità è stato posto per dare stabilità monetaria e finanziaria alla zona Euro, al fine di evitare effetti inflazionistici dovuti all’eccesso di spesa pubblica. L’UE ha assegnato gli obiettivi su base nazionale. Gli Stati hanno poi legiferato su come mantenere l’impegno. In Italia si è scelta una regola: sono assoggettate al patto tutte le Regioni e le Province, più i Comuni oltre 5000 abitanti. Gli effetti della violazione dei vincoli del patto avrebbero conseguenze che sulla Sardegna non sarebbero però molto incisive. La principale sanzione, infatti, non avrebbe effetto qui, perché non abbiamo trasferimenti dallo Stato, da quando ci paghiamo noi sanità e trasporti. Non abbiamo questa preoccupazione”, ha proseguito l’on. Cuccureddu, “visto che il meccanismo di finanziamento è solo una compartecipazione al gettito, non un trasferimento di fondi, diversamente da Comuni e Province: chi non rispetta il patto, avrà una riduzione uguale allo sforamento del patto. Un meccanismo terribile, che aggiunto ai violentissimi effetti di altre sanzioni, quali il divieto di nuove assunzioni nei 3 anni dopo lo sforamento del patto, il divieto di contrarre nuovo debito e nuovi mutui, crea un quadro devastante. Gli obiettivi di questa legge sono la possibilità di stabilire noi come rispettare il patto, in modo da farlo a livello aggregato, senza penalizzare tutti gli enti. Sarebbe una norma simile a quanto già approvato da altre Regioni, ad esempio la Toscana. La nostra proposta”, ha proseguito, “appunto prende spunto da là. Il meccanismo che abbiamo ideato consente di creare un patto territoriale, solidale, orizzontale e verticale, aggregando solo l’obiettivo complessivo a livello regionale. È un meccanismo in via straordinaria, che ci serve quest’anno. Abbiamo previsto 7 giorni di tempo per l’entrata in vigore, con urgenza, per i Comuni che devono comunicare lo sforamento degli obiettivi, regionalizzando gli sforamenti. Il patto interno solidale non risolverà tutti i problemi del patto di stabilità, ma consentirà al 90% degli enti di salvarsi, evitando effetti devastanti”, ha concluso l’on. Cuccureddu.
L’on. Franco Sabatini (PD) ha espresso un giudizio positivo sulla proposta di legge. “La Regione Sardegna è in ritardo. Ma gli obiettivi sono corretti, pur dovendo operare alcune correzioni, ad esempio sull’art.4, perché la nostra Regione non sarà in grado di cedere quote di spesa, visto che già è in difficoltà. Faccio notare che la Regione Toscana”, ha aggiunto, “ha messo 60 milioni di euro, devolvendoli agli enti locali, coprendo così gli sforamenti. Perciò dobbiamo trovare un accordo che non sarà facile. Questa pdl aiuta gli enti locali, ma non risolve il problema del patto di stabilità, che si risolve solo aprendo una vertenza con lo Stato. Siamo fortemente preoccupati”, ha concluso, “da quanto ci è stato riferito dai componenti la Commissione Paritetica, visto che in quella sede questo tema non è stato affrontato”.
Per l’on. Alessandra Zedda (PDL) questa non è la legge che risolve tutti i problemi, ma va comunque fatto un plauso a chi l’ha presentata. “La partenza è avvenuta col piede giusto”, ha affermato, “ma l’attuazione del patto di stabilità è collegata alla discussione sull’art.8 Statuto. I tre quarti degli investimenti pubblici, inoltre, provengono dagli enti locali, che svolgono un ruolo difficile. Potremmo trovare norme e mezzi finanziari, prevedendo principi di responsabilizzazione a tutti i livelli. Questa norma può essere un elemento utile anche per la Commissione Paritetica”.
E’ quindi intervenuto l’on. Chicco Porcu (PD). “Condivido le finalità e il contenuto del provvedimento”, ha detto, “ma purtroppo la discussione avviene in mancanza dell’assessore competente”.
Su questo la Presidente del Consiglio Claudia Lombardo ha risposto che l’assessore competente è quello agli Enti locali, presente in aula.
Per l’on. Chicco Porcu (PD) risulta evidente che questa materia avrebbe avuto bisogno della presenza dell’assessore al Bilancio. “I meccanismi consentono alla Regione nel mese di ottobre di definire le misure per il rispetto del patto. Fare una discussione come questa, dimenticandosi del lavoro della Commissione paritetica e delle inadempienze della Giunta nel dovere istituzionale di salvaguardare ragioni Sardegna rispetto allo Stato, non permette di fare chiarezza. L’art.4 di questa legge è totalmente inattuabile”, ha aggiunto l’on. Porcu, “perché il livello complessivo del patto è largamente inferiore alle entrate che noi abbiamo previsto. Questa rischia di essere un’altra occasione mancata per discutere l’atteggiamento della Regione nei confronti dello Stato, nella vertenza entrate. Questo Consiglio si trova spesso a supplire la mancanza di iniziativa della Giunta. L’impatto di questa norma, nell’insieme, sarà tra i 300 e 500 milioni di euro. Cifre importanti”, ha concluso, “ma non risolutive, nonostante questa sia una buona legge. Ma è la dimostrazione che il Consiglio è capace di lavorare unitariamente davanti alle emergenze”.
Dopo l’on. Porcu (Pd) è intervenuto l’on. Uras (la sinistra sarda- comunisti – Rossomori) che ha detto che è uno dei pochi provvedimenti che, per questioni di urgenza, arriva in Consiglio regionale senza passare in commissione. Uras ha parlato di promesse non portate avanti della giunta per far rimuovere i parametri del patto di stabilità. Senza risorse – ha aggiunto - non si possono affrontare i problemi. Passando poi alla Finanziaria ha annunciato che su ognuno dei cinque articoli presenterà mille emendamenti . La proposta di finanziaria che ci è stata presentata – ha detto - “grida vendetta”, se dovesse andare in porrto sarebbe il suicidio del sistema economico regionale, è una proposta “inadeguatissima”. Insomma un disastro. Uras è stato molto critico anche sul bilancio che è totalmente “falso” ed è da “rinviare a giudizio”. Uras ha annunciato il voto a favore della proposta di legge n. 217.

L’assessore Nicolò Rassu, per la Giunta, ha detto che questa norma rappresenta una svolta per gestire al meglio il patto di stabilità. “Consente la creazione di un patto di solidarietà tra enti locali e Regione, con vantaggi chiari ed evidenti. Uno strumento che, se usato bene, risolve tanti problemi. Concordo con l’on. Uras sulla macchinosità della macchina amministrativa della Regione. Non è facile intervenire, ma lo stiamo facendo. Accetto anche la provocazione dell’on. Porcu, come stimolo alla Giunta nei rapporti con lo Stato. Questa”, ha aggiunto l’assessore, “è una buona legge, e la Giunta è assolutamente in linea con quanto proposto dal Consiglio. Abbiamo solo qualche perplessità su alcuni emendamenti, ma lo discutiamo”.
La Presidente Lombardo ha messo quindi in votazione il passaggio agli articoli, approvato dall’aula.
Si è quindi aperta la discussione generale sull’articolo 1 della proposta di legge.
Il primo intervento è stato quello dell’on. Paolo Maninchedda (Psd’az). “La Regione ha raggiunto i limiti sia sugli impegni che sui pagamenti per il 2010, quindi la decorrenza della legge non può avvenire con compensazione tra Comuni e Regione, ma solo orizzontalmente tra Comuni e Province. E’ bene esplicitarlo, per non compromettere le finanze regionali. La decorrenza”, ha spiegato l’esponente sardista, “deve essere chiara. Vi è poi una seconda questione: è evidente che i nostri bilanci sono falsi. Abbiamo zero soldi da manovrare nel 2011. Perché facendo i conti, risulta che abbiamo 2,8 miliardi da spendere, ma non sono orientabili allo sviluppo, perché il 90% è parte corrente. Quei soldi servono per finanziare gli stipendi. Ci sono solo due strade. La prima: la Regione deve dire al Governo che sposta 400 milioni dagli impegni ai pagamenti, altrimenti la norma diventa inapplicabile. La seconda: dobbiamo avere il coraggio di fare scelte in finanziaria, definanziando tutte le leggi che hanno residui, recuperando così risorse per le politiche che decidiamo di fare. Dobbiamo, inoltre, avere il coraggio di ripensare i patti di solidarietà anche per i dipendenti della Regione e di ripensare il finanziamento della democrazia, gli emolumenti e i costi di gestione della macchina democratica, destinandoli a sviluppo e lavoro. Dobbiamo essere capaci di inserire misure di stimolo al Pil. Abbiamo una grande occasione”, ha concluso l’on. Maninchedda, “lavoriamo anche di notte, se necessario, per approvare gli interventi entro il 31 dicembre. Inventiamo davvero politiche attive per il lavoro, altrimenti diventiamo il bancomat delle emergenze. Rischiamo di concludere la legislatura con un bilancio devastato e una Sardegna in ginocchio. Di fronte a questa gravità non esistono divisioni tra maggioranza e opposizione”.
L’on. Gianvalerio Sanna (PD) ha poi affermato che si tratta di un provvedimento a cui la minoranza si è avvicinata con spirito costruttivo, guardando al merito. “Uno strumento importante, che interviene sulla struttura rigida del patto di stabilità, un meccanismo che lascia Regione, Province e Comuni in incomunicabilità tra loro. Con questa norma, invece, la regola viene rispettata, ma con un principio differente. Diamo una regola di concertazione tra enti locali e Regione, e con i nostri emendamenti introduciamo alcune migliorie, sottraendo il fondo unico al budget regionale e rimodulando le altre partite di spesa, per rendere possibili gli interventi per lo sviluppo. L’idea è quella di riqualificare la spesa, perchè non tutte le spese sono sullo stesso piano. Interveniamo provando a ampliare la crescita del pil e sviluppo.
L’on. Franco Cuccureddu (Misto) ha ricordato come il Comune di Roma sia stato esonerato dal rispetto del patto di stabilità. “L’ha ottenuto per il rischio che i parlamentari romani togliessero la fiducia al governo. Se la Sardegna pesasse elettoralmente, i nostri problemi sarebbero già stati superati. Ora, invece, dobbiamo arrampicarci a tutto. Questa norma, comunque, dà la possibilità a tutti gli enti di rispettare il patto”.
Messo in votazione, l’art.1 è stato approvato all’ unanimità.
L’art.2, con l’emendamento aggiuntivo n.7, dopo aver ottenuto il parere favorevole della Giunta, è stato approvato dall’aula.
Anche l’art.3, con l’emendamento n.4 presentato dalla Giunta, è stato approvato all’unanimità.
Si è quindi passati alla discussione sull’art.4, con gli emendamenti 1, 2 e 5.
Per l’on. Paolo Maninchedda (Psd’az) ha poi comunicato il ritiro dell’emendamento n.2.
L’on. Gianvalerio Sanna (PD) è, invece, intervenuto sugli emendamenti all’art.4. “Vedo che la Giunta ha presentato l’emendamento n.5, ma io propongo la riformulazione del secondo comma, per evitare fraintendimenti. Per il comma 1 possiamo unificare gli emendamenti, per il 2 proponiamo oralmente tale modifica”.
La proposta di emendamento orale dell’on. Gianvalerio Sanna ha trovato l’aula d’accordo.
L’aula ha quindi approvato anche un altro emendamento orale, presentato dall’on Chicco Porcu (PD) sempre sul comma 1.
L’assessore Rassu, esprimendo il parere della Giunta sugli emendamenti, ha affermato che il primo comma va bene, mentre sul secondo vi sarebbe il rischio di impugnazione da parte del governo.
L’on. Luciano Uras (Comunisti-La Sinistra sarda-Rossomori), ha espresso l’auspicio di definire solo le priorità per il trasferimento delle risorse ai fini del pieno utilizzo della spesa già assegnata, annunciando il proprio voto a favore.
L’on. Gianvalerio Sanna (PD) ha risposto all’assessore Rassu. “Può esserci l’ipotesi di impugnabilità, ma dobbiamo avere il coraggio di difenderci nelle sedi istituzionali” ha sostenuto, “ma poi, è improbabile che venga impugnato perché il comma 2 è contestualizzato sull’art. 2 e sull’art. 3, e la Regione comunque avrebbe l’opportunità di difendere gli interessi dellaSardegna. Per questo esprimo il voto favorevole”.
Messo in votazione, l’art.4 viene approvato.
Si è poi proceduto alla votazione degli emendamenti aggiuntivi, a partire dal n.1.
L’on. Franco Cuccureddu (Misto) si è detto sostanzialmente favorevole, mentre l’on. Pietro Pittalis (PDL), ha chiesto il voto per parti, con il primo punto distinto dal secondo.
Il Consiglio ha approvato entrambi i commi dell’emendamento n.1, facendo decadere l’emendamento n.5.
Si è poi passati all’esame dell’articolo 5 (norme attuative e transitorie) e agli emendamenti collegati. L’emendamento n. 3, sostitutivo parziale dell’articolo che modifica dal 30 luglio al 30 settembre il termine entro il quale gli enti locali possono trasmettere le richieste di modifica previste dal secondo comma dell’articolo 3, è stato approvato.
Via libera dell’aula anche all’emendamento 6 ( presenti 65, votanti 64, si 64 un astenuto) che modifica l’assessorato competente a ricevere le richieste da parte degli enti locali. Non sarà più l’assessorato alla programmazione ma quello agli enti locali.
Approvati rapidamente anche il testo dell’articolo 5 ( presenti 65, votanti 64, si 64 un astenuto) e il 6 (entrata in vigore). Prima del voto finale, per dichiarazione di voto, è intervenuto l’on. Bruno (pd), che ha sottolineato il senso di responsabilità dell’opposizione che quando è coinvolta in proposte serie collabora e le porta avanti in maniera costruttiva.. Il metodo usato in questo provvedimento – ha detto il capogruppo del Pd - deve essere l’esempio che serve per legiferare bene. Facciamo uno sforzo per uscire dai vincoli non solo del patto di stabilità ma anche dagli schieramenti. E’ poi intervenuto l’on. Uras (La sinistra sarda – comunisti – rossomori) che ha annunciato il voto favorevole.
La legge è stata approvata (presenti 64, votanti 63, sì 63, 1 astenuto) . La presidente del Consiglio ha chiuso la seduta. L’assemblea è stata convocata per domani mattina alle 10. FINE