CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 146 del 30 settembre 2010

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Il dibattito generale sul federalismo fiscale

Cagliari, 30 settembre 2010 – La seduta si è aperta sotto la presidenza della presidente Lombardo. I lavori sono stati sospesi per 30 minuti su richiesta dell’on. Luciano Uras, capogruppo dei Comunisti- La Sinistra sarda – Rossomori.
Il primo capogruppo ad intervenire è stato l’on. Cuccureddu (Mpa – Misto) che ha detto che il federalismo fiscale poteva essere l’occasione per discutere delle politiche del Mezzogiorno ma così non è stato. Come è possibile – ha chiesto - che solo l’Udc in Parlamento si sia opposto a una legge che viene rappresentata in maniera così nefasta? Dopo un’ approfondita analisi – ha aggiunto - secondo me è difficile non condividere i principi che stanno alla base di questa legge. Però- ha aggiunto – è necessario stare attenti: la “fregatura” sta nei decreti attuativi che spesso hanno effetti devastanti. Per Cuccureddu è necessario fare fronte comune con le altre regioni del Centro Sud.
E’ poi intervenuto Adriano Salis, capogruppo dell’Idv che ha esordito con un “saluto affettuoso” al sindaco di Ottana, ricordandone le dimissioni. “E’ un richiamo alla concretezza”, ha dichiarato Salis, prima di affrontare il discorso sul federalismo fiscale, che parte dalla constatazione dell’“inequivocabile fallimento della politica italiana nei confronti del Meridione”. Un fallimento che risalta nel paragone con le politiche della Germania post muro che, “è riuscita, in vent’anni, a superare il gap tra Germania est e ovest”, mentre nel nostro Paese, nonostante 150 anni di unità nazionale, le “differenze nella potenzialità di sviluppo tra Nord e Sud non sono state scalfite”. “Un tema nascosto che grida vendetta” - ha aggiunto il segretario della III commissione -, "e riguarda venti milioni persone". “Quando sento il presidente del Consiglio dei ministri – ha precisato il consigliere dell’Idv – affermare che quasi il 40% dei fondi Cipe e Fas sono stati investiti nel meridione, io penso invece al dato rovesciato: ossia, che quasi il 70% è stato investito in settentrione, aumentando e non accorciando le distanze” tra i due poli. “Dobbiamo prendere atto che c’è un tentativo di imbroglio”, ai danni del Sud Italia, ha concluso Salis, precisando di non essere contrario alla legge n. 42, ma di non condividere “l’impostazione delle norme di attuazione”, i cui decreti “si pongono in contraddizione con la legge di riferimento”. Il rischio è quello di attuare un “federalismo straccione e un’autonomia di morti di fame”.

Il capogruppo Luciano Uras (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) partendo da alcune considerazioni sul contenuto della normativa sul federalismo fiscale (legge 5 maggio 2009 n.42), spiega: “Sostengo la tesi, in buona parte minoritaria o comunque non ampiamente sostenuta, che la normativa di cui trattiamo non c’entri per niente con il federalismo e la fiscalità”.
L’accusa di Uras è che la legge n. 42 tenda verso “un’operazione centralista” senza stabilire “il tetto che lo Stato è tenuto a rispettare in merito alle imposte dirette”, nonché “quali siano le imposte che lo Stato è tenuto ad applicare” al fine di accumulare la “risorsa finanziaria necessaria all’assolvimento delle funzioni affidatele dalla Costituzione”. Secondo il membro della III commissione “ la legge 42 è ambigua, impone comportamenti quasi autoritari, tipicamente centralisti”. “Di fronte a questo scenario – ha concluso - ben vengano strumenti che consentano la partecipazione di questo Consiglio alla partita che abbiamo in corso e che permettano l’affermazione della sovranità che compete a questo stesso Consiglio".
L’on. Vargiu (Riformatori) ha detto che il vero problema della Sardegna è come andiamo a rapportarci sul fronte delle entrate con lo Stato. Il capogruppo dei Riformatori si è soffermato a lungo sul gap, soprattutto infrastrutturale, della Sardegna rispetto alle altre Regioni d’Italia e sulle responsabilità di una classe politica spesso inefficiente. Per Vargiu è necessario coinvolgere nuove capacità e immetterle in politica. La Costituente – ha affermato - è l’unico modo che ci consente di ricatturare queste nuove capacità. La Costituente – ha detto ancora - non è un limone spremuto. E’ lo strumento che ci consentirà di andare a un confronto con lo Stato con la speranza di vincere le nostre battaglie. Ma potremo farlo solo se avremo i sardi dalla nostra parte.
L’on. Capelli (Udc) ha letto in aula le motivazioni per le quali l’Udc è stata l’unica forza in parlamento che ha votato contro il federalismo fiscale. L’Udc – ha detto Capelli - è favorevole a un federalismo vero. La maggioranza in Parlamento vuole un federalismo fiscale che “divide e discrimina”. Il capogruppo dell’Udc ha fatto rilevare un dato positivo: “Vedo nell’aula unanimità nel difendere le nostre entrate e i nostri diritti”. Per Capelli la classe dirigente deve crescere per evitare gli errori del passato.
L’on. Uras (La sinistra sarda – Comunisti – Rossomori) ha chiesto la verifica del numero legale. Essendoci il numero previsto il dibattito è proseguito.
L’on. Mario Diana (PDL) si chiede se la mozione in discussione serva davvero a tracciare una strada per il federalismo fiscale. “In Trentino è stata costituita una Commissione paritetica, ma direttamente con i rappresentanti del Consiglio regionale. Ma oggi mi viene difficile discutere questa mozione, se tra pochi giorni la Commissione paritetica si riunirà e vi parteciperanno solo funzionari. In questi giorni”, ha proseguito il capogruppo del PDL, “perfino il Ministro degli Interni viene in Sardegna per valutare la situazione, dopo gli attentati a diversi sindaci sardi. Anche in questo caso, come per lo Statuto, è importante l’approccio, che deve consentire di aprire tavoli e confrontarsi, rivendicando quanto ci spetta”.
Per l’on. Mario Bruno (PD) non è questo il tipo di federalismo che la Sardegna deve auspicare. “Lo Stato si compone di profonde differenze, da valorizzare in un quadro unitario”, ha affermato l’on. Bruno, “il federalismo non può essere solo la riduzione delle spese locali. Vi sono metodi per responsabilizzare gli amministratori, ma è necessario un federalismo solidale, con l’attivazione dei fondi di perequazione. Ma l’atteggiamento del governo non è dialogante. Perfino l’assessore Prato se n’è accorto. E federalismo non significa slegare i legami che ci uniscono”.
La replica della Giunta è affidata all’assessore al Bilancio e alla Programmazione Giorgio La Spisa. “Qualunque forma di collaborazione è importante, più forza abbiamo, meglio è. La questione del federalismo fiscale è importantissima. Si tratta di un fattore fondamentale di sviluppo dei diversi territori d’Italia. Tra i principi dell’art. 42 della legge istitutiva, vi è la sussidiarietà, verticale e orizzontale, un fattore di modernizzazione del Paese. E allora”, si è chiesto l’assessore, “i problemi da cosa nascono? Innanzitutto dai decreti attuativi e dalla relazione del Ministro dell’Economia, che ci preoccupano. Fanno intravedere un percorso di attuazione orientato a un federalismo senza regioni ordinarie e contro le regioni a Statuto speciale. Se questa impostazione si rafforzerà, sotto la spinta di un’importante parte della maggioranza, la Sardegna si troverebbe un sistema contrario allo sviluppo dell’isola. Lo Stato non può alimentare il sottosviluppo, non intervenendo sui veri motivi dell’arretratezza. Ora”, ha proseguito l’assessore, “è partito un percorso per le norme di attuazione che scaturiranno anche dai lavori della Commissione Paritetica. Possiamo ottenere subito un risultato: la salvaguardia delle specificità della nostra autonomia e dei nostri diritti. Un risultato da portare a casa il più presto possibile, ottenendo il livello massimo dei trasferimenti dalla trattativa con Stato sull’art.8. Lo stiamo facendo, con un atteggiamento determinato da parte dei rappresentanti regionali della Commissione. Dobbiamo fare un’azione molto forte e possibilmente unitaria”.
Dopo l’intervento dell’assessore La Spisa, l’on. Porcu (Pd) intervenendo sull’ordine dei lavori, ha detto che sembra ci siano le condizioni per un ordine del giorno unitario e ha chiesto una interruzione dei lavori fino alle 16,30. L’on. Diana (Pdl) ha chiesto, prima di pronunciarsi sulla proposta di Chicco Porcu, 10 minuti di sospensione. L’on. Bruno (Pd) ha detto di essere d’accordo con l’on. Porcu ma di voler sospendere dopo le repliche. La presidente ha dato la parola al presidente della commissione Bilancio.
L’on. Maninchedda, nella sua replica, ha detto che sembra ci siano le condizioni per redigere un ordine del giorno unitario. “L’ordine del giorno – ha sottolineato deve essere pragmatico e deve contenere le tre richieste principali. Prima di tutto, per quanto riguarda le entrate è necessario chiarire che l’articolo 8 deve essere applicato tassativamente. Per quanto riguarda il federalismo fiscale deve essere chiaro che la Sardegna non ha intenzione di caricarsi di nessuna funzione ulteriore che non sia adeguatamente finanziata. Sul Patto di stabilità la richiesta deve essere quella di adeguare la spesa al livello delle entrate.
L’on. Salis (Idv) ha affermato che siamo in presenza di un federalismo “cinico” che è proposto da chi ha le leve del comando. La battaglia – ha detto nella sua replica - sarà dura e dobbiamo combatterla verso “veri nemici”, perché si tratta della nostra sopravvivenza. Per Salis “il federalismo cinico deve essere battuto da un federalismo civico” . Nell’ordine del giorno – ha concluso - deve essere espressa tutta la forza del Consiglio regionale. E’ indispensabile unitarietà e dobbiamo fare questa battaglia fino in fondo.
Dopo l’intervento dell’on. Salis la presidente ha convocato una breve conferenza dei capigruppo che ha deciso di sospendere i lavori.
Il Consiglio si riunirà domani mattina alle 10 per la seduta statutaria. All’ordine del giorno la mozione sulla scuola. FINE