CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 64 del 25 novembre 2009
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Manovra finanziaria al via: le relazioni di maggioranza e opposizione = Ha giurato il neo assessore al Lavoro, Franco Manca
Cagliari 25 novembre 2009 - Il Consiglio si è riunito sotto la presidenza della Presidente Claudia Lombardo. All’ordine del giorno la manovra finanziaria.
Dopo le comunicazioni di rito la presidente ha invitato il nuovo assessore al Lavoro, Franco Manca a prestare il giuramento. E’ stato quindi aperto aperto il dibattito con le relazioni di maggioranza e opposizione.
Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo del Pd Mario Bruno, che pur riconoscendo che la prassi non lo prevederebbe ha posto all’attenzione dell’aula il tema della crisi industriale e l’esigenza che il Consiglio assuma iniziative in vista della manifestazione prevista per domani a Roma. Sarebbe utile, ha detto, assumere decisioni per accompagnare l’iniziativa popolare di domani a Roma. Ha quindi chiesto che sia sospeso l’esame della discussione della Finanziaria.
La presidente, condividendo l’urgenza del problema ha annunciato che è nelle sue intenzioni far svolgere le relazioni sulla Manovra finanziaria e quindi convocare una Conferenza dei capigruppo per le decisioni necessarie. Ha quindi dato la parola all’on. Paolo Maninchedda per la relazione di maggioranza.
Il presidente della Terza commissione, ha introdotto il suo intervento ricordando che la Sardegna deve far fronte a una crisi profonda, senza alcun “potere nazionale che la difenda”. L’unica risposta alle multinazionali dell’abbandono sarebbe la nascita di uno stato indipendente che ponga la Sardegna direttamente al cospetto dell’Europa. Entrando quindi nel merito del provvedimento in esame, ha ricordato come l’unico strumento disponibile oggi è di fatto un incremento delle entrate, come per altro ormai prevedono le norme. Tuttavia, ha soggiunto, come ha reso noto il governo ciò non sarebbe possibile nonostante gli accordi sottoscritti perchè non esisterebbero le norme di attuazione. Oltre tutto, la situazione contabile nazionale è tale che in questo momento lo Stato non è in grado di erogare alla Sardegna le risorse che le spettano. La verità, ha sottolineato Maninchedda, è che firmando l’accordo delle nuove entrate lo Stato ha in sostanza firmato consapevolmente un pagherò che non poteva onorare. Dopo aver sottolineato le risorse importanti comunque previste nella finanziarie, contenute in un testo asciutto e preciso, Maninchedda ha ricordato che col patto di stabilità lo Stato ha di fatto usurpato la regione della possibilità di decidere sulle proprie risorse, oltretutto aggravando la situazione dei residui passivi che il patto di stabilità che crescono proprio a causa del patto stesso. Lo stato ha messo la mordacchia alle nostre istituzioni ha dichiarato Maninchedda. C’è poi la grave questione della sanità i cui costi sono a carico della regione anche se non tutti i costi dipendono da decisioni della regione come ad esempio i contratti. Questa sanità non è più sostenibile. Sul versante della spesa vi è una grande questione sociale aperta.
soffermandosi quindi sula questione del fondo unico ha ricordato che dai dati esistenti si evidenzia che la spesa ha avuto una accelerazione con una crescita in maggiore delle entrate. Quanto al programma regionale di sviluppo ha ricordato che esso nelle dichiarazioni punta sulla persona e sulla possibilità di fare sviluppo valorizzando l’imprenditoria locale. Il problema è che ci stiamo preparando a fare da soli, ma nel contempo occorre evitare di far implodere la grande industria. C’è un problema di fondo: togliersi di dosso il dominio della comunità europea e di certe regole di mercato che impediscono lo sviluppo. Dopo una serie di considerazioni su vari temi della manovra, Maninchedda si è soffermato sulla dell’Università accusando lo stato per la riduzione di risorse assegnate ed ha ricordato che il quadro finanziario risulta così incompatibile con la sopravvivenza dell’università diffusa.
E’ poi intervenuta il consigliere Barracciu (Pd) per la relazione di minoranza. Nel suo intervento molto critico, Francesca Barracciu ha ricordato che l’isola è al collasso totale ed ha preso atto che oggi solo dopo otto mesi la Sardegna conosca quali sono i progetti di questa maggioranza. Una valle di lacrime la nostra isola. Il Programma di sviluppo e la manovra confermano la distanza abissale fra le promesse e i fatti concreti, Tranne per un aspetto: l’assenza di una grande idea per la Sardegna. Nessuna idea né grande né piccola. Si è cercato di nascondere la crisi devastante in atto, in assenza di strategie da parte del governo regionale. La fase recessiva della Sardegna si è aggravata, ha ricordato Barracciu. Ci sono m,meno imprese e meno investimenti con una riduzione più accentuata rispetto al livello nazionale. La conseguenza sul mercato lavoro è devastante, con una flessione di oltre il 3 per cento. Non passa giorno in cui le cronache non annuncino nuove chiusure. Per non parlare poi della grave situazione della scuola. Citando una serie di dati sulla situazione scolastica e sulla composizione sociale dei territori, ha posto il problema del fatto che il piano regionale non prevede nessuna strategia. Non c’è alcun piano alternativo. Nessuna strategia per creare benessere nella popolazione. Ha lamentato come la formazione non coordinata col mondo del lavoro ha svolto una influenza negativa su tutto il sistema. Ciò che emerge è la distanza fra le esigenze e le risposte. Si dice Finanziaria snella, ma è una finanziaria senza sostanza. La manovra da sola non può bastare a risolvere interamente la crisi. Ricordando come la Giunta non sia in grado di confrontarsi con forza con lo Stato, ha citato l’esempio di altre regioni che si pongono, pur con maggioranze dello stesso colore politico di quello nazionale, in posizione fortemente contrattuale con lo Stato. Non si riesce neppure ad avere garanzie sulle nuove entrate contrattate con lo Stato. Negando che siano necessarie norme di attuazione, ha auspicato che l’esecutivo si contrapponga con forza allo Stato. Questa manovra stanzia risorse maggiori di quelle consentite dal patto di stabilità. La Sardegna si troverà ad avere in bilancio nuove entrate senza poterle spendere. Si sottraggono le risorse del fondo unico, ha denunciato Barracciu. Ma oggi occorre creare le condizioni perché ogni settore possa esprimersi al meglio.
La presidente ha quindi chiusa la seduta.
I lavori riprenderanno nel pomeriggio alle ore 16,30
(lp)