CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 149 dell'11 ottobre 2010

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Dibattito sulle dichiarazioni del Presidente della Regione sulle motivazioni della revoca delle deleghe assessoriali e sulla situazione politica. L’ordine del giorno si vota giovedì

Cagliari, 11 Ottobre 2010 – La seduta è ripresa alle 16, sotto la presidenza della presidente Claudia Lombardo.
Il primo intervento è dell’on. Carlo Sechi (Comunisti-La Sinistra Sarda-Rossomori), secondo il quale sarebbe dovuta essere una giornata particolare, ma così non è stato. “presidente, lei ha fatto la lista dei nuovi propositi, con ottimismo. Ma soluzioni non ne abbiamo visto. Intanto cresce la delusione verso il Palazzo, insieme al conflitto sociale. Viviamo un drammatico stato di crisi, ma abbiamo forti dubbi sulla possibilità di un reale cambiamento, anche per una Giunta priva di presenza femminile. Come affronteremo i gravi problemi che sono sul tappeto?”, si è chiesto l’on. Sechi, “mentre tutti protestano. La Giunta deve dare una risposta anche su acqua, nucleare, presenza militare, presenza dell’ex base Gladio a Poglina nel comune di Alghero. E da ultimo, il problema dei problemi: il lavoro. La drammaticità del momento”, ha proseguito l’on. Sechi, “impone l’assunzione di responsabilità da parte di ogni singolo consigliere, ma soprattutto da parte del governo di questa regione. Occorre oggi un dibattito franco e leale per individuare un percorso serio per superare la crisi. Ma abbiamo la consapevolezza che la Sardegna dispone di opportunità peculiari, per uscirne”.
L’on. Claudia Zuncheddu (Comunisti-La Sinistra Sarda-Rossomori) ha invece scelto di non porgere gli auguri a una Giunta che ha definito inadeguata. “Già stamattina la maggioranza si è dissolta nelle stanze e nel teatrino della politica. E questo pomeriggio la situazione non è cambiata. I suoi atti di leggerezza, come l’eliminazione delle donne dalla Giunta, sono frutto di quella logica spartitoria che prevale nelle sue scelte politiche. Lei parla di riduzione di spese inutili, di auto blu, province, enti locali. Noi ci stiamo, purchè non si faccia demagogia su questi temi. Noi Rossomori”, ha proseguito l’esponente dell’opposizione, “da sempre denunciamo gli alti costi della politica, insostenibili per il nostro popolo. Ma non siamo d’accordo con la riduzione del numero dei consiglieri regionali, ad esempio. Serve un segno di responsabilità, dimezzando gli stipendi di tutto l’apparato della Regione. Questo si che darebbe luogo ad una reale riduzione dei costi. Ma ci sono problemi ben più gravi. Ad esempio sulla sanità, sul lavoro, sull’ambiente. La difesa del lavoro non può andare a discapito dell’ambiente. Mi pare che la Giunta bis sia ancora meno adeguata della precedente. I fatti hanno dimostrato”, ha sostenuto rivolgendosi al Presidente Cappellacci, “la sua scarsa autonomia dal potere romano, ed anzi lei può essere annoverato nella ‘borghesia compradora’ che ci ha impoverito ed oppresso nel corso dei secoli. La farsa del federalismo a cui stiamo assistendo non risolverà, ma anzi acuirà i nostri problemi”.
Per l’on. Daniele Cocco (IDV) “questa è la Giunta quater, non la Giunta bis. Da un’analisi seria, emerge il fallimento totale della legislatura. Le nostre preoccupazioni non strumentali, ma toccano la carne viva dei sardi. In questi 18 mesi, non si è migliorato nulla, anzi abbiamo peggiorato. Se foste onesti, dovreste chiedervi come mai tutti protestano. Se le nomine per voi”, ha affermato l’on. Cocco rivolgendosi al Presidente della Giunta, “sono così importanti, la invito a nominare in fretta i dirigenti delle ASL”.

Per l’on. Antioco Porcu (Pd) è “grave che nella Giunta non ci sia una rappresentanza femminile. Nel vuoto di proposte questo risulta l’unico contenuto programmatico”. Il componente della III commissione si è detto dispiaciuto per le “storielle” che il presidente Cappellacci avrebbe “propinato in aula” raccontando che la crisi del governo regionale “sia nata negli ultimi tre mesi scatenata da fattori economici, quando sappiamo che si è manifestata in maniera acuta nei mesi scorsi ma risale al 2008”. Porcu rimprovera al governatore sardo la mancanza di una riflessione programmatica “che avrebbe consentito di capire l’agenda dei suoi prossimi mesi, da portare avanti a nome di tutte le forze del Consiglio regionale”. Mentre “un raccontino delle delibere, alcune assai banali, approvate dalla sua giunta” farebbe venire i sospetto – sostiene che l’unico interesse “sia solo un’affannosa ricerca di equilibri partitici, che non vorremmo fosse spazzata via alle prime difficoltà”. Pertanto, ha esortato il presidente Cappellacci “a osare, a sfidare il senso comune, a darsi degli obiettivi”, pena la condanna a “vivacchiare, passando da crisi in crisi, da rimpasto a rimpasto”. “L’unica legge della maggioranza, il piano casa, è stato un falso ideologico: invece di dare una casa a tutti, è servito solo a dare il grimaldello al cemento sulle coste. Abbiamo fatto leggine inutile solo per tenere buona la maggioranza, perché tra voi non esiste alcun patto”. Porcu si è detto disponibile a votare i punti programmatici presentati dai sardisti e dai riformatori, “a parte lo sviluppo dei campi da golf che non ritengo prioritario”, che cercano - ha sostenuto il consigliere del Pd - “con dignità di sottrarsi da quest’immagine vetusta e becera di forze politiche che lottano per la poltrona”. Ha infine concluso rilanciando al capo dell’esecutivo la proposta di ridurre a 60 i consiglieri regionali. “E’ lei che deve dare la guida alla sua colazione. L’immobilismo della sua Giunta è un conto salatissimo che paga tutta la Sardegna – con una flessione del pil del 5% e 50 mila disoccupati in 2 anni -. Le sfide, come quelle del federalismo, vanno colte e vinte. Si scuota Presidente o prenda atto delle conseguenze”.
E’ poi intervenuto l’on. Massimo Zedda (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori), che ha esordito ricordando l’occupazione della pista di atterraggio dell’aeroporto di Elmas da parte dei migranti del vicino Cie, chiedendo al presidente Cappellacci di riferire in merito alla situazione. Zedda ha rimproverato il governatore sardo di non avere mai chiarito quali siano stati gli elementi che abbiano caratterizzato la sua Giunta e quali siano quelli che caratterizzeranno la nuova. Secondo il vice presidente della commissione sul Diritto allo studio il rilancio dell’edilizia auspicato dalla maggioranza “si è sciolto con le prime piogge autunnali”, che hanno mostrato il vero carattere del piano - “aggiungere cubatura su cubatura” – e i suoi limiti: “Lo svincolo di Terra Mala, inaugurato solo due mesi fa, a causa delle piogge di ieri è stato chiuso perché era sott’acqua e sommerso di detriti. Di chi è la responsabilità?”, ha domandato. Ha poi chiesto al Presidente di essere chiaro su come intenda intervenire sulle priorità indicate nel suo programma - rapporti con il Governo nazionale, lavoro, riforme – perché ciò che è stato detto “non è sufficiente a capire a cosa alluda. Dire che si fanno riforme, non basta a chiarire come questi punti verranno sviluppati nel futuro. Anche “l’accabadora” Gelmini fa riforme, per questo va detto in che direzione vadano le sue”. In attesa che ci dica quali saranno gli interventi concreti, le segnaliamo che gli esecutivi, anche quelli conservatori, si caratterizzano nel mondo per la presenza di donne e giovani”. Il consigliere dell’opposizione ha poi posto l’accento sul “tema della sottrazione di risorse pubbliche alle Università, che vengono dirottate dalla Sardegna al nord Italia, sui tagli che hanno colpito il Teatro Lirico di Cagliari, e sulla tassazione delle borse di studio erogate con il progetto master and back.
L’on. Antonio Cappai (Udc) ha sostenuto che la Giunta “abbia migliorato rispetto alla precedente formazione, perché una parte della politica è rientrata in gioco”. Cappai si è detto in disaccordo con le affermazioni del capogruppo del Pd Mario Bruno che ha parlato di ritorno si “capibastone” e “ai detentori dei pacchetti di tessere che distribuiscono il potere”, auspicando che “la maggioranza sia più coesa di prima attorno agli intenti e agli interessi dei sardi. Perché è vero che voi sardisti e riformatori non siete poltronisti, ma non lo è neanche l’Udc”. Il componente della commissione Agricoltura ha precisato che la crisi economica che vive il nostro Paese è di tipo strutturale, “va avanti da tempo, e non è in questi 19 mesi del governo Cappellacci che si è determinata questa situazione. Se la scuola non funziona non è colpa sua. Dov’era il segretario Loddo della Cgil sette anni fa quando si tagliavano i posti di lavoro?”, ha domandato provocatoriamente difendendo anche l’operato dell’assessore Andrea Prato: “Non è colpa sua se l’agricoltura in Sardegna va a rotoli”, ha dichiarato sottolineando come in cinque anni di legislatura il centro-sinistra non abbia varata alcuna legge per rilanciare l’agricoltura. “E’ facile parlare quando si sta da una parte, è difficile agire quando si sta dall’altro. Tra l’atro – ha continuato – anche se con Prato non vado d’accordo, non si può dire che non abbia operato, bene o male che l’abbia fatto”. Il consigliere dell’Udc ha infine esortato l’Assemblea a “spogliarsi dall’appartenenza ai partiti e pensare ai sardi”, ricordando che le priorità del suo partito restano quelle della legge elettorale, della razionalizzazione di enti e agenzie, della riforma sanitaria e del nuovo piano paesaggistico. Obiettivi che possono essere “portati avanti da questa Giunta, a cui non credo manchi la maggioranza”.
Per l’on. Gianvalerio Sanna (PD) non si è mai visto che gli assessori vadano tra i banchi dei consiglieri. “Sarebbe bene richiamare all’ordine”, ha affermato, “Ma vi sono strani movimenti senza coerenza da parte di diverse forze politiche. Prendiamo l’Udc: a livello nazionale è per il terzo polo, qui in Sardegna sono bipolaristi e simil-leghisti, come una stampella del Pdl. Attenzione, perché ci si allontana dalle condizioni del dialogo. Ma la scelta degli assessori è sconcertante. Se andiamo a vedere, il criterio della competenza è stato assolutamente ignorato. I programmi sembrano quelli che avete avuto all’inizio, ma con un approccio privo di autocritica, di rilancio, di cambiamento. Quando manca l’autorevolezza, ecco che arriva l’autorità. Il Presidente ha lavorato così, non riuscendo ad essere autorevole è divenuto autoritario. Questa sarà una Giunta che si caratterizzerà per la propaganda”, ha proseguito l’on. Sanna, “superando il limite di dignità e credibilità che i sardi possono sopportare. Avere un’idea di governo vale più di avere un leader. Ma voi sottovalutate la realtà e la portata della crisi. Abbiamo grandi eccellenze in Sardegna, eppure non ci sono donne in Giunta. Proviamo a riflettere. Le donne non ci sono perché bisognava sfidare il buon senso, perché le donne autentiche non sono disponibili al compromesso”.
È poi intervenuto l’on. Pietro Pittalis (PDL), secondo il quale l’intervento dell’on. Sanna ha mascherato con toni pacati un certo nervosismo misto a insofferenza da parte dell’opposizione. “Chi sperava nella fine della legislatura, si metta il cuore in pace, perché c’è la determinazione ad andare avanti, non con le chiacchiere ma con i fatti. Anche se pare vi interessi poco. Voi siete i maestri sia del trasformismo che degli affari poco chiari. Quindi non è il caso di parlare di certi argomenti. Ci siamo dimenticati quando Soru cacciava l’assessore donna all’agricoltura?”, si è chiesto l’on. Pittalis. “Siamo stati testimoni di tutti i fatti della precedente legislatura e non solo. Amici del centrosinistra, non dipingete questa situazione come anomala. Le critiche possono starci, ma restiamo nei confini. Vogliamo almeno aspettare i risultati, tra almeno un anno? Il resto è polemica faziosa e strumentale su aspetti che poco riguardano i sardi. E sulla polemica non si costruisce nulla, nemmeno l’alternativa a questa maggioranza. Oggi pretendete che una Giunta che ha ereditato situazione terribile, con deficit, sanità allo sbando, disastro dell’agricoltura, faccia tutto e subito. Se su questi temi si agita la bandiera dell’appartenenza a tutti i costi, non c’è possibilità di dialogo e di confronto utile e proficuo”.
Per l’on. Francesca Barracciu (PD) l’arringa difensiva dell’on. Pittalis è efficace, ma traballa un po’, mancando dei presupposti delle dichiarazioni programmatiche. “Non abbiamo visto nessun cambiamento, invece. Non esiste alcun nervosismo da parte nostra, ma solo preoccupazione e imbarazzo. Un imbarazzo cresciuto dopo le dichiarazioni del Presidente Cappellacci, inadeguate e fuori luogo. Lei”, ha detto l’on. Barracciu rivolto al Presidente Cappellacci, “ha detto che questa Giunta è all’altezza del compito, ma c’è bisogno delle riforme, scaricando quindi le responsabilità sulle mancate riforme, denotando il carattere gattopardesco di questa Giunta, cambiare tutto per non cambiare nulla. Le incompetenze dei governi procurano danni alla vita delle persone. Questa è un’armata che correrà finchè potrà, ma la crisi della maggioranza non è affatto risolta. La vecchia Giunta”, ha proseguito, “era un disastro e i problemi non erano certo le donne presenti. Perché, allora, è saltata la Baire, che ha fatto disastri nella scuola, e non Prato, dopo i disastri in agricoltura? Una Giunta senza donne non è normale, perciò noi porteremo avanti il ricorso con chi ci sosterrà. Mi piacerebbe che le donne del Consiglio si facessero un esame di coscienza. Legiferare a favore delle donne è un dovere politico e istituzionale”, ha concluso rivolta alle colleghe consigliere, “il vostro silenzio è assordante”.
L’on. Capelli (Udc) ha detto che la crisi politica di cui si sta discutendo in aula si è aperta il 14 novembre del 2009 quando un gruppo di consiglieri del Pdl manifestarono le perplessità sull’azione politica del governo regionale. Dunque, una crisi non recente che ha determinato, nei primi 19 mesi, una “non azione di governo”. Per Capelli è arrivato il momento delle risposte. “Noi vorremmo sentire qualcosa sui fondi Fas – ha detto - sulle risorse derivanti dall’articolo 8 dello statuto, quale è la sua idea sul Patto di stabilità, quando sapremo dare un riconoscimento all’autonomia scolastica. Il capogruppo dell’Udc ha parlato anche dell’abolizione delle nuove province (su cui è assolutamente favorevole). Ribadendo che l’Udc è contrario a questo bipolarismo e a questo bipartitismo Capelli ha ribadito che è arrivato il momento di rendere conto agli elettori del centrodestra della realizzazione del programma. Noi quando sentiamo la delusione della gente abbiamo il desiderio di dare risposte. Siamo fiduciosi – ha ribadito – il nostro consiglio regionale, diversamente da quello di ieri, combatte e vuole esprimere dei principi. E’ proprio questa la sede per presentare un programma di rilancio di governo e quindi della coalizione. Sulla nuova giunta, l’on. Capelli è stato chiaro: “Non darò fiducia all’assessore Prato, non me la sento per come ha condotto l’assessorato. Darò fiducia ai nostri assessori, abbiamo messo nella giunta le persone del nostro partito di maggior peso. A nome suo personale, l’on. Capelli, ha annunciato che valuterà, sin dalla prossima finanziaria, ogni provvedimento e caso per caso deciderà se dare il suo voto o meno. Anche in questa crisi – ha concluso rivolgendosi al presidente Cappellacci - bisognava avere maggiore autonomia. Noi abbiamo passato un’estate di inerzia, non è vero che la crisi è durata una settimana. Solo con la chiarezza si esce dal fango.
Dure critiche al presidente Cappellacci, e alla sua nuova giunta, sono state espresse dall’on. Gavino Manca (Pd) che ha detto che le comunicazioni del presidente della Regione non hanno fatto un’analisi della crisi che sta attraversando la Sardegna. Le sue parole – ha aggiunto - continuano a richiamare tutti a stanche scelte di responsabilità ma senza dare soluzioni ai problemi reali dei cittadini sardi. L’invito da parte del consigliere del Pd è quello di mettere da parte conflittualità e sterili polemiche. Gavino Manca ha fatto un’analisi dettagliata della crisi che sta mettendo in ginocchio la Sardegna: da quella occupazionale a quella industriale; da quella della sanità a quella della scuola. E come risponde questa giunta? Con le promesse mai mantenute. Per Gavino Manca è ormai necessaria l’elaborazione di un programma di sviluppo economico alternativo. Per Manca, comunque, la giunta regionale ormai è arrivata a un bivio. La delusione e lo sconcerto per quanto non è stato fatto – ha concluso - mi porta, presidente Cappellacci, a chiederle di rassegnare le dimissioni.

Per l’on. Adriano Salis (IDV) è evidente a tutti che questo dibattito ha portato a galla distinguo e divaricazioni all’interno della maggioranza. “Che questa Giunta non sia all’altezza della situazione”, ha affermato, “lo dicono anche i sondaggi dell’Unione sarda: solo il 22,8% dei lettori è d’accordo con la composizione della nuova Giunta. La gente, quindi, ha già bocciato questa Giunta. Non lo diciamo solo noi, dunque. Basta leggere l’ordine del giorno presentato dai Sardisti e dai Riformatori, per capire. Questa Giunta”, ha detto, rivolgendosi al Presidente Cappellacci, “ha frantumato il residuo di credibilità che lei poteva avere. Ma oggi certifica il fallimento anche delle persone che avevano contribuito alla sua elezione, con l’uscita della Baire, della Corona, e l’ingresso di alcuni consiglieri di vecchia data, ma anche con la mancanza di un aggiornamento programmatico. Il problema della rappresentanza di genere, poi, se lo pone tutta Europa. Ebbene, la Sardegna è tra le regioni che hanno sensibilità zero, per colpa della sua Giunta. Ma non è tutto”, ha proseguito l’on. Salis, “di fronte a questa crisi, la sua introduzione è stata molto debole e superficiale”.
L’on. Giacomo Sanna (Psd’az) ha affermato che rispetto alla scorsa legislatura qualcosa è effettivamente cambiato. “Ma noi siamo sempre gli stessi. Da allora c’è un problema di libertà, da parte di questa assemblea, di fare le leggi. Spetta a noi consiglieri svolgere questo compito nel modo migliore, ma non è che con la nomina della Giunta il Consiglio vada in vacanza. Chi pensa che la convenienza di stare in maggioranza”, ha affermato l’esponente sardista, “superi ciò che noi vogliamo fare come sardisti , sbaglia di grosso. Presidente Cappellacci, se cresce il rapporto tra Giunta e Consiglio, cresce anche la Giunta, cresce anche la maggioranza. Se il Consiglio fa le leggi, allora cresciamo tutti. Dobbiamo uscire dalle contrapposizioni e ripartire da qui. Anche oggi ribadiamo quello che secondo noi deve essere fatto: aggredire una crisi economica pazzesca, con la legge finanziaria in arrivo. Su questo lavoreremo, da alleati, ma con chiarezza. Noi”, ha proseguito, “le abbiamo sempre detto quello che pensiamo. Se lei ritiene di andare avanti, vada avanti. Noi riteniamo di puntualizzare le cose. Il cambiamento di marcia deve essere reale e non approssimativo, oltre che immediato. Noi non ci rimangiamo quello che diciamo, non cambiamo idea da un giorno all’altro. Siamo rimasti una vita all’opposizione, siamo anche andati da soli, e siamo rimasti in vita. Siamo vaccinati. Non ci si sfidi su questo versante. Noi sardisti”, ha concluso l’on. Sanna, “ancora oggi siamo convinti che questa coalizione possa avere la tenuta necessaria per portare a termine quel percorso che avevamo individuato tutti insieme”.
È quindi intervenuto l’on. Giampaolo Diana (PD), secondo il quale c’era attesa per dichiarazioni programmatiche del governatore. “Ci aspettavamo l’esplicitazione delle azioni di governo e l’indicazione degli strumenti, delle risorse e dei tempi con cui affrontare la crisi. Ci si attendeva una proposta e una riflessione su come si intenda iniettare fiducia nel sistema economico, sulla politica industriale. Era attesa”, ha affermato, rivolgendosi al presidente, “una sua proposta sui temi dell’insularità. Ci aspettavamo che lei chiarisse, mentre non è arrivata alcuna parola su fondi Fas e patto di stabilità. Spero lo dica nella sua replica. Lei ha parlato di fase 2, di confronto in maggioranza, di rapporto Giunta-Governo, ma a parte i titoli non c’è nulla. Ha fatto elenco delle cose fatte. Ma attenzione, perché la tensione tra la gente sta salendo in maniera esponenziale. Ci sono oltre 300mila senza lavoro, 30mila occupati meno del 2008, troppi precari, un esercito senza prospettiva, quasi il 45% di giovani senza lavoro. La Sardegna è anche al primo posto per tasso di povertà relativa, con oltre 420mila persone con redditi inferiori a tale soglia. Davanti a questo dramma”, ha proseguito, “che risposte date? C’è una proposta? Non mi pare. Stiamo ponendo questioni importanti, perchè non possiamo continuare a non fare nulla. Dobbiamo rendere attrattivo il nostro territorio per le nuove imprese. Ma questa maggioranza”, ha concluso l’on. Diana, “è disponibile ad impegnare 500 milioni di euro per superare il divario infrastrutturale? A mettere risorse nostre per queste finalità? Qual è lo stato del confronto col governo? Qui stanno le ragioni della crisi. A me interessano le azioni di governo, non altro”.

E’ poi intervenuto l’on.Michele Cossa (Riformatori Sardi - Liberaldemocratici ) che ha esordito chiedendo che in Aula si desse atto del fatto che “il mio partito non è tra quelli che ha chiesto né rimpasti né verifiche”, ma ha espresso “forte preoccupazione sull’andamento del Governo” regionale. Il vice presidente del Consiglio sardo ha richiamato alcune tematiche ricordate dal Psd’Az - fondi Fas, vertenza entrate, debolezza delle regioni a Statuto speciale davanti al federalismo fiscale – per delineare una “situazione di emblematica debolezza” della Sardegna su cui pesa “l’assenza di un rappresentante sardo nel governo nazionale”. Cossa ha pero’ precisato che non esistono solo “le scelte fatte a livello nazionale ed europeo” ma anche “responsabilità dirette” che emergono, ad esempio, nel cosiddetto “federalismo interno” che tocca il “punto più basso” nel rapporto tra Regione ed enti locali. “Gli enti locali attendono una normativa urbanistica che dia certezza del diritto, mentre persistono ancora limiti vincolanti”. Ha poi ricordato l’importanza di affrontare il tema della situazione scolastica – “pre-condizione fondamentale di qualsiasi politica dello sviluppo” – e quello della riforma sanitaria, indicandoli come punti fondamentali “per il proseguo della permanenza di riformatori e sardisti in questa maggioranza”. Ha poi difeso il suo partito dall’accusa di essere stato “fautore della destabilizzazione”, sottolineandone la capacità di avere enunciato “priorità riprese da tutta l’Aula”. “Non siamo soddisfatti di come vanno le cose – ha continuato il componente della I commissione – e riteniamo che la soluzione adottata non sia adeguata a rispondere alle necessità della Sardegna. Non vorremmo infatti che ci si fermasse a impegni generici quando occorre definire il merito dei provvedimenti e i tempi della loro attuazione”. Cossa ha ribadito l’appoggio al presidente Cappellaci nella lotta alla “vecchia politica delle promesse e non della sostanza”, ma ha chiesto che all’interno della maggioranza “debba esserci piena condivisione delle scelte e delle responsabilità”. “Il timore è che tra qualche mese possiamo trovarci a ripetere le stesse cose. Questo non ci impedirà comunque di essere leali alla maggioranza, senza abdicare al nostro ruolo all’interno del Consiglio”.

Secondo Giulio Steri (Udc) durante la seduta è stata dedicata poca attenzione all’esame del programma. Il componente della Giunta per il Regolamento ha subito precisato che l’Udc è contrario alla “mera riduzione dei Consiglieri regionali”, spiegando che per via del premio di maggioranza si acuirebbe il bipolarismo penalizzando i piccoli partiti. Steri si è detto dispiaciuto dell’impossibilità di approfondire il dibattito tra le forze di maggioranza e ha ribadito l’estraneità del suo partito a richieste di posti in Giunta, precisando che le uniche sollecitazioni dell’Udc hanno riguardato il tema delle entrate e il federalismo fiscale. “Occorre un’azione concertata e una collaborazione con l’opposizione, ma al centro di tutte deve esserci il programma”. I punti su cui concentrare l’attenzione riguardano “l’individuazione degli interessi da realizzare, l’esame delle azioni previste e la valutazione di adeguate risorse finanziare”. Pertanto, il programma di governo regionale “deve essere caratterizzato dal trovare un nuovo modello di sviluppo”, dotare la Sardegna “di infrastrutture adeguate - non basta la Sassari-Olbia” –, e guardare al mondo della cultura e alla crisi dell’agricoltura. Per fare questo, sostiene, “lo Stato deve darci le risorse necessarie”.

E’ poi intervenuto il capogruppo del Pdl in Consiglio Mario Diana che ha esordito dicendo: “Non si può dimenticare ciò che questa maggioranza ha costruito”, in risposta alle critiche dell’opposizione. “Ci siamo impegnati perché ritenevamo e riteniamo ancora oggi fondate le ragioni che ci hanno portato a fare una battaglia contro un certo modello di sviluppo”, ha dichiarato Diana precisando che anche se non fosse possibile – “alla luce delle nuove contingenze internazionali” – realizzare l’intero programma elettorale, anche per quanto ciò che riguarda la questione dei fondi Fas e delle entrate che “sappiamo benissimo essere due argomenti di straordinaria importanza per la Sardegna e ce ne facciamo carico”. Il leader dell’opposizione ha chiesto alla maggioranza di farsi carico dei problemi senza “buttare tutto sulla giunta”, come nel caso in cui si decida di abolire 4 province sarde. “Ci sono certo state inefficienze e ritardi”, ha ammesso Diana, precisando pero che “gli inviti a produrre di più e meglio non bastano. Non possiamo avere la bacchetta magica per risolvere i problema di tutti i cassa integrati della Sardegna”. Ha poi ricordato che questa Giunta ha approvato “le due finanziarie in tempo utile entro l’anno, trovandosi costretta nel mese di agosto a chiudere le risorse per non uscire dal patto di stabilità”.
“Il momento è difficile. Non si puo’ pensare di risolvere i problemi della Sardegna in una seduta di Consiglio. Lo dico al centro-sinistra che non ha fatto un intervento che non fosse un’accusa. Io credo invece che voi possiate essere un ottimo sprone per la maggioranza”. Poi, rivolgendosi alla consigliera del Pd, Francesca Barracciu, ha precisato di essere convinto dell’utilità della presenza donne in politica, ma questa “non deve essere una pretesa o un’imposizione. I posti bisogna conquistarli”.

L’on. Luciano Uras (la sinistra sarda – comunisti – Rossomori) ha citato l’articolo 3 della Costituzione (principio di uguaglianza) e ha detto che adempiere al principio costituzionale della parità è un obbligo. Luciano Uras ha affermato che nel dibattito di oggi si doveva parlare di come si era sviluppata la crisi politica, delle ragioni della crisi e che cosa la maggioranza intendeva fare. Invece si è parlano di “pettegolezzi”. Io sto cercando di capire quale sia oggi l’azione di governo di questa maggioranza e di questa giunta. La manovra finanziaria del 2010 del presidente Cappellacci – ha aggiunto - si doveva basare sulla persona. Noi non avevamo fatto ostruzionismo per approvare la manovra di bilancio e poi è finita in un “assestamentino”. Per Uras ormai è chiaro che la soluzione della crisi è formale e non sostanziale. Insomma – ha detto ancora la maggioranza non c’è, è in bilico, è senza rete. Il disagio è crescente. Sull’ordine del giorno presentato dai gruppi sardista e riformatori, Uras ha sottolineato che sono gli stessi gruppi della maggioranza a dire che la crisi esiste ancora. Io chiederò – ha concluso - la votazione per parti, e voterò a favore di molte parti.

Il presidente Cappellacci ha detto che non soffre quando è in quest’aula o quando sente critiche, soffre per le bugie e le mistificazioni. Non ho difficoltà a confrontarmi. Certo – ha aggiunto - non posso non notare come in questa quattordicesima legislatura ci siano state 140 sedute e ben 19 mozioni con richiesta straordinaria. . Ho letto con attenzione l’ordine del giorno presentato dai sardisti e dai riformatori. Il testo lo conoscevo già e lo condivido. Quando l’ho letto per la prima volta – ha detto il presidente della Regione - mi sono accorto che sette degli otto punti impegnavano la giunta in questioni legislative che erano proprie del Consiglio. Poi ho capito: in questo ordine del giorno il richiamo è rivolto non alla giunta ma al leader di una coalizione. Lo accolgo perché penso che debba essere considerato come un nuovo metodo di lavoro.
L’on. Salis (Idv) ha chiesto una breve sospensione

Alla ripresa dei lavori, l’on. Mario Diana (Pdl) ha chiesto di sospendere l’ordine del giorno e di votarlo nella prossima seduta, quella sulle riforme.
L’on. Bruno (Pd), è intervenuto contro la proposta dell’onorevole Mario Diana e ha ricordato che è un ordine del giorno della maggioranza per la maggioranza. Riteniamo – ha detto - che sia un ordine del giorno – sintomo di un malessere che ancora esiste. Presidente Cappellacci siete in un momento di grande difficoltà. Avete i numeri per decidere. C’è una giunta nuova ma non c’è maggioranza. Non vi basteranno tre giorni per mettervi d’accordo. Però prendiamo atto che avete bisogno di tempo, ma la Sardegna tempo non ne ha più.
L’on. Cossa (Riformatori), intervenendo a favore, ha detto che la proposta di Riformatori e Sardisti è propositiva per questo non si opponeva al rinvio.
La proposta dell’on. Diana (di rinvio) è stata accolta..
L’on. Uras ha chiesto alla presidente quale era l’ordine dei lavori della seduta di giovedì. Accogliendo una richiesta presentata dall’on. Cossa la presidente ha affermato che prima si sarebbero votate le riforme, poi il federalismo fiscale, poi la situazione politica e infine la scuola.

I lavori sono stati interrotti. Il Consiglio è convocato per giovedì alle 10. FINE