CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 98 del 9 febbraio 2010

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DICHIARAZIONI del Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento consiliare, in attuazione dell'ordine del giorno n. 19 (BRUNO e più) sulla crisi occupazionale e industriale della Sardegna.

Cagliari, 9 febbraio 2010 – La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’ordine del giorno la discussione sulle dichiarazioni del presidente della Regione ai sensi dell’articolo 120 del Regolamento consiliare, in attuazione dell’ordine del giorno n. 19 (Bruno e più) sulla crisi occupazionale e industriale della Sardegna.
In apertura di seduta l’on. Bruno (Pd) ha chiesto la verifica del numero legale ma essendoci il numero di consiglieri previsto i lavori sono proseguiti.
Il primo a intervenire nel dibattito di stasera è stato l’on. Carlo Sechi (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) che ha ribadito che più che una Sardegna unita e coesa occorre un governo regionale unito e coeso. Noi non siamo desiderosi di mettere in evidenza – ha aggiunto - le pecche del governo regionale, noi vorremmo che il governo fosse in grado di far fronte alla crisi. Siamo in una situazione in cui alle parole devono seguire i fatti. Noi come gruppo consiliare abbiamo avanzato proposte precise. E’ necessario fare tutto il possibile per favorire la spesa nel settore dell’industria. Perché è inutile inseguire situazioni difficili senza avere proposte alternative.
L’on. G.V. Sanna (Pd) ha detto che le dichiarazioni del presidente Cappellacci sono state “inquietanti” e sono state largamente sufficienti per dimostrare che la crisi economica è aggravata dal fatto che non c’è un governo regionale. “Siete insufficienti, inadeguati e dannosi – ha aggiunto – siete capaci solo di fare teatro, di dire bugie e di fare promesse che poi non vengono mantenute”. Berlusconi, come Caligola, ha dimostrato che può far eleggere chi vuole. Ma non può garantire i risultati. Per G.V. Sanna il premier ha fatto solo promesse ma poi ha cancellato il g8, ha distratto i fondi fas, ha abbandonato la Sassari – Olbia. Il presidente Cappellacci nel suo discorso fa una simbiosi tra governo nazionale e regionale dimostrando che la sua elezione è un “appalto”. Il discorso di Cappellacci è stata la replica delle sue dichiarazioni programmatiche. “ Voi avete messo il bavaglio al consiglio – ha sostenuto l’esponente del Pd – mentre dovreste mettere il bavaglio al vostro Presidente che ci propina “bufale spaziali” per questo non vi affido né consenso, né solidarietà, né unità. In questi mesi – ha concluso - abbiamo capito che gli interessi e gli affari rappresentano il massimo degli orizzonti della vostra politica.. L’unità falsa e millantatrice che ci viene chiesta dalla maggioranza è solo un “patto falso”. Ai cittadini sardi vorrei dire che votare a cuor leggero spesso comporta queste conseguenze. Non vale la pena neanche di chiedervi di dimettervi, ma di fronte al nulla che state rappresentando l’opposizione ha l’obbligo di denunciare ai sardi quello che sta succedendo”.
L’on. Zuncheddu (Comunisti – la sinistra sarda – Rossomori) ha detto che la manifestazione dei giorni scorsi è stata la più imponente degli ultimi 30 anni, dimostrazione che la Sardegna non ne può più. “E’ stato un grande momento di unità del popolo sardo – ha detto – per dire basta agli inganni elettorali di Berlusconi, che in cambio di promesse di lavoro si è preso la presidenza della Regione. Per Claudia Zuncheddu la Sardegna deve rivendicare piena competenza in materia di energia perché senza sovranità cresce la dipendenza. Noi attendiamo notizie da Alcoa, speriamo in buone nuove anche se la giunta non ha dimostrato autorevolezza.
L’on. Bruno (Pd), sull’ordine dei lavori, ha chiesto alla presidente i motivi dell’assenza in aula del presidente della Regione che rappresenta un atto grave.
La presidente Lombardo ha detto che la mancanza del presidente Cappellacci, così come comunicato anche nella conferenza dei capigruppo, è stata determinata dal fatto che il presidente è impegnato a Bruxelles per l’insediamento del comitato delle regioni. Il presidente ha delegato l’assessore La Spisa.
L’on. Bruno (Pd) ha chiesto dieci minuti di sospensione.
I lavori sono stati sospesi.
Alla ripresa dei lavori è intervenuto l’on. Oppi (Udc) che ha sottolineato che la situazione drammatica che sta attraversando la Sardegna ha necessità di un massimo sforzo. Abbiamo sentito tante parole e interventi fine a se stessi – ha aggiunto - ma nessuna proposta. Noi dobbiamo essere uniti e costituire un fronte compatto per dare certezze all’Alcoa. L’impostazione che è stata data in questi ultimi 30 anni per quanto riguarda l’alluminio non va più bene. Noi dobbiamo rilanciare nuove attività economiche. Dobbiamo costruire una “Sardegna nuova”. Basta con cercare responsabilità, cerchiamo soluzioni. All’Alcoa non basta la proposta del governo di ridurre il prezzo dell’energia, l’azienda vuole avere agevolazioni per i prossimi cinque anni. Visto che tali garanzie possono essere date solo dall’Europa dobbiamo avere “pressing” a Bruxelles. Uniamoci – ha aggiunto - perché si garantiscano all’Alcoa almeno cinque anni di agevolazioni. Il via libera dell’Unione europea potrebbe essere dato dal fatto di presentare l’intervento come una soluzione a termine. In questi 5 anni dobbiamo lavorare per trovare soluzioni alternative e pensare al domani. Per l’on. Oppi le risposte concrete riguardano la riqualificazione delle aree industriali, il turismo con iniziative mirate e il rilancio del territorio.
L’on. Barracciu (Pd) ha detto che le dichiarazioni del presidente Cappellacci non sono state convincenti e, tra l’altro, sono state la riproposizione delle dichiarazioni programmatiche. Per la consigliera del Pd il presidente della Regione ha usato l’aula per un momento di bassa propaganda. Il presidente della Regione non è credibile – ha aggiunto – gli americani rimarranno in Sardegna solo fino a quando guadagneranno. Per l’on. Barracciu è l’ora di dire basta alle telefonate, alle promesse, alle farse. Servono fatti concreti. Perché l’Alcoa è l’emblema della falsità delle affermazione fatte dal centrodestra. La Sardegna – ha concluso la Barracciu - non può essere disponibile a essere sede di siti nucleari. Il presidente deve essere chiaro anche su questo. Non è ammissibile che il vostro “governo amico” scarichi barile e che la giunta regionale faccia finta di niente. La Sardegna ha bisogno di altro. L’industria in Sardegna è dotata di ampie possibilità ma deve essere d’avanguardia.
I lavori proseguono (R.R.)

Concluso il dibattito sulle dichiarazioni del presidente della Regione sullo stato dell’apparato produttivo e industriale sardo = Approvato un ordine del giorno della maggioranza

Cagliari, 9 febbraio 2010 – Il dibattito è proseguito con l’intervento di Gavino Manca (Pd) che ha sottolineato come le dichiarazioni del presidente Cappellacci sono state una ripetizione delle dichiarazioni programmatiche di un anno fa. Respingendo le posizioni di contrapposizioni sterili e inutili, Manca ha sottolineato che occorre una buona volta capire che cosa intende fare il Consiglio. Manca ha citato da un lato l’intervento in questo dibattito del consigliere Vargiu, e di concordare pienamente con quello reso da Franco Sabatini. L’oratore ha denunciato “l’assenza storica del Governo nazionale a favore della Sardegna”, sottolineando come è impossibile pensare che la Sardegna possa da sola affrontare il problema dello sviluppo. Paragonando i grandi passi avanti fatti da altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo anche sulla sponda africana, Manca ha messo in guardia davanti al rischio che la Sardegna arrivi in ritardo ed ha ribadito che la Sardegna ha bisogno di alternative valide. Le prossime settimane dovranno essere impegnate, ha concluso, su questi temi.
Christian Solinas (Psd’Az) ha affrontato il processo di profonda trasformazione dell’economia mondiale ricordando come in questo contesto i Paesi che hanno saputo affrontare tempestivamente i nuovi processi sono riusciti a cogliere la fase nuova, mentre l’Italia non ha avuto questa opportunità. Solinas si è soffermato con una analisi acuta sulla metamorfosi del tessuto produttivo internazionale che ha di fatto penalizzato fortemente il Paese. Quanto alla situazione della Sardegna, si è chiesto con amarezza che cosa gli imprenditori che sono arrivati nell’isola abbiano veramente fatto a favore della nostra regione. Solinas ha a questo riguardo ricordato quanto accaduto dagli anni ’80 ad oggi. Il problema di fondo è che le sorti dell’isola derivano dal posto che viene assegnato alla Sardegna dall’economia internazionale. A questo proposito la questione dell’alluminio in Sardegna è condizionato dal fatto che Alcoa sta solamente aspettando il completamento di qualche stabilimento da qualche parte nel mondo per poi andarsene. Il rischio di deindustrializzazione della Sardegna è ormai più che evidente: Alcoa sta di fatto esportando altrove un intero ciclo produttivo. La Sardegna è di fatto una colonia industriale.
E’ poi intervenuto Antonio Solinas (Pd) che ha manifestato senza mezzi termini la propria delusione sia per le dichiarazioni del presidente Cappellacci, sia per l’azione dell’esecutivo. Nell’intervento l’oratore ha delineato brevemente le condizioni drammatiche della situazione economico-produttiva sarda denunciando la totale assenza del Governo nazionale, mentre il governo regionale appare afono. “Appare retorico e poco credibile il drammatico appello all’unità”, ha affermato Solinas, ricordando l’inutilità dei tanti ordini del giorno approvati all’unanimità. Solinas ha poi denunciato di non essersi udita una sola parola sulla strategia della Regione per far uscire la Sardegna da questa situazione. Ricordando che l’opposizione è sempre pronta a fare come si deve la propria parte, il rappresentante del Pd ha ribadito che non vi è più tempo da perdere, ed ha criticato la scarsa importanza data al settore industriale come dimostrano le vicissitudini dell’assessorato alla Industria. Manifestando la disponibilità del Pd ad un confronto serio e leale, Solinas ha ribadito che altrove, fuori dall’aula, si decidono le sorti della Sardegna.
Mario Floris (Misto) ha ricordato che occorre rifarsi ad una visione nobile, all’anima della politica, per affrontare la battaglia in atto. E’ con un ritrovato afflato della politica, dei partiti e dei gruppi che si affronta questo momento, ha detto. E’ la politica che deve affrontare la sfida che la Sardegna ha davanti. La manifestazione di venerdì è stata una grande conquista dei lavoratori e dei sindacati e ad essi occorre lasciare il merito, a noi politici, ha ricordato, resta la fase dell’ascolto delle esigenze della società. Il sistema dell’alternanza e del bipolarismo ha attraversato la nuova fase politica, ma ha reso più deboli le istituzioni allontanando la Sardegna dallo sviluppo. E’ sufficiente, a testimonianza di ciò, il dibattito in atto. Tutti intervengono senza una sintesi; si afferma tutto e il contrario di tutto. Si dà alle istituzioni e persino al Consiglio una connotazione di debolezza e insufficienza ha denunciato Floris. L’analisi del Presidente ha avuto il merito della chiarezza, ha proseguito Floris, appellandosi all’unità del popolo sardo. A questo appello dobbiamo rispondere pretendendo una atto pattizio con lo Stato e l’Europa: con la forza di una grande coesione delle forze politiche capaci di fare sintesi delle diverse proposte. Occorre non perdere più tempo e affrontare subito i provvedimenti che sono sul tavolo. La politica e le istituzioni hanno bisogno di una rigenerazione delle regole. Abbiamo di fronte a noi una nuova grande stagione di riforme e tutti dobbiamo poter dare il contributo. Quanto all’economia bisogna ridare le condizioni di sviluppo alle imprese: condizioni dettate dall’insularità, e non sacrificando tutto sull’altare del mercato. E’ necessario rompere il circolo vizioso che impedisce, a causa della lentezza delle pubbliche amministrazioni, la competitività delle imprese ha detto ancora Mario Floris. Auspicando quindi la creazione dell’assessorato alle politiche dell’impresa, Floris ha ricordato che occorre trovare alternative sapendo che abbiamo bisogno delle imprese industriali. La situazione è grave. Per affrontarla occorre intuito, tatto e sagacia. Occorre vedere i problemi nella loro globalità. ecco perchè occorre restituire agli organi regionali la possibilità di svolgere appieno le proprie funzioni. Non è sufficiente essere bravi ma avere una visione di insieme capace di affrontare i problemi settoriale con una visione universale.
Per Franco Cuccureddu (Misto), in questi anni non sono state affrontate sfide strategiche. Un sistema che non funziona più non consente di guardare al futuro. La barca non ha una rotta nè un approdo sicuro. Occorre cominciare a parlare di un nuovo modello di sviluppo per la nostra regione, ha ricordato Cuccureddu. Il modello di sviluppo è rimasto il medesimo nonostante il mondo sia cambiato. E’ arrivato il momento delle scelte nuove, ha detto Cuccureddu. Sottolineando che il dibattito ha consentito importanti spunti di riflessione, ha espresso riserve su taluni atteggiamenti di esponenti dell’opposizione: se si pensasse a coalizzarsi si avrebbero benefici maggiori, ha detto. Questo dibattito può scuotere il Consiglio, ha detto Cuccureddu. Ed ha ricordato che una gran parte di Paesi ormai sta abbandonando l’economia industriale che si trasferisce nei Paesi emergenti. Non si possono più utilizzare gli schemi del passato, ha proseguito. Ma quale deve essere il ruolo della Regione in questa fase? Si è chiesto. Finora sono state affrontate le emergenze, ma occorre ricordarsi che la monocultura ha finito il suo tempo ha detto, ribadendo che bisogna sostenere la valorizzazione delle scelte dei territori. Ma è fondato pensare alla Pianificazione strategica come strumento migliore per ideare lo sviluppo? Se vogliamo invertire la rotta bisogna liberare risorse. Occorre costruire in conclusione una nuova barca.
E’ quindi intervenuto Giacomo Sanna (Psd’Az), che ha in primo luogo detto che non si deve strumentalizzare la disperazione della gente. La Sardegna sta oggi vivendo le difficoltà consapevole di avere poche armi a propria disposizione. Ma è con l’unità di intenti che si possono affrontare i grandi problemi, sottolineando che prossimamente verrà presentato a Portotorres un progetto di sviluppo di quel territorio attraverso una vera riconversione produttiva. Si è poi soffermato sulla questione delle riforme, ricordando che l’attuale Statuto sardo risale a condizioni storiche di 60 anni fa, ha affermato che si deve utilizzare la leva fiscale. Dopo aver ricordato le scelte fatte in un passato anche non tanto lontano in nome dell’industria primaria, Sanna ha denunciato i danni causati dall’inquinamento. Oltre a difendere i posti di lavoro bisogna difendere il territorio e le opera delle bonifiche sono obbligatorie. Respingendo le critiche alla propria parte politica ha detto che non si possono dare pagelle se non cominciando da sé stessi.
Per Luciano Uras (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori), in primo luogo occorre rimanere sul tema della crisi ma occorre avere la lucidità per capire quale strumentazione si ha a disposizione, anche in riferimento al Consiglio regionale. Ma occorre partire dalla manifestazione sindacale. E quindi avere consapevolezza che da quella manifestazione è venuta una critica al Governo della Regione. Uras ha fortemente contestato tanti degli interventi affermando con enfasi che occorre concretezza, occorrono risposte reali, altro che piano casa, ha affermato. Si è in una situazione di crisi, e la gente è disperata, ma quali risposte? S’è chiesto. Ha ragione Floris: “La Sardegna brucia e noi guardiamo i fuochi d’artificio”. Ci si sarebbe dovuti attendere proposte, ha aggiunto rivolto alla Giunta. Ricordando i dati della crisi, Uras ha denunciato che il piano casa è stato un bluff, una promessa mancata. La maggioranza ha promesso di portare fuori dalla crisi la Sardegna ma non lo fa.
E’ quindi intervenuto Sergio Milia (Udc), che ha ricordato le analisi svolte in quest’aula, ed ha affermato che questo Consiglio non ha mai derogato ai suoi compiti. C’è la necessità di comprendere che esiste un progetto, quello della Sardegna economicamente fruibile e volano dello sviluppo. Troppi santuari intoccabili in nome dell’industrializzazione ha detto Milia nonostante i gravi danni ambientali. Occorre programmare ormai un altro tipo di sviluppo, ha sottolineato ancora Sergio Milia, anche perchè il precedente ha sempre costretto i sardi “a giocare in difesa”. Ha rievocato le varie fasi dell’industrializzazione e delle crisi dietro le quali si sta consumando il dramma di migliaia di famiglie. In queste vicende ha avuto colpe la politica, ma anche il sindacato. E’ necessario proporre un nuovo sistema di sviluppo, ha concluso.
Ha poi preso la parola Mario Diana (Pdl), che ha criticato fortemente i toni ed il linguaggio adottato nel suo intervento dall’on. Gian Valerio Sanna. “E’ stata persa un’occasione per essere propositivi”. Diana ha quindi ricordato un ordine del giorno presentato dall’opposizione e approvato all’unanimità poche settimane fa, affermando che le soluzioni si possono trovare solamente unitariamente. Ed ha precisato che quanto contenuto nell’ordine del giorno unitario trovano riscontro negli atti e nelle affermazioni della Giunta e del Presidente. Non si può dire che non si siano date le risposte, ha ribadito. Perchè criticare quello che è stato fatto in dieci giorni, si è chiesto, invece che dare soluzioni e offrire proposte. Evidentemente, e bisogna prenderne atto, è cambiata la linea politica della opposizione Questa poteva essere l’occasione buona per stilare un altro ordine del giorno unitario. Siamo disponibili sempre a sederci a un tavolo, ma non può essere quello di questo dibattito il clima più opportuno.
E’ stata quindi la volta di Mario Bruno (Pd), che replicando al precedente intervento ha sottolineato che questo governo regionale ha mancato nelle strategie e nel progetto. Elencando tutti quei settori che a suo giudizio non sono stati presi in considerazione concretamente dalla Giunta e dalla maggioranza, si è chiesto: su quali basi il presidente chiede la partecipazione dei territori e delle forze politiche? Su che cosa viene chiesta l’unità e la solidarietà, ha detto Bruno. La politica programmatoria messa in campo è deludente, ha detto Mario Bruno, e per due volte in poco tempo il mondo del lavoro è sceso in piazza per sottolineare l’inadeguatezza nei confronti dello Stato. Non basta un tavolo permanente di confronto, ha aggiunto. Questa Giunta non è stata capace, secondo l’oratore di aggredire un solo problema. Dopo aver ricordato le difficoltà interne alla maggioranza e al dissenso sull’azione della giunta, Bruno ha sostenuto che è in forte pericolo tutta l’economia della Sardegna. Occorre aprire una vertenza Sardegna. Quanto al rapporto col Governo, l’oratore ha criticato le numerose promesse disattese fatte dal Presidente del Consiglio dei ministri in campagna elettorale. Denunciando la totale perdita di credibilità a livello europeo ha rivendicato da parte della Giunta una forte azione politica. E’ insufficiente la risposta della Giunta alle domande se non si dice quale sia il modello di sviluppo.
Nella replica della Giunta, Giorgio La Spisa ha sottolineato che è difficile essere oggi originali da parte della Giunta ma lo è anche da parte dell’opposizione. Oggi serve dare il massimo delle indicazioni concrete. La situazione della vertenza Alcoa siamo orientati a sperare con moderata fiducia in una posizione più disponibile da parte dell’azienda. Il nodo non è più tanto dell’energia, ha detto, e il governo ha fatto quanto più poteva per garantire un prezzo dell’energia concorrenziale. Se Alcoa decide di andar via evidentemente ha un’altra strategia. Noi oggi ereditiamo una debolezza strutturale dell’industria Italia e una situazione del sistema energetico inadeguata. In Sardegna e nel Paese la grande industria di base deve restare un punto fermo, ma occorre con tenacia lavorare per una evoluzione del sistema produttivo. Ma occorre anche sottolineare che “non ci troviamo in un panorama di totale mancanza di cambiamento”: nuove strade ci sono già. La cultura di impresa in Sardegna, anche se poco sostenuta, esiste. Il governo regionale sta cercando di dare questo sostegno.
La Presidente ha quindi annunciato la presentazione di alcuni ordini del giorno.
L’ordine del giorno N° 1 dell’Opposizione (Bruno e più) è stato posto in votazione.
Per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri: Franco Cuccureddu, Renato Soru, Luciano Uras, Giampaolo Diana,Paolo Maninchedda, Roberto Capelli, Angelo Ivano Stochino, Massimo Zedda, Gianvittorio Campus, Radhouan Ben Amara, Daniele Cocco, Chicco Porcu, Mario Diana, Mario Bruno, Claudia Zuncheddu.
L’ordine del giorno N° 1 è stato respinto con 24 si, 41 no.
E’ stato quindi posto in votazione l’Ordine del giorno N° 2 (Mario Diana e più) della maggioranza.
Per dichiarazione di voto: Luciano Uras, Roberto Capelli, Massimo Zedda, Mario Bruno.
L’ordine del giorno è stato approvato con 44 si, 20 no.
I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10.
(lp)