CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 5 del 31 marzo 2009

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Oggi e domani la prosecuzione del dibattito sul programma di legislatura della Giunta Cappellacci. Sanità, agricoltura e industria i temi più urgenti. Scarse attenzioni per i giovani. Ma il problema di fondo è la riforma dell’organizzazione della Regione.

Cagliari, 31 marzo 2009 – È ripreso in mattinata il dibattito sul programma di legislatura del presidente Cappellacci. Una trentina gli oratori iscritti. L’ultimo intervento sarà quello dell’on. Soru; la replica del presidente è prevista per la tarda mattinata di domani.
Sulla sanità ha parlato l’on. Franco Meloni (Riformatori) che ha criticato il sistema centralizzato del modello di gestione realizzato dalla Giunta precedente con direttori generali retrocessi al ruolo di passacarte. Primo di autonomia e della possibilità di rispondere tempestivamente ai bisogni del territorio il modello organizzativo di gestione ha viaggiato contromano rispetto alle aspirazioni della gente (l’esempio delle lunghe liste di attesa è sintomatico). La Giunta Soru ha badato a tagliare i costi, ma ha tagliato anche i servizi e la qualità delle prestazioni, senza peraltro riuscire nel suo intento. Il buco di bilancio si aggira sui 100 milioni e colloca fin d’ora la Sardegna tra le “Regioni canaglia”, quelle che non riescono ad essere virtuose nella spesa. Costruire sulle macerie dell’ultima legislatura è facile, ma bisogna lavorare bene e con impegno “perché, tra un anno, i sardi ci chiederanno conto del nostro operato”.
Per l’on. Pietro Cocco (Pd) nel programma del presidente c’è scarsa attenzione per le emergenze: sul lavoro e l’occupazione le enunciazioni non bastano; bisogna dire come si intende rispondere a migliaia di lavoratori che rischiano di perdere il posto. Non c’è alcuna per Portovesme e si baratta per un successo l’inevitabile avallo dei sindacati per la cassa integrazione. L’assenza di un’idea guida non consente di dare al programma una visione strategica. Preoccupante il silenzio sui giovani, che sono la garanzia del futuro e della stessa democrazia.
Evitare che la Sardegna “sia un perenne cantiere” salvando ciò che di positivo la vecchia amministrazione ha fatto. Lo ha detto l’on. Christian Solinas (Psd’Az) sottolineando come una legislatura non può essere sufficiente. L’importante – ha detto – è ricreare i presupposti del governo democratico, con la partecipazione dei soggetti istituzionali, in particolare gli enti locali, Ascolto, sviluppo e nuove regole sono i punti, citati da Cappellacci, che il Psd’Az condivide. Il percorso della politica attraverso questi intendimenti stabilisce nuove radici sul territorio e una ragione morale del potere. La riscrittura dello Statuto sarà il clou della legislatura e il tragitto attraverso la Costituente diventa un tragitto obbligato, una via maestra.
Un “record d’insipienza” politica e amministrativa quella che ha caratterizzato la Giunta passata, capace di negare ai sardi “diritti acquisiti” e di perdere centinaia di milioni di euro (Por 2000-2006). Lo ha detto l’on. Contu (PdL) sottolineando come alcuni settori produttivi, in particolare l’agricoltura, siano allo stremo per scarsa attenzione e per ritardati pagamenti sulle indennità. Anche l’industria è sull’orlo del collasso. “Ho chiesto di essere sollevato dall’incarico in Commissione – ha detto – perché non si è portato mai un progetto, un indirizzo, una legge di settore che favorisse i nuovi insediamenti. Si parlava solo di aziende in agonia. La Commissione era una specie di agenzia funebre delle aziende locali”. Quasi cinque anni di governo del centrosinistra non hanno risolto i problemi ed hanno lasciato che il disagio crescesse a dismisura: cresce la povertà e l’indebitamento delle famiglie.
Le gradi aspettative dei sardi non possono essere ignorate, ha detto l’on. Cossa,(Riformatori) e la Giunta guidata da Cappellacci si assume questa grande responsabilità. Non tutto della passata gestione è da buttare, ma la riforma complessiva della Regione, che mantenendo molte competenze ha negato il principio di sussidiarietà, è uno dei punti cruciali. Scelta coraggiosa quella del Fondo unico che assegna ai Comuni finanziamenti senza vincoli di destinazione; ma è stata una scelta bifronte, con alto tasso di paternalismo che ha premiato gli amici. Anche le “intese” sul piano paesaggistico, consentendo ad alcuni di costruire sulle coste e ad altri no, ha minato fortemente la correttezza del comportamento regionale gettando ombre sull’operato.
Senza una grande idea, che faccia da collante ed ispiri l’azione politica, non si va da nessuna parte ha detto l’on. Lotto (Pd). Tante piccole idee, alle quali Cappellacci si richiama, forniscono un contributo ma non determinano un progetto. La nuova Giunta non parte col piede giusto, perde alcune opere sulle quali si era esplicitamente pronunciata (la Sassari-Olbia a quattro corsie; il risanamento delle aree industriali) e dà l’impressione di non essere in grado di tenere viva la vertenza sulle entrate, “storica” vittoria della Regione sullo Stato. Determina forte preoccupazione il futuro delle aree non disponibili di La Maddalena: quale destinazione avranno e chi deciderà in proposito. È vero che rientrano nel discorso del nucleare. Su questo punto l’opposizione vuole chiarezza. Quanto alla dichiarazione dell’on. Vargiu sul fatto che la vittoria del centrodestra non sarà una restaurazione, non sembra che questo governo regionale sia disposto a riconoscere quanto di buono è stato fatto dalla Giunta Soru, che ha chiuso il mandato con un bilancio molto positivo.

Prosegue il dibattito. Nel pomeriggio una riunione dei capigruppo (chiesta da Mario Bruno) per disciplinare i lavori d’aula

Cagliari, 31 marzo 2009 – È proseguito sotto la presidenza della Presidente Lombardo, prima e del vice presidente Michele Cossa poi il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente Cappellacci.
Il consigliere Domenico Gallus (Pdl) ha sottolineato “il valore della attuale linea politica” scaturita dalla vittoria elettorale del centrodestra. ed il “valore della elezione alla carica di presidente della Assemblea regionale di una donna”. Secondo Gallus questo testimonia la volontà di cambiamento. Sottolineando il ruolo che detiene la Sardegna al centro del Mediterraneo, quale cerniera fra Nord e Sud d’Europa, ha aggiunto come la specialità e peculiarità sarda è un “importante valore aggiunto” al quale si deve accompagnare la riforma della Regione: “quella appena iniziata deve rappresentare un’autentica legislatura costituente”. Si è quindi soffermato a lungo sulla crisi economica e sociale in atto “che sta colpendo come uno tsunami la Sardegna”. Ha quindi concluso sottolineando “l’importanza delle aree rurali”.
Fortemente critico l’intervento di Giampaolo Diana (Pd): “Le ragioni della crisi vengono cercate essenzialmente in modo infondato sull’azione di governo della precedente legislatura, e questo ha impedito una analisi seria della stessa crisi”. Per Diana è necessario un rapporto più sereno con quanto è stato fatto nella precedente legislatura. Diana ha contestato come nel programma di governo attuale “non vi sia stata alcuna indicazione su come affrontare la crisi industriale in atto che è gravissima”, non si trovano proposte di interventi efficaci nè si indicano gli strumenti da utilizzare per farvi fronte.. Quali risposte dare ai lavoratori, ai precari, ai cassintegrati in tutti i settori produttivi? Nessuno. E nella graduatoria dei settori produttivi in difficoltà c’è l’industria, che è ultima dopo l’agricoltura ed il settore dei servizi (“una anomalia rispetto al resto dell’Italia”). Sulla criticità del sistema industriale la questione chimica ed Eurallumina rappresentano l’aspetto emergente, oltretutto sui cui recenti accordi pesano gravi dubbi e interrogativi. Ma ben poche annotazioni il programma prevede su altre questioni di altri settori, fra i primi la scuola che con i tagli governativi produrrà migliaia di disoccupati. “In definitiva quello che manca nel programma è una idea di governo”.
“Apprezzamento” per il progetto di Governo da parte del consigliere Nanni Campus (Pdl), che tuttavia non ha lesinato perplessità e critiche su alcuni tempi concernenti in particolare l’area della Sardegna settentrionale “assai scarsamente rappresentata”, ha detto, in seno al governo regionale. Questi primi atti della legislatura, ha sottolineato Campus, hanno suscitato qualche perplessità per il fatto che “il governo ha lasciato aperti problemi di rappresentatività di tutte le aree territoriali della regione”. “Né mancano altre questioni di dubbio come la pantomima rappresentata dalla questione della strada a scorrimento Sassari-Olbia”. Un altro tema di verifica del nuovo corso inaugurato col governo di centrodestra sarà poi, ha sottolineato Campus, le risorse per gli interventi nel settore sanitario. “Attenzione alle promesse mancate”, ha messo in guardia. E’ necessario con gli atti concreti, ha quindi in sostanza affermato, fugare le note pessimistiche iniziali. Ed ha concluso: “Sarò un sostenitore leale ma non supino. di questo governo”.
Massimo Zedda (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori), dopo aver espresso i propri auguri alla presidente Claudia Lombardo ha auspicato il superamento di posizioni conflittuali sterili e inconcludenti all’interno del Consiglio che non verrebbero compresi dai sardi. La crisi è gravissima, ha detto Zedda, e pensare di poterla superare senza fatti concreti da parte della Giunta, ma soltanto evocandola, sarebbe assai pericoloso. Essere in sintonia con la società significa capire a fondo i drammi personali ed esistenziali che stanno colpendo larghi strati della popolazione. “Eppure di fronte a ciò ci sono troppe cose non dette nel programma di governo su questi drammi”. Ciò che manca in questo programma, è il coraggio delle idee, non si comprende quali interessi e problemi si vogliano privilegiare. “Per la sinistra la priorità deve essere il lavoro e combattere la povertà. Di fronte a questi problemi “non basta ascoltare ma sono necessarie proposte”.
Per Sergio Milia (Udc) molte volte si sono “aperti in quest’aula i quaderni delle doglianze, oggi abbiamo la responsabilità di governo e l’auspicio è che si affrontino davvero con coraggio i problemi e si cambi pagina”. Ma perchè accada, occorrono decisioni chiare e trasparenti e scelte di discontinuità con il recente passato. “Problemi gravi attanagliano il Nord Ovest della Sardegna e la città di Sassari che ha per ora perso il treno della modernità e dello sviluppo. “Auguro e auspico –ha sottolineato- che il governo regionale sappia prestare a questo problema la dovuta attenzione”. Dopo aver ricordato come il cambiare decisamente pagina riguardi anche le persone che finora hanno realizzato, anche nelle strutture regionali, la politica della passata legislatura ha indicato alcuni fra i principali caposaldi che devono focalizzare la politica regionale per quanto concerne il Nord Sardegna: l’Asinara in primo luogo per la quale deve essere condotta una battaglia perchè rientri nella piena e totale disponibilità della Regione (“compresi gli edifici”), e la questione della strada Sassari-Olbia che deve essere rivendicata immediatamente e adeguatamente finanziata. In ordine a queste cose, ed alle questioni della chimica, dell’occupazione e della precarietà “l’auspicio che si sapranno assumere le decisioni adeguate”.
Uno Stato non è democratico se non è al servizio dell’uomo, lo ha detto Francesco Mula (Riformatori) riferendosi in apertura alla questione urbanistica e criticando la politica della precedente maggioranza. “Il nostro programma non nasce da un paradigma assoluto calato dell’alto ma dal confronto con la gente”. Sulla crisi economica è necessario “fermare la fuga dei nostri talenti”, e occorre difendere il sistema produttivo. L’industria sarda è una impresa medio piccola, occorre realizzare una rete industriale che la faccia essere competitiva. Grande attenzione quindi al territorio di provenienza, la Baronia, ove la crisi sta colpendo duro il tessuto industriale delle cave dei lapidei che hanno sempre costituito una importante fonte di esportazione ma che ora scontano la crisi con molti cassintegrati e disoccupati. Altro traguardo strategico nel territorio, il porto turistico, che ha di fatto penalizzato il turismo: “occorre che la attuale maggioranza sappia essere maggioranza politica a tutti gli effetti”.
Ha concluso i lavori della mattinata l’intervento di Francesca Barracciu (Pd), molto critico per la mancanza, a suo giudizio, di una reale linea politica di governo nelle dichiarazioni del Presidente Cappellacci. “Il programma dovrebbe far emergere un progetto politico per la Sardegna, ma il discorso è stata una dissertazione sul metodo di governo: manca un’idea centrale, ed il porre al centro proprio la mancanza di una idea di base fa davvero sorridere”.
Più che un programma, “è un non programma”, ha detto, che penalizza fortemente soprattutto le zone interne totalmente dimenticate a vantaggio dello sviluppo della città. La questione delle zone interne, ha sottolineato con forza, è invece la questione centrale della Sardegna ed il tema prioritario. “La crisi delle zone interne è l’anello più debole del programma: l’acuirsi delle crisi richiede azioni forti che non si vedono”. Altro punto fortemente deficitario la questione della pari opportunità non solo territoriale ma anche sociale fra donna e uomo: “una grave dimenticanza del programma”. Dopo aver ribadito con grande risolutezza come la questione della parità sia ormai diventata centrale ovunque e che addirittura la “Carta europea per la parità” imponga il riconoscimento del problema anche nei territori, Francesca Barracciu ha ricordato la lotta compiuta dalle donne presenti in Consiglio nelle scorse legislature, sottolineando come “la grande soddisfazione per l’elezione alla Presidenza del Consiglio di Claudia Lombardo, non rappresenta ancora il compimento di una democrazia paritaria”.
I lavori riprenderanno questo pomeriggio al termina della riunione dei Capigruppo convocata per le ore 16,30.
(lp)