CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 4 del 26 marzo 2009

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Prosegue il dibattito sul programma di legislatura della giunta Cappellacci. La sinistra chiede garanzia sulla tutela delle coste per difendere i “beni monumentali”. Planetta esalta il ruolo dei sardisti. Il recupero della Sassari-Olbia a quattro corsie sollecitato dall’on. Lai.

Cagliari, 26 marzo 2009 – È proseguito nel pomeriggio il dibattito sul programma di legislatura presentato dal presidente della Regione.
Il primo intervento è stato dell’on. Carlo Sechi (Prc) il quale si è soffermato, in particolare, sull’urbanista e sul ruolo delle città, chiedendo leggi chiare che non lascino spazio alla discrezionalità di chi amministra. Per evitare che la Sardegna sia il Paese di Bengodi ha chiesto di favorire l’approvazione degli strumenti urbanistici – ha citato il Puc di Alghero, definito e concordato con le associazioni di categoria dal 1998 - richiamando la necessità di tutelare le coste, “beni monumentali”, come li ha definiti “il patriota” Antonio Simon. Per evitare suggestioni speculative occorre evitare anche il rapporto equivoco tra città e campagna, dando alle città, come luogo di residenza, più servizi e appeal e all’agro la sua funzione di attività agricola. Una sviluppo senza leggi restrittive, come sostiene Cappellacci, rappresenta un’insidia da evitare. Resta, invece, insoluto, il problema della prima casa.
Dopo 15 anni (”e con un velo di commozione”) l’on. Planetta (Psd’Az) ha ripreso il suo ruolo in Consiglio riproponendo il ruolo dei sardisti nella lotta “contro chi ha calpestato la dignità dei sardi”. La consapevole volontà della maggioranza di affrontare i grandi temi è incoraggiante, come è incoraggiante il processo federalista per realizzare “un confronto tra uguali”. Occorre tuttavia stabilire patti chiari con lo Stato e pretendere quanto ci è dovuto . Dobbiamo – ha detto – favorire un nuovo modello di sviluppo liberandoci da atteggiamenti “schizofrenici e febbrili” che una stagione dominata dalle Partecipazioni statali e dall’assistenza ha determinato. Lo Stato ha inquinato il territorio con la presenza di industrie le cui emissioni e le cui scorie hanno causato danni incalcolabili. Ora bisogna bonificare e invertire il piano energetico regionale puntando sulle fonti rinnovabili ed evitando che la Sardegna sia, sotto questo punto di vista, la piattaforma del Mediterraneo.
Particolare attenzione al sociale ha dedicato l’on. Ben Amara (Comunisti-La sinistra sarda-Rossomori) nel lungo e complesso intervento. I contenuti del programma di Cappellacci sono deludenti, soprattutto nel parlare di disoccupazione. Difesa delle coste e opposizione al Piano casa, “che non risolve il problema abitativo, ma regala cubatura ai proprietari” dando un calcio ai piani urbanistici. Solo mezza pagina è stata dedicata alla cultura, strada principale per lo sviluppo e l’integrazione sociale, ed una pagina per il turismo, definito uno snodo strategico ma no analizzato con previsioni di attuazione. Forse, ha detto, si confonde il turismo con il numero dei visitatori e non che le prospettive di contatto umano, di conoscenze e possibili intese. Cultura e binomia potrebbero costituire un binomio di grande valore economico.
Ha focalizzato l’intervento sui problemi di Olbia e della Gallura l’on. Lai (PdL), apprezzando sia il programma (presenti tutte le priorità) sia il metodo (l’ascolto e il dialogo con le forze sociale, economiche e con gli enti locali). Il problema della viabilità rappresenta il principale nodo da sciogliere. Il recupero dei finanziamenti per la Sassari-Olbia a quattro corsie è un impegno che Cappellacci ha preso, dopo la delusione per la decisione del Cipe. Ma c’è anche l’Olbia-Arzachena, il completamento della Sassari-Tempio, l’Olbia-Tempio e l’Abbasanta-Olbia, con il necessario collegamento col Logudoro ed il Meilogu. Le strade di accesso alla costa sono problematiche e tale condizione spesso è causa di incidenti assai gravi. L’on. Lai ha chiesto che la formazione professionale riprenda l’attività per garantire adeguata preparazione ai giovani in questa fase di sviluppo, ed ha chiesto, per quanto riguarda l’istruzione, che siano difese le università gemmate, il cui ruolo è importante per il riscatto dei territori nei quali operano. Spesa sanitaria (col federalismo fiscale sarà necessario equilibrare spesa storica e costi standard. “La situazione è difficile, ma non saremo una regione canaglia”), trasporti merci su rotaia (“nessuna azione della precedente giusta per contrastare l’irrazionale politica di dismissioni di Trenitalia”), difesa delle produzioni leader (sughero e lapideo) e di Meridiana (“società sarda che mai ha goduto di aiuti statali”) alle prese con l’aggressività delle compagnie low cost sono stati gli altri argomenti trattati. (adel)

Prosegue il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche: l’intervento dell’on. Gian Valerio Sanna


Cagliari, 26 marzo 2009 - Sotto la presidenza del Vice presidente Michele Cossa (Riformatori) è proseguito il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente Cappellacci.
Molto duro e fortemente critico l’intervento del consigliere del Pd, Gian Valerio Sanna. “Molti auspici e slogan ma non abbiamo trovato contenuti programmatici”, ha esordito il rappresentante dell’opposizione (già assessore nel governo Soru). “Ora però bisogna trasformare la propaganda parolaia in fatti”. Di fronte a questa crisi, ha proseguito Sanna, è necessario dare risposte se si vuole avere un effetto positivo. Ma le proposte contenute nel programma sembrerebbero a giudizio di Sanna, di sapore prettamente propagandistico. “Piuttosto che un solido confronto pattizio con il governo di Roma, si sceglie la via dell’ammiccamento, che alla fine lascerà solamente un esercizio retorico al posto delle risposte concrete”. Riferendosi quindi ai vari punti delineati nel programma, Sanna ha criticato come si punti molto sul principio dell’insularità quale strumento di recupero di risorse finanziarie, trascurando altri aspetti che la precedente Giunta aveva avviato, quali ad esempio la riforma dell’articolo8.
Facendo quindi riferimento al rischio del nucleare che le politiche governative stanno portando avanti, ha ricordato come nel segreto di Stato e nelle Servitù militari si rischia che si trovino le occasioni per scavalcare la volontà popolare. “Dovrete dare ai sardi conto delle promesse che avete fatto”, ha quindi detto, e scegliere se governare o assecondare gli interessi che immancabilmente si affolleranno dietro il governo regionale. Ha quindi affermato che vi siano troppe contraddizioni nelle scelte, ed ha elencato una lunga serie di dati che dimostrerebbero la crescita conseguita dal sistema economico e sociale grazie alle benefiche politiche della precedente Giunta. “Bisogna ricordarsi –ha concluso- che la ricchezza del territorio non può essere usata alla stregua dei prodotti finanziari”.
(lp)

Cagliari, 26 marzo - Dopo l’on. Gianvalerio Sanna è intervenuto sulle dichiarazioni programmatiche l’on. Giulio Steri (Udc), che ha detto: “Noi non conosciamo principi ma principi, ai quali saremo coerenti. Lasciamo stare ad altri i principi. Si parla di stagione costituente e autonomismo: mi sembra che tutti questi problemi debbano essere inquadrati storicamente per decidere dove vogliamo andare, dalla fusione perfetta col Regno Piemontese nel 1847 in poi. In tutto questo tempo lo sfruttamento della Sardegna è andato avanti e il tema dell’autonomia si è riproposto dal 1918 e poi con la Consulta dopo la Seconda guerra”. L’on. Steri ha ribadito il tema della specialità della Sardegna rispetto al governo italiano e ha citato gli articoli 8 e 13 dello Statuto, “nel quale non erano chiari sino in fondo, così dicono gli storici e sono d’accordo, i temi dell’autonomia e della specialità. Lo Statuto è rimasto nei fatti inattuato e ora dobbiamo chiederci come debba essere intesa la specialità. Io credo che lo si debba fare in modo diverso: non esiste più uno Stato centralista ma reticolare, con tanti centri dai quali si dipana la volontà popolare non in una relazione gerarchica. La specialità, così come lo abbiamo intesa storicamente, è venuta meno da qualche anno e si pone il problema di come trasferire dallo Stato alla Sardegna una serie di poteri”.
Secondo l’oratore, “è necessario usare le norme di attuazione dello Statuto, che hanno avuto una scarsa fortuna. Dobbiamo rivitalizzarle, in attesa di scrivere il nuovo Statuto, proseguendo nella politica contestativi verso lo Stato. Il fatto che il governo di Roma sia amico non vuol dire che dobbiamo accettare passivamente ogni decisione. Si è ottenuto poco sino a oggi, dobbiamo rivendicare ulteriori trasferimenti di risorse ex articolo 8 dello Statuto. E questo potrà accadere soltanto in caso di unità della maggioranza con l’opposizione”.
Entrando nel merito dei singoli temi, l’on. Steri ha parlato dell’ambiente e delle norme “illegittime costituzionalmente e inaccettabili approvate dal centrosinistra nella scorsa legislatura. Ma disciplinare il territorio non vuole dire vincolarlo tutto. Possiamo muoverci con norme amministrative, non è necessario approvare leggi. Bisogna poi procedere alla “redazione della seconda fase del piano paesaggistico con un forte consenso dell’opposizione”. Sul fronte della Sanità, “una parte del Piano è stato annullato dal Tar ed è necessario un intervento immediato per predisporre il piano sanitario adeguandolo ai rilievi del Tar”. L’oratore ha poi rivolto un invito all’Aula “perché le riforme importanti siano condivise e scritte assieme”.

Ha preso poi la parola l’on. Claudia Zuncheddu (Rossomori), che ha esordito salutando in sardo l’Aula e ha poi parlato dell’identità del popolo sardo e della sua nazione mancata come argine contro la globalizzazione. Presidente, le sue affermazioni sono generiche e vuote e anche il bipartitismo è un pericolo: la nostra diversità serve ad evitare che il popolo sardo sia omologato. Abbiamo già subito la colonizzazione italiana con i Piani di rinascita, sin dagli anni ’60, piani che hanno fatto la ricchezza di alcuni potentati locali e povertà e malattie a tutti gli altri. La promessa del rispetto delle minoranze che lei ha fatto, presidente, non può essere una sua graziosa concessione”.
Sulla Sanità, l’on. Zuncheddu ha chiesto: “Intende privilegiare la Sanità privata compromettendo il diritto alla salute di chi ha meno?”. Sull’economia: “Intende che il mercato globale deve condizionare le nostre produzioni e la nostra vita? E’ forse l’uomo stesso un oggetto di consumo?”. L’esponente dei Rossomori ha parlato poi degli enti locali e dell’urbanistica: “Intendete privare i sardi dello sviluppo ecocompatibile? Conosciamo il vostro metodo urbanistico e lo abbiamo visto a Capoterra, lo vedremo a Olbia. La natura violentata riprende sempre quel che l’uomo le toglie”.


Ha poi preso la parola l’on. Alessandra Zedda (Pdl), che ha applaudito l’elezione del presidente Lombardo rinnovandole gli auguri, come in precedenza aveva fatto anche l’on. Zuncheddu. “Mi piace il suo pensiero, presidente, di portare la politica vicino alla gente”, ha detto l’on. Zedda, “ma nel contempo è necessario avviare un progetto di rilancio della Regione. C’è ragione di essere seriamente preoccupati per l’occupazione, per le donne che lamentano la difficoltà di inserimento, per le famiglie monoreddito. E’ doveroso investire sulle attività produttive tradizionali, che non possono essere disgiunte dagli investimenti sul turismo. Crescita non significa solo produrre ricchezza ma anche ridistribuirla equamente e lo sforzo che va compiuto in questo momento per sostenere le imprese non può essere separato dall’impegno verso l’ambiente e dell’energia. Facciamo della crisi l’occasione per migliorare la nostra economia e la nostra società, per formare nuove generazioni di lavoratori altamente qualificati che padroneggino il proprio destino. C’è un diritto universale alla formazione e all’istruzione, che ci porta a guardare quel che hanno fatto le democrazie più avanzate in questi campi. I nostri studenti devono essere messi nelle condizioni di apprendere il meglio e di restituirlo al progetto di sviluppo per la Sardegna. L’hanno fatto altri Paesi e lo possiamo fare anche noi. Anche gli istituti di credito devono fare la loro parte per sostenere l’economia sarda e il nuovo progetto di un’altra economia. Ci vogliono regole e sacrifici per arrivare ai risultati più belli e più appaganti, come nello sport, dal quale provengo e che è stato dimenticato dalla Regione”.
L’on. Zedda ha parlato della necessità del rinnovo dei contratti dei dipendenti della Regione e degli enti locali, dei trasporti interni e dei collegamenti oltremare, del sistema di gestione dell’acqua “oggetto di una riforma che non è ancora compiuta. Spero che il commissariamento dell’Autorità d’ambito sia soltanto un episodio”. Sul rapporto con il governo nazionale ha detto: “Questo rapporto è una ricchezza, vada avanti, presidente Cappellacci. E speriamo che la XIV legislatura sia la stagione della Costituente”. Sul tema degli enti locali, l’on. Zedda ha sollecitato “un impegno straordinario della Giunta a favore della città di Cagliari, che deve diventare la capitale della Sardegna. Sono certa che tutti assieme ce la faremo”.
E’ intervenuto poi l’on. Gavino Manca (Pd), che ha rivolto a tutti un augurio di buon lavoro “che abbia un solo scopo, quello di migliorare la vita dei cittadini sardi. Speriamo di saper mettere da parte la faziosità sterile, nel rispetto dei ruoli e del risultato elettorale. Ma la crisi economica e sociale che stiamo attraversando merita una sforzo straordinario nostro e di tutte le parti sociali, con le quali dobbiamo dialogare”. Sulle dichiarazioni programmatiche ha detto: “Le ho lette, in particolare gli allegati: non si parla di molti temi e di molti problemi che attanagliano l’Isola e mancano le priorità da evidenziare in questa prima fase della legislatura. Le scelte non sono chiare: dite solo che prima viene l’emergenza e poi gli investimenti del medio periodo. I dati Istat sono preoccupanti e denunciano un calo fortissimo dell’occupazione nel settore industriale, del quale dovremo occuparci di sicuro nei prossimi mesi”. L’on. Manca ha poi sollecitato la ricontrattazione del patto di stabilità, che “strozza gli enti locali: ma questa Giunta sembra accettare incondizionatamente le scelte del governo nazionale. Soltanto con la Finanziaria, che presto discuteremo, vedremo come intendete davvero affrontare i temi della nostra isola”.

Dopo l’intervento dell’on. Manca il vicepresidente Cucca ha dichiarato conclusa la seduta. I lavori del Consiglio regionale riprenderanno martedì 31 marzo alle 10.
(cc)