CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 63 del 18 novembre 2009
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Seduta congiunta col Consiglio delle Autonomie Locali.
Nuoro, 18 novembre 2009 - La presidente del consiglio regionale Claudia Lombardo ha aperto, questo pomeriggio a Nuoro, i lavori della seduta congiunta consiglio regionale - Consiglio delle Autonomie Locali. Ecco il testo dell'intervento della presidente:
“Signor Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Signore e Signori componenti della Giunta Regionale, Sindaci e Amministratori locali, Colleghe e Colleghi, la seduta odierna segue di pochi mesi quella tenuta a Oristano lo scorso 23 aprile, quando la Presidenza del Consiglio Regionale e la Presidenza del Consiglio delle Autonomie Locali vollero dare un segnale forte di vicinanza ai cittadini, e alle autonomie locali che li rappresentano, tenendo la seduta congiunta al di fuori della sede istituzionale del capoluogo sardo. Proseguendo e consolidando questa attenzione verso i territori della Sardegna e verso una realtà fatta di un tessuto di numerosi piccoli centri comunali, i quali costituiscono il primo nucleo di autogoverno del popolo sardo e che a buon titolo possono essere considerati i primi depositari della nostra grande eredità etnolinguistica, etnoculturale ed etnostorica, abbiamo deciso che la seduta congiunta si tenesse a Nuoro. La città di Nuoro, nel panorama socioculturale e politico dell’Isola è una di quelle realtà che meglio rappresenta storicamente e geograficamente il centro della Sardegna, lo scrigno dei suoi segreti e delle sue tradizioni. E proprio il centro dell’Isola può diventare, con il contributo e la collaborazione dei diversi livelli istituzionali, l’anima di una stagione di sviluppo e di riscatto per l’intera Sardegna. Ad essa ci sentiamo vicini e, con animo grato per l’ospitalità che oggi offre al Parlamento dei sardi e al Consiglio delle Autonomie Locali, apriamo l’odierna sessione di lavori. Consentitemi per un attimo di rivolgermi direttamente alle popolazioni del nuorese per esprimere loro la mia personale preoccupazione e quella di tutta l’Assemblea Regionale per lo stato di grave crisi in cui versa tutto il comparto produttivo della Provincia. I territori in crisi del nuorese, così come quelli di tutta l’Isola, non devono sentirsi abbandonati. Posso rassicurare che ho colto in tutte le rappresentanze politiche presenti in Consiglio Regionale la volontà di moltiplicare gli sforzi per uscire assieme, ancora più uniti e coesi, dal tunnel della crisi. In questo vi è la conferma di un sentimento comune nel considerare che sino quando c’è un solo sardo che sta male tutta le Sardegna ne soffre. La non casualità di una scelta che oggi assume il pieno significato di tributo al grande contributo che arriva dai territori delle zone interne allo sviluppo e alla crescita culturale e socioeconomica, vuole a tutti gli effetti costituire un ponte verso il consolidamento dell’unità del popolo sardo, spezzando definitivamente tutte le barriere fisiche, culturali e sociali che ne impediscono la realizzazione. Fra esse quello dello spopolamento delle zone interne costituisce un fenomeno di carattere endemico che vede la punta massima di criticità proprio nell’arretramento delle istituzioni pubbliche con la chiusura di importanti Uffici e Servizi nelle Comunità interessate. Ciò deve indurre una classe dirigente sensibile e attenta a promuovere uno straordinario impegno per disegnare un grande progetto di rinascita economica e sociale delle zone interne.
La Sardegna e i sardi crescono e progrediscono in un sistema che deve prediligere uno sviluppo armonioso di tutti i suoi territori, evitando sterili e dannose divisioni e contrapposizioni per entrare in un circuito sinergico dove la forza del singolo equivale a quella di un popolo che unito si adopera per costruire le sue fortune future. Non siamo venuti a Nuoro, dunque, per consumare un rito che rientra in un obbligo previsto dalla legislazione regionale, ma per confrontarci e chiederci come costruire questo futuro che ci attende. Già in piena fase di avvio della presente legislatura, nel corso della seduta congiunta di Oristano, volli espressamente lanciare un appello per evitare la deriva di una ritualità per dare a questo appuntamento un significato più pregnante, riempiendolo di contenuti, di proposta, di operosità, e maggiore organicità ai rapporti di coordinamento e alle iniziative dei due organi istituzionali. Confermo questo orientamento. Devo ora relazionare sinteticamente sui rapporti intercorsi in questo breve intervallo di tempo tra l’Assemblea Regionale e il Consiglio delle Autonomie, per segnalare che dallo scorso aprile sono state approvate 4 leggi. Le prime due costituivano la manovra finanziaria per il 2009, e sono state quindi oggetto della riunione congiunta precedente. Le due leggi successive hanno riguardato, rispettivamente, la prima disposizioni urgenti nei settori economico e sociali, e la seconda disposizioni per il rilancio dell’edilizia. Su entrambe c’è stata una interlocuzione per la mancata richiesta di parere da parte delle Commissioni consiliari. Mentre per la prima legge si è fatto osservare che il testo in esame non rientrava fra quelli per cui è obbligatorio il parere, perché seppure conteneva disposizioni di interesse per gli enti locali, queste non erano precisamente relative all’ordinamento o al trasferimento di competenze. Per la legge sul rilancio del settore edilizio si è proceduto attuando quanto disposto dall’articolo 9, del comma 4, della legge regionale 1, approvata nel 2005, che prevede il ricorso alle osservazioni. Di fatto poi pervenute il 23 settembre 2009 e inserite nel testo predisposto per l’esame dell’Aula. Si può comunque sottolineare come per tale provvedimento, seppure in presenza di difficoltà oggettive, si è cercato di valorizzare il contributo del CAL attraverso le osservazioni. E’ questa una procedura, per quanto non vincolante, che consente al Consiglio delle Autonomie di esplicitare le proprie proposte e di concorrere positivamente al testo. Nella prospettiva si potrebbero studiare procedure utili a valorizzare il concorso del CAL, senza rallentare il procedimento legislativo. Per esempio, nel caso di testi complessi che prevedano una plurisettorialità e una particolare incidenza su interi settori, si può fare ricorso al metodo delle osservazioni da far pervenire già preventivamente alla chiusura dei lavori in Commissione. Evitando, in tal modo, di rallentare il procedimento legislativo ma nel contempo arricchendolo di tutti i contributi possibili. Tuttavia, poiché a così breve distanza di tempo, rispetto all’ultima seduta, a parte le considerazioni effettuate, non si è potuto consolidare un quadro di sensibili evoluzioni rispetto agli argomenti trattati e per quanto attiene il tenore dei rapporti fra il Consiglio Regionale e il Consiglio delle Autonomie Locali, la seduta odierna può costituire un’utile opportunità di riflessione per volgere lo sguardo verso il panorama delle riforme intervenute a modificare i rapporti tra lo Stato, le regioni e gli enti locali. Lo faccio riallacciandomi proprio alle battute finali del mio intervento della precedente seduta congiunta, che proprio a questo tema della riforma del nostro sistema autonomistico erano dedicate. Il nuovo dettato costituzionale, così come novellato dalla Legge Costituzionale n.3 del 2001, ha infatti vistoun radicale cambiamento del Titolo V, parte seconda della Costituzione, volto, secondo gli ispiratori della riforma, alla trasformazione in senso federale dello forma di Stato italiana. In primo luogo si è registrata una consequenzialità con l’adozione dello schema in tema di attuazione dell’articolo 119 della Costituzione per il federalismo fiscale, e considerate le inevitabili ricadute che introdurrà anche nel nostro sistema autonomistico, è opportuno soffermarsi a valutare la portata di questi provvedimenti. La preminenza di questa riforma, infatti, tocca da vicino non solo aspetti legati alla politica fiscale e di spesa degli enti locali, ma la stessa natura dei rapporti e degli equilibri esistenti, confermando l’assolvimento della funzione pubblica in un sistema concentrico che vede primo protagonista l’ente Comune e poi, a seguire, per ambiti di competenza territoriale, Provincia, Regione e Stato. Nelle modificazioni adottate con le riforme costituzionali che hanno interessato il Titolo V della Carta Costituzionale, l’introduzione del principio di pari ordinazione fra gli enti dello Stato ha trovato puntuale conferma nel dettato dello schema di federalismo fiscale. Di fatto i legislatori hanno aperto a nuovi futuri scenari per la concreta applicazione di un percorso di effettiva attuazione della sussidiarietà fra gli enti stessi. E’ chiaro dunque che, già dai primi passi, l’indirizzo delle riforme che seguiranno al federalismo fiscale andrà a rinforzare e consolidare le spinte verso un maggior peso specifico delle entità locali, avendo lo Stato spostato il proprio baricentro in direzione delle autonomie locali. Non è sbagliato affermare che nell’intervento di riforma costituzionale si è voluta conferire a tutto il sistema degli enti locali la capacità di autodeterminarsi in ordine alla soddisfazione degli interessi di propria attinenza. In questo contesto assume un particolare rilievo anche il rafforzamento della figura centrale del cittadino, alla riscoperta di quei valori dell’umanesimo che pongono l’individuo al centro della funzione pubblica e dell’interesse preminente dell’azione amministrativa che contraddistingue il sistema dell’ordinamento della Repubblica formato dal complesso di Stato, regioni, provincie e comuni. Non vi è dubbio che le ricadute nella nostra Regione ad autonomia differenziata e di sedimentata cultura autonomista ad avanzata caratterizzazione federalista, saranno ancora più rilevanti e dense di significato. Proprio nel momento in cui le istituzioni regionali saranno presto interessate ad avviare un percorso teso a ridisegnare i caratteri della loro autonomia speciale, all’interno di un novello patto con lo Stato che, senza mettere in discussione il principio di unitarietà giuridica e politica, conferisca comunque il massimo della sovranità possibile alla nostra Regione, si rende necessaria una fase di confronto e di ascolto fra la Regione, Il Consiglio Regionale e il sistema delle Autonomie Locali. Nel quadro delle iniziative future che dovranno vedere il Consiglio Regionale, in quanto sede di massima rappresentanza assembleare e simbolo dell’unità spirituale e politica del popolo sardo, protagonista e attore del nuovo cammino delle riforme, anche il Consiglio delle Autonomie locali sarà chiamato a svolgere un ruolo primario dando voce ed espressione alle nostre comunità che costituiscono la spina dorsale del sistema autonomistico. La via sarda al Federalismo dovrà nascere, formarsi e consolidarsi in una proposta che non si limiti ad una perifrasi dello Statuto esistente, ma che incida nel profondo per dare l’impronta di un passaggio epocale che segni il confine tra il passato autonomistico e una nuova era di autonoma determinazione dei sardi. La nostra Regione deve dotarsi, attraverso il nuovo Statuto, di una dimensione davvero europeista e federale dove le funzioni siano caratterizzate da una sovranità diffusa attraverso la ripartizione di funzioni esclusive tra “Regione - Stato - Unione europea” sulla base dei principi di sussidiarietà, leale collaborazione e solidarietà. Questo momento di grande coinvolgimento di tutte le istanze rappresentative della società sarda, finalizzato a dare voce all’anelito dei sardi di avere pari condizioni e pari opportunità di crescita economica e di sviluppo civile, rispetto a tutti gli altri cittadini italiani e europei, deve esaltare il comune sentire di un popolo che raccoglie la sua grande eredità culturale e politica per trasfonderla in una carta costituzionale che sancisca i diritti storici dei sardi come imprescrittibili, spettando unicamente ad essi la loro gestione. Il Consiglio delle Autonomie Locali nell’incedere della riforma dell’istituto di autonomia speciale può essere considerato a pieno titolo un organo della Regione. Con questo si intende che la sua funzione ha una ricaduta nel sistema positivo regionale in termini di incisività e orientamento dell’azione legislativa per tutte quelle materie che hanno interesse per il sistema delle autonomie locali regionali. Una funzione, dunque, destinata a incidere profondamente nel complesso e articolato iter costituzionale che ci attende nel riscrivere la Carta della nostra nuova specialità. In questa sede il Consiglio delle autonomie può assumere una funzione di raccordo, dove il Consiglio Regionale assolve alla funzione primaria legislativa ed esso assolve ad una funzione di collegamento tra i diversi livelli regionali per una effettiva rappresentanza e partecipazione degli enti locali alle scelte per la riforma statutaria. Infatti, il Consiglio delle Autonomie Locali, a differenza di quanto accadeva nel passato, nella legislazione in essere può ben configurarsi come un organo che intrattiene un rapporto privilegiato con il Consiglio Regionale. La valorizzazione di questo ruolo potrà trovare conferma nell’azione di coordinamento di un patto di concertazione che sviluppi i rapporti di leale e reciproca collaborazione tra il sistema delle autonomie locali, la Regione e il Consiglio Regionale nella monumentale opera di riscrittura del nostro Statuto. Un ruolo essenziale, dunque, quello del Consiglio delle Autonomie, che nella legge istitutiva trova conferma proprio nella previsione che si attua in sede odierna con la seduta congiunta che si svolge prima dell’esame della manovra finanziaria da parte dell’Assemblea Regionale. Nel concludere voglio sentitamente ringraziare la città di Nuoro, attraverso il consiglio comunale e provinciale che la rappresentano, per l’accoglienza, e tutte le rappresentanze delle comunità locali presenti. Non ultimo sento di dover rivolgere un sentito apprezzamento per tutto il personale del Consiglio che pur tra le tante comprensibili difficoltà, si è impegnato al massimo per la migliore riuscita della seduta odierna. I lavori proseguono.”
Proseguono a Nuoro i lavori della seduta congiunta consiglio regionale - Consiglio delle Autonomie locali. Il presidente del CAL Graziano Milia: "Riscriviamo lo Statuto"
Dopo l'intervento della presidente del Consiglio regionale è intervenuto il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Graziano Milia. Stiamo attraversando un periodo di crisi epocale. In passato abbiamo attraversato periodi terribili ma avevamo sempre la consapevolezza che ne saremo usciti. Con questo spirito siamo arrivati - ha aggiunto Graziano Milia - al 2000 e oggi la situazione di crisi è mista alla paura. Qualcuno ci dice la situazione la stiamo superando. Ma io non sono d'accordo. Perchè le banche stanno continuando a fare quello che hanno sempre fatto e la disoccupazione avanza. Questa crisi avrà connotati di una crisi di carattere sociale. Pertanto, serve uno slancio dello sviluppo locale. E' una sfida che dobbiamo vincere anche perchè sappiamo che dal 2013 noi non riceveremo i fondi comunitari come li riceviamo adesso ma solo su progetti.
Il federalismo fiscale manca di due cose: noi simo l'unico paese al mondo che prima di decidere di essere un paese federale decide di fare il federalismo fiscale che, tra l'altro, costa. Il federalismo può quindi diventare qualcosa di diverso da quello che si preannunciava. Grziano Milia ha concluso il suo intervento facendo un appello sulle riforme. "Noi dobbiamo mettere mano allo Statuto, non si può più rimandare. Ma per fare questo abbiamo bisogno di un popolo unito. Sulle riforme anche le forze politiche devono ricompattarsi. I lavori proseguono. (R.R.)
Prosegue la seduta congiunta col Consiglio delle Autonomie Locali. Roberto Deriu la riforma delle province va completata
Nuoro, 18 novembre 2009 - Ha quindi preso la parola Roberto Deriu presidente della provincia di Nuoro che ha introdotto il tema delle riforme per dire che le province non hanno ancora conosciuto una riforma vera. Il consiglio regionale non riesce a dare contenuto e completezza alla riforma delle province appena abbozzata. Ma se vogliamo davvero guardare con completezza a un quadro di riforma dobbiamo partire proprio dalle province. Le abbiamo voluto numerose rispetto fronte alla popolazione tenendo conto di criteri storici e di specificità territoriali, ma oggi stentiamo a considerarle un livello di governo equamente distribuito. Non abbiamo stabilito ad esempio per le nuove province il personale necessario o le risorse.Afrontiamo questa materia con scetticismo. Ricordando che la Sardegna aspira a cambiamenti importanti nel suo assetto civile ed economico,. Occorre affrontare un dibattito in Consiglio regionale, ha proseguito Deriu, che ha ricordato che alle province spetta richiamare con forza questo dibattito affinchè la questione trovi finalmente una via legislativa. Questa è una regione dalla storia terribile sottoposta prevaricazioni e violenze che solo da pochi anni ha conosciuto una vera autonomia. Occorre avviare una stagione politica più feconda.
Per l’on Giovanni Mariani (Idv) dai primi interventi sembra si voglia volare alto, ma se non riusciamo a mettere i piedi per terra continueremo ad assumere atteggiamenti staccati dalla realtà. Approfittando da questa assemblea a Nuoro, approfitto per richiamare la situazione drammatica di questa provincia che ha davanti a se un inarrestabile declino economico e sociale, aggravato da una disoccupazione progressiva. Citando alcuni dati significatovi ha parlato di una perdita di posti di lavoro senza precedenti in Sardegna. Il grosso dell’emorragia parte dal tessuto industriale ma si riverbera in tutti i settori fino al terziario. Dopo aver ricordato il calo dei consumi che incidono pesantemente sulle risorse economiche complessive, Mariani ha sottolineato il gravissimo disagio generale di fronte al quale si deve riuscire a trovare soluzioni. E questo può avvenire solamente attraverso una sinergia reale fra consiglio e giunta.
Ha poi preso la parola l’on Mario Bruno, (Pd) che ha ricordato come anche l’odierna occasione, nonostante le buone intenzioni, rischia di essere un rito se non si riesce a dare concrete risposte ai problemi posti. Il rischio è di doversi ripetere con le buone intenzioni e le parole mentre occorre accompagnare le autonomie locali costantemente. Ha quindi elencato la serie di mancati impegni da parte dello stato ai quali la giunta non è riuscita, a suo giudizio, a opporsi con adeguata energia. Proprio la scadenza oristanese coincise con l’annuncio che il G8 sarebbe stato trasferito. Poi sono stati dirottati i fondi Fas, e così via. Bruno ha quindi posto il problema della capacità di risorse ed ha ricordato le varie occasioni in cui non si è riesciti a ottenere ciò che è stato promesso dallo stato. Lamentando la mancanza di una rivendicazione da parte della giunta regionale nei confronti dello Stato. Ha ricordato che neanche quest’anno si è riusciti a valorizzare meglio il ruolo delle autonomie locali. Ricordando che nel primo anno si sono approvate tre leggi. Non si è tenuto conto sufficientemente del Consiglio delle autonomie locali. Criticando con forza il tanto decantato piano casa, bruno ha ricordato che il fondo unico per gli enti locali nella attuale finanziaria in discussione non è valorizzato come avrebbe dovuto. Si era detto che il fondo sarebbe cresciuto proporzionalmente all’aumento delle entrate fiscali ed allora occorre applicare la legge. L’Anci lo chiede ma l’aumento deciso è del tutto al di sotto di quanto prevede la norma. Secondo alcuni siamo in presenza di un nuovo centralismo, c’è da chiedersi se non sia così. Come ci stiamo preparando al federalismo fiscale se non riusciamo a realizzare il federalismo interno. Dobbiamo dimostrare che la nostra autonomia è composto da un sistema a rete capace di confrontarsi con lo stato. Occorre aprire una stagione costituente. Ho apprezzato le dichiarazioni del presidente della prima commissione Floris. Occorre impostare un lavoro di contenuti e non parlarne soltanto. Servono fatti concreti e li attendiamo ancora. Occorre fare sforzo in più sul fronte delle risorse. La regione deve essere più vicina ai territori.
(lp)Proseguono i lavori della riunione della riunione congiunta Consiglio regionale Consiglio delle Autonomie Locali
Nuoro, 18 novembre 2009 - Dopo l'intervento dell'on. Mario Bruno è intervenuto l'on. Silvestro Ladu (Pdl) che ha parlato di crisi economica e sociale profonda. Per l'esponente del Pdl le riforme vanno fatte facendo valere l'insularità della Sardegna e aprendo una rivendicazione nei confronti dello Stato. Ladu si è soffermato sulla finanziaria 2010 sottolineandone i vari elementi di positività. La Finanziaria - ha detto Ladu - si sta approvando nei tempi previsti dalla legge, è snella, è in concomitanza con il programma regionale di sviluppo e fa riferimento a risorse certe. Per il sindaco di Bortigiadas Emiliano Deiana le parole espresse oggi devono servire per il cammino del futuro. Gli enti locali - ha detto il sindaco - hanno paura che la crisi non sia ancora alle spalle. Per il primo cittadino la Sardegna è "un mostro a tre teste senza cuore pulsante". Per l'on. Radouan Ben Hamara (la sinistra sarda - comunisti - rossomori) questa assemblea è un "farmaco platonico". Ben Amara ha fatto notare l'assenza del presidente della giunta Cappellacci che ormai - ha detto - è residente a Roma e domiciliato a Cagliari. E' poi intervenuto l'on. Pietro Pittalis (Pdl) che rispondendo all'on. Bruno ha affermato che questa riunione non è una liturgia, non è una riunione di rito. Rivolgendosi al centrosinistra, Pittalis ha sottolineato che anzichè avanzare solo critiche sarebbe meglio avanzare delle proposte per aprire un dibattito serio e franco. Pittalis ha invitato tutti alla massima unità, anche all'interno della stessa maggioranza, per cercare di risolvere la crisi. Sediamoci intorno a un tavolo - ha concluso - e superiamo i contrasti. (R.R.)
Proseguono i lavori della seduta congiunta Consiglio regionale-Consiglio delle Autonomie Locali
Nuoro, 18 novembre 2009 - Franco Cuccureddu (Misto) ha replicato al precedente oratore sottolineando come si stiano ripetendo le stesse cose dette a Oristano che significa che finora di cose veramente non ne sono state fatte. Riforme in effetti non ce ne sono. Sulle modalità e su come arrivare alle riforme poi si deve discutere. Ha dato atto al Pd che ha chiesto la discussione della mozione firmata da Floris e da lui stesso sulle riforme. Passando alle questioni più concrete di governo, ha espresso preoccupazione per il problema acqua e per la gestione di Abbanoa. A proposito del patto di stabilità ha ricordato la possibilità per le regioni speciali di applicarlo al proprio interno autonomamente. Nonostante ciò quella norma non è stata utilizzata e le deroghe al patto di stabilità nei confronti degli enti locali è stato revocato. Cucureddu ha anche rivolto critiche per la mancata consultazione delle autonomie locali relativamente ad alcuni emendamenti riguardanti i comuni nella precedente finanziaria,ed ha contestato la scarsa produzione legislativa finora registrata.
Per il sindaco di Ollolai, Efisio Arbau, dispiace che non sia presente il Presidente Cappellacci. Auspicando che i sindaci del territorio possano in futuro essere maggiormente ascoltati e coinvolti, ha assicurato l’appoggio degli enti locali alla Regione per le cose positive che si vogliano attuare. Difendendo la validità del fondo unico per gli enti locali, il sindaco ha sottolineato le grandi opportunità che offre la provincia di Nuoro. Ognuno deve assumersi tutte proprie responsabilità. Ma grandi difficoltà ha anche la regione. Una critica poi al consiglio: se volevate venire a uoro per parlare delle cose interne a voi potevta risparmiarvelo.
E’ poi intervenuto Daniele Cocco (Idv) che ha detto essere necessario riempire di contenuti occasioni come questa. Cocco ha detto che “vogliamo anche noi essere Sardegna” e non altra Sardegna. Approfondendo la questione della sanità nella provincia di Nuoro, Cocco ha difeso con energia l’efficienza della sanità nuorese ed ha rivendicato la permanenza a Nuoro dell’università. Un riferimento anche da parte sua su Abbanoa che ha detto che deve essere una priorità.
Paolo Maninchedda (Psd’Az) ha invitato tutti a dire la verità sui conti, su cui sono state dette cose false. Il miliardo e 300 milioni di euro di cui si parla non c’è perché lo Stato ha promesso quelle risorse sapendo che il patto di stabilità non lo avrebbe consentito. Inoltre il miliardo di nuove entrate fiscali sono state di fatto impegnate dai mutui stipulati nella passata legislatura. Restano solamente 100 milioni da poter gestire. Ma non è neppure vero che tutti i comuni spendono bene e la regione no. Molti comuni sono animati da cultura dissipatrice. Denunciando con pesanti critiche le vicende che si sono registrate anche a Nuoro e in provincia di Nuoro nella gestione del potere politico e il cattivo utilizzo delle risorse pubbliche, ha contestato il connubio fra ceto parassitario urbano e ceto parassitario dei territori. Ha criticato il regime presidenziale che indebolisce le rappresentatività sociali ed ha ricordato che il meccanismo favorisce le rappresentatività cittadine di Cagliari rispetto quelle locali. Osservando come la politica non è la pubblicità, ha ricordato che la Sardegna a Roma non conta nulla.
Angelo Comiti, sindaco di La Maddalena, riferendosi alla precedente assemblea di Oristano, ha ricordato il giorno nefasto del trasferimento del G8, per La Maddalena e per la Sardegna. Dentro questa avventura il territorio era immerso da più di un anno. Non fu possibile scrivere un documento comune in quella occasione. Da quel giorno qualcosa è successo: abbiamo fatto un bilaterale Italia Spagna organizzato dal Governo, si sta andando verso la Vuitton Cup. Occorre cogliere l’occasione di impegnarsi tutti affinchè il progetto messo in piedi su La Maddalena deve andare avanti. La Regione deve giocare un impegno protagonista in questa partita cosa che non è avvenuta ancora. Ha fatto riferimento poi al rischio nucleare in Sardegna, e che può riguardare anche La Maddalena in cui si potrebbe realizzare un sito di stoccaggio dei nuovi armamenti. Ha ricordato che a La Maddalena esiste il primo parco marini dell’isola, ha rivendicato un impianto legislativo che garantisca la sussidiarietà.
(lp)
Proseguono i lavori della seduta congiunta Consiglio regionale - Consiglio delle Autonomie Locali
Nuoro, 18 novembre 2009 - Il dibattito è proseguito con l'intervento dell'on. Claudia Zuncheddu (la sinistra sarda - comunisti - rossomori) che ha sottolineato l'assenza del presidente della giunta Cappellacci. La consigliera regionale ha parlato della crisi occupazionale che sta mettendo in ginocchio la Sardegna, del problema dei precari e dei disoccupati. La nostra presenza qui a Nuoro - ha affermato - non deve essere solo formale ma sostanziale. Claudia Zuncheddu si è chiesta come mai alla seduta di oggi non siano stati invitati tutti i sindaci del nuorese. Per la consigliera dei Rossomori il governo Berlusconi sta trasformando la Sardegna in un "ricettacolo" di porcherie. La nostra isola - ha concluso - diventerà un deposito di scorie. L'on. Franco Mula (Riformatori) ha auspicato un momento di unione tra le forze politiche per fare proposte per il territorio. Ringraziamo per la sensibilità che ha contraddistinto questo Consiglio regionale che ha deciso di riunirsi a Nuoro - ha detto - ma non ho sentito proposte concrete da parte dei sindaci che sono intervenuti. I riformatori - ha annunciato - si alleeranno con i sardisti per mandare via il centrosinistra dal governo della città di Nuoro. L'on. Roberto Capelli (Udc) ha salutato il neo assessore al lavoro e ha detto che l'Udc , come tutta la maggioranza, è impegnato a dare dignità al Consiglio regionale e a difendere le prerogative del Consiglio. Sulle presunte difficoltà all'interno della maggioranza, Capelli è stato chiaro: La dialettica politica interna ai partiti non deve essere vista come un momento di difficoltà ma come un momento di pregio. Capelli ha detto di essere deluso dall'incontro di oggi. "Sono necessarie azioni concrete - ha aggiunto - non era strettamente necessario essere qui oggi. La Sardegna deve camminare in maniera "equa" e non deve essere trainata dal "carro" di Cagliari. Per Capelli sarebbe stato auspicabile in questa seduta congiunta concentrarsi di più sui problemi del territorio. (R.R.)
Proseguono i lavori della seduta congiunta Consiglio regionale-Consiglio delle Autonomie Locali
Nuoro, 18 novembre 2009 - Per Mario Diana (Pdl), è positivo aver organizzato questo evento a Nuoro. “Questa è una seduta obbligatoria che potevamo fare a Cagliari e che invece tutti abbiamo deciso di fare a Nuoro”, ha detto esprimendo apprezzamento per l’intervento di Maninchedda che può anche non essere condiviso ma sul quale si può aprire un confronto. Altro tema di confronto il nuovo Statuto su cui occorre discutere. Ma in primo luogo bisogna anche dire quali sono gli obiettivi di fondo da perseguire con quella riforma. Critiche ha rivolto a Cuccureddu circa le sue perplessità riguardo la rielezione dei sindaci dopo tre anni di mandato. Ma l’argomento in discussione è la Finanziaria. E bisogna parlare di Finanziaria. Ha replicato alle critiche del sindaco di La Maddalena e quindi ha posto il quesito se veramente la soluzione di qualsiasi problema posa essere il fondo indistinto. Quanto alle riforme, occorre avere le idee chiare su che cosa debba esserci in questo statuto, ma la verità è che nessuno le ha. Ha infine incitato Ben Amara e riflettere sulle parole da usare.
E’ stata quindi la volta dell’assessore Gabriele Asunis in rappresentanza della Giunta che ha spiegato con accenti critici nei confronti delle rimostranze di alcuni interventi l’assenza del Presidente della Giunta impegnato a Roma in importanti trattative. Si è detto contento di poter dire agli enti locali che le risorse per la SS-Olbia ci sono e l’amministrazione regionale non si è dimenticata di loro (Come ad esempio la tematica Inps). In riferimento ai timori che i soldi sardi possano non essere restituiti ha ricordato che prima di tutto i soldi devono essere portati a casa e solo di fronte a uno scippo essere rivendicati. Ha sottolineato come un po’tutti ci si è distratti sulla necessità di confrontarsi con gli enti locali oggi sulla tematica della Finanziaria che andrà in aula la prossima settimana. Occorre un momento di coesione, ha quindi detto, che vada oltre le contrapposizioni ideologiche che portano a dibattiti lasciando i sardi con la pancia vuota. Per quanto riguarda la partita delle aree interne, la Regione è fortemente impegnata nella identificazione di processi che le metta in relazione con i territori litoranei per dare impulso alle realtà locali. Per questo si è dato impulso alla tematica dell’associazionismo degli enti locali, e si sono raggiunti importanti traguardi (dai servizi in rete ai processi di programmazione per aree sovra comunali). Pur con un bilancio regionale non ricco è necessario creare momenti di partecipazione attiva fra regione province e comuni per un corretto utilizzo delle risorse per realizzare servizi funzionali a opere utili allo sviluppo. Ha auspicato quindi il massimo spirito di collaborazione possibile per far fronte alla crisi mostruosa che è in atto.
La seduta con questo intervento si è conclusa. La Presidente ha espresso soddisfazione anche se si può fare meglio e questo è anzi un motivo di stimolo in più.
Ha quindi annunciato la convocazione del Consiglio regionale per Mercoledì 25 alle ore 10 per la discussione della Manovra finanziaria.
(lp)