CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 7 del 1° aprile 2009
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Cominciati gli interventi dei capigruppo. Questo pomeriggio la replica del Presidente della Regione
Cagliari, 1 Aprile 2009 – Con gli interventi dei capigruppo il dibattito sulle dichiarazioni di legislatura del Presidente della Regione si avvia a conclusione. Secondo la prevista programmazione stamani intervengo i rappresentanti dei gruppi, quindi nel pomeriggio la replica dell’on. Ugo Cappellacci.
Il primo intervento odierno è stato quello dell’on Angelo Francesco Cuccureddu (Misto).
Ha esordito ricordando che il programma di legislatura è importante in quanto deve servire in ogni momento della azione di governo a non farsi sopraffare dalla quotidianità dell’amministrazione, ma a dare organicità alla azione dell’esecutivo. “Condivido appieno l’analisi in esso contenuta”, ha proseguito sottolineando subito che ciò che deve caratterizzare il metodo dell’azione politica della maggioranza deve essere di netta discontinuità con il passato recente. Cuccureddu ha richiamato che con il presidenzialismo e l’elezione diretta del presidente, vi è di fatto una compressione degli organi collegiali della Regione, ed è necessario ristabilire il giusto equilibrio. Un apprezzamento particolare, ha detto, al principio della concertazione quale metodo costante, e apprezzamento per il ruolo che si intende dare ai Comuni, soffocate troppo spesso dal centralismo statale e regionale. Sottolineando l’esigenza che possa essere quanto prima riscritto il patto federale con lo Stato, ha auspicato che in questo processo venga ridisegnato efficacemente il federalismo interno.
E’ quindi intervenuto Adriano Salis (Idv) che osservando come le dichiarazioni programmatiche dovrebbero delineare un quadro definito della azione di governo, si è detto insoddisfatto del programma del Presidente. Manca anche un aspetto determinante rappresentato da una attenta analisi delle ragioni dell’esito elettorale. Secondo Salis la vittoria elettorale del centrodestra è stata ampiamente condizionata dai gruppi di potere esterni, determinanti soprattutto sul versante dei mezzi di informazione che “hanno inquinato le elezioni alla stregua dei titoli tossici oggi di attualità nella congiuntura finanziaria internazionale”. Dove si è mai visto, ha detto Salis, un presidente del Consiglio dei ministri che in piena campagna elettorale sia “venuto alla testa del corteo del Papa?”. Nella democrazia moderna alla tradizionale tripartizione dei poteri si sono aggiunti ormai i poteri della stampa, delle TV e anche di internet. “Abbiamo subito una sconfitta per cause interne alla coalizione –ha detto- ma anche per i condizionamenti mediatici.
Ha poi preso la parola Giacomo Sanna (Psd’az), che ricordando l’importanza dei sardisti in maggioranza e al governo, ha tuttavia sottolineato come il giuramento alla Costituzione rappresenti un doveroso rispetto ad un ordinamento giuridico “in cui però vorremmo vedere la Sardegna indipendente” attraverso un pacifico processo politico. Oggi c’è molta facilità nel dichiararsi sardisti, ha aggiunto però, ma spesso si tratta di “un sardismo da scaffale di supermercato”, un sardismo soft e di facciata, “vestito col vellutino elegante”, che ha profondi collegamenti con le oligarchie finanziarie internazionali e con la politica nazionale. Il ritorno al governo del Psd’Az, ha aggiunto, è avvenuto attraverso un percorso difficile ma di libertà. Quanto all’attuale maggioranza “essa ha un obbligo: quello di restituire ai sardi la speranza”. “In questi anni la speranza si è persa, bisogna dare voce alla Sardegna e spegnere la stagione della Regione controparte dei sardi”. Vogliamo, ha quindi affermato “una Regione che sappia ascoltare e un Consiglio regionale luogo di confronto e mediazione”. Ha quindi concluso auspicando con forza l’avvio di una nuova fase costituente sarda proprio ora che a Roma si discute di federalismo.
Il dibattito prosegue.
(lp)
Soru: lasciamo una Regione più ricca, attenzione al Governo che non scippi ulteriori entrate. L’avventura del centrodestra? Un altro Truman show. Nel pomeriggio la replica di Cappellacci. Gli interventi dei capigruppo Uras, Capelli e Diana. “Cerchiamo di non farci del male”
Cagliari, 1 aprile 2009 – Un altro Truman show: così l’on. Soru ha definito, chiudendo la serie degli interventi sul programma di legislatura del suo successore, il presidente Cappellacci – l’avventura politica del centrodestra. Un fortunato film, quello citato, dove il personaggio, che si comportava a sua insaputa secondo un’occulta regia, alla fine si accorge di vivere in un mondo distante dalla realtà. Un’immagine colorita che, tuttavia, ha detto Soru, offende il concetto di democrazia, le cui regole sono state violate in campagna elettorale. Svolgere il proprio compito secondo limiti invalicabili non giova alla causa. In campagna elettorale Soru ha criticato il ruolo svolto dal presidente del Consiglio – “che ci ha messo la faccia” – ha fatto promesse, lui e i suoi ministri, in seguito disattese. I segnali, in tal senso, non sono buoni ed anche l’assenza d’una grande idea alla base del programma di legislatura non è un fatto confortante – ha detto l’ex presidente – perché conferma il timore che le idee saranno “di chi ci ha messo la faccia”. Soru ha difeso il suo operato: ha ricordato che, grazie alla vertenza e al confronto con lo Stato – le entrate tributarie ordinarie sono cresciute del 40 per cento e quelle proprie del 58 per cento. Sono meriti incontestabili. Ora bisogna vigilare perché, dal 2010, il governo dovrebbe riconoscere, per andare a regime, un miliardo e seicento milioni, sempre che, nella discussione sul federalismo, questo successo non venga dimenticato. Del resto il governo “si è appropriato” dei finanziamenti europei Fas (che dovevano compensare i Comuni per la caduta del gettito Ici e per gli oneri sociali) e ciò che era un riconoscimento acquisito, si trasformerà, se arriva qualcosa, in benevolenza del premier. Una parte sostanziosa dell’intervento è stato riservato al problema dell’insularità. “Oggi non è un limite”, ha ribadito Soru e se un limite c’è “riguarda la Tirrenia”. In passato ha costituito una condizione di ritardo per le infrastrutture, ma le nuove comunicazioni, in senso fisico e di rete, hanno risolto il problema. Il riconoscimento del governo si dimostrerà – ha concluso Soru – con la ricognizione di quell’handicap e un intervento di riequilibrio.
In precedenza hanno parlato altri capigruppo.
L’on. Uras (Sinistra) ha chiesto l’integrazione del programma del presidente con interventi a favore del reddito di cittadinanza (“non attendiamo che siano i vescovi ad intervenire”), per la riproposizione del Piano (straordinario) di rinascita e con una stagione di riforme condivise. Uras ha condiviso l’impegno a rendere i territori protagonisti ed a raccogliere le idee “dei nostri giovani”. Sul piano politico ha affermato che la sconfitta del centrosinistra va ricercata nel centrosinistra, che non ha saputo mantenere la propria identità raccogliendo il giudizio negativo degli elettori nonostante alcuni “atti coraggiosi” compiuti dalla giunta Soru.
Criteri chiari per una gestione trasparente sono stati chiesti dall’on. Capelli (Udc). Senza i criteri – ha detto – c’è solo confusione istituzionale. Il nuovo metodo di governo non deve trovare ostacoli, perciò ha chiesto che “tutto ciò che non è in linea con nuovo metodo” venga rimosso per evitare “l’assalto alla diligenza”. Asl ed enti regionali, in particolare, sono sotto osservazione. C’è un proliferare di delibere e di nuove assunzioni anche quando è noto il deficit di bilancio. Cinque giorni di “sterile dibattito” non hanno dato un grande contributo e ciò fa dire che “il Consiglio sa di vecchio”, affidandosi a liturgie superate e inutili.
Lealtà (non fedeltà) ha chiesto l’on. Diana (PdL) alla maggioranza per evitare che si ripeta ciò che è accaduto nella passata legislatura. “Cerchiamo – ha detto – di non farci del male”. La difficoltà del momento richiede al Consiglio un grande impegno quotidiano. Occorre studiare i problemi e trovare, di comune intesa, le soluzioni. Segnali all’opposizione: “la forza del Consiglio deve emergere”. Quanto al risultato elettorale è molto chiaro. I sardi hanno premiato il centrodestra. C’è chi dice che i sardi non abbiano capito l’importanza degli atti del governo di sinistra. Eppure – ha commentato Diana – la Giunta ha speso milioni di euro in comunicazione. Riaffermando l’autonomia come regola di pensiero e di comportamento, l’on. Diana ha detto che il presidente Soru la riteneva una “proprietà della Regione”, da tutelare nei confronti del governo ma non verso il basso, cioè verso gli enti locali. Infine sull’handicap dell’insularità. “Soru lo nega? Provate a chiederlo alle aziende la cui attività è fortemente condizionata dall’onerosità dei trasporti”.
Conclusi gli interventi dei capigruppo, il presidente Cappellacci, che replicherà nel pomeriggio ( seduta a partire dalle 16,30) ha chiesto che, a norma di regolamento, il Consiglio si esprimesse sulla riduzione dei tempi per la Finanziaria. C’è stata una breve sospensione e il confabulare soprattutto nei banchi del centrosinistra. Avuta assicurazione che le Commissioni andranno avanti speditamente e i relatori accorceranno i termini previsti (10 giorni), Cappellacci ha ritirato la richiesta.
La Finanziaria, fatti un po’ di conti, dovrebbe arrivare in aula il 28 aprile e, stando al ruolino di marcia, essere approvata entro il 7 maggio. Un vero record di celerità. (adel)