CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 153 del 9 novembre 2010

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Disegno di legge n.186/A “Disposizioni in materia di agricoltura”. Le relazioni di maggioranza e minoranza, I lavori riprenderanno domani alle ore 10 con il dibattito generale

Cagliari, 9 novembre 2010 – La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’ordine del giorno il Disegno di legge 186/A “Disposizioni in materia di agricoltura” . La relazione di maggioranza è stata svolta dal presidente della commissione agricoltura Mariano Contu (Pdl). Il disegno di legge n. 186 – ha detto l’on. Contu - proposto dalla Giunta regionale nel mese di agosto 2010, poneva l'attenzione su alcune tematiche che, nel corso di questi mesi, sono state al centro di discussioni non solo in seno alla Commissione consiliare, ma all'intero Consiglio e sono sfociate anche in una serie di manifestazioni di protesta di tutte le rappresentanze delle categorie agricole. La Commissione ha audito e dialogato sui temi proposti non solo con le associazioni agricole, ma anche con la Giunta regionale e con l'Assessore competente. L'esame del disegno di legge – ha affermato il presidente della commissione agricoltura - ha avuto un percorso lungo per le difficoltà oggettive ad avere tutte le interlocuzioni e le informazioni tecniche necessarie per i dovuti approfondimenti. Il risultato è una normativa che, proposta inizialmente con cinque articoli, è stata ampliata nell'articolato e ha impegnato risorse aggiuntive. La discussione è stata fin dall'inizio tesa a identificare le criticità complessive, con approfondimenti necessari sui diversi comparti, dell'allevamento, dell'agricoltura, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti. Importanti spunti sono stati offerti anche per la necessità di dare gambe alla legge regionale n. 1 del 2010, attivando non solo i processi di filiera per i diversi comparti; per quanto, invece, riguarda i temi legati a energie da fonti rinnovabili, filiere agro-alimentari e competitività delle imprese del settore, agevolazioni per i nuovi insediamenti in agricoltura, campagne di sensibilizzazione per l'educazione alimentare e convenzioni con le PPAA, la Commissione ha optato per il rinvio all'esame dell'Aula dei provvedimenti specifici da adottare. È risultato evidente che i temi portati all'attenzione in primis dalla Giunta regionale e, a seguire, con le proposte dei commissari, non potevano di sicuro essere valutati con proposte esaustive a causa di una crisi economica del settore che forse mai si è rivelata drammatica come questa che vivono oggi le imprese agricole e dell'allevamento. Gli impegni previsti seppur nella ristrettezza delle finanze e nei vincoli posti dal rispetto del patto di stabilità come pure la necessità di rispettare le norme statali e comunitarie che non consentono di rispondere in termini economici alle richieste avanzate, portano all'attenzione non solo dei tavoli regionali, ma anche di quelli nazionali e comunitari, la necessità di dichiarare lo stato di crisi generale della nostra agricoltura. L'impegno della politica e dell'Assemblea regionale non può più rinviare nel tempo le decisioni necessarie per rimuovere gli ostacoli che oggi vincolano il mondo delle nostre campagne e delle nostre imprese agricole per non aver a disposizione norme e strumenti appropriati di programmazione generale e settoriale, ma anche le infrastrutture e le risorse necessarie per dare un futuro di certezze alle nostre imprese. Temi quali quelli di avere a basso costo acqua ed energia per le campagne, di viabilità rurale, di rinnovamento degli impianti e delle colture, di formazione e assistenza agricola, di riordino delle funzioni delle agenzie agricole regionali e dei consorzi di bonifica, della necessità della riorganizzazione delle produzioni delle materie prime (latte, carne e formaggi in primis, ma anche ortaggi, vini, olio, ecc.), della loro trasformazione e commercializzazione, sono stati affrontati seppur parzialmente e necessitano di essere approfonditi e sostanziati con nuovi provvedimenti legislativi. Non bisogna, infatti, dimenticare che il marketing è oggi lo strumento attraverso cui si finalizzano gli sforzi di un'economia e per quella agricola in particolare, va verificata la peculiarità dei prodotti, per trovare sui mercati il giusto riconoscimento qualitativo e per indirizzare correttamente le produzioni. È apparso ai più necessario soffermarsi su alcuni di questi temi e nello stesso tempo prendere atto che il disegno di legge non si poneva come un provvedimento, né sui generis nè tantomeno esaustivo di tutte le necessità portate all'attenzione. In particolare il testo elaborato dalla Commissione sinteticamente prevede:
- l'articolo 1 propone un intervento di sostegno al comparto ovi-caprino per incoraggiare la concentrazione dell'offerta del latte e delega alle organizzazioni di produttori e alle cooperative la commercializzazione dello stesso; la spesa prevista è determinata in euro 15.000.000 nel triennio 2010-2012;
- l'articolo 2 prevede un premio ai cerealicoltori che aderiscono a un accordo di filiera finalizzato alla valorizzazione del grano duro prodotto in Sardegna; la spesa prevista è di euro 6.000.000 per il triennio 2010-2012;
- l'articolo 3 destina le risorse stanziate con il comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale n. 3 del 2008 a favore delle aziende suinicole della Sardegna per interventi strutturali delle aziende di allevamento per il piano di eradicazione della peste suina con priorità per quelle ubicate nelle zone ad alto rischio;
- l'articolo 4 determina un contributo annuo alle università della Sardegna per attività di supporto all'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale nell'elaborazione di strategie di politiche agricole;
- l'articolo 4 bis trasferisce la somma di euro 5.000.000 dal bilancio di Agris Sardegna al fondo gestito dalla SFIRS per interventi per il rilascio di cogaranzie e controgaranzie a favore delle PMI agricole;
- l'articolo 4 ter prevede che la Regione eroghi aiuti ai comuni e alle unioni di comuni per l'acquisto di macelli mobili e il recupero e la ristrutturazione di centri di stoccaggio del latte di pecora; l'intervento prevede una spesa complessiva di euro 6.000.000 nel biennio 2011-2012;
- l'articolo 4 quater attiva un programma di valorizzazione delle produzioni ovine, in particolare dell'agnello IGP di Sardegna e della destagionalizzazione delle produzioni ovine;
- l'articolo 4 quinquies definisce un contributo annuo ai consorzi di bonifica della Sardegna di euro 2.500.000 finalizzato alla copertura dei maggiori oneri del personale;
- l'articolo 4 sexies destina euro 3.000.000 nel triennio 2011-2013 per erogare contributi per il pagamento degli interessi sui prestiti contratti dalle aziende agricole per far fronte alle spese di conduzione attraverso i consorzi fidi;
- l'articolo 4 septies introduce modifiche alla legge regionale n. 6 del 2008;
- l'articolo 4 octies modifica l'articolo 7 della legge regionale n. 3 del 2008;
- l'articolo 4 nonies propone l'avvio di un programma di interventi sulle giacenze di pecorino romano presso le cooperative lattiero-casearie della Sardegna al fine di favorire lo smaltimento delle eccedenze di prodotto; la spesa prevista è di euro 15.000.000 per il 2010;
- l'articolo 5 definisce le risorse finanziarie necessarie per l'attuazione della legge: euro 29.700.000 per l'anno 2010, euro 14.300.000 per l'anno 2011, euro 13.700.000 per l'anno 2012, euro 3.700.000 per l'anno 2013 e euro 2.700.000 per gli anni successivi; complessivamente gli oneri derivanti sono valutati in euro 64.100.000. La Quinta Commissione ha elaborato una proposta – ha concluso Contu - che sicuramente non è esaustiva, ma ha di sicuro trovato la condivisione su diversi temi; peraltro l'approvazione finale è avvenuta a maggioranza con l'astensione dei gruppi di minoranza lasciando al Consiglio e alla Giunta regionale la facoltà di proporre, a seguito delle interlocuzioni ancora in corso con le organizzazioni sindacali e di categoria, ulteriori proposte e soluzioni. E’ un dovere da parte nostra trovare le modalità per far dotare le nostre imprese agricole di energia alternativa.
Il relatore di minoranza l’on. Luigi Lotto (Pd) ha detto:
“La crisi economica che attraversa l'Italia, e la Sardegna in particolare, trova nella situazione dell'agricoltura sarda la sua manifestazione più drammatica ed evidente. Tutti i comparti agricoli regionali si trovano a dover fronteggiare, infatti, difficoltà sempre più evidenti, a partire dalle aziende cerealicole per continuare con quelle ad indirizzo ortofrutticolo e serricolo, senza dimenticare il comparto vitivinicolo che, seppure possa contare su diverse situazioni di grande interesse e di continua crescita economica, non manca di rappresentare casi di grande difficoltà economica. È nel comparto dell'allevamento, soprattutto nelle aziende ovi-caprine, che si manifesta con maggiore evidenza e gravità il disagio delle imprese agricole. In Sardegna, infatti, la crisi del comparto ovino, che rappresenta quasi la metà della produzione lorda vendibile (PLV) agricola sarda, colpisce il cuore del sistema agricolo in termini economici e occupazionali. È la cultura stessa di un popolo e alcuni tratti fondamentali della sua identità che vengono messi in discussione; gli stessi equilibri economici, sociali e demografici dell'Isola, contrassegnati da un processo continuo ed inesorabile di spopolamento delle zone interne, trovano nella crisi agropastorale una delle cause più significative. Le ultime ricerche effettuate presso l'Università di Sassari certificano quanto già noto ai nostri pastori: una situazione di grave squilibrio tra costi di produzione, praticamente più che raddoppiati negli ultimi venti anni, e prezzo di vendita del latte, che nello stesso periodo è rimasto pressoché invariato e, in alcuni casi, persino diminuito. È evidente che un simile stato di cose non può perdurare a lungo senza compromettere la sopravvivenza stessa dell'intero comparto e di tutto ciò che rappresenta per l'economia dell'Isola. Una puntuale politica di salvaguardia e rilancio del settore agricolo, e con esso del comparto agro-pastorale, dovrà puntare in primo luogo a creare le condizioni di riequilibrio economico dei bilanci delle imprese agricole e pastorali, consentendo loro di superare la drammatica congiuntura attuale, nonché di attutire gli effetti devastanti dell'elevato grado di indebitamento bancario. Quest'ultimo, che con sempre più evidente difficoltà può essere affrontato, sta mortificando come non mai lo stato delle famiglie dei nostri agricoltori e pastori. Sarà importante in questa situazione, oltre che l'intervento sull'immediato, anche un'azione strategica di prospettiva affinché la risposta alla crisi sia anche l'avvio di un percorso che porti al superamento dei punti di debolezza strutturale del comparto. Allo stesso tempo è però indispensabile che tutti siano consapevoli, che la Giunta ed il Consiglio regionale abbiano consapevolezza, che è l'intera società sarda ad avere interesse a che il nostro comparto primario trovi le condizioni per il suo rilancio ed i nostri agricoltori e i nostri pastori le motivazioni per continuare ad operare nelle nostre campagne. La civile e responsabile protesta dei pastori sardi e di tutto il mondo delle campagne, che ha visto momenti di grande partecipazione, ma anche di forte tensione, rappresentano il sintomo di un disagio reale, grave e di lungo periodo per migliaia di operatori e delle loro famiglie che, appunto, non riescono più a vivere dal loro duro lavoro. Il comparto ovino sardo soffre di una crisi strutturale che ciclicamente si riacutizza in relazione ai fattori di crisi del mercato internazionale e nazionale dei prodotti lattiero-caseari, in particolare del pecorino romano che rappresenta la principale voce della nostra bilancia commerciale. Va evidenziata anche l'inadeguata politica di trasformazione e commercializzazione quale causa principale della crisi attuale, per la scarsa attenzione alla diversificazione produttiva, alla individuazione di nuovi prodotti, nonché alla valorizzazione qualitativa e commerciale dello stesso pecorino romano. Uno sguardo attento all'intera filiera del principale comparto agro-industriale sardo evidenzia che ci troviamo di fronte ad un mondo agro-pastorale che, negli ultimi 30 anni, ha registrato grandissimi progressi in quanto a organizzazione aziendale e capacità produttiva in termini quanti-qualitativi. Per contro, a valle delle aziende agricole ha operato il sistema della trasformazione e commercializzazione, industrie private e cooperative lattiero-casearie come anche lo stesso Consorzio di tutela del formaggio pecorino romano, i cui risultati sono stati assolutamente inadeguati alle esigenze di una moderna economia globalizzata. Il risultato è sotto gli occhi di tutti noi, con i principali prodotti lattiero caseari in grave difficoltà di mercato e le aziende agro-pastorali chiamate ancora una volta a pagare il prezzo più alto di una crisi di cui altri sono i principali responsabili. La mobilitazione del mondo delle campagne, promossa dal Movimento dei pastori sardi e dalle organizzazioni di categoria delle imprese agricole, ha conseguito il risultato di riportare al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica sarda e nazionale lo stato di grave crisi del settore. Ancora più importante, però, è il risultato di aver riportato il tema al centro dell'attenzione della politica sarda e del Consiglio regionale. Con la discussione in Aula sulle dichiarazioni dell'Assessore Prato in relazione alla crisi dell'agricoltura sarda, nonché con l'approvazione, nella stessa occasione, di un ordine del giorno specifico presentato dal centrosinistra, nello scorso mese di settembre è stata tracciata una linea chiara sulle misure da adottare per fare fronte a tale crisi nell'immediato e nel lungo periodo. Alcune misure non richiedevano particolari disponibilità finanziarie da parte della Regione, ma impegnavano la Giunta ad attivarsi affinché si procedesse: 1) all'immediata erogazione, con anticipazioni, di quanto dovuto per i premi comunitari; 2) alla richiesta di rifinanziamento dell'azione per il benessere animale per gli anni 2010-2011;
3) alla richiesta di sospensione del pagamento dei contributi previdenziali e assicurativi e la loro rateizzazione. Questi interventi, se immediatamente posti in essere dalla Giunta, avrebbero consentito a tutte le aziende agricole sarde di poter contare su risorse finanziarie fresche per far fronte alle necessarie operazioni colturali, di poter rinviare immediati pagamenti dovuti per contributi assicurativi e di poter contare, anche per i prossimi due anni, sulla misura per il benessere animale che, in assenza di proroga scade nell'anno 2010 pur avendo rappresentato negli ultimi tre anni un'ottima misura di incentivazione e sostegno per la nostra pastorizia. Dobbiamo constatare che, a quanto è dato sapere, nulla ancora è stato fatto in merito, dimostrando l'inadeguatezza dell'azione dell'Esecutivo che si è rivelata ancora una volta inadatta al conseguimento della principale missione dell'Assessorato: creare le condizioni per il rilancio del comparto primario in Sardegna. Relativamente alle misure di competenza del legislatore regionale, va subito detto che l'azione del Consiglio regionale è fortemente condizionata dalle disponibilità finanziarie e dal patto interno di stabilità e crescita. Un'azione propedeutica su questo fronte era assolutamente indispensabile, al fine di disporre delle risorse necessarie per affrontare la crisi e poterle mettere a disposizione del sistema economico entro l'anno. Mai come in questa occasione, infatti, è apparsa indispensabile un'autorevole azione di pressione politica della Presidenza regionale sul Governo nazionale, affinché si desse corso al nuovo regime delle entrate, con la messa a disposizione della Regione di quanto previsto dalla modifica dell'articolo 8 dello Statuto. L'indispensabile modifica del patto di stabilità, che una azione forte della Giunta nei confronti del Governo avrebbe potuto conseguire, come già accaduto per altre regioni, avrebbe consentito, inoltre, di adottare e porre in essere da subito le indispensabili misure di sostegno alle nostre aziende agricole. La necessità di sostenere il comparto agricolo e pastorale con nostre risorse finanziarie, seppure entro i limiti della normativa comunitaria, cioè in regime di de minimis, è infatti un'esigenza non solo delle imprese agricole, ma anche e principalmente della società sarda e dell'intero sistema economico isolano che con il settore agricolo è intimamente interconnesso e, pertanto, interessato al suo rilancio. È cioè una esigenza prima di tutto nostra, del Consiglio e della Giunta regionale. Non si spiega diversamente il perché gli stati europei abbiano chiesto ed ottenuto il raddoppio dei limiti del de minimis e, a differenza della nostra Regione, diversi, come ad esempio la Francia, l'abbiano ampiamente utilizzato con massicci trasferimenti proprio nel settore ovi-caprino. Pare ormai probabile che, anche per il prossimo triennio, l'Unione europea confermi il raddoppio dei limiti delle erogazioni in regime di de minimis che si attesteranno sui livelli del 2010, pari a 5.000 euro all'anno e 15.000 euro nel prossimo trimestre. Ci auguriamo che la maggioranza sappia cogliere il significato di tale eventualità e si muova nella direzione di avviare ogni azione affinché i nostri agricoltori possano contare sulle stesse opportunità dei colleghi d'oltralpe. È in quest'ottica e con questo spirito che non abbiamo respinto a priori la richiesta dei pastori di una erogazione di 15.000 euro ad azienda, pur collocando quella richiesta in un quadro di compatibilità con le norme vigenti e con le disponibilità reali di risorse finanziarie. Ed è sempre in questo quadro che abbiamo presentato un nostro progetto di legge, avendo giudicato assolutamente insufficiente il disegno di legge n. 186 approvato dalla Giunta nello scorso mese di luglio, peraltro presentato in Quinta Commissione come il frutto della concertazione con le organizzazioni di categoria e con le cooperative. Le manifestazioni degli ultimi tre mesi hanno ampiamente dimostrato il contrario ed hanno obbligato la Giunta a ripensare la propria strategia. Particolare importanza assume in questo contesto l'azione della Giunta nella interlocuzione con il Ministero da una parte e con il Movimento pastori e le organizzazioni di categorie dall'altra. Abbiamo assistito infatti ad una azione confusa e inadeguata, che ha portato ad un inutile scontro tra l'Assessore ed il Ministro, all'abbandono del tavolo romano da parte della Regione, nonché alla frantumazione del mondo agricolo organizzato, anche per responsabilità della stessa Giunta, in un momento in cui tutti avrebbero dovuto lavorare per creare una grande unità attorno alle aziende agricole in difficoltà. In una discussione a più voci, abbastanza disorganica e convulsa, è emersa in questi mesi la necessità di affrontare complessivamente le problematiche inerenti la crisi dell'intero settore agricolo. L'esigenza è reale, ma l'urgenza di alcune misure da portare a compimento entro il 2010 avrebbe consigliato, come da noi proposto in Commissione il 19 ottobre 2010, di affrontare subito e separatamente la misura relativa al sostegno in regime di de minimis. Contemporaneamente, in Commissione Quinta si sarebbe dovuta aprire una stagione di confronto, breve ma intensa e completa, onde costruire entro l'anno una legge di settore che affrontasse compiutamente tutte le principali questioni sul tappeto. Avremmo così evitato di accumulare un colpevole ritardo sulle misure più urgenti ed allo stesso tempo non avremmo assistito ad un accavallarsi di accordi separati con parti sociali diverse, spesso contraddittori e non sempre chiari sugli obiettivi. La maggioranza ha, comunque, scelto di costruire una legge omnibus, con una velocissima e insufficiente discussione in Commissione Quinta e rimandando all'Aula diversi temi importanti e complessi come: le energie rinnovabili, la gestione degli interventi sulle giacenze, il ruolo dei diversi soggetti responsabili fino ad oggi della gestione delle politiche di trasformazione e commercializzazione dei prodotti lattiero caseari.
Nella nostra proposta di legge n. 208, oltre a prevedere una erogazione per il 2010 di una somma in regime di de minimis fino ad un massimo di 15.000 euro, si prevedono anche interventi a sostegno delle aziende cerealicole nonché interventi sulle giacenze di pecorino romano, sulle strutture di macellazione, sul rilancio della cooperazione e delle organizzazioni dei produttori e sul credito agevolato di conduzione. Purtroppo l'indisponibilità della maggioranza a procedere alla costruzione di un testo unico ha impedito che, già in Commissione, si giungesse ad un articolato unitario e maggiormente condiviso da questo Consiglio e dal mondo delle campagne. È comunque auspicabile che la discussione in questa sessione porti all'approvazione di una legge adeguata alle esigenze reali del mondo delle campagne. La misura de minimis contenuta nel disegno di legge n. 186, confermata dalla maggioranza durante la discussione in Commissione e che prevede all'articolo 1 l'erogazione di un importo massimo di 1.000 euro ad azienda, si è dimostrata insufficiente se non risibile; vero è, infatti, che mentre si discuteva in Commissione, il Presidente e l'Assessore firmavano due accordi separati e in successione che sanciscono l'inadeguatezza delle previsioni in legge. Anche le altre due misure contenute nel disegno di legge e relative alla cerealicoltura e alle aziende suinicole, sono apparse quanto mai insufficienti ed inadeguate a rispondere ad una crisi di così grandi proporzioni. La discussione in Commissione ha fatto emergere, in primo luogo, l'incertezza della maggioranza su quali fossero le reali disponibilità finanziarie e su quali punti di sintesi costruire un percorso legislativo ben definito. Nell'incertezza più generale, ma con la piena e generalizzata consapevolezza dei limiti dell'articolato della Giunta, da noi non condiviso, abbiamo lavorato all'introduzione dell'articolo relativo allo stock delle giacenze di formaggio, al credito di conduzione agevolato, alla realizzazione dei macelli mobili e al recupero di opifici esistenti per realizzare centri di stoccaggio di latte tal quale. Con il voto contrario del centrosinistra è stata introdotta una norma, articolo 4 septies, che consente alla Giunta di prorogare il commissariamento dei consorzi di bonifica, insistendo così in una politica che non ha certo agevolato la fuoriuscita degli stessi dalla grave crisi in cui versano. L’altra misura contenuta nel Dl , che riguarda il finanziamento dei Consorzi di bonifica, non puà non essere accompagnati da interventi di premialità per quei consorzi che non hanno avito problemi. Bisogna riconoscere i meriti di chi ha lavorato bene. Non possiamo poi accettare la scelta della giunta di fare commissariamento. Noi, sulla base di quanto detto in precedenza, abbiamo votato contro l'articolato emerso dalla discussione in Commissione Quinta. Molti temi sono stati di proposito rimandati alla discussione in Aula e durante questa discussione lavoreremo perché argomenti quali la energie rinnovabili, la tracciabilità delle carni ovine e suine, il ruolo dell'Agenzia di promozione nel complesso mondo della commercializzazione, trovino il giusto spazio e contribuiscano ad affrontare in modo adeguato la crisi del settore agricolo isolano. Dopo la relazione di minoranza la presidente del Consiglio ha chiuso i lavori. Il consiglio riprenderà domani alle 10 con la discussione generale. (FINE)