CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 112 del 16 giugno 2010

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Testo Unificato Modifiche della legge regionale 5 marzo 2008 n. 3 relative all’estensione dello Sportello unico per le attività produttive (Suap) al settore dell’edilizia residenziale

Cagliari, 16 giugno 2010 - I lavori del Consiglio regionale si sono aperti sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea il Testo Unificato “Modifiche della legge regionale 5 marzo 2008 n. 3 relative all’estensione dello Sportello unico per le attività produttive (Suap) al settore dell’edilizia residenziale”, approvato all’unanimità nella seduta di ieri dalla Prima commissione. Il relatore, l’on. Porcu (Pd) ha detto che l’obiettivo della commissione è stato quello di chiarire con certezza l’applicabilità della normativa dello Sportello unico per le attività produttive (SUAP) anche alle attività edilizie, comprese quelle volte alla realizzazione di edifici di edilizia residenziale. L’esigenza di un chiarimento – ha aggiunto l’on. Porcu – si è resa necessaria dopo la recente sentenza del TAR che ha annullato la circolare esplicativa per la parte in cui ricomprende l’attività di edilizia residenziale fra quelle sottoposte alla disciplina del SUAP. La scelta delle commissione –ha proseguito l’esponente del Pd – è stata quella di modificare la disciplina introduttiva del Suap inserendo tra le attività economiche ammesse quelle dell’edilizia residenziale e stabilendo che la modifica al testo si applica anche alle richieste già presentate che hanno fatto affidamento sulla circolare successivamente cassata. L’on. Porcu ha chiesto una rapida approvazione del Testo.
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha chiesto una breve sospensione per un approfondimento.
Alla ripresa dei lavori è intervenuto l’on. Uras (La sinistra sarda – Rossomori – Comunisti ) che ha detto di non condividere questo provvedimento in quanto è illegittimo. Abbiamo bisogno di riflettere meglio – ha aggiunto – perché stiamo peggiorando questa amministrazione. Il Suap è lo sportello unico per le attività produttive. Lo sportello è un luogo fisico, non una funzione. Dietro lo sportello c’è un procedimento unico e un responsabile del procedimento. Questi tre elementi sono costituiti sulla base della legge delega 59 del 1997. Quindi, ci sono regole che sono vincolanti per la nostra istituzione. Nel 1998, all’indomani dell’approvazione del decreto legislativo 112, viene fatta – ha ricordato Uras - la legge regionale 37 che contiene l’articolo 7 che attua, prima regione d’Italia, lo sportello unico. Da dodici anni nel nostro sistema locale lo sportello unico è inesistente per violazione della legge da parte dell’amministrazione regionale. Poi si decide di far scomparire il procedimento unico e viene introdotto il silenzio – assenso ricomprendendo tra le attività produttive anche l’edilizia a uso residenziale. Ma quella circolare crea caos. Per cui il Tar è intervenuto con una sentenza che ha annullato la circolare esplicativa per la parte in cui ricomprende l’attività di edilizia residenziale fra quelle sottoposte alla disciplina del Suap. Noi allora cosa facciamo? – ha chiesto Uras - siccome ci sono trecento pratiche facciamo un’altra legge per portare nella legge la parte rigettata dal Tar. Uras ha proposto polemicamente di scrivere direttamente che le autorizzazioni edilizie si danno con il silenzio assenso. Il capogruppo di La sinistra sarda – Rossomori – Comunisti ha ribadito il suo voto contrario perché questo provvedimento squalifica l’autonomia. Questa amministrazione regionale – ha concluso - è decrepita e inquinata, è incapace e indecorosa.
L’on. G.V. Sanna (Pd) ha detto di comprendere in parte la posizione dell’on. Uras perché non riguarda questo provvedimento. Il collega Uras – ha affermato Sanna – è preoccupato che l’autocertificazione porti una specie di liberalizzazione. Non è così, perché nel testo unico ci sono garanzie precise. Per G.V. Sanna è necessario fare una scelta di campo. Noi – ha sottolineato - vogliamo accedere alla fase della semplificazione. Una semplificazione che potrà dare spazio ai soliti “furbacchioni” che vorranno approfittarsene, ma noi vigileremo perché questo non accada. Noi crediamo che con l’approvazione di questa legge si eliminano delle discriminazioni tra cittadini e che si darà nuovo impulso all’economia.
L’on. Carlo Sechi ((La sinistra sarda – Rossomori – Comunisti ) ha manifestato dissenso contro questo procedimento che è il frutto dell’incapacità di risolvere i problemi. Per Sechi si voterà un’ulteriore “frivolezza” che abbatterà i controlli anche nell’attività di edilizia residenziale che viene considerata attività produttiva. E’ una forzatura – ha aggiunto - ancora una volta siamo di fronte a un imbroglio. Il Consiglio regionale è imprigionato nella necessità di dare risposte al settore dell’edilizia ma la crisi economica e occupativa non dipende dal funzionamento del SUAP. Dobbiamo fare una riflessione seria sul modo di farlo funzionare.
L’on. Porcu (Pd) ha affermato che la norma sul Suap non nasce certo con l’intento di “liberalizzazione selvaggia”, ma nasce con il fine posto da sempre dal centrosinistra di mettere regole rigorose. Noi siamo stati – ha detto - sempre a favore di regole certe ma vogliamo che la pubblica amministrazione sia più celere anche fidandosi dei cittadini che possono autocertificare, quindi esiste un’assunzione di responsabilità. Rivolgo un appello – ha aggiunto - ai colleghi Uras e Sechi di rivedere la loro posizione. Questa giunta è del tutto inadeguata a risolvere i problemi della Sardegna, ma questo provvedimento è la continuità di quello fatto dal centrosinistra nella precedente legislatura.
L’on. Nanni Campus (Pdl) ha detto di essere perplesso sulla posizione assunta dai colleghi Uras e Sechi. Il SUAP – ha chiarito - non è il “grimaldello del malaffare” soprattutto nell’ edilizia residenziale dove è il comune il responsabile della conformità urbanistica. Quindi il malaffare non è legato alla semplificazione.
L’on. Massimo Zedda (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori) non condivide lo spirito con cui questa norma viene portata alla discussione in aula. “Credere che lo sviluppo economico passi solo dall’edilizi” ha affermato l’onorevole Zedda, “non ha portato alcun risultato ed alcun riscontro. I dati italiani ci dicono che abbiamo più imprese edili che edicole, ad esempio. Un altro problema è l’incentivazione dell’abusivismo, che crea costi pubblici per ripristinare ambiente. L’incertezza normativa non viene certo meno dal dirottare le pratiche sui SUAP. Per questo mi associo alla richiesta di non votare questo provvedimento, che non va nella direzione indicata dai promotori”.
È quindi intervenuto l’on. Gavino Manca (PD), con un richiamo al rischio di parlare di argomenti che non hanno attinenza con il provvedimento in questione. “Posso capire i motivi di principio”, ha aggiunto Manca, “ma qui stiamo parlando di altro. Noi abbiamo l’obbligo di approvare la legge in tempi celeri, per aiutare le amministrazioni locali e le imprese del settore, penalizzati da una sentenza del Tar. Cerchiamo la strada normativa migliore per evitare nuovi stop”.
L’on. Giampaolo Diana (PD), ha quindi ricordato che la Sardegna è la Regione che ha tempi più lunghi per le autorizzazioni burocratiche. “Molti imprenditori hanno abbandonato l’isola”, ha affermato Diana, “per l’impossibilità di realizzare l’investimento in tempi celeri e certi. Negli scorsi anni si è cercata risposta anche con gli sportelli unici. Il sistema dei Suap passa attraverso l’autocertificazione e il silenzio-assenso, strumenti che presuppongono la cultura della responsabilità e del controllo. Il Suap nasce come strumento per le attività produttive. Comprendo i dubbi sul fatto che la costruzione di una casa sia un’attività produttiva. Vigiliamo affinché non vi siano speculazioni, ma non blocchiamo questo strumento”.
Per L’on. Nicola Rassu (PDL), i Suap non sono mai stati posti in grado di funzionare effettivamente. “In Commissione avanzammo già forti dubbi sulle interpretazioni che avrebbero potuto bloccare tale strumento. Nel concetto di attività economica è insito anche quello dell’edilizia residenziale, in quanto la casa è un bene e viene prodotto da un’impresa. Esistono gli strumenti di controllo e il silenzio-assenso non è un via libera a tutto. Le verifiche sono sempre possibili”.
Più dubbioso il consigliere dell’IDV Adriano Salis, il quale ha proposto alcune riflessioni sulla circolare applicativa della legge sui Suap. “Io fui tra i sostenitori all’epoca dell’approvazione della legge”, ha affermato, “sono fautore dell’accelerazione amministrativa, ma non dello smantellamento dei controlli. Dobbiamo anche considerare che l’edilizia è un settore dove c’è il lavoro nero, dove ci sono le morti bianche, dove c’è la speculazione. Qui serve anche una politica di controlli e perfino di repressione. Aver inserito l’edilizia residenziale nel novero delle attività produttive comporta dei dubbi. E noi vogliamo capire se esistono gli strumenti per evitare la deregulation”. Per Salis i Comuni non avranno gli strumenti per attivare i controlli. “La finiremo con il far diventare una norma il silenzio-assenso, di 20 giorni, oltretutto. Ecco perché mi associo a chi ha avanzato dubbi su questo procedimento. È forse necessario un ulteriore approfondimento”.
È poi intervenuto l’on. Luigi Lotto (PD), secondo il quale l’argomento si sta rivelando più complesso del previsto. “Probabilmente il tema in sé comporta maggiori discussioni. Voglio rispondere all’on. Uras sulla presunta sovrapposizione del Piano Casa con la norma in discussione oggi. Noi siamo stati contrari a quella legge. Ma qui si parla di un’altra questione, cioè di una possibilità prevista da leggi nazionali e regionali. Non vi è alcuna commistione tra le due cose. Certo è che si deve vigilare sull’applicazione dello spirito della norma”.
Nella replica, l’Assessore all’Urbanistica ed Enti Locali Gabriele Asunis, ha sottolineato che le disposizioni vigenti introducono tra le attività produttive gli interventi relativi alla produzione di tutti i beni e servizi, esplicitando anche alcune fattispecie, ivi incluse agricole, commerciali, artigianali, alberghiere, servizi banche e telecomunicazioni. “Di fatto”, ha aggiunto l’assessore Asunis, “a giudizio della Giunta regionale l’argomento in discussione oggi è la chiarificazione di alcune cose già scritte nel dettato normativo, per evitare che la decisione del Tar possa creare gravi problemi alle nostre imprese artigiane ed edili. È noto che i Comuni avevano trasferito ai Suap quelle competenze, ma per effetto del pronunciamento del Tar migliaia di abitazioni costruite in Sardegna sono alle prese con forti negatività che creano grande preoccupazione tra le imprese del settore, in un momento già difficile”. Per l’assessore all’Urbanistica questo tipo di normativa esiste in numerose altre Regioni e soprattutto nei Paesi più avanzati, nei quali non è più previsto il controllo preventivo, ma solamente successivo alla costruzione. “Si va verso una semplificazione delle procedure, non verso la cancellazione delle verifiche. Io sono fortemente convinto”, ha quindi concluso, “che queste proposte di legge siano tutte positive, perché vanno verso risoluzione dei problemi nati a causa di un’articolazione del comma 17 poco adeguata alla reale volontà del legislatore. La procedura prevista da queste modifiche alla legge tende a velocizzare la risposta dell’ente locale rispetto a chi lavora e produce ricchezza”.
Dopo l’intervento dell’assessore Asunis, l’on. Uras ha chiesto la verifica del numero legale.
Essendo presente il numero legale, il presidente di turno l’on. Cucca ha allora disposto il voto sul passaggio agli articoli.
Per dichiarazione di voto, l’on. Uras (La sinistra sarda – Rossomori – Comunisti) ha detto di votare contro. Assessore – ha detto rivolto a Asunis – lei non mi ha convinto e non convincerà neanche l’amministrazione giudiziaria. Con questo provvedimento si mettono ulteriori problemi ai cittadini. Questo provvedimento è illegittimo.
L’on. Porcu (Pd) ha dichiarato il voto a favore. Rispetto il punto di vista dei colleghi che la pensano diversamente – ha detto - ma ritengo che le questioni sollevate non hanno niente a che fare con questo provvedimento. Questo strumento vuole rendere trasparente la pubblica amministrazione e dare risposte ai cittadini.
L’on. Claudia Zuncheddu (La sinistra sarda – Rossomori – Comunisti ) ha annunciato il voto contrario. Questo provvedimento- ha detto - è da bocciare e auspico che tutto il sistema politico sardo apra un dibattito sulla questione occupazione. Questo TU serve solo a privilegiare qualche amico del mattone che vuole avviare il business del mattone.
L’on. Roberto Capelli (Udc) ha sottolineato rivolto all’on. Zuncheddu: “io non faccio proposte di legge per fare bottega o per sostenere affari. Questo non è un DL della giunta è una proposta unificata dell’Udc, del PD e della giunta. Lei dovrebbe stare attenta a quello che dice”. Capelli ha annunciato il voto a favore.
Il passaggio agli articoli, con sistema elettronico palese, è stato approvato (presenti 67, sì 63, no 4, 2 astenuti).
Sul titolo e sugli emendamenti sono intervenuti, anche più volte gli on.li: Uras (La sinistra sarda – Rossomori – Comunisti ) che ha ribadito l’illegittimità del provvedimento; G.V. Sanna (Pd) secondo il quale il problema della politica e della sua impopolarità è l’incapacità di prendere decisioni per dare risposte ai bisogni dei cittadini. Con questo provvedimento si danno risposte; Carlo Sechi (La sinistra sarda – Rossomori – Comunisti ) che ha detto che l’esigenza di sbloccare 300 pratiche non giustifica l’approvazione di un provvedimento del genere; Adriano Salis (Idv) che sostiene l’illegittima della norma; Ben Amara (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori) che ha annunciato il voto contrario. L’emendamento 7 è stato bocciato. Il titolo è stato approvato. I lavori sono stati interrotti. Riprenderanno questo pomeriggio alle 16,30 con il dibattito sull’articolo 1. (R.R.)