Intervento della Presidente Lombardo al convegno "Gramsci sardo illustre intellettuale globale", organizzato dall'Associazione Culturale Onlus "Casa natale Antonio Gramsci"
Data: 25/10/2010 - RomaIntervento della Presidente Lombardo al convegno "Gramsci sardo illustre intellettuale globale", organizzato dall'Associazione Culturale Onlus "Casa natale Antonio Gramsci".
Ho aderito al cortese invito rivoltomi dall’amico e collega Luciano Uras non solo per una formale cortesia ma con autentico spirito di partecipazione per dare significato compiuto, con la presenza del rappresentante della massima assemblea elettiva del popolo sardo, all’importanza che la grande figura di Antonio Gramsci, uomo, politico e intellettuale riveste per la ricchezza del patrimonio culturale e umano della Sardegna, dell’Italia e del mondo.
Gramsci e la Sardegna sono legati da un filo indissolubile, non solo perché nato nel piccolo paese di Ales nel 1891 che all’epoca rappresentava uno dei centri più poveri per le condizioni in cui versavano i suoi contadini, ma perché tutta la propria opera intellettuale e politica è intrisa di forti elementi di sardità che ne hanno influenzato positivamente il pensiero e formato il carattere.
L’attualità del pensiero di Gramsci è ben presente nella nostra cultura ma non può essere considerato specificamente un intellettuale sardo. La sua figura si staglia verso un universo più ampio, caratterizzandosi come punto di riferimento sicuro di quel mondo operaio - proprio oggi attraversato da una fase critica nei rapporti interni e sindacali – che all’epoca, a Torino, sotto la sua guida illuminata elaborò una propria cultura creando intellettuali come Togliatti, Terracini e Pastore.
Molto suggestivamente un fine intellettuale sardo del dopo guerra, Michelangelo Pira, si chiede che Gramsci sarebbe stato se fosse rimasto in Sardegna dandosi risposta, la quale rimane una ipotesi che però non da meno appare credibile. Dice, infatti, Pira: << Se Gramsci avesse voluto trasferire, stando in Sardegna, il suo impegno culturale sul piano politico non avrebbe potuto proporsi altrimenti che nel modo in cui si sono proposti i suoi coetanei, cioè attraverso il movimento autonomistico.>>
E’ un Gramsci fortemente pregnato dal pensiero autonomista dunque quello che mi piace ricordare in questa occasione. Un Gramsci consapevole che le condizioni di estremo disagio sociale e di sottosviluppo cui soggiaceva la sua amata Isola, intorno agli anni venti del secolo scorso, necessitassero di una forma di governo autonomo attraverso l’adozione di istituti particolari. Dimostrando in tal modo di essere vicino alle posizioni del federalismo solidaristico espresse dai rappresentanti del Partito Sardo d’Azione che allora era agli inizi della sua lunga storia politica.
Il pensiero di Antonio Gramsci costituisce quindi per la Sardegna e per i Sardi un bene e una risorsa da custodire gelosamente e preservare come luminosissimo esempio di maestro di vita e guida morale contro ogni forma di oppressione. Un grande pensatore del suo tempo che, anteponendo a qualsiasi interesse la lotta per il trionfo della democrazia e dell’equità sociale, si impegnò altruisticamente anche a costo del sacrificio estremo della sua esistenza.
Ancora oggi suscitano commozione le parole che diresse alla lontana madre ormai morente, e la cui morte gli fu tenuta nascosta per evitargli questo ulteriore dolore oltre al peso della carcerazione. Lo fece nella sua lingua natale, il sardo, per conferire maggiore afflato sentimentale alle parole rivolte alla genitrice con l’idioma appreso nella culla. Quello che evidentemente era maggiormente capace di racchiudere tutti gli affetti più cari, e quello che lo teneva ancorato saldamente alle sue radici isolane.
Le “Lettere dal Carcere”, pubblicate postume nel decennale della sua scomparsa, non raccontano solo la sofferenza dell’uomo rinchiuso nelle carceri di Roma, Ustica, Milano, ancora Roma e infine di Turi, ma costituiscono un messaggio universale, la cui portata e il cui insegnamento sono validi nella realtà odierna di un mondo globalizzato che tende a soffocare certi valori, i quali invece dovrebbero costituire un esempio imperituro per le generazioni future.
Emilio Lussu altra figura eminente di politico e intelletuale della Sardegna, considerato universalmente uno dei padri dell’azionismo e del pensiero sardista, nell’intervenire alla commemorazione del decimo anniversario della morte di Gramsci portò parole di ammirazione e riconoscenza di quanti avevano conosciuto, visto e vedevano nella sua figura: << … la magnifica e salda guida che con l’esempio additava per l’azione politica e per la resistenza agli oppressori la via sicura >>
E con queste parole di un grande sardo verso un altro grande della sua epoca che mi avvio alla conclusione portando il caloroso saluto del Consiglio Regionale della Sardegna che mi onoro di presiedere, col sentimento di essere qui oggi per ricordare la figura di un figlio della terra di Sardegna ma anche di un uomo e intellettuale il cui lascito va ben oltre la seppure eminentissima figura di politico che ha segnato un importante tratto della storia d’Italia. Per la Sardegna e per i sardi Gramsci rappresenta un patrimonio comune della sua storia millenaria che supera l’appartenenza politica, di cui non solo i comunisti di tutto il mondo devono andare fieri, per entrare nel sentito di un popolo che ancora oggi si batte per il riconoscimento dei propri diritti storici.
Claudia Lombardo – Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna