CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

RISOLUZIONE N. 21

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RISOLUZIONE della Seconda Commissione permanente (Politiche comunitarie, adeguamento dell’ordinamento regionale agli atti normativi comunitari, apporti con la C.E., cooperazione internazionale, Diritti civili, emigrazione e immigrazione, etnie, informazione) sulla comunicazione della Commissione europea COM (2010) 642/3 avente a oggetto “Conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: futuro della politica di coesione”

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La Seconda Commissione permanente del Consiglio regionale,

VISTO l’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, così come modificato dal Trattato di Lisbona, il quale, nell’intento di promuovere lo sviluppo armonico dell'Unione e delle sue regioni, individua nella politica di coesione lo strumento attraverso cui ridurre le disparità regionali riservando un'attenzione particolare alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali le regioni più settentrionali con bassissima densità demografica e le regioni insulari, transfrontaliere e di montagna;

VISTA la Comunicazione della Commissione europea COM (2010) 642/3 che contiene le Conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale e sul futuro della politica di coesione;

CONSTATATO che su tale documento la Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica finalizzata a raccogliere idee e contributi sul modo di adeguare la politica di coesione dell’Unione europea a nuove sfide, per migliorarne l’attuazione e per massimizzare la sua efficacia in futuro;

CONSIDERATO che per la Regione autonoma della Sardegna tale politica riveste una straordinaria importanza in quanto beneficiaria di importanti risorse finanziarie indispensabili a finanziarie gli interventi necessari a colmare il divario di sviluppo;

VALUTATA di particolare interesse la Comunicazione della Commissione europea nella parte in cui ipotizza la creazione di una nuova categoria intermedia di regioni di cui entrerebbero a far parte anche quelle il cui PIL risulterebbe maggiore del 75% rispetto alla media comunitaria secondo le ultime statistiche, al fine di attenuare le differenze tra le regioni “più” sviluppate e quelle “meno” sviluppate;

PRESO ATTO del contributo fornito a tale consultazione dall’Italia, ritenuto largamente condivisibile, seppure meritevole di maggiore approfondimento nella parte in cui non valuta necessario introdurre una categoria intermedia di regioni nell’architettura della politica di coesione;

CONSIDERATO che, invece, la Regione valuta con interesse l’introduzione di tale categoria intermedia di regioni a cui attribuire un sostegno differenziato in considerazione delle caratteristiche geografiche e demografiche dell’isola che accentuano i problemi dello sviluppo e richiedono interventi mirati per affrontare problemi specifici relativi ad esempio ai collegamenti, condizione necessaria per l’accesso ai servizi e alle infrastrutture;

RITENUTO che l’inserimento nella ipotizzata categoria intermedia di regioni, potrebbe garantire alla Regione autonoma della Sardegna - al momento collocata nell’ Obiettivo “Competitività regionale e occupazione” sia pur in regime di phasing in - un trattamento più giusto e in linea con il proprio livello di sviluppo economico;

ESAMINATA

la Comunicazione della Commissione europea COM (2010) 642/3 “Conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: futuro della politica di coesione”;

DELIBERA

di approvare le risposte alla consultazione della Commissione europea allegate alla presente risoluzione della quale costituiscono parte integrante e sostanziale;

di disporre la trasmissione, da parte del Consiglio regionale, della presente risoluzione e del relativo allegato:
- alla Commissione europea entro il 31 gennaio 2011;
- alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative;
- alle Commissioni XIV della Camera dei Deputati e del Senato;
- al Comitato delle Regioni;
- al Presidente della Regione.

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La presente risoluzione è stata approvata all’unanimità nella seduta del 27 gennaio 2011.

 

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Allegato n. 1

Conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione

Questionario

  1. In che modo si potrebbero rafforzare i legami tra Strategia Europa 2020 e politica di coesione a livello nazionale, subnazionale e di Unione europea?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  2. L'ambito di applicazione del contratto di partnership per lo sviluppo e gli investimenti dovrebbe andare oltre la politica di coesione? In caso affermativo, in qual modo?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  3. In che modo arrivare ad una maggiore concentrazione delle tematiche sulle priorità della strategia Europa 2020?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  4. In che modo le condizionalità, gli incentivi e la gestione basata sui risultati potrebbero rendere più efficace la politica di coesione?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  5. Come rendere la politica di coesione più orientata ai risultati? Quali obiettivi prioritari dovrebbero essere obbligatori?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  6. In che modo la politica di coesione può tenere maggiormente conto del ruolo fondamentale delle zone urbane e dei territori con caratteristiche geografiche particolari nei processi di sviluppo, oltre che dell'emergere di strategie macroregionali?
    Vedi risposta n. 13.

  7. Come migliorare il principio delle partnership e il coinvolgimento dei soggetti locali e regionali, delle parti sociali e della società civile?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  8. In che modo può essere semplificato il processo di revisione e come si possono meglio integrare le revisioni effettuate dagli Stati membri e dalla Commissione, pur mantenendo alto il livello di garanzia sulle spese cofinanziate?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  9. In che modo l'applicazione del principio di proporzionalità potrebbe ridurre gli oneri amministrativi in termini di gestione e di controllo? Si dovrebbero prendere provvedimenti specifici di semplificazione per i programmi di cooperazione territoriale?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  10. In che modo si può mantenere il giusto equilibrio tra norme comuni per tutti i fondi e riconoscimento delle specificità dei fondi nella definizione delle norme di ammissibilità?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  11. In che modo garantire la disciplina finanziaria, prevedendo nel contempo sufficiente flessibilità per elaborare e realizzare programmi e progetti complessi?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  12. In che modo si può garantire che l'architettura della politica di coesione tenga conto delle specificità di ogni fondo e in particolare delle necessità di fornire maggiore visibilità e volumi di finanziamento prevedibili per l'FSE e di focalizzarla sulla garanzia degli obiettivi della strategia Europa 2020?
    La Regione Autonoma della Sardegna condivide la posizione espressa dall'Italia.

  13. In che modo costituire una nuova categoria intermedia di regioni per sostenere quelle che non hanno ancora recuperato terreno?

    La Regione Autonoma della Sardegna valuta con interesse l'introduzione della categoria intermedia di regioni a cui attribuire un sostegno differenziato in considerazione delle caratteristiche geografiche e demografiche dell'isola che accentuano i problemi dello sviluppo e richiedono interventi mirati per affrontare problemi specifici relativi ad esempio ai collegamenti, condizione necessaria per l'accesso ai servizi e alle infrastrutture.

    Infatti, la previsione di una nuova categoria intermedia di Regioni, ancorata al livello di sviluppo economico misurato in PIL/pro capite e all'interno ulteriormente differenziata sulla base della presenza di svantaggi permanenti quale l'insularità, potrebbe attenuare la cesura tra regioni "in" e regioni "out" evitando pericolosi effetti spiazzamento che potrebbero compromettere la crescita armonica e la convergenza.

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