CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

------------------------------------

Nota stampa
della seduta n. 110 del 1° giugno 2010

------------------------------------

Comunicazioni del presidente della Regione

Cagliari, 1 giugno 2010 - La seduta è stata aperta puntualmente alle 10 dalla presidente Claudia Lombardo. Dopo gli adempimenti formali la presidente ha dato la parola per comunicazioni al presidente della Regione, Ugo Cappellacci. L’on. Uras (Sel) è intervenuto prima per chiedere al presidente della Regione di intervenire ai sensi dell’articolo 120 e non del 121 del Regolamento del Consiglio, consentendo così il successivo dibattito in aula a seguito delle dichiarazioni del presidente della Regione. Ma la presidente Lombardo ha spiegato che l’aula è convocata sulla base dell’articolo 121, che prevede le semplici comunicazioni del presidente della Regione e poi l’intervento per dieci minuti di ciascun gruppo politico. E’ quindi, intervenuto, l’on. Cappellacci: “Signor Presidente, Onorevoli colleghi, signori assessori, è passato poco più di un anno da quando questa maggioranza ha intrapreso il proprio lavoro nell’interesse della Sardegna. E’ stato un anno difficile, un percorso irto di problemi e difficoltà. Il mio impegno, così come quello della Giunta, è sempre stato quello di governare per il bene della nostra comunità. Abbiamo affrontato il presente pensando al futuro, lo abbiamo fatto con senso di responsabilità, con trasparenza, con correttezza, lo abbiamo fatto nella esclusiva ricerca del bene comune. Pur tuttavia, improvvisamente, su questo lavoro sono state proiettate delle ombre. Ed è da qui che voglio iniziare, lo voglio fare rappresentandovi prima di tutto il mio stato d’animo. E’ lo stato d’animo dell’uomo, ma è anche lo stato d’animo del Presidente di tutti i Sardi che, improvvisamente, si è ritrovato nel tritacarne mediatico. E credo di poter dire che è anche il vostro stato d'animo, cari colleghi. Di cosa mi si accusa? Sinceramente, ad oggi, devo dirvi che non lo so. Non ho ricevuto alcuna formale contestazione sul mio operato ma, come tutti voi, ho appreso dalle ricostruzioni giornalistiche delle indagini in corso. Sono ombre nelle quali non mi riconosco. Sono ipotesi di comportamenti che non mi sono mai appartenuti, non mi appartengono né mai mi apparterranno. Per questo motivo oggi voglio dirvi che l’uomo, il genitore, il presidente Cappellacci è qui, di fronte a questo onorevole consiglio, con animo sereno, pronto a rappresentare l’unica cosa che conta: la verità, che si estrinseca nella realtà dei fatti. Quella realtà dei fatti che mi consente di presentarmi davanti a voi e, quindi, a tutti i sardi, sereno ed a testa alta. Eppure il Presidente dei Sardi è stato esposto a una vera e propria gogna mediatica: si sono fatti riferimenti a degli incontri, si sono chiamate in causa delle conversazioni telefoniche, mi si rinfaccia di aver accolto suggerimenti, di aver frequentato taluni individui, di aver modificato delle norme in finanziaria con un disegno preciso e di aver manipolato graduatorie. Si è arrivati persino a sostenere la tesi che l’approvazione di tre delibere sulle energie rinnovabili, da parte della Giunta, sia stata frutto di un ipotetico disegno criminoso e non invece di una legittima e coerente strategia di governo. Sono pronto a rendere conto di ogni singolo giorno, di ogni singolo minuto della mia attività di presidente, lo faccio con una certezza assoluta: mai e poi mai, persone od eventi esterni hanno potuto distrarre la mia azione dalla ricerca del bene comune. Lo testimoniano i fatti concreti, gli unici che dimostrano la verità. C’è un dato esemplare e oggettivo che pesa come un macigno nella bilancia della verità: le autorizzazioni rilasciate da questa Amministrazione regionale sono pari a zero. Le autorizzazioni che saranno rilasciate da questa amministrazione regionale, con la normativa da noi introdotta, saranno pari a zero. Questa è la realtà dei fatti, questa la verità. Questa sintesi finale altro non è se non l’esito di un percorso teso alla ricerca del massimo risultato utile per l’economia e lo sviluppo della nostra regione. Per perseguire tali obiettivi abbiamo intrapreso un percorso lineare, coerente, facilmente individuabile nei documenti, rigorosamente rispettoso di tutte le norme vigenti e accompagnato con una serie di consultazioni di natura multidisciplinare sia con le strutture e gli assessorati competenti che con rappresentanti di associazioni di categoria, operatori del settore energetico elettrico e con ricercatori di università italiane. Per comprenderlo è di fondamentale importanza ricostruire il quadro normativo “ereditato” dalla precedente legislatura. Le criticità riscontrabili nella precedente normativa regionale erano ravvisabili sotto diversi profili. In primo luogo sotto il profilo della competenza amministrativa la normativa di riferimento non era per niente chiara. Un’ulteriore e più rilevante criticità riguardava il regime del procedimento definito dalla disciplina regionale previgente. Il procedimento introdotto dalla L.R. 29 maggio 2007, n. 2 (art. 18 - “Energia rinnovabile – eolica”) risultava, infatti, fondato su un ingiustificato margine di discrezionalità che la parte politica si riservava a suo piacimento nelle decisioni riguardanti le iniziative che potevano o meno essere realizzate nel settore delle rinnovabili. Si delineava così un procedimento non rispettoso della normativa comunitaria (Direttiva 1996/92/CE) e nazionale (D.lgs. n. 79/99 c.d. decreto Bersani che ha recepito la prima). L’ordinamento comunitario e quello nazionale, sulla base dell’introduzione del principio di liberalizzazione del mercato della produzione dell’energia elettrica, non ammettono di per sé procedure pubblicistiche di tipo concessorio, ma strutturano l’intervento amministrativo (il procedimento) secondo lo schema tipico del provvedimento di autorizzazione. È questo il quadro che ha reso necessario l’intervento dell’attuale Giunta per adeguare la normativa regionale a quella nazionale e comunitaria. Il primo rilevante intervento, compiuto con la Finanziaria 2009, ha consentito di fare chiarezza, di rimuovere la discrezionalità attuativa e gli evidenti vizi di liceità e legittimità delle previgente normativa. Con l’art. 6 della L.R. 4 agosto 2009, n. 3 recante “Disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”, viene fatta finalmente chiarezza in particolare: sulle competenze di chi è chiamato a rilasciare l’autorizzazione per l’installazione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica prodotta da FER; sul procedimento di rilascio del titolo abilitativo per la realizzazione degli impianti. Con riferimento alle competenze, la nuova normativa prevede che spetti alla Regione sino all’approvazione del Piano energetico ambientale regionale la competenza al rilascio di provvedimenti autorizzativi per l’installazione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica con potenza di targa uguale o inferiore a 300 MW termici e degli impianti di produzione di energie rinnovabili. Consentitemi di sottolineare che l’aver eliminato la possibilità per l’organo politico di stipulare in maniera totalmente discrezionale accordi con operatori privati rappresenta un ripristino della legittimità e un importante contributo nella direzione della trasparenza e della correttezza del procedimento amministrativo. Agli stessi principi risponde il passaggio da un sistema concessorio a un sistema autorizzatorio regolamentato. Consentitemi altresì di ricordare che la nuova normativa ha dovuto introdurre un correttivo essenziale per poter dare risposte concrete alla grave situazione di crisi delle imprese energivore della Sardegna ed in particolare, in quel momento, a quelle del Sulcis-Iglesiente. Basta rileggere i quotidiani locali del periodo per ricordare il clima di quei giorni. In base alla formulazione originaria dell’art. 18 della vecchia normativa non sarebbe stato possibile dare risposte concrete ai piani di investimento della Portovesme s.r.l. basati sulle fonti rinnovabili per l’abbattimento dei costi energetici di produzione. La nuova normativa, inoltre, rimanda alla Giunta il compito della definizione di apposite linee guida finalizzate ad assicurare un uso corretto e sostenibile del territorio e assicurare alle comunità locali le ricadute economiche e sociali degli interventi produttivi. Infatti, prevede che, nel rispetto della legislazione nazionale e comunitaria, la Regione adotti un Piano regionale di sviluppo delle tecnologie e degli impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile e che tale attività di pianificazione debba avvenire in conformità con le linee guida per la localizzazione degli impianti di produzione di energia rinnovabile definite dalla Giunta regionale. La Giunta ha quindi avviato sin dall'ottobre scorso un processo di approfondimento con il coinvolgimento degli assessorati competenti, delle associazioni di categoria e degli operatori del settore. Nel contempo va sottolineato che proprio in quel periodo cominciavano a manifestarsi con sempre maggiore rilevanza a livello politico e nell’opinione pubblica le forti preoccupazioni, diventate allarme sociale, per le molteplici istanze di realizzazione di parchi eolici ed in particolare parchi eolici off-shore. Si trattava di un’inaccettabile ipotesi di aggressione del nostro territorio e delle nostre coste con implicazioni speculative niente affatto chiare che il Presidente della Regione e tutta la Giunta regionale hanno fin da subito respinto e contrastato con ogni mezzo a disposizione. Peraltro, il divieto alla realizzazione di impianti eolici off-shore era stato già implicitamente determinato dalle disposizioni della L. R. 4/2009, il cosiddetto Piano Casa, che vieta nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia la realizzazione di linee elettriche (indispensabili per tale tipo di impianti) e che individua il mare territoriale come bene primario di interesse paesaggistico e oggetto di tutela insieme alle praterie di poseidonia. A sgombrare il campo in via definitiva da qualsiasi dubbio, serviva, tuttavia, un atto formale della Giunta che contenesse un messaggio chiaro, fermo, responsabile ed inequivocabile nonchè lecito e legittimo. Sono queste le motivazioni di fondo che hanno portato la Giunta regionale a prendere le decisioni che mettono la parola fine a qualsiasi tentativo di speculazione e aggressione del nostro territorio con tre delibere il cui contenuto può essere così riassunto: Divieto assoluto di realizzare impianti eolici off-shore nel mare antistante le coste della Sardegna; Approvazione degli atti di indirizzo e delle linee guida che disciplinano le procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili; Per quanto riguarda gli impianti “su terra”, la possibilità di compiere tale tipo di intervento è riservata alla sola Regione Sardegna, tramite enti strumentali e/o una società di capitali a totale partecipazione regionale; Le uniche eccezioni ammesse possono riguardare aziende energivore e finalizzati esclusivamente all’autoproduzione e all’autoconsumo. Emerge in modo chiaro il rispetto del primario e fondamentale interesse pubblico che ha orientato l’azione della Giunta regionale, che ha introdotto una serie di regole che, in modo inequivocabile salvaguardano al massimo il territorio regionale sotto l’aspetto territoriale, ambientale e paesaggistico. La Giunta regionale ha ben chiara sia la fondamentale vocazione naturalistica della Sardegna, sia che le esigenze dello sviluppo debbono essere coniugate con la tutela dell’ambiente e del paesaggio. L'insieme degli atti richiamati dimostra oggettivamente che la volontà dell’Esecutivo è – ed è sempre stata - quella di erigere una vera e propria diga contro qualsiasi tentativo di speculazione sulle energie rinnovabili e assicurare al nostro Popolo i benefici economici dell’uso sostenibile del nostro territorio. Per raggiungere questo ambizioso traguardo abbiamo lavorato e continueremo a lavorare con rigore, trasparenza e correttezza. Sono scelte forti, senza condizionamenti, compiute in autonomia da una Regione Autonoma a Statuto Speciale. Quella stessa autonomia che stiamo ricostruendo con i fatti per la nostra Isola e che non deve essere solo politica, ma anche economica , sociale e culturale. Quella stessa Autonomia per cui le scelte che riguardano la Sardegna vengono compiute in quest’aula, dai rappresentanti del Popolo Sardo e non altrove. Quella di un’autodeterminazione fattiva, che si traduca in atti e nella realizzazione concreta di un nuovo “sistema Sardegna”, è la vera sfida che dobbiamo affrontare, sulla quale dobbiamo confrontarci e avere anche il coraggio di compiere un percorso comune. Questa è la realtà dei fatti, questa la verità. Non ho niente di cui vergognarmi. Anzi, sono orgoglioso per me, quale Presidente della regione, ma posso dire di essere orgoglioso anche per Voi, cari colleghi. Dopo le dichiarazioni del Presidente Cappellacci è intervenuto, sull’ordine dei lavori, l’on. Renato Soru, che ha parlato di “contraffazione della realtà. Venire qui, tutta la giunta, in questa celebrazione quasi solenne, senza permettere a tutti i consiglieri di parlare, lo trovo insostenibile. Quindi chiedo di poter parlare e di raccontare come stanno le cose. Ritengo di essere in un consiglio regionale e di rappresentare una parte importante di cittadini della Sardegna”. La presidente ha detto rivolta all’on. Soru: la Giunta ha utilizzato l’articolo 121 del regolamento perché intendeva fare comunicazioni e i gruppi politici avrebbero potuto aprire il dibattito presentando una mozione. Questo non è avvenuto e dunque la richiesta dell’on. Soru non può essere accolta. In considerazione del clima surriscaldato tra le parti politiche, la presidente Lombardo ha sospeso la seduta per cinque minuti. (C.C.)

Comunicazioni del presidente della Regione

Cagliari, 1 giugno 2010 - Alla ripresa l’on. Salis (Idv) ha ricordato che in conferenza di capigruppo l’Idv ha chiesto che tutti i consiglieri potessero intervenire al termine delle dichiarazioni del presidente Cappellacci. “Per questo con rammarico annuncio che noi abbandoniamo l’Aula e presenteremo una mozione per discutere sulla politica energetica della Sardegna, liberata dalla possibile influenza di poteri esterni alla Sardegna”.
Il capogruppo del Pd, on. Mario Bruno, ha ricordato che “in altre occasioni il presidente Cappellacci non si è presentato in Aula e ha detto anche che in quest’occasione, considerando l’importanza delle dichiarazioni rese dal presidente della Regione, sarebbe necessario consentire ai consiglieri regionali di intervenire. Le chiedo perché, presidente Cappellacci, intende impedire tutto questo”.
L’on. Mario Diana, capogruppo del Pdl, si è rivolto all’on. Bruno: “Queste sono le dichiarazioni che il presidente Cappellacci ha inteso rilasciare. Se volete conoscere la politica energetica di questa maggioranza e di questa Giunta, presentate una mozione e così conosceremo anche la vostra posizione e voi conoscerete la nostra. Noi non abbiamo mai fatto le gazzarre che sta facendo il presidente Soru”.
Per l’on. Chicco Porcu (Pd) “visto che il presidente è qui ci consenta di discutere la mozione del G8. Abbiamo discusso una mozione sulle energie rinnovabili e lei, presidente Cappellacci, non si è presentato ed è andato avanti con un proprio atto amministrativo. Come possiamo fare per costringere il presidente Cappellacci ad ascoltarci? Vorremmo approfittare della sua presenza visto che lei si è presentato due volte in sei mesi in quest’Aula”.
Poco prima che parlasse l’on. Giorgio Oppi (Udc), la presidente ha nuovamente sospeso i lavori. (C.C.)

Eolico, proseguono gli interventi dei capigruppo dopo le dichiarazioni del presidente Capellacci.

Alla ripresa, l’on. Mario Floris (capogruppo Uds) ha detto: “Le dichiarazioni del presidente Cappellacci meritano rispetto e la materia è particolarmente delicata. Lasciamo che gli accertamenti giudiziari siano fatti nelle sedi deputate: a noi competono verifiche di natura politica e sull’adeguatezza degli strumenti giuridici e amministrativi dei quali la Regione si è dotata o non si è dotata. Con queste premesse non possiamo non fare una riflessione di dettaglio che trova conforto nelle stesse dichiarazioni del presidente Cappellacci. Ammettiamo che siano esatte le ricostruzioni giornalistiche secondo le quali il presidente della Regione ha assunto una decisione che fa prevalere gli interessi generali: questo è una fatto significativo che rivela come non ci fossero intenzioni di realizzare cose meno che lecite. E’ stato bloccato ogni tentativo di speculazione e ciò è apprezzabile. In questi dieci anni la Regione è stata impreparata, come lo sono tutti i partiti in campo e l’ intera società sarda, ad affrontare le scelte del cambiamento come ci viene imposto dal titolo V della Costituzione e dal federalismo. Questa nostra discussione ha messo ancora in evidenza la fragilità del sistema. Accanto alla crescita del presidenzialismo, dell’uomo solo al comando, è venuto meno il sistema dei controlli e il bilanciamento dei poteri. E quello delle energie rinnovabili è un campo delicato sul quale si gioca il futuro della Sardegna e del mondo. Occorre fare chiarezza sui poteri della Regione e dello Stato su questa materia.
Sono convinto che il presidente Cappellacci saprà dimostrare in tutte le sedi la sua estraneità a queste accuse. Abbiamo assistito in questi giorni a una vera e propria barbarie politica e civile, una barbarie giustizialista. Noi vogliamo che la politica assuma la sua funzione nobile e alta e condizione essenziale è la riforma della Regione”.
Per l’on. Giacomo Sanna (capogruppo Psd’az) “il Psd’az non hai mai cavalcato il giustizialismo nella sua storia ed è significativo che ancora una volta siano gli organi di informazione e non quelli giudiziari a dare le notizie. Noi non abbiamo mai cercato di aprire processi in quest’Aula né abbiamo mai strumentalizzato in quest’Aula situazioni analoghe a questa per celebrare processi. Certo che una discussione serena e ampia si può e si deve fare su questo punto, però nel rispetto delle regole e del regolamento del Consiglio”.
Entrando nel merito della questione, l’esponente sardista ha detto: “Il piano energetico non è mai entrato in quest’Aula e questo è il primo limite. Ma sia chiaro che legittimità e trasparenza non stanno solo da una parte. Ma non è l’opposizione che detta i tempi: altrimenti ci alzeremo anche noi e discuterete da soli la mozione. Certo che è preoccupante quello che è stato letto sui giornali in queste settimane. Ci auguriamo che lei possa, presidente Cappellacci, recuperare al più presto la sua serenità: se avessimo un solo dubbio non saremmo un partito al suo fianco e non saremmo con lei. Ma deve essere chiaro che questa ricchezza che deriva dalle energie rinnovabili deve essere lasciata in Sardegna. Impediamo il saccheggio, presidente Cappellacci. I sardi non possono essere depredati ancora una volta. La Saras insegna e quei certificati verdi gridano vendetta”.
Ha preso la parola il capogruppo dei Riformatori, on. Pierpaolo Vargiu: “Non abbiamo bisogno di un grande dibattito e ribadiamo piena solidarietà umana e politica al presidente Cappellacci, certi che saprà dimostrare l’estraneità sua e della Giunta rispetto alle accuse”.
Per l’on. Giorgio Oppi (capogruppo Udc ed ex assessore dell’Ambiente all’inizio della legislatura Cappellacci) “è necessario, anche in assenza dell’opposizione, della quale mi rammarico, analizzare le diverse fasi che si sono succedute nel campo delle energie rinnovabili dal 2002 a oggi. Non si possono attribuire responsabilità né a questa giunta né alla precedente. Credo che la legge sia stata sempre rispettata e a qualche collega che interviene va detto che nel 2002 gli impianti andavano a verifica solo se sussistevano problemi ambientali. Altrimenti, bastava la determina del dirigente regionale. Dal 2002 al 2004 ci sono undici determine dirigenziali e soltanto due delibere regionali. Non riesco dunque a capire che cosa possa aver fatto questa giunta, se non agito nell’interesse della collettività sarda”.
L’on. Oppi ha proseguito con la ricostruzione delle autorizzazioni sotto la Giunta Soru e con l’elencazione degli impianti in via di realizzazione. “Nel 2006 viene approvato il Ppr che autorizza gli impianti nelle aree industriali e da riconvertire. Nel gennaio 2009 compaiono anche le aree Pip. Cappellacci ha modificato l’articolo 18 eliminando gli accordi di programma introdotti dal presidente Soru e recependo l’autorizzazione unica della Regione. E’ vero che le richieste sono aumentate in questi mesi ma la Giunta Cappellacci non ha autorizzato niente.
Dovevamo poi creare le condizioni nel Sulcis perché la Portovesme srl diventasse, da consumatore di energia, produttore di energia. E l’accordo è stato fatto, anche se ancora non è operativo. Ora dobbiamo accelerare l’iter delle linee guida per evitare una nuova ondata di faccendieri. E lo dico perché ci sono società che stanno presentando in questi giorni richieste da centinaia di megawatt nel Medio Campidano. Dobbiamo organizzarci, insomma, per evitare che si arrivi a tremila megawatt, che saranno prodotti ma non potranno andare in rete nonostante le società prendano comunque i contributi per questo.
Presidente, anche io una volta sono incappato in una vicenda giudiziaria e le dico di stare sereno perché avrà sempre noi dalla sua parte, non perché la conosciamo ma per come ha agito sinora”.
Ha preso poi la parola il capogruppo del Pdl, l’on. Mario Diana: “Vista l’intimità che ci hanno favorevolmente concesso i nostri colleghi, la miglior difesa è l’attacco. Il collega Soru ha scatenato una bagarre condizionando anche quelli dell’opposizione che intendevano affrontare questa seduta con spirito diverso. Noi non abbiamo da discutere di questione morale e non lo abbiamo fatto nemmeno nella scorsa legislatura, quando lo avremmo potuto fare per le vicende del presidente della Giunta e del Consiglio di allora”. L’on.Diana ha parlato poi delle linee guida in materia di energie rinnovabili, delle garanzie ambientali necessarie da richiedere agli imprenditori e ha aggiunto: “Pretendiamo che le ricadute in termini fiscali degli investimenti realizzati in Sardegna restino alla Regione e sappiamo che anche lei è d’accordo su questo”.
 

La replica del presidente Cappellacci. Lavori conclusi. Consiglio convocato a domicilio. Alle 14 la conferenza dei capigruppo.

Cagliari, 1 giugno 2010 – I lavori sono proseguiti con la replica del presidente Cappellacci che ha ringraziato i colleghi intervenuti e ha dichiarato la sua amarezza per lo spettacolo al quale ha assistito in Aula. “E’ stato uno spettacolo triste che la dice tutta sulla situazione della politica. Il dibattito doveva svolgersi con le modalità previste dall’art. 121 del regolamento, come deciso dalla conferenza dei capigruppo. La seduta di oggi – ha affermato il presidente - è stata chiesta da me per comunicarvi la mia assoluta serenità che deriva da avere la coscienza a posto e per ribadirvi che l’azione del governo della Sardegna va verso l’interesse dei sardi”.
Con la replica del presidente Cappellacci i lavori si sono conclusi. La presidente Lombardo ha convocato per le ore 14 la conferenza dei capigruppo. (R.R.)