CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURARISOLUZIONE N. 40
***************
TERZA COMMISSIONE PERMANENTE PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E SOCIALE - BILANCIO - CONTABILITÀ - CREDITO - FINANZA E TRIBUTI - DEMANIO E PATRIMONIO - PARTECIPAZIONI FINANZIARIE
composta dai consiglieri
FOIS, Presidente - SABATINI, Vice presidente - RODIN, Segretario - SALIS, Segretario - BARRACCIU - CAPPAI - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - PIRAS - PITTALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - STERI - URAS
RISOLUZIONE
sulla inaccettabile compressione dell'autonomia regionale e degli enti locali e le restrittive politiche in materia finanziaria adottate dal Governo con gravissime ricadute sul tessuto economico e sociale della Regione
La Terza Commissione permanente nella seduta dell'11 ottobre 2012,
VISTI gli atti del Governo riguardanti la finanza e il funzionamento degli enti territoriali, le modifiche della Costituzione e la nuova manovra economica e di bilancio;
RILEVATO come tali atti manifestano un complessivo disegno di compressione di tutte le autonomie territoriali e delle regioni nei compiti e nelle prerogative ad esse affidate dalla Costituzione, secondo una visione che riporta indietro di decenni l'ordinamento costituzionale in chiaro contrasto con i suoi principi fondamentali;
CONSIDERATO come tale attacco colpisce la Regione, ma anche gli enti locali, ignorando e annichilendo il ruolo rappresentativo ed esponenziale delle comunità che essi svolgono, sostenendo in prima linea lo sforzo di contenere gli effetti sociali negativi delle politiche economiche restrittive decise a livello centrale nazionale ed europeo;
VALUTATO con fortissima preoccupazione che gli atti del Governo mirano di fatto a introdurre forme opprimenti di controllo sulle autonomie, anche con modifiche costituzionali che consentono al Governo ed allo Stato interventi discrezionali di accentramento di funzioni e competenze;
RILEVATO come:
- risulta più fortemente minata l'autonomia speciale, rispetto alla quale sembra aprirsi ormai un processo di vera e propria neutralizzazione se non cancellazione;
- in tal modo si punta a cancellare l'Autonomia della Sardegna nata da oltre 60 anni nel processo costituente della Repubblica insieme alla Carta costituzionale e come aspetto essenziale di essa, in risposta ad attese di riscatto e di rinascita diffuse tra la popolazione che rivendicavano per i sardi il potere di decidere sul proprio destino dopo lunghi secoli di sfruttamento ed oppressione;CONSIDERATO che si dispongono ulteriori pesantissimi tagli a carico delle regioni, che tali tagli sono ulteriormente aggravati per le regioni speciali, con inevitabili ricadute sui servizi ed ancor più gravi effetti sulla Sardegna già in ginocchio per le conseguenze della crisi economica e a causa della sua condizione insulare;
AVUTA NOTIZIA che si profila un ulteriore compressione alla capacità di spesa della Regione attraverso i vincoli del patto di stabilità, che vanifica le annunciate misure di riconoscimento delle entrate dovute da anni alla stessa, e il cui diritto è stato di recente ribadito anche dalla Corte costituzionale;
OSSERVATO come queste iniziative del Governo si sommano a un quadro normativo, unilateralmente applicato, che ha già fortemente limitata la disponibilità da parte della Regione delle risorse che le sono dovute, mentre la Regione da subito si è dovuta far carico di interventi che altrove sono sostenuti dallo Stato (Servizio sanitario regionale, trasporto pubblico locale, continuità territoriale) aggravando la già difficilissima situazione economica e sociale della Regione, impedendo quasi del tutto di intervenire anche con misure essenziali ed urgenti a sostegno dei bisogni pressanti della popolazione;
CONSIDERATO che una tale impostazione rischia di travolgere l'intero sistema autonomistico, sostituendolo con forme di accentramento dei poteri di indirizzo politici e normativi in capo al Governo ed allo Stato e riproponendo misure e forme di controllo che già in passato non hanno impedito difetti e violazioni che oggi si dice di voler fermare;
SOTTOLINEATO infine che tale orientamento corre il rischio di minare l'unità dello Stato che oggi può essere mantenuta e rafforzata solo con il rispetto delle identità e comunità locali e territoriali;
EVIDENZIATO che non si può neanche prospettare, per le caratteristiche storiche e geografiche della nostra Isola, una possibilità di recupero e di sviluppo della Sardegna se non attraverso l'adozione di politiche a carattere specificamente regionale che solo una Regione dotata di speciali poteri e che agisce con sovranità responsabile in piena autodeterminazione può sostenere;
RICHIAMATI gli ordini del giorno n. 76 ed 80 e la mozione n. 206 approvati all'unanimità dal Consiglio regionale sulla vertenza entrate e sulla crisi dell'apparato economico regionale e rilevato come le ultime iniziative del Governo non solo colpiscono l'autonomia regionale nelle sue prerogative, ma aggravano ulteriormente la situazione economica muovendosi in senso opposto alle richieste della Regione,
ribadisce
i contenuti e le modalità per la conduzione della vertenza Sardegna come unanimemente approvati dal Consiglio regionale negli ordini del giorno n. 76 e 80 e nella mozione n. 206, ancorandoli alla indispensabile rivendicazione delle prerogative regionali,
impegna il Presidente della Regione
a intraprendere e tenere viva un'azione conflittuale col Governo, contestando in tutte le sedi politiche e giurisdizionali le iniziative adottate e rivendicando la piena attuazione delle prerogative regionali riconosciute dalla Costituzione e dallo Statuto e conseguentemente a impugnare dinanzi alla Corte costituzionale tutti gli atti adottati,
richiama
un impegno forte dei rappresentati eletti in Sardegna per sostenere e dare attuazione alle attese espresse dalla Regione,
dispone
che la presente risoluzione sia portata nei tempi più brevi possibili in discussione in Assemblea ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento interno.
------------------------------------
Approvata dalla Terza Commissione nella seduta dell'11 ottobre 2012.