CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 111 del 10 giugno 2010

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Energie rinnovabili, il Consiglio regionale discute mozioni e interpellanze

Sotto la presidenza della presidente, on. le Claudia Lombardo, il Consiglio regionale si è riunito per discutere la mozione presentata dall’opposizione (primi firmatari i capigruppo Bruno, Uras e Salis) dal titolo “Approvazione di un piano energetico regionale di sviluppo di tecnologie e impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sulla necessità di una normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti”.
Constatata l’assenza della Giunta dall’Aula, la presidente Lombardo ha disposto una breve sospensione. L’on. Soru (Pd) ha chiesto la parola alla presidente ai sensi dell’articolo 80 e ha detto: “Gli assessori La Spisa e Corona si sono espressi contro di me con parole irripetibili e ingiuriose, chiedo a lei cosa intende fare perché fatti del genere non si ripetano più”.
La presidente ha risposto: “Non mi consta che nel corso della seduta ci siano state ingiurie ma prenderò i verbali della seduta e verificherò che cosa è stato verbalizzato nel corso della seduta, prima che in Aula esplodessero i tumulti. Ho assistito personalmente solo a un vociare in Aula, rivedrò i verbali e sulla base di quello deciderò il da farsi”.

L’on. Mario Bruno (Pd) ha illustrato poi la mozione. “Riteniamo sbagliata la scelta di aver voluto evitare il dibattito il primo giugno scorso ma oggi con questa mozione ci vogliamo fare carico di ridare centralità l’Aula, impegnando il presidente della Regione a seguire gli indirizzi delle commissioni e dell’Aula in materia di rilascio di concessioni per impianti di produzione di energia rinnovabile.
L’oratore ha illustrato i termini della convenzione di Kyoto e delle norme internazionali che favoriscono la produzione di energia rinnovabile e ha ripercorso anche gli atti della Regione, sotto la Giunta Soru e sotto l’attuale Giunta. “La produzione di energia non deve compromettere l’ambiente e il paesaggio, questa era la linea politica sotto la passata legislatura. Oggi sarà direttamente la Regione a gestire, con una società per azioni, ogni intervento in materia di energia rinnovabile e niente potrà sfuggire a questa società: questo è il contenuto del vostro disegno di legge. Voi volete smantellare totalmente le norme e degli atti della Giunta Soru in materia energetica e con questo biglietto da visita vi siete presentati pochi mesi dopo le elezioni del 2009. Presidente Cappellacci, nel giro di pochissimi giorni, all’inizio di agosto 2009, lei ha spazzato via le norme, ha azzerato tutto, ha aumentato la discrezionalità, eliminato i bandi.
Sempre quei giorni il presidente Cappellacci dispone la nomina di Farris e Piga all’Arpas e all’Autorità d’ambito: ci spieghi, presidente, come hanno fatto a restare al loro posto. Perché lei ha detto che non poteva dire di no a quelle nomine ordinate da uno dei segretari del suo partito? E’ una palese mancanza di autonomia, una subalternità totale ai poteri romani, è un elenco lunghissimo di fallimenti politici e solo per questo, presidente, dovrebbe rassegnare le dimissioni. Ma ci sono ragioni che si sono aggiunte in questi giorni che rafforzano la necessità delle sue dimissioni”.
Tornando più strettamente alla mozione, il capogruppo del Pd ha detto: “Questa mozione si tiene in un momento delicato della vita della Regione. Dall’esito di questa discussione seguiranno decisioni importanti”.

L’on. Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, ha esordito dicendo che “in queste ore nel parlamento italiano si discute la “legge bavaglio”, che se fosse già approvata avrebbe impedito ai sardi di conoscere le notizie e i dubbi che ora stiamo sottoponendo al presidente Cappellacci e alla Giunta. A dicembre scorso segnalammo con una mozione l’arrivo nell’Isola dei “prenditori”, non imprenditori, attratti dagli affari delle energie rinnovabili. Su questa vicenda dell’eolico, presidente Cappellacci, ci sono molti punti interrogativi e di fronte all’importanza di queste domande le chiediamo di entrare nel merito delle cose che stanno accadendo in questi mesi nell’Isola sul fronte delle energie alternative. Le faccio una domanda diretta: è in grado di garantire ai sardi che in Sardegna non si stava costituendo una cricchetta per il business dell’eolico e delle energie alternative?
Le notizie di stampa ci fanno capire che intorno a questa vicenda c’è un consistente giro di danaro. E l’on. Mauro Pili ha ripetutamente denunciato una poca trasparenza sull’eolico off shore in Sardegna. In tanti in Sardegna ci siamo fatti l’idea che si volesse bloccare il fotovoltaico e destinare la potenza delle energie rinnovabili all’eolico: quanti agricoltori sardi oggi non possono installare un kilowatt di fotovoltaico? Quante domande di imprese agricole sono state bloccate in questi mesi?”.
L’oratore dell’Idv ha proseguito: “Che vuol dire il signor Flavio Carboni quando, intercettato, dice: “Se non viene assunto Farris l’affare non si può fare?”. Noi siamo disponibili, sgombrando preliminarmente da questi dubbi, è favorevole a discutere del tema energetico e delle energie rinnovabili della Sardegna. Sappiamo bene che il 31 dicembre 2010 scadono i termini per i bandi per i contributi del fotovoltaico e ci chiediamo perché invece la Regione Sardegna, al contrario di altre regioni, non intervenga per incentivare l’utilizzo del fotovoltaico. Il petrolio della Sardegna sono il sole e il vento e vorremmo che già dalla prossima Finanziaria, chiariti i dubbi, si incentivasse questa forma di energia.

L’on. Efisio Planetta (Psd’az) ha illustrato brevemente un’interpellanza che contesta il Piano energetico regionale, parlando anche dei costi sanitari generati dall’inquinamento ambientale prodotto dal largo uso di energie non rinnovabili in Sardegna e ha indicato le possibili modifiche.

La presidente Lombardo ha dichiarato aperta la discussione generale dando la parola all’on. Mario Floris (Uds): “Non trovo nell’operato della Giunta niente che non sia previsto, che non sia noto, che non fosse già stato deciso dal Consiglio regionale. Spazio dunque alla politica, non alle cassandre: la mozione del centrosinistra non è del tutto veritiera ma contiene di certo gli elementi essenziali che sono sul tappeto della discussione. Dobbiamo chiederci come intendiamo sciogliere i nodi della Regione, non solo i problemi che arrivano dal fronte energetico. Condivido il concetto che la tutela costante dell’Autonomia regionale passa per la qualità del rapporto tra il presidente della Giunta e l’Aula”. Entrando nel merito della mozione, l’oratore ha detto poi: “Attualmente la Regione ha una potenza installata doppia rispetto al proprio fabbisogno e se pensiamo al calo di consumi energetici in Sardegna nel 2009 bene ha fatto, strategicamente, la giunta regionale a riappropriarsi di quelle competenze in materia che in precedenza erano affidate al sistema degli enti locali”.

Per l’on. Chicco Porcu (Pd) “questo dibattito serve perché possiamo colmare il vulnus che si è creato nella politica energetica dannosa e inadeguata della giunta Cappellacci. Lei chiedeva, presidente Cappellacci, di cosa è accusato: di non aver governato la materia energetica. In Sardegna c’è un fortissimo squilibrio tra la presenza di impianti di produzione di energia rinnovabile e le scarsissime ricadute in termini occupazionali ed economici per l’Isola. Abbiamo già perso un’opportunità grande per i sardi e procediamo nella stessa direzione, perché gli incentivi statali non ricadono quasi totalmente sulla nostra economia. E se non basta questo, la giunta non fa altro che bloccare le aziende del fotovoltaico, rallentando il processo economico che riguarda i piccoli impianti. E sui grandi impianti lei, presidente, ha introdotto norme illegittime e discrezionali. Il vero problema è decidere quanta energia rinnovabile deve essere prodotta in Sardegna e quale ricaduta deve lasciare all’Isola. La Sardegna deve diventare una terra di conquista? In sede di conferenza Stato – Regioni le chiediamo di rivendicare l’autonomia delle nostre scelte, per evitare un uso non equilibrato e meramente speculativo”.

Ha preso poi la parola l’on. Ben Amara (Comunisti italiani) che ha riferito all’Aula le ultime decisioni dell’Ue in materia di energia rinnovabili e ha detto: “Non si capisce perché abbiate cancellato con la Finanziaria 2009 le norme di tutela dell’ambiente, sostituendole con una discrezionalità che non trova alcuna giustificazione. E perché si vuole creare la società Sardegna energia spa se già era previsto che fosse l’Enas a farlo? Forse il problema vostro è ammettere che la precedente giunta aveva lavorato bene. Sono i piccoli imprenditori a fare le spese di tutto questo. Non si possono lasciare ai privati i servizi essenziali come energia e acqua. Il nostro compito è contrastare anche l’affarismo delle energie rinnovabili e una cricca ben identificata che opera anche in altri settori. Non possiamo accettare che ogni disastro diventi un grande affare per chi ha scelto la delinquenza come modo di vita. Perché non dovremmo riuscire una governance anche di questo settore?”.

Per l’on. Planetta (Psd’az) “oggi quest’Aula sta producendo interventi di merito e di buon senso. Parto da un dato: quanta energia produciamo in Sardegna e di quanta energia abbiamo bisogno. E’ chiaro che il Piano energetico regionale è culturalmente arretrato e va rivisto, perché non tiene conto della sostenibilità dei modelli proposti e dei costi sanitari provocati dall’impianto ambientale di alcuni tipi di attività produttive ad alte emissioni inquinanti. E nonostante tutto questo il costo dell’energia per i sardi è maggiorato di un terzo rispetto al costo medio italiano. Quando parliamo di energia dobbiamo considerare prima di tutto la salute dei nostri cittadini e dei nostri figli. E non possiamo prescindere da un’etica che talvolta è mancata e ha generato zone oscure e parassiti dannosi. Dobbiamo stare attenti quando diamo finanziamenti che vengono rivolti ad aumentare discariche utilizzando la produzione di energia da fonti rinnovabili: non possiamo finanziare per produrre e poi inquinare”.

Ha preso dunque la parola l’on. Luciano Uras (capogruppo Sel), che ha detto: “Questo dibattito è molto atteso dall’opinione pubblica ma non ci siamo arrivati in modo ordinato. Noi abbiamo approvato una decina di leggi, quattro leggi di bilancio: tutto quanto è pressoché fermo e non si attua, non capiamo perché l’apparato burocratico della Regione da decenni non funziona. Ma cosa mi interessa di intercettazioni, di energia… E’ venuto il tempo, presidente, di smetterla di giocare alla polemichetta e allo scaldaletto, di fare ognuno di noi il mestiere dell’altro. Lei ha preso l’impegno con i sardi, li doveva far sorridere: e stanno piangendo tutti. Metta gli uffici a lavorare sulle cose serie e metta dirigenti seri, che non valgono nulla quando non sono addirittura compromessi. Ci piove addosso la manovra dello Stato e le leggi del Parlamento, che non sono a favore di un’Isola da sempre colpita. E in questo lavoro c’è anche la questione energetica”.

Per l’on. Oscar Cherchi (Pdl) “oggi l’Aula è impegnata a parlare di energie rinnovabili ma dovremmo occuparci di questioni molto più urgenti e drammatiche per l’Isola, come pure ha ricordato bene l’on. Uras. Quest’Aula non è un luogo della magistratura ma della politica e il nostro dovere è soltanto confrontarci sulle regole del sistema. Dobbiamo uscire dall’emergenza, produrre di più e meglio, assumerci le nostre responsabilità. Nel merito del dibattito, dico che è vero che nel marzo 2010 la Giunta Cappellacci ha partorito delle linee guida che supportano un sistema sino a quel momento privo di garanzie e di certezze. Certo che dobbiamo ascoltare le osservazioni che arrivano dal mondo dell’agricoltura circa le richieste di installazione di impianti di energie rinnovabili: su questo serve il confronto e le modifiche necessarie alle linee guida”.

Energie rinnovabili, prosegue il dibattito

I lavori sono proseguiti con l’intervento dell’on. Massimo Zedda (Comunisti- La sinistra sarda – Rossomori) che ha detto che il presidente Cappellacci ha preso tempo, ha ritardato il momento di dare risposte al Consiglio regionale e alla gente. C’è voluta la presentazione della mozione del centrosinistra per aprire un dibattito. La gente è stanca – ha aggiunto Zedda - , della politica e della “casta”. Lei presidente ha accettato ingerenze, incontri e suggerimenti da Flavio Carboni sull’eolico. Lo ammette lo stesso Carboni. Dopo questa vicenda – ha chiesto il consigliere regionale - quali interesse rappresenta il presidente Cappellacci? A chi risponde? Per Zedda il presidente della Regione deve trattare nelle sedi istituzionali e deve fare le nomine in base alle capacità e non in base ai suggerimenti. Lei presidente –ha concluso - dovrebbe dimettersi dall’incarico.
L’on. Giorgio Locci (Pdl) ha sottolineato che il presidente Cappellacci risponde solo all’interesse dei sardi. I provvedimenti legislativi attuati da questa giunta – ha detto - sono tre: l’articolo 18 della legge finanziaria 2007, il piano casa dell’ottobre 2009 (con cui abbiamo impedito che si facesse scempio delle coste della Sardegna), i decreti del 12 marzo 2010 (con il 10/2 addirittura la giunta Cappellacci ha bloccato l’off shore in Sardegna). Questi sono le leggi e quindi i fatti su cui si deve discutere. Questa Assemblea non deve strumentalizzare situazioni. Qui si stanno facendo processi in base a illazioni giornalistiche che fino ad oggi non hanno fondamento.
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha richiamato l’attenzione sulla situazione del Parlamento nazionale e ha detto che sarebbe opportuno suggerire al governo nazionale un’ accelerazione per arrivare almeno nel 2013 alla soglia del 14%-15% di energia rinnovabile. Per Diana, inoltre, si dovrebbe rivedere il sistema degli incentivi e chiedere che sia abbassato il valore dei certificati verdi. Diana ha chiesto al presidente Cappellacci quale è la situazione, quante domande giacciono presso l’assessorato all’industria e quali sono i tempi per evadere le domande. I vostri atti – ha concluso - sono confusi e pasticciati. Lei presidente quando ha detto che nessuna autorizzazione è stata data e nessuna verrà data ha tracciato il quadro del fallimento di questa giunta e di questa maggioranza nella politica energetica.
L’on. Mariano Contu (Pdl) ha ricordato il mandato conferito con l’ordine del giorno n. 22 alle commissioni Quinta e Sesta di preparare una risoluzione in materia di energia rinnovabile. Non accetto discorsi di moralità – ha aggiunto - che arrivano dal centrosinistra, ragioniamo sui fatti e sul bene della Sardegna. Noi in commissione stiamo cercando di fare ordine a quello che abbiamo ereditato dalla precedente legislatura. Per quanto riguarda le pratiche inevase – ha concluso - effettivamente il problema sussiste e deve essere risolto.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha sottolineato che l’opposizione non vuole fare il mestiere della magistratura. A quest’aula – ha aggiunto - spetta un giudizio più alto e nobile quello sulla moralità della politica, sul primato degli interessi generali. Il presidente Cappellacci il 1 giugno ha mentito al consiglio regionale e al popolo sardo sulla nomina di Farris. . Il presidente Cappellacci ha detto all’aula di non avere avuto interferenze esterne sulla nomina di Farris. Circostanza smentita dallo stesso Flavio Carboni.. Aver portato dentro le istituzioni amici di affaristi – ha chiesto Gian Valerio Sanna - è stato fatto per il bene dei sardi? Nella scorsa legislatura noi passammo alle cronache per aver bloccato l’indiscriminato uso dell’eolico. Io credo che parlare di autonomia ha senso se si fa prima un esame di coscienza sulla moralità politica e sulla dignità morale. Questo Consiglio regionale è imbavagliato e oppresso. Presidente Cappellacci – ha concluso Sanna - ha senso che lei non si dimetta nonostante il fallimento politico e la penombra che ha creato sulla nostra istituzione autonomistica?
L’on. Domenico Gallus (Pdl) ha manifestato i più sinceri sentimenti di fiducia e di stima al presidente Cappellacci. Mi sento pienamente tutelato dall’azione dell’attuale governo regionale – ha detto – ed esprimo piena solidarietà per i ripetuti attacchi mediatici. Il presidente è stato scelto come obiettivo principale per demolire l’attuale maggioranza. Non si può accettare che il Consiglio si trasformi in un’aula del tribunale. Noi ci aspettiamo un giudizio sull’azione politica non azioni di sciacallaggio.
Per l’on. Agus (Pd) la scelta politica di non dare nessuna autorizzazione non è una scelta felice. Perché dare le giuste autorizzazioni avrebbe dato nuovo impulso allo sviluppo asfittico della Sardegna. L’esponente del Pd ha inviato il presidente, la giunta e la maggioranza a sgombrare ogni dubbio su interessi esterni a dispetto dell’autonomia regionale e a perseguire una politica di sviluppo seria e che si basi sull’energia alternativa.
Per l’on. Rassu (Pdl) l’approccio con cui oggi si è affrontato questo argomento non è corretto. Se il dibattito di oggi serve ad addebitare responsabilità è sbagliato – ha aggiunto - invito i colleghi a rispettare l’argomento, perché questo Consiglio regionale deve riacquistare dignità. Io ho piena fiducia nell’operato della giunta, del presidente e della maggioranza.
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha parlato di drastico calo di autorevolezza delle massime istituzioni regionali. Il presidente Cappellacci – ha detto - si vanta che le autorizzazioni siano pari a zero. Questa è una sconfitta perché l’immobilismo dell’ultimo anno crea rabbia e sconcerto per gli operatori. Il suo operato presidente – ha concluso - non è stato all’altezza della nostra regione.
L’on. Steri (Udc) ha detto che sulle due mozioni e sull’interpellanza in discussione, spesso durante il dibattito, si è andati fuori tema. Per l’esponente dell’Udc la mozione n. 62 tratta superficialmente il problema e ci sono errori e confusioni .
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha affermato di essere meravigliato dall’intervento del presidente della commissione agricoltura. Io se fossi stato nel presidente avrei rassegnato le dimissioni. Perché le commissioni hanno lavorato per tre mesi, sono stati sentiti quattro assessori, ma mentre faceva tutto questo la giunta regionale approvava le linee guida senza darne notizia alle commissioni. La cosa ancora più grave è che dopo un mese dall’approvazione delle linee guida il presidente della giunta non si è presentato in commissione mandando il direttore generale. La giunta ha dimostrato per non avere nessun rispetto per il consiglio e per le istituzioni. La conferma è che le decisioni della giunta vengono prese a Roma o in qualche ufficio in Toscana.
L’on. Capelli (udc) ha criticato il comportamento dell’opposizione e ha invitato a rifuggire dal giustizialismo. Il centrodestra nella scorsa legislatura – ha aggiunto - non ha mai, neanche davanti a fatti concreti come rinvii a giudizio e iscrizione nel registro degli indagati delle massime cariche delle istituzioni, chiesto le dimissioni. Invece oggi si chiedono dimissioni in base a illazioni giornalistiche. Io non sono mai stato tenero – ha aggiunto - con questo presidente e con questa giunta. E non lo sarò finchè non avrò la consapevolezza che qualcosa sta cambiando. Ma mi baso sui fatti. E il fatto è che questa giunta ha bloccato un piano di invasione eolica. Certo – ha aggiunto - esiste un germe di secessione regionale che è da bloccare dando risposte ai disoccupati, ai malati, alle fasce deboli della società. Dobbiamo dare risposte, solo se non arriveranno sono disposto a votare la sfiducia. Presidente - ha concluso - credo che dobbiamo trasformare la nostra azione politica. Da noi avrà tutto il sostegno per cambiare in meglio e nell’interesse della Sardegna.
Dopo l’intervento dell’on. Capelli, il presidente Cossa ha chiuso i lavori. Riprenderanno alle 16 e 30. ( R.R.)

Eolico: prosegue il dibattito sulle mozioni e sulle interpellanze

Cagliari, 10 giugno 2010 – I lavori del pomeriggio (la seduta è in prosecuzione) sono ripresi sotto la presidenza dell’on. Giuseppe Luigi Cucca.
L’on. Claudia Zuncheddu (Comunisti – La sinistra sarda – Rossomori) ha detto che in aula non c’è nessun clima giustizialista come qualcuno ha sostenuto. Però la maggioranza non potrà sottrarsi al giudizio della storia. Qui non siamo giudici – ha aggiunto - ma i consiglieri devono esercitare il proprio mandato per difendere la vera vittima della vicenda che è il popolo sardo. Per l’on. Zuncheddu la Sardegna continua a subire furti di Stato, come sulla metanizzazione. Quindi, è ora di ricostruire un soggetto giuridico sardo per riprendersi la politica energetica. L’on. Zuncheddu ha ribadito che ormai è palese l’inadeguatezza del presidente e della sua giunta e ha chiesto le immediate dimissioni.
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha detto che sui reati indagheranno i giudici. Noi oggi siamo qui per recuperare un atto non democratico e per togliere il bavaglio sull’eolico. Vogliamo – ha aggiunto - un dibattito libero dove tutti i consiglieri possano intervenire. Secondo Francesca Barracciu il malaffare ormai è diventato intimo alla politica e anche in Sardegna imperversano gli “affari delle mafie”. In questa legislatura – ha affermato - gli atti posti in essere dalla giunta regionale sembrano voler favorire le speculazioni. L’esponente del Pd ha chiesto le dimissioni del presidente Cappellacci.
L’on. Pietro Pittalis (Pdl) ha ricordato l’insegnamento di Pietro Nenni “se la politica non si può fare con i sentimenti, immaginiamo se può essere fatta con i risentimenti”. La politica dell’on. Soru – ha aggiunto - è connotata dal risentimento e dal livore. Avrei voluto ricordare all’on. Soru, se fosse presente in aula, che la politica non è un duello rusticano. E’ inutile che egli continui a creare il “casus belli” per cercare di sollevare polveroni, creare confusione e per mettere in piedi una campagna di menzogne. L’atteggiamento dell’on. Soru – ha detto ancora Pittalis - è quello di chi vuole distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica da altre questioni. Vorrei capire – ha aggiunto -con quale autorità Soru si rivolge al presidente Cappellacci per redarguirlo. Soru non ha mai incontrato indagati? Il 30 giugno 2008 Soru ha incontrato Balducci e, ancora, il 4 novembre del 2008 per sei ore Soru si è intrattenuto con Angelo Balducci, braccio destro di Bertolaso. Perché l’on. Soru pretende dall’on. Cappellacci (sulla base di articoli di stampa) chiarezza – ha chiesto - e lui non ci ha mai spiegato il perché dei suoi incontri con Balducci sul G8? Questi incontri tolgono all’on. Soru qualsiasi possibilità di dare lezioni di moralità. E poi: la Dirindin chi l’ha nominata? E con chi andava in elicottero Soru? E i direttori generali non sardi da chi sono stati nominati e su segnalazione di chi? Pittalis ha proposto l’istituzione di una commissione di inchiesta e ha ribadito la piena solidarietà al presidente Cappellacci.
L’on. Pietro Cocco (Pd) ha detto che l’intervento dell’on. Pittalis fa sorridere. Sembra che chi deve dare risposte sia l’ex presidente – ha sottolineato - e non l’attuale. L’esponente del Pd ha aggiunto che il clima non è dei migliori ed è stato generato da una scelta della presidenza del Consiglio sbagliata. Per poter parlare – ha detto - siamo stati costretti a presentare una mozione. In attesa che la magistratura faccia il suo corso, vogliamo sapere se l’azione del presidente sia stata influenzata da personaggi esterni che non hanno certo a cuore l’interesse dei sardi. Cocco è stato molto critico nei confronti dell’azione della giunta che – ha detto – in un anno di governo regionale non ha prodotto grandi risultati.
L’on. Nanni Campus (Pdl) ha detto che questa giornata di dibattito è servita solo per fare insinuazioni. Questo perché non esiste niente. C’è solo un atto concreto: la nomina di Farris che certo non ha impreziosito la figura del presidente Cappellacci dato che Flavio Carboni ha detto che lo ha segnalato lui. Per Campus rimestare nel torbido non serve soprattutto se le accuse arrivano da coloro che non hanno la coscienza a posto.
L’on. Franco Cuccureddu (Mpa) ha detto che se l’obiettivo della mozione era quello di ricompattare la maggioranza, l’opposizione ha centrato nel segno. E’ forte la sensazione – ha detto Cuccureddu - che questo dibattito sull’eolico sia un rito e sia strumentale. Sarebbe stato più opportuno affrontare altri gravi problemi come quelli della situazione economica, della spesa sanitaria fuori controllo, della disoccupazione. E’ necessario pensare in grande, pensare a un modello innovativo che faccia uscire la Sardegna dalla crisi.
La presidente Lombardo ha dato poi la parola all’on. Salis (Idv) che ha rimandato al mittente le accuse su una presunta strumentalizzazione del dibattito di oggi. Abbiamo voluto portare l’attenzione del Consiglio regionale – ha detto - su un argomento su cui ci sono molte questioni da chiarire. Io aspetto le risposte del Presidente Cappellacci. Rifiuto il tentativo di voler rappresentare l’opposizione come un gruppo di persone che vogliono perdere tempo. Noi vogliamo discutere dei grandi problemi, la maggioranza li proponga e noi siamo disponibili a dibatterli. Ma anche quello di oggi è un problema importante. I sardi hanno diritto di sapere cosa sta succedendo anche in materia di eolico. Nessuno vuole trasformare quest’aula in un tribunale ma abbiamo il dovere di fugare ogni dubbio sulle ombre che ci sono su questa vicenda.
L’on. Giacomo Sanna (Psd’az) ha detto che ormai è diventata prassi la circostanza di non condividere le regole. Ci vuole più rispetto reciproco. Se noi ci fossimo comportati come voi – ha aggiunto rivolgendosi alla minoranza - noi oggi saremmo dovuti uscire dall’aula. Per Sanna oggi è una giornata persa. Il presidente, come governatore dei sardi, deve mantenere la massima autonomia e deve rispondere solo a questo Consiglio regionale. Il dibattito prosegue. (R.R.)

Energie rinnovabili, il Consiglio respinge l’ordine del giorno del centrosinistra

Dopo l’on. Sanna ha preso la parola l’on. Carlo Sechi (Sel), che ha ricordato “i fallimenti del piano casa e di tutte le poche azioni di governo della Giunta Cappellacci, di fronte alle drammaticità che vive il popolo sardo. Noi siamo molto preoccupati a trovare soluzioni per i giovani che non hanno lavoro, per la chimica e l’industria in Sardegna, per la macchina amministrativa regionale inceppata: molto meno ci interessano i gossip, le chiacchiere e la cronaca nera”. Nel merito della mozione, l’oratore ha detto: “Dobbiamo mettere in piedi un progetto energetico adeguato al nostro bisogno, senza mettere a rischio l’ambiente sardo. Su questo siamo pronti al confronto e se necessario non temiamo lo scontro. Oggi il problema non è solo puntare alla ricerca delle energie alternative ma dobbiamo anche criticare i modelli di consumo, che paiono culturalmente dominanti. Presidente, il mestolo è nelle vostre mani, spetta a voi governare la cucina. Però le mozioni in discussione indicano un via: vedremo in che misura saranno accolte. Certo, la più importante energia alternativa resta il risparmio energetico: solo il business e la mafia cercano di mantenere inalterati i consumi energetici”.

E’ intervenuto poi l’on. Sergio Milia, capogruppo Udc, che ha ricordato i suoi interventi, “già dieci anni fa, a favore dell’eolico. Ma a parte questo l’Aula non dovrebbe mai arrivare al punto al quale siamo arrivati oggi, trasformando la politica peggio che in un tribunale. La verità è che quando si governa bisogna avere il coraggio di prendere posizioni serie e per questo è stata approvata la legge del 2009: perché c’era un vuoto normativo e bisognava colmarlo. Perché questo è il senso del governare. E non richiamate demagogicamente gli enti locali, che sarebbero da noi esautorati perché voi li avete per cinque anni continuamente mortificati, com’è accaduto in occasione della redazione del Piano paesistico regionale”.

E’ intervenuto poi il capogruppo del Pdl, on. Mario Diana, che ha detto: “Ho ascoltato tutti i colleghi del centrosinistra e devo dire che in alcuni casi l’Aula è stata trasformata in un tribunale. L’intervento della collega Barracciu mi spiega perché non è più segretaria del suo partito né sindaco di Sorgono. E questo vale anche per il collega Gianvalerio Sanna, persona capace come la collega Barracciu, che conosce bene la materia ma forse non l’ha capita. Onorevole Sanna, le è sfuggita la differenza tra l’accordo di programma e l’accordo procedimentale. Il 26 febbraio 2008 l’on. Soru, allora presidente, ha firmato atti, un protocollo di intesa con il ministro Pecoraro Scanio, per la diffusione di impianti solari termodinamici. Insomma, era un’iniziativa del presidente Soru e nessuno di noi ha sollevato problemi, nonostante le nostre perplessità. Che senso ha il mio ragionamento? Ve lo spiego: passa qualche mese da quella firma, il presidente Soru si era già dimesso da venti giorni e arriva l’accordo di programma tra Regione, Provincia, Consorzio industriale e Sorgenia spa. Per la prima volta si parla di solare termodinamico. Dunque, i due documenti sono collegati e uno discende dall’altro. Abbiamo fatto mozioni e processi per un fatto così, che mi pare di una gravità inaudita? No. E’ vero che quell’investimento non è andato avanti ma è anche vero che avete perso le elezioni”.

Ha parlato poi l’on. Renato Soru (Pd): “Che bello questo consiglio regionale, davvero spassoso. Abbiamo sentito poco fa una barzelletta e tutti gli eleganti richiami e giudizi agli onorevoli Barracciu e Sanna, al lavoro altrui. Oggi però la palla in campo è il comportamento di questa maggioranza sui temi scritti nella mozione: siamo qui oggi perché avremmo dovuto parlare una settimana fa se ci fosse stato un gesto di sensibilità da parte del presidente della Regione. Che invece non c’è stato. Il nostro progetto era quello di arrivare al 40 per cento di rinnovabile in Sardegna, il nostro non lo conosciamo e ce lo presenterete quando riterrete. Le nostre regole disturbavano chi intende occuparsi solo del bene comune e dell’interesse generale. Non mi appassiona il tema giudiziario: ogni venerdì io sono in tribunale a difendermi da accuse sull’operato della mia giunta. Il tema che mi sta a cuore è il destino comune della Sardegna, il rischio concreto che capitali mafiosi invadano la Sardegna. Ed è omertoso il comportamento di chi non vuole discutere qui di questo, ci sono dichiarazioni del presidente Pisanu, presidente dell’Antimafia, secondo cui è di totale evidenza l’infiltrazione mafiosa nell’eolico in Sardegna. Arriviamo al punto di costruire piscine a Perdasdefogu, che non possono essere riscaldate per mancanza di energia, mentre lì, proprio, a Perdasdefogu ci sono quaranta pale eoliche in funzione”. L’oratore ha proseguito indicando altre iniziative sarde in odore di infiltrazione mafiosa o comunque della criminalità organizzata.
La presidente Lombardo ha dato poi la parola al presidente Cappellacci, che ha detto: È stata una giornata intensa. Provo a fare sintesi rispetto agli interventi pronunciati, tenendo conto che le risultanze odierne sono una sorta di prolungamento del dibattito aperto il 1° giugno scorso.
Da qui desidero partire per ricordare come la Giunta abbia offerto immediatamente la propria disponibilità a discutere in Aula le questioni relative alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Debbo constatare che la risposta è stata prima l'abbandono dell'aula, poi la proposta di una mozione dalla quale anche oggi qualcuno ha deviato per intraprendere una strada sulla quale non abbiamo alcuna intenzione di seguirlo.
Noi siamo interessati alla chiarezza, non abbiamo paura della verità e non ci presteremmo mai ad alimentare polveroni che renderebbero meno comprensibile la verità.
Non posso fare a meno di notare che le considerazioni contenute nel documento in discussione appaiono incomplete, contraddittorie e pretestuose. Se si vuole dimostrare che la precedente Giunta ha bene operato e noi abbiamo distrutto questo lavoro mirabolante, il tentativo è destinato a rimanere vano.
Qualcuno, poi, accecato dal livore, è caduto in gravi contraddizioni, accusandomi allo stesso tempo di aver bloccato tutto e di aver permesso tutto.
La Giunta e la maggioranza sono impegnate, in un momento di gravissima crisi, a costruire nuove opportunità di sviluppo e occupazione per la nostra terra. Tuttavia, per dimostrare l’infondatezza e la strumentalità di questa mozione consentitemi di richiamare le più evidenti e macroscopiche inesattezze. Si parla di rivisitazione, aggiornamento e approvazione del PEARS. Già qui le idee sono evidentemente poche e confuse.
Non era questo Piano il fiore all’occhiello della precedente Giunta regionale? La verità è che dopo la delibera che la precedente Giunta ha approvato nell’Agosto dl 2006 l’iter non è stato concluso.
Ad oggi, non essendosi ancora completata la procedura di VAS e, data la annullabilità dei piani sprovvisti di VAS per violazione di legge, la Regione è ancora priva di un legittimo Piano Energetico Regionale.
I ritardi maturati nella precedente Legislatura hanno reso lo strumento pianificatorio datato, giacché i bilanci energetici sono riferiti al 2004 e gli obiettivi con i relativi indicatori sono riferiti al 2010, ovvero all’anno in corso, mentre lo scenario di medio-lungo periodo si ferma al 2015. Cioè, domani.
Anche gli obiettivi che hanno ispirato il piano sono stati superati: gli scenari e la situazione economica nazionale ed internazionale sono ben diversi da quelli riportati o ipotizzati negli studi del 2006.
Oltretutto la fase di Valutazione Ambientale Strategica, essendo stata sviluppata a valle del processo pianificatorio e non in itinere, ha evidenziato il limite del metodo di pianificazione utilizzato nella passata legislatura, di totale assenza di partecipazione e condivisione delle scelte.
Il modello di sviluppo contenuto nel PEARS è basato sul potenziamento del comparto di produzione mentre gli obiettivi comunitari indicano lo sviluppo di un processo opposto, basato sulla riduzione dei consumi.
Quindi, in definitiva, era già scontato che la Giunta fosse impegnata in una necessaria ridefinizione dei contenuti del PEARS. Non solo. Siamo andati anche oltre, introducendo una normativa innovativa e originale che prevede l’elaborazione e approvazione da parte del Consiglio di un piano specifico per lo sviluppo di tecnologie ed impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Entro il mese di settembre la Giunta presenterà al Consiglio la proposta di Piano per le energie rinnovabili.
La mozione, inoltre, richiama l’esigenza di una modifica del quadro normativo vigente, peraltro con argomentazioni imprecise e contraddittorie già messe in luce nel corso del dibattito.
Sia ben chiara una cosa: le norme adottate da questo Consiglio non si toccano. Perché è proprio attraverso queste norme che si è introdotto un meccanismo di adeguamento automatico alla normativa nazionale ed europea.
Viceversa, come ho avuto modo di sottolineare nella seduta del 1° giugno, era il previgente quadro normativo a presentare palesi contraddizioni e violare i principi nazionali e comunitari.
Le richiamo brevemente: tali disposizioni contenevano forti criticità sotto il profilo della competenza amministrativa per il rilascio delle autorizzazioni. Inoltre, il procedimento definito dalla precedente legge regionale introduceva gravi margini di discrezionalità per la parte politica, che in questo modo, e attraverso intese con i privati, si riservava di decidere sulle iniziative che potevano o meno essere realizzate nel settore delle rinnovabili. Vi era, in buona sostanza, una palese distorsione del principio di libera concorrenza.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando credo utile sottolineare che fu proprio in ragione di questa errata impostazione che sempre la precedente Giunta regionale si riservò la prerogativa, del tutto discrezionale, di siglare intese con grossi gruppi industriali interessati ad investire nel settore dell’eolico in Sardegna.
Siamo dovuti intervenire in maniera decisa per ripristinare la trasparenza, la correttezza e l’imparzialità del procedimento, per rimuovere la discrezionalità attuativa e gli evidenti vizi di legittimità della previgente normativa.
Sgombrando il campo da qualsiasi fraintendimento la nuova normativa prevede che sino all’approvazione del Piano energetico ambientale regionale, la competenza autorizzativa è della Regione.
Viene inoltre introdotto il regime autorizzatorio in luogo delle procedure ad evidenza pubblica di dubbia compatibilità con la disciplina comunitaria e nazionale.
Oggi si prevede, viceversa, lo strumento degli accordi procedimentali, che rientrano nella competenza gestionale del dirigente.
A proposito, desta sconcerto che i consiglieri regionali estensori della mozione confondano il regime dell’accordo procedimentale, introdotto dalla vigente normativa, con l’accordo di programma, ben noto alla precedente Giunta, utilizzato per definire intese discrezionali con soggetti privati.
Siamo stati noi ad evidenziare, in relazione all’intervento relativo all’impianto solare termodinamico di Macchiareddu, proponente la Sorgenia S.p.a., come lo strumento dell’Accordo di programma, fosse un atto del tutto discrezionale, distorsivo del mercato ed illegittimo.
Ci si accusa, ancora, di aver sottratto competenze ai SUAP, rendendo più complessa e farraginosa la procedura autorizzativa.
Niente di più sbagliato.
I SUAP non hanno mai avuto questa competenza né potevano averla.
A chi ha la memoria corta ricordo una nota della precedente Direzione generale della Presidenza con la quale si ribadiva i SUAP non avevano nessun competenza autorizzativa e che la stessa era delegata alle sole Province.
Resta il fatto che se la volontà politica di questo Consiglio fosse quella di valorizzare il ruolo dei SUAP assegnando agli stessi specifiche competenze in materia di rilascio dei provvedimenti autorizzatori, questa possibilità può essere perseguita, ma con un coerente e conseguente provvedimento di legge.
Non siamo certo distratti sulle recenti ed importanti novità introdotte dalla legge comunitaria, e approvata dai due rami del Parlamento nel maggio scorso.
Va tuttavia sottolineato che si tratta di una legge delega che fornisce indirizzi e direttive e che, quindi, rimanda ai decreti delegati la regolamentazione attuativa della materia.
Valutiamo in ogni caso positivamente le novità che la stessa introduce ed in particolare la parte che prevede meccanismi di ulteriore semplificazione e accelerazione delle procedure autorizzative, soprattutto per quegli investimenti che più direttamente interessano iniziative di piccola e media dimensione che potranno avere effetti virtuosi di crescita economica ed occupazione del tessuto produttivo dei nostri operatori.
Noi siamo sempre stati a favore della semplificazione e dell’accelerazione dei procedimenti di autorizzazione e quindi ben vengano le novità previste dalla comunitaria che siamo pronti a recepire laddove si prevede che per gli impianti con capacità di generazione non superiore ad 1 MW di potenza sia sufficiente la sola denuncia di inizio attività. Novità che siamo pronti ad applicare automaticamente non appena verranno adottati i relativi decreti legislativi. Che ovviamente auspichiamo vengano adottati nel più breve tempo possibile.
A differenza di quanto erroneamente sostenuto nella mozione e nel corso di diversi interventi in Aula, nessun contrasto può ad oggi essere sollevato tra le nuove disposizione della legge comunitaria e la legislazione regionale vigente.
Al contrario, è proprio quanto previsto dalla legge regionale vigente che consentirà l’aggiornamento automatico della normativa regionale alla normativa nazionale dei limiti di potenza al di sotto dei quali non sarà necessaria l’autorizzazione unica, ma la semplice dichiarazione di inizio di attività.
Resta il fatto che le condivisibili accelerazioni e semplificazioni del procedimento, introdotte dalla comunitaria sino al MW, dovranno essere controbilanciate dalle opportune valutazioni sull’impatto territoriale e su un equilibrato sviluppo di tutte le fonti rinnovabili.
Questo discorso che sarà opportunamente approfondito nello specifico piano per lo sviluppo degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, riguarda in particolare gli impianti eolici per i quali, come più volte sottolineato nel corso del dibattito, abbiamo già raggiunto una potenza tra installato e autorizzato di 1000 MW, da considerarsi vicino ad un punto di saturazione per il nostro territorio, anche alla luce delle numerosissime richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale, pari ad una potenza di oltre 6000 MW.
Colleghi del consiglio regionale, appare chiaro come le argomentazioni della mozione siano assolutamente pretestuose.
Non vi è nessun reale contributo costruttivo da parte dell’opposizione al dibattito che deve portare l’Assemblea a compiere importanti e strategiche scelte per la Sardegna.
La Giunta ha sì avviato un percorso, ma a questo va assicurata una continuità con una forte coesione e azione politico-legislativa di quest’Aula e con un sempre più ampio e diffuso coinvolgimento dei territori e delle forze sociali.
Plaudo alla compattezza dimostrata della maggioranza, che ha dato prova di coesione contrapponendo argomentazioni qualificate. E mi auguro che in prospettiva, su temi così rilevanti, muti l’atteggiamento di sterile contrapposizione adottato dalle forze di minoranza.
È opportuno lasciare aperto il confronto costruttivo sul modello strategico che sta ispirando la nostra azione di governo.
Le fonti alternative, il risparmio energetico, la riduzione delle emissioni clima-alteranti, la nascita e le opportunità offerte dalla green economy sono temi fondamentali per il futuro sviluppo dell'Isola e sono uno degli assi strategici del nostro programma.
Si punta sulle risorse non delocalizzabili e sulle nostre specificità e che si fonda sull'innovazione, la conoscenza e lo sviluppo sostenibile.
Un programma che assume come fondamentali gli obiettivi e gli strumenti definiti in sede comunitaria entro il 2020: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili.
Per una nuova strategia di sviluppo sostenibile della Sardegna
Sin dal mese di settembre del 2009 sono state avviate consultazioni di natura multidisciplinare sia con le strutture che con gli assessorati competenti o interessati alla tematica energetica che con rappresentanti di associazioni di categoria, di operatori del settore energetico e con esperti internazionali e ricercatori delle nostre Università.
Le riflessioni emerse hanno rafforzato l’idea di dover definire necessariamente strategie non basate esclusivamente sulla generazione da fonte rinnovabile, ma più articolate ed integrate, che tengano conto delle peculiarità della nostra Regione e trasformino le criticità in opportunità.
Limitare gli obiettivi al perseguimento di uno sviluppo esclusivo del comparto e della filiera di generazione da fonti rinnovabili sarebbe un errore strategico che non possiamo permetterci di commettere.
Se analizziamo cosa realmente sia avvenuto in Sardegna in questi ultimi anni, osserviamo che lo sviluppo del settore delle fonti energetiche rinnovabili non ha consolidato un’occupazione di tipo strutturale e l’attuale mercato del lavoro nel settore delle rinnovabili è caratterizzato da una elevata precarietà e vulnerabilità.
È maturata quindi la nostra consapevolezza che la Sardegna debba puntare su un suo modello originale ed innovativo di green economy affinché la stessa possa essere realmente un volano di trasformazione dell’economia.
Sono fermamente convinto che sia un modo corretto di interpretare il nostro status di Regione Autonoma: siamo noi a dover determinare i processi di sviluppo nel territorio sardo. Senza essere dipendenti da modelli che non ci appartengono. Questo significa governare! Queste sono le assunzioni di responsabilità alle quali siamo stati chiamati.
Ecco perché nessuno, nessuno, nessuno, può pensare di poter governare dall’esterno le nostre scelte per lo sviluppo della Sardegna.
Il salto di qualità è pensare la green economy non come un’opportunità di filiera, ma un vero e proprio nuovo modello economico e sociale.
Stiamo proponendo un nuovo stile di vita. Una rivoluzione culturale.
Con la green economy è un intero territorio che si mobilita e partecipa attivamente. L’obiettivo strategico è quello di anticipare il cambiamento tecnologico culturale e sociologico invece che importarlo da altri contesti territoriali.
Appare evidente come queste finalità in alcun modo avrebbero potuto permettere speculazioni, importazione di modelli esogeni o ancor peggio aggressioni del nostro territorio.
Anche dall’opinione pubblica venivano manifestate forti preoccupazioni, diventate allarme sociale, per le molteplici istanze di realizzazione di parchi eolici ed in particolare parchi eolici off-shore.
Si è trattato di una inaccettabile ipotesi di aggressione del nostro territorio e delle nostre coste con implicazioni speculative niente affatto chiare che il Presidente della Regione e tutta la Giunta regionale hanno fin da subito contrastato con ogni mezzo a disposizione.
Peraltro, il divieto alle realizzazione di impianti eolici off-shore era stato già implicitamente determinato in via di fatto dalle disposizioni della L. R. 4/2009, il Piano Casa.
A sgombrare il campo in via definitiva da qualsiasi dubbio, serviva, tuttavia, un atto formale della Giunta regionale che contenesse un messaggio chiaro, fermo, responsabile ed inequivocabile.
Sono queste le motivazioni di fondo che hanno portato la Giunta regionale, nel mese di marzo scorso, ad adottare le tre delibere che mettono la parola fine a qualsiasi tentativo di speculazione e aggressione del nostro territorio.
Dai contenuti delle tre delibere emerge in modo chiaro il rispetto del primario e fondamentale interesse pubblico che ha orientato l’azione della Giunta regionale. La Giunta ha introdotto una serie di regole, sicuramente aperte e perfettibili (a questo stiamo ancora lavorando proprio in questi giorni), che, in modo inequivocabile salvaguardano al massimo il territorio regionale sotto l’aspetto territoriale, ambientale e paesaggistico.
La Giunta regionale ha ben chiara la fondamentale vocazione naturalistica della Sardegna e ha ben chiaro che le necessità di sviluppo, anche quelle riguardanti la produzione energetica da fonti rinnovabili, debbano coniugarsi con la primaria esigenza della tutela del paesaggio e dell’ambiente.
Non abbiamo solo enunciato gli obiettivi strategici di questa nuova prospettiva, ma avviato nel concreto e nel territorio un progetto sperimentale ed innovativo che abbiamo definito Sardegna CO2.0.
Obiettivo del progetto è quello di attivare una serie di azioni integrate e coordinate di breve, medio e lungo periodo destinate a rendere il bilancio delle emissioni di CO2 della Regione Sardegna pari a zero.
Le azioni previste tendono a coinvolgere tutti i comparti produttivi partendo dalle comunità locali allo scopo di analizzare non solo tecnicamente ma anche sociologicamente gli effetti di una simile trasformazione.
Il progetto ha come obiettivo far crescere una nuova sensibilità nei riguardi delle tematiche ambientali, che prepotentemente incidono e sempre di più incideranno sulla nostra vita quotidiana e sulle dinamiche di sviluppo dei nostri sistemi economico e sociale.
Ecco perché, con la diffusa partecipazione delle comunità locali e dei principali attori chiave, il progetto si propone di coniugare le primarie esigenze di tutela e salvaguardia dell’ambiente con le opportunità di impiego economico-sostenibile dei territori, al fine di dotare le stesse comunità di innovativi strumenti in grado di generare benessere e di auto-sostenersi energeticamente ed economicamente.
Altri prima di noi hanno intrapreso questi percorsi virtuosi con importanti ricadute economiche ed occupazionali; anche da un punto di vista turistico.
Penso ad alcune isole del Nord Europa ed agli esempi eclatanti e significativi della Spagna e della regione della Navarra, in particolare, con la quale abbiamo già stipulato accordi di collaborazione e scambio di esperienze. Uno dei punti di forza del progetto è quello di parlare direttamente alle comunità, trasferendo in modo condiviso nuovi principi etici e culturali che vanno ben oltre i pur importanti aspetti economici legati alle politiche di produzione energetica. Sardegna CO2.0 è già entrato in una fase operativa: è stato già individuato un primo gruppo di Comuni, che per la dislocazione e le loro peculiarità, sono rappresentativi dell’intero territorio della Sardegna. Si tratta di Comuni che diventeranno pionieri e testimonial di questa nuova prospettiva per tutti gli altri centri dell’Isola.
Nello specifico, le comunità coinvolte nello start-up del progetto, con il supporto della Regione, hanno avviato l’analisi del proprio territorio per fotografare la propria situazione energetica allo scopo di individuare, costruire sviluppare soluzioni coerenti e rispondenti alla proprie specificità.
Si tratta di una dinamica articolata e per il suo svolgimento sono necessarie attività di animazione e di trasferimento delle informazioni di carattere tecnico e scientifico. E infatti sono coinvolti in Sardegna CO2.0 gli Enti della Regione, tra questi Sardegna Ricerche, con la quale è stato già sottoscritto un accordo di collaborazione.
Inoltre, la Regione ha in programma l’organizzazione di forum territoriali destinati a condividere con le comunità questo processo di sviluppo e fornire, contestualmente, gli strumenti di valutazione delle iniziative affinché sia garantita una fattiva partecipazione. .
A conclusione di tale fase di sensibilizzazione, informazione e partecipazione delle comunità vi sarà la definizione di un Piano di sviluppo locale per l’energia che, coerentemente con il contesto ambientale, sociale ed economico, definirà le azioni volte a ridurre i consumi di energia elettrica e termica, acqua gas e olio combustibile che a parità di qualità del servizio e di prodotti consenta di realizzare localmente le condizioni per il raggiungimento di un bilancio delle emissioni di CO2 pari a zero.
I Comuni pionieri, grazie ad una corretta e trasparente valutazione e divulgazione dei risultati diventeranno referenti di questo modello virtuoso presso gli altri comuni della Sardegna.
L’obiettivo pubblico di natura economica è quello di stimolare il mercato del risparmio energetico e creare in Sardegna un mercato associato alla riduzione delle emissioni di CO2 allo scopo di incrementare le iniziative imprenditoriali nel settore della riduzione delle emissione e del risparmio energetico; sviluppare l’Emission Trading (mercato internazionale della CO2); sviluppare il mercato dei titoli di efficienza energetica in Sardegna; valorizzare le risorse agricole, forestali, zootecniche e dei rifiuti per ridurre le emissioni e generare crediti di emissione; realizzare progetti pilota di applicazione del risparmio energetico e riduzione delle emissioni di scala significativa.
Purtuttavia, improvvisamente, su questo lavoro sono state proiettate delle ombre. Sono ombre nelle quali non mi riconosco. Sono ipotesi di comportamenti che non mi sono mai appartenuti, non mi appartengono né mai mi apparterranno.
Sono pronto a rendere conto di ogni singolo giorno, di ogni singolo minuto della mia attività di presidente, lo faccio con una certezza assoluta: mai e poi mai, persone od eventi esterni hanno potuto distrarre la mia azione dalla ricerca del bene comune. Lo testimoniano i fatti concreti, gli unici che dimostrano la verità.
Caro on. Sanna, non posso non rimarcare con amarezza che chi è stato bugiardo è stato lei: conscio delle mie parole, le ha volute travisare per farmi delle accuse che non merito. Le auguro per il futuro di poter avere in questa sua ricerca del bene la serenità di coscienza che ho io.
C’è un dato esemplare e oggettivo che pesa come un macigno nella bilancia della verità: le autorizzazioni rilasciate da questa Amministrazione regionale sono pari a ZERO. Le autorizzazioni che saranno rilasciate da questa amministrazione regionale, con la normativa da noi introdotta, saranno pari a ZERO.
Questa è la realtà dei fatti, questa la verità. L'insieme degli atti richiamati dimostra oggettivamente che la volontà dell’Esecutivo è – ed è sempre stata - quella di erigere una vera e propria diga contro qualsiasi tentativo di speculazione sulle energie rinnovabili e assicurare al nostro Popolo i benefici economici dell’uso sostenibile del nostro territorio. Per raggiungere questo ambizioso traguardo abbiamo lavorato e continueremo a lavorare con rigore, trasparenza e correttezza. Sono scelte forti, senza condizionamenti, compiute in autonomia da una Regione Autonoma a Statuto Speciale. Quella stessa autonomia che stiamo ricostruendo con i fatti per la nostra Isola e che non deve essere solo politica, ma anche economica , sociale e culturale. Quella stessa Autonomia per cui le scelte che riguardano la Sardegna vengono compiute in quest’aula, dai rappresentanti del Popolo Sardo e non altrove. Quella di un’autodeterminazione fattiva, che si traduca in atti e nella realizzazione concreta di un nuovo “sistema Sardegna”, è la vera sfida che dobbiamo affrontare, sulla quale dobbiamo confrontarci e avere anche il coraggio di compiere un percorso comune.
Questa è la realtà dei fatti, questa la verità. Non ho niente di cui vergognarmi. Anzi, sono orgoglioso per me, quale Presidente della regione, ma posso dire di essere orgoglioso anche per Voi, cari colleghi.

Per la replica è intervenuto l’on. Bruno (Pd): “Non è stata una giornata persa, con questa mozione abbiamo cercato di colmare la lacuna di un dibattito che prima non c’era stato. Noi siamo preoccupati per quello che sta accadendo in Sardegna sulle energie rinnovabili ma lei deve impedire che qualcuno strumentalizzi la Regione Sardegna per altri interessi che non siano pubblici. Non ha detto niente sulla nomina di Farris all’Arpas, nomina che le hanno imposto: non ci ha detto perché è ancora lì. Non dice niente sulle risorse scippate per il G8, per la Sassari – Olbia, per la vertenza entrate con lo Stato che ci ha trasferito solo un miliardo contro i sei dovuti”. Il capogruppo del Pd ha illustrato l’ordine del giorno a seguito della mozione.

Anche l’on. Salis (Idv) ha replicato alle conclusioni del presidente Cappellacci: “Sono soddisfatto per la sua tranquillità, presidente Cappellacci, rispetto a queste zone d’ombra che ancora sussistono. Aspetteremo altre sedi e altri momenti. Intanto è chiaro che la Sardegna non è esclusa dai fenomeni di infiltrazione mafiosa e ritengo opportuno anche io un tavolo comune di confronto con la commissione Antimafia. Nemmeno una parola abbiamo poi sentito, presidente, su tutte le pratiche di agricoltori e artigiani ferme all’assessorato all’Industria, in attesa di risposta. E sarebbe importante, per dare concretezza alla discussione di oggi”.

L’on. Uras (Sel) è intervenuto sull’ordine del giorno: “A parte il giudizio politico, che sicuramente ci troverà divergenti, ci sono però alcuni punti dell’ordine del giorno che sono patrimonio comune che sarebbe opportuno approvare, come la sostituzione immediata del direttore dell’Arpas e come la necessità di attivare l’interlocuzione con la commissione Antimafia, alla luce del rischio di infiltrazione nell’Isola di criminalità organizzata sul business delle energie rinnovabili. E’ importante anche ridefinire le quote regionali di energia rinnovabile, per poter meglio orientare la produzione di energia verso le fonti di energia pulita. E ancora: è necessario approvare il Piano energetico, tenendo conto della potenza installata e dei consumi effettivi della Sardegna, evitando l’eccedenza e favorendo la sostenibilità ambientale. Dire di no ad alcuni di questi punti non consentirebbe alle nostre popolazioni di capire: noi tutti dobbiamo essere impegnati contro ogni forma di criminalità organizzata, le istituzioni devono sapersi stringere attorno a questo obiettivo”.
La presidente Lombardo ha messo in votazione l’ordine del giorno e ha dato la parola all’on. Porcu (Pd): “Presidente, lei non ha dato una risposta di merito e non ho capito se lei sa di cosa sta parlando quando parla di energie rinnovabili. Cosa decidete sui piccoli impianti? Quanta energia volete produrre? Non ho ancora capito la vostra politica, mi pare confusa”.
L’on. Massimo Zedda (Sel) ha chiesto la votazione per parti “in modo tale da consentire che sui singoli punti, come le dimissioni di Farris, non ci siano ombre. Per l’on. Giampaolo Diana (Pd) “la replica del presidente Cappellacci sembrava preparata ieri e non ha tenuto conto del dibattito dell’Aula. Noi abbiamo ritirato le mozioni e presentato un ordine del giorno ma non capisco il suo silenzio in ordine alla richiesta di dimissioni di Farris, dimissioni peraltro richieste anche da ampi settori della maggioranza”. L’on. Uras (Sel) ha definito sensata “la proposta di votare per parti perché vuol dire lavoriamo insieme contro un nemico comune. E’ un ordine del giorno civilissimo e bocciandolo tutto vi assumete una responsabilità e ancora una volta non fate una bella figura”.
La presidente Lombardo ha posto in votazione l’ordine del giorno, cominciando dal voto sulla premessa, che è stata bocciata. L’on. Capelli (Udc) ha detto: “Il nostro è un voto politico di fiducia al presidente e alla Giunta, sempre che oggi si metta una pietra tombale sul passato e inizi un nuovo percorso politico per questa maggioranza in evoluzione”. L’Aula ha respinto anche i punti dell’ordine del giorno, come quello relativo alle dimissioni del direttore dell’Arpas, Ignazio Farris, e quello relativo alla necessità di un’interlocuzione istituzionale con la commissione Antimafia per il rischio infiltrazione in Sardegna.
Sull’ultimo punto, quello relativo allo sblocco delle attività di installazione di piccoli impianti richiesti da agricoltori e artigiani, il presidente Cappellacci ha preso la parola per spiegare: “Sono contrario per ragioni politiche ma voglio che sia chiaro che la Sardegna è del tutto lontana e contraria da qualsiasi forma di infiltrazione mafiosa e il mio impegno sarà massimo per affermare questo principio”.
Per l’on. Porcu (Pd) “ancora una volta il presidente non entra nel merito di questa discussione, bisogna dare risposta a centinaia di operatori e rimettere così in moto la nostra economia”. Della stessa opinione l’on. Luigi Lotto (Pd) mentre per l’on. Salis (Idv) “è necessario dare risposta a centinaia di operatori economici che l’aspettano, tenuto conto che il 31 dicembre scade il secondo bando per l’accesso ai finanziamenti del fotovoltaico”. Per l’on. Gianvalerio Sanna (Pd) “è giusto ed evidente che voi votiate contro perché state mettendo in piedi la peggiore messinscena: siete d’accordo ma dovete votare contro in nome di un atto di fede alla maggioranza. Questa è una politica distante dalla Politica, provate a spiegarlo alla gente”. L’on. Maninchedda (Psd’az) “sull’energia decide il Consiglio, non è il caso che l’opposizione si rivolga alla giunta ma è bene che si rivolga a noi. Anche a noi interessa affrontare e risolvere la questione delle energie rinnovabili per i pastori, per le imprese agricole: parliamoci e decidiamo in quest’Aula perché il potere di decidere spetta a noi”. Per l’on. Uras (Sel) “i punti dell’ordine del giorno bocciati rappresentano un’ovvietà, com’è ovvio che debba essere rimosso un funzionario della Regione del quale parla tutta la stampa italiana”. L’on Diana (Pd) ha chiesto alla presidente di portare in Aula il lavoro delle commissioni per approvare le norme che sbloccano le pratiche ferme per l’installazione dei piccoli impianti. L’on. Oppi (Udc) ha detto: “Abbiamo già espresso un giudizio molto severo su Farris ma votiamo no perché questa è una maggioranza politica. Abbiamo perso tre quarti d’ora”.
La presidente ha messo in votazione l’ultimo punto dell’ordine del giorno, quello relativo alle richieste bloccate per i piccoli impianti: anche l’ultimo punto è stato respinto.
La presidente Lombardo ha comunicato che il Consiglio è convocato per mercoledì 16 giugno alle 10. Per martedì 15 è invece prevista la convocazione delle commissioni. (c.c.)