CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 160 del 17 novembre 2010

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Mozione n. 84 (Barracciu e più) sulla drammatica situazione del sistema scolastico regionale e interpellanza n. 109/A (Cuccu e più) sui tagli degli organici nel settore della scuola per effetto delle disposizioni dell’articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008. L’assessore Milia: “L’istruzione deve essere l’asse portante di un nuovo modello di sviluppo”.

Cagliari, 17 novembre 2010 – I lavori si sono aperti sotto la presidenza dell’on Claudia Lombardo. All’esame del Consiglio la Mozione n. 84 (Barracciu e più) sulla drammatica situazione del sistema scolastico regionale e l’interpellanza n. 109/A (Cuccu e più) sui tagli degli organici nel settore della scuola per effetto delle disposizioni dell’articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008. Il dibattito generale sui due provvedimenti, iniziato ieri, è proseguito oggi con l’intervento dell’on. l’on. Carlo Sechi (Comunisti-La Sinistra Sarda-Rossomori) che ha ricordato che oggi si celebra la Giornata Mondiale dello Studente, in ricordo dell’eccidio di numerosi studenti universitari a Londra, ad opera dei nazisti nel ’39. “La mozione”, ha affermato, “è arrivata in aula con grave ritardo. Ma la situazione va denunciata comunque, perché i tagli sulla scuola e per oltre 1000 insegnanti, sono un aspetto da sottolineare con la dovuta attenzione. Un taglio effettuato nonostante l’aumento del numero degli studenti, soprattutto stranieri. L’arrivo di un assessore certamente più laico del predecessore”, ha proseguito l’on. Sechi, “ci auguriamo porti maggiori attenzioni per la scuola pubblica, maggiore attenzione verso i docenti, definiti fannulloni dal ministro Brunetta. La scuola deve suscitare nei giovani aspettative e speranze, ma serve una classe docente preparata e incentivata. Invece, le riduzioni del budget produrranno, tra l’altro, riduzioni delle borse di studio e degli interventi sull’edilizia scolastica, con grossi problemi, dalla mancanza delle palestre, agli edifici fatiscenti, alla sicurezza trascurata”.
Per l’on. Simona de Francisci (PDL) contro riforme si sono scatenati i conservatorismi. “E’ sempre stato così”, ha sostenuto, “le uniche riforme accettate sono state quelle che prevedevano nuove assunzioni. Ma l’aumento esponenziale dei costi prima o poi avrebbe avuto conseguenze insostenibili. La scuola attraversa una situazione oggettivamente difficile, ma le precedenti riforme dei ministri Berlinguer o Fioroni, non sono certo state differenti dall’ultima, con tagli di risorse e personale. Per questo vi sono molte inesattezze e omissioni nelle analisi dell’opposizione, che nel gioco delle parti dimentica le proprie posizioni del passato”.
L’on. Giuseppe Cuccu (PD), nel ricordare la giornata internazionale per il diritto allo studio, che dappertutto ha prodotto proteste e celebrazioni, ha auspicato una nuova scuola pubblica, aperta al cambiamento sociale, aperta all’innovazione, agli stranieri. “Oggi assistiamo a fenomeni preoccupanti, la dispersione scolastica, la scarsa libertà di scelta dei nostri studenti, la discriminazione dei nostri ragazzi. Un tema importante”, ha affermato, “è il Piano per il dimensionamento scolastico, ma bisogna fare in fretta, approvandolo entro la fine di dicembre, definendo tutta la gamma dell’offerta formativa. Siamo critici verso la riforma”, ha proseguito l’on. Cuccu, “non aprioristicamente, ma per i problemi che porta a tutto il sistema socio-economico sardo. Oggi dovremmo essere uniti per chiedere l’intervento presso il Ministero per riconoscere la specificità della nostra scuola”.
L’on. Giovanni Mariani (IDV) ha citato in apertura del proprio intervento ii numerosi pensionamenti che l’anno prossimo non saranno coperti da altrettante immissioni in ruolo tra i docenti. “I sindacati denunciano tagli per 1200 posti in Sardegna”, ha detto, “in questo quadro, è opportuno ricordare che viviamo in un sistema istituzionale complesso, dove una legge costituzionale ha distribuito le competenze sulla scuola tra Stato e Regioni. Tra gli aspetti positivi, cito la vittoria di una causa contro il ricorso al lavoro precario nelle scuole, da parte del Tribunale di Nuoro”.
L’on. Mariano Contu (PDL) ha parlato di tema appassionante. “Dobbiamo analizzare innanzitutto cosa propone questa mozione. Sulla scuola hanno lavorato diversi ministri, di destra e sinistra. È ovvio che vi sia la necessità di investire in cultura, ma è anche vero che il bilancio statale della pubblica istruzione è passato da 32 a 49 miliardi in soli 10 anni. I dati”, ha aggiunto l’on. Contu, “vanno interpretati e letti tutti, per intero. Non siamo all’ultimo posto in tutti i parametri. Per quantità di fondi spesi, l’Italia va ben oltre la media europea. Ma i soldi non sono tutto, e i dati Ocse lo confermano. Basta vedere i livelli preparazione, nella cui classifica la Sardegna è ultima in Europa, nonostante i soldi spesi non siano affatto pochi. I dati”, ha concluso, “sono allarmanti, ma non da oggi. E il problema non è il tema dei numeri del personale”.
L’on. Gianvalerio Sanna (PD) ha auspicato che il nuovo assessore alla Pubblica Istruzione possa utilizzare gli elementi di novità che comunque ci sono. “Si può sovvertire un modello sbagliato”, ha affermato, “con gli strumenti dell’autonomia. La società italiana si fonda sul funzionamento dei corpi intermedi, garantiti costituzionalmente, come la famiglia e le scuole. Ma si deve discernere sul merito, perché tutti siamo figli del tipo di formazione ricevuta. Senza ideologie. È mutato in Italia il modello culturale”, ha aggiunto, “e i nostri bambini vengono addormentati dalla tv, gli insegnanti faticano a svegliarli, vi è un sistema di disvalori al posto dei valori. Non dobbiamo farne un problema di costi, quindi. Questa è la scuola sulla quale dovremmo indagare, per risolverne i problemi”.

Francesca Barracciu (Pd) ha voluto puntualizzare i dati della spesa pubblica nazionale sull’ istruzione, polemizzando con le posizioni precedentemente espresse da due esponenti del Pdl, Simona De Francisci e Carlo Sanjust. Per “ristabilire la verità intorno a questo tema”, poiché “è assolutamente falso che ci sia in Italia la necessità di ridurre la spesa pubblica sull’istruzione”, Barracciu riporta i dati elaborati dalla Società italiana di statistica, secondo i quali dal 1990 al 2007 la quota del Pil destinata alle spese sostenute dal Ministero della Pubblica Istruzione ha subito una notevole contrazione, passando dal 3,9% al 2,8%. “Questa riduzione, di oltre un punto percentuale, è pari a 16,9 miliardi di euro, ha sostenuto ritenendo “necessario esaminare alcuni di questi dati per rendersi conto che sono spesso oggetto di affermazioni approssimative o inattendibili da parte di politici che li divulgano per sostenere le proprie posizioni”. Inoltre, il consigliere di opposizione ha sottolineato come spesso nella comparazione con gli altri Paesi europei, un ulteriore errore commesso è quello di confrontare dati disomogenei. Ad esempio, “l’Italia ha fatto la scelta di inserire gli studenti diversamente abili nelle classi comuni, mentre in altri Paesi essi sono collocati in scuole speciali che non rientrano nella spesa pubblica per l’istruzione, e lo stesso discorso vale per gli insegnati di religione”. Per la Barracciu tenere conto di queste differenze, permette di smantellare “la teoria che in Italia si spenda troppo rispetto agli Paesi europei”. Pertanto, ha concluso l’intervento dichiarando la falsità delle motivazioni alla base della riforma Gelmini, che ha definito “solamente ragionieristica”.

Roberto Capelli (Udc) ha lodato l’intervento di Gian Valerio Sanna (Pd), facendo anch’egli riferimento al fondamentale ruolo della famiglia nel sistema scuola “un sintomatico segno ed esempio della condizione sociale del nostro Paese, dove il sistema famiglia non collabora più con l’istituzione scolastica, perché tra questi due sistemi si è inserita la televisione”. Il consigliere dell’Udc si è detto inoltre favorevole a un intervento dello Stato nel privato, citando l’esempio della sanità dove “il pubblico deve creare le condizioni perché esista sempre meno privato, ma ciò non significa che si debba affossare quest’ultimo”. Ha poi attaccato l’intervento della collega Barracciu, precisando che “i suoi dati potrebbero essere smentiti o contrapposti ad altri dati, e servono a riflettere ma non a risolvere la situazione. Su un solo dato convergeremmo tutti: i finanziamenti sono stati utilizzati male” ha dichiarato Capelli, sottolineando la necessità di sostenere una spesa che entri nel merito degli indirizzi, utilizzando come parametro l’efficacia dello stanziamento. “L’assessore Milia - ha continuato - sarà un punto di riferimento, per quanto mi riguarda, di un atteso cambiamento di indirizzi nella gestione dell’assessorato di sua pertinenza rispetto a quanto non avvenuto fino a oggi. Un assessore politico – ha concluso - con una storia chiara e trasparente, che va sostenuto dall’Aula in questo impegno, per consegnare alla nostra Regione una giusta organizzazione scolastica”.

Daniele Cocco (Idv) ha esordito esprimendo il suo sostegno alle mozione n.84 (Barracciu e più) e all’interpellanza n.109/a (Cuccu e più). Il consigliere dell’Idv ha posto all’attenzione dell’assessore Milia la situazione dei circa 75 Comuni sardi dell’entroterra che, a causa della soppressione di alcune classi delle scuole primarie, “devono sostenere maggiori spese per il trasporto degli studenti. I comuni interessati - ha dichiarato - sono piccoli centri delle zone interne, che già vivono la triste realtà dello spopolamento”. Cocco ha chiesto all’assessore “che in tempi brevi si possa procedere ai rimborsi delle spese sostenute per il trasposto scolastico”. Ha poi concluso ricordando che “oggi in occasione della giornata internazionale delle studentesse e degli studenti, la società civile scende in piazza contro i tagli nella scuola , al grido di “Ladri di futuro” rivolto a Gelmini e Tremonti. Un grido su cui anche noi dovremmo fare un’attentissima riflessione”.

Secondo Renato Lai (Pdl) il divario tra la Sardegna e il resto del Paese in materia scolastica è sempre stato “un tratto caratterizzante della società sarda. La nostra Isola non è meritocratica ma non lo è mai stata neanche con il centrosinistra perché nessuno ha mai fatto una riforma organica dell’istruzione”. Secondo Lai, tropo spesso la scuola è stata utilizzata come un ammortizzatore sociale, producendo un sistema “costosissimo, che scontenta tutti e non funziona”. Riguardo alla riforma Gelmini, il consigliere di maggioranza parla di “ambivalenze e di aspetti positivi e negativi”, precisando che questi ultimi “sono maggiormente percepiti in Sardegna, che vive già di suo una situazione complessa e difficile”. Ha poi difeso l’operato dell’ex assessore regionale all’Istruzione, Maria Lucia Baire, ricordando che, “l’assessore Baire non si è astenuta dall’evidenziare al ministro Gelmini che il sistema scolastico della Sardegna, in particolare nelle zone interne, non avrebbe potuto affrontare un simile ridimensionamento delle risorse, senza specifiche deroghe”. Ha poi concluso auspicando che “la riforma della scuola sia valutata nel tempo per le cose che sapremo e potremo fare, e credo che il collega Milia incrementerà le risorse per affrontare la crisi del sistema scolastico sardo che altrimenti non potrà farcela”.

Per l’on Claudia Zuncheddu (La sinistra sarda - Comunisti italiani – Rossomori) i sardi devono poter accedere ai più alti livelli di istruzione. Ma se tagliano le classi e i fondi – ha aggiunto - il diritto allo studio diventa un privilegio per pochi. Oggi la riforma Gelmini ovvero “la controriforma culturale per oscurantisti” nega i diritti dei sardi. La logica è quella di interpretare il diritto allo studio solo per far quadrare i bilanci, per privilegiare la scuola pubblica e quindi, per far studiare solo pochi. Non possiamo permettere – ha affermato - che si consacri la morte della cultura. Dobbiamo reagire. Noi dobbiamo bloccare la desertificazione delle zone interne incentivando la cultura. Non possiamo permetterci di perdere neanche un posto di lavoro. Diciamo no – ha concluso - al genocidio culturale ed economico che la Gelmini vuole per il popolo sardo.

L’assessore regionale alla Pubblica Istruzione Sergio Milia nella replica ha assicurato che al centro dell’azione politica di questa giunta c’è la scuola, la formazione, l’istruzione. Siamo consapevoli – ha aggiunto – che in Sardegna la mancanza di personale qualificato costituisce uno dei punti di debolezza. Questo gap può essere colmato soltanto con una istruzione capillare e contrastando la dispersione scolastica. Il grave momento politico, economico e sociale che stiamo vivendo non ci consente di abbassare la guardia perché sappiamo quale valore l’istruzione, la conoscenza, la scuola abbiano per la nostra società. Quindi non è possibile rapportare tutto a un mero calcolo economico perché l’istruzione deve essere l’asse portante di un nuovo modello di sviluppo. La mancanza dei fondi per la scuola derivano anche da occasioni perse. Ma inutile guardarsi alle spalle, ora dobbiamo voltare pagina e predisporre un progetto serio in cui meritocrazia e qualità vengano premiati. Milia si è soffermato a lungo sul problema dei precari, dei trasporti (sono stati chiesti fondi maggiori e già convocato una conferenza dei servizi), sull’anagrafe scolastica ministeriale (ancora non accessibile). Milia ha annunciato la costituzione di una cabina di regia per gestire al meglio il settore e la predisposizione di una legge organica per riordinare la materia.
L’on. Francesca Barracciu (PD) è quindi intervenuta per la replica. “Il dibattito”, ha affermato, “è stato decisamente interessante, nonostante un po’ di distrazione in aula. Abbiamo sentito molte voci della minoranza, poche quelle della maggioranza. Però ho apprezzato l’impegno ad intervenire su questo tema per noi fondamentale, su cui si gioca il presente e il futuro della nostra Regione. Ma servono anche risposte immediate. La mozione”, ha aggiunto l’on. Barracciu, “aveva l’intendimento di richiamare l’attenzione della Giunta e del Consiglio sulla situazione gravissima del sistema-scuola. L’istruzione per noi è un diritto, che si rischia di calpestare e negare con la riforma Gelmini. Vogliamo che la Regione reagisca a questa prospettiva. Finora”, ha aggiunto, “troppi impegni sono stati disattesi o sono risultati troppo deboli rispetto alle evidenti esigenze. Abbiamo bisogno di un rapporto paritario e non subalterno con lo Stato, creando condizioni nuove per la scuola sarda, anche con l’avvio dell’anagrafe della scuola sarda. Vi è anche la necessità di affrontare il nodo del titolo V della Costituzione, dal recepimento del quale passa un nuovo modo di affrontare i temi della scuola. Noi oggi vorremmo che l’aula chiudesse con un intendimento unitario, in questa giornata del diritto allo studio, con un orientamento a invertire la rotta azzerando metodi e direzione attuale, riprendendo un cammino per il coinvolgimento totale del mondo della scuola. E poi dovremmo lavorare assieme anche nei prossimi mesi”, ha concluso l’on. Barracciu.
E’ poi intervenuto l’on. Giuseppe Cuccu (PD). “Abbiamo cercato di stimolare il dibattito”, ha detto, “sentendo alcune difese d’ufficio, ma anche l’impegno dell’assessore per una scuola meritocratica, che premi la qualità. Prendiamo atto anche dell’impegno contro la dispersione scolastica, ma deve essere supportato da risorse. Noi siamo perché la scuola pubblica garantisca il diritto allo studio per tutti”, ha aggiunto, “e siamo disponibili al confronto. Per questo oggi vogliamo approvare un ordine del giorno che supporti la Giunta in questa battaglia”.
L’on. Barracciu ha quindi chiesto 15 minuti di sospensione per valutare la stesura di un odg unitario. Al termine della sospensione, è stato presentato un ordine del giorno sulla situazione del sistema scolastico regionale, firmato dai consiglieri Barracciu, Mario Diana, Steri, Franco Meloni, Cuccureddu, Bruno, Daniele Cocco, Ben Amara.
Messo in votazione, l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

La Presidente Lombardo ha quindi sospeso la seduta, riconvocando i consiglieri alle 16:30.