CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 133 del 7 settembre 2010

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Mozione n. 78 (Bruno e più) sulla mancata applicazione del nuovo regime delle entrate regionali - MOZIONE n. 72 (OPPI e più) sull'applicazione dell'articolo 8 dello Statuto d'autonomia

Cagliari, 7 settembre 2010 - La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’ordine del giorno la mozione n. 78 presentata dal centrosinistra, primo firmatario il capogruppo del Pd Mario Bruno, sulla mancata applicazione del nuovo regime delle entrate regionali e la mozione n. 72 (Oppi e più) sull’applicazione dell’articolo 8 dello Statuto d’autonomia.
La mozione n. 78 è stata illustrata dall’on. Bruno (Pd) che ha detto che il centrosinistra ha presentato questa mozione perché fortemente preoccupato dopo gli incontri tra il governo regionale e nazionale. Da questi incontri – ha aggiunto - non è emerso nessun fatto nuovo, c’è stata solo la conferma della subalternità del governo regionale rispetto a quello romano. E’ ora arrivato il momento – ha detto – di difendere gli interessi dei sardi e di ribadire che le norme di attuazione non sono necessarie per procedere alla liquidazione delle somme che lo Stato ci deve erogare. L’esigenza di norme di attuazione non trova conferma, l’articolo 8 dello Statuto è immediatamente applicabile. Noi vogliamo, con la mobilitazione, impegnare il presidente della Regione per rivendicare con forza le nostre entrate e per difendere lo Statuto. Bruno è stato molto critico nei confronti dell’operato della giunta Cappellacci : “Questa legislatura è finita – ha ribadito - meglio dare la parola ai sardi. L’unica preoccupazione di Cappellacci è quella di fare un rimpasto. Invece è necessaria una mobilitazione istituzionale e sociale. L’on. Bruno ha chiesto alla presidente Lombardo di convocare al più presto una grande Assemblea per far sentire la voce della Sardegna. Con questa mozione, di fatto, il Consiglio regionale – ha detto ancora l’on. Bruno - inizia la stagione delle riforme dove i sardi devono essere protagonisti perché l’attuazione dello Statuto e il nuovo patto con lo Stato riguarda il futuro del nostro popolo. Per Bruno, inoltre, è stata sbagliata la scelta della giunta regionale che prima delle ferie, con la manovrina, ha voluto operare tagli per 400 milioni di euro. La priorità – ha aggiunto - è la battaglia sulle entrate non i tagli. Il capogruppo del Pd ha ribadito, in conclusione, che la mozione presentata dal centrosinistra non serve a dividere ma a unire un fronte comune per rivendicare quello che spetta alla Sardegna. Bruno ha auspicato la presentazione di un ordine del giorno unitario.
La mozione n. 72 (Oppi e più), sull'applicazione dell'articolo 8 dello Statuto d'autonomia (legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3) è stata illustrata dall’on. Steri (Udc), che ha detto che su questa battaglia non ci possono essere contrapposizioni di parte. Concordo con l’on. Bruno – ha affermato - sul fatto che l’art.8 non richiede norme di attuazione. Ma la scrittura dell’articolo 8 – ha aggiunto - non è delle più felici perché concede la possibilità di numerose interpretazioni. Viene il dubbio – ha detto Steri - che i funzionari ministeriali abbiano messo qualche inghippo. Per l’esponente dell’Udc è inaccettabile il comportamento dello Stato nei confronti della Sardegna soprattutto per la mancata attuazione dell’articolo 13 dello Statuto che è la norma cardine dell’autonomia della Sardegna. Noi dobbiamo fare una battaglia – ha affermato - contro lo Stato ma non solo limitata alle entrate ma anche sui fondi Fas e sulla mancata applicazione dell’art 13. Dobbiamo – ha concluso - dare forza al presidente della Regione perché lo Stato deve sapere che se gli atteggiamenti continueranno a essere questi non ci saranno sconti.
Il primo ad intervenire nel dibattito generale è stato l’on. Porcu che ha detto di intervenire anche come primo firmatario dell ‘interpellanza n. 132 sulla mancata applicazione del nuovo regime delle entrate regionali. Prima di tutto – ha detto l’esponente del Pd – alla luce delle relazioni dobbiamo porci il problema di capire se l’appello di coesione lanciato dall’on. Bruno possa essere accolto. Dobbiamo capire se la seduta di oggi è un’occasione di ontrapposizione o può servire a creare l’unità in un ordine del giorno. E’ questo il primo obiettivo : trovare una strada comune. Per Porcu è necessario un ordine del giorno unitario per mettere al centro del Consiglio l’interesse dei sardi.
L’on. Mario Floris (Misto - Uds) auspica sulle entrate della Regione un approccio di convergenza verso obiettivi di comune e generale interesse. “Invece le strade si sono divise”, ha affermato, “la Sardegna, però, non è figlia di un Dio minore. È Italia, è Europa, e per questo dobbiamo essere inflessibili con Stato, Governo e parlamento. Si è scelta la strada delle norme di attuazione, ma manca qualsiasi comunicazione sull’attribuzione delle competenze e sull’accertamento delle entrate e dei tributi”. “Noi siamo per la modifica del titolo Terzo dello Statuto”, ha proseguito l’on. Floris, “per attribuire nuove competenze alla Regione. Su questi temi dobbiamo fondare la vera battaglia politica, senza limitarci a quanto lo Stato ci deve. Come in Sicilia”.
L’on. Franco Sabatini (PD) ha aperto il proprio intervento segnalando alcuni accadimenti allarmanti degli ultimi giorni. “Giornali che attaccano chi la pensa diversamente dal Presidente del . Consiglio dei Ministri, attacchi personali feroci, a Torino fischi al Presidente del Senato da parte degli squadristi di Grillo, il giorno dopo difesi da un altro quotidiano. Sono cose che preoccupano”, ha sostenuto l’on. Sabatini, “in Italia vi è un modo di far politica che punta sulla delegittimazione dell’avversario. Niente confronto, a destra come a sinistra. Cosa c’entra con la vertenza entrate? Provo a spiegare: il dialogo è fondamentale, perchè innanzitutto siamo tutti sardi. Serve una manifestazione unitaria. Anche se permangono le differenze, oggi possiamo e dobbiamo evitare divisioni”.
L’on. Radohuan Ben Amara (Comunisti-La Sinistra Sarda-Rossomori) precisa che il suo intervento sarà “una goccia nel deserto”. “La maggioranza è impegnata nel rimpasto della Giunta, invece che a difendere i diritti dei sardi”, ha esordito, “Le norme di attuazione non sono affatto necessarie: le entrate sono infatti costituzionalmente già riconosciute. Serve, invece, sollevare conflitto di attribuzione di fronte alla Corte Costituzionale”, ha concluso l’esponente comunista.

Per l’on. Francesca Barracciu (Pd) non c’è più un minuto da attendere. E’ stata un’estate di fuoco, i sindacati, le associazioni, le persone chiedono che ci sia un maggior impegno di questa giunta sui fondi Fas, sulle entrate e soprattutto che l’esecutivo non sia prono ai diktat del governo. Il governo regionale – ha affermato - si è mostrato troppo compiacente. La situazione è aggravata dal fatto che esiste un clima da Far west in cui il governo nazionale depaupera illegittimamente le risorse che spettano alla Sardegna. Oggi la posta in gioco è tale che bisogna intervenire. Abbiamo dalla nostra parte il diritto e questi diritti devono essere rispettati. Con unità e determinazione. Questa per noi – ha detto ancora l’on. Barracciu - è la strada per l’esercizio della nostra sovranità. Una sovranità che non può esistere senza risorse. Per questo è necessaria una “pretesa autorevole”.
L’on. Zuncheddu (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) ha detto che il governo di centrodestra è ormai dilaniato da lotte interne. Noi non vogliamo maggiordomi - ha aggiunto - e dobbiamo uscire dall’ottica della sudditanza. Non basta un rimpasto per avere autorevolezza bisogna smetterla di ubbidire agli ordini. Oggi i sardi, impantanati a subire una crisi senza precedenti , vogliamo assunzioni di responsabilità. L’on. Zuncheddu ha chiesto l’applicazione immediata dell’art 8. Senza i fondi che lo Stato ci deve non ci sono possibilità di sviluppo. I Rossomori - ha concluso - chiedono alla giunta di farsi portavoce della vertenza entrate, basta con i proclami isterici abbiamo dalla nostra parte la certezza del diritto. Presidente ci dica con chi sta. Se con il popolo sardo o meno.
L’on. Massimo Zedda (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) ha sottolineato che le norme di attuazione non servono. Non riusciamo a capire – ha detto - perché devono essere un muro insormontabile per avere le nostre risorse. Le chiediamo – ha detto rivolto al presidente Cappellacci - di farsi portatore degli interessi dei sardi. Per l’on. Zedda è necessaria una forte mobilitazione per farci restituire le risorse, ma queste restituzioni devono essere calendarizzate. L’autonomismo – ha concluso - non può essere più vissuto come una questione economica ma come impegno e dinamismo .
Per l’on. Carlo Sanjust (PDL) la mozione sulle entrate è una utile occasione per fare chiarezza su un tema scottante. “Trovare un indirizzo unitario è una frase retorica, che va avanti da troppi anni. Si auspicano battaglie unitarie e poi ognuno tira l’acqua al proprio mulino”, ha affermato, “ricordate la passata legislatura? Alla battaglia partecipammo tutti e poi ci fu una fuga in avanti. Per la soluzione della vertenza entrate non è necessario avere primogeniture. Dobbiamo dare esecuzione alle norme vigenti e alle norme di attuazione. Oggi la dobbiamo richiedere con forza. L’art.8 può essere considerato un punto di partenza per riscrivere le regole, in un percorso che ha un senso se rivisitiamo lo Statuto speciale”.
L’on. Gianvalerio Sanna (PD) critica l’intervento dell’on. Sanjust. “Lei ha detto ciò che non avremmo mai voluto sentire. Voglio usare un linguaggio privo del tecnicismo che confonde noi e i cittadin”, ha affermato, “non esiste una vertenza: è un problema di legalità. Si deve chiedere al governo di rispettare una legge dello Stato, di rimettere i fondi Fas dove erano, di ridiscutere le norme del federalismo. L’incapacità del centrodestra risuona anche nei richiami all’unità e agli errori del passato”.
Secondo l’on. Tarcisio Agus (PD) il discorso odierno poggia sui temi che costituiscono l’ossatura del futuro federalismo fiscale delle Regioni. “Non mi interessa alimentare polemiche e motivi di divisione”, ha affermato, “si tratta di una rivendicazione fondamentale per i rapporti Regione-Stato. L’opportunità di riprendere un tema fondamentale ci è stata data dalla manovrina da 400 milioni di tagli approvata prima della pausa estiva. Dobbiamo invece applicare le norme sulla specialità e calcolare le entrate effettivamente spettanti. In Sardegna l’insularità e la scarsa popolazione sono handicap da colmare con trasferimenti statali”, ha concluso l’on. Agus.
L’on. Giampaolo Diana (PD) ha ricordato come la settimana prossima in agenda vi sia la sessione per le riforme e per il federalismo fiscale. “Nelle dichiarazioni del Governo nazionale scompare la questione meridionale e nasce la questione settentrionale. In Sardegna, intanto, cresce un bisogno di autonomia che coinvolge tutti. Contro lo spirito del federalismo fiscale voluto dal Governo, noi chiediamo più risorse allo Stato. L’autonomia non è possibile senza risorse. La Sardegna ha dotazione infrastrutturale inferiore del 40% rispetto a media nazionale. Ecco perché”, ha quindi concluso l’on. Sanna, “serve una perequazione. L’intervento dell’on. Steri, ad esempio, è condivisibile in parecchi spunti. Auspichiamo una riflessione seria da parte di tutti”.
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha detto che il confronto con lo Stato non può essere di subalternità. L’esponente del Pd si è soffermato a lungo sul settore dell’agricoltura e della pastorizia che – ha aggiunto - sono la nostra industria. Avere le risorse che lo Stato ci deve vuol dire anche intervenire in questi settori. Rivolto al presidente Cappellacci, l’on. Solinas, ha detto che i sardi vogliono un presidente vero. Presidente – ha concluso - le chiediamo di anteporre gli interessi della Sardegna agli interessi di partito.
L’on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori) ha parlato di “federalismo asimmetrico” e ha detto che i cittadini sardi non hanno pari opportunità rispetto agli altri abitanti dell’Italia. Questo è l’elemento di partenza – ha aggiunto - su cui esercitare un’azione comune. I Riformatori auspicano che il “partito dei sardi” faccia sentire la propria voce, perché non esistono governi nazionali amici della Sardegna.
L’on. Renato Soru (Pd) ha detto che la mozione è stata presentata per due motivi: prima di tutto per richiamare l’attenzione sulla coscienza di ricostituire le entrate che spettano alla Regione e poi per ristabilire la legalità nei rapporti tra Stato e Regione. L’ex presidente della giunta ha ribadito che l’articolo 8 è dentro il nostro Statuto, esiste e come tale va difeso. Noi oggi non riusciamo né a difendere le risorse, né a far rispettare lo Statuto faticosamente conquistato. Cosa altro ci devono fare perché la Sardegna si ribelli? L’on. Soru ha fatto appello all’unità di tutti e si è soffermato sul settore della scuola e dell’insegnamento. “La scuola è responsabilità primaria dello Stato – ha concluso - ma sarebbe il caso di usare le risorse regionali per cercare di risollevarne la qualità”.
Dopo l’intervento dell’on. Soru, la presidente del Consiglio ha chiuso i lavori che riprenderanno questo pomeriggio alle 17. Per le ore 16 è stata convocata la giunta delle elezioni. (Fine R.R.)