CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 141 del 23 settembre 2010
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Prosegue la discussione generale sulle riforme
Cagliari, 23 settembre 2010 – I lavori del Consiglio regionale si sono aperti sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. Il primo ad intervenire nella discussione generale di questo pomeriggio è stato l’on. Giorgio Locci (Pdl) che ha auspicato una soluzione condivisa il più possibile. Il consigliere del Pdl condivide l’ipotesi di istituire una commissione speciale che si occupi delle riforme e ha proposto l’approvazione di un ordine del giorno unitario.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) nel suo intervento si è soffermato sull’evoluzione costituzionale della concezione federalista, sull’autonomia, sul concetto di sovranità. La storia dei nostri padri – ha aggiunto - è importante ma è necessario anche seguire l’evoluzione della nostra dottrina costituzionale per raggiungere l’obiettivo di distribuire una sovranità maggiore.
L’on. Mario Floris (Uds) ha ricordato che le riforme rappresentano un processo lungo che deve appassionare le migliori energie della società. Occuparsi di riforme – ha aggiunto – non vuol dire occuparsi di aspetti formali, le riforme rappresentano i problemi della nostra gente. Per Mario Floris la riscrittura dello statuto non può prescindere da altre importanti riforme che si intrecciano e che sono correlate tra loro come quelle amministrative, quelle che riguardano il funzionamento della macchina regionale o i rapporti tra consiglio e giunta. Per Mario Floris, che ha dichiarato di non essere contrario neanche alla nomina di una commissione speciale, l’ipotesi migliore per le riforme è quella di affidarle alla commissione Autonomia allargata ai capigruppo. Questo organo diventerà un laboratorio e, in una prima fase, individuerà i temi per delineare un quadro complessivo delle molteplici materie che si intrecciano e sulle quali è necessario intervenire. Naturalmente tutto il lavoro della commissione sarà portato all’attenzione del Consiglio. Nella seconda fase, si metteranno a punto, anche con la giunta, le iniziative unitarie da portare avanti.
L’on. Giampaolo Diana (PD) si chiede se il nuovo Statuto serva per rispondere ai bisogni dei sardi. “Vi sono gravi problemi in ogni settore, un’opprimente povertà, un bassissimo tasso di occupazione. A tutto bisogna dare risposta: istruzione, scuola, giustizia, sono solo alcuni esempi di politiche sbagliate del governo nazionale, a cui dovremmo opporci. Dobbiamo guardare alle richieste del popolo sardo, anche in quest’aula e in questa discussione, per cercare la miglior forma per soddisfare i bisogni dei nostri concittadini. Tentiamo di definire quale forma statutaria o quale forma statuale ci consenta di rappresentare meglio gli interessi della gente, coinvolgendo la generalità della società sarda, non solo con l’unione delle forze politiche”.
L’on. Attilio Dedoni (Riformatori Sardi) ha detto di credere fortemente nell’Assemblea Costituente. Il presidente della commissione Cultura si è soffermato a lungo sulla storia autonomistica della Sardegna. L’esperienza del passato – ha detto – ci deve servire come base per il futuro. Il nuovo Statuto deve essere espressione della maggiore condivisione possibile. In materia di federalismo – ha concluso - bisogna essere coraggiosi, ma questo coraggio lo abbiamo?
Dopo l’on. Dedoni è intervenuta l’on. Zuncheddu (Rossomori), che ha attaccato la Giunta, tranne l’assessora Corona, per l’assenza dall’Aula. Ha ringraziato per la pre-senza, invece, la presidente Lombardo. “Dal dibattito di questi due giorni emerge un dato importante che accomuna tutte le nostre diversità. E cioè
che esiste il popolo sardo, con la sua identità e cultura. La riscrittura dello Statuto, però, dovrà andare ol-tre il Consiglio regionale, spesso strabico e inadeguato. Potrebbe essere invece uno strumento migliore un’assemblea costituente davvero rappresentativa del popolo sardo e di tutte le sue specificità. Ma senza lo status di nazione sarda, di che Statuto stiamo parlando? E’ possibile l’apertura di una nuova stagione di sovranità e su questi temi noi Rossomori siamo a disposizione dell’Assemblea, per la realizzazione del diritto inalienabile dei sardi all’indipendenza e alla sovranità”.
Ha poi preso la parola l’on. Giuseppe Cuccu (Pd), secondo cui “abbiamo di fronte domande sociali, nuove povertà e profonde modifiche nei poteri delle Regioni e delle autonomie locali. Rispetto al 1948 questo è un altro mondo. La Sardegna può senz’altro funzionare meglio ma questo può avvenire nel rispetto del patto costituzionale. Qual è lo strumento più idoneo per raggiungere gli obiettivi? Una commissione straordinaria a termine, rappresentativa del Consiglio regionale, che tenga conto della complessità della società sarda. Ma non è pensabile che il Consiglio abdichi del tutto alla sua funzione. Siamo disponibili a questo percorso, purché non prevalgano arroganze”.
Ha preso poi la parola l’on. Maninchedda (Pds’Az), che ha chiesto di poter precisare alcuni contenuti “alla luce del dibattito che si è sviluppato. E’ chiaro anche per l’opposizione che l’autonomismo è entrato in una fase critica. Nessuno sta esortando all’eversione ma se un consiglio regionale non decide di liberarsi di padri che non sono padri, non abbiamo il punto di partenza forte grazie al quale sederci con lo Stato. Vogliamo solo girare pagina rispetto a un autonomismo che non possiamo più guardare come un miraggio. Si parte dal fatto, per noi, che lo Stato ha responsabilità e doveri ma non possiamo difendere un feticcio di Stato che si sta già polverizzando. Non esiste l’unità d’Italia, non esiste l’unità economica dell’Italia è la prova è nel costo dei beni, nella gestione delle risorse dell’Università. Noi non siamo per il disordine ma si può dire che questo potere non funziona? Noi non vogliamo scardinare lo Stato, non dovete avere paura, ma riformarlo”. Per l’on. Alessandra Zedda (Pdl) “abbiamo la grande opportunità di occuparci di riforme fondamentali per questa ragione e la vecchia autonomia è superata.
Ma il nuovo Statuto dovrà essere opera tanto del Consiglio regionale, della commissione autonomia e delle parti sociali e degli enti locali. In questi giorni i sardi si chiedono su cosa discutiamo ed è necessario essere chiari e
tempestivi. E’ una sfida affascinante, che prevede una sola strada senza limiti di velocità. In sei mesi questo processo di riforma può essere realizzato sino a licenziare il nuovo Statuto e contribuire a uscire dalla crisi. Due elementi dovranno essere la stella polare: l’esaltazione della nostra specialità e lo stato di sottosviluppo della nostra terra”.
Ha preso poi la parola l’on. Cristian Solinas (Psd’az): “La storia ci chiama a una scelta, all’azione e non alla narrazione. Noi non siamo per il regionalismo né per l’autonomia né per il federalismo. Noi ci proponiamo di affermare la sovranità del popolo sardo per arrivare all’indipendenza. Non ci interessa un’indagine storica sulle ragioni delle indipendenza, è più importante affermare che l’indipendenza per noi ha una dimensione culturale e sociale prima che
economica. Noi pensiamo che l’indipendenza sia inevitabile se vogliamo governare i processi economici e sociali della Sardegna. Si è esaurito il tempo dello Stato, con la sua immobilità quasi sacra-le”.
E’ intervenuto anche l’on. Luigi Lotto (Pd), che ha detto: “Quello delle riforme è il nodo ineludibile di questa legislatura e dunque dobbiamo affrontare questo compito scegliendo il percorso più ideono con un ordine del giorno unitario, che coinvolga tutto il Consiglio, dia mandato alla Prima commissione allargandola alle parti sociali perché predisponga una bozza del nuovo statuto entro quattro mesi. Sono pessimi-sta sul fatto che questa giunta sia in grado di risolvere le numerose questioni che attanagliano l’isola ma nonostante questo è possibile che insieme scriviamo le pagine del processo riformatore dell’Isola”.
Per l’on. Peru (Pdl) la riforma dello Statuto può risolversi “con una nuova pagina o con l’ennesimo fallimento, che sarebbe più grave dei precedenti. Va riconosciuto agli amici sardisti il merito di questa mozione e di aver portato allo luce una necessità che non poteva aspettare un’altra legislatura. Però ora
dobbiamo affrontare il tema: il Pdl non è per la costituzione di uno Stato a sé distinto da quello italiano. E’ proprio necessario evocare queste parole fortemente simboliche o è invece meglio concentrarci sui poteri da richiedere per la Sardegna? Una Sardegna federata con lo Stato potrà ritagliarsi grandi
poteri e grandi funzioni”.
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha detto che “al di là degli aspetti romantici del tema in discussione ma abbiamo tante questioni aperte. E’ necessario prevedere regole certe che assegnino competenze alla Regione e libertà al popolo sardo. Dunque, dobbiamo ricostruire un sistema oggi allo sfascio, rielaborando in chiave moderna e solidale le relazioni dentro le nostre comunità. La nostra mozione porta con sé una posizione non separatista e nemmeno utopistica: insieme ma alla pari possiamo scrivere le nuove regole, in un periodo anche più breve dei dodici mesi a meno che non vogliamo usare le riforme per coprire il vuoto politico e ci dispiacerebbe non poco. I sardi sono pronti a partecipare a questo percorso se saremo capaci di svegliare la loro passione politica. Anche sul tema delle donne, ad esempio: mi appello alla
Presidente del Consiglio per il fatto che nella commissione Autonomia non è presente nemmeno una donna”.
L’ultimo intervento della serata è stato quello dell’on. De Francisci (Pdl), secondo cui “accanto alle procedure per arrivare al nuovo Statuto, di cui molto si è parlato, ma dobbiamo prepararci in fretta alla riforma federalista che modificherà totalmente il nostro Stato mentre questo Statuto speciale in questo
contesto rischia paradossalmente di rivelarsi un limite. Dobbiamo avviare una vera e nuova stagione di sviluppo ma senza le risorse finanziarie non è semplice far crescere l’economia e la società. E’ questa la sfida che abbiamo davanti”.
Al termine dell’intervento dell’on. De Francisci la presidente Lombardo ha chiuso la seduta annunciando che i lavori del consiglio riprenderanno martedì 28 settembre alle 10 con gli interventi dei capigruppo. (c.c.)