Intervento della Presidente Lombardo alla riunione congiunta Consiglio regionale - CAL
Data: 20/12/2011 - Cagliari, Aula Consiliare via RomaSEDUTA CONGIUNTA CAL
FINANZIARIA 2011
Signor Presidente, signori Componenti del CAL, Colleghe e Colleghi, la seduta congiunta, in prossimità dell’esame della manovra finanziaria da parte dell’Assemblea Regionale, vede l’esordio del nuovo Consiglio delle Autonomie, insediatosi a seguito delle elezioni per il rinnovo dell’organismo avvenute lo scorso mese di Settembre.
Mi è gradita l’occasione per porgere al confermato Presidente Graziano Milia, al Vice Presidente Mauro Contini, all’Ufficio di Presidenza e a tutti i componenti, oltre alle congratulazioni mie personali e di tutto il Consiglio Regionale, i migliori auguri di buon lavoro.
Il nostro, per molti versi, è un cammino che riprende dalle esperienze già consolidatesi nel recente passato nell’affrontare ed assolvere i compiti che la norma attribuisce ai nostri organismi.
Sui rapporti instaurati dalla legge permangono ancora aspetti che necessitano di valutazioni e ragionamenti giuridici approfonditi.
E’ doveroso attivare, in tempi brevi, un serrato confronto per avviare un dibattito sull’opportunità, o meno, di introdurre eventuali modificazioni finalizzate a rendere più organici gli obiettivi posti dalla legge sul CAL, senza appesantire il procedimento legislativo.
Penso, per esempio, all’introduzione di una cabina di regia con la funzione di studio e valutazione dell’efficacia che le norme regionali, nelle materie oggetto di interesse per il sistema delle autonomie locali, producono una volta applicate.
La valutazione di questi fenomeni, alla luce dei risultati prodotti dalle valutazioni oggetto di analisi interpretative successive, possono costituire un valido strumento per l’espletamento della funzione pubblica.
Si creerebbe così, per i nostri due organismi, un’ulteriore possibilità di dialogare in modo costruttivo sulle ricadute che, nel sistema locale, seguono l’applicazione e l’attuazione delle leggi di settore.
Lo scambio continuo di informazioni, studi ed esperienze tra CAL e Assemblea sul corpo delle leggi regionali in materia di autonomie locali, si porrebbe al servizio del legislatore regionale come strumento di ausilio nella puntuale valutazione sull’andamento delle leggi, con un controllo continuo e attualizzato, finalizzato ad ottimizzare il sistema.
Nei lavori odierni, per brevità, voglio limitarmi ad auspicare l’intensificarsi di questi legami istituzionali di reciproca collaborazione, per il bene della nostra Sardegna e nel pieno rispetto dei ruoli a ciascuno attribuiti.
Sono certa che, di fronte alle difficoltà che ci attendono, agiremo col senso di responsabilità che ci deriva dall’essere chiamati ad adempiere al bene comune.
Soprattutto in ragione del fatto che quello presente non è un momento facile per il Popolo sardo, per cui ci troveremo ad agire in un contingente irto di difficoltà aggiuntive.
L’evoluzione della crisi internazionale, com’è noto, coinvolge con forme particolarmente acute l’economia della nostra Isola, finendo per avere pesanti ripercussioni sul sistema economico e sociale.
La situazione internazionale ricorda pochi altri momenti simili, sia per la complessità dei problemi economici e finanziari, sia per le ricadute di carattere così invasivo sullo stato sociale dei singoli stati.
L’Europa sta subendo in modo formidabile la pressione della crisi, sino ad una paventata recessione, al punto di vedere inaspettatamente coinvolte anche quelle economie nazionali che, in un primo tempo, sembravano reggere l’urto della crisi senza particolari scosse.
Per questo, oggi più che mai, ci troviamo di fronte alla necessità di adottare provvedimenti di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica, con tagli rigorosissimi alle nostre risorse finanziarie, destinati a pesare enormemente sulle tasche dei cittadini e sul nostro futuro.
Queste difficoltà in Sardegna hanno assunto una più intensa caratterizzazione per le note insufficienze infrastrutturali ed economiche che si accompagnano alla nostra condizione, cui si è aggiunto un insoddisfacente tenore di rapporti con il Governo centrale.
Nei mesi scorsi, poco prima dell’insediamento dell’esecutivo Monti, questi rapporti hanno registrato una particolare asprezza sulla vertenza entrate, oltre agli altri nodi irrisolti riguardanti lo sviluppo, che la nostra Assemblea ha voluto stigmatizzare attraverso una Mozione contenente anche la richiesta di intervento del Presidente della Repubblica.
Una situazione oggettivamente penalizzante che richiede una forte presa di coscienza di tutta la classe dirigente regionale, per affrontare con la giusta determinazione e autorevolezza il momento di grave difficoltà economica e sociale.
In particolare, in ragione delle difficoltà finanziarie nelle quali ci dibattiamo, anche a causa delle mancate entrate fiscali, a noi viene pretesa una maggiore attenzione nell’adozione dei provvedimenti legislativi.
Infatti, devono essere tali da poter operare delle ricadute positive sotto il profilo economico e sociale e, nel contempo, essere rispettosi della necessità di contenere la spesa regionale nei termini imposti dal patto di stabilità.
Un compito non agevole che riduce i margini finanziari per sostenere la debole economia regionale, aggravato dall’assenza di concrete politiche di sostegno dello Stato per adottare interventi indirizzati al rilancio produttivo ed economico.
Tutti i livelli istituzionali sono tenuti a impegnarsi a fondo, e con profonda convinzione, investiti come sono di una grande responsabilità al fine di superare i limiti attuali, dedicando ogni energia agli sforzi comuni per uscire dallo stallo della crisi.
La produzione legislativa acquista dunque una valenza straordinaria, che va oltre la funzione di codificare norme che regolino la società sarda, per affrontare l’emergenza col duplice obiettivo del rilancio produttivo e dell’utilizzo oculato delle poche risorse a disposizione.
Dobbiamo porci l’esigenza di economizzare la spesa pubblica, non solo con i tagli ai costi della politica, che pur rappresentando un segnale importante di attenzione non risolvono i problemi, ma utilizzando i fondi a nostra disposizione in modo scrupoloso per non pregiudicare il livello dei servizi e la qualità della vita dei cittadini.
Per questo abbiamo la necessità di ricercare il massimo delle convergenze e del consenso possibile con tutte le componenti del Popolo sardo, perché coadiuvino le nostre scelte in un ritrovato clima di collaborazione e fiducia.
Bisogna, dunque, moltiplicare i nostri sforzi per concorrere a determinare un clima di positività fra cittadini e istituzioni. Una precondizione indispensabile per determinare, anche con scelte difficili, la ripresa economica e lo sviluppo della nostra Isola.
La classe politica sarda però, per essere riconosciuta anche come classe dirigente, deve essere in grado di dare un esempio concreto di attenzione verso il suo Popolo, accettando di essere i primi ad accollarsi i contributi più gravosi.
La Finanziaria regionale, prossima all’esame dell’Aula, dovrà rispondere a questi requisiti per fare, se mi passate la battuta, di necessità virtù.
Il senso di questo momento storico deve essere subliminato da una comunanza di intenti e da una forte coesione fra tutti gli organismi che concorrono a regolare la vita pubblica regionale, in primis Consiglio Regionale e Consiglio delle Autonomie Locali.
In questo contesto si inseriscono vecchie e nuove problematiche legate all’ammodernamento dell’ordinamento regionale.
Il ruolo e i compiti degli enti locali, dopo oltre vent’anni dalla legge di riforma delle autonomie locali, e dopo sei da quella che ha istituito il CAL, sono soggetti ad un’evoluzione che va studiata sulla base delle esigenze attuali.
La titolarità delle funzioni amministrative nei servizi sociali, nell’assetto e utilizzazione del territorio per lo sviluppo economico deve entrare in sintonia, non solo con le competenze esercitate dall’organo regionale, ma anche con quelle in capo ai vari enti regionali e di interesse regionale, sviluppando azioni sinergiche e coordinate.
Il divenire di un nuovo sistema Sardegna che rafforzi i legami di solidarietà, di collaborazione e di coesione sociale può essere l’obiettivo ambizioso che come Consiglio Regionale, Regione ed enti locali ci ripromettiamo di assolvere nel corso della durata del mandato del CAL.
Ne deriva quindi un impegno per l’adeguamento del nostro modello organizzativo, locale e regionale, per renderlo funzionale all’esigenza di evolvere la nostra dimensione, da regionale e statale, ad europea, al fine di interagire con le dinamiche di sviluppo economico, civile e sociale dell’Unione senza segnare ulteriori ritardi.
Il modello federale che guida i processi di riforma in Italia e in Europa, deve divenire il faro della riorganizzazione amministrativa e politica della Regione.
Non si tratta di trasferire, semplicemente, eventuali competenze esercitate dalla giunta regionale o dai singoli assessorati, ma di rovesciare il concetto di governabilità con funzioni decisionali che partendo dal basso si evolvano verso il vertice.
La rivisitazione degli ambiti potestuali in capo a Comuni, Province e Regione deve espandersi secondo un principio di cerchi concentrici che siano riferiti a precise e determinate sfere di competenza territoriale, da quella più piccola, comunale, a quella più vasta regionale, e per materia.
Ecco perché il tenore dei rapporti tra Regione ed enti locali, e la loro attuale organizzazione interna, necessitano di una riforma che ne superi le attuali insufficienze e innovi il sistema, in linea con le esigenze europee di governance del territorio.
Se la Sardegna non vuole ridursi ad essere solo una espressione geografica marginale, ha necessità di ammodernare il proprio sistema regionale e quello degli enti locali.
Una rivisitazione che risponda a criteri di funzionalità ed efficienza interni e che, nella proiezione esterna, sia in grado di consentirci di affrontare i mercati ai più alti livelli concorrenziali.
Livelli che sono richiesti per essere perfettamente integrati con la realtà economica, sociale e politica europea.
Per affrontare le sfide del futuro e inserirci organicamente nel contesto politico europeo come regione peculiare “euromediterranea”, abbiamo bisogno di una organizzazione regionale nuova e avanzata con un respiro istituzionale e strategico più ampio degli attuali orizzonti odierni, basati quasi esclusivamente sul rapporto con lo Stato.
Dobbiamo ragionare sui diversi livelli di impegno regionale, nazionale ed europeo delle istituzioni sarde per ritagliarci delle competenze che siano all’altezza di affrontare la sfida di portare la Sardegna al centro dell’Europa.
Per la stessa Europa la crisi in atto costituisce un momento di passaggio epocale per superare definitivamente tutti gli ostacoli che si frappongono al processo unitario.
Infatti a causa della crisi, o si torna indietro alla titolarità dei singoli stati, annullando in parte o del tutto l’efficacia dei Trattati, o si fa un ulteriore balzo in avanti conferendo ulteriori quote di sovranità statale per la costruzione dell’unità politica dell’Europa.
Tutto ciò necessita di un Parlamento e di un Governo degli Stati membri, funzionali al nuovo ordinamento federale per la cura e la tutela degli interessi generali.
Questo progetto è ancora in fase di elaborazione, e molto dipenderà dalle scelte comuni per superare la crisi.
Ma la strada è tracciata. Dobbiamo essere consapevoli che il nostro futuro di sardi e italiani si realizzerà in questa nuova dimensione europea.
Se, come affermiamo spesso ci sentiamo lealmente europei, allora, esaltando le nostre radici identitarie, dobbiamo inserirci organicamente in un nuovo e più ampio precetto normativo, riscrivendo la nostra specialità affinché assuma una funzione che non si limiti al solo rapporto con lo stato per rappresentare la tutela dei nostri diritti in Europa.
Il Consiglio Regionale e il Consiglio delle Autonomie locali devono esaltare i tratti del loro comune impegno, ricercando tutte le sinergie possibili e sviluppando tutte le potenzialità in loro possesso, per tracciare questo nuovo percorso per costruire il nuovo Sistema Sardegna e proiettarci verso il futuro.
Questa unità d’intenti, può renderci protagonisti di una nuova appagante stagione, iniziando ad agire e pensare in una dimensione sociale, politica ed economica europea su tutte le problematiche che rilevano la loro funzione pubblica.
Il sistema degli enti locali sardi può essere il motore di una crescita che partendo dal basso spinga Regione, Stato e Unione europea a creare un fitto rapporto di interrelazioni che siano in grado di conseguire l’interesse generale partendo dalla soddisfazione della domanda sociale e dei bisogni locali.
Il rafforzamento dell’attività parlamentare del Consiglio Regionale, e una accresciuta funzione del CAL, per determinate materie e competenze, sono dunque auspicabili ed è in questa direzione che dobbiamo lavorare.
Grazie !