CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 281/32

MOZIONE PLANETTA - SANNA Giacomo - DESSÌ - SOLINAS Christian - PITTALIS - DIANA Giampaolo - ARBAU - SANNA Gian Valerio - STOCHINO - PERU - LOTTO - SALIS - MANCA - PIRAS - LOCCI - ZUNCHEDDU - SANNA Paolo Terzo - SOLINAS Antonio - SABATINI - GRECO - CUCCUREDDU - STOCCHINO sulla necessità dell'obbligatorietà di interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della Regione nei casi di procedimenti giudiziari relativi ad inquinamenti e disastri ambientali, ed alla tutela della salute dei cittadini, riguardanti il territorio della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che sono ormai numerosi i casi di procedimenti giudiziari che impegnano la Procura della Repubblica presso differenti tribunali sardi in accertamenti segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche in terreni, corsi d'acqua, nel mare, nei pesci e nella flora, e con capi di imputazione che circoscrivono presunte condotte illecite che hanno determinato veri e propri disastri ambientali, comportando la grave compromissione delle condizioni ambientali nei siti interessati;

CONSIDERATO che, nei procedimenti a cui ci si vuole riferire, l'accusa della Procura è infatti sempre quella di disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione, con capi di imputazione che si riferiscono ad attività illecite che, in alcuni casi, sarebbero state continuativamente e consapevolmente portate avanti sino ai giorni nostri, nel totale disprezzo della salute dei cittadini e delle norme in vigore, così da alterare in modo permanente la flora e la fauna marina, ed il più delle volte senza alcuna possibilità di risanamento;

RILEVATO che la Regione, malgrado reiterate sollecitazioni ed inviti formali finalizzati alla propria costituzione di parte civile, ha ritenuto, pure di recente, di proseguire nell'inerzia più totale, contraddistinguendosi sistematicamente per non aver assunto, in alcuna udienza preliminare dei suddetti procedimenti giudiziari, nessun tipo di iniziativa e/o efficace deliberazione, tale da determinare la giusta tutela della salute delle popolazioni e la salvaguardia dei territori dell'Isola interessati dai gravi inquinamenti di cui trattasi, anche attraverso un doveroso risarcimento pecuniario;

RILEVATO ancora che presso l'opinione pubblica ed enti ed istituzioni varie, ma evidentemente non presso la Giunta regionale della Sardegna, hanno destato scalpore alcuni casi eclatanti di inquinamento ambientale e di grave pregiudizio e pericolo per la salute dei cittadini fra i quali si ricordano:
a) l'inchiesta che dal 21 luglio 2003 impegna la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari in accertamenti segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche nelle falde idriche, nei pozzi, nel mare, nei pesci e nella flora nello specchio d'acqua antistante la spiaggia della Marinella, che ha determinato la richiesta di rinvio a giudizio del legale rappresentante della Syndial, del manager della Sasol Italia, del legale rappresentante e del direttore di stabilimento della Ineos Vinyls Italia, i quali, secondo il pubblico ministero dr. Michele Incani, fanno riferimento ad aziende che hanno riversato per anni nel mare antistante il porto industriale di Porto Torres, un fiume carico di composti chimici e metalli pericolosi (cadmio, mercurio, cromo, cianuri, benzene) e una lunga serie di sostanze cancerogene (solventi, diossine e pesticidi clorurati), senza osservare le prescrizioni dei decreti legge n. 152 del 1999 e n. 152 del 2006 che dettano le norme contro l'inquinamento delle acque;
b) l'inchiesta originatasi nel 2008 dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri del NOE di Cagliari, insieme a quelli della Compagnia di Iglesias, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, che già il 23 settembre 2009 portarono al sequestro preventivo del vecchio e del nuovo bacino fanghi rossi dell'Eurallumina Spa di Portoscuso e della cosiddetta sala pompe (pertinenza della vecchia centrale elettrica dell'ENEL Spa di Portoscuso) con ipotesi gravissime di reati ambientali che, molto verosimilmente, si potrebbero far risalire ai decenni precedenti e che sarebbero stati continuativamente e consapevolmente portati avanti sino ai giorni nostri, che evidenziarono la compromissione ambientale del sito con la perdurante e sempre crescente contaminazione del suolo e delle acque di falda da parte di elementi inquinanti estremamente pericolosi per la salute dell'uomo e per l'ambiente quali fluoruri, boro, manganese e arsenico in percentuali che oltrepassano i limiti consentiti dalle vigenti normative;
c) l'inchiesta sulle mancate bonifiche dell'area marina davanti all'ex arsenale militare della Maddalena, originatasi nel maggio 2011 dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri del NOE di Sassari, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, che avevano posto sotto sequestro prevenivo i 60 mila metri quadri di specchi acquei e fondali prospicienti l'ex complesso militare, trasformato in hotel extralusso e affidato in gestione quarantennale alla Società MITA (gruppo Marcegaglia) con condizioni vantaggiosissime e che ha determinato da parte del Procuratore della Repubblica di Tempio, Riccardo Rossi, l'invio degli avvisi di concluse indagini a 17 indagati eccellenti, primo tra tutti l'ex capo indiscusso della Protezione civile Guido Bertolaso;

CONSTATATO che:
- gli auspicati interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della Regione nei casi di procedimenti giudiziari relativi ad inquinamenti e disastri ambientali, ed alla tutela della salute dei cittadini, riguardanti il territorio della Sardegna, oltre a rappresentare un segnale importante su come la Regione, in quanto istituzione, consideri tale tipologia di reati, costituirebbe soprattutto un esempio doveroso e opportuno nei confronti dei cittadini ed andrebbe anche nella direzione della risoluzione legislativa approvata dal Parlamento europeo il 21 maggio 2008 sulla proposta di direttiva per la tutela penale dell'ambiente, in cui si premetteva che "i sistemi sanzionatori vigenti non sono sufficienti a garantire la piena osservanza della norma comunitaria", e chiedeva "sanzioni maggiormente dissuasive per le attività che danneggiano l'ambiente, e che tipicamente provocano o possono provocare un deterioramento significativo della qualità dell'aria, compresa la stratosfera, del suolo, dell'acqua, della fauna e della flora, compresa la conservazione della specie", quando ciò avvenga "intenzionalmente o per grave negligenza" e che la proposta è diventata la direttiva n. 2008/99 CE del 19 novembre 2008 e avrebbe dovuto essere recepita negli ordinamenti giuridici degli stati membri entro il 26 dicembre 2010;
- un forte segnale di presa di posizione della Regione in tale direzione avrebbe un impatto di marcata deterrenza sui reati di tipo ambientale, anche in considerazione dell'evoluzione normativa molto alleggerita che è stata adottata nel cosiddetto decreto del fare del Governo Letta, che all'articolo 41, primo comma, prevede la sostituzione dell'articolo 243 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (testo unico dell'ambiente) con la seguente disposizione: "Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre alla eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione", stabilendo in sostanza che le industrie che inquinano anche al punto tale da porre a rischio la salute delle persone, potranno bellamente continuare a farlo se l'eliminazione della fonte di contaminazione risulterà essere troppo onerosa;

CONSTATATO infine che, ad oggi, da parte della Regione non risulta esservi stata ancora alcuna manifestazione, intenzione, comportamento o decisione che attesti la volontà e l'indirizzo quale prassi consolidata volta alla propria costituzione di parte civile nei casi di procedimenti giudiziari relativi ad inquinamenti e disastri ambientali, ed alla tutela della salute dei cittadini, riguardanti il territorio della Sardegna,

impegna la Giunta regionale

1) ad attivarsi e ad attivare tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge vigente, affinché si costituisca parte civile ai sensi dell'articolo 74 e successivi del Codice di procedura penale, nella tutela dell'interesse della Sardegna in tutti i processi celebrati nel suo territorio nel quale sono contestati reati che presuppongono il presunto esercizio di condotte illecite che hanno determinato veri e propri disastri ambientali, comportando la grave compromissione delle condizioni ambientali della nostra Isola;
2) a porre in atto tutte le azioni volte alla difesa e alla tutela della salute dei cittadini che vivono a stretto contatto con una realtà ambientale di altissima pericolosità e volte alla salvaguardia dell'ambiente stesso;
3) a predisporre, allo stesso modo, un'azione politico-istituzionale mirata a obbligare ENI a far partire realmente le bonifiche riguardanti l'area ex petrolchimico di Porto Torres.

Cagliari, 8 ottobre 2013

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La presente mozione è stata approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 16 ottobre 2013.