CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 136 del 13 settembre 2010
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Agricoltura: Approvato dal Consiglio regionale l’ordine del giorno n. 1 firmato da tutti i consiglieri del centrosinistra.
Cagliari, 13 settembre 2010 – Con l’approvazione dell’ordine del giorno firmato da tutti i consiglieri regionali del centrosinistra si è conclusa la lunga seduta dedicata alle dichiarazioni dell’assessore regionale dell’agricoltura sulla profonda crisi del settore. L’approvazione dell’odg n. 1 (Bruno e più) avvenuta con voto elettronico palese (presenti 56, votanti 30, sì 27, no 3, astenuti 26) ha fatto decadere l’ordine del giorno firmato dal centrodestra. L’ordine del giorno approvato indica in 10 punti alla giunta le misure più urgenti da adottare per permettere al comparto agropastorale di superare le emergenze e creare le premesse per un rilancio.
I lavori pomeridiani del Consiglio regionale si sono aperti sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo.
Il primo a intervenire nel dibattito sulle dichiarazioni dell’assessore regionale Andrea Prato è stato l’on. Massimo Zedda (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) che ha detto che l’esponente della giunta dall’inizio del suo mandato ha creato solo false illusioni. La giunta ha sprecato il tempo e non ha ancora detto come intende affrontare la crisi del settore della pastorizia. Nell’intervento l’assessore Prato ha distribuito colpe a tutti. Ma quali sono – ha chiesto - le idee, le strategie, gli obiettivi di questa giunta per risolvere i problemi? Per Massimo Zedda la giunta si muove con il piede in due staffe. Da un lato vorrebbe aiutare i pastori, dall’altro non vuole scontentare gli industriali. Ora è arrivato il momento di scegliere. La scelta del centrosinistra è chiara: l’attenzione deve essere rivolta verso chi soffre di più: cioè i pastori.
L’on. Cappai (Udc) ha sollecitato la presenza in aula del presidente della giunta regionale e ha concordato con l’on. Lotto sulla mancata consegna dei dati sul mondo ovi-caprino. Richiesta, peraltro, fatta ufficialmente all’assessore in commissione Agricoltura. Per l’esponente dell’Udc è necessaria una politica che affronti i nodi del problema perché l’agricoltura sarda ormai è giunta ad un bivio: o vengono risolti i problemi o sarà sempre subalterna rispetto a quella europea e delle altre regioni italiane. Nello Cappai ha criticato la relazione dell’assessore Prato dicendo che “l’ha condivisa solo in parte”. Per Cappai bisogna fare ogni sforzo per mettere d’accordo tutti i soggetti della filiera. Un primo passo – ha concluso - è stato il DL approvato dalla giunta. Ma i 4 centesimi previsti sono pochi: “Troviamoci intorno a un tavolo e mettiamoci d’accordo sul prezzo del latte”.
L’on. Zuncheddu (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) ha detto che in questo settore la classe politica sarda ha fallito. Oggi tutti noi abbiamo una grande opportunità: dobbiamo scegliere se stare con i pastori o se stare con le multinazionali del settore. La Sardegna – ha aggiunto - non può rinunciare a nessun posto di lavoro nei settori dell’economia tradizionale. Nessuna azienda agropastorale deve essere chiusa o messa all’asta. E la politica non può permettere che le banche “strozzino” gli allevatori. E’ ora di chiedere al governo nazionale di riappropriarsi di un minimo di dignità istituzionale e di dichiarare lo stato di crisi del settore.
Per l’on. Christian Solinas (Psd’az) in questo dibattito ognuno recita a soggetto. Non è emersa nessuna soluzione, nessuna proposta. Davanti alla crisi internazionale che stritola i sistemi più deboli è ora di dare risposte certe al settore che rischia il tracollo. Secondo il consigliere del psd’az si deve partire dalla dignità professionale di coloro che lavorano ancora la terra e che non hanno lasciato la campagna facendosi contagiare dal delirio della chimica. L’on. Solinas ha chiesto all’assessore Prato dati certi sulla produzione del latte e del formaggio. Come è possibile – ha detto – che viene prodotto meno latte e più formaggio? O i numeri non sono veritieri o nella produzione sta entrando qualcos’altro. Sarebbe opportuno conoscere i numeri esatti.
L’on. Francesca Barracciu (PD) accusa la Giunta, definendola “inconcludente e sorda ai problemi della Sardegna”. “L’agricoltura e la pastorizia”, ha aggiunto, “sono ormai allo stremo delle forze. La vertenza corrisponde alla crisi delle zone interne. E lei, assessore, fa un’analisi del passato, che le serve per autoassolversi e per disegnare un futuro troppo distante. La seduta odierna nasceva per conoscere la strategia della Giunta, ammesso che ne avesse una. Speravamo in una risposta per l’emergenza e in soluzioni strutturali. Finora cosa è stato fatto, in un anno e mezzo, per lenire gli effetti del mercato? Per rivitalizzare il comparto e sostenere i redditi? Ci sono misure su cui si potrebbe agire, come dimostrano all’Estero, ma la Giunta continua a restare immobile”.
Per l’on. Gianvalerio Sanna (PD) il governo regionale si è dimostrato inadeguato, senza soluzioni, vuoto di idee. “Inoltre”, ha proseguito l’on. Sanna, “cosa si è fatto in questo anno e mezzo, nei rapporti con lo Stato e con l’Unione Europea? Cosa si è fatto per gli allevatori, per gli agricoltori, per i produttori di latte? In un periodo di crisi strutturale, mondiale, capace di cambiare gli stili di vita, senza un governo capace di interpretarla e riformare la società, andremo ancora più a fondo”.
L’on. Giampaolo Diana (PD) si è rivolto direttamente all’assessore Prato, accusandolo di aver pronunciato una sequela di banalità e assurdità, peccando di immodestia. “L’accusato è lei. In 18 mesi lei si è distinto per 3 cose: ha diviso il comparto, non è stato capace di presentare proposte, non ha impegnato il Ministro ad affrontare i nodi del comparto. Lei”, ha aggiunto l’on. Diana, “non conosce l’etica della responsabilità istituzionale, altrimenti non le avrebbe scaricate sul mondo intero. Ci aspettavamo analisi e proposte, per trovare soluzioni a questioni irrisolte da tempo, misure per far lievitare il reddito dei produttori di latte, ponendo fine al ricatto degli industriali. Lei, assessore, deve dire come si può raggiungere tale obiettivo. Per noi, il primo passo sarebbe la dichiarazione di crisi del comparto, per poi affrontare questioni vitali nell’immediato, sospendendo i pagamenti dei mutui. Cosa aspettate? Abbiamo perso mesi per colpa vostra”, ha quindi concluso l’esponente della minoranza.
È poi intervenuto l’on. Roberto Capelli (UDC). “Assessore, io sono imbarazzato, perché poche voci in maggioranza hanno cercato argomenti per consentire una più proficua discussione e perché da mesi vi è clima di delegittimazione nei suoi confronti. Oggi è necessario riconquistare autorevolezza, che via via abbiamo perso, dopo le elezioni. Il Consiglio”, ha proseguito l’on. Capelli, “deve discutere le proposte delle Commissioni, senza avventurarsi a trovare soluzioni in argomenti che non conosciamo, senza andare a caccia di facili consensi in chi ascolta. Ma non è serio affermare che il Governo non possa fare nulla: può, come ha fatto difendendo il Nord con le quote latte”. La proposta dell’esponente dell’UDC prevede due fasi: “Il momento contingente va risolto trovando i denari. Poi si troveranno le soluzioni strutturali ed un programma serio, basato su reali prospettive. In Sardegna siamo ormai vicini ad atti concreti di disobbedienza civile. L’unico modo di farci sentire è contare a livello euro-mediterraneo. Non basta che i nostri produttori si mettano d’accordo, se non c’è accordo a livello globale. Chiediamo una diretta responsabilità del Governo nazionale per affrontare il dramma contingente”.
L’on. Agus (Pd) ha auspicato, al termine del dibattito, l’elaborazione di strategie e soluzioni per tentare di arginare la crisi del settore. L’agricoltura e l’allevamento – ha detto - non devono essere considerati settori marginali. Certamente – ha aggiunto - ci vuole un salto di qualità anche in termini di associazionismo. Lo sviluppo sostenibile non può essere solo uno slogan.
L’on. Cuccureddu (Mpa- Misto) ha detto che nel dibattito di oggi oltre alla grande ritualità si è proposta anche qualche idea interessante. Io credo – ha detto Cuccureddu - che sia utile capire le cause della crisi e non pontificare sui suoi effetti. In Sardegna - ha affermato - si producono 280 milioni di latte ovino e 550 000 quintali di formaggio. Il problema è che dei 270.000 quintali di pecorino romano prodotto abbiamo un esubero di 50.000 – 60.000 quintali . L’esubero è dovuto a un calo delle vendite negli Stati Uniti dove si è sostituito il pecorino romano con altri formaggi da grattugia prodotti con latte vaccino, attualmente più economico. E allora cosa fare per tentare di arginare la crisi? Per Cuccureddu l’unica soluzione praticabile è vendere il latte e non il formaggio. Per l’esponente dell’Mpa non è possibile né utile ridurre la produzione. Bisogna produrre a prezzi più bassi, abbattendo per esempio i costi di trasporto.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha aperto il suo intervento ringraziando il Movimento dei pastori sardi e le associazione di categoria che nel mese di agosto hanno fatto una mobilitazione tale da portare i problemi all’attenzione non solo della Sardegna e del resto d’Italia ma dell’intera Europa. Da questo Consiglio regionale - ha affermato Salis - dobbiamo essere capaci di uscire stasera con una proposta che immediatamente dia risposta ai lavoratori delle campagne. Insomma bisogna passare dalle parole ai fatti. Sull’aiuto che potrebbe dare alla Sardegna il governo nazionale, Salis ha detto che il governo nazionale non ha nessun interesse a far prevalere gli interessi del meridione, perché è sottomesso alle politiche leghiste. Quindi, l’azione forte deve partire dal consiglio regionale. Salis ha auspicato un ordine del giorno unitario.
L’on. Uras (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) ha subito ricordato che questa seduta straordinaria è stata fatta per ipotizzare soluzioni e per concretizzare azioni. Mi sarei aspettato dall’assessore – ha detto Uras - non banalità, non luoghi comuni, ma una proposta completa. Una bozza di ordine del giorno, resa disponibile prima del dibattito e concordata con le parti sociali. Invece, l’assessore fa una critica pesante al suo governo nazionale. L’assessore Prato – ha affermato ancora - è inadeguato al ruolo. Lei non è all’altezza di svolgere questa funzione. E i problemi rimangono inalterati. Ci sono 250 milioni di euro da destinare al settore? Ci sono i soldi per sostenere le organizzazioni? Abbiamo bisogno di volare alto. Noi abbiamo il dovere di mettere in campo una politica seria. Noi presenteremo un ordine del giorno. Forse voi ne presenterete un altro. Ma quello che riguarda la soluzione dei problemi deve vederci uniti. L’agricoltura è un settore chiave della nostra identità. Siamo nel caos. Presidente Cappellacci – ha concluso Uras - si assuma le sue responsabilità.
Per l’on. Sergio Milia (UDC) “non è bello affibbiare colpe, ma un cenno alle responsabilità dei passati governi è doveroso. Spesso abbiamo inoltre assistito al gioco al rialzo sulla spendita delle risorse. Per questo, chiedo all’assessore Prato di cosa ha bisogno il comparto: è vero che ha bisogno dei 250 milioni che ci hanno chiesto le associazioni? O bastano i 5 milioni che ha proposto la Giunta? O invece serve il ritiro delle 80mila tonnellate di latte invenduto? Certamente, l’agricoltura e la pastorizia vanno sostenute, ma vorremmo capire come”, ha concluso l’on. Milia.
L’on. Mario Diana (PDL) si chiede a cosa abbia portato la discussione odierna in Consiglio. “Dobbiamo semplicemente tirar fuori 250 milioni in 3 anni e tutti contenti? Il 35% del comparto agricolo è rappresentato dal settore pastorale, ma noi dobbiamo pensare anche al restante 65%. Certo è che dobbiamo aggredire questa crisi con le risorse e con le modalità che ci sono permesse. Sono finiti i tempi degli aiuti a pioggia”, ha proseguito il capogruppo del PDL, “la logica ormai è completamente diversa. Su questo aspetto doveva esserci l’aiuto del Consiglio regionale, per trovare la soluzione percorribile. Mettere sotto accusa solo gli industriali del latte è facile e comodo. Ma la situazione è ben più complessa. Non basta criticare l’assessore Prato, cosa peraltro legittima”.
Per l’on. Mario Bruno (PD) l’assessore Prato ha portato in Consiglio pochi fatti. “Per questo motivo siamo preoccupati, non avendo ricevuto notizie sulle risorse concretamente disponibili. Il Presidente della Regione avrebbe dovuto mettersi a capo di una grande mobilitazione unitaria, interpretando il sentimento comune dei sardi. Abbiamo tentato anche un dialogo, un confronto, con proposte anti-emergenza, aperte al contributo del Movimento dei Pastori”, ha aggiunto l’on. Bruno. “Questa è una crisi che, se non si affronta, rischia di creare danni irreparabili. Ancora oggi la Giunta non ha dato seguito alle proposte e alle richieste. Noi siamo contrari all’elemosina di 1000 euro al singolo produttore. Siamo invece per ampliare la de-minimis, anche tramite una battaglia col governo centrale. Tentiamo di attivare 200-220 milioni da spendere in 3 anni, ancorandoli all’incentivo alla creazione di un cartello di produttori di latte, da opporre a quello dei produttori di formaggio”.
L’assessore Prato, nella replica, si è chiesto se la crisi attuale possa veramente essere tutta colpa di questa Giunta e di questo assessore. “Io ho consegnato al Consiglio un documento in cui abbiamo condensato varie richieste, creando una proposta unitaria, aprendo una vera vertenza agricola con Stato e Ue. Questa crisi non è certo colpa di questa Giunta e di questo assessorato, che ha finora fatto 123 provvedimenti, molti più dei 5 anni precedenti. Certo”, ha aggiunto l’assessore, “non basta, ma non si può negare lo spirito propositivo e la ricerca delle soluzioni immediate. Dobbiamo invece fare presto, mettere in moto il sistema entro Dicembre. Basterebbe la chiusura di poche cooperative a far crollare tutto il sistema. Da questa consapevolezza nasce l’insieme di documenti e provvedimenti ad hoc, non solo la famosa leggina di 4 articoli. Non sempre serve il passaggio in aula, insomma. In più vorremmo maggiore equilibrio nella formazione del prezzo del latte, quando tutti fanno finta di contrattare con l’assessore e poi gli industriali si accordano per conto proprio. E quei 4 centesimi che abbiamo offerto”, ha proseguito l’assessore Prato, “sono sicuri: è inutile scrivere 14 o 10 centesimi, quando poi non li si stanzia. Inoltre, abbiamo stanziato 5 milioni di euro per l’accesso al credito per il settore agricolo, 2 milioni per i Consorzi agricoli, 4 milioni per la ricapitalizzazione delle cooperative in difficoltà. Si tratta di risorse già disponibili con strumenti legali già pronti. Senza dimenticare la proposta della stanza di compensazione”, ha concluso.
Dopo una sospensione di oltre un’ora sono stati elaborati due ordini del giorno uno a firma Bruno e più e uno a firma M. Diana e più.
Sull’ordine del giorno n. 1 (Bruno e più) che in 10 punti elenca alla giunta le misure più urgenti da adottare per permettere al comparto agropastorale sardo di superare la emergenza attuale e creare le premesse per un suo rilancio su nuove basi sono intervenuti per dichiarazione di voto:
l’on. Lotto (Pd) che ha precisato che l’ordine del giorno è stato firmato da tutti i consiglieri del centrosinistra.
l’on. Salis (Idv) che ha detto che voterà a favore dell’ordine del giorno numero 1 ma ha espresso rammarico per non essere riusciti a raggiungere un ordine del giorno unitario.
L’on. Uras (Comunisti italiani – la sinistra sarda – Rossomori) che ha annunciato di votare a favore dell’ordine del giorno del centrosinistra.
L’on. Bruno (Pd) che ha espresso dispiacere sul fatto che non si sia arrivati all’unità. Per il capogruppo del Pd è un’occasione mancata.
L’on. Soru (Pd) ha annunciato il voto a favore della mozione del centrosinistra.
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) ha annunciato il voto a favore e ha dichiarato la insoddisfazione per la replica dell’assessore Prato.
L’on. Milia (Udc) ha dichiarato il voto di astensione sull’ordine del giorno n. 1
L’ordine del giorno n. 1 del centrosinistra, votato con sistema elettronico palese, è stato approvato (presenti 56, votanti 30, sì 27, no 3, astenuti 26).
Con l’approvazione dell’ordine del giorno del centrosinistra è decaduto quello del centrodestra.
Il Consiglio è stato convocato a domicilio. (R.R.)