CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 18 del 6 maggio 2009
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Le tasse sul lusso sono state un danno economico. I costi dell’esazione hanno superato abbondantemente il gettito. Il centrodestra ribadisce il no a un provvedimento che ha condizionato il turismo nautico. Ma il centrosinistra insiste: lasciamo in piedi la tassa di soggiorno, come riconoscimento dell’autonomia dei Comuni.
Cagliari, 6 maggio 2009 – Si è parlato soprattutto di tasse (sul lusso e di soggiorno) questa mattina. È all’esame dell’aula, infatti, l’articolo 2 della legge finanziaria (norme in materia di entrate). Discussione polemica ma scontata. L’attuale maggioranza si era sempre opposta all’istituzione di nuove imposizioni, che, secondo il parere dell’on. Cuccureddu (Misto, MPA), “scoraggiano il turismo” e non portano alcun vantaggio alle casse erariali. Il costo dell’esazione ha infatti superato di gran lunga i modesti introiti (circa un milione e duecentomila euro), mentre l’immagine che viene data della Sardegna non incoraggia il turismo. Cuccureddu lo ha detto con specifica competente: infatti è sindaco di Castelsardo, località che ha visto diminuire il diporto nautico e che imputa alla tassa istituita dalla giunta Soru la principale responsabilità. Il 92 per cento del traffico nautico – ha spiegato – è gestito da mediatori marittimi che orientano nelle scelte dei porti da toccare. La presenza di una tassa ha indotto i mediatori a fare altre scelte, con grave danno economico, ha detto Cuccurendu, perchè si calcola che la presenza di una grossa imbarcazione produca consumi di circa mille ero al giorno per persone imbarcate. Una imbarcazione produce ricchezza come mille camper, che generano altri problemi, di natura ambientale.
Se la riproposizione della tassa sul lusso è una battaglia persa in partenza per il centrosinistra, la sollecitazione perché sia ripristinata la tassa di soggiorno viene ritenutauna strada praticabile. L’anno sostenuta, con particolare energia, in particolare, l’on. Porcu, l’on Gianvalerio Sanna, l’on. Diana, tutti del Pd. La tassa di soggiorno è, infatti, comunale ed è facoltativa. Se è vero che finora due soli Comuni l’hanno istituita (Villasimius e Sorso), è anche vero che nella dimensione di un federalismo fiscale dire di no equivale ad una imposizione della Regione che limita l’autonomia degli enti locali.
L’on. Sanna ha parlato delle finalità della tassa di soggiorno, tra le cui finalità quella di incrementare un fondo compensativo a favore dei Comuni dell’interno. Per l’on. Giampaolo Diana occorre del tempo prima che la tassa di soggiorno diventi “familiare” anche al turista, e se esistono titubanze da parte dei Comuni la Regione deve incoraggiare iniziative che contribuiscano all’autonomia finanziaria.
Sulla tassa sul lusso ben poco da dire, ha detto l’on. Vargiu (Riformatori), oltre al fatto che la Regione è andata in perdita (si parla di 800 milioni) per la esazione: ciò dimostra la scarsa previdenza, allora richiamata dal centrodestra, su un’operazione che in partenza faceva acqua. Quanto alla tassa di soggiorno, occorre dire di no perchè gli interessi del singolo Comune non può configgere con gli interessi generali (in questo caso di immagine).
Per l’on. Uras (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) la tutela dei privilegi prevale rispetto all’interesse comune che sostiene le fasce più deboli. Ci si preoccupa dei nababbi che possiedono superbarche da crociera e non dei disoccupati o dei precari che proliferano all’interno della Regione e dei suoi enti. Sarebbe opportuno invece che la Regione intervenisse sul prelievo fiscale, combattendo l’evasione, perché dalle tasse pagate dai cittadini dipende la maggior parte delle entrate di bilancio.
L’on. Cherchi (PdL) ha difeso le scelte della Giunta. Questa Finanziaria, ha detto, agevola le imprese (ha fatto riferimento alla riduzione di un punto dell’Irap per le aziende che non licenziano). Il centrosinistra continua invece ad insistere su una tassazione che è stata dannosa per l’economia.
Per Sabatini (Pd) la Finanziaria lascia aperte molte questioni: dai residui (“attendiamo l’indagine conoscitiva”), al regime delle entrate (“I risultati ottenuti vanno difesi”), al patto di stabilità (“rinegoziarlo, in periodo di crisi, non sarà facile”).
L’on. Dedoni (Riformatori) ha affermato che l’insistenza del centrosinistra per ripristinare la tassa sul lusso “è diabilica” ed ha polemizzato con l’on. Gianvalero Sanna: come fa a parlare di fondo di solidarietà per le zone interne se poi afferma che le risorse saranno assorbite per intero dai bilanci dei Comuni che le applicano?
L’on. Pittalis (PdL) ha precisato che la contrarietà della maggioranza alle tasse sul lusso istituite da Soru non deriva da una contrapposizione col passato, ma una diversa cultura. Il centrosinistra affronta situazioni di difficoltà finanziaria imponendo nuove gabelle, il centrodestra (“lo ha dimostrato il governo con l’emergenza dell’Abruzzo”) no. Combattere l’evasione è giusto e la Giunta, che colloca al centro le progetto l’Agenzia sarda delle entrate, si appresta a farlo. (adel)
Prosegue la discussione e la votazione degli emendamenti all’art. 2: tasse sul lusso e tassa di soggiorno
Cagliari, 6 maggio 2009 – Con la replica dell’assessore al Bilancio, La Spisa, è proseguito, sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo l’esame degli emendamenti all’articolo 2 della legge Finanziaria, dedicato in prevalenza al tema delle tasse sul lusso e di soggiorno.
La Spisa, rispondendo ai precedenti interventi ha affermato che non ci si trova davanti nè a una finanziaria tecnica, nè a una Finanziaria senz’anima. Questo documento, ha detto, non deve essere ridotto a mero strumento impositivo di nuove tasse, ma deve essere strumento efficace di politica finanziaria e fiscale. La conclusione della vertenza sulle nuove entrate, ha aggiunto, contiene spunti interessanti, ma il problema della Sardegna non è soltanto quello di avere nuove entrate fiscali. Al contrario c’è la necessità di ridurre la pressione fiscale perchè il problema centrale è quello dello sviluppo che tale riduzione favorisce. Quanto alle cosiddette tasse sul lusso, ha detto La Spisa, non sono inique semmai sono “idiote”. E’ diverso invece il discorso delle tasse di soggiorno su cui vale la pena approfondire.
Si è quindi passati alla discussione ed alla votazione degli emendamenti e dell’articolo. Tutti gli emendamenti proposti dalle opposizioni sono stati respinti.
Così il N. 20, tendente ad eliminare il comma 6 riguardante gli strumenti fiscali della regione. Nella discussione sono intervenuti per dichiarazione di voto i consiglieri Pierluigi Caria (Pd), Giuseppe Cuccu (Pd), Franco Meloni (Riformatori), Luciano Uras (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori). Messo in votazione l’emendamento è stato respinto.
Identica sorte per gli emendamenti 149 e 68 concernenti la tassa di soggiorno e tendenti a confermare tale istituto attraverso la soppressione delle parti dell’articolo 2 che la aboliscono. Per dichiarazione di voto sono intervenuti Gianvalerio Sanna (Pd), Chicco Porcu (Pd), Mario Bruno (Pd), Luciano Uras (Pd), Franco Cuccureddu (Misto), Roberto Capelli (Udc), Massimo Zedda (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori), Giampaolo Diana (Pd), Paolo Maninchedda (Psd’Az), Claudia Zuncheddu (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori), .
Respinto anche l’emendamento 69, che voleva sostituire il 15° comma dell’articolo, che abolisce anche la cosiddetta tassa sul lusso (imbarcazioni e aerei). Nelle dichiarazioni di voto hanno preso la parola Luciano Uras (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori), Chicco Porcu (Pd), Renato Lai (Pdl), Massimo Zedda (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori), Daniele Cocco (Idv).
Conclusa la votazione sugli emendamenti soppressivi o modificativi, è stato approvato per alzata di mano l’articolo 2, e si è passati alla discussione degli emendamenti aggiunti. L’emendamento 70, concernente la portabilità dei crediti di studio per l’accesso al secondo anno di facoltà a numero chiuso da parte di studenti provenienti da altre facoltà è stata decisa la sospensione in attesa di approfondimenti che vi saranno nella pausa pomeridiana dei lavori.
Invece è stato respinto l’emendamento 105 che intendeva inserire aiuti finanziari ad alcune strutture quali la “Casa museo Gramsci”. Per questo emendamento era stato chiesto lo scrutinio segreto e la votazione si è conclusa con 35 voti contrari e 25 favorevoli.
La seduta riprenderà nel pomeriggio alle ore 16.
(lp)