Intervento della Presidente Lombardo alla conferenza stampa di fine anno

Data: 28/12/2009 - Cagliari - Presidenza del Consiglio Regionale

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

Conferenza stampa di fine Anno della

PRESIDENTE LOMBARDO

 

I fatti sostanziali che hanno caratterizzato questi pochi mesi della XIV° Legislatura iniziata anticipatamente nel mese di marzo, rispetto alla scadenza naturale della precedente interrotta anzitempo a causa delle dimissioni del Presidente della Regione, mettono in evidenza un bilancio positivo.

Questo risultato è stato reso possibile grazie al concorso di tutte le forze politiche, in particolare quelle di opposizione, cui va riconosciuto un grande senso di responsabilità nell’evitare lungaggini e ostruzionismi che avrebbero dilatato i tempi di approvazione del Bilancio della Regione.

Grazie a questo comune impegno sono state esitate due manovre finanziarie. Tre manovre complete - le due finanziarie e il collegato – adottate in soli nove mesi di attività rappresentano un forte segno di risposta alla necessità di approvare misure urgenti per uscire dal tunnel della crisi che ci attanaglia. Un segnale che, in così breve tempo, non trova riscontri nelle  precedenti esperienze autonomistiche.

Si tratta di un vero record.  Va considerato, infatti, che tutta la fase di avvio dell'attività parlamentare, oltre alla pausa estiva, è stata vincolata dagli adempimenti volti all'elezione dell'Ufficio di Presidenza -  Presidente, Vice Presidenti, Questori e Segretari - e per l’insediamento delle Commissioni permanenti, con l’elezione dei Presidenti e dei Vice delle stesse.

Per non parlare del tempo assorbito dalla formazione della Giunta Regionale, per la quale pendevano dubbi interpretativi sull’applicazione delle norme relative al numero degli assessori contenute nella Statutaria. In un primo tempo l’impasse si è risolta col ricorso al parere dell’Avvocatura di Stato. Successivamente la legge Statutaria, di promanazione dell’art.15 dello Statuto speciale, sulla quale pendeva il ricorso del Governo alla Suprema Corte, è stata abrogata superando i contrasti con la normativa regionale precedente rimasta, ancora in vigenza.

Un capitolo a parte merita la doverosa disamina sull’andamento del Bilancio interno del Consiglio Regionale. Questa Presidenza, sin dal proprio insediamento, ha adottato una filosofia gestionale improntata al massimo rigore pur senza recare pregiudizio alcuno all’efficienza e all’efficacia dell’operatività dell’intero apparato consiliare.

Un risultato reso possibile grazie alla particolare oculatezza nell’adottare gli impegni di spesa e all’attenta cura volta a eliminare tutte le voci ritenute superflue. Fra queste quella inerente le “spese riservate” del Presidente del Consiglio, che è stata eliminata dal Bilancio Interno.

La grande attenzione posta nei meccanismi di spesa ha portato l’attuale amministrazione a vantare un avanzo positivo, pari a oltre 10 milioni di euro, nello stanziamento di Bilancio previsto per il Consiglio Regionale. Si è voluto, in questo senso, fornire una risposta all’esigenza, particolarmente sentita dall’opinione pubblica, di operare un contenimento nella spesa pubblica, evitando eventuali sperperi e sprechi.

Questo risparmio permetterà al consiglio di provvedere, senza ulteriori stanziamenti che gravino sul Bilancio della Regione, alla realizzazione di interventi necessari e urgenti per il miglioramento delle tecnologie del Palazzo Consiliare che si presentano ormai datate; per l’adeguamento dei Servizi alle accresciute esigenze degli Organi consiliari; oltre che alle ulteriori esigenze di tipo logistico e per la manutenzione ordinaria e straordinaria del Palazzo.

Un esempio significativo di questo risparmio è costituito dalle cosiddette “spese di rappresentanza” della Presidenza. Dove, a fronte di uno stanziamento complessivo di 234.395 euro, sono stati utilizzati 103.876 euro: registrando un risparmio di ben 130.519 euro.  Avanzo di esercizio che assume una maggiore dimensione se si considera che, delle somme impegnate, un totale pari a 34.000 euro costituisce una voce di spesa già programmata dalla precedente Presidenza.

Su questo stesso tema c’è da rilevare, inoltre, che la Presidenza, per non appesantire ulteriormente il Bilancio del Consiglio, ha evitato di completare il proprio Ufficio di Segreteria, previsto dal Regolamento Interno, lasciando vacante il posto del Consulente del Presidente.

Altro fattore di maggiore morigerazione, infine, ha riguardato l’uso delle auto di servizio che è stato limitato ai soli obblighi di rappresentanza istituzionale.

Passando ad altro argomento, nel merito dei rapporti fra potere esecutivo e Consiglio, che nella precedente Legislatura sono entrati spesso in crisi, c'è da registrare un netto miglioramento volto a un maggiore rispetto dei ruoli e a una fattiva, continua, reciproca collaborazione.

Un siffatto quadro regionale ha facilitato i compiti che le due istituzioni sono chiamate a svolgere, in virtù di una minore invasività della giunta sui lavori dell'Aula.  Dal consolidamento di questi rapporti si possono trarre i migliori auspici per un effettivo riconoscimento paritetico tra potere esecutivo e potere legislativo, che darà certamente ulteriori buoni frutti.

La premessa consente di effettuare una ulteriore valutazione positiva sul piano squisitamente politico. Il costante e lodevole impegno, comune a tutte le formazioni partitiche presenti in Consiglio, per contrastare con provvedimenti efficaci i risvolti di una gravissima emergenza economica e sociale, è la dimostrazione di una spiccata sensibilità verso le problematiche della nostra terra, oggi attraversata da una delle peggiori crisi degli ultimi decenni.

Crisi le cui ricadute in Sardegna, nonostante i primi segnali di ripresa a livello internazionale che vedono l'Italia fra i Paesi protagonisti in assoluto nel difficile cammino della ripresa produttiva, ancora contraddistinguono valori di criticità allarmanti. Una situazione che non consente distrazioni o arretramenti nell’eccezionale impegno volto a portare la Sardegna fuori dal pantano di una situazione emergenziale che ancora ci preoccupa.

Dal perdurare della bolla di crisi è conseguita una rilevante influenza su tutta l'attività politica regionale, la quale è ancora in modo preponderante orientata ad affrontare le singole emergenze quotidiane più che a progettare un valido modello di sviluppo economico che rilanci il sistema produttivo dell'Isola.

Coerentemente anche l'attività del Consiglio, a sua volta, si è allineata nel privilegiare la ricerca spasmodica di soluzioni positive alla crisi, finendo per condizionare la produzione legislativa a favore della qualità e dell'urgenza dei provvedimenti anticrisi.

La presente, se troveranno conferma i primi segnali confortanti, è anche una legislatura destinata a segnare una decisa svolta col passato per l’importante raggiungimento di una grande unità d’intenti, che ormai sembrava relegata alla memoria, piuttosto che alla realtà politica presente. Un importante risultato che si è riverberato su tutte le tematiche sociali più significative.  Principalmente nella lotta alla disoccupazione, nel contrasto alla chiusura dei plessi industriali, per la difesa delle economie storiche dell’Isola e, più in generale, per il rispetto dei diritti inalienabili del Popolo sardo.

Non senza legittima soddisfazione si può affermare che è stato accolto l'appello lanciato da questa presidenza sin dal primo discorso di insediamento, poi reiterato in diversi interventi, per l'unità politica e morale dei sardi.

Un appello che ha trovato il massimo della sua espressione nell'assemblea straordinaria svoltasi in Consiglio regionale lo scorso luglio. Un’assemblea con pochissimi precedenti nella storia autonomistica, che ha visto la partecipazione attiva e convinta di tutti gli stati generali del Popolo sardo riunitisi per evitare la chiusura del comparto chimico a Porto Torres.

L’esaltante momento di sintesi unitaria costituisce la migliore fotografia di questi primi nove mesi di Legislatura. La valorizzazione dei principi fondanti il nostro essere Popolo e Nazione ha confermato il valore assoluto dell'idem sentire di storia, cultura, costumi  e tradizioni dei sardi quale elemento vincolante per l'ottenimento del rispetto dei nostri diritti imprescindibili in Italia e in Europa.

A dimostrazione della grande attenzione mostrata sui temi che caratterizzano la nostra condizione di specialità all’interno dell’ordinamento regionale della Repubblica, questo Consiglio Regionale, nell’ambito delle sedute congiunte previste dalla Legge istitutiva del Consiglio delle Autonomie Locali e considerata la particolarità delle stesse, ha voluto dare un segnale di vicinanza agli Enti Locali regionali impegnati da sempre in prima linea nel confronto coi cittadini e nell’assolvimento della funzione pubblica a loro ascritta. Un riconoscimento realizzato concretamente nelle due sedute congiunte del Consiglio Regionale con il CAL,  a Oristano e a Nuoro.

Grazie a questa ritrovata sensibilità autonomistica si è avuta la dimostrazione di una classe politica che ha preso coscienza di se stessa. Una classe politica che ha mostrato la propria maturità attraverso la presa d’atto dell’assunto che i grandi temi legati allo sviluppo della Sardegna richiedono una subordinazione delle singole appartenenze politiche per porre, sempre e comunque, in primo piano la difesa della Sardegna nell'opera che ci vede quotidianamente impegnati a costruire un futuro migliore per la nostra terra.

Questo è quello che deve fare un Consiglio Regionale seriamente preoccupato di creare le migliori e durature condizioni di sviluppo e di benessere economico. Questo è quello che il popolo sardo si attende dal suo Parlamento Regionale.

Un’ultima analisi è necessario riservarla all’attualità politica. Il delicato momento che stiamo vivendo nella vita pubblica deve portarci ad assumere un ulteriore dovere nell’abbassare i toni della polemica politica, privilegiando il confronto dialettico sereno e costruttivo fondato sul rispetto e il riconoscimento reciproco.

In questo senso nell’esprimere una ferma e convinta condanna all’atto deprecabile subito dal Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi, la Presidenza del Consiglio Regionale ha invitato tutte le parti politiche a effettuare una riflessione sul modo di rappresentare se stesse nel sentito dell’opinione pubblica.

Si rende necessaria una severa condanna di quella politica urlata, faziosa e litigiosa che ha trasformato gli avversari in nemici da odiare e combattere. Una escalation negativa che purtroppo, nonostante i ripetuti appelli alla moderazione pervenuti dalle più alte cariche della Repubblica, occupa ancora spazi mediatici ridondanti per via di una condannabile frenesia di apparire ad ogni costo che caratterizza molti esponenti del mondo politico.

E' un modo sbagliato di pensare la politica, che porta alla disaffezione dei cittadini e al loro distacco dalle istituzioni. E' un modo che non ci appartiene e che con forza respingiamo. Ma guai a ritenere che la Sardegna possa chiamarsi fuori da questo fenomeno involutivo.

Anche la nostra classe dirigente è invitata a svolgere una seria e approfondita riflessione sul proprio modo di agire, onde evitare una deriva populista e qualunquista destinata ad avvelenare il clima politico.

Ma questo è stato anche l’anno nel quale il Consiglio Regionale ha celebrato i sessant’anni dal primo insediamento dell’Assemblea sarda, nel lontano 28 di maggio del 1949, con l’impegno per l’attuale Consiglio Regionale di continuare a costituire il più alto punto di riferimento per l’unità del Popolo sardo e il bastione invalicabile eretto a difesa dei suoi diritti storici imprescrittibili.

In chiusura va attribuito un doveroso riconoscimento per il lodevole impegno, l’abnegazione e lo spirito di servizio di tutto il personale del Consiglio che, grazie a questa grande prova di professionalità, ha consentito all’Assemblea di raggiungere i prestigiosi risultati oggi rappresentati nella conferenza di fine anno.