CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 36 del 18 settembre 2009
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Commemorazione dei soldati italiani caduti in Afghanistan = Commissione d’inchiesta del Consiglio sulla sicurezza nel lavoro = Scuola, aperta la discussione sulla mozione del centrosinistra
Cagliari, 18 settembre 2009 – La seduta si è aperta con la commemorazione dei soldati della Folgore periti in un tragico attentato terroristico ier a Kabul. La Presidente Claudia Lombardo, ha pronunciato un accorato intervento in ricordo dei sei giovani militari fra cui un ragazzo sardo di Solarussa. Ecco il testo integrale dell’intervento:“Oggi è un’altra giornata di lutto per noi sardi e per l’Italia intera.
Con la morte del caporalmaggiore della Folgore, Matteo Mureddu e di altri cinque giovani militari vittime dell’attentato di Kabul, si allunga l’elenco delle vittime degli attentati in missioni di pace delle forze armate all’estero. Proviamo un dolore immenso difficile da sopportare. E’ un lutto enorme aggravato dal fatto che ci sentiamo impotenti davanti a un atto folle e cieco che colpisce senza distinzione militari e civili, uomini e donne, bambini e anziani.
“Ancora una volta la Sardegna paga un tributo altissimo in termini di vite umane. Troppe croci. Dal 2003 a oggi ben tre volte la Sardegna ha dovuto piangere i suoi ragazzi che sono morti in attentati in missioni in altri Paesi.
E la morte di Matteo Marteddu è l’ennesima tragedia.
Il Consiglio regionale e il popolo della Sardegna si stringono intorno alla sua famiglia. Alla mamma Greca, al padre Augusto, ai fratelli, alle sorelle.
Matteo Mureddu, 26 anni di Solarussa, è l’esempio dell’abnegazione, di un giovane che ha creduto fino in fondo al valore della Patria, al concetto di libertà e di democrazia.
La sua vita è stata stroncata nel più vile dei modi, in un attentato terroristico. L’esplosione ha portato via numerose vite umane, tra cui sei nostri soldati, e ferito decine di persone tra militari e civili. Ma non solo.
Questo gesto ha tentato di minare quel concetto di fratellanza che deve essere alla base della convivenza civile tra i popoli.
Matteo Mureddu sarà ricordato come un ragazzo allegro, ligio al dovere, attaccato alla famiglia e alla sua terra. Ma sarà anche rammentato come esempio per la sua alta professionalità e per il suo spirito di sacrificio.
Il Consiglio regionale e, sono sicura, tutti i sardi ricorderanno per sempre questo nostro concittadino che ha sacrificato la sua vita per la pace nel mondo.
Ma in un momento di lutto così stretto e di dolore così profondo esprimiamo la più dura condanna verso ogni forma di violenza e l’Assemblea sarda ribadisce che il terrorismo è un atto vile che deve essere punito con grande severità.
Sono sicura che la Sardegna intera non dimenticherà mai questo figlio della nostra terra strappato troppo presto ai suoi affetti”.Dopo una sospensione di alcuni minuti in segno di lutto, la seduta è ripresa con la richiesta di inversione dell’ordine del giorno, avanzata da Luciano ras (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori) per la votazione di un ordine del giorno unanimemente concordato dai Gruppi, che delega la Presidenza del Consiglio alla istituzione di una Commissione speciale di inchiesta sulla sicurezza sul lavoro. Accolta l’inversione dell’odg e data lettura del documento, l’Aula ha approvato all’unanimità
A nome del Presidente della Regione, l’assessore Gabriele Asunis, ha quindi chiesto che ai sensi del regolamento consiliare venga accordata la procedura abbreviata per la discussione del progetto di legge che concerne il cosiddetto Piano Casa, proprio ieri approvato dalla commissione competente. Con l’annuncio del voto contrario da parte del consigliere Cesare Moriconi (Pd), che ha giudicato inopportuna tale richiesta perchè con maggiore serenità sarebbe stato possibile un maggior approfondimento del problema, la proposta della Giunta è stata approvata.
E’ quindi cominciata la discussione della Mozione 19 (Bruno e più) sulla scuola.
Una mozione doverosa, ha esordito Mario Bruno (Pd), anche alla luce dell’accordo fra il ministro Gelmini e l’assessore regionale alla PI, Maria Lucia Baire che di fatto rappresenta una difesa d’ufficio dell’operato negativo del Governo. Un accordo del tutto sbagliato, secondo Bruno, che dice no alla legittima richiesta di riaffermazione dell’autonomia da parte della Sardegna. “Non ci basta –ha detto- l’annuncio di una rimodulazione dell’accordo”, che deve essere annullato. Occorre una azione politica stringente presso il governo per contrastare i tagli alla scuola sarda. Dopo aver ricordato i dati negativi del provvedimento Gelmini: 1700 posti di lavoro in meno in Sardegna, istituzione delle pluriclassi,, scolaresche più numerose, pendolarismo degli studenti , Bruno ha ricordato i dati negativi sulla dispersione, mentre a fronte di tutto ciò l’accordo mette in campo solo 20 milioni del tutto insufficienti. Occorre il riconoscimento della specialità della Sardegna e iniziative concrete per tutelare il diritto allo studio.
Per il successivo oratore, Marco Espa (Pd), “Occorre organizzare una resistenza democratica contro la chiusura delle scuole: invitando le persone anziane ad iscriversi a scuola per impedire la soppressione delle classi sottonumerarie”. Neanche l’assessore di sicuro può essere in cuor suo soddisfatto della riforma Gelmini. L’istruzione è argomento ben diverso dal costruire una strada che si può tagliare senza danni. La scuola non ha bisogno di calcoli ragionieristici, ma di approfondimento dei problemi. Oggi si torna alle classi differenziali, ha lamentato con forza Espa.
Fortemente critico nei confronti della Riforma della scuola e dell’accordo Regione-Governo, anche Massimo Zedda (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori). Va contrastata la riduzione dei posti di lavoro e l’aggravamento della situazione dell’istruzione in Sardegna. La Scuola è mortificata da tagli e riduzioni di risorse, e la riforma del Governo rappresenta di fatto uno smantellamento del sistema scolastico.
“E’ a rischio l’autonomia scolastica” ha sottolineato criticamente Antonio Solinas (Pd), per il quale occorre contrastare con forza i tagli al personale docente. Denunciando che la Giunta ha deciso il finanziamento degli asili privati mentre si taglia la scuola pubblica, ha definito umiliante l’accordo Baire-Gelmini. Altre regioni hanno fatto l’accordo ma ottenendo cospicue risorse: i 20 milioni messi in gioco per la Sardegna sono insufficienti. Occorre aprire immediatamente una vertenza col Governo.
Per Paolo Maninchedda (Psd’Az)l’impostazione del discorso sulla scuola va ribaltato. Per il Psd’Az si tratta di un tema da “grandi riforme” e le grandi riforme devono avere larghe intese. Ma non è questa l’occasione: “non siamo interessati a schermaglie fra destra e sinistra italiane. Si dovrebbe passare dalla logica delle classi a quella dei moduli, ma non abbiamo il potere di farlo, vorremmo inserire la lingua sarda nei programmi, ma non abbiamo il potere di farlo: così per i programmi. C’è una emergenza del sistema scolastico sardo, ma lo Stato parte dal bilancio non dai bisogni. Con lo Stato occorre confrontarsi “su chi fa che cosa e chi mette le risorse”. Occorre reimpostare il rapporto fra la Regione e lo Stato.
Critico Ben Amara (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori), che ha denunciato “i licenziamenti di massa”. Nessuno crede che la Gelmini sta operando per il bene della scuola: i docenti vengono privati del loro futuro. In Sardegna sono a rischio chiusura 300 scuole: è un killeraggio nei confronti del sistema scolastico dell’Isola.
Il dibattito prosegue.
(lp)
Scuola discussione sulla mozione del centrosinistra
Dopo l’on. Ben Amara ha preso poi la parola l’on. Efisio Planetta (Psd’az), che ha espresso posizioni critiche nei confronti del governo italiano: “Forse stiamo discutendo delle prospettive di una qualche soluzione ma l’approccio a questi problemi sta ormai diventando logoro e rituale. Il sistema scolastico sardo è stato progressivamente smobilitato e avvilito, tutto questo a colpi di riforme dello Stato calate dall’alto. Cattive gestioni del passato si aggiungono alle nuove emergenze prodotte dall’ultima riforma ministeriale e ormai la crisi della scuola sarda ha raggiunto condizioni endemiche”.
Ha preso poi la parola l’on. Francesca Barracciu (Pd), secondo cui “mai le riforme del centrosinistra hanno mai prodotto un licenziamento di massa come quello prodotto dal ministro Gelmini. Si mettano l’anima in pace, il ministro per primo: se non ci sarà un correttivo urgente la politica scenderà in piazza contro questa riforma, che non è una riforma ma si tenta di farla passare come tale. L’istruzione pubblica è evidentemente uno spreco di risorse che va contenuto.
Non ci conforta l’accordo che state annunciando e vogliamo risorse perché la scuola sarda cresca, con quel processo che era stato avviato da noi nella scorsa legislatura”. Secondo l’’on. Barracciu è poi drammatica la condizione dell’istruzione nelle zone interne della Sardegna, “dove ci sono oltre 500 scuole sotto i cinquanta alunni. Si batta per questo assessore, per mantenere aperte le scuole dei piccoli comuni sardi: sono presìdi che evitano la ulteriore desertificazione delle zone interne”.
L’on. Maninchedda ha chiesto al presidente Cossa una sospensione di cinque minuti e il presidente ha accordato la breve pausa.
Alla ripresa il presidente Cossa ha dato la parola all’on. Roberto Capelli (Udc), che ha definito il dibattito “rituale ma soprattutto, per l’ennesima volta quando si parla di scuola o di sanità, tutti gli interventi mettono in primo piano gli alunni e i malati. Oggi però si parla soltanto di scuola per i tagli dei docenti e non si parla di cosa li ha generati. Tutti ricordano l’esperienza negativa del ministro Fioroni nel governo Prodi, ad esempio. Se una riforma deve essere fatta, e io credo debba essere fatta, non può che essere una riforma che dura negli anni e nei decenni e non può che essere tesa alla qualità della didattica e dell’istruzione. Le grandi riforme non possono iniziare dai tagli dei precari, docenti e Ata, che devono essere invece fermati”.
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha posto il bisogno di discutere soprattutto dell’accordo del 31 luglio e di come migliorarlo: “L’accordo del 31 luglio scorso con il governo è operativo ma va profondamente rivisto, dice l’assessore. Questo è un aspetto positivo del dibattito e le forze politiche di quest’aula possono responsabile concorrere a migliorare l’accordo inadeguato e sbagliato del luglio scorso, costruito su un federalismo alla rovescia che carica sulla Sardegna i costi della riforma”.
E’ intervenuta poi l’on. De Francisci (Pdl), secondo cui “ci sono due mesi per affrontare le crisi: subendole o affrontandole collettivamente perché diventino momenti di crescita”. L’esponente del Pdl ha ricordato “come ogni anno si susseguano le manifestazioni in occasione dell’apertura dell’anno scolastico” e ha aggiunto: “Tutto è perfettibile, colleghi, ma è davvero ingiusto non riconoscere che la Regione si è adoperata per migliorare la qualità dell’istruzione in Sardegna”.
Per l’on. Giuseppe Cuccu (Pd), secondo cui “è necessario fare un’operazione verità sui numeri. Nella scuola sarda mancano duemila posti di lavoro, che meritano attenzione e una grande mobilitazione, una vera vertenza con lo Stato. Il governo Berlusconi sta portando all’ignoranza la scuola italiana e pure quella sarda, ovviamente. E noi non possiamo essere complici: dobbiamo pretendere per la Sardegna parametri specifici, non possono essere gli stessi del nord Italia perché abbiamo una denatalità e un territorio tale da necessitare misure specifiche. In molti Comuni la scuola è l’unico simbolo dello Stato e deve contrastare lo spopolamento. Non va bene che accada il contrario e ciò che con la scusa dello spopolamento si chiudano le scuole dei piccoli comuni.
Assessore, non ci convince questo accordo senza che lo Stato metta una lira né un impegno mentre noi mettiamo 20 milioni che sottraiamo al recupero scolastico. Ben venga la rivisitazione dell’accordo, non chiuderemo la porta al dialogo mettendo ai voti la mozione ma chiediamo di poterci confrontare e speriamo che nell’accordo si trattino i veri nodi della scuola sarda”.
Ha preso poi la parola l’on. Renato Lai (Pdl), secondo il quale “non sono state applicate deroghe ai criteri nazionali e i tagli sono comunque coperti dagli ammortizzatori sociali. E’ una crisi, però, generalizzata dell’intero settore ed è necessario rimodulare l’accordo nell’ottica dei bisogni della Sardegna, come li ha rappresentati tra gli altri anche l’on. Maninchedda. Ma non ci sono dubbi sulle buone volontà di questa giunta regionale per affrontare i problemi e iniziare a risolverli”.
Per l’on. Tarcisio Agus (Pd) la scuola “è un bene prezioso quanto la salute, che non può diventare oggetto di crisi perché è troppo importante. E la parola crisi francamente è abusata e fuori luogo se applicata alla scuola. Ci sono classi di venticinque ragazzi con uno, anche due portatori di handicap e questo diventa un danno formativo non quantificabile, con un grave danno al tessuto culturale delle nostre comunità. Credo per questo che la mozione debba essere un’occasione di dialogo e non di scontro, occasione per stabilizzare i precari sardi e per recuperare l’identità sarda dentro i programmi della scuola sarda”. (c.c.)
Mozione sulla Scuola, l’assessore Baire: pronti a rivedere il protocollo siglato col Governo = Mario Bruno: disponibili a verificare l’ipotesi di un ordine del giorno unitario
Cagliari, 18 settembre 2009 – Si ipotizza una possibile accordo fra maggioranza e opposizione sul problema della Scuola con l’ipotesi di un ordine del giorno unitario. La conclusione della discussione generale sulla Mozione 19 del Centrosinistra sembra aver fornito aperture in tal senso anche a seguito delle garanzie dichiarate dall’assessore alla Pubblica istruzione Maria Lucia Baire nel suo intervento all’Aula. Tutto rinviato a martedì quando verrà posto in votazione il documento finale.
In precedenza si era registrato l’intervento del Presidente della Commissione cultura, Attilio Dedoni (Riformatori sardi), che aveva sottolineato con forza come il problema di fondo sia quello di una verifica approfondita se la scuola sarda sia adeguata alle domande della società attuale. Dopo aver ricordato che occorre partire da questo dibattito per allargare il confronto con lo Stato al problema complessivo della scuola sarda, Dedoni ha ribadito che soltanto in questo modo è possibile trovare soluzioni, affrontando tutte le questioni con un’ottica di concretezza e assoluta laicità.
Giorgio Locci (Pdl) ha ricordato come il problema degli esuberi non sia di oggi, ma dati da almeno 30 anni: la Gelmini non ha fatto altro che certificare gli esuberi. L’accordo siglato dalla Giunta prevede 20 milioni per garantire ai precari stipendi e punteggi, ha detto Locci. Si tratta di un provvedimento che guarda all’emergenza, ma in prospettiva occorre un tavolo di confronto più ampio.
Inutile rivangare il passato, occorre affrontare i problemi dell’oggi, ha esordito Giampaolo Diana (Pd) che ha sottolineato come le assoluzioni le possiamo trovare solamente affrontando i problemi attuali. Ricordando che in tutta l’isola c’è stato un moto di indignazione per le scelte governative, con palesi moti di contrarietà anche nella maggioranza, visto che si intende rimodulare l’accordo Regione-Governo, il problema in questo momento è capire che cosa la Giunta intende davvero fare. Capire cioè se la maggioranza si riconosce in certe preoccupazioni (Maninchedda) sul ruolo che si vuole attribuire alla Regione per l’istruzione. Certo, ha detto Diana, non si vorrebbe che la rimodulazione dell’accordo si facesse sulla falsa riga di quello stipulato dalla Lombardia.
Per Mario Diana (Pdl) è vero che si debba mettere a fuoco ampiamente il problema scuola, ma oggi il dibattito è circoscritto all’accordo con il Governo che può essere, come annunciato dalla Giunta rimodulato. Nessuno vuole scimmiottare la Lombardia, certo sarebbe auspicabile visto che sembrerebbero esserci le condizioni un accordo unitario.
Ha quindi avuto luogo la replica dell’Assessore Maria Lucia Baire che ha garantito la piena disponibilità a rivedere l’intesa col governo alla ricerca della massima condivisione possibile. La preoccupazione per la scuola sarda, ha detto, è sempre stata al centro dell’attenzione della Giunta, alla ricerca di un miglioramento dell’offerta educativa e con una attenzione sempre presente sul corpo docente. Per cominciare ad affrontare la questione della scuola, ha ricordato la Baire, si è ipotizzato il percorso del confronto col Governo, si è delineata un’intesa che nell’immediato ha riconosciuto punteggio e stipendio a tutti i precari. Si è trattato di un accordo di massima da subito definito suscettibile di rimodulazione. Alla luce degli approfondimenti tecnici che verranno, sarà possibile fare le necessarie modifiche, anche prendendo atto della disponibilità dell’Aula , ma tenendo conto che si tratta di avviare un confronto col Governo.
La controreplica di Mario Bruno (Pd), ha sottolineato l’utilità del dibattito. La paura dei precari era che fossero lasciati soli nelle mani del ministro. L’invito al dialogo è corretto, anche se si sono persi due mesi.”Prendiamo atto della marcia indietro” e la disponibilità alla rimodulazione li accogliamo nel senso di “poteri e risorse”. Ha quindi chiesto la sospensione del voto ed il rinvio a martedì per la verifica di un’ipotesi unitaria.
La seduta è stata tolta ed i lavori rinviati a Martedì 22 settembre alle ore 16,30.
(lp)