CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 87 del 20 gennaio 2010
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Testo unificato sull’abrogazione dell’articolo 5 , comma 6, della legge regionale 16 maggio 2006, n. 5 (Disciplina generale delle attività commerciali), recante l’inderogabilità della chiusura degli esercizi di vendita al dettaglio in determinate festività. Approvato l’articolo 1.
Cagliari, 20 gennaio 2010 – La seduta pomeridiana del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. La discussione sull’articolo 1 e sugli emendamenti è stata lunga e articolata soprattutto sui giorni su cui deve essere decisa l’inderogabilità della chiusura degli esercizi commerciali.
In apertura di seduta, nella discussione dell’articolo 1 e degli emendamenti è intervenuto l’on. Rassu (Pdl) che ha detto che la discussione di questa legge non è stata frettolosa ma anzi che l’istruttoria è stata lunga e compiuta. L’articolo 1, scaturito dopo un’attenta riflessione, concede l’opportunità ai sindaci di aprire gli esercizi commerciali in determinate giornate festive. Il presidente della VI commissione ha detto che questa legge è solo un primo passo perché è necessario al più presto prendere in mano la legge sul commercio e rivedere l’intera materia. La commissione – ha aggiunto - ha recepito alcune indicazioni arrivate dal Consiglio e ha ritenuto di far rimanere chiusi gli esercizi il giorno di natale e di pasqua perché sono feste solenni.
Per l’on. Giampaolo Diana (Pd) questa legge è affrettata e sottovaluta gli effetti che produce. E’ indubbio – ha sostenuto - che ha l’obiettivo di liberalizzare il settore. Qualunque processo di liberalizzazione produce aspetti di maggiore competitività. Il rischio è che abbassa le tutele e i diritti di chi opera nel settore soggetto alla liberalizzazione. Io credo che nessuno debba sentirsi mortificato se con grande umiltà ci rendiamo conto che è necessario un riesame in commissione. La materia, per Diana è delicata perché un DL come questo rischia di favorire i grandi segmenti commerciali e indebolire i piccoli.
L’on. Cuccureddu (Mpa) ha invocato scelte assolutamente laiche. “La mediazione approvata in commissione, che prevede la non derogabilità per il giorno di natale e di pasqua non mi trova d’accordo. Io sono liberale. Uno Stato liberale non deve imporre niente a nessuno”. L’esponente del gruppo misto ha ricordato che, in Sardegna, il 95% delle licenze commerciali sono date a imprese che hanno meno di 3 dipendenti.
L’on. Pietro Cocco (Pd) ha detto che più che di una mediazione si tratta di un ennesimo pasticcio. Per questo ha proposto di riflettere e di riportare il testo in commissione.
L’on. Espa (Pd) ha affermato di condividere la proposta di Pietro Cocco. L’esponente del Pd ha fatto rilevare che le associazioni dei consumatori non sono state ascoltate in commissione.
L’on. Vargiu (Riformatori) è a favore dell’approvazione dell’attuale testo di legge. Il capogruppo ha fatto due rilievi uno sul metodo e uno sul merito. Sul metodo, per Vargiu, il consiglio regionale sta complicando una cosa semplice. Siamo di fronte a un testo di una semplicità estrema che prevede che l’apertura può essere consentita se lo decide l’amministrazione comunale. Su un testo così semplice, arriviamo a chiedere che venga riportato in Commissione. Se così fosse ammetteremmo che l’attività dell’istruttoria messa in atto dalle commissioni non serve a niente. Qualche collega – ha detto, inoltre Vargiu, intervenendo sul merito - ha parlato di “liberalizzazione selvaggia”. Ma è meglio parlare di applicazione del principio di sussidiarietà.
L’on. Carlo Sechi (la sinistra sarda- comunisti- rossomori) ha detto che ampliare l’orario di lavoro non è giustificabile. Le leggi dovrebbero introdurre norme di carattere generale tutelando i più deboli. Per l’on. Sechi sarebbe stato meglio lasciare la legge del 2006. Comunque, condivide la proposta di far tornare il testo di legge in commissione, anzi, per Sechi sarebbe meglio ritirare la legge.
L’ assessore regionale Sebastiano Sannitu, ha detto che questo DL va nella direzione di liberalizzare per quanto è possibile i servizi che sono a supporto del settore turistico. Dare la possibilità agli operatori del commercio di dare servizi anche il 25 aprile e il 1 maggio, che sono giornate che ricadono nella stagione di spalla, è importante. Noi accogliamo favorevolmente emendamenti approvati in commissione.
Sull’emendamento n. 6 (Bruno e più) sostitutivo del comma 1 dell’articolo 1, sono intervenuti: l’on. Campus (pdl), che ha detto che si passa da una legge che sancisce la chiusura inderogabile a una legge che consente ai sindaci di fare delle scelte; l’on. Uras (comunisti-la sinistra sarda – rossomori) che ha sottolineato l’obbligo di garantire i diritti dei lavoratori. Tutti riconoscono – ha aggiunto - valore assoluto alle feste del 1 maggio e del 25 aprile e noi no. Volete solo l’obbligo di chiusura per le feste religiose; l’on. Giampaolo Diana (Pd) che, annunciando il voto a favore, ha detto che si tratta di un emendamento che rispetta l’impresa. L’on. Bruno (Pd) che ha ricordato che con questa legge non si risolvono certo i problemi della Sardegna e che la minoranza attende ben altre proposte. L’on. Cuccureddu (MPA) che ha annunciato il voto contrario all’emendamento perché, tra l’altro, è inutile, e perché introdurrebbe il diritto di veto da parte delle organizzazioni sindacali nei confronti nel sindaco. L’on, Capelli (Udc) , invece, si astiene. Questa legge – ha detto - non determina il futuro del commercio in Sardegna. La legge sul commercio deve avere una rivisitazione totale. Capelli ha detto che il testo unificato dovrebbe essere approvato così come è, perché è necessario che vengano “santificate le feste” e che ci sia la chiusura totale a pasqua e a natale. Io porto avanti un principio cattolico. Con tutte queste deroghe si stanno perdendo principi importanti. L’on. Carlo Sechi (Comunisti – la sinistra sarda- Rossomori) ha ribadito: “Non siamo la conferenza episcopale sarda siamo il consiglio regionale”.
Con voto elettronico palese, l’emendamento n. 6 è stato bocciato (presenti 68, votanti 61, sì 22, no 39, 7 astenuti).
Sull’emendamento n. 4 (Capelli e Milia) su cui c’è il parere negativo del presidente della commissione sono intervenuti: l’on. Capelli (udc) che, ponendo la questione sul profilo etico, ha annunciato il voto favorevole all’emendamento. L’on. Uras (Comunisti- la sinistra sarda – rossomori) che ha detto che la proposta della giunta, che farebbe meglio a occuparsi dei senza lavoro, getta discredito sul Consiglio.
L’on. Capelli ha proposto un emendamento orale per togliere la data 1 gennaio e 26 dicembre dall’emendamento 4. La proposta di accoglimento dell’emendamento orale è stata bocciata. L’on. Carlo Sechi (Comunisti- la sinistra sarda – rossomori) ha aggiunto che è favorevole a festeggiare tutte le festività possibili, l’on. Campus (Pdl) ha espresso voto contrario all’emendamento; l’on. Locci (Pdl) voterà contro, l’on. Pietro Cocco Pd) si astiene, l’on. Mario Diana vota contro e ha chiesto il voto elettronico palese, l’on. Mario Bruno (Pd) ha annunciato un voto di astensione.
L’emendamento n. 4 , su cui c’era il parere negativo da parte della commissione, è stato bocciato (presenti 66, votanti 43, sì 7, no 36, astenuti 23).
L’on. Uras ha chiesto il voto segreto sul testo dell’articolo 1 che è stato approvato. Presenti 67, votanti 66, sì 41, no 25, 1 astenuto. I lavori proseguono. (R.R.)
Approvata la legge che abroga l’inderogabilità della chiusura degli esercizi commerciali in determinate festività. Si passa al T.U. “Norme in materia di valorizzazione e riconoscimento della funzione educativa degli “oratori” e attività similar”i: dopo la relazione i lavori rinviati a domani mattina
Cagliari, 20 gennaio 2010 – Dopo la votazione sull’emendamento n. 4 e sull’articolo 1, la discussione è proseguita con la votazione sull’emendamento N. 3, accolto concordemente dai capigruppo in via eccezionale trattandosi di materia diversa (Proroga delle domande da parte dei comuni per i contributi sugli eventi alluvionali), emendamento che è stato approvato all’unanimità.
Si è passati quindi alla votazione finale della legge.
Per dichiarazione di voto è intervenuto Luciano Uras (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) che ricordando la quantità di risorse non spese dalla Regione che riguardano tante leggi, ha chiesto che la Giunta si preoccupi di verificare l’attuazione regolare delle leggi.
Nicola Rassu (Pdl) ha voluto fare alcune precisazioni ulteriori in merito alle festività relative alla chiusura degli esercizi commerciali. Ha annunciato il voto favorevole.
Gian Vittorio Campus (Pdl) replicando all’on Uras ha sottolineato come il disegno di legge in discussione non ha certo fatto perdere tempo rispetto alle tante esigenze dell’isola. Ha annunciato il voto a favore.
Il voto contrario invece lo ha annunciato da parte di Adriano Salis (Idv). Ha citato alcune proteste che sarebbero pervenute dalle Associazioni dei consumatori. Si è perso anche troppo tempo.
Franco Cuccureddu (Misto) mentre vi è necessità di una riforma del commercio, ha sottolineato la validità del provvedimento ed ha annunciato il voto favorevole.
Perplessità da parte di Roberto Capelli (Udc), il quale ha tuttavia annunciato un voto positivo. Invece di rispondere a sollecitazioni esterne si dovrebbe verificare l’applicazione reale della legge vigente. Ha rivendicato leggi di riforma di corto respiro.
“No” alla legge da parte di Carlo Sechi (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori), per il quale poche giornate di apertura degli esercizi commerciali non giustificano i discorsi fatti per tutta la giornata.
Voto contrario anche da parte di Giampaolo Diana (Pd) che ha ribadito le considerazioni sull’esigenza che si facciano leggi di lunga portata. Ha sottolineato il ruolo dei sindaci ai quali si sarebbe dovuto dare il compito di amministrare questa materia.
Anche Marco Espa (Pd) Ha annunciato il voto contrario sostenendo che sarebbe stato più utile riportare la legge in commissione.
Mario Bruno (Pd) ha annunciato il voto contrario alla legge, ricordando che la legge vigente approvata nella precedente legislatura era stata approvata all’unanimità.
Messa in votazione, la legge è stata approvata con 43 sì e 23 no.
La presidente ha quindi posto in discussione il TU 8-21-60 in materia di valorizzazione e riconoscimento della funzione sociale educativa degli oratori e delle attività similari.
L’ha illustrata il presidente della Settima commissione, Felicetto Contu (Udc) che ha sottolineato come questa sia una legge molto sentita e come su questo argomento vi sia stata convergenza di opinioni e di gruppi politici; e che anche nella passata legislatura la maggioranza di allora aveva presentato una proposta di legge similare. Ha ricordato la funzione sociale degli oratori parrocchiali, ma anche degli altri centri di aggregazione di altre congregazioni religiose che abbiano un “Patto” con lo Stato italiano. Dopo aver ripercorso i punti salienti della legge, composta da 10 articoli ha ribadito come l’argomento sia sentito dalla maggioranza dell’aula e ne ha raccomandato l’approvazione.
Il Presidente di turno, Giuseppe Luigi Cucca ha quindi chiuso la seduta, ed ha rinviato i lavori a domani mattina alle ore 10.
(lp)