CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 18/STAT

presentata dalle Consigliere regionali
SALIS - MARIANI - STOCCHINO

il 3 luglio2013

Introduzione della preferenza di genere nella legge statutaria elettorale della Sardegna

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RELAZIONE DEL PROPONENTE

La scarsa presenza femminile nelle istituzioni è a tutt'oggi una triste realtà in Italia ed in particolare nelle regioni del sud dove, raramente, la percentuale di elette supera il 10 per cento, con la Sardegna che, con appena 6 donne elette in Consiglio regionale, si pone in una posizione non certo lusinghiera.

La grande innovazione introdotta dalla Regione Campania, che già nel 2009 ha adottato il sistema della doppia preferenza di genere, (la cui legittimità costituzionale è stata sancita dalla Corte costituzionale con sentenza n. 4/2010), ha portato ad un incremento della presenza femminile pari al 23 per cento.

Pertanto la presente proposta di legge ha lo scopo di introdurre, anche nell'Assemblea regionale della Sardegna, la doppia preferenza di genere, consentendo, a chi voglia esprimere più di un voto, la facoltà di scegliere, all'interno della stessa lista elettorale, una candidata femminile e un candidato maschile.

Si tratta di un meccanismo semplice, già collaudato con successo in altre regioni italiane, e introdotto nelle elezioni dei consigli comunali con la legge n. 215 del 2012, volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali.

Nel caso in cui l'elettrice o l'elettore indicasse due candidati dello stesso genere, si prevede che la seconda preferenza sia considerata nulla, restando valida la prima preferenza.

Lungi da voler essere un obbligo, la doppia preferenza di genere vuole essere semmai un invito, uno stimolo, per elettrici ed elettori, a riflettere su quanto le donne siano scarsamente rappresentate nelle nostre istituzioni e quanto una accresciuta presenza femminile potrebbe contribuire al rinnovamento ed alla crescita del nostro Paese.

L'esigenza di andare, e la doppia preferenza di genere rappresenta un primo concreto passo in tal senso, quantomeno verso un riequilibrio della rappresentanza dei generi nelle istituzioni, nelle amministrazioni pubbliche, ma anche in tutti i centri di controllo dell'economia, è oggi resa ancor più impellente dalla drammatica crisi che attanaglia la nostra Regione, più che il resto d'Italia e d'Europa, e dall'evidente allontanamento dei cittadini dalla politica, forse ancor più drammatico della crisi economica, perché implica una crescente sfiducia verso il nostro sistema democratico.

Per questi motivi, ma anche perché la nostra Costituzione e l'appartenenza all'Unione europea ci impongono un percorso verso un riequilibrio della rappresentanza dei generi, la Sardegna non può permettersi di giungere alle prossime elezioni con una legge che non preveda la doppia preferenza di genere, ancor più posto che il raggiungimento dell'auspicato risultato, in sede di approvazione della nuova legge elettorale, è sfumato a seguito dell'agire di un folto gruppo di consiglieri regionali i quali, dietro la maschera del voto segreto, hanno promosso l'annullamento dell'emendamento che lo prevedeva.

Pertanto, attraverso questo progetto di legge, composto da un unico articolo, si vuole ovviare al gravissimo danno, non solo etico e morale, ma anche e soprattutto politico e sociale, perpetrato da coloro che hanno voluto privare la nostra Regione di un primo importante strumento elettorale essenziale per avviare anche in Sardegna un concreto rinnovamento della rappresentanza politica ed istituzionale.

Quella stessa democrazia che in altre regioni ha trovato buona pace e riconoscimento grazie alla normativizzazione della doppia preferenza di genere, così come è avvenuto nel 2010 nella Regione Campania e così come avviene in paesi anche meno evoluti del nostro.

Basti considerare che il Parlamento del Rwanda conta la partecipazione alle cariche elettive, rispetto all'Italia, di più donne che uomini. Pertanto, in un contesto in cui si fa un bel parlare di cambiamento, evoluzione, innovazione, non si può prescindere dal prevedere l'introduzione nel sistema elettorale della nostra Regione della doppia preferenza di genere. Essa deve intendersi, oltre che come atto dovuto nei confronti della popolazione femminile, la quale è presente nella nostra Isola nella misura del 51 per cento degli abitanti complessivi, come il naturale evolversi degli eventi, un riequilibrio delle posizioni, una ovvia risposta ai tempi nostri, oltreché una coerente dimostrazione del rispetto della Costituzione Italiana o dello Statuto di autonomia della Regione Sardegna.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Espressione del voto

1. In applicazione del principio stabilito dall'articolo 15, comma 2, dello Statuto speciale per la Sardegna, per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Regione l'elettore può esprimere, nelle apposite righe della scheda che affiancano il contrassegno della lista circoscrizionale che intende votare, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome ovvero il nome ed il cognome dei due candidati compresi nella lista stessa; nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l'altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.

2. Sono conseguentemente modificate le disposizioni della legge regionale statutaria 25 giugno 2013, n. 1 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna), concernenti l'espressione del voto per l'elezione del Presidente della Regione e per l'elezione del Consiglio regionale.