CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 89 del 21 gennaio 2010

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Proposta di legge sugli oratori e attività similari, va avanti la discussione in Aula

La presidente Lombardo ha aperto puntualmente i lavori della seduta pomeridiana. Dopo la lettura e l’approvazione del processo verbale, la presidente Lombardo ha sospeso sino alle 17 i lavori per l’assenza della Giunta.
Terminata la sospensione è intervenuto l’on. Uras (SL) che ha chiesto la verifica del numero legale. La presidente ha accolto la richiesta disponendo la votazione, che ha conclamato la mancanza del numero legale. Come stabilito dal regolamento, la presidente ha dunque sospeso nuovamente i lavori per mezz’ora.
Alla ripresa, il capogruppo del Pd, on. Mario Bruno, ha richiesto la verifica del numero legale, che ha dato esito positivo. Pertanto la presidente ha dato la parola all’on. Felicetto Contu (Udc) che è intervenuto sull’articolo 58 del Regolamento, relativo proprio alla verifica del numero legale. “Spero che questo strumento portasse qualche risultato ma ho l’impressione che non ottenga l’obiettivo di far sì che i consiglieri siano presenti in Aula”, ha detto l’oratore. “Il problema esiste, non mi è mai capitato un caso come questo e ciò che si possa chiedere la verifica ogni cinque minuti. Per questo bisogna portare questo argomento alla Giunta del regolamento”.
La presidente ha replicato così: “L’interpretazione autentica di questa norma è differente dalla interpretazione letterale. La norma è stata proposta con finalità costruttiva ma comunque porteremo la questione all’attenzione della Giunta per il regolamento e poi dell’Aula, che è sovrana su ogni decisione. Comunico comunque che nei prossimi giorni sul sito del Consiglio saranno rese note le assenze dei consiglieri regionali in occasione delle votazioni”.
L’on. Bruno ha chiesto alla presidente lumi circa l’attività delle commissioni questa mattina e la presidente Lombardo ha definito “regolari” le sedute di commissione che si sono tenute oggi “ma verificherò comunque se i lavori di commissione che si sono tenuti questa mattina sono validi”.
Per l’on. Uras (SL) “è corretta l’iniziativa del presidente circa la pubblicazione dei nomi degli assenti sul sito del Consiglio ma la considero irrituale. Noi comunque non garantiremo più, salvo casi eccezionali, il numero legale né in commissione né in Aula”. Per la presidente Lombardo “non è per nulla irrituale la scelta della presidenza, visto che questa mattina erano presenti in Aula appena sei consiglieri al momento dell’apertura della seduta”.
Per l’on. Adriano Salis (Idv) “è in capo alla maggioranza il dovere di garantire il numero legale e siamo d’accordo sulla pubblicazione dei nomi dei presidenti. E’ un doveroso rendiconto della nostra attività”. Sul regolamento è intervenuto anche l’on. Massimo Zedda “oggi la maggioranza era assente sia in commissione che in Aula”.
Per la discussione generale sul Testo unificato (valorizzazione e riconoscimento della funzione educativa degli oratori e attività similari) L’on. Cuccu (Pd) ha ribadito la necessità di sostenere la proposta di legge “per aiutare i ragazzi sardi più fragili e disorientate, anche perché spesso le famiglie non sono in grado di gestire queste situazioni di disagio. E il disagio, che non guarda le condizioni economiche delle famiglie, spesso si trasforma in devianza, in forme di violenza o nel semplice abbandono degli studi oltre che nella depressione per la mancanza di lavoro. E’ chiaro che le risorse che stiamo stanziando non devono essere destinate ad attività confessionali ma sociali. Dobbiamo sforzarci di liberarci da impostazioni ideologiche e proprio dai nostri banchi parte un invito di questo tipo, perché dobbiamo essere attenti a tutti i centri di aggregazione giovanile e non soltanto agli oratori che sono importantissimi ma non sono gli unici luoghi di aggregazione. Per questo abbiamo presentato una serie di emendamenti per una legge che speriamo diventi patrimonio di tutti”.
E’ intervenuto poi l’on. Michele Cossa (Riformatori) che ha detto: “Stiamo discutendo il testo unificato, che riprende una nostra iniziativa della scorsa legislatura. E’ un modo nuovo di affrontare il tema degli interventi socio educativi per i giovani e si concretizza il principio di sussidiarietà nel senso di valorizzare l’iniziativa autonoma dei cittadini e nel suo significato antropologico: porre al centro dell’iniziativa politica la persona umana”. Anche l’on. Cossa ha ribadito le difficoltà delle famiglie sarde e dei Comuni sardi, che “spesso hanno nell’oratorio comunale l’unico centro di aggregazione sociale per più piccoli e per i giovani”.
Per l’on. Gianvalerio Sanna (Pd) “questa proposta di legge è il sintomo del nostro tempo politico, con l’inclinazione delle nostre istituzioni orientata verso gli interessi particolari e non verso la laicità dello Stato. E per questo, se le cose stanno così, io non voterò questa legge. E ve lo dice uno che si professa cattolico e che ha fatto vent’anni di associazionismo cattolico, prima di occuparmi della politica. Noi vogliamo normare i centri aggregazione giovanile riconoscendo anche la funzione sociale degli oratori. Voi, invece, pensate agli oratori e alle attività similari. Un testo di questa natura è offensivo per il Consiglio regionale e ne dichiara il suo limite. Fu Giorgio La Pira a chiedere che la Costituzione fosse approvata in nome di Dio. Il nostro cristianesimo non ci può condurre a una sorta di religione civica: il livello di decadimento della nostra funzione negli ultimi dieci anni è molto evidente e non passa soltanto per il numero delle presenze o del numero legale. Questa è una brutta legislatura: è come se fosse finita e comunque non conterà molto perché affrontiamo leggi di questo genere. Soltanto adesso che siamo all’inizio possiamo dare qualità e riscatto e onorabilità a questa legislatura. Questa è l’amarezza del quotidiano e di quel che rappresentiamo a chi ci guarda e che non fa distinzione tra destra e sinistra ma ci considera tutti poco. Fermiamoci un attimo su questa legge e sforziamoci di capire la complessità dei problemi, senza asservimenti alla Chiesa”.(cc)

Cagliari, 21 gennaio 2010 - Il ruolo importante degli oratori parrocchiali nel tempo è stata sottolineato da Renato Lai (Pdl) che ricordando la situazione socio culturale della società moderna con particolare riferimento alla Sardegna, ha detto Lai, occorre realmente sostenere tutte quelle strutture anche ecclesiali che svolgono un ruolo fondamentale di carattere culturale, associativo di crescita. I centri di aggregazione sociale devono essere sostenuti, ha aggiunto il consigliere, per valorizzare la funzione strategica di rilancio delle strutture sociali che svolgono un compito di volontariato a favore delle parti più fragili del tessuto sociale per incanalare positivamente le pulsioni di socializzazione dei ragazzi.
Ha quindi preso la parola Tarcisio Agus (Pd) che sottolineando il ruolo positivo svolto dagli oratori nei decenni scorsi per la crescita culturale e socializzante dei giovani, ha affermato che opportune modifiche alla legge in discussione possono consentire la confluenza delle diverse sensibilità culturali e ideali per una approvazione della norma. Agus ha ricordato ancora quanto, soprattutto nei piccoli centri, gli oratori o gli altri centri di aggregazione sociale siano importanti per una crescita anche culturale della popolazione giovanile. Ha difeso con energia la realtà degli oratori ma con uno spirito il più laico possibile perché abbiamo, ha detto, il dovere di trovare sintesi con le realtà laiche dell’associazionismo. Ha poi ricordato che la scuola non riesce a sopperire adeguatamente alle esigenze di confronto e convivenza del mondo giovanile e che proprio in questo quadro il sostegno e l’impulso adeguato alle realtà siano religiose che laiche di aggregazione sono importantissime.
E’ stata quindi chiesta la verifica del numero legale che ha dato esito negativo e la seduta è stata sospesa per mezz’ora.
(lp)
SEGUE

E’ proseguita la discussione generale sul T.U. 8-21-60 “Norme in materia di valorizzazione e riconoscimento della funzione sociale degli oratori.
I lavori del Consiglio rinviati a martedì 26 gennaio alle 10

Cagliari, 21 gennaio 2010 – Alla ripresa dei lavori è stata chiesta nuovamente la verifica del numero legale che è risultato sussistere.
Ha quindi preso la parola Simona De Francisci (Pdl) che parafrasando un grande intellettuale dell’Ottocento ha ricordato come “aprire un oratorio equivalga a chiudere un carcere”. De Francisci ha ripercorso storicamente la funzione sociale degli oratori, sottolineandone il valore e l’importanza. Spesso gli educatori accompagnano i percorsi di acculturazione dei ragazzi e l’ingresso al percorso scolastico. Questa proposta di legge va inquadrata in un contesto sociale in cui non riescono a sopravvivere insieme il mondo degli adulti e quello dei giovani. Con conseguenze deleterie sulle malsane abitudini in cui possono cadere i ragazzi. Gli oratori sono luoghi in cui si scopre la dimensione comunitaria, ha ricordato De Francisci che ha sottolineato i grandi mutamenti della società moderna ricordando che la presenza degli oratori e delle altre realtà di aggregazione di carattere laico contrastano le derive involutive della società giovanile, sempre più abbandonata a sé stessa. Ha ricordato che questa legge si rivolge ai luoghi di aggregazione sia religiosi che laici e di tutte le congregazioni religiose e, ben venga, ha detto, chi cura questi luoghi, e che ha a cura il bene dei nostri giovani.
Per Giampaolo Diana (Pd) quello in discussione è un tema particolarmente sensibile, da trattare con attenzione avendo riguardo per la laicità delle istituzioni. Ha detto sussistere un pregiudizio, che rischia di dividere e creare una frattura in una fascia sensibile come quella giovanile. Ricordando che non è corretto ed è anzi sbagliato tentare di imporre un proprio credo e una propria convinzione, ciò è particolarmente sbagliato, ha detto, farlo nei confronti dei ragazzi che non hanno appieno strumenti di valutazione completamente formati. Sottolineando che quella in atto non è una discussione banale, ma è anzi utile, ha affermato che se si arriva alla approvazione di questa legge si realizza un errore pericoloso, perché non si possono indicare i soli oratori come formatori dei giovani. Ricordando i padri fondatori della Repubblica quasi tutti cattolici, hanno elaborato un testo fortemente geloso della laicità dello Stato. Stiamo discutendo, ha ribadito, di un materia molto delicata che si rivolge a una categoria molto sensibile alla quale non si può offrire una sola visione del mondo. Un popolo è forte solamente se riesce a interloquire con gli altri non se riesce a imporre sempre la propria volontà. Ha fatto un accorato appello al Presidente del Consiglio per una analisi approfondita del testo in discussione, rimandando il testo in Commissione.
Angelo Ivano Stochino (Pdl) ha preannunciato che voterà con convinzione questa legge ricordando che legiferare in materia di oratori è doveroso e che già cinque regioni lo hanno fatto. Rievocando le proprie esperienze di giovane frequentatore degli oratori, ha detto che da parte della sinistra non può giungere alcuna predica perché si sono troppo spesso manifestato atteggiamenti poco democratici. Se si vuole parlare di centri di aggregazione giovanile non vi è alcuna preclusione alla discussioni di eventuali proposte di legge al riguardo.
Nell’esaminare il testo in discussione, Massimo Zedda (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) ha espresso l’opinione che la realtà sociale in cui si inquadra anche il sistema degli oratori sia ben distante dal contesto dell’Ottocento al quale faceva riferimento De Francisci. Si è chiesto se realmente siano gli oratori o lo siano solo questi gli strumenti capaci di interpretare la realtà giovanile odierna. Ricordando le strutture laiche di promanazione comunale o delle istituzioni pubbliche ha affermato che queste strutture sono assai più attrezzate a rispondere alle esigenza del mondo giovanile. Se si guarda a manifestazioni del vivere sociale che necessitano di particolari conoscenze o specializzazioni sicuramente molte strutture della pubblica amministrazione sono più adeguate. Con questa legge si vuole solamente elargire risorse finanziarie alle strutture ecclesiastiche senza alcun discernimento.
E’ quindi intervenuto Mariano Contu (Pdl) che ha sottolineato come il lavoro svolto dalla commissione è stato assai importante e significativo come testimonia il voto unanime in Commissione. Anche Contu ha ripercorso storicamente il ruolo svolto dagli oratori, sottolineando il valore sociale da essi svolto. Fra chi ha frequentato gli oratori moltissimi sono coloro che hanno potuto sviluppare propensioni di carattere culturale sportivo o artistico. “Negli oratori non si entrava con la tessera di partito”, ha affermato Contu mentre in ben altri luoghi era necessaria la tessera. Nei nostri paesi, ha detto ancora l’oratore, è ormai sempre più frequente vedere i ragazzi che vagabondano per strada perché non esistono adeguati luoghi di aggregazione sociale ed in particolare gli oratori. Ha quindi negato che con questa legge si vogliano sostenere solamente gli oratori religiosi. Dopo aver enumerato una quantità di esempi a testimonianza del valore educativo e propositivo degli oratori, Contu ha sottolineato che la scuola oggi non è in grado di creare formazione.
Ha poi preso la parola Claudia Zuncheddu (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) che ha espresso ferma contrarietà a una legge che lede la laicità dello Stato. E’ la laicità dello Stato che deve imporre le pari opportunità fra tutte le chiese e non consentire l’ingerenza della Chiesa cattolica nei confronti dalla laicità dello Stato. Nei confronti del disagio giovanile operano con risultati estremamente positivi numerosissimi centri di aggregazione di altre culture religiose e laiche. Le istituzioni pubbliche non possono essere sostituite esclusivamente dalle associazioni cattoliche. Occorre che si riconoscano le funzioni importantissime di tutte le forme di aggregazione culturale e sociale. Occorre una profonda riflessione su questa proposta di legge.
La seduta è stata tolta il Consiglio è convocato per la prosecuzione del dibattito martedì 26 gennaio alle ore 10.
(lp)