CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 103 del 5 marzo 2010

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Approvato il Disegno di legge 120 “Intervento straordinario a favore della società polisportiva Dinamo srl di Sassari”

Cagliari, 5 marzo 2010 - La seduta si è aperta con la commemorazione del consigliere regionale Salvatore Lorelli, recentemente scomparso.
L’aula, dopo una sospensione di cinque minuti in segno di lutto, ha proseguito i lavori con l’esame del Disegno di legge 120 “Intervento straordinario a favore della società polisportiva Dinamo srl di Sassari”.
Il relatore, l’on. Amadu (Pdl) ha detto che si tratta di una modifica al testo già approvato dalla giunta regionale. In sostanza sono presentati due emendamenti al testo originale. Il primo sostituisce l’articolo 1 del testo, il secondo aggiunge l’ art. 1 bis.
Nessun consigliere è intervenuto nella discussione generale e il passaggio agli articoli è stato approvato.
L’articolo 1, messo in votazione con voto elettronico palese chiesto dall’on. Uras, e l’articolo 1 bis sono stati approvati. Approvazione anche per l’intero DL (Presenti 55, votanti 52, sì 52, 3 astenuti). I lavori sono sospesi per qualche minuto. (R.R.)

Testo unificato 121-122 Provvedimenti a favore di persone con handicap grave di cui alla legge 21 maggio 1998 n. 162

Cagliari, 5 marzo 2010 - La seduta è proseguita con l’esame del Testo unificato 121-122 “Provvedimenti a favore di persone con handicap grave di cui alla legge 21 maggio 1998 n. 162”. Il relatore di maggioranza, l’on. Steri (Udc) ha detto che il fine è quello di reintegrare le risorse a favore di quei sardi in situazione di grave disabilità che hanno avuto la riduzione dei piani personalizzati. Il testo unico è la sintesi di due proposte una di opposizione e una di maggioranza. Il testo – ha ricordato l’on. Steri – è stato licenziato in commissione con il voto favorevole della maggioranza. L’opposizione si è astenuta perché le risorse erano insufficienti. Non è stato possibile trovare i 28 milioni di euro necessari – ha aggiunto Steri - ne abbiamo trovato 14 milioni. Per chi non è coperto i comuni possono attingere al fondo unico.
Il relatore di minoranza, l’on. Espa (Pd) ha detto di essere soddisfatto dell’arrivo della legge in aula. Questa legge non è contro la povertà, è una legge che riguarda i diritti umani e offre servizi personalizzati. E’ una legge che estremizza la sussidiarietà. Espa ha ricordato le ragioni per le quali l’opposizione si è astenuta in commissione. “Siamo soddisfatti – ha affermato - che in questa prima parte siano stati recuperati 14 milioni di euro ma riteniamo che questi fondi siano insufficienti. Noi presenteremo un emendamento in aula in cui chiederemo l’aumento dei fondi a disposizione”.
Nella discussione generale è intervenuto l’on. Vargiu (Riformatori) che ha espresso parere favorevole al testo di legge unificato e ha sottolineato l’importanza della discussione. La materia, infatti, è una sfida nel campo del welfare. Il capogruppo dei Riformatori ha detto di condividere il ragionamento dell’on. Espa che vuole un’integrazione di altri 14 milioni. L’on. Vargiu però ha chiarito che in Sardegna si sta usando la 162 in maniera diversa rispetto alle altre regioni italiane. Se usiamo 130 milioni di risorse regionali è indispensabile che il Consiglio sappia cosa sta facendo. La L. 162 infatti fornisce prestazioni integrative rispetto agli interventi realizzati dagli enti locali. Quindi, l’esponente dei Riformatori ha chiesto di sapere dall’assessore Liori quanto gli enti locali destinano agli interventi della 162 e quanti sono i fruitori della legge.
L’on. Caria (Pd) esprime soddisfazione per il lavoro portato avanti dalla commissione. Anche per l’esponente del Pd il ripristino delle risorse deve essere totale. Dobbiamo trovare i 28 milioni. Per l’on. Caria non serve un ragionamento su chi deve mettere le risorse ma sui soggetti che non riescono ad avere risposte. Trovare i 28 milioni – ha aggiunto - è semplice, ci vuole però la volontà politica. Per Caria dovrebbe aprirsi un dibattito ampio e articolato sul vero problema che è quello di dove sta andando la sanità.
L’on. Planetta (Psd’az) ha sottolineato la delicatezza dell’argomento che riguarda la tutela e la salvaguardia delle persone con handicap gravi. C’è la smania di far quadrare i conti – ha aggiunto – e non ci si accorge che tiriamo una coperta che è sempre troppo corta. Per Planetta è necessario stare molto attenti per evitare profitti e speculazioni. Il rimedio deve andare a esclusivo vantaggio e beneficio delle persone con grave disabilità. Quindi ben vengano i controlli. (R.R.)

Persone con handicap grave, approvato il testo unificato 121 - 122/A

Dopo l’on. Planetta ha preso la parola l’on. Tarcisio Agus (Pd), che ha espresso “soddisfazione per il fatto che il Consiglio, su elementi importanti di vicinanza alle fasce più deboli della società sarda, riesca ad avvicinare le parti contrapposte e a dialogare”. Per l’oratore, “i Comuni possono contribuire a migliorare la situazione delle famiglie ma senza scandalo si deve anche dire che spesso, nella nostra povera società, i contributi dati per questi pazienti portatori di handicap servono a integrare il reddito delle famiglie, dove c’è anche il fratello disoccupato o il padre in cassa integrazione. E la nostra situazione di povertà spiega anche la quantità di richieste, 28 mila in Sardegna rispetto alle 1000 dell’Emilia Romagna. Questo dovrebbe farci riflettere tutti sulla portata della crisi che l’Isola sta vivendo”.
E’ intervenuto poi l’on. Nanni Campus (Pdl), secondo cui “non i contenuti ma l’applicazione della legge 162 va rivista. E’ doveroso venire incontro ai soggetti più deboli ma è chiaro che questa legge, di carattere sociosanitario, non può diventare un surrogato di altri strumenti come l’assistenza sociale. Un dato è poi rilevante: i beneficiari della legge 162 sono concentrati soprattutto nei piccoli Comuni, come le stesse associazioni segnalano, dove le percentuali di beneficiati sfiorano il dieci per cento dei residenti mentre nelle città sarde la percentuale si ferma sotto l’uno per cento. Per questo siamo favorevoli assolutamente a questo testo, che riporta la legge alla situazione reale dei bisogni”.
Per l’on. Luciano Uras (Sel) “questo testo normativo ha la sola finalità di rispettare la promessa fatta a tanti cittadini sardi di soddisfare i loro bisogni familiari, che nascono dall’handicap. Sul resto del dibattito io auspico un ordine del giorno congiunto da parte dei colleghi che si sono occupati particolarmente della questione e se è necessario, come pare, prevedendo anche una norma transitoria che abbia una dotazione finanziaria sufficiente a coprire tutte le richieste”.
Per l’on. Renato Lai (Pdl) “i criteri di contenimento della spesa pubblica devono passare attraverso il vaglio delle leggi, senza che questo significhi un danno agli aventi diritto ai piani personalizzati. Condivido l’affermazione dell’on. Caria: la legge 162 è un investimento per le casse pubbliche. L’intento del legislatore va perseguito ma con la consapevolezza che su questa materia serve una visione costruttiva”.
Ha poi preso la parola il capogruppo del Pd, Mario Bruno, che ha fortemente contestato i tagli della Giunta regionale ai piani personalizzati. “Siamo dunque arrivati alla discussione, dopo che noi abbiamo sollevato il problema di questi vergognosi tagli. Voi state facendo una scelta politica perché è una scelta politica decidere come destinare le risorse pubbliche. Qui non parliamo di pazienti ma di diritti e di conquiste sociali: stiamo parlando di persone”.
Per la Giunta ha poi preso la parola l’assessore alla Sanità, on. Antonello Liori, che ha detto: “Queste somme non sono diritti acquisiti e anche il taglio di mille euro, che si è reso necessario, teneva in realtà conto della differenza dei bisogni. Non sempre tutto nasce dalla malafede di certi Comuni, a volte si mettono di mezzo le direttive sbagliate”. Per l’assessore, “mentre aumenta l’età media della vita, aumenta anche il numero dei sardi che prendono coscienza del loro diritto e chiedono il contributo. Dobbiamo stare attenti perché la spesa non cresca in maniera incontrollata. Comunque, il parere della Giunta davanti a questo testo unificato è favorevole”.
La presidente ha posto in discussione l’articolo 1 del testo unificato e l’emendamento Espa. Sono intervenuti i consiglieri Espa e Soru, che hanno ribadito “l’importanza della legge 162 rispetto alla qualità della vita delle persone e l’attenzione che ha richiamato il caso Sardegna”. Per l’on. Soru “la politica è scelta sulla destinazione della risorsa finanziaria e voi avete brutalmente tagliato 28 milioni di euro. Oggi deve essere chiaro a tutti i sardi bisognosi di assistenza che non devono ringraziare la Giunta regionale ma la squadra di pallacanestro di Sassari: pur di finanziare loro state finanziando le persone non autosufficienti”.
Per il capogruppo del Pdl, Mario Diana, “non è corretto mischiare i problemi della pallacanestro sassarese, altrimenti esclusa dal massimo campionato, e i problemi dei disabili sardi. Non si risolve il problema aggiungendo altri 14 milioni alla legge 162: questo è populismo, demagogia e voi sapete bene che gran parte di queste risorse della legge 162 sino state sprecate”. Ha replicato il capogruppo del Pd: “Non è demagogia, votate il nostro emendamento e farete un servizio alla Sardegna. La pallacanestro è importante ma prima vengono le persone che non riescono a fare canestro”.
L’emendamento Espa è stato respinto. Approvato invece l’articolo 1.
Approvato invece l’articolo 2 con l’emendamento Maninchedda. Approvato anche l’articolo 3 e il testo unificato n. 121 – 122/ A.
Per dichiarazione di voto è intervenuto l’on. Uras (Sel): “Sono contento del risultato ma per fare di più, e potevamo fare di più, dobbiamo fare un’analisi seria su come vengono attuate dalla nostra burocrazia le leggi che noi approviamo”. Per l’on. Espa (Pd) “votiamo a favore, nonostante la nostra posizione netta: chiediamo che tutti possano accedere a questi benefici se ne hanno i titoli. Sono intervenuti tra gli altri gli onorevoli Pittalis , Bruno, Petrini e Diana.
La presidente Lombardo ha sospeso l’Aula per una breve conferenza dei capigruppo. I lavori proseguono alle 14.45. (c.c.)

Accordo di programma per Tuvixeddu: in aula un’interpellanza e una mozione del centrosinistra

I lavori sono proseguiti con la discussione dell’interpellanza Uras e più sulla tutela della necropoli di Tuvixeddu e della mozione Bruno e più sulla necessità di rivedere l’accordo di programma per Tuvixeddu alla luce della Convenzione europea per il paesaggio e del Codice Urbani.
Dopo l’intervento dell’on. Luciano Uras (Sel), che ha illustrato l’interpellanza, ha preso la parola l’on. Chicco Porcu (Pd), che ha detto, rivolto all’assessore all’Urbanistica: “C’è un fatto nuovo, che è la sentenza del Consiglio di Stato che mette in dubbio l’accordo di programma del ’99. Siamo dunque oggi in una situazione di stallo che rischia di lasciare ancora per anni Tuvixeddu in uno stato di abbandono. Qualsiasi intervento su Tuvixeddu non può che partire da una rimodulazione degli accordi di programma del 2000. Assessore, il colle deve essere acquisito al Patrimonio pubblico con una legge ad hoc che lo tuteli. Tuvixeddu deve diventare un grande parco ambientale e paesaggistico, non solo archeologico”.
La presidente Lombardo ha dichiarato aperta la discussione ed è intervenuto l’on. Mario Diana, capogruppo del Pdl: “Certo che si può non essere d’accordo con l’attuale perimetrazione ma deriva da un accordo di programma. Che può essere rivisitato se le parti sono d’accordo: il privato, la Regione e il Comune. Mi auspico che alla fine di questa discussione si arrivi a un ordine del giorno condiviso e se vogliono recuperare quell’area è necessario un grande sforzo collettivo, senza infilarci nelle polemiche”.
Per l’on. Giampaolo Diana (Pd) “quest’area è straordinaria e tutti noi concordiamo che la necropoli è un tratto identitario della città e della Sardegna. Abbiamo il dovere di dire qui che cosa vogliamo fare di questo colle, che merita un confronto tra i vari livelli istituzionali con la volontà di valorizzare un patrimonio inestimabile. La politica deve andare oltre e dire se quel colle può essere oggetto di un nuovo accordo di programma che faccia di quell’area un’area non di speculazione edilizia ma di cultura, di ambiente e di paesaggio”.
Per l’on. Massimo Zedda (Sel) “è stato un errore allora sottoscrivere quell’accordo di programma e quelle aree, che un tempo non erano considerate, sono diventate oggetto di convenzioni internazionali e di importanti leggi che recepiscono il valore della cultura, dell’archeologia e dell’ambiente in sé e non solo come area sulla quale costruire”. L’on. Zedda ha citato il caso dell’Appia antica, strada romana di grande valore archeologico sottratta alla speculazione.
Ha preso la parola anche l’on. Renato Soru (Pd), che ha detto: “La scarsa presenza in aula, specie da parte del centrodestra, rappresenta evidentemente e a torto lo scarso interesse. Ma questa discussione nasce dopo la sentenza del Consiglio di Stato e la richiesta di archiviazione di un procedimento penale su Tuvixeddu. Non voglio fare polemiche ma occuparmi degli interessi generali. Io credo che possiamo arrivare alla tutela integrale di Tuvixeddu, non siamo troppo in ritardo per fare di via Is Maglias la nostra Appia antica. E’ comprensibile che l’impresa faccia i suoi interessi, a volte anche sgomitando. Ma noi abbiamo il dovere di governare anche gli interessi privati, con l’obiettivo della tutela integrale di Tuvixeddu. Se questo deve essere fatto con una legge o con un nuovo accordo di programma lo vedremo più avanti ma dobbiamo farlo senza sprecare i soldi della Regione”.
Per l’on. Paolo Maninchedda (Psd’az) “è la politica il luogo delle soluzioni, non il luogo dove discettare di diritto penale o amministrativo. Sostengo la necessità di una legge che garantisca la nascita di un grande parco pubblico e garantisca anche gli interessi dei privati. Parto da un fatto storico: l’occupazione dell’area alla fine degli anni ’70 da parte del Comune di Cagliari per costruire le case popolari di via Castelli. Questa occupazione illegittima ha portato alla transazione del 2000, con un debito miliardario che in parte è stato pagato e in parte è stato oggetto dell’accordo di programma. Che prevede una serie di obblighi a carico del privato e a carico anche del Comune e della Regione. Credo che l’approccio negoziale vada ripreso con il privato, ampliando il più possibile l’area del parco di Tuvixeddu. E questo non si può fare per via amministrativa, perché è tantissima la paura di sbagliare. Non possiamo che trovare una soluzione con una legge che preveda la dotazione finanziaria per realizzare il parco più grande possibile ed eviti l’avvio delle procedure dell’arbitrato per danni. Ignorare questa complessità significa lasciare soltanto le cose come stanno e vorrei capire di chi è l’interesse a lasciare Tuvixeddu ridotto a sterpaglia”.
Per i Rossomori ha preso la parola l’on. Claudia Zuncheddu, secondo la quale “Tuvixeddu è un bene unico e in questa vicenda ci sono responsabilità pesantissime tra le quali quelle della Soprintendenza” mentre per l’on. Marco Espa “la politica ha l’obbligo di intervenire. Tuvixeddu è Cagliari e vorremmo sapere cosa pensa la Regione del futuro di Cagliari”. Per l’esponente del Pd “noi, sotto la presidenza Soru, abbiamo provato a scrivere le pagine della rinascita di Cagliari, con 220 milioni di euro. Noi abbiamo perso questa occasione solo per demeriti della politica, di chi dopo aver firmato ha ritirato la sua firma per paura degli effetti in vista delle elezioni regionali. Ora la Regione deve intervenire e risolvere definitivamente questo problema”.
Ha preso poi la parola l’on. Uras (Sel) “se cediamo questo valore alla speculazione facciamo un danno a noi stessi, per oggi e per domani. Mi pare che ci siano i presupposti per il dialogo”.
Per l’on. Gianvalerio Sanna (Pd) “è apprezzabile la discussione in aula perché vuol dire che il paesaggio è diventato materia sensibile per tutta la politica. Su Tuvixeddu deve essere chiaro a tutti che l’interesse pubblico è tutelato sopra ogni altro interesse privato”. (c.c.)

Mozione n. 45 (Bruno e più) sull’esigenza di assicurare la massima tutela dell’area archeologica di Tuvixeddu. Approvato un ordine del giorno in cui si impegna la giunta regionale a partecipare, congiuntamente al consiglio regionale, alla predisposizione di un apposito progetto di legge funzionale all’acquisizione al patrimonio pubblico, anche con il concorso finanziario dello Stato e nelle forme più convenienti all’interesse pubblico, delle ulteriori aree della necropoli del Colle di Tuvixeddu riconosciuto come bene unico paesaggistico culturale e a istituire nel colle così acquisito al patrimonio pubblico, un parco archeologico –ambientale di fondamentale importanza culturale ed economica per Cagliari e l’intera Sardegna.

Cagliari, 5 marzo 2010 - La seduta è proseguita con l’intervento dell’assessore alla programmazione Giorgio La Spisa. L’esponente della giunta ha sottolineato che su queste questioni esiste l’interesse pubblico e l’interesse privato. Non bisogna avere timore – ha detto - di mettere a confronto gli interessi pubblici e i legittimi interessi dei privati. L’assessore ha ricordato che il primo accordo di programma, sottoscritto nel 2000, prevedeva a carico della società obblighi sia di natura pubblica sia privata. Il secondo accordo di programma riguardava, invece, le infrastrutture. Con la deliberazione della giunta regionale del 26 gennaio scorso – ha sottolineato ancora - la giunta ha inteso valutare positivamente l’interesse pubblico. Dunque, la delibera esprime una forte volontà della giunta di perseguire gli interesse pubblici con un adeguato contemperamento della tutela dei colli di Tuvixeddu e di Tuvumannu. La delibera – ha detto ancora La Spisa - non è né ambigua né temeraria. Certo, occorre una accelerazione, lasciar passare il tempo provoca aggravi. Siamo di fronte a un bene di grande valore su un’area che ha avuto uno sviluppo scoordinato. La giunta regionale sta tenendo – ha concluso - una posizione saggiamente prudente, ma dobbiamo decidere tenendo presenti le diversi variabili giuridiche. Siamo pronti a collaborare con il consiglio regionale guardando a una prospettiva futura, per farci uscire da questa situazione di stallo.
Dopo una breve sospensione chiesta dall’on. Bruno (Pd) è intervenuto per la controreplica l’on. Porcu (Pd) che ha detto che il dibattito è stato sereno e su questioni di merito. L’obiettivo è stato quello della salvaguardia del bene. Un aspetto della replica dell’assessore che non mi ha convinto – ha aggiunto – è la parte in cui l’esponente della giunta ha dichiarato che nella scorsa legislatura si sono volute “forzare” le cose anche a rischio di danneggiamento del Colle. Non sono d’accordo. L’azione portata avanti nella scorsa legislatura è stata all’avanguardia. Abbiamo aperto una strada, per consegnare intatto il bene alle future generazioni. Oggi siamo nelle condizioni di approvare un ordine del giorno unitario che dice prioritariamente che dobbiamo tutelare il colle di Tuvixeddu.
L’ordine del giorno (Bruno e più) presentato impegna la giunta regionale a partecipare, congiuntamente al consiglio regionale, alla predisposizione di un apposito progetto di legge funzionale all’acquisizione al patrimonio pubblico, anche con il concorso finanziario dello Stato e nelle forme più convenienti all’interesse pubblico, delle ulteriori aree della necropoli del Colle di Tuvixeddu riconosciuto come bene unico paesaggistico culturale e a istituire nel colle così acquisito al patrimonio pubblico, un parco archeologico –ambientale di fondamentale importanza culturale ed economica per Cagliari e l’intera Sardegna.
Per dichiarazione di voto sono intervenuti: l’on. Floris (udc) che ha dichiarato il suo voto di astensione, l’assessore La Spisa, l’on. Soru (Pd), l’on. Uras (Rossomori – Comunisti italiani – La sinistra sarda), l’on. Cuccureddu (Mpa) che ha chiesto la votazione per parti.
Il Consiglio ha approvato l’ordine del giorno.
La presidente Lombardo ha chiuso la seduta e ha convocato il Consiglio per lunedì alle ore 10. (FINE R.R.)