CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 11 del 23 aprile 2009
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Consiglio regionale e Consiglio delle autonomie locali celebrano a Oristano una nuova stagione politica. Interventi della presidente Lombardo e del presidente Milia. Floris: respingere gli attacchi di Brunetta. La specialità è un diritto naturale dei sardi.
Oristano, 23 aprile 2009 – “Un segnale ai cittadini della vicinanza delle istituzioni, un rapporto più stretto con i territori”: la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo,ha sintetizzato così questa “trasferta” della massima assemblea sarda nella città di Eleonora. E’ l’inizio di un percorso nuovo dell’autonomia e del ruolo che viene riconosciuto agli enti locali, Province e Comuni, nella mobilitazione collettiva che – ha detto a sua volta Graziano Milia, presidente della Provincia di Cagliari e del Consiglio delle Autonomie locali – è la sola ricetta possibile per uscire dalla crisi e favorire la ripresa socio-economica. Una mobilitazione che è aspetto culturale e consapevolezza di popolo, ma anche un modo per evitare la paura generata dall’incertezza e foriera di inaccettabili scelte protezionistiche.
Oristano ha ospitato la seduta comune del Consiglio regionale e del CAL, rispettando il dettato legislativo che rende obbligatorio questo confronto durante la sessione di bilancio per mettere a fuoco le esigenze degli enti locali rispetto alle decisioni della Regione. Un appuntamento che non è pura formalità, ma rappresenta la volontà comune di segnare un processo condiviso. Il Consiglio delle Autonomie locali non è un ospite né una controparte del Consiglio regionale, ha detto la presidente Lombardo. Esso rappresenta l’incidenza delle comunità sarde nelle decisioni della Regione perché può orientare l’attività legislativa soprattutto quando si discutono provvedimenti che riguardano gli enti locali.
Ma il percorso non è agevole, soprattutto nel rapporto con lo Stato. Milia ha sollecitato l’impegno del presidente Cappellacci – presente con buona parte della Giunta – perché sia rinegoziato il patto di stabilità, altrimenti è difficile alimentare flussi di danaro a favore della periferia. L’esperienza del 2008 la dice lunga.
La serie degli interventi è stata aperta dal sindaco di Oristano, Angela Nonnis, che ha ricordato l’intesa istituzionale firmata due anni fa e rimasta sulla carta. In alcuni punti (in particolare la valorizzazione delle produzioni agricoli, dell’ambiente e dei beni culturali) si indicava la strada dello sviluppo che passava attraverso il porto (che chiede di essere servito da navi passeggeri) e dell’aeroporto. Oristano, insomma, vuole essere nodo cruciale della mobilità e chiede che la posizione baricentrica sia presa in considerazione.
In difesa della specialità regionale e dell’autonomia si è pronunciato l’on. Mario Floris (Uds) il quale ha sostenuto che l’incontro di Oristano, d’inizio legislatura, può mettere le basi a un progetto condiviso, del quale Regione ed enti locali siano compartecipi in ugual misura. Occorre – ha aggiunto – che l’intero sistema istituzionale sardo sia all’altezza delle prossime sfide, consapevole della propria identità “di popolo e nazione”, insopprimibile espressione di una maturità che neppure i proditori attacchi di Brunetta alla “specialità sarda” possono scalfire. Non è la prima volta che ministri della repubblica compiono queste sortite, destinate a rimanere inefficaci, perché si tratterebbe di disconoscere “il diritto naturale dei sardi”. (adel)
Oristano 23 aprile 2009 - Il dibattito è proseguito con numerosi interventi. Eridiano Deiana, sindaco di Bortigiadas ha sottolineato il momento particolare che attraversa il sistema degli enti locali che hanno necessità di maggiori risorse. Dopo aver parlato della situazione socio territoriale della Sardegna, si è riferito alla notizia del trasferimento della sede del G8 da La Maddalena all’Aquila, dicendo che questo fatto grida allo scandalo. La crisi è crisi di sistema ha detto. Aumenta la povertà mentre si osanna il mito del benessere. La salvezza della Regione dipende dai piccoli paesi.
Per l’on. Michele Cossa (Riformatori) occorre aprire quanto prima il dibattito sulla riscrittura dello Statuto. La legge finanziaria sta introducendo il grande tema della riforma che occorre mettere in campo con grande impegno nella consapevolezza dell’importanza delle autonomie locali e del contributo che esso possono fornire allo sviluppo della Sardegna.
Per il sindaco di Ollolai, Efisio Arbau l’occasione odierna non deve essere un semplice rituale, ma deve fornire l’opportunità di un vero dibattito. Sullo sviluppo locale, ha sottolineato, molto dipenderà dalla legge 12.
Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha ricordato che questo evento non è un fatto celebrativo ma un’occasione di confronto. Però bisogna riconoscere che la legge sarda che ha istituito in Consiglio delle autonomie locali non è certo la più avanzata. Ha ricordato che i processi decisionali devono partire da un confronto serio con le autonomie locali. Ma per fare questo occorre una riforma dello Statuto che passi da una Assemblea costituente.
Il Sindaco di Gonnosfanadiga, Sisinno Zanda, ha posto l’accento sulla necessità di porre gli enti locali nella possibilità di esercitare realmente l propria autonomia. Per questo occorre un luogo di confronto costante con gli enti locali.
Non siamo davanti a una crisi congiunturale, ha da parte sua sottolineato l’On Daniele Cocco dell’Idv. Che ha sottolineato le difficoltà degli enti locali per la carenza delle risorse-
Virginia Lai, sindaco di Lanusei, ha sottolineato l’emergenza che tocca tutti i paesi della Sardegna.Ha con forza sottolineato la questione degli espropri delle aree che mette in ginocchio la economia dei comuni, sollecitando interventi legislativi e finanziari della Regione.
Con un esordio “in limba” l’intervento di Claudia Zuncheddu (Rosso mori) che ha sottolineato il significato importante del trasferimento del Consiglio da Cagliari a Oristano, che non è nella storia sarda un fatto nuovo. Ha ricordato che la divisione del territorio in provincie va rivisitata ed ha auspicato l’avvento di nuove forme di autogoverno. Ha condannato il grave attacco del Governo di Roma alle autonomie speciali.
(lp)
Cappellacci incontra domani Berlusconi per lo spostamento del G8. Le proteste del sindaco di La Maddalena. Capelli: qui si misura la nostra autonomia. Bruno chiede che il presidente della Regione riferisca in aula. Diana polemizza con Capelli che pala di atto demagogico.
Oristano, 23 aprile 2009 – Lo spostamento del G8 nelle zone terremotate d’Abruzzo, deciso in mattinata dal Consiglio dei ministri, ha occupato alcuni interventi della fase conclusiva della riunione, compresa la breve replica del presidente della Regione, Cappellacci. L’argomento è stato sollevato dal capogruppo dell’Udc, on. Capelli,il quale ha definito tale decisione “un atto di demagogia” e “una guerra tra poveri”. Questa – ha detto – se non vuole essere un’assemblea celebrativa, “deve avere il coraggio di dire basta”. E’ stato “uno schiaffo istituzionale” che merita una sottolineatura. L’on. Capelli ha contestato soprattutto il metodo, il fatto, cioè, che il governo abbia deciso di portare il G8 in Abruzzo senza avere neppure informato il presidente della Regione.
Ora resta il ragionevole dubbio – lo ha detto il sindaco di La Maddalena, Angelo Comiti – che finanziamenti e procedure subiscano un rallentamento e molte opere rientrino nel disastroso novero delle incompiute. La Maddalena attendeva questa occasione per attuare una riconversione economica, superata la fase di un’economia legata prevalentemente alla presenza militare. Il G8 sarebbe stata una vetrina, un’occasione importante. La decisione del governo offende l’autonomia. Fra le considerazioni di Comiti, quella che la Regione aveva impiegato risorse per 300 milioni (fondi Fas) e aveva accettato che le opere venissero realizzate in funzione del summit. Altrimenti sarebbero state modulate diversamente.
Anche l’on. Mario Bruno, capogruppo del Pd, ha insistito sullo sgarbo istituzionale, che nulla ha a che vedere – ha precisato – con la solidarietà che ha sempre caratterizzato l’azione dei sardi. “Chiederemo al residente Cappellacci di riferire in Consiglio e proponiamo di concludere questi lavori con un ordine del giorno”.
L’on. Mario Diana, capogruppo del Pdl, ha, invece, bacchettato Capelli, non perché l’argomento del G8, ha detto, non meriti la dovuta attenzione, ma perché l’on. Apelli poteva evitarlo in questa occasione, che vuole fare sintesi tra il bilancio regionale e i bisogni degli enti locali. Il fondo unico non basta più e non rappresenta la soluzione dei problemi. Per Province e Comuni sono cresciute le competenze, non le risorse. Insomma, il ruolo degli enti locali deve crescere nella considerazione della Regione e bisogna cominciare a parlare sul possibile inserimento del presidente del CAL in Consiglio.
“Di fronte alle tragedie dobbiamo compiere dei sacrifici”, ha risposto Cappellacci, che domani mattina incontrerà il presidente del Consiglio per comprendere le ragioni di questa decisione. Difenderà sino in fondo – ha assicurato l’assemblea – le utilities del G8. Le opere previste dovranno essere ultimate e l’economia dovrà ricevere la spinta che era stata prevista. Mancherà la vetrina internazionale, ma ci saranno altre forme ed altre occasioni per far conoscere La Maddalena. Lo stesso presidente del Coniglio avrebbe proposto di far tenere nell’isola il G8 dell’ambiente, che si terrà in autunno ed al quale parteciperà il presidente Usa. E’ una soluzione possibile, ha detto Cappellacci, ma non basta. Il resto si saprà domani, tarda mattinata, dopo l’incontro a Palazzo Chigi. (adel)