CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 1 (PARTE SECONDA) del 20 marzo 2009
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Il presidente Cappellaci ha presentato in Consiglio il programma di governo. «Siamo coscienti della gravità della crisi, ma abbiamo fiducia nelle nostre capacità». Un nuoco ruolo per i Comuni, battaglia sul riconoscimento dell’insularità come handicap economico, una nuova stagione di riforme e tre assi strategici: il capitale umano, l’impresa come motore di sviluppo e il buon governo del territori.
Cagliari, 20 marzo 2009 – In venti pagine fitte il programma di legislatura presentato oggi in aula dal presidente Cappellacci. Racchiude la filosofia della Giunta che è stata ufficialmente presentata oggi, con la novità della signora Andreina Farris, alla qualei è stato assegnato l’assessorato dell’Industria. Cappellacci ha spiegato che l’Avvocatura dello Stato ha confermato in dodici il numero degli assessorati, e ciò ha consentito di completare la squadra. Si tratta di un’interpretazione sulla vigenza della Statutaria, ma autorevole. Giunta subito al lavoro, ha detto il presidente, perché non c’è tempo da perdere. La crisi che colpisce la Sardegna richiedere una risposta immediata, con carattere di emergenza, e un piano strategico. “Abbiamo fiducia sulla nostra capacità di risalire la china e favorire una fase di crescita”.
La complessità del quadro economico è nota. La politica – ha sottolineato il presidente – può incidere in modo rilevante. Ma si tratta di una “nuova” politica, dove la spinta alla semplificazione, se ha travolto alcuni partiti, diventa un’esigenza. Tutto ciò richiede un nuovo modello di Regione, come struttura e come azione di governo. La democrazia dell’alternanza premia chi ha ben governato o chi propone progetti condivisi. Il risultato del voto di febbraio ha indicato un nuovo corso, “ma ci sarà il massimo rispetto per la minoranza”.
Ci sarà attenzione alla tutela dell’identità dell’Isola, del suo patrimonio culturale e storico, respingendo, sotto questo profilo, le tentazioni alla globalizzazione.
Per rinascere, non servirà una “grande idea” ma uno sforzo convinto per valorizzare le idee migliori. Avranno un ruolo di leadership sul territorio gli enti locali per il rapporto immediato che hanno con la gente. Bisogni e attese saranno dai Comuni valutati puntualmente ed avranno il riscontro necessario nelle politiche regionali.
Si tratta di una sfida difficile. I nodi dello sviluppo non sono stati sciolti, in questi anni, e gli effetti si sono manifestati in una serie di dati allarmanti: dalla perdita dei posti di lavoro nei settori trainanti, all’aumento delle povertà. Alcuni comparti, come il commercio, che avevano una funzione di rifugio, denunciano una forte instabilità. È cresciuta la cassa integrazione, le famiglie sarde sono le più indebitate col sistema creditizio. Molte strutture decisive per lo sviluppo (porti e aeroporti compresi) funzionano male; la banda larga non è disponibile in tutta l’Isola e contribuisce all’isolamento di molti Comuni, soprattutto dell’interno. Anche il capitale umano è in debito di ossigeno: l’abbandono scolastico è un campanello d’allarme e il basso numero di lauree una conferma di una distorsione profonda del sistema.
Tra i punti chiave del programma, il riconoscimento delle diseconomie derivanti dall’insularità (il governo ha proposto un emendamento che stabilisca questa condizione come parametro fisso nelle valutazioni dei costi e del disagio. I sardi dovranno avere la stessa dignità degli altri cittadini italiani) perché siano riaffermate nei principi che regoleranno il federalismo fiscale.
L’integrazione degli ambiti territoriali, la riscoperta delle aree interne come luoghi di produzione di ricchezze, sarà uno dei punti di forza del progetto. Capitale umano, impresa come motore di sviluppo e governo equilibrato del territorio saranno i tre assi strategici.
Pur restando l’ambiente una delle priorità riconosciute dal centrodestra (il Codice Urbani è una garanzia comunemente accettata, voluta dal governo Berlusconi), ci vorrà un equilibrio che non penalizzi l’uomo e le sue attività economiche; soprattutto bisogna evitare che qualunque attività sia ritenuta speculativa. La politica dei vincoli praticata dalla Giunta guidata dall’on. Soru (Cappellacci non ha fatto il nome) resta un esempio impercorribile.
Sarà anche la stagione delle riforme, con la riscrittura dello Statuto, che riconosca la vocazione euro-mediterranea della Sardegna e rafforzi il ruolo dell’autonomia, ben presente nella cultura dei partiti della nuova coalizione e soprattutto nel Partito sardo d’azione.
Dovrà cambiare la politica, che dovrà investire in talento e competenza. Dovrò essere riconosciuta come nobile servizio alla gente e non come dispendioso apparato.
Applausi dai banchi della maggioranza hanno salutato la conclusione dell’intervento.
Il Consiglio è riconvocato per mercoledì pomeriggio (alle 16,30) con all’ordine del giorno l’elezione dell’Ufficio di presidenza e la discussione sul programma di governo. (adel)